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Forum Pubblico / ITALIA VALORI e DISVALORI / Etruria, Consoli (ex Veneto Banca): “Incontro anche con Boschi ma non proferì...
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inserito:: Dicembre 17, 2017, 08:44:13 pm
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Etruria, Consoli (ex Veneto Banca): “Incontro anche con Boschi ma non proferì parola” L'ex numero uno dell'istituto di credito veneto davanti alla commissione d'inchiesta sulle banche conferma lo scoop del Fatto Quotidiano: il summit di Arezzo ci fu. E l'ex ministra era presente anche se non disse nulla. Nelle stesse settimane aveva interessato della questione anche il numero uno di Consob, Vegas Di F. Q. | 15 dicembre 2017 L’incontro a casa Boschi tra i vertici di Etruria e Veneto Banca ci fu. E tra i presenti c’era anche Maria Elena Boschi, in quel momento ministra delle Riforme del governo di Matteo Renzi. A confermare lo scoop del Fatto Quotidiano è uno dei protagonisti di quel summit: Vincenzo Consoli. “Il ministro Maria Elena Boschi partecipò a un incontrò con i vertici di Banca Etruria e di Veneto Banca nella casa di famiglia ad Arezzo nella pasqua del 2014, per un quarto d’ora, nel quale non proferì parola, dopo di che si alzò e andò via”, ha detto l’ex amministratore delegato dell’istituto di credito veneto in audizione davanti alla Commissione parlamentare d’inchiesta sulle banche. La riunione – ha aggiunto Consoli – avvenne “perchè sapemmo che Etruria aveva ricevuto da Bankitalia una lettera simile alla nostra” nella quale chiedeva l’aggregazione con un partner di “elevato standing” e indicandolo poi in Popolare Vicenza. Perché il ministro delle Riforme doveva partecipare ad un vertice del genere, organizzato peraltro nella sua casa di famiglia, anche senza proferire parola? Questo Consoli – che è imputato per ostacolo alle autorità di vigilanza – non lo dice. di Manolo Lanaro Le sue parole, però, preannunciano una giornata pesante per la sottosegretaria del governo Gentiloni. La seconda di fila, visto che ieri le dichiarazioni del presidente della Consob, Giuseppe Vegas, hanno fatto riesplodere le polemiche sulla politica di Laterina. “Su Banca Etruria ho avuto modo di parlare della questione con l’allora ministro Boschi, che espresse un quadro di preoccupazione perché a suo avviso c’era la possibilità che Etruria venisse incorporata dalla Popolare di Vicenza e questo era di nocumento per la principale industria di Arezzo che è l’oro”, ha detto il presidente della Consob. Che incontrò Boschi più volte tra l’aprile e il maggio del 2014. Boschi era diventata ministro a febbraio. Tra marzo e aprile, dunque, partecipa agli incontri con i vertici di Veneto Banca e Banca Etruria e interessa della questione il numero uno della Consob. In quelle settimane sia Etruria sia Veneto Banca erano nel mirino della Vigilanza di Bankitalia che aveva ispezionato gli istituti nel corso del 2013 traendone a fine anno conclusioni piuttosto dure: le due banche erano messe talmente male da aver bisogno di un matrimonio d’onore e l’unica sposa rimasta sul campo era la Popolare di Vicenza di Gianni Zonin. I vertici dei due istituti però non ne vogliono proprio sapere. Poi a maggio Pier Luigi Boschi diventa vicepresidente di Etruria: una nomina che la ministra preannuncia a Vegas in uno degli incontri, probabilmente, già ad aprile. “Io non ho mai fatto pressioni”, ha ripetuto per tutta la giornata di ieri la sottosegretaria. Accusata dalle opposizioni di avere mentito in Parlamento per difendersi dalla mozione di sfiducia del dicembre 2015 sul caso Banca Etruria e invitata alle dimissioni, la posizione dell’ex ministro è stata blindata nelle scorse ore dal premier Paolo Gentiloni. “Non sono il giudice del valore aggiunto o non aggiunto. Penso che Maria Elena abbia chiarito tutto quello che c’è da chiarire, quindi sarà candidata dal Pd e mi auguro che abbia successo”. Pochi minuti dopo e Consoli avrebbe cominciato la sua deposizione a Montecitorio. Un’audizione in cui l’ex numero uno di Veneto Banca ha raccontato che Gianni Zonin, presidente della banca popolare di Vicenza, nel dicembre 2013, sottolineò come l’operazione di fusione fra i due istituti di credito fosse “fortemente caldeggiata dal governatore di Bankitalia Ignazio Visco, con il quale aveva avuto una lunga telefonata”. “Io – ha aggiunto Consoli – ho sempre pensato alla Banca d’Italia come una sorta di Madonna che non si può toccare. Ma è chiaro che c’è stato qualche errore”. Ma non solo. Perché a legare Consoli alla famiglia di Laterina ci sono anche alcune chiamate più recenti: risalgono al 3 febbraio 2015, subito dopo il decreto legge varato dal governo Renzi per la trasformazione delle banche popolari in Spa, Etruria compresa; e una settimana prima il commissariamento della banca di Arezzo. Boschi era già vicepresidente dell’istituto di credito e cercava un salvatore. Per questo si rivolge a Consoli, impegnato a sua volta nel tentativo di alleggerire l’attenzione di Bankitalia su Veneto Banca e in cerca di sostegni politici a Palazzo Chigi. E Boschi lo rassicura. Con queste parole: “Domani in serata se ne parla, io ne parlo con mia figlia, col presidente domani e ci si sente in serata”. Il presidente ovviamente è Matteo Renzi. Del resto, l’aveva annunciato in una telefonata precedente avuta con Vincenzo Umbrella, capo della sede fiorentina di Bankitalia. Dice Consoli: “Io chiamo Pier Luigi e vedo se mi fa, mi fissa un incontro, anziché con la figlia, direttamente col premier”. Di F. Q. | 15 dicembre 2017 Da - https://www.ilfattoquotidiano.it/2017/12/15/etruria-consoli-ex-veneto-banca-incontro-anche-con-boschi-ma-non-proferi-parola/4041304/?utm_source=newsletter&utm_medium=email&utm_campaign=newsletter-2017-12-15
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Forum Pubblico / Gli ITALIANI e la SOCIETA' INFESTATA da SFASCISTI, PREDONI e MAFIE. / Gentiloni: «Clima questione centrale, rischi non più opinabili»
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inserito:: Dicembre 17, 2017, 08:41:18 pm
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PRIMA INIZIATIVA DELLA LISTA “INSIEME” Gentiloni: «Clima questione centrale, rischi non più opinabili» 16 dicembre 2017 Unire gli sforzi per sostenere il Patto per il clima (Cop21), firmato a Parigi a fine 2015, «innanzitutto nei confronti di chi sottovaluta o nega addirittura la centralità della questione». Questo ha chiesto oggi il premier Paolo Gentiloni intervenendo a Roma al convegno “Patto per il Clima”. La centralità del dossier clima non è «sentitissima quanto dovrebbe nel nostro Paese», ha ammesso Gentiloni, rivendicando gli sforzi dell'Esecutivo nell'ultimo anno, anche se «dobbiamo fare di meglio e di più». La questione del cambiamento climatico, in altre parole, «deve essere considerata come una delle questione centrali della nostra politica economica, strategica, internazionale. I rischi legati non sono più opinabili, sono rischi presenti». «Ritiro Usa aumenta nostre responsabilità du Cop21» La strategia per contrastare il cambiamento climatico e, più in generale gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile del Patto per il clima solennemente approvato due anni fa sono oggi a rischio per il passo indietro della presidenza Trump, da sempre fredda su questi temi. Per Gentiloni, «il fatto che gli Usa si siano tirati fuori dalla cornice del Cop21 non diminuisce ma moltiplica la responsabilità degli altri Paesi. L'Italia e l'Europa devono mantenere gli impegni, fare la loro parte in modo efficace. Prendiamo atto della decisione degli Usa ma non della possibilità che a livello internazionale si faccia qualche passo indietro dall'applicazione» di Cop21, ha poi sottolineato il premier. «In politica abbiamo bisogno della spinta ecologista» Il convegno, organizzato dai Verdi, è la prima iniziativa della lista “Insieme” aveva l’obiettivo di trattare tutte le tematiche legate ai cambiamenti climatici per trasformare le proposte scaturite in punti programmatici per la coalizione di centrosinistra. «Considero importante il fatto che una delle radici dell'Ulivo e del centrosinistra decida di impegnarsi» in vista delle Politiche 2018», ha proeguito Gentiloni, che a 30 anni dalla sua prima manifestazione considera «l'attualità dell'impegno ecologista è tutt'altro che assorbita: abbiamo bisogno della spinta ecologista in politica». © Riproduzione riservata Da - http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2017-12-16/gentiloni-clima-questione-centrale-rischi-non-piu-opinabili-124857.shtml?uuid=AEHRSYTD
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Forum Pubblico / ITALIA VALORI e DISVALORI / Scontro in casa Savoia, mentre la salma del re d'Italia torna in patria. - Sic..
