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Forum Pubblico / ESTERO. OCCIDENTE, ORIENTE, MULTINAZIONALI, la CHIESA e ALTRE REALTA' RELIGIOSE. / Tetyana Bezruchenko, Alex Orlowski. Loro Note.
inserito:: Ottobre 13, 2025, 12:44:37 pm
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Tetyana Bezruchenko Oggi una mia conoscente ha pronunciato la solita frase “spero che tutto finisca presto”. Le avevo risposto con un breve “No”. Lei mi ha chiesto “perché no?” Non so come spiegarle che tutto solo comincia a muoversi, prima erano dei preparativi. Alex Orlowski Il 28 settembre 2025, il presidente ucraino Volodymyr Zelenskyy ha denunciato un'importante escalation nelle tattiche di guerra ibrida della Russia, basandosi su dati di intelligence che indicano come la cosiddetta "flotta ombra" russa stia venendo utilizzata come piattaforma mobile per il lancio e il controllo di droni d'attacco contro paesi europei. Questa accusa ha avuto immediati riflessi politici, con Zelenskyy che ha sottolineato la necessità urgente di chiudere i corridoi marittimi strategici, in particolare il Mar Baltico, a tutte le petroliere russe, dando particolare attenzione alle navi della flotta ombra illegale. Nel suo discorso serale, il presidente ha chiesto un inasprimento delle sanzioni contro il commercio energetico e l'infrastruttura navale russa, evidenziando come la vicinanza delle piattaforme di lancio alle coste europee renda la minaccia ancora più critica. La flotta ombra, fino ad ora vista principalmente come uno strumento economico per eludere le sanzioni occidentali e finanziare l'apparato militare russo, è ora ritenuta una minaccia diretta alla sicurezza operativa. Tale flotta, composta da circa 940 navi obsolete e scarsamente assicurate, rappresenta una combinazione di obiettivi economici e militari, entrando nello spettro della guerra ibrida come piattaforma di attacchi irregolari e non attribuibili contro infrastrutture europee critiche. Questo sviluppo impone a NATO e Unione Europea una rivalutazione strategica che non consideri più queste navi come un semplice rischio ambientale, ma come potenziali piattaforme militari mobili e sofisticate. L'opacità operativa e numerica della flotta rende difficile la sua identificazione e il contrasto. Il discorso di Zelenskyy, pronunciato la stessa sera di un'ondata di attacchi e incursioni aeree russe in Europa, ha collegato chiaramente le petroliere russe, già oggetto di sanzioni, all'uso militare tramite il lancio e controllo di droni. Queste navi non fungerebbero solo da rampe di lancio, ma da centri avanzati di comando e controllo con sofisticati sistemi di comunicazione satellitare per pilotare i droni attraverso spazi aerei complessi. La tempistica della dichiarazione, subito dopo un incontro con l'allora presidente degli Stati Uniti Donald Trump a New York nel contesto dell’Assemblea generale ONU, mirava a influenzare il dibattito politico sulle forniture di armi avanzate all’Ucraina e ad accelerare l’inasprimento delle sanzioni contro la flotta ombra, specialmente in risposta alle destabilizzanti incursioni di droni nei paesi nordici. La Russia ha rigettato con fermezza le accuse, con il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov e il ministro degli esteri Sergey Lavrov che hanno definito le denunce infondate e tese a destabilizzare ulteriormente la situazione. In particolare, la Russia ha contestato le segnalazioni di incursioni di droni oltre il raggio operativo di alcune munizioni, nonostante le evidenze delle capacità dichiarate degli Shahed-136/Geran-2. Questa strategia di negazione si inserisce in un modello di guerra di zona grigia, volto a mantenere ambiguità e a evitare la responsabilità diretta. Dal punto di vista tecnico, la possibilità che grandi petroliere commerciali siano state modificate per lanciare e controllare UAV ad ala fissa come i Geran-2 è plausibile, sebbene complessa. I droni Geran-2, derivati dagli Shahed-136 di progettazione iraniana, hanno un’autonomia fino a 2.500 km, una velocità di crociera fino a 180 km/h e possono trasportare testate esplosive fino a 50 kg. Il lancio standard da terra prevede l'uso di binari con razzi assistiti montati su veicoli, ma le modifiche tecnologiche russe includono sistemi di navigazione avanzati e moduli di comunicazione remota che permettono il controllo anche da piattaforme mobili in mare. L’adattamento di petroliere per lancio marittimo comporterebbe l’installazione di sistemi di catapulta a gas pressurizzato o binari assistiti da razzi integrati con piattaforme di stabilizzazione attiva per contrastare i movimenti marittimi, necessità confermata da analoghi sviluppi navali in campo militare e commerciale. Esistono precedenti di integrazione di sistemi di lancio e recupero di droni su navi non aeronautiche e test commerciali di droni per logistica marittima, a testimonianza della possibilità tecnica. Il vantaggio operativo di impiegare petroliere come piattaforme di lancio consiste nella mobilità, nell’invisibilità e nella drastica