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Mauro Coltorti

IN UCRAINA CI SONO SPIRAGLI DI PACE GRAZIE A TRUMP E PUTIN
Trump lo aveva dichiarato in campagna elettorale e sta portando avanti la ricerca di una pace duratura in Ucraina. Non è una cosa semplice perché ovviamente a chi ha perso la guerra, cioè l’Ucraina, girano le scatole di dover firmare per la perdita di territori che le vennero assegnati dalla Russia alla fine della guerra fredda con la dissoluzione dell’Unione Sovietica. Intanto però Putin ha dichiarato di interrompere per 30 gg i raid aeree sulle centrali energetiche. Putin, come condizione indispensabile ha chiesto “La cessazione totale degli aiuti militari a Kiev come condizione fondamentale per la risoluzione del conflitto”. Ovviamente ha chiesto che l’Ucraina non aderisca alla Nato.  Bisognerà ora vedere se a Putin starà bene che le armi che non saranno fornite dagli americani saranno fornite dagli europei. E’ però evidente che l’Ucraina solo con l’aiuto europeo non riuscirebbe a fronteggiare il rischio di una invasione completa del paese. L’esercito è allo sbando e non ci sono soldati che possano rimpiazzare quelli già impegnati al fronte. Inutile e controproducente che siano gli europei a fornire armi mentre dovrebbero eventualmente sostenere una ricostruzione della parte di paese distrutto dal conflitto e dai bombardamenti. Alla fine dell’incontro la casa bianca ha emanato un comunicato in cui si legge: “sangue e tesori che sia Ucraina che Russia hanno speso in questa guerra andrebbero spesi meglio per i bisogni dei loro popoli”; “Questo conflitto non sarebbe mai dovuto cominciare e sarebbe dovuto terminare molto tempo fa”.  Sembra una posizione saggia e realistica e chi vuole sabotare questo processo dovrebbe essere per lo meno messo alla gogna. Peccato che tra questi ci siano i capi della maggior parte dei governi europei.

GUARDONI E CORNUTI
MARCO TRAVAGLIO – IL FATTO – 19.03.2025
Cosa facevano ieri i nostri governi – quello europeo e quello italiano – mentre Trump e Putin discutevano come chiudere la guerra in Ucraina? Parlavano d’altro, perché non contano nulla e non hanno una posizione su niente. Guardoni e cornuti, sempre gli ultimi a sapere le cose. Mentre i protagonisti parlano di pace, i governi europei parlano di guerra. Ieri, durante la telefonata fra Casa Bianca e Cremlino, la Von der Leyen diceva: “L’Europa, se vuole evitare la guerra, deve prepararsi alla guerra ”. Viva la faccia. Che la Commissione Ue tifi e remi contro la pace l’avevamo capito da un pezzo. Il folle piano Rearm Europe serve a “preparare la guerra” alla Russia su tre presupposti falsi: che Mosca stia per invaderci, che la Nato sia stata abolita e che le guerre si evitino preparandole (invece chi le prepara puntualmente le ottiene). Infatti l’altra dioscura Kallas vuole inviare altri 40 miliardi di armi a un Paese che fra poco potrebbe firmare il cessate il fuoco, quindi dovrebbe deporre le armi e restituire quelle ricevute, non riceverne altre. È l’ultimo, disperato tentativo di convincere Zelensky a non firmare nulla, seguitando a illuderlo che la realtà non esiste e continuando a combattere recupererà i territori che lui stesso dà per persi, anziché perderne di nuovi insieme a migliaia di altre vite, e aderirà pure all’Ue e alla Nato (all’insaputa di Trump). Ma, se la linea europea fosse questa, avrebbe almeno il pregio della chiarezza. Invece no. I principali governi europei preparano truppe di “volenterosi” da inviare in Ucraina quando sarà scoppiata la pace per presidiare oltre 2 mila km di fronte. Cioè: da un lato sabotano il negoziato, da cui essendo bellicisti sono giustamente esclusi, sperando che fallisca; e dall’altro dettano condizioni per il dopo-negoziato, sperando che riesca, ma facendo i conti senza gli osti che lo apparecchiano. Le eventuali truppe di peacekeeping e di sicurezza in Ucraina saranno uno degli oggetti del negoziato (come in quello di Istanbul a marzo-aprile 2022), e nessuno può deciderle prima, tantomeno se non sta al tavolo. Ma è altamente improbabile che, dopo tre anni di guerra, la Russia accetti ai suoi confini truppe Nato (Francia, Regno Unito, Polonia e altri 27 Paesi) ai suoi confini, visto che decise l’invasione proprio per evitarlo. È ovvio che quel compito dovrà spettare a Paesi rimasti neutrali nel conflitto, dalla Turchia all’India, da Israele all’Arabia, dal Brasile ad altri Brics: quindi di che parlano Macron, Starmer, Tusk e altri euromitomani (con l’eccezione, una volta tanto lodevole, della Meloni)? Questa è purtroppo, oggi, l’Europa. Un’altra non c’è. Quando finalmente la seppelliremo, sarà sempre troppo tardi. L’unica manifestazione sensata sull’Europa è un corteo funebre.

