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526  Forum Pubblico / "OLIVO POLICONICO". IDEE DAL TERRITORIO A CONFRONTO. / BASTA con le visioni marxiane della società del futuro!! inserito:: Aprile 10, 2023, 02:18:31 pm
La società-fabbrica

di Lelio Demichelis

 È in libreria e online (anche in e-book) il nuovo saggio del sociologo Lelio Demichelis. Titolo: La società-fabbrica. Digitalizzazione delle masse e human engineering (Luiss University Press, pag. 360). Ovvero, la fabbrica – e non l’impresa secondo l’ideologia neoliberale dominante – è il vero e reale modello di organizzazione del mondo e del nostro dover vivere. E a governare/ingegnerizzare la società trasformata in una fabbrica a ciclo continuo/h24 e a mobilitazione totale sono imprenditori e manager, finanza, marketing e tecnocrati e oggi soprattutto gli algoritmi e l’intelligenza artificiale, i nuovi meneur des foules con le loro tecniche sempre più raffinate di human engineering.
Perché il tecno-capitalismo ci vuole sempre più produttivi e consumativi e a pluslavoro crescente per la massimizzazione del profitto/plusvalore privato. Ma realizzare una società-fabbrica era l’obiettivo non tanto del capitale, quanto della razionalità strumentale/calcolante-industriale che predetermina e produce e incessantemente riproduce l’accrescimento tendenzialmente illimitato sia del capitalismo, sia il sistema tecnico. Ponendosi evidentemente in conflitto strutturale con la biosfera e la società e con il dovere di rispettare responsabilmente il concetto di limite. Il vero cambio di paradigma da realizzare è allora quello di uscire da questa (ir)razionalità strumentale/calcolante industriale e positivistica e costruire invece una ragione illuministica, ma umanistica ed ecologica. Un tema che riguarda soprattutto la sinistra, troppo positivista e industrialista nella sua storia.
Per gentile concessione dell’Editore, ne anticipiamo alcuni estratti.
* * * *
[…] E la polis viene sempre più governata da algoritmi/macchine portandoci alla realizzazione ormai (quasi) compiuta di una società automatizzata e amministrata (Horkheimer), cioè a una forma di totalitarismo tecno-capitalista indipendente dai regimi politici, in cui l’uomo è alienato da se stesso e dalla biosfera al crescere della sua formattazione psichica/comportamentale secondo la razionalità strumentale/calcolante-industriale.

Razionalità che è il meta-livello di governo del mondo, con la sua specifica Carta costituzionale di fatto. Il cui unico articolo recita: “Il mondo è un sistema tecno-capitalista fondato sulla razionalità strumentale/calcolante-industriale. I diritti fondamentali sono solo quelli del capitale e della tecnica ed essi valgono come diritti pre e sovra-statuali. Essi sono riconosciuti da stati e individui come pre-esistenti e come indisponibili, immodificabili, incontestabili, impermeabili al potere politico democratico, e universali”.
 Il totalitarismo antropologico della società-fabbrica
Conseguentemente – e secondo quanto disposto da tale meta-livello – la fabbrica è divenuta la forma e la norma di questa organizzazione totalitaria del mondo e del dover vivere di tutti e di ciascuno secondo la razionalità strumentale/calcolante-industriale. Una (ir)razionalità che è appunto il meta-livello di governo (government e governance; discipline e biopolitica; human engineering) della vita; che è il contesto in cui devono avvenire i processi di soggettivazione/assoggettamento; che è la superstruttura (infra) del mondo; che è ciò che produce e riproduce (che ingegnerizza, appunto) il divenire dell’esistenza umana e naturale adattandola alle esigenze del tecno-capitalismo. Una (ir)razionalità che è insieme (usando Gilbert Simondon) il preindividuale e il transindividuale ma anche, aggiungiamo, il superindividuale: che non produce però alcuna reale individuazione del soggetto umano bensì la sua negazione/alienazione nell’eteronomia oggi digitale, offrendola tuttavia come il massimo della libertà individuale e della possibilità stessa di individuazione (ormai solo macchinica e calcolabile), perché appunto si adatti flessibilmente – dopo essere stata anch’essa suddivisa in parti funzionali – alle esigenze del capitale e della tecnica (Demichelis 2018). Su tutto, questa pseudo-razionalità genera la crescente subordinazione e sussunzione (oggi nella forma/norma anche dell’onlife) dell’essere psichico a questa razionalità irrazionale. Perché l’istituzione della societa- fabbrica – come della fabbrica che ne è il modello – è inconcepibile senza l’ingegnerizzazione dell’inconscio individuale e collettivo [si chiamano management e marketing…], sul quale si appoggia ma che in realtà produce, organizza, comanda e sorveglia. […]
E allora, per immaginare processi di emancipazione/liberazione dell’uomo occorre guardare non solo al potere del capitale/capitalismo, ma soprattutto al potere della tecnologia/tecnica. Perché se il capitalismo (soprattutto l’ultimo, quello neoliberale) è una rivoluzione antropologica che ha modificato nel profondo il farsi/istituirsi/individuarsi/viversi dell’individuo secondo il progetto e il piano politico-pedagogico capitalistico di ingegnerizzazione della psiche umana per la sua piena e totalitaria valorizzazione capitalistica come forza-lavoro, analogamente procede la rivoluzione antropologica prodotta dalla tecnica/tecnologia [che non è mai neutra], per la piena e totalitaria sussunzione dell’individuo/forza-lavoro nel sistema tecnico/macchinico e oggi algoritmico-digitale. Perché se l’essenza del totalitarismo politico era (è) l’integrazione di tutto e di ciascuno nell’Uno totalitario (ieri) politico, questa è anche l’essenza della tecnica (e del capitalismo) e del suo totalitarismo: l’integrazione/sussunzione (oggi) di tutto e di ciascuno nell’Uno totalitario, però capitalistico-macchinico, automatizzato e amministrato oggi da algoritmi. Ricordando sempre che capitalismo e tecnologia sono parti della stessa razionalità strumentale/calcolante-industriale.
La società-fabbrica, dunque: con il tecno-capitalismo che realizza per sé ciò che il comunista Antonio Gramsci nel 1920 immaginava per una società comunista, “la necessità che tutto il mondo sia come una sola immensa fabbrica, organizzata con la stessa precisione, lo stesso metodo, lo stesso ordine che egli [il proletario] verifica essere vitale nella fabbrica dove lavora” – senza dimenticare che già Marx aveva definito il socialismo come la fabbrica meno il capitalismo (in Bauman 2018) e che per Weber anche il socialismo aveva la sua origine nella disciplina di fabbrica.
Il proletariato diviene però non il campione del comunismo, come credeva Gramsci, ma del tecno-capitalismo [noi tutti, produttori, consumatori e generatori di dati ne siamo cioè il proletariato/forza-lavoro, salariata o, peggio, a lavoro gratuito] – dimostrandosi come capitalismo e comunismo siano fondati sulla medesima (ir)razionalità strumentale/calcolante-industrialista quale paradigma per l’intera società. Una fabbrica uscita da tempo dalla sua forma fisica e materiale otto-novecentesca facendosi – teleologicamente, ontologicamente e teologicamente (e gramscianamente) – società-fabbrica. Producendo non uno sviluppo ulteriore della societa industriale (Aron 1962) o il passaggio a una societa postindustriale (Touraine 1970) – concezione completamente ideologica che maschera la vera struttura di potere dominante, scriveva Marcuse nel 1974 in Marxismo e nuova sinistra (2007) – bensì una società totalmente industrializzata, ma nella forma e con la norma di organizzazione, comando e controllo della fabbrica. […]
 