riduzione dei tempi di volo rispetto a lanci da basi terrestri note, aumentando l’efficacia degli attacchi e complicando le difese aeree europee, specialmente in zone come il Mar Baltico, stretti danesi e Mare del Nord. La flotta ombra stessa, complessa rete economica che aggira le sanzioni imponendo notevoli rischi ambientali ed economici agli stati avversari, è in via di trasformazione da strumento economico a risorsa militare di guerra ibrida. Composta da navi spesso anziane, non assicurate nel contesto occidentale e operative in modo opaco tramite frequenti cambi di bandiera e falsificazione dei dati di localizzazione, la flotta è sospettata non solo di supportare il lancio di droni, ma anche di sorveglianza e sabotaggio di infrastrutture sottomarine critiche. Uno specifico caso di incidente ambientale nel gennaio 2025, con una nave sospettata della flotta che ha perso potenza trasportando 99.000 tonnellate di petrolio, sottolinea il rischio continuo di disastri. L’analisi operativa rivela un quadro di rischi multipli, che riguardano sicurezza marittima, ambientale, legale, economica e militare, richiedendo una risposta strategica articolata che vada oltre il sequestro di singole navi, mirando all’ecosistema infrastrutturale che le sostiene, inclusi registri, assicuratori, intermediari e stati di bandiera. Diverse navi sospette, con dettagli tecnici e codici identificativi, sono state monitorate o ispezionate dalle autorità europee per attività legate a lancio di droni, ricognizione o sabotaggio. Tra queste, la HAV DOLPHIN (IMO: 9073854, MMSI: 304473000), nave da carico con equipaggio russo, costruita nel 1993, batte bandiera di Antigua e Barbuda. Nel 2025 ha mostrato comportamenti sospetti vicino a Kaliningrad, Liepāja e nella baia di Kiel, ed è stata oggetto di ispezioni in porti europei. La PUSHPA (ex Boracay, IMO: 9332810, MMSI: 610107116), petroliera sotto bandiera del Benin, costruita nel 2007, è stata monitorata vicino ad Aalborg durante le incursioni con droni e sospettata di essere piattaforma di lancio; opera principalmente nel Mar Baltico, Mare del Nord e Manica. L’ASTROL-1 (IMO: 9906544, MMSI: 273217380), nave da carico generale russa costruita nel 2020, è soggetta a sanzioni statunitensi e ha effettuato manovre sospette a nord di Copenaghen prima di un attacco con droni. La OSLO CARRIER-3 (IMO: 9366146, MMSI: 258035000), una nave da carico gestita dalla Norvegia costruita nel 2011 con equipaggio in parte di lingua russa, è sospettata nonostante il controllo norvegese e monitorata nel Mar Baltico. Infine, la petroliera EAGLE S (IMO: 9329760, MMSI: 518998865), battente bandiera delle Isole Cook e costruita nel 2006, è stata sequestrata in Finlandia per il suo presunto coinvolgimento in sabotaggi di cavi sottomarini nel Mar Baltico, evidenziando capacità multiruolo nella guerra ibrida. L'accusa di utilizzo della flotta ombra per lanciare droni coincide con una campagna coordinata di violazioni dello spazio aereo russo nel settembre 2025, con incursioni di droni in Polonia, Estonia, Danimarca, Norvegia e Paesi Bassi, che hanno causato chiusure aeroportuali, restrizioni di volo e indagini ufficiali. La NATO e l’UE interpretano tali azioni come provocazioni calcolate tese a testare le difese e a logorare i costi militari occidentali, soprattutto nelle regioni nordiche. Il Mar Baltico appare così come un nuovo vettore primario di guerra ibrida. In risposta, l’Unione Europea ha proposto il 19° pacchetto di sanzioni mirate contro la flotta ombra, inserendo 118 nuove navi nella lista sanzionata e puntando a colpire in modo più severo il commercio energetico russo e le entità collegate in Russia e all’estero. Negli Stati Uniti è stato introdotto lo "Shadow Fleets Act" per estendere ulteriormente le restrizioni economiche sulle navi e le attività finanziarie connesse. Queste misure legislative e regolatorie riflettono il riconoscimento condiviso della natura militare e strategica della flotta ombra oltre che economica. È stata annunciata anche l’iniziativa "Drone Wall" dell’UE per creare una barriera anti-drone lungo il confine orientale, che prevede capacità avanzate di rilevamento, tracciamento e intercettazione entro un anno, con l’Ucraina come partner chiave per l’implementazione di contromisure efficaci e a basso costo, basate su guerra elettronica e droni intercettori. Infine, la richiesta ucraina di missili da crociera a lungo raggio come il Tomahawk trova giustificazione strategica nell’esigenza di neutralizzare efficacemente le piattaforme mobili di lancio marittime, che operano al di fuori della portata delle difese costiere convenzionali, rafforzando così la capacità di Kiev di contrastare questo nuovo vettore di attacco che interessa direttamente la sicurezza collettiva NATO nel Mar Baltico e nel Mare del Nord. DA FB |
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Forum Pubblico / ESTERO. OCCIDENTE, ORIENTE, MULTINAZIONALI, la CHIESA e ALTRE REALTA' RELIGIOSE. / Jack Daniel & Alex Orsi. Due loro note interessanti come sempre.