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inserito:: Dicembre 17, 2017, 08:03:41 pm
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Emanuele Filiberto: "Il mio bisnonno Vittorio Emanuele III va sepolto al Pantheon, non in un posto qualsiasi" Scontro in casa Savoia, mentre la salma del re d'Italia torna in patria. Verrà sepolta con la regina Elena al santuario di Vicoforte, vicino Mondovì 17/12/2017 10:02 CET | Aggiornato 1 ora fa La salma di Vittorio Emanuele III è partita da Alessandria d'Egitto dove era sepolta nella cattedrale di Santa Caterina, per rientrare in Italia a bordo di un volo militare atteso stamani attorno alle 11. Lo riferisce il Gr1 di Radio Rai, secondo cui ad Alessandria erano presenti familiari e l'ambasciatore italiano al Cairo Giampaolo Cantini. L'aereo fa rotta verso uno scalo militare del Piemonte in mattinata, e la bara dovrebbe essere poi traslata al Santuario di Vicoforte, accanto a quella della regina Elena. Prosegue il litigio fra gli eredi. Emanuele Filiberto di Savoia, bisnipote di Re Vittorio Emanuele III e della Regina Elena, spiega al Corriere della Sera i motivi della tensione con la zia Maria Gabriella che ha preso "in autonomia" la decisione di far rientrare le spoglie in Italia, chiedendo con forza che la sepoltura avvenga al Pantheon, dove tra gli altri riposa Vittorio Emanuele II. "La nostra battaglia è sempre stata quella di far tornare le salme degli ex re nell'unico luogo deputato alla loro sepoltura, il Pantheon a Roma. Non in una tomba qualsiasi in Piemonte" La mia bisnonna, l'amata regina Elena seppellita a Cuneo? Mio padre Vittorio Emanuele, capo di Casa Savoia, è rimasto sconvolto dall'iniziativa della sorella Maria Gabriella e soprattutto dai modi della traslazione della salma della regina d'Italia, in gran segreto. Ma perché? Farla tornare adesso di nascosto, quasi fosse stata una terrorista, per noi Savoia è un insulto". Ieri l'Istituto Nazionale per la Guardia d'Onore alle Reali Tombe del Pantheon si era dissociato "totalmente dall'iniziativa della traslazione da Montpèllier a Vicoforte della salma di Sua Maestà la Regina Elena". Il presidente dell'Istituto Ugo d'Atri esprime "forti dubbi sulla liceità di tale azione, che non tiene conto dei sentimenti degli Italiani che tuttora si riferiscono a Casa Savoia e che non ritengono adatto alla sepoltura dei Sovrani d'Italia alcun luogo diverso dal Pantheon". Sui quotidiani in edicola si dà notizia dell'irritazione del Quirinale per le richieste di portare i reali Savoia al Pantheon. Il Colle con discrezione ha lavorato dietro le quinte per agevolare la "richiesta umanitaria" di Maria Gabriella di Savoia, ma ha sempre premesso che l'operazione-rientro ha una sola destinazione possibile, il santuario di Vicoforte, vicino a Mondovì. Niente sacrario dei padri della patria, a Roma, dove altri re di casa Savoia sono sepolti. Da - http://www.huffingtonpost.it/2017/12/17/emanuele-filiberto-il-mio-bisnonno-vittorio-emanuele-iii-va-sepolto-al-pantheon-non-in-un-posto-qualsiasi_a_23309726/?utm_hp_ref=it-homepage
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Forum Pubblico / ECONOMIA e POLITICA, ma con PROGETTI da Realizzare. / L’utopia e la vanità di Bertinotti sulla sinistra
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inserito:: Dicembre 17, 2017, 08:01:09 pm