Una nuova dialettica
Contro il totalitarismo tecno-capitalista occorre recuperare quel diritto/dovere di resistenza contro il potere che era nato già tra Cinquecento e Seicento ed è diventato poi reale e concreto soprattutto con la Rivoluzione francese e poi con la Comune di Parigi - la riflessione politica e filosofica avendo iniziato allora a porsi non solo ex parte principis (ad esempio Machiavelli, per il quale compito del Principe è soprattutto quello di conservare il potere), ma anche ex parte populi, popolo/demos cui si riconosce appunto un diritto di resistenza e di disobbedienza, il diritto di non obbedire a un ordine o a una scelta politica o di sistema del sovrano (Bobbio, 2021). E che oggi diventa soprattutto diritto/dovere di resistenza/disobbedienza ex parte delle future generazioni e della biosfera […] insieme producendo una rivoluzione etica per un’altra antropologia/ecologia (la rivoluzione da intendere cioè come dissoluzione e ricostruzione; Bobbio). Detronizzando il sovrano assoluto della razionalità strumentale/calcolante-industriale verso il quale invece – usando ancora le Lezioni di filosofia politica di Bobbio – abbiamo compiuto (ed è la delega che diamo appunto oggi alla tecnica/algoritmi/i.a.) una totale translatio imperii, abbiamo cioè trasferito a questa razionalità in realtà irrazionale l’organizzazione della vita, il comando e il controllo su di essa, alienandoci da noi stessi, dalla Terra e dalla ragione: noi non avendo più alcun potere reale, avendolo trasferito/ceduto alla tecnica e al capitale, il sovrano tecno-capitalista potendo fare della nostra vita e della biosfera ciò che vuole; noi avendo rinunciato a ogni diritto di resistenza individuale e collettiva. Diritto/dovere che invece occorre urgentemente ri-trovare e ri-esercitare […]. Diritto individuale, certo; ma anche ricordando, con Bobbio e non solo, che riuscirai a trasformare la società quando sarai veramente riuscito a trasformare l’uomo.
Disobbedendo/resistendo invece e piuttosto come Antigone, in nome di una verità diversa da quella del sovrano e della doxa. Una disobbedienza – in nome delle ragioni del cuore e della giustizia [oggi ambientale e sociale], contro le leggi del potere – una disobbedienza che vuole contestare la legge ingiusta, che infine smuove tuttavia anche il coro, “che in questa tragedia più che mai […] è la palude: conformista, timoroso, pronto alla disapprovazione della hybris, dell’eccesso definito ‘follia della parola, furia della mente’ e condivide grettamente le ragioni della prudenza, dello status quo” (Bazzicalupo 2011). Invece, quello di Antigone è un gesto performativo, perché “così sono i veri gesti di libertà. Con la sua insistenza nel voler dare funerali dignitosi al fratello morto, Antigone sfida – coraggiosamente – la rappresentazione dominante, dunque la verità, su ciò che è Bene. […] ma la doxa dominante è destinata a cambiare. […] Forse dapprima le persone non credono possibile o realizzabile qualcosa, per esempio disobbedire all’editto ingiusto di un potere forte.
L’atto di libertà è performativo perché cambia i parametri stessi del possibile. […] Antigone ci dice che è la libertà a decidere ciò che è Bene – e forse era questo che intendeva Kant – la legge morale non è conformarsi al Bene, ma trasgredire le norme per una nuova, miracolosa forma di ciò che è indicato come Bene” (ivi). Antigone è dunque il modello per il nostro disobbedire/resistere agli editti ingiusti/irrazionali della razionalità strumentale/calcolante-industriale.
 
La Fabrik-politik del tecno-capitalismo
Fabbrica (e management), dunque; che meglio del concetto neoliberale di impresa definisce i modi con cui il tecno-capitalismo è uscito dalla fabbrica chiusa da quattro mura (che non è certo scomparsa), pervadendo l’intera società e appunto trasformandola in fabbrica integrata globale a ciclo continuo e a mobilitazione totale. […] Se dunque Foucault scriveva che per il neoliberalismo (una ideologia in realtà dalle molte varianti: neoliberista, ordoliberale, conservatrice, individualista e insieme comunitarista, globalista, nazionalista, populista, accelerazionista, fascista ecc.) si trattava di generalizzare, diffondendole e moltiplicandole quanto più possibile, le forme impresa per fare del mercato, della concorrenza […] e dunque dell’impresa stessa la potenza che dà forma alla società […] in realtà la vera potenza che dà forma alla società è la fabbrica nelle sue diverse e possibili forme: ed è così che il tessuto sociale e la vita dell’uomo possono scomporsi, suddividersi, frazionarsi secondo la grana dell’operaio/forza-lavoro e della divisione scientifica (oggi algoritmica) del lavoro; attraverso quindi non una Gesellschaftpolitik, bensì una Fabrikpolitik del tecno-capitalismo ma, prima ancora, della razionalità strumentale/calcolante-industriale. L’ordine della fabbrica (organizzazione, comando e sorveglianza) – l’ordo-macchinismo ben superiore all’ordo-liberalismo (Demichelis 2020) – diventa (è diventato) l’ordine sociale e insieme la sua vitalpolitik, producendo la totale subordinazione dell’operaio a coloro che dirigono la fabbrica. […]
E vale ricordare come già nel 1942 il francofortese Max Horkheimer scrivesse del regolamento della fabbrica ormai esteso all’intera società – anche se lo riferiva allo stato autoritario e al capitalismo di stato, mentre oggi lo decliniamo come norma del management/marketing degli uomini nel totalitarismo tecno-capitalista, dove anche lo stato è al servizio (è servo) della fabbrica integrata e globale del capitale e della tecnica. […] Mentre Raniero Panzieri scriveva, nei primi anni ’60: “la fabbrica si generalizza, tende a pervadere e a permeare tutta la società civile”; si tratta allora “di afferrare il fatto che la fabbrica scompare come momento specifico. Lo stesso tipo di processo che domina la fabbrica, caratteristico del momento produttivo, tende [però] a imporsi a tutta la società e quindi quelli che sono i tratti caratteristici della fabbrica […] tendono a pervadere tutti i livelli della societa”.
Come accade ancora di più oggi, tra capitalismo/taylorismo digitale & capitalismo/taylorismo della sorveglianza.