inserito:: Ottobre 13, 2025, 12:41:44 pm
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Jack Daniel
Ecco appunto: occasione persa per le opposizioni. Oggi il Governo, astutamente, ha presentato una mozione di appoggio al piano di Trump. Piano che, senza mi dilunghi (lo avevo fatto qui https://tinyurl.com/mpz7uvjy e qui https://tinyurl.com/3u52xzuy ), presenta alcuni aspetti critici riguardanti il futuro, aspetti, tra i tanti, che riguardano il ruolo di ONU e ANP, e il riconoscimento dello Stato di Palestina. Lo stesso Governo, però, aveva non solo appoggiato, ma collaborato fattivamente al piano noto come Dichiarazione di New York che, su molti punti si discosta parecchio, e proprio su quei punti, dal piano Trump. Oggi il Governo ha voluto stanare le opposizioni, quasi a dire "siete d'accordo con la pace o no?". Da quello che si legge nei resoconti (ancora parziali) le opposizioni sono entrate un po' in difficoltà e alla fine si sono astenute. Quello che non hanno fatto le opposizioni, ma non da oggi, ma da quando si è parlato del piano di Trump, era incalzare il Governo chiedendogli se era d'accordo su quanto da lui firmato e sottoscritto (la Dichiarazione, appunto) o sul molto diverso piano Trump. Non l'hanno fatto, nelle settimane precedenti, e quindi rimarremo senza risposta. Il Governo è favorevole al "suo" piano, preparato, proposto firmato e votato all'ONU, o a quello, assai differente, di Trump? Contraddizione non da poco, ma le opposizioni hanno perso l'occasione. La risposta, inutile dirlo, la conosciamo: il Governo si allinea a Trump, smentendo quanto da lui stesso fatto. Possibile che nessuno sia stato in grado di farlo notare? Vittorio Vb Bertola Come potrebbero le opposizioni farlo notare, se poi alla contro-domanda "ah sì, e allora qual è il vostro piano?" la risposta sarebbe scena muta e/o gridare "free free Palestain"? Alex Orsi "Negli anni ‘70 e ‘80 l’Unione Sovietica guardava all’Italia come a una cerniera fragile dell’Occidente. Il Paese era nel cuore della NATO, ma al tempo stesso ospitava il più potente Partito Comunista dell’Europa occidentale. Questo rendeva Roma un terreno ideale per la penetrazione politica, culturale e psicologica del blocco orientale. Gli obiettivi sovietici erano chiari, come lo sono oggi 1) Indebolire la NATO dall’interno, logorando uno dei suoi alleati strategici. 2) Legittimare il PCI come interlocutore politico, senza però spingerlo verso la lotta armata (troppo rischiosa e controproducente). 3) Sfruttare il caos del terrorismo, ogni bomba, ogni rapimento, ogni funerale di Stato era una dimostrazione che la democrazia italiana non garantiva stabilità. 4) Appoggiarsi ai Paesi satelliti (Germania Est, Cecoslovacchia) e a movimenti paralleli (gruppi palestinesi) per fornire copertura logistica e addestramento a militanti italiani senza sporcarsi le mani direttamente. Il Cremlino giocava su due tavoli, ufficialmente prudente, ufficiosamente tollerante. Una guerra ibrida ante litteram, fatta di infiltrazioni culturali, propaganda, reti diplomatiche e sostegno occulto. La Russia di Putin, erede diretta di quella tradizione, non ha più l’ideologia comunista da esportare, ma la logica resta intatta: minare dall’interno le democrazie occidentali. Ieri il PCI, oggi i partiti populisti e sovranisti, Mosca non cerca più di imporre un modello unico, ma di appoggiare chiunque possa indebolire l’unità europea e l’alleanza atlantica. Ieri il terrorismo, oggi la disinformazione, la bomba è stata sostituita dal tweet, la pistola dal troll digitale. L’obiettivo però è lo stesso, creare sfiducia nelle istituzioni, spaccare l’opinione pubblica, alimentare complotti e rancori. Ieri i corridoi segreti a Berlino Est, oggi i canali opachi del gas e della finanza, la leva energetica e finanziaria sostituisce la logistica clandestina. Ieri l’Italia come ventre molle della NATO, oggi l’Europa come continente diviso tra Est e Ovest, Mosca punta a impedire la costruzione di un’Europa unita e autonoma, sfruttando differenze nazionali, crisi economiche e paure migratorie. C’è un filo rosso che lega l’URSS degli anni di Brežnev e la Russia di Putin ovvero l’arte di trasformare le contraddizioni interne dell’avversario in un’arma geopolitica. Allora fu il terrorismo a rendere l’Italia più fragile, oggi sono la propaganda digitale e i partiti amici a destabilizzare l’Unione Europea. Cambiano gli strumenti, non l’obiettivo, Mosca non punta a conquistare con i cingolati ma a corrodere dall’interno, lentamente, fino a rendere l’avversario incapace di reagire. E in italia, in questo momento, si sta vedendo lo stesso film, con la stessa regia. Sarebbe interessante approfondire la questione dei 5 milioni prelevati in contanti da via Gaeta e vedere quanti di questi sono andati a finire nelle manine sante della Cgil." Sabrina de Gaetano |
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Forum Pubblico / U.M.CO.D.E. UNIONE MANTENIMENTO e CONSOLIDAMENTO DIFESE EUROPEE. / U.M.CO.D.E. Unione Mantenimento e Consolidamento Difese Europee.