da Marisa Righetti - facebook del 22 marzo 2025
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Marisa Righetti

NEGLI USA LA STAMPA VICINA AL PARTITO DEMOCRATICO COMINCIA A SQUARCIARE IL VELO DI MENZOGNE E COMPLICITA' CHE HANNO PROVOCATO LA GUERRA IN UCRAINA E INCHIODANO ZELENSCKY E LA NATO ALLE LORO PESANTI RESPONSABILITA'.
Se lo hanno ammesso persino i Democratici statunitensi (il che è tutto dire!), immaginate solo per un attimo le carrellate di bufale che ci hanno propinato in questi tre anni.
La testata giornalistica The Hill, praticamente l'ufficio stampa del Partito Democratico, ora ammette candidamente quello che finora era tabù.
Ecco la traduzione integrale dell’articolo di The Hill pubblicato il 18/3.
“Raramente sono d’accordo con il presidente Trump, ma le sue ultime dichiarazioni controverse sull’Ucraina sono in gran parte vere. Appaiono assurde solo perché il pubblico occidentale è stato nutrito per oltre un decennio con una dose costante di disinformazione sull’Ucraina.
 È ora di fare chiarezza su 3 punti chiave che spiegano perché gli ucraini e l’ex presidente Joe Biden – non solo il presidente russo Vladimir Putin – abbiano una significativa responsabilità per lo scoppio e la perpetuazione della guerra in Ucraina.
Innanzitutto, come documentato da prove forensi schiaccianti, e confermato anche da un tribunale di Kiev, furono i militanti nazisti ucraini a iniziare le violenze nel 2014, provocando l’invasione iniziale della Russia nel sud-est del paese, inclusa la Crimea. All’epoca, l’Ucraina aveva un presidente filo-russo, Viktor Yanukovych, eletto liberamente nel 2010 con il forte sostegno della minoranza russa nel sud-est del paese.
Nel 2013, Yanukovych decise di perseguire una cooperazione economica con la Russia anziché con l’Europa, come precedentemente pianificato. I filo-occidentali risposero con occupazioni pacifiche della piazza Maidan e degli uffici governativi, fino a quando il presidente offrì sostanziali concessioni a metà febbraio 2014, dopo le quali i manifestanti si ritirarono.
Tuttavia, proprio in quel momento, i militanti di destra iniziarono a sparare sulla polizia ucraina e sui manifestanti rimasti.
La polizia rispose al fuoco, e i militanti sostennero falsamente che erano stati uccisi manifestanti disarmati.
Indignati da questo presunto massacro governativo, gli ucraini si riversarono nella capitale e costrinsero il presidente alla fuga.
Putin rispose inviando truppe in Crimea e armi nel Donbass, a sostegno dei russofoni che ritenevano che il loro presidente fosse stato destituito in modo antidemocratico.
 Questa premessa non giustifica l’invasione russa, ma spiega che non fu del tutto “non provocata”.
In secondo luogo, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha contribuito a un’escalation della guerra violando gli accordi di pace con la Russia e cercando aiuti militari e l’adesione alla NATO.
Gli accordi di Minsk 1 e 2, negoziati dal suo predecessore Petro Poroshenko nel 2014 e 2015, prevedevano l’autonomia politica del Donbass entro la fine del 2015, una misura che Putin riteneva sufficiente per impedire all’Ucraina di unirsi alla NATO o diventare una sua base militare.
Tuttavia, l’Ucraina rifiutò per 7 anni di rispettare tale impegno.
Zelensky, durante la campagna elettorale del 2019, promise di implementare gli accordi per prevenire ulteriori conflitti.
Ma una volta eletto, fece marcia indietro, apparentemente meno preoccupato del rischio di una guerra piuttosto che apparire debole nei confronti della Russia.
Aumentò invece le importazioni di armi dai paesi NATO, cosa che rappresentò l’ultima goccia per Putin. Il 21 febbraio 2022, la Russia riconobbe l’indipendenza del Donbass, vi schierò truppe per “mantenere la pace” e chiese a Zelensky di rinunciare alla NATO.
Al suo rifiuto, Putin lanciò un’offensiva militare su larga scala il 24 febbraio.
In terzo luogo, anche Joe Biden ha contribuito in modo cruciale all’escalation del conflitto.
Alla fine del 2021, quando Putin mobilitò le truppe al confine ucraino e chiese il rispetto degli accordi di Minsk, era evidente che, senza concessioni da parte di Zelensky, la Russia avrebbe invaso per creare almeno un corridoio tra Donbas e Crimea.
Biden, invece di insistere perché Zelensky accettasse le richieste di Putin, lasciò la decisione al leader ucraino, promettendo una risposta “rapida e decisiva” in caso di invasione. Questa promessa fu interpretata da Zelensky come un via libera per sfidare Putin.
Se Trump fosse stato presidente, probabilmente non avrebbe concesso un assegno in bianco a Zelensky, costringendolo a rispettare gli accordi di Minsk per evitare la guerra. Inoltre, Trump non avrebbe concesso all’Ucraina un veto sulle trattative di pace, come invece ha fatto Biden, alimentando in Zelensky false speranze di un sostegno militare decisivo da parte degli Stati Uniti, poi negato per timore di un’escalation nucleare.
I contorni di un accordo per porre fine alla guerra sono chiari: la Russia manterrà il controllo della Crimea e di parte del sud-est, mentre il resto dell’Ucraina non entrerà nella NATO ma riceverà garanzie di sicurezza da alcuni paesi occidentali. Purtroppo, un simile accordo avrebbe potuto essere raggiunto due anni fa se Biden avesse condizionato gli aiuti militari a un cessate il fuoco.
Invece, la guerra è proseguita, causando centinaia di migliaia di vittime e spostando le linee del fronte di meno dell’1% del territorio ucraino.
Qualunque accordo di pace emergerà dopo questa guerra sarà peggiore per l’Ucraina rispetto agli accordi di Minsk, che Zelensky ha abbandonato per ambizioni politiche e una ingenua fiducia in un sostegno statunitense senza limiti”.