da - https://www.sinistrainrete.info/societa/25301-lelio-demichelis-la-societa-fabbrica.html
527  Forum Pubblico / N.O.M. NUOVO ORDINE MONDIALE DI PACE ATTIVA. Possiamo Esserci Come EUROPEI? / Federico RAMPINI nuovo impero arabo ... inserito:: Aprile 10, 2023, 11:11:48 am
ggiannig <ggianni41@gmail.com>
sab 8 apr, 18:22 (2 giorni fa)
a me

https://www.corriere.it/oriente-occidente-federico-rampini/23_aprile_08/nuovo-impero-arabo-1a1b2648-d5d3-11ed-abda-87da1fb8b4f0.shtml?utm_source=piano&utm_medium=email&utm_campaign=13810&pnespid=seVuBSdcMvhD2aacqTalTp.Q70_lUJwqcbDmx_Vv9RpmC9xEK.P0LdCz5NDdo6o.xpb9RKlK
 
528  Forum Pubblico / LA CULTURA, I GIOVANI, La SOCIETA', L'AMBIENTE, LA COMUNICAZIONE ETICA, IL MONDO del LAVORO. / L’Associazione Città dell’Uomo di Imola è sorta nel 2003 per promuovere... inserito:: Aprile 09, 2023, 10:43:12 am
Admin Sito Olivettiana
 Archivio | 
20 Novembre 2014

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L’Associazione Città dell’Uomo di Imola è sorta nel 2003 per promuovere e approfondire il pensiero e l’attività industriale di Adriano Olivetti e la sua attualità con l’organizzazione di convegni tematici, produzione di libri e mostre.
In occasione del decimo anniversario ha realizzato il documentario. Una trama ideale d’impresa: la visione di Adriano Olivetti fra Comunità e Cooperazione, ideato da Mauro Casadio Farolfi e la regia di Mauro Bartoli. Nel documentario si affrontano alcune affinità con il pensiero di Adriano Olivetti e il modello economico sociale della cooperazione e dell’impresa privata responsabile che hanno dato prova di saper coniugare efficienza e solidarietà.
Anche tramite filmati di repertorio tratti dall’Archivio storico Olivetti di Ivrea, il documentario si sviluppa attraverso testimonianze e riflessioni di personalità della Olivetti, dell’economia e della cooperazione sociale, della cooperazione imolese, di dirigenti d’impresa che si riconoscono nella visione olivettiana (come Giulio Sapelli, Aldo Bonomi, Stefano Zamagni, Paolo Mongardi, Daniele Vacchi, Sergio Santi, ecc). Completano il documentario gli interventi di Laura Olivetti, Presidente della Fondazione Olivetti di Roma, Giuliano Poletti, Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali.
Il documentario sarà proiettato il 1° dicembre, ore 17, presso la Cooperativa Sacmi nell’ambito delle ricorrenze del 95° anniversario alla presenza di Giuliano Poletti, Ministro del lavoro e delle Politiche Sociali, Laura Olivetti, Presidente Fondazione Adriano Olivetti, Mario Lusetti, Presidente Legacoop Nazionale, Paolo Mongardi, Presidente Sacmi Imola e Pietro Cassani, Direttore Generale Gruppo Sacmi, oltre ai curatori del documentario. Il dibattito sarà coordinato dal giornalista Fabrizio Binacchi.
Successivamente sarà programmata la proiezione alla Fondazione Cassa di Risparmio di Imola che ha contribuito alla realizzazione del documentario insieme a Sacmi e alcune imprese private.

da - https://olivettiana.it/una-trama-ideale-dimpresa-la-visione-di-adriano-olivetti-fra-comunita-e-cooperazione/
529  Forum Pubblico / LA REALTA' REGIONALE ITALIANA: REVISIONARLA PER DIVENTARE NAZIONE. / Perché Elly: alla rinascita della sinistra serve un’ideologia inserito:: Aprile 08, 2023, 05:40:32 pm
ControPiede
 
Sito di informazione politica
 
Perché Elly: alla rinascita della sinistra serve un’ideologia

POSTED ON: 2 Marzo 2023 COMMENTS: 0 CATEGORIZED IN: Politica Italia WRITTEN BY: Contributo a Contropiede