inserito:: Ottobre 13, 2025, 12:17:15 pm
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Gianni Gavioli
Amministratore Persona più attiva · · drtpnsoSoei fim301l3fu931main4afc0c0u5ca53u64h01l97ma064tu2a U.M.CO.D.E. Unione Mantenimento e Consolidamento Difese Europee. [Facebook permettendo questo sarà il nuovo titolo del nostro Gruppo Tematico come già qui]. ciaooo ggiannig PS: ovviamente per Difese Europee non si intendono soltanto quelle militari, ma di tutti quei valori POSITIVI, soprattutto culturali, che l'Europa ha saputo esprimere dal dopoguerra ad oggi e prima ancora nel passato. Senza perdonarci le nefandezze commesse e le ingiustizie perpetrate da noi europei, in ogni dove e nei secoli. |
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Forum Pubblico / U.M.CO.D.E. UNIONE MANTENIMENTO e CONSOLIDAMENTO DIFESE EUROPEE. / L'Italia é sempre stata Penetrabile. Troppi Sfascisti e non da oggi.
inserito:: Ottobre 13, 2025, 11:37:04 am
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Jack Daniel
Ecco appunto: occasione persa per le opposizioni. Oggi il Governo, astutamente, ha presentato una mozione di appoggio al piano di Trump. Piano che, senza mi dilunghi (lo avevo fatto qui https://tinyurl.com/mpz7uvjy e qui https://tinyurl.com/3u52xzuy ), presenta alcuni aspetti critici riguardanti il futuro, aspetti, tra i tanti, che riguardano il ruolo di ONU e ANP, e il riconoscimento dello Stato di Palestina. Lo stesso Governo, però, aveva non solo appoggiato, ma collaborato fattivamente al piano noto come Dichiarazione di New York che, su molti punti si discosta parecchio, e proprio su quei punti, dal piano Trump. Oggi il Governo ha voluto stanare le opposizioni, quasi a dire "siete d'accordo con la pace o no?". Da quello che si legge nei resoconti (ancora parziali) le opposizioni sono entrate un po' in difficoltà e alla fine si sono astenute. Quello che non hanno fatto le opposizioni, ma non da oggi, ma da quando si è parlato del piano di Trump, era incalzare il Governo chiedendogli se era d'accordo su quanto da lui firmato e sottoscritto (la Dichiarazione, appunto) o sul molto diverso piano Trump. Non l'hanno fatto, nelle settimane precedenti, e quindi rimarremo senza risposta. Il Governo è favorevole al "suo" piano, preparato, proposto firmato e votato all'ONU, o a quello, assai differente, di Trump? Contraddizione non da poco, ma le opposizioni hanno perso l'occasione. La risposta, inutile dirlo, la conosciamo: il Governo si allinea a Trump, smentendo quanto da lui stesso fatto. Possibile che nessuno sia stato in grado di farlo notare? Vittorio Vb Bertola Come potrebbero le opposizioni farlo notare, se poi alla contro-domanda "ah sì, e allora qual è il vostro piano?" la risposta sarebbe scena muta e/o gridare "free free Palestain"? Alex Orsi "Negli anni ‘70 e ‘80 l’Unione Sovietica guardava all’Italia come a una cerniera fragile dell’Occidente. Il Paese era nel cuore della NATO, ma al tempo stesso ospitava il più potente Partito Comunista dell’Europa occidentale. Questo rendeva Roma un terreno ideale per la penetrazione politica, culturale e psicologica del blocco orientale. Gli obiettivi sovietici erano chiari, come lo sono oggi 1) Indebolire la NATO dall’interno, logorando uno dei suoi alleati strategici. 2) Legittimare il PCI come interlocutore politico, senza però spingerlo verso la lotta armata (troppo rischiosa e controproducente). 3) Sfruttare il caos del terrorismo, ogni bomba, ogni rapimento, ogni funerale di Stato era una dimostrazione che la democrazia italiana non garantiva stabilità. 4) Appoggiarsi ai Paesi satelliti (Germania Est, Cecoslovacchia) e a movimenti paralleli (gruppi palestinesi) per fornire copertura logistica e addestramento a militanti italiani senza sporcarsi le mani direttamente. Il Cremlino giocava su due tavoli, ufficialmente prudente, ufficiosamente tollerante. Una guerra ibrida ante litteram, fatta di infiltrazioni culturali, propaganda, reti diplomatiche e sostegno occulto. La Russia di Putin, erede diretta di quella tradizione, non ha più l’ideologia comunista da esportare, ma la logica resta intatta: minare dall’interno le democrazie occidentali. Ieri il PCI, oggi i partiti populisti e sovranisti, Mosca non cerca più di imporre un modello unico, ma di appoggiare chiunque possa indebolire l’unità europea e l’alleanza atlantica. Ieri il terrorismo, oggi la disinformazione, la bomba è stata sostituita dal tweet, la pistola dal troll digitale. L’obiettivo però è lo stesso, creare sfiducia nelle istituzioni, spaccare l’opinione pubblica, alimentare complotti e rancori. Ieri i corridoi segreti a Berlino Est, oggi i canali