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L’utopia e la vanità di Bertinotti sulla sinistra Pubblicato il 15-12-2017 Bertinotti torna a parlare della politica e soprattutto a criticare lo schieramento a sinistra. Dopo aver invitato la sinistra a boicottare le prossime elezioni politiche sostenendo che “saltare un giro sarebbe una manifestazione di grande coraggio politico intellettuale, vale a dire: siamo stati sconfitti in questa vicenda storica, ci ricostruiamo nel rapporto con il popolo e la società”. Oggi l’ex leader di Rifondazione punta il dito contro il neo leader di Liberi e Uguali, Pietro Grasso: “Pietro Grasso e LeU? Se ci fosse una sinistra, forse si sceglierebbe come leader uno che proviene dalla sua storia”. Fausto Bertinotti nell’affermarlo a “Un Giorno da Pecora” su Rai Radio1, corregge però il tiro: “Stimo molto Grasso e gli sono molto amico, ma la sinistra ormai per presentarsi non può usare questo nome e non può candidare una persona che viene dalla sua storia. Questa mimetizzazione è causa ed effetto della sua dipartita”. Grasso non è molto di sinistra? “No, dico semplicemente – ha spiegato – che non appartiene alla storia della sinistra socialista e comunista”. Bertinotti anche se parla di sinistra è sempre più affascinato “dall’instabilità politica” targata cinquestelle, aveva infatti affermato su Il Manifesto: “Loro sono ’antisistema’ però solo sul versante ’politico’. Ma il sistema è quello capitalistico. In ogni caso: a loro sono interessato perché contribuiscono a battere il partito della stabilità (il Pd, ndr). Scriverò l’elogio dell’instabilità. La stabilità è il nostro nemico, batterla è la condizione per tornare a respirare”. E aveva poi specificato: “Il Pd è il sacerdote della stabilità, il M5S si è costruito all’opposizione del sistema politico, introduce contraddizioni. E se cambiassero linea sui migranti passerei a un atteggiamento anche più coinvolto. Perché loro sono in conflitto con le élite, basso contro alto, esattamente il terreno che dovrebbe praticare la sinistra”. Ma l’uomo che invoca l’instabilità, lo stesso che si è sempre vantato di aver fatto cadere il Governo Prodi nel 1998, in realtà arriva a scenari ancora più loschi sul futuro dell’Italia e dell’Europa, in una recente intervista a Sussidiario.net Bertinotti arriva a presagire: “Se la politica viene meno al suo compito, ci restano o il neo-autoritarismo o la guerra civile”. Da - http://www.avantionline.it/2017/12/lutopia-e-la-vanita-di-bertinotti-sulla-sinistra/#.WjVR6d_iaUk
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Forum Pubblico / Gli ITALIANI e la SOCIETA' INFESTATA da SFASCISTI, PREDONI e MAFIE. / Insieme: il nuovo simbolo di Psi, Verdi e Area Civica
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inserito:: Dicembre 17, 2017, 07:53:29 pm
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Insieme: il nuovo simbolo di Psi, Verdi e Area Civica Pubblicato il 15-12-2017 Lista insieme psi verdi “Insieme”: è questo il nome con cui scendono in campo, a fianco del Pd, Psi, Verdi e Area Civica, i prodiani. Sul simbolo, oltre alla scritta “Italia Europa”, compaiono, su uno sfondo bianco, i simboli dei Verdi, del Psi e il bollo arancione di Aera Civica e figura, al centro, un ramoscello d’Ulivo. In alto le parole ‘Italia Europa’. Gli elettori troveranno sulla scheda per le politiche questo simbolo, alleato con il Pd. Giovedì 14 dicembre a Roma la presentazione ufficiale. Presenti Riccardo Nencini, segretario del Psi, Angelo Bonelli e Luana Zanella (Verdi), Giulio Santagata (prodiano). In sala la ‘benedizione’ del Pd è stata portata dal vicesegretario Maurizio Martina e da Piero Fassino. Presente anche Ernesto Auci del gruppo Misto. Per il Psi presenti