Un contributo di Nadira Haraigue. Lunedì 27 febbraio, the day after, è stata una giornata passata a leggere. Leggere la gioia, l’incredulità ma anche commenti velenosi fino alla mancanza di rispetto sull’impresa epica della nuova Segretaria del PD. Quelli dell’estrema destra sono ovvi. Ma quelli che gravitano nell’area centrale sempre meno attraente (le urne, tutte, lo confermano). Poi si razionalizza e si pensa che vabbè sarà che brucia. Non tutti sappiamo perdere e anche chi sa perdere, magari non lo sa fare sempre. Soprattutto quando tutti i sondaggi sono a favore e quando tutti i pianeti paiono perfettamente allineati per il raggiungimento di quell’obiettivo.
Tralascio anche la fuoriuscita “perché il PD è diventato di sinistra” di Fioroni che, con tutto il rispetto, avevo perso dai radar come se fossi stata colpita dall’amnesia di Dori la pesciolina blu. Ma poi arriva la dichiarazione di Gori (come sapete tutti i riflettori erano puntanti su di lui perché avrebbe dichiarato – uso il condizionale perché lui dice che è stato mal interpretato – che sarebbe uscito qualora avesse vinto Elly Schlein). Tutto la norma e tutto in linea con il Gori pensiero niente di così eclatante. Tranne per questo trafiletto in foto.
Vado in ordine:
1.   “Elly si trova di fronte un partito con diverse fratture, tra Nord e Sud, generazionali, ma anche di culture politiche”. Ma Gori che è dirigente del PD da anni, esattamente cosa ha fatto per sanare la frattura tra Nord e Sud? Non è stato quello che ha votato il referendum per l’autonomia della Lombardia nel 2017? La frattura generazionale, lo sa che Elly Schlein ha aggregato un mondo che dal PD non si è mai avvicinato perché è un partito senza identità? E non sto parlando dei GD o dell’operazione di Brando Benifei con “Coraggio PD”. Sto parlando di quei ragazzi dei FFF o altri ancora anonimi che sono venuti a votare o che hanno fatto votare i propri genitori perché ancora under 16? Cosa ha fatto il PD nel quale milita Gori da anni per questi giovani se non dare loro dei contentini? E ancora, le fratture sulla cultura politica, che posizione ha tenuto Gori nei confronti delle persone con orientamento più socialdemocratico che liberaldemocratico se non quello di bollarli come “sinistra” ma nel senso dispregiativo del termine. O ancora dal palco dire “non bisogna vergognarci di parlare di ricchezza” quando noi parliamo di povertà o di disuguaglianza. Cosa hanno fatto coloro che la pensano come Gori e che non hanno preso bene la sua vittoria se non etichettare Elly come Corbyniana o Sandersiana?
2.   “Deve avere la capacità di ricucire”. Cercate di leggere più volte questa frase. Cioè il PD ha passato anni a fare le barricate (per citare un termine usato per commentare la vittoria di Elly) tra bande, a contare le percentuali per piazzare i propri, a usare il manuale Cencelli anche per distribuirsi gli strapuntini e mettere le bandierine nei territori, a fare le larghe intese in nome di una responsabilità sempre più spiccata (e sempre più imbarazzante) pur di stare attaccati al potere, nonostante il malcontento dei militanti che sono diminuiti sempre di più e Elly “deve” avere la capacità di ricucire? E lo deve fare perché lo dice Gori, con questo far paternalistico tipico di chi non accetta che un/a giovane spicca il volo, altrimenti cosa succede? Non sarà capace? Ma se avesse vinto Bonaccini, questo pensiero gli sarebbe venuto in mente? Elly Schlein ha vinto e ha avuto un mandato dal popolo del PD e con questo saprà, come dichiarato da lei, essere la Segretaria di tutte e tutti.
3.   “Dipenderà da lei se terrà o non terrà il PD nella sfera atlantica, se terrà o no la posizione di Letta sulla guerra in Ucraina, se affronterà con pragmatismo il tema del lavoro”. Ora, premettiamo che lei ha vinto le primarie parlando del suo programma che era un reale manifesto e quindi da qualche parte, è stata giudicata più vicina alle persone che l’hanno votata rispetto a Bonaccini. Questo significa che lei deve rispettare questo patto con i propri elettori e non deve seguire le orme di Letta o di nessuno perché è lei la Segretaria. Ma Gori lo ha letto il suo programma? Tralascio il punto sulla sfera atlantica perché è un’insinuazione veramente imbarazzante per chi la esprime perché presta il fianco a coloro che si sono affrettati a chiamarla “Mélenchon”. Il passaggio sulla guerra in Ucraina nel programma lo ha letto? Lo scrivo qui: “Il sostegno di tanti Paesi ha permesso all’Ucraina di continuare a esistere senza capitolare. Serve un maggiore sforzo politico e diplomatico dell’Unione europea, insieme ai nostri alleati e in seno alla Comunità internazionale, per creare le condizioni che portino ad un cessate il fuoco e all’avvio di una Conferenza di pace multilaterale che possa portare alla fine della guerra. Sosteniamo e sosterremo il popolo ucraino con ogni forma di assistenza necessaria a difendersi, per ristabilire il diritto internazionale e i principi su cui si fonda la convivenza pacifica fra i popoli. Senza però rinunciare alla nostra convinzione che le armi non risolvano i conflitti, e che non possiamo attendere che cada l’ultimo fucile per costruire la via di una pace giusta”. Ci sono ambiguità? Parlare anche di Pace non significa escludere l’aiuto. Oppure dobbiamo esprimerci solo di guerra per essere credibili? Sul lavoro, il piano di Elly è chiarissimo ed è estremamente pragmatico. Magari non piace a Gori, ma questo è un altro discorso. “Voltare nettamente pagina dopo gli errori del “Jobs Act” e del “decreto Poletti” sulla facilitazione dei licenziamenti e la liberalizzazione dei con¬tratti a termine. È necessaria una lotta serrata alla precarietà e allo sfruttamento, ponendo fine alla concorrenza al ribasso sul terreno delle tutele e dei salari. Bisogna limitare il ricorso ai con¬tratti a tempo determinato a partire da quelli di brevissima durata, come hanno fatto in Spagna coinvolgendo organizzazioni datoriali e sindacali, e rendere strutturalmente più convenienti per le imprese i contratti stabili”. Forse non è pragmatico perché parla prima dei lavoratori e non delle imprese? O forse perché bisogna superare il Jobs act? Gori forse non si è accorto che questo era scritto anche nel nostro programma elettorale alle politiche e, sì, non siamo stati votati perché non eravamo credibili. Perché allora non l’ha detto a Letta che doveva essere più pragmatico? Infine, la Spagna sembra a Gori un pericoloso paese di estrema sinistra? Nel programma di Elly si parla di aumentare i contratti a tempo indeterminato per combattere la precarietà come fa la Spagna.
La realtà è questa, Elly Schlein non doveva vincere e invece ha vinto. Come ha detto lei a caldo “e anche questa volta non ci hanno viste arrivare”. (viste con la e). È riuscita nell’impresa di portare gente a votare. Gente fuori dal PD, quelli che non ci votavano più. Ha invertito il risultato uscito dalla convenzione dei circoli che ha visto Bonaccini vincere – ma non stravincere – con la partecipazione di 150.000 iscritti. E tra questi 150.000 vi sono anche i pilotati dai padroni delle tessere, dei circoli e dei territori. Togliamo il velo dell’ipocrisia e diciamocele le cose. Abbiamo visto numeri imbarazzanti in alcune zone dove i capibastoni sono degli imperatori. Ma più di un milione di persone hanno partecipato alle primarie e noi vogliamo puntualizzare sul fatto che i primaristi hanno ribaltato la situazione come per delegittimare Elly Schlein? Proprio quando, per anni, il PD ha lamentato un disamoramento micidiale e un allontanamento del proprio elettorato di riferimento.
Gli elettori, legittimati dallo statuto – ancora in vigore – hanno deciso, sfidando la pioggia e il vento e mettendosi in fila con in mano documenti e 2 euro, che la persona più credibile fosse Elly Schlein. E cioè, senza mettersi d’accordo, senza ascoltare nessuno, hanno deciso di comunicare al PD qual è la rotta da seguire: la radicalità. E chi avrà il coraggio di sovvertire questo mandato, si prenderà questa responsabilità e dovrà poi avere il coraggio di andare di nuovo dinnanzi ai cittadini a chiedere il voto.
È l’ora della radicalità e del cambiamento. E gli elettori hanno deciso che, a guidare l’opposizione contro Donna Giorgia, ci volesse un’altra Donna, Femminista, Progressista, Ecologista. Una donna dalle mille sfaccettature culturali e valoriali. Una donna che conosce perfettamente lo scenario nazionale e internazionale, che sa benissimo quale blocco sociale rappresentare, e che urla dai palchi: “mai più il PD dovrà approvare il memorandum con la Libia”. (punto sul quale Bonaccini non ha mai dato una risposta e punto mai così attuale). Una donna che non ha bisogno di un padrino o del permesso di un uomo per salire la difficile strada verso l’apice. L’ha fatto e ci è riuscita.
Per anni il PD ha teorizzato la fine delle ideologie permettendo ai peggio populisti di ogni schieramento di farsi strada e permettendo alle destre di teorizzare la loro e vincere. È stato un errore e i primaristi, nostri elettori, sono venuti a dircelo sbattendocelo in faccia in un silenzio surreale, con una sola croce sul nome Schlein.
Elly Schlein sa che il partito deve rigenerarsi e la rigenerazione chiede un cambiamento radicale, qualcosa di totalmente nuovo, totalmente diverso da quello che c’era prima. Lo sguardo femminile e femminista è la novità che serve perché è sempre mancato. Ed è dannatamente pragmatico, caro Gori.
È tempo che la sinistra si trasformi in qualcosa di forte e che abbia idee molto chiare sull’uguaglianza, sull’economia, sulla libertà, la giustizia, e questo significa avere ideali e piattaforme lontane dall’inerzia e dalla tiepidità a cui siamo stati abituati per troppi anni. Il partito del “ma anche”.
È tempo, quindi, di uscire dal letargo perché i tempi nuovi, i nostri tempi, sono già iniziati. È l’occasione giusta per ritrovare vitalità e la carica che non è andata perduta ma che, in questi anni, non si è manifestata.
La sinistra di Elly consiste nel rappresentare ciò che non rappresentavano più i politici, ed è esattamente questo che gli elettori hanno capito. Più di 1.000.000 persone sono venute a votare e, di queste, quasi 600.000 hanno scelto Elly Schlein. Sono nostri elettori e non possiamo dire loro che il loro voto non vale quanto quello degli iscritti. Finché non si cambia lo statuto. E finché ci interessa che non voltino le spalle per andare altrove.
Gli elettori hanno scelto una linea precisa e tutti, la famosa classe dirigente, devono lavorare con umiltà e mettersi a disposizione per ricucire, non il PD, ma il contatto con la realtà e con i bisogni dei cittadini tutti.
“Può darsi che non siate responsabili per la situazione in cui vi trovate, ma lo diventerete se non fate nulla per cambiarla”. (Martin Luther King)