opachi del gas e della finanza, la leva energetica e finanziaria sostituisce la logistica clandestina. Ieri l’Italia come ventre molle della NATO, oggi l’Europa come continente diviso tra Est e Ovest, Mosca punta a impedire la costruzione di un’Europa unita e autonoma, sfruttando differenze nazionali, crisi economiche e paure migratorie. C’è un filo rosso che lega l’URSS degli anni di Brežnev e la Russia di Putin ovvero l’arte di trasformare le contraddizioni interne dell’avversario in un’arma geopolitica. Allora fu il terrorismo a rendere l’Italia più fragile, oggi sono la propaganda digitale e i partiti amici a destabilizzare l’Unione Europea. Cambiano gli strumenti, non l’obiettivo, Mosca non punta a conquistare con i cingolati ma a corrodere dall’interno, lentamente, fino a rendere l’avversario incapace di reagire. E in italia, in questo momento, si sta vedendo lo stesso film, con la stessa regia. Sarebbe interessante approfondire la questione dei 5 milioni prelevati in contanti da via Gaeta e vedere quanti di questi sono andati a finire nelle manine sante della Cgil." Sabrina de Gaetano |
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Forum Pubblico / U.M.CO.D.E. UNIONE MANTENIMENTO e CONSOLIDAMENTO DIFESE EUROPEE. / "il generale Tricarico: « la flottiglia è un braccio operativo di Hamas, ora ...
inserito:: Ottobre 13, 2025, 11:33:01 am
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Alex Orsi
"il generale Tricarico: « la flottiglia è un braccio operativo di Hamas, ora le connessioni sono provate ma ormai nessuno crede a Israele» Ci sono prove su prove, eppure le piazze si infiammano sempre di più. Ci sono persino le prove che la flottiglia è una misura attiva del Cremlino. Eppure chi poteva arginare questo schifo, che non è cominciato una settimana fa, ma mesi e mesi e mesi fa, non ha fatto un cazzo. Si ha la netta sensazione che il nuovo 77 alle porte faccia comodo un po’ a tutti. Fa comodo alla sinistra perché riprende antichi slogan e cerca il morto per camparci altri 50 anni di rendita. Fa comodo a Mosca per dimostrare che la democrazia in italia è agli sgoccioli. Fa comodo anche al governo, che li lascia fare, così può restringere il cordone ancora di più. Fa comodo anche agli analisti soscial che sennò che cazzo fanno dopo se lo spettacolo finisce? Talvolta sulla mia home leggo feisamici che ritenevo più o meno intelligenti “ tifare” per la flottiglia. Bon, che dire?! Ci vedremo quando il nuovo 77 esploderà con tutta la sua potenza, e so già che vi leggerò contriti per i morti." Sabrina de Gaetano da FB |
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Forum Pubblico / *ARLECCHINO EURISTICO E IL "PICCOLISMO" DI "RE-CORDIS, FATTI, EMOZIONI,IDEE. / Perse per KO alla terza ripresa il primo match, perse per KO alla seconda ...
inserito:: Ottobre 12, 2025, 11:57:20 pm
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Nicolini racconta di pugili · L’autobus della linea Greyhound, una delle più antiche degli Stati Uniti, impiegò diciotto ore per portarlo dalla Georgia a Miami, in Florida, con una sola sosta per i bisogni corporali. Scese dalla parte sinistra dell’autobus, quella riservata alle persone di un colore della pelle diverso dal bianco, perché era il 1949 – l’anno di nascita di mio suocero, peraltro – negli Stati Uniti vigeva ancora la segregazione razziale e lui era un sedicenne afroamericano. Nella tasca posteriore dei jeans aveva un foglietto stropicciato sul quale vi era un numero di telefono che, giunto il suo turno, egli compose nel telefono pubblico al lato del bar che serviva bibite che lui non poteva comprare. All’altro lato del filo, gli rispose un uomo dal forte accento. “Mr. Lou “ – disse il ragazzo al manager e promoter Lou Viscusi – “Sono Cleveland Williams di Griffin, Georgia: sono arrivato!” Il manager ricordò l’amico che gli aveva raccomandato il ragazzo e gli disse di proseguire per Ybor City, dove sarebbe stato seguito da un allenatore di nome Tony Cancela. Fino a quel momento, Cleveland Williams – nato in una cittadina senza palestre, senza lavoro, senza opportunità – aveva conosciuto il pugilato attraverso le foto di The Ring, leggendaria rivista che motiva ogni appassionato di boxe da oltre un secolo, aveva cominciato ad allenarsi per strada e stava costruendo il proprio sogno sulle immagini dei grandi pugili afroamericani del tempo, quali Beau Jack, Ike Williams, Ezzard Charles. Minimamente scolarizzato e impiegato nel duro lavoro nella cartiera sin dai dodici anni d’età, Cleveland Williams gettò tutto se stesso nell’allenamento in palestra, diventando quell’atleta – l’unico al mondo – che mette sul tavolo tutte le proprie carte ad ogni mano servita, ossia il pugile professionista. Nel 1959, ormai lanciatissimo pugile dalle grandi doti fisiche e plausibili ambizioni mondiali, Cleveland, ormai conosciuto anche col soprannome |