anche Pia Locatelli, Enrico Buemi, Oreste Pastorelli, Mariacristina Pisani, Gian Franco Schietroma, Silvano Rometti. “È un ricordo che non è nostalgia ma impegno”, spiega il prodiano Giulio Santagata presentando una lista che, rimarca, “non vuole essere testimonianza ma contribuire alla linea programmatica del centrosinistra”. Santagata pone l’accento sulla parole insieme perché ci sono questioni che “Italia e Europa non possono affrontare con una visione localistica”. È il momento di darsi una scossa, non basta l’indignazione suscitata dalla informazione televisiva o dalle notizie lette su internet. “Per questo – continua Santagata – ho tolto dal chiodo le mie scarpe. Per rimettermi in cammino tra la gente. Bisogna darci una mossa. Non si può stare a guardare e rilanciare l’idea che un paese ricco di risorse come il nostro può e deve fare un salto in avanti”. Il ramoscello al centro del simbolo rappresenta il legame con la stagione dell’Ulivo. “Non la nostalgia – aggiunge Santagata – ma l’impegno. Quando abbiamo vinto quelle campagne elettorali – sottolinea riferendosi al 1996 e successivamente al 2006 quando Prodi andò a Palazzo Chigi esattamente a 10 anni di distanza una dall’altra – è perché il nostro impegno è stato premiato. È grazie all’impegno che abbiamo vinto”. “Oggi il centrosinistra va migliorato. Pd e alleati hanno governato con luci e ombre. Bene le luci, ma bisogna illuminare le ombre contribuendo a definire le linee programmatiche dei prossimi anni”. Il bollo arancione di Area Civica richiama, cromaticamente, il movimento che faceva capo al “grande assente” della lista a sinistra del Pd, Giuliano Pisapia. “Dieci anni fa – aggiunge – avremmo assistito ad una grande corsa verso il centro, ora si rischia di assistere ad una corsa verso le estreme. C’è una disgregazione delle aree centrali del Paese che non segue una direttrice chiara”, spiega l’esponente prodiano secondo il quale la parola chiave del contributo di Insieme è “sostenibilità: ambientale, ma anche sociale, in un Paese diviso, dove le diseguaglianze sono diventate intollerabili”. Presenti, alla conferenza stampa, anche il vice segretario Pd Maurizio Martina e Piero Fassino, il tessitore della coalizione di centrosinistra scelto da Matteo Renzi. Il segretario del Psi Riccardo Nencini mette in rilievo la necessità di partire dalla sostanza. Dalle idee. “Chiediamo subito un tavolo del centrosinistra – afferma Nencini – per discutere un progetto da portare a tutti gli italiani. A gennaio ci saranno le primarie delle idee, porteremo le nostre proposte in tutte le piazze d’Italia”. “Noi siamo una sorta di Pordenone Calcio vogliamo creare passione e ripetere una stagione di vittorie”, spiega Nencini con riferimento alla “favola” della squadra friulana fermata solo ai rigori dall’Inter in Coppa Italia. “Abbiamo ultimato un lavoro che durava da mesi. Siamo soddisfatti del lavoro fatto. È un simbolo inclusivo. Inclusivo significa che porta con se i figli di una storia politica importante. Però un simbolo aperto, ove mondi e culture che volessero riconoscersi in questa storia, possano trovare porte aperte e finestre spalancate”. Mentre Angelo Bonelli, presidente dei Verdi, ricorda come la formazione ambientalista sia “tra i fondatori dell’Ulivo” e sottolinea, senza citare Giuliano Pisapia: “La scelta che altri hanno fatto di non contribuire al centrosinistra non la condividiamo per due ordini di motivi. La presenza forte di ecologisti in Parlamento può contribuire a far cambiare una rotta che fino ad oggi non ci