The Hill - Alan J. Kuperman (docente di strategia militare e gestione dei conflitti all’Università di Austin, Texas)

da FB del 22 marzo 2025.
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La Verità é la protagonista di una leggenda del XIX secolo.
La cui morale della storia é che, alla fine, la nuda Verità viene rifiutata, dagli uomini, per una bella Menzogna.
Direte ma che c'entra con questo post, . . . nulla ma io amo il DUBBIO.
ciaooo 
IO su FB del 22 marzo 2025
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Marisa Righetti

NEGLI USA LA STAMPA VICINA AL PARTITO DEMOCRATICO COMINCIA A SQUARCIARE IL VELO DI MENZOGNE E COMPLICITA' CHE HANNO PROVOCATO LA GUERRA IN UCRAINA E INCHIODANO ZELENSCKY E LA NATO ALLE LORO PESANTI RESPONSABILITA'.
Se lo hanno ammesso persino i Democratici statunitensi (il che è tutto dire!), immaginate solo per un attimo le carrellate di bufale che ci hanno propinato in questi tre anni.
La testata giornalistica The Hill, praticamente l'ufficio stampa del Partito Democratico, ora ammette candidamente quello che finora era tabù.
Ecco la traduzione integrale dell’articolo di The Hill pubblicato il 18/3.
“Raramente sono d’accordo con il presidente Trump, ma le sue ultime dichiarazioni controverse sull’Ucraina sono in gran parte vere. Appaiono assurde solo perché il pubblico occidentale è stato nutrito per oltre un decennio con una dose costante di disinformazione sull’Ucraina.
 È ora di fare chiarezza su 3 punti chiave che spiegano perché gli ucraini e l’ex presidente Joe Biden – non solo il presidente russo Vladimir Putin – abbiano una significativa responsabilità per lo scoppio e la perpetuazione della guerra in Ucraina.
Innanzitutto, come documentato da prove forensi schiaccianti, e confermato anche da un tribunale di Kiev, furono i militanti nazisti ucraini a iniziare le violenze nel 2014, provocando l’invasione iniziale della Russia nel sud-est del paese, inclusa la Crimea. All’epoca, l’Ucraina aveva un presidente filo-russo, Viktor Yanukovych, eletto liberamente nel 2010 con il forte sostegno della minoranza russa nel sud-est del paese.
Nel 2013, Yanukovych decise di perseguire una cooperazione economica con la Russia anziché con l’Europa, come precedentemente pianificato. I filo-occidentali risposero con occupazioni pacifiche della piazza Maidan e degli uffici governativi, fino a quando il presidente offrì sostanziali concessioni a metà febbraio 2014, dopo le quali i manifestanti si ritirarono.
Tuttavia, proprio in quel momento, i militanti di destra iniziarono a sparare sulla polizia ucraina e sui manifestanti rimasti.
La polizia rispose al fuoco, e i militanti sostennero falsamente che erano stati uccisi manifestanti disarmati.
Indignati da questo presunto massacro governativo, gli ucraini si riversarono nella capitale e costrinsero il presidente alla fuga.
Putin rispose inviando truppe in Crimea e armi nel Donbass, a sostegno dei russofoni che ritenevano che il loro presidente fosse stato destituito in modo antidemocratico.
 Questa premessa non giustifica l’invasione russa, ma spiega che non fu del tutto “non provocata”.
In secondo luogo, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha contribuito a un’escalation della guerra violando gli accordi di pace con la Russia e cercando aiuti militari e l’adesione alla NATO.
Gli accordi di Minsk 1 e 2, negoziati dal suo predecessore Petro Poroshenko nel 2014 e 2015, prevedevano l’autonomia politica del Donbass entro la fine del 2015, una misura che Putin riteneva sufficiente per impedire all’Ucraina di unirsi alla NATO o diventare una sua base militare.
Tuttavia, l’Ucraina rifiutò per 7 anni di rispettare tale impegno.
Zelensky, durante la campagna elettorale del 2019, promise di implementare gli accordi per prevenire ulteriori conflitti.
Ma una volta eletto, fece marcia indietro, apparentemente meno preoccupato del rischio di una guerra piuttosto che apparire debole nei confronti della Russia.
Aumentò invece le importazioni di armi dai paesi NATO, cosa che rappresentò l’ultima goccia per Putin. Il 21 febbraio 2022, la Russia riconobbe l’indipendenza del Donbass, vi schierò truppe per “mantenere la pace” e chiese a Zelensky di rinunciare alla NATO.
Al suo rifiuto, Putin lanciò un’offensiva militare su larga scala il 24 febbraio.
In terzo luogo, anche Joe Biden ha contribuito in modo cruciale all’escalation del conflitto.
Alla fine del 2021, quando Putin mobilitò le truppe al confine ucraino e chiese il rispetto degli accordi di Minsk, era evidente che, senza concessioni da parte di Zelensky, la Russia avrebbe invaso per creare almeno un corridoio tra Donbas e Crimea.
Biden, invece di insistere perché Zelensky accettasse le richieste di Putin, lasciò la decisione al leader ucraino, promettendo una risposta “rapida e decisiva” in caso di invasione. Questa promessa fu interpretata da Zelensky come un via libera per sfidare Putin.
Se Trump fosse stato presidente, probabilmente non avrebbe concesso un assegno in bianco a Zelensky, costringendolo a rispettare gli accordi di Minsk per evitare la guerra. Inoltre, Trump non avrebbe concesso all’Ucraina un veto sulle trattative di pace, come invece ha fatto Biden, alimentando in Zelensky false speranze di un sostegno militare decisivo da parte degli Stati Uniti, poi negato per timore di un’escalation nucleare.
I contorni di un accordo per porre fine alla guerra sono chiari: la Russia manterrà il controllo della Crimea e di parte del sud-est, mentre il resto dell’Ucraina non entrerà nella NATO ma riceverà garanzie di sicurezza da alcuni paesi occidentali. Purtroppo, un simile accordo avrebbe potuto essere raggiunto due anni fa se Biden avesse condizionato gli aiuti militari a un cessate il fuoco.
Invece, la guerra è proseguita, causando centinaia di migliaia di vittime e spostando le linee del fronte di meno dell’1% del territorio ucraino.
Qualunque accordo di pace emergerà dopo questa guerra sarà peggiore per l’Ucraina rispetto agli accordi di Minsk, che Zelensky ha abbandonato per ambizioni politiche e una ingenua fiducia in un sostegno statunitense senza limiti”.