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Forum Pubblico / U.M.CO.D.E. UNIONE MANTENIMENTO e CONSOLIDAMENTO DIFESE EUROPEE. / il deputato AVS Angelo Bonelli si è alzato in piedi davanti al ministro Tajani
inserito:: Ottobre 12, 2025, 12:25:56 am
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Abolizione del suffragio universale Poco fa, alla Camera, il deputato di AVS Angelo Bonelli si è alzato in piedi davanti al ministro Tajani e con un discorso memorabile e pieno di passione ha asfaltato lui, la Presidente del Consiglio e l’intero Governo. Da leggere fino in fondo: “Signor ministro, ieri con un atto di pirateria internazionale, la Marina Militare israeliana ha attaccato, non abbordato, con idranti e bombe stordenti le barche della missione umanitaria Flotilla, violando il diritto internazionale per l'ennesima volta. Ebbene, lei è venuto in quest'Aula e non ha condannato questo atto di pirateria internazionale. Lo riteniamo un fatto estremamente grave. Ma le barche della Flotilla, in questi giorni, sono state attaccate anche dagli esponenti della maggioranza, anche del Governo, con insulti ripetuti. Non solo sono stati attaccati dai droni di matrice israeliana prima che arrivassero nelle acque internazionali, ma abbiamo sentito la Presidente Meloni affermare che avrebbero addirittura pregiudicato il fragile equilibrio di pace che si stava andando a cercare. Ma Presidente Meloni, lei queste parole così forti perché non le ha mai usate contro Netanyahu, che ha ucciso donne e bambini?! Perché usate questa forza contro chi oggi pacificamente vuole porre con forza e determinazione la necessità di aprire corridoi umanitari?! Ma diciamo chiaramente una cosa, c'è un elemento positivo di questa missione umanitaria globale: la grande mobilitazione di milioni di persone che si stanno mobilitando nel mondo, si centinaia di migliaia di persone in Italia che non vogliono essere spettatori e spettatrici e di assistere come dei notai alla conta della morte. Il Parlamento applauda questa Italia che si indigna. Perché c'è un valore civico fondamentale a cui non possiamo rassegnarci, che è quello di dire no alla logica della morte. Signor Ministro, lei ha detto che il dramma di Gaza nasce dall'attentato terroristico del 7 ottobre. Noi quell'atto terroristico l'abbiamo condannato, ma lei ha detto un falso storico. Lei ha fatto una manipolazione storica, perché lei ha dimenticato cosa c'era prima del 7 di ottobre! Decenni di apartheid, di segregazione, di violazione sistematica delle risoluzioni dell'ONU che la comunità internazionale ha consentito a Israele di attuare, l’occupazione delle Cisgiordania, la demolizione delle scuole, il blocco navale che vige dal 2007! Quindi la prego, signor Ministro, non faccia alcuna manipolazione storica, perché prima del 7 di ottobre non c'era il paradiso, c'era l'inferno a Gaza, c'era la segregazione e su questo è inaccettabile il silenzio. Ci sono anche i numeri che parlano: 65mila morti, 20mila bambini, 95% degli ospedali distrutti, 95% delle scuole distrutte, il 100% delle reti idriche distrutto, 2 milioni di sfollati, 1300 operatori sanitari uccisi, 250 giornalisti uccisi perché Israele non vuole che qualcuno documenti. Questo sa come si chiama? Si chiama genocidio. Allora. signor Ministro: noi siamo con lei io quando dice che il terrorismo va bandito. Dobbiamo essere determinati a bandire il terrorismo dalla faccia della terra. Ma quello di Netanyahu non è terrorismo? Perché siete silenti su questo? Perché contribuite a delegittimare il diritto internazionale, il ruolo dell'ONU, avete consentito che l'UNRWA fosse definita un'organizzazione terroristica? Tutto ciò che non si allinea al pensiero di Netanyahu o di Trump e viene definito o amico di Ham*s o antisemita. Poi c'è una questione fondamentale che riguarda il doppio standard. Da una parte si fanno le sanzioni alla Russia, dall'altra parte invece si dice no alle sanzioni a Israele. Quello di Trump non è un piano di pace. Non è ammissibile, signor Ministro, che il popolo palestinese non possa decidere il proprio futuro, che non si dica niente sullo Stato di Palestina, non si dica niente sui crimini che Israele ha compiuto a Gaza”. da FB |
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Forum Pubblico / P.D.S.C. PRIMA IL PARTITO, POI *GLI EQUILIBRATI* FARANNO l'INTESA OLIVO POLICONICO. / Il Partito Democratico Socialisti Cristiani (PDSC) ...