dahttps://www.contropiede.eu/2023/03/02/perche-elly-alla-rinascita-della-sinistra-serve-unideologia/?fbclid=IwAR0qvdi9-hERw4CLWZF2AOXdalx1btnGzN49I6PSCv-OJjgkKdA6TUKaJwY
530  Forum Pubblico / SIAMO DIFFERENTI e DIVERSI, UGUALI nei DIRITTI e DOVERI, ma DIVISI in CATEGORIE SOCIALI. / GAFFE COLOSSALE DEL NOSTRO PROFESSORE PREFERITO – il Prof. ORSINI inserito:: Aprile 08, 2023, 05:36:46 pm
GAFFE COLOSSALE DEL NOSTRO PROFESSORE PREFERITO – il Prof. ORSINI

 Autore
Elio Truzzolillo

Testo integrale: “Siccome l’idea di spiccare un mandato di cattura contro Putin è probabilmente l’idea più cretina della storia universale, unitamente all’idea di processarlo per crimini di guerra, cioè di processare per crimini di guerra il presidente in carica di uno Stato che ha diritto di veto in seno al Consiglio di sicurezza dell’Onu e 6000 testate nucleari, abbiamo il problema di rispondere alla domanda: perché? Com’è possibile che l’Unione Europea sia caduta così in basso al punto da farci vergognare tutti? Perché Ursula von der Leyen e Roberta Metsola si umiliano attraverso una produzione così copiosa di idee cretine? La risposta è semplice: per nascondere il fatto di non contare niente. Siccome non contano niente; siccome la Commissione europea è un gruppo di passacarte di Biden; siccome non è in grado di proteggere nemmeno i propri gasdotti bombardati da un Paese alleato che però sono stati sei amici sul pattino, allora cercano di gettare fumo negli occhi con iniziative talmente cretine da far apparire intelligenti persino i piccioni come la designazione della Russia come stato sponsor del terrorismo (respinta pure dagli Usa). Ci penseranno poi i propagandisti delle radio e delle televisioni italiane a far passare un’idiozia gigantesca per un’idea intelligente da applaudire. Ecco che cosa intendo dire quando dico che la classe dirigente europea è completamente corrotta in senso paretiano. Ursula von der Leyen appartiene semplicemente a una classe dirigente morta. Era morta ben prima del 24 febbraio 2022, altrimenti gli accordi di Minsk 2 non sarebbero naufragati e l’Ucraina non sarebbe una base della Nato da molti anni. L’invasione della Russia ha semplicemente reso evidente la decomposizione di un corpo che si è spento di nascosto. Quando pensate alla Commissione europea, pensate a un gruppo di falliti politici. Pensate alla Commissione europea come la più grande vergogna della civiltà europea. Pensate a un corpo morto che, essendo pesantissimo, ci porta tutti a fondo.
Forza, Commissione europea, proponi o sostieni un’altra idea cretina.
Facci ridere.”

da Fb del 3 aprile 2023

531  Forum Pubblico / LA REALTA' REGIONALE ITALIANA: REVISIONARLA PER DIVENTARE NAZIONE. / I Forum di QS. Sanità pubblica addio? inserito:: Aprile 07, 2023, 11:10:17 am
I Forum di QS. Sanità pubblica addio?

Quici: “L’unico modo per salvare il Ssn è una riforma complessiva del sistema” - Quotidiano Sanità

Posta in arrivo
ggiannig <ggianni41@gmail.com>
   
   
a me
https://www.quotidianosanita.it/m/studi-e-analisi/articolo.php?articolo_id=112672
532  Forum Pubblico / SIAMO DIFFERENTI e DIVERSI, UGUALI nei DIRITTI e DOVERI, ma DIVISI in CATEGORIE SOCIALI. / Da Luigi Marattin - Italia Viva - Azione inserito:: Aprile 07, 2023, 11:05:03 am
Newsletter #24
18 marzo - 7 aprile
Cari amici,

 bentrovati con il consueto appuntamento della newsletter.

Dall’ultima che vi ho spedito ho avuto modo di girare molto per il Paese, ascoltando le nostre comunità locali che sono vive, vivaci e in azione. Sono stato a Prato  con Nicola Danti, in una sala gremitissima a parlare del con la comunità che darà vita al nuovo partito liberal-democratico: non solo Italia Viva e Azione ma libdem, cattolici, riformisti liberali. A Omegna (VCO) dove c’è una squadra liberal-democratica meravigliosa per le elezioni amministrative di maggio a sostegno di Mario Cavigioli. A Brescia con la comunità liberale, democratica e riformista per una bella discussione su fisco, politica e il percorso verso il partito unico dei riformisti.

In Aula alla Camera invece ho avuto modo di dire ciò che penso sul DL Cessione Crediti facendo la dichiarazione di voto sulla fiducia a nome del Terzo Polo. Compresa l’ultima cialtronata in extremis inserita dal Governo, riguardante i titoli di stato. Visto che c’ero ho avuto anche l’occasione per smentire una volta per tutte le due bufale che continuano a girare sul Superbonus 110%, ossia che avrebbe avuto un forte impatto sull’aumento del PIL e che stia aiutando non poco la transizione ecologica. Parlo di cifre e dati certi, quindi non ho la pretesa che entrino nel dibattito. Purtroppo.