The Hill - Alan J. Kuperman (docente di strategia militare e gestione dei conflitti all’Università di Austin, Texas)

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Mauro Coltorti

IN UCRAINA CI SONO SPIRAGLI DI PACE GRAZIE A TRUMP E PUTIN
Trump lo aveva dichiarato in campagna elettorale e sta portando avanti la ricerca di una pace duratura in Ucraina. Non è una cosa semplice perché ovviamente a chi ha perso la guerra, cioè l’Ucraina, girano le scatole di dover firmare per la perdita di territori che le vennero assegnati dalla Russia alla fine della guerra fredda con la dissoluzione dell’Unione Sovietica. Intanto però Putin ha dichiarato di interrompere per 30 gg i raid aeree sulle centrali energetiche. Putin, come condizione indispensabile ha chiesto “La cessazione totale degli aiuti militari a Kiev come condizione fondamentale per la risoluzione del conflitto”. Ovviamente ha chiesto che l’Ucraina non aderisca alla Nato.  Bisognerà ora vedere se a Putin starà bene che le armi che non saranno fornite dagli americani saranno fornite dagli europei. E’ però evidente che l’Ucraina solo con l’aiuto europeo non riuscirebbe a fronteggiare il rischio di una invasione completa del paese. L’esercito è allo sbando e non ci sono soldati che possano rimpiazzare quelli già impegnati al fronte. Inutile e controproducente che siano gli europei a fornire armi mentre dovrebbero eventualmente sostenere una ricostruzione della parte di paese distrutto dal conflitto e dai bombardamenti. Alla fine dell’incontro la casa bianca ha emanato un comunicato in cui si legge: “sangue e tesori che sia Ucraina che Russia hanno speso in questa guerra andrebbero spesi meglio per i bisogni dei loro popoli”; “Questo conflitto non sarebbe mai dovuto cominciare e sarebbe dovuto terminare molto tempo fa”.  Sembra una posizione saggia e realistica e chi vuole sabotare questo processo dovrebbe essere per lo meno messo alla gogna. Peccato che tra questi ci siano i capi della maggior parte dei governi europei.