inserito:: Ottobre 11, 2025, 06:45:09 pm
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Gianni Gavioli
Amministratore Premessa: Un solo Albero Sociale e Politico, una potatura a Vasi Policonici al posto delle parassitarie Correnti e Persone diverse dalle attuali il più lontano possibile dal fetore putiniano. Presentazione alla Gente di veri progetti e non di chiacchiere e sorrisi. Il Partito Democratico Socialisti Cristiani (PDSC) deve ripartire da solo, fosse anche da un 20% di consenso iniziale. Dopo ci si può accordare con altre realtà del Centro della politica, su singoli temi o Progetti Nazionali. Ma dopo! Il PDSC deve vivere di vita propria in simbiosi soltanto con i propri elettori! È una IDEA RESILIENTE, già tradita una volta dalla cattiva politica adesso, noi elettori, non ci si cadrebbe una seconda volta. ggiannig |
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Forum Pubblico / ESTERO. OCCIDENTE, ORIENTE, MULTINAZIONALI, la CHIESA e ALTRE REALTA' RELIGIOSE. / Il problema che molti di coloro che parlano del conflitto Arabo-Israeliano ...
inserito:: Ottobre 11, 2025, 06:24:22 pm
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Alex Orsi "Il problema che molti di coloro che parlano del conflitto Arabo-Israeliano ignorano è che le mentalità occidentale e araba sono completamente differenti. Ci sono differenze inconciliabili tra occidentali, tra cui vi sono anche gli Israeliani e gli arabi levantini. Gli occidentali pensano che la vita sia la cosa più preziosa e che l’onore non sia così prezioso se c’è la vita, all’opposto gli arabi pensano che l’Onore sia la cosa più preziosa, mentre la vita non ha alcun valore se non c’è onore , un po’ tipo Klingon. Questa analogia spiega perché in un sistema in cui l’onore è ontologicamente superiore alla vita non si possono produrre risultati duraturi. Il fallimento sistematico degli accordi non deriva da fattori politici o economici, ma da questa differenza ossia gli arabi sono nel paradigma che avevamo anche noi fino a quasi un secolo fa, quello dell’onore-vergogna, il medesimo paradigma che ha portato al fascismo e al nazismo. Il fallimento pertanto è dovuto da un "distorsione di lettura" sistematica da parte di israeliani e occidentali della cultura araba, radicata in un paradigma onore-vergogna, contrapposto al paradigma colpa–innocenza tipico dell’Occidente moderno. Per questo la sconfitta militare o l’umiliazione pubblica non sono solo eventi pragmatici o politici: sono ferite esistenziali che richiedono una risposta simbolica forte, anche a costo della vita. Il fallimento di Oslo e di tutti gli accordi tra israeliani ed arabi non derivi solo da fattori politici o economici (come l'espansione degli insediamenti israeliani o la corruzione nella pubblica amministrazione), ma da un "distorsione di lettura" sistematica da parte di israeliani e occidentali della cultura araba, radicata in un paradigma onore-vergogna come mostrato da Landes (2019). In questa prospettiva le vittorie israeliane (dal 1948 alla Guerra dei Sei Giorni alle varie operazioni a Gaza e in Cisgiordania) sono vissute come una catena di "umiliazioni" che l'Islam non tollera, richiedendo una "restaurazione dell'onore" attraverso la jihad. Arafat e la leadership OLP hanno usato Oslo come una tattica hudaybiyyah ossia un trattato temporaneo per guadagnare forza, simile a quello di Maometto con i Quraysh nel 628, che fu violato due anni dopo per la conquista di Mecca. Arafat lo paragonò esplicitamente in un discorso del 1994 a Johannesburg, definendolo un "trattato di pace ingannevole" per mobilitare i fedeli. Il piano di Trump che poi non è altro che il piano di Biden-Blinken messo in atto da Trump tenta di fare una soluzione di tipo win-win, per entrambi i popoli, non porta gli arabi ad avere alcun gain perché per l’ennesima volta sono stati umiliati, dopo aver aggredito quello del formaggio. In sostanza, è come se gli occidentali parlassero il linguaggio dell’interesse come dei Ferengi, mentre gli arabi parlano il linguaggio dell’onore come i Klingon e due linguaggi diversi non producono mai un accordo stabile, perché ognuno crede che l’altro stia mentendo." HT Davide Zampatti da FB |
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Forum Pubblico / ESTERO. MULTINAZIONALI e Musk, TRUMP e Israele, CINA e Russia, INDIA, AFRICA, PAESI ARABI. / Finora Trump sta vincendo a Gaza. Se ottiene con Putin lo stesso in Ucraina ...