Ovviamente non vi sarà sfuggita la polemica che è divampata sulla stampa e nei talk show a proposito del PNRR innescata dalle parole del Ministro Fitto all’evento organizzato dalla Corte dei Conti in cui veniva presentata la relazione semestrale sull’impiego dei fondi di Next Generation EU. A quell’evento ho partecipato anche io fra i relatori e ho colto l’occasione per ricordare ai molti dei miei colleghi politici cos’è in realtà il PNRR e cosa ci insegna questa polemica. Spoiler: ci insegna che non è vero che basta spendere soldi pubblici per risolvere i problemi del Paese.

Arriviamo alla delega fiscale. Ne ho parlato con la Stampa e il Corriere della Sera, spiegando che essendo per un buon 90% una copia esatta della Delega Fiscale del Governo Draghi (che contribuimmo a scrivere nella scorsa legislatura) non abbiamo nessun problema a votarla. Ma, c’è un ma. A patto che vengano tolte le bandierine populiste di Salvini. Giro a voi una preghiera “aperta” che ho rivolto un po’ a tutti: non cadiamo nel tranello di Salvini e Meloni, non ci facciamo trascinare in un dibattito surreale sulla flat tax. Anche perché, banalmente, non c’è nessuna flat tax di cui discutere. Rischiamo di fare la fina del dibattito su “POS sì / POS no”. A proposito, sapete come è finita? Ve lo dico qui.

Chi mi segue sa bene che non mi arrenderò mai ad una politica fatta da curve di ultrà contrapposte che si gridano slogan. E contro questo modo di intendere la politica abbiamo presentato nella sala stampa della Camera le nostre proposte su sanità, industria 4.0, dissesto idrogeologico e salario minimo. Proposte rivolte tanto al governo quanto alle altre opposizioni. Confrontarsi sul merito delle proposte archiviando le reciproche delegittimazioni è l'unico modo di fare bene quello per cui siamo stati eletti. Segnalo anche che in Commissione Esteri è iniziato l'esame della nostra proposta di legge per ratificare la riforma del MES: ora il governo sarà chiamato a decidere in maniera ufficiale senza più nascondersi dietro alibi populisti.

Rientrando a Roma dalle mie varie tappe sul territorio ho partecipato all’inaugurazione dell’anno accademico dell’Università di Ferrara alla presenza del Presidente della Repubblica. Ho ascoltato con attenzione il discorso della studentessa-ribelle e qui vi spiego perché non ho applaudito.

Prima di lasciarvi con l’elenco delle trasmissioni tv e radio alle quali ho partecipato, ne approfitto per fare a voi e ai vostri i miei migliori auguri di una felice Pasqua di Resurrezione.

Potete rivedere e riascoltare le mie interviste a:
1) Superpartes Canale5
2) Agorà Rai3
3) Radio InBlu2000
4) Fanpage.it

Un abbraccio,
Luigi.
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da Luigi Marattin Italia Viva - Azione
533  Forum Pubblico / LA CULTURA, I GIOVANI, La SOCIETA', L'AMBIENTE, LA COMUNICAZIONE ETICA, IL MONDO del LAVORO. / Luigi Manconi - Iole Salera Cavallero IL TROPPO STROPPIA inserito:: Aprile 06, 2023, 07:27:39 pm
Iole Salera Cavallero

IL TROPPO STROPPIA
È il paradigma detto "Il troppo stroppia", o "Dell’alzare l’asticella" e definisce il modello dialettico preferito da Giorgia Meloni e da Fratelli d'Italia.
Ovvero si costruisce una rappresentazione palesemente esagerata, la si attribuisce all’avversario e poi, agevolmente, la si smonta giocando sulla improbabilità delle sue dimensioni abnormi.
Esempio. Giorgia Meloni: pensate davvero che io voglia instaurare in Italia un regime totalitario di tipo fascista?
L’interlocutore resta interdetto e così trascura il fatto che, impossibile come è una dittatura fascista, possano esservi tanti altri guai: autoritarismo, repressione, censura.
Dopo il naufragio davanti alle coste calabresi. Giorgia Meloni: pensate davvero che io abbia voluto ammazzare (mancava poco che dicesse: con le mie mani) quelle 70 persone? L’interlocutore si trova in difficoltà. Certo che no. E chi può immaginare una cosa simile? Di conseguenza, le altre ben più serie e motivate accuse – in particolare quella di omissione di soccorso – vengono forzatamente messe da parte.
Poco prima delle elezioni politiche del 25 settembre scorso.
Giorgia Meloni: pensate davvero che voglia mettere mano alla legge 194?
L’interlocutore non può arrivare a credere possibile l’abolizione di una legge che garantisce alla donna la facoltà di interrompere una gravidanza non voluta. Eppure, il messaggio enunciato («il diritto di non abortire») ha l’effetto di rendere più difficile, sotto il profilo psicologico, la possibilità di abortire.
Ancora. Il giorno dopo la contestazione di un attivista della comunità Lgbtqi+ a Cagliari nel corso di un comizio di Fratelli d’Italia. Giorgia Meloni: pensate davvero che io voglia toccare le unioni civili?
L’interlocutore, rassicurato, non comprende la preoccupazione del militante omosessuale ed è indotto, così, a non cogliere come dietro quell’impegno possa esserci, bene occultato, qualcosa di assai simile a una minaccia. Ovvero, la promessa che si continuerà a interdire la possibilità di adozione alle coppie non eterosessuali.
Così funziona il paradigma detto "Il troppo stroppia" o "Dell’alzare l’asticella", è un’oratoria magari efficace, ma - a ben vedere - fondata sulla retorica della simulazione e dell’inganno.

Luigi Manconi

da fb del 10 marzo 2023
534  Forum Pubblico / DOBBIAMO DIVENTARE UNA NAZIONE STIMATA NEL MONDO! / LA SCIATTERIA "Rientro ora da Cutro. Solo cinque cose. inserito:: Aprile 06, 2023, 07:15:51 pm
Iole Salera Cavallero
  ·
LA SCIATTERIA "Rientro ora da Cutro. Solo cinque cose.
1. Trovo osceno, non ho altro aggettivo, il rifiuto di Meloni di far visita al Palamilone a dare un saluto a quelle bare o di passare dalla spiaggia della strage. Lo segnalo alle mie (poche) amiche femministe che hanno voluto darle un qualche credito.
2. Trovo patetica la copertura che ha dato a Piantedosi e Salvini, come se fossimo tutti scemi e non sapessimo cosa c'è dietro.
3. Trovo significativa della sua pochezza, nascosta da sicumera, la sciatteria con cui ha risposto nel merito delle domande sulla notte della strage, non si era neanche letta la (truffaldina) ricostruzione di Piantedosi e l'ha contraddetta in più punti.
4. Trovo pezzente l'aver fatto il Cdm a Cutro, dove c'è un sindaco di destra, e il non aver invitato il sindaco di Crotone a cui questi del governo dovrebbero solo dire grazie in ginocchio.
5. Trovo a dir poco ingenuo dare credito alla "svolta nelle politiche sull'immigrazione" oggi delineata, che consiste in sostanza nel fare entrare un po' di schiavi utili ai padroncini veneti e nel chiudere ulteriormente gli accessi a chi emigra per ragioni politiche e ha diritto all'asilo.