ha convinto. Serve un centrosinistra diverso, nuovo con politiche ambientali innovative”. “Le emergenze ambientali che sono una crisi economia e sociale profonda chiedono l’urgenza di processi di governo se vogliamo veramente salvare non solo il nostro paese, ma complessivamente il pianeta. Le politiche sul clima, le politiche energetiche, l’innovazione per esempio nell’industria automobilistica per superare quelle resistente verso l’auto pulita, sono nostri obiettivi molto importanti”. “Non può essere indifferente – conclude Bonelli – il futuro di questo Paese. Un futuro consegnato nelle mani di Berlusconi, Salvini, Meloni è un incubo, sia dal punto di vista delle poliche ambientali, sia da quello delle politiche sociali che di quello delle politiche internazionale”. L’apprezzamento del Pd arriva dalle parole di Piero Fassino: “La formazione del rassemblement di ispirazione ulivista ‘Insieme’ rappresenta un contributo importante per una nuova stagione di centrosinistra, fondata su una coalizione ampia, plurale e inclusiva”. “Si ritrovano in ‘Insieme’ culture e esperienze – l’ambientalismo, il riformismo socialista, il femminismo, il pensiero progressista, il civismo – che hanno condotto e conducono ogni giorno un comune impegno nel governo dell’Italia e nella guida di tante Regioni e Città. Un patrimonio prezioso di esperienze e idee su cui il centrosinistra può contare per dotarsi di un programma credibile per un’Italia moderna e giusta”. Da - http://www.avantionline.it/2017/12/insieme-il-nuovo-simbolo-di-psi-verdi-e-area-civica/#.WjVRLN_iaUk
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Forum Pubblico / ESTERO fino al 18 agosto 2022. / Bolzano ha un tesoro di cinque miliardi all'anno e si tiene in tasca il novanta
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inserito:: Dicembre 17, 2017, 07:52:13 pm
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ESTERI Governo nero-blu in Austria, all'ultradestra vanno Esteri, Interno e Difesa Kurz cancelliere, Strache vice. Il presidente Van der Bellen fa un appello europeista e loro assicurano: "Nessun referendum sull'Euro" 16/12/2017 13:38 CET | Aggiornato 16 ore fa Nasce il governo nero-blu in Austria, frutto dell'alleanza fra il leader dei popolari e cancelliere, Sebastian Kurz, e il numero uno degli euroscettici, Heinz-Christian Strache. Il presidente austriaco, Alexander Van der Bellen, ha dato luce verde alla formazione del nuovo governo con la coalizione tra il Partito popolare (Övp) e gli ultranazionalisti del Partito liberale (FpÖ), ha indicato che nel fine settimana entrerà in contatto con i futuri ministri che non conosce personalmente. "Se tutto andrà come sperato, nulla impedisce che il giuramento del futuro governo avvenga all'inizio della prossima settimana", ha affermato parlando ai media, dopo la riunione con Kurz e Strache nel complesso della Hofburg, a Vienna. Avrà ministeri cruciali, come Interni, Difesa ed Esteri, la destra oltranzista del Fpoe di Heinz-Christian Strache, nel nuovo governo austriaco del giovanissimo cancelliere Sebastian Kurz. Sedici persone faranno parte della squadra: oltre al cancelliere, sette ministri e una sottosegretaria del partito popolare Oevp e sei ministri e un sottosegretario degli alleati del Fpoe. Il ministro per la Cancelleria, l'Ue, i Media l'Arte e la Cultura è Gernot Bluemel; alle Finanze, Hartwig Loeger; all'Economia, Margarete Schramboeck; Istruzione e Università e Asili infantili, Heinz Fassmann; Donne e Famiglia, Juliane Bogner-Strauss; Giustizia e Riforme