inserito:: Ottobre 11, 2025, 06:22:11 pm
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Jack Daniel Riempire una piazza contro è molto più facile che riempirla pro. Prendiamo la manifestazione di domani, 4 ottobre. È stata indetta con lo slogan "Fermiamo il sionismo con la resistenza". (https://tinyurl.com/mpu7hp89 ) Cosa si intenda per resistenza, in questo caso, ce lo ricordano i Giovani Palestinesi, una delle associazioni che hanno convocato la manifestazione. L'anno scorso, ad esempio, alla vigilia del primo anno dal 7 ottobre, indissero un'altra manifestazione non mancando di specificare che "Il 7 ottobre 2023 è la data di una rivoluzione. Dopo un anno il valore dell’operazione della resistenza palestinese e della battaglia del “Diluvio di Al Aqsa” è chiaro a tutto il mondo". (https://tinyurl.com/mryu7duw ) Il 7 ottobre come atto di resistenza, quindi. Del resto: Hamas significa Movimento di resistenza islamica. Le date non sono casuali: convocare la manifestazione ai primi di ottobre serve, da un lato, a offuscare il ricordo del 7 ottobre concentrando l'attenzione sul dopo, vale a dire la guerra di Gaza e, dall'altro, per taluni, come gli organizzatori, per celebrarlo come scintilla rivoluzionaria. Del resto, non troverete nelle convocazioni della manifestazione accenni a piani di pace, due popoli due stati, o a qualunque prospettiva pacifica. Non parliamo poi di riferimenti a ostaggi: tabù. Si tratta quindi di una manifestazione che è stata convocata su basi antitetiche al pacifismo e ad un desiderio di pace. Eppure sarà una manifestazione molto partecipata soprattutto da chi, al contrario, spera proprio in un futuro di pace e convivenza. E quindi, da un lato si inneggia alla resistenza e all'Intifada verso la vittoria, dall'altro alla pace e solidarietà sventolando bandiere arcobaleno, da un lato due popoli due Stati, dall’altro Free Palestine from the river to the sea. Elemento unificante: l'avversione a Netanyahu, se non Israele, minimo comune multiplo di tutte le anime che sfileranno. Sin tanto che si è contro, quindi, non è difficile, il problema è il pro: pace o guerra? Di questa ambivalenza è preda la sinistra e in particolare la CGIL. Si è trovata spiazzata e scavalcata a sinistra dalle spontanee e partecipate manifestazioni del 22 settembre indette da USB, ed è corsa ai ripari, proclamando lo sciopero generale per oggi, 3 ottobre, e invitando a partecipare alla manifestazione del 4. Dato che però sa benissimo chi ha convocato la manifestazione, si è impegnata, nell’Assemblea generale del 30 settembre "ad organizzare la partecipazione per sabato 4 ottobre alla manifestazione nazionale convocata dalle associazioni palestinesi a Roma sulla base delle nostre posizioni" (https://tinyurl.com/5n6tawtw). Chi siano le associazioni palestinesi, l'abbiamo visto, e quindi la CGIL si cava dall'impaccio partecipando sulla base delle sue posizioni, non quelle degli organizzatori. Nella stessa Assemblea, peraltro, è stato anche deciso di “partecipare alla Marcia Perugia Assisi del 12 ottobre e a sostenere tutte le iniziative per la pace e contro il riarmo”. E quindi riassumiamo: nella stessa assemblea si decide di sfilare in una manifestazione indetta dagli inneggianti ad Hamas e 8 giorni dopo di marciare all’ombra di San Francesco. Il tutto senza che generi contraddizione o riflessione, perché la cappa del contro Netanyahu e Israele nasconde tutto. Non solo Netanyahu. Ovviamente, si sfilerà, anche e soprattutto, contro la guerra a Gaza e per la cessazione delle devastazioni, obiettivo pel quale, peraltro, sono impegnate h24 le diplomazie di tutto il mondo. Ma la fine della guerra, o almeno una benedetta tregua, contempla il rilascio degli ostaggi e il disarmo di Hamas, argomenti ovviamente non graditi a chi ha convocato la manifestazione e, assai probabilmente, assenti dagli slogan. E, di questo, ne ha fatto le spese il Sindaco di Reggio Emilia, fischiato per aver auspicato il ritorno a casa degli ostaggi, nonché Recalcati che ha osato farvi cenno su Repubblica. E, comunque, rimane sempre senza risposta la domanda sul perché vi sia oggi una tale mobilitazione contro Netanyahu e non vi sia stata in tre anni contro Putin. Misteri. Una manifestazione che si preannuncia quindi molto partecipata, all’insegna del minimo comune multiplo, vale a dire poche comuni parole contro e vaghezza cacofonica per il pro. A ben pensarci, una rappresentazione non troppo infedele dello stato della sinistra e dell’opposizione. Fintanto che c'è un minimo comune multiplo, che fosse un tempo Berlusconi, che sia oggi il governo delle destre, un qualche accordo lo si trova. Ma essendo un minimo comune, là dove si chiede un'unione non contro, ma pro, iniziano i problemi. ----------------------------------------------------------------------------- Matty Groves oroSpesdnt91mml9aluuihl5iu3ic157ct13047 hf07lm2h90874li251t4 · Giorgio Arfaras oroSpesdnt91mml9aluuihl5iu9ic157ct13047 hf07lm2h90874li251t4 · Ecco una eccellente sintesi di Nico Cavalli del mio video su Gaza. |
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