Questo governo è infinitamente più fetente delle peggiori aspettative. La prossima volta che sento disquisizioni accademiche sul suo tasso di "afascismo" non rispondo delle mie reazioni."

IDA DOMINIJANNI
Ida Dominijanni giornalista e filosofa della politica, fa parte del Centro Studi per la riforma dello Stato di Roma.

da FB del 14 marzo 2023.
535  Forum Pubblico / REPUBBLICA ITALIANA, MATRIA PATRIA, NAZIONE, oppure STATO della FEDERAZIONE EUROPEA? / La parte che ha favorito questo parassitismo legale la conosciamo. inserito:: Aprile 06, 2023, 07:12:25 pm
La parte che ha favorito questo parassitismo legale la conosciamo.

Le destre.

Conosciamo e disprezziamo anche la parte politica che ha l'ha consentito senza reagire.

Di fatto ha lasciato depredare lo Stato.

- ggiannig
536  Forum Pubblico / REPUBBLICA ITALIANA, MATRIA PATRIA, NAZIONE, oppure STATO della FEDERAZIONE EUROPEA? / Non è detto che Facebook ne sia responsabile diretto (ma ha permesso ... inserito:: Aprile 06, 2023, 07:07:41 pm
Gianni Gavioli

Ho approfondito con un tecnico interpellato e a cui ho mostrato il materiale, che ho raccolto, copiato e fotografato.
Il professionista mi ha presentato diverse ipotesi, ma la considerazione che mi ha portato, in conclusione, consiste nell’avere io commesso l'errore di aver cancellato il mio portafoglio di borsa (preso pari-pari da Milano Finanza) dalla parte incriminata e fatto apparire in bella vista, nello scambio tra Facebook e la Pagina di Arlecchino Euristico.
Ovvio che una persona normale, che scopre una simile trasgressione a proprio danno, la prima cosa che fa è di far sparire la nuda privacy dalla visibilità pubblica (cosa da non fare sin che non si è denunciato il fatto con documentazione completa).
Non è detto che Facebook ne sia responsabile diretto (ma ha permesso l’infiltrazione SENZA ACCORGESENE).

Non intendevo da subito sollevare un polverone con denuncia alla Polizia Postale e con le conseguenze insopportabili per un ottantenne, ammalato non soltanto di vecchiaia.

Concludo ripetendo per l’ennesima volta che esigo, voglio e chiedo che la PAGINA DI ARLECCHINO EURISTICO SIA ELIMINATA DA FACEBOOK in quanto FB travisa in continuazione, con le sue regole interne, lo spirito e lo scopo per cui ho creato Vent'anni fa il nickname Arlecchino.
BASTA!
Dopo questa fetenzia accaduta in “casa” Facebook, che l’ha consentita, provvedano a cancellare la Pagina dalla loro triste realtà.
ggiannig ciaooo

da fb del 6 aprile ’23
537  Forum Pubblico / O.P.O.N. OPINIONE PUBBLICA ORGANIZZAZIONE NAZIONALE. / Roberto Cocchis. I No Vax duri e puri, anziché tenere aggiornato il bollettino.. inserito:: Aprile 06, 2023, 07:04:19 pm
Roberto Cocchis
Sdrosopten2e11619r27 0ta3l0tiIi7 i0lcla5u:9h3lf9m36f0te9mg78  ·

I No Vax duri e puri, anziché tenere aggiornato il bollettino delle morti improvvise che ci sono sempre state da quando esiste l'uomo, potrebbero procurarsi un importante argomento a favore delle loro teorie verificando quante dosi di vaccino sono state somministrate ai parlamentari di FdI.
Perché uno dei loro cavalli di battaglia, peraltro sempre ampiamente smentito dalla scienza, ossia la possibilità che in vivo l'mRNA possa trasformare il DNA (è successo in vitro, ma in condizioni che non si verificano mai in natura), sembra aver preso forma adesso che Fabio Rampelli si è palesemente trasformato in Achille Starace.
Oggi la crociata, con tanto di ddl, contro gli anglicismi. Domani, presumo, quella contro la stretta di mano. Dopodomani, verosimilmente, quella per abbandonare l'uso del "lei" a favore di quello del "voi". Per non parlare di quella contro la diseducativa lettura dei libri gialli, che è solo questione di tempo.
Però, dai, non si può dire che se ne stiano senza far niente, lì in parlamento. Ne hanno di cose serie cui pensare. Se lo guadagnano, lo stipendio, quella mezza volta che si degnano di andarci. Vuoi mettere quanto è importante spiegare senza l'uso di barbarismi che l'inflazione si è già mangiata tutti i rinnovi contrattuali, per quei fortunati che li hanno avuti? E che grazie alle opportune e caldeggiate riforme fiscali i redditi bassi non solo non aumentano ma addirittura diminuiscono?
E meno male che, a differenza dei francesi, noi siamo tanti "pecoroni" che non vanno in piazza contro l'aumento dell'età pensionabile (e grazie, se in Francia si facesse tutto il "nero" che si fa qui, non manifesterebbero neanche loro, perché l'allungamento della vita lavorativa, quando hai avuto il primo vero contratto di lavoro a 40 anni, è l'unica speranza per avere una pensione non da fame), altrimenti i telegiornali del Minculpop mostrerebbero servizi sui cortei sostenendo che la gente sfila per ringraziare il governo di aver bloccato l'inflazione e di aver aumentato i redditi bassi, come succede in "1984".

da – FB del 3 aprile 2023
538  Forum Pubblico / SIAMO DIFFERENTI e DIVERSI, UGUALI nei DIRITTI e DOVERI, ma DIVISI in CATEGORIE SOCIALI. / Loro tornano a scrivere. Ma chi ha sbagliato deve pagare, in democrazia é così. inserito:: Aprile 04, 2023, 04:31:57 pm
Luigi Manconi
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Torniamo a scrivere su Il Riformista a proposito di Alfredo Cospito.
Insieme a Marica Fantauzzi spieghiamo perché solo l'Europa può salvare il detenuto sottoposto al regime di 41-bis.

