La sensibilità dell'anima
"A 14 anni incontrai Michele, il mio primo amore, una storia durata per 11 anni. Tornassi indietro, non rivivrei quell'amore. Anche se poi la parte razionale ti fa dire che noi siamo il frutto delle nostre esperienze. Però quella persona ha creato in me molte fragilità, tra l'altro in un'età così delicata. Durante la relazione con lui mi sono sentita una nullità. Possono dirti che sei bella e intelligente, ma se l’uomo cui tieni e al quale dunque dai un potere su di te sostiene il contrario... Mia madre è stata la mia manager, consigliera, scrittrice e ispiratrice, la mia più cara amica. Per gli altri sono sempre stata ‘la figlia di Marta', lei non era ‘la mamma di Licia Colò‘". I miei genitori si separarono quando io ero molto giovane, ma non mi sentii mai abbandonata da mio padre. Dopo la sua morte ho scoperto che aveva amici in tutto il mondo, mi hanno scritto lettere bellissime. Quando venne a mancare, incontrai per la prima volta mia sorella. Mio padre scoprì che esisteva Gioia quando lei era già grande. È nata prima che lui incontrasse mia madre, e stiamo cercando di creare un legame.
Forse siamo amiche, perché ci siamo scoperte sorelle già molto grandi. Mi colpisce che sua madre l'abbia chiamata Gioia: pensa che grande amore ha avuto per la figlia, cresciuta da sola in anni in cui non era facile farlo. È una donna molto solare, mi ricorda mio padre. Stiamo cercando di costruire un rapporto. Ho due nipoti. Si sono già conosciuti con mia figlia.
Alessandro Antonino è stato l'amore più bello e importante della mia vita, dal nostro amore è nata Liala, che oggi ha 19 anni. Lei è una ragazza molto indipendente, tanto da intraprendere la scelta di viaggiare da sola. Io ero entusiasta, il padre me ne ha dette di tutti i colori.
Non ho amato nessuno come lui e ne ho la prova, volevamo un figlio e i medici, per errore, mi dissero che avevo una brutta malattia e che non avrei potuto averne. In quel momento il mio pensiero disperato non era per la presunta malattia, ma perché non potevamo avere un figlio. L’ho amato proprio tanto… Detto questo, è durato poco.
Poi sono stata legata sentimentalmente per sette anni con Nicola Pietrangeli, l’età non fa la differenza, finché non diventa un limite. Oggi lui ha 90 anni ed è inutile che ce la raccontiamo. Quando mi sono innamorata di lui ne aveva 54 e forse l'unico limite erano le rughe, chissà? Alessandro non aveva nulla più di lui. Può avere tutti i deboli che vuole, io oggi non potrei stare bene con lui". Non sono mancata, però, alla sua festa per i 90 anni, certo, gli ho fatto volentieri da cavaliera. Io e Nic non ci siamo mai rifrequentati, dopo la fine della nostra storia, però quando mi ha invitata ho spostato il lavoro per essere presente".
Le parole di Licia Colò sono un viaggio dentro la vita di una donna che non ha paura di mostrarsi fragile, di raccontare amori, dolori, delusioni e rinascite con una sincerità che colpisce e commuove.
C’è la ragazza di 14 anni che scopre l’amore troppo presto e che da quell’esperienza porta con sé non solo ricordi, ma ferite profonde, insicurezze che l’hanno segnata in un’età delicatissima. C’è la figlia che si è sempre sentita “la figlia di Marta”, e che nel rapporto con sua madre ha trovato non solo una guida, ma la più grande compagna di vita, un porto sicuro in cui sentirsi amata e compresa. C’è la donna che, dopo la perdita del padre, scopre di avere una sorella e prova con coraggio a costruire un legame nuovo, fatto di affetto e di curiosità, perché non è mai troppo tardi per scoprire una parte di sé attraverso gli altri.
E poi ci sono gli amori. Quelli che ti lasciano cicatrici, ma anche quelli che ti ricordano quanto forte possa essere la passione. L’amore travolgente e doloroso per Alessandro Antonino, da cui è nata la sua Liala, il dono più grande, la figlia indipendente e coraggiosa che rappresenta la sua più grande vittoria. L’amore maturo e intenso con Nicola Pietrangeli, che sfida l’età e le convenzioni, e che ancora oggi, nonostante il tempo e la distanza, custodisce il rispetto e l’affetto.
Licia parla senza filtri: delle gioie, delle delusioni, degli errori e delle conquiste. Racconta che si può cadere e rialzarsi, che gli amori finiscono ma non si cancellano, che la vita è fatta di capitoli diversi e ciascuno lascia un segno. Ci insegna che si può essere donne forti senza smettere mai di essere sensibili, che si può essere madri, figlie, sorelle, compagne e restare autentiche in ogni ruolo.
Il suo racconto è la prova che la vita non va idealizzata né addolcita: va accolta in tutte le sue sfumature, con i suoi dolori e con le sue meraviglie. Ed è proprio questa autenticità che rende Licia Colò non solo una grande professionista, ma soprattutto una donna vera.
da Fb