GUARDONI E CORNUTI
MARCO TRAVAGLIO – IL FATTO – 19.03.2025

Cosa facevano ieri i nostri governi – quello europeo e quello italiano – mentre Trump e Putin discutevano come chiudere la guerra in Ucraina? Parlavano d’altro, perché non contano nulla e non hanno una posizione su niente. Guardoni e cornuti, sempre gli ultimi a sapere le cose. Mentre i protagonisti parlano di pace, i governi europei parlano di guerra. Ieri, durante la telefonata fra Casa Bianca e Cremlino, la Von der Leyen diceva: “L’Europa, se vuole evitare la guerra, deve prepararsi alla guerra ”. Viva la faccia. Che la Commissione Ue tifi e remi contro la pace l’avevamo capito da un pezzo. Il folle piano Rearm Europe serve a “preparare la guerra” alla Russia su tre presupposti falsi: che Mosca stia per invaderci, che la Nato sia stata abolita e che le guerre si evitino preparandole (invece chi le prepara puntualmente le ottiene). Infatti l’altra dioscura Kallas vuole inviare altri 40 miliardi di armi a un Paese che fra poco potrebbe firmare il cessate il fuoco, quindi dovrebbe deporre le armi e restituire quelle ricevute, non riceverne altre. È l’ultimo, disperato tentativo di convincere Zelensky a non firmare nulla, seguitando a illuderlo che la realtà non esiste e continuando a combattere recupererà i territori che lui stesso dà per persi, anziché perderne di nuovi insieme a migliaia di altre vite, e aderirà pure all’Ue e alla Nato (all’insaputa di Trump). Ma, se la linea europea fosse questa, avrebbe almeno il pregio della chiarezza. Invece no. I principali governi europei preparano truppe di “volenterosi” da inviare in Ucraina quando sarà scoppiata la pace per presidiare oltre 2 mila km di fronte. Cioè: da un lato sabotano il negoziato, da cui essendo bellicisti sono giustamente esclusi, sperando che fallisca; e dall’altro dettano condizioni per il dopo-negoziato, sperando che riesca, ma facendo i conti senza gli osti che lo apparecchiano. Le eventuali truppe di peacekeeping e di sicurezza in Ucraina saranno uno degli oggetti del negoziato (come in quello di Istanbul a marzo-aprile 2022), e nessuno può deciderle prima, tantomeno se non sta al tavolo. Ma è altamente improbabile che, dopo tre anni di guerra, la Russia accetti ai suoi confini truppe Nato (Francia, Regno Unito, Polonia e altri 27 Paesi) ai suoi confini, visto che decise l’invasione proprio per evitarlo. È ovvio che quel compito dovrà spettare a Paesi rimasti neutrali nel conflitto, dalla Turchia all’India, da Israele all’Arabia, dal Brasile ad altri Brics: quindi di che parlano Macron, Starmer, Tusk e altri euromitomani (con l’eccezione, una volta tanto lodevole, della Meloni)? Questa è purtroppo, oggi, l’Europa. Un’altra non c’è. Quando finalmente la seppelliremo, sarà sempre troppo tardi. L’unica manifestazione sensata sull’Europa è un corteo funebre.