Caro Direttore,
due Tribunali di Sorveglianza, quello di Sassari e quello di Milano, hanno rigettato l’istanza di differimento della pena nella forma della detenzione domiciliare, presentata dai legali di Alfredo Cospito.
Secondo i giudici il detenuto anarchico è perfettamente monitorato in ospedale e – questo è un punto essenziale – “la strumentalità della condotta che ha dato corso alle patologie oggi presenti è assolutamente certa”.
Queste parole sorprendono perché sembrano prese in prestito dal linguaggio politico più ordinario e presentate surrettiziamente come argomenti giuridici.
Lo sciopero della fame è, per definizione, una condotta strumentale al raggiungimento di un obiettivo. Nel caso di chi si trova ristretto in carcere è praticamente l’unico mezzo, non violento, per ottenere il miglioramento delle condizioni detentive.
D’altra parte, come ha scritto Gianfranco Pellegrino sul Domani, se la tesi di quei giudici venisse assunta come orientamento generale, «ne deriverebbe che un cittadino che si espone volontariamente a pericoli (per esempio, un cittadino che si espone al contagio di un virus) non merita le cure dello Stato». «E – continua Pellegrino – ne deriverebbe pure che un cittadino che, impegnato per esempio in una dimostrazione per ideali politici, si procuri danni fisici, non dovrebbe essere curato, perché l’azione che ha portato alla sua condizione era volta a ottenere fini politici».
In ogni caso, lo sciopero di Cospito ha conseguito una serie di obiettivi:
A) per la prima volta in Italia si è discusso sul regime di 41 bis in una forma meno superficiale di quanto mai sia stato fatto prima;
B) per molti mesi sulle prime pagine dei quotidiani le condizioni di un detenuto sono state oggetto di dibattito, di analisi critiche e di aspettative fiduciose;
C) la politica si è dovuta confrontare con quanto avviene al di là del muro di cinta, nel luogo di chi vive il sottosuolo e che, in genere, viene dimenticato.
D’altra parte, questi sono gli obiettivi “collaterali” di un’azione che aveva al centro il superamento del 41 bis. Una battaglia individuale perché personale è la pena cui Cospito è sottoposto, ma dalla valenza dichiaratamente generale.
È possibile che gli stessi legali non nutrissero grandi speranze rispetto alla decisione sul differimento pena ma, come è stato ricordato anche su questo giornale, l’istanza era necessaria al fine di poter procedere presso gli organismi internazionali.
Ora, quante possibilità ci sono che l’Europa intervenga? Non lo sappiamo, ma abbiamo fiducia che gli autorevoli pareri espressi da organismi come la Direzione Nazionale Antimafia e Antiterrorismo e la Procura Generale presso la Cassazione siano riconosciuti e accolti.
Entrambi hanno sostenuto che, ai fini della sicurezza, non sia indispensabile perpetuare il regime di 41 bis a carico di Cospito; e che un regime di minor rigore basterebbe a garantire le finalità affidate oggi alla detenzione in 41 bis.
Queste e altre considerazioni, unitamente alla tradizionale giurisprudenza della CEDU in materia di condizioni detentive, induce in noi qualche speranza. Carmelo Musumeci, ex ergastolano, oggi scrittore, ha pubblicato una riflessione in cui spiega perché non ha voluto sottoscrivere l’appello che è girato in questi giorni per chiedere a Cospito di interrompere lo sciopero.
«Ho pensato – scrive Musumeci – che non ho nessun diritto di chiedere ad Alfredo Cospito di smettere lo sciopero della fame, perché lui sta morendo per continuare a vivere, perché ama così tanto la vita che non la vuole vedere appassire fra le mura di un carcere».
Anche noi, in questi mesi, abbiamo riflettuto sull’opportunità di rivolgerci direttamente a Cospito, di chiedergli di interrompere questa dolorosa agonia.
Oggi ci troviamo al 30 marzo, con un’opinione pubblica stanca, un trafiletto sul giornale, un Ministro della Giustizia silente e un uomo arrivato a 160 giorni di sciopero della fame, con danni probabilmente irreversibili.
Più che un appello a Cospito, dunque, il nostro è un richiamo a tutti gli uomini e a tutte le donne di buona volontà. Se hanno qualcosa da dire la dicano: se hanno qualcosa da fare la facciano.

da fb del 30 marzo 2023
539  Forum Pubblico / LA NOSTRA COLLINA della più BELLA UMANITA', quella CURIOSA. / 2 Una semplice aspettativa ... inserito:: Aprile 03, 2023, 11:12:50 am
Aumento compensi per riduzione liste d’attesa e per chi lavora nei Ps. Più risorse per il personale del Ssn e stretta su medici a gettone. Schillaci: “Un provvedimento entro l’inizio dell’estate” - Quotidiano Sanità
Posta in arrivo

ggiannig <ggianni41@gmail.com>
ven 24 mar, 16:38 (1 giorno fa)
a me

https://www.quotidianosanita.it/m/governo-e-parlamento/articolo.php?articolo_id=112273
540  Forum Pubblico / LA NOSTRA COLLINA della più BELLA UMANITA', quella CURIOSA. / IN TOSCANA IL SENIOR LIVING PER GLI STRANIERI CHE AMANO L’ITALIA inserito:: Aprile 03, 2023, 11:09:52 am
IN TOSCANA IL SENIOR LIVING PER GLI STRANIERI CHE AMANO L’ITALIA
20 Gennaio 2023 INVESTIMENTI IMMOBILIARI

Indice dei contenuti
•   In cosa consiste il progetto senior living in Toscana
•   Senior living: la costruzione a Siena
Sono sempre di più in Italia le residenze pensate per la terza età: condomini tranquilli con spazi comuni, aree benessere e ristoranti. Niente di meglio per chi vuole godersi del tempo con tutte le comodità possibili restando a contatto con le altre persone, che ora sono pensate non solo per gli italiani ma anche per gli stranieri.
In cosa consiste il progetto senior living in Toscana
Hanno deciso di scommettere sul senior living le aziende della neonata joint-venture tra l’inglese Guild Living e la tedesca Specht Group, già specializzati nel settore.
La prima è stata fondata da Eugene Marchese e Michael Eggington e ha portato avanti progetti in Australia, Nuova Zelanda, Asia e Inghilterra. L’azienda tedesca ha gestito in 30 anni più di 100 progetti dedicati agli anziani in Germania.
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Leggi Anche: INVITALIA: QUALI SONO LE 4 GARE PER IL PATRIMONIO CULTURALE ITALIANO
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In Italia ha portato avanti una filiale da Luca Landini della Sprecht Group. Le residenze faranno parte delle Guild Community e verranno costruite in diverse città italiane, la prima sarà Siena nel maggio 2023, seguita da Torino a dicembre 2023 e il lago di Garda a dicembre 2024.
Senior living: la costruzione a Siena
La prima costruzione avverrà a Siena in strada di Malizia, non lontano dall’ospedale delle Scotte: ci saranno 83 appartamenti dal design contemporaneo, ricavato in un ex residence non ultimato in via di ristrutturazione.
Sono previsti una piscina riscaldata esterna, bar e ristoranti, un centro benessere e un parcheggio multipiano da 118 posti, con un’area di 300 metri quadrati con start up e un parco di 3 ettari con edifici storici.
L’investitore è il fondo Infrastrutture per la crescita del gruppo Azimut, la gestione affidata alla joint Guild Specht.
Secondo i promotori, si tratta di una tipologia di abitazione che viene particolarmente in questo periodo storico in cui le famiglie hanno giovani che spesso vanno a vivere lontano da casa. Questa cosa vale anche per gli stranieri, che desiderano vivere la quotidianità delle città italiane.
Si parte da Siena e dalla Toscana, ma questa sarà solo la prima fase dell’introduzione del senior living nelle città italiane.
ATTUALITÀ

da FB
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