da Marisa Righetti - facebook del 22 marzo 2025
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NEGLI USA LA STAMPA VICINA AL PARTITO DEMOCRATICO COMINCIA A SQUARCIARE IL VELO DI MENZOGNE E COMPLICITA' CHE HANNO PROVOCATO LA GUERRA IN UCRAINA E INCHIODANO ZELENSCKY E LA NATO ALLE LORO PESANTI RESPONSABILITA'.
Se lo hanno ammesso persino i Democratici statunitensi (il che è tutto dire!), immaginate solo per un attimo le carrellate di bufale che ci hanno propinato in questi tre anni.
La testata giornalistica The Hill, praticamente l'ufficio stampa del Partito Democratico, ora ammette candidamente quello che finora era tabù.
Ecco la traduzione integrale dell’articolo di The Hill pubblicato il 18/3.
“Raramente sono d’accordo con il presidente Trump, ma le sue ultime dichiarazioni controverse sull’Ucraina sono in gran parte vere. Appaiono assurde solo perché il pubblico occidentale è stato nutrito per oltre un decennio con una dose costante di disinformazione sull’Ucraina.
 È ora di fare chiarezza su 3 punti chiave che spiegano perché gli ucraini e l’ex presidente Joe Biden – non solo il presidente russo Vladimir Putin – abbiano una significativa responsabilità per lo scoppio e la perpetuazione della guerra in Ucraina.
Innanzitutto, come documentato da prove forensi schiaccianti, e confermato anche da un tribunale di Kiev, furono i militanti nazisti ucraini a iniziare le violenze nel 2014, provocando l’invasione iniziale della Russia nel sud-est del paese, inclusa la Crimea. All’epoca, l’Ucraina aveva un presidente filo-russo, Viktor Yanukovych, eletto liberamente nel 2010 con il forte sostegno della minoranza russa nel sud-est del paese.
Nel 2013, Yanukovych decise di perseguire una cooperazione economica con la Russia anziché con l’Europa, come precedentemente pianificato. I filo-occidentali risposero con occupazioni pacifiche della piazza Maidan e degli uffici governativi, fino a quando il presidente offrì sostanziali concessioni a metà febbraio 2014, dopo le quali i manifestanti si ritirarono.
Tuttavia, proprio in quel momento, i militanti di destra iniziarono a sparare sulla polizia ucraina e sui manifestanti rimasti.
La polizia rispose al fuoco, e i militanti sostennero falsamente che erano stati uccisi manifestanti disarmati.
Indignati da questo presunto massacro governativo, gli ucraini si riversarono nella capitale e costrinsero il presidente alla fuga.
Putin rispose inviando truppe in Crimea e armi nel Donbass, a sostegno dei russofoni che ritenevano che il loro presidente fosse stato destituito in modo antidemocratico.
 Questa premessa non giustifica l’invasione russa, ma spiega che non fu del tutto “non provocata”.
In secondo luogo, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha contribuito a un’escalation della guerra violando gli accordi di pace con la Russia e cercando aiuti militari e l’adesione alla NATO.
Gli accordi di Minsk 1 e 2, negoziati dal suo predecessore Petro Poroshenko nel 2014 e 2015, prevedevano l’autonomia politica del Donbass entro la fine del 2015, una misura che Putin riteneva sufficiente per impedire all’Ucraina di unirsi alla NATO o diventare una sua base militare.
Tuttavia, l’Ucraina rifiutò per 7 anni di rispettare tale impegno.
Zelensky, durante la campagna elettorale del 2019, promise di implementare gli accordi per prevenire ulteriori conflitti.
Ma una volta eletto, fece marcia indietro, apparentemente meno preoccupato del rischio di una guerra piuttosto che apparire debole nei confronti della Russia.
Aumentò invece le importazioni di armi dai paesi NATO, cosa che rappresentò l’ultima goccia per Putin. Il 21 febbraio 2022, la Russia riconobbe l’indipendenza del Donbass, vi schierò truppe per “mantenere la pace” e chiese a Zelensky di rinunciare alla NATO.
Al suo rifiuto, Putin lanciò un’offensiva militare su larga scala il 24 febbraio.
In terzo luogo, anche Joe Biden ha contribuito in modo cruciale all’escalation del conflitto.
Alla fine del 2021, quando Putin mobilitò le truppe al confine ucraino e chiese il rispetto degli accordi di Minsk, era evidente che, senza concessioni da parte di Zelensky, la Russia avrebbe invaso per creare almeno un corridoio tra Donbas e Crimea.
Biden, invece di insistere perché Zelensky accettasse le richieste di Putin, lasciò la decisione al leader ucraino, promettendo una risposta “rapida e decisiva” in caso di invasione. Questa promessa fu interpretata da Zelensky come un via libera per sfidare Putin.
Se Trump fosse stato presidente, probabilmente non avrebbe concesso un assegno in bianco a Zelensky, costringendolo a rispettare gli accordi di Minsk per evitare la guerra. Inoltre, Trump non avrebbe concesso all’Ucraina un veto sulle trattative di pace, come invece ha fatto Biden, alimentando in Zelensky false speranze di un sostegno militare decisivo da parte degli Stati Uniti, poi negato per timore di un’escalation nucleare.
I contorni di un accordo per porre fine alla guerra sono chiari: la Russia manterrà il controllo della Crimea e di parte del sud-est, mentre il resto dell’Ucraina non entrerà nella NATO ma riceverà garanzie di sicurezza da alcuni paesi occidentali. Purtroppo, un simile accordo avrebbe potuto essere raggiunto due anni fa se Biden avesse condizionato gli aiuti militari a un cessate il fuoco.
Invece, la guerra è proseguita, causando centinaia di migliaia di vittime e spostando le linee del fronte di meno dell’1% del territorio ucraino.
Qualunque accordo di pace emergerà dopo questa guerra sarà peggiore per l’Ucraina rispetto agli accordi di Minsk, che Zelensky ha abbandonato per ambizioni politiche e una ingenua fiducia in un sostegno statunitense senza limiti”.

The Hill - Alan J. Kuperman (docente di strategia militare e gestione dei conflitti all’Università di Austin, Texas)

da FB del 22 marzo 2025.
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La Verità é la protagonista di una leggenda del XIX secolo.
La cui morale della storia é che, alla fine, la nuda Verità viene rifiutata, dagli uomini, per una bella Menzogna.
Direte ma che c'entra con questo post, . . . nulla ma io amo il DUBBIO.
ciaooo 
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 4 
 inserito:: Oggi alle 05:27:41 pm 
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Russia e la guerra ombra in Italia, così gli 007 spiano le coste: sottomarini, fregate e falsi mercantili. Tut

Posta in arrivo
ggiannig <ggianni41@gmail.com>
   
a me
https://www.ilmessaggero.it/italia/russia_guerra_ombra_italia_007_spiano_coste_episodi_quali_sono-8748397.html
 
   

 5 
 inserito:: Oggi alle 05:13:55 pm 
Aperta da Admin - Ultimo messaggio da Admin

Paolo Migliaro

Un gruppo di economisti internazionali ha scritto questa lettera nel marzo del 2023 in risposta all'economista  Jeffrey Sach.

Euromaidanpr Italia


 6 
 inserito:: Oggi alle 04:48:26 pm 
Aperta da Admin - Ultimo messaggio da Admin
Russia e la guerra ombra in Italia, così gli 007 spiano le coste: sottomarini, fregate e falsi mercantili.

ggiannig <ggianni41@gmail.com>
      
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 7 
 inserito:: Oggi alle 04:45:08 pm 
Aperta da Admin - Ultimo messaggio da Admin
Guerra Artico, la Norvegia riapre i vecchi bunker (alcuni sotto i ghiacciai): ecco perché oggi servono

Posta in arrivo
ggiannig <ggianni41@gmail.com>

a me

https://www.ilmessaggero.it/mondo/bunker_norvegia_guerra_artico_russia_cosa_sta_accadendo_veramente-8748052.html
 
   

 8 
 inserito:: Marzo 30, 2025, 11:30:42 pm 
Aperta da Admin - Ultimo messaggio da Admin
Informazioni
La Democratura é in atto da quando elementi Sfascisti del Sistema Esistente, anche per conto di dittature straniere e di colonialisti politico-economici, hanno accelerato la corsa verso lo smembramento disastroso della Repubblica Costituzionale!
-------------------------------
Prima si pensava che un Tema di questa Importanza, carico di effetti anche gravi imposti ai cittadini, NON fosse lecito venisse lasciato nelle mani di FEUDATARI e di FAMIGLIE LOCALI, interessati per egoismo di parte, allo SFASCIO dell'Esistente, con effetti a livello NAZIONALE.
Adesso manovre e rapporti torbidi, dagli effetti finali sconosciuti, voluti dal governo e intrapresi con realtà straniere, aumenta la preoccupazione per la nostra già debole e incompleta Democrazia.
Tutto ciò che ci circonda e controlla spinge a costringerci ad aspettare, da sottomessi al loro Dominio peggiore del PASSATO Fascismo, i risultati del loro attuale Sovranismo SFASCISTA.
Infatti, Sovranismo da periferia del mondo, Populismo sostenuto dalle falsità e dall'Egoismo di Parte, Valori personali assenti oppure basati sul possesso e manomissione delle fonti d'informazione, hanno come scopo preciso e unico, interessi personali immediati.
Tipico di questi personaggi che ben conosciamo perché visibilissimi, con pretesti strumentali, offese personali, cattiveria e diffusione dell'odio, tendono dentro i propri limiti valoriali, di dedicarsi al rapinare "l'attimo fuggente".
Lasciamo che facciano i loro piccoli e grandi comodi nel dominare l'Italia??
Assolutamente NO!
Occupiamoci qui e nei Gruppi consimili di darci da fare almeno per rendere edotti gli Italiani, circa il pericolo che ci stanno facendo correre, cioé di finire sottomessi a interessi di paesi stranieri e di guerrafondai.
Impegniamoci nei confronti del resto del mondo con l'intento di recuperare la dignità di Cittadini Europei, anche agendo dall'interno di questo Social, in apparente evoluzione, ma di fatto in involuzione democratica e sociale.
ggiannig ciaooo


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 inserito:: Marzo 30, 2025, 11:10:24 pm 
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Massimo Antracyt si trova presso Irpin, oblast' di Kiev, Ucraina.
   
Lasciate che questa foto voli in giro per il mondo

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 inserito:: Marzo 29, 2025, 11:59:11 am 
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Stupisce che un professore universitario di materie giuridiche non sappia che i Regolamenti europei sono direttamente applicabili in Italia, in qualunque contesto pubblico; ma stupisce ancora di più che i prefetti di Genova ed Udine, nonostante le decine di PEC e mail ricevute dai cittadini (comprese quelle di Europa Radicale, che ha promosso la mobilitazione dei cittadini) abbiano permesso la proiezione dei documenti-film di Russia Today vietati in tutta Europa dal 1 marzo 2022 (… e a Genova la proiezione si è svolta nella sala più prestigiosa del Comune!).
E “naturalmente” i signori Prefetti si sono ben guardati dal rispondere a noi di Europa Radicale e agli altri cittadini!

Propaganda pro Putin fuori dall'Università. Lo dice (anche) il Tar
lospiffero.com

Il documentario di Russia Today non verrà proiettato all’Università di Torino. Anche il Tar ha dato torto al professor Ugo Mattei[...], che aveva chiesto – e in un primo tempo ottenuto – l’aula 3 della Palazzina Einaudi per un incontro dal retrogusto amaro della propaganda più becera.


Massimiliano Bondanini

“Due anni fa, in un articolo in cui spiegavo gli stratagemmi retorici usati da Alessandro Orsini, lo paragonavo scherzosamente nel titolo al Mago Oronzo:
https://www.valigiablu.it/alessandro-orsini-cartabianca.../
Come un mago, infatti, Orsini si pone tra il pubblico e un mondo dominato da forze irrazionali, soverchianti. Le facoltà che esercita non sono razionali, come ci si aspetta da un accademico, ma appartengono alla sfera del prodigioso, e il loro esercizio attraverso la parola e il linguaggio del corpo devono prima di tutto impressionare, sbalordire, smuovere corde profonde. Ecco perché - oltre a un ego ipertrofico che bastava pure la metà - Orsini spesso destina parte dei suoi interventi ad attribuirsi facoltà eccezionali, senza cura per l'antico adagio "chi si loda s'imbroda".
Ma siamo pur sempre in Italia, ed è difficile vedere qualcosa di epico in qualcuno che sostiene di ricevere messaggi dalle "famiglie di Mariupol", o che alla semplice domanda "qual è la sua fonte?", sbrocca irritato di fronte a una giornalista seria come Tonia Mastrobuoni: il sorrisetto passivo-aggressivo con tanto di "si calmi", lo spiazzamento di chi non è abituato a domande dirette e circostanziate, mentre si esibisce.
https://www.la7.it/.../scontro-orsini-mastrobuoni-stia...
Del resto un mago non vuole che si vada a sindacare sui suoi trucchi, specie mentre si sta esibendo.
Così è facile crearsi la fama di veggenti o profeti in grado di prevedere quello che sarebbe successo. Ancora di più se si dice tutto e il contrario di tutto, perché chi mai metterà in fila le fesserie, le sparate, gli svarioni? Questo spiega anche perché Orsini opera un continuo screditare qualunque fonte che non passi per la sua "sola imposizione delle mani". Quando sono utili al suo discorso, le fonti di intelligence vanno bene; quando è messo alle strette, l'intelligence diventa un organo di propaganda e basta. E così via per qualunque possibile voce autorevole. L'importante è che il pubblico si fidi delle fonti solo quando mediate dal suo intervento.
In ciò è simile a un altro suo grande sodale, Travaglio: il 23 febbraio 2022 dava come "fake news" americana l'avvertimento di una possibile invasione su larga scala dell'Ucraina.
https://x.com/marcotravaglio/status/1496409957662609414
(Gli americani in effetti un po' più maghi lo sono stati)
Ma non è l'unico problema che Travaglio ha con le fonti e la verità, quando si parla di Ucraina: certi sorrisetti denotano prima di tutto disprezzo per gli ucraini
https://x.com/MarcoFattorini/status/1903741685835645010
Prendiamo in ogni caso in esame alcune esibizioni del mago, partendo dal mitico "Putin ci ha sconfitto".
https://www.youtube.com/watch?v=9TVBe5xqd_A
"Fare quello che non si è fatto in Siria, riconoscere la sconfitta. Putin in Siria ha sconfitto gli Stati Uniti, la Nato e l'Europa".
Difatti Putin ha vinto così tanto in Siria che ad Assad ha regalato una vacanza premio permanente in Russia - terrazze e finestre permettendo. Era uno scenario prevedibile dalle parole di Orsini del 2022? Ovviamente no.
Inoltre, lo scenario attuale vede un'amministrazione Trump che si sta allineando con la Russia come possibile alleato. Cosa difficile da prevedere nel 2022: sarebbe servito un Nostradamus, più che un Mago Oronzo.
Tre anni dopo lo scenario è quindi diverso. Così Orsini prima dice che Trump è contiguo a Biden, ovvero si cura solo degli interessi degli Stati Uniti, con la differenza che la sua logica è "spogliata della retorica", e lui "più rozzo, più diretto".
https://www.youtube.com/watch?v=PDXTsX7rk9s
Trump, sostiene Orsini, è convinto che questa guerra sia dannosa per gli Stati Uniti.
In un'altra occasione invece dice che Trump deve accontentare Putin e gestire "la sconfitta della NATO".
https://www.youtube.com/watch?v=c7I5d8AEbHA
Il problema qui, ovviamente, non sarebbe Orsini in sé. Il problema è che gli viene dato lo spazio e la nomea di esperto, laddove sarebbe pieno in Italia di ricercatori e giornalisti che potrebbero essere utili per formarsi un'opinione basata sui fatti. Il problema è Formigli che lo invita, e gli fa da spalla, ma non gli chiede mai su cosa basi le sue opinioni, le sue analisi, né si preoccupa di sottoporle a verifica.
Anche sul versante scritto, le cose non migliorano. Vi ricordate Kherson? " La controffensiva ucraina è un fallimento: è ora che l’Ue lo dica", diceva nel settembre 2022.
https://www.ilfattoquotidiano.it/.../a-kherson.../6792793/
A novembre avviene invece il ritiro delle truppe russe:
https://www.euronews.com/.../ukraine-war-russia-orders...
La cosa più interessante che un giornalista dovrebbe notare, è come Orsini presenta la Russia e Putin. Sintetizzando, i messaggi sono sempre gli stessi:
1 - Putin non vuole conquistare l'Ucraina;
2 - Putin è avversato dalla NATO;
3 - Putin non è responsabile dei morti provocati dalla guerra, lo sono i suoi avversari;
4 - Putin si è sempre mostrato favorevole al cessate il fuoco;
5 - Putin non è responsabile dell'escalation, che è stata voluta dalla NATO;
6 - Putin ha sconfitto la NATO e gli Stati Uniti;
7 - Putin se vuole ci distrugge tutti;
8 - Putin "non è un pazzo", "non è un folle" vs tutti gli insulti a leader europei, della NATO e a Biden.
C'è quindi sempre una variazione di intensità rispetto ai dati di realtà (ora per magnificare o rendere sublime, proprio nel senso di "bello e terribile", ora per attenuare e nascondere responsabilità specifiche) per presentare Putin come qualcosa di positivo, o che al limite è meglio non avere contro. Questa variazione rivolta alla sfera occidentale serve invece per presentarla come debole, inetta, sconfitta, o come folle sanguinaria responsabili di morti a non finire. Insomma, il nostro Mago Oronzo è un po' un profeta di sventure che annuncia catastrofi a senso unico.
Però, attenzione, non azzardatevi a dire che in tivù passa propaganda pro-Cremlino, sennò vi dicono che siete ossessionati.”
(Matteo Pascoletti)

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