statali, Josef Moser; Agricoltura e Ambiente, Elisabeth Koestinger; sottosegretaria agli Interni, Karoline Edtstadler. Per il Fpoe, ci saranno il vicecancelliere Heinz-Christian Strache; agli Interni, Herbert Kickl; alla Difesa Mario Kunasek; alle Infrastrutture, Norbert Hofer; Sociale e Salute, Beate Hartinger; Esteri, Karin Kneissl; sottosegretario alle Finanze Hubert Fuchs. Van der Bellen ha insistito sul fatto che l'Austria non può abbandonare la sua via europeista. "È nell'interesse nazionale che l'Austria continui a essere al centro di una Unione europea forte e continui a partecipare attivamente al futuro sviluppo dell'Ue", ha affermato, chiedendo che i diritti fondamentali continuino a essere "la bussola" nel blocco comunitario. Le prime parole ufficiali esprimono la volontà di rassicurare. In primis l'Europa, con l'affermazione di Strache che non ci sarà un referendum sull'euro. "Siamo a fianco dell'ue, ma ciò non Vuol dire che non si possa essere critici nei suoi confronti" Van der Bellen, che ha vinto le elezioni lo scorso anno in un'incerta elezione, sconfiggendo il candidato del FpÖ Norbert Hofer, in alcune occasioni si era mostrato critico con alcuni ministri di quel partito, a causa delle loro posizioni ultranazionaliste, euroscettiche e xenofobe. Oggi ha però augurato al nuovo governo "tutto il meglio", dicendo di sperare che sia mantenuta la "collaborazione basata sulla fiducia come sinora". Da - http://www.huffingtonpost.it/2017/12/16/governo-nero-blu-in-austria-allultradestra-vanno-esteri-interno-e-difesa_a_23309303/?utm_hp_ref=it-homepage
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Forum Pubblico / LA-U STORICA 2 -Ante 12 maggio 2023 --ARCHIVIO ATTIVO, VITALE e AGGIORNABILE, DA OLTRE VENTANNI. / ZONIN, nega tutto e si lamenta di aver perso soldi. (VERGOGNA del VENETO).
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inserito:: Dicembre 16, 2017, 11:17:06 am
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Zonin, nega tutto e si lamenta di aver perso soldi L'ex presidente e numero uno della Popolare di Vicenza si difende su tutti i fronti davanti alla Commissione d'inchiesta e nega anche di essere stato a conoscenza dei finanziamenti baciati 13 Dicembre 2017 ROMA - "Purtroppo ho perso anche io dei soldi", così l'ex presidente della Popolare di Vicenza Gianni Zonin ha risposto, entrando a San Macuto per l'audizione presso la commissione di inchiesta sulle banche, a chi gli chiedeva delle perdite subite da migliaia di risparmiatori a causa del crac della banca. Zonin, loden verde e valigetta di pelle marrone, era accompagnato dal suo avvocato e si è detto "tranquillo". L'audizione dell'ex patron della Vicenza è stata anticipata a oggi perché venerdì 15 (data in cui era stata in un primo tempo fissata) è prevista l'udienza preliminare del processo che lo vede imputato a Vicenza. (ANSA). "Inviterei l'audito a non soffermarsi su aspetti processuali o a svolgere la propria difesa, questo non è un tribunale né un organo inquirente, non è un quarto grado di giudizio". Così il presidente della Commissione d'inchiesta sulle banche Pier Ferdinando Casini ha aperto l'audizione dell'ex presidente della Popolare di Vicenza Gianni Zonin. Casini ha ricordato come Zonin viene audito "in libera audizione con la facoltà farsi assistere da avvocato. Tale disposizione è analoga al regolamento della Commissione Antimafia". Non è quindi un'audizione testimoniale ma "il presidente si riserva la facoltà di trasmettere il resoconto stenografico all'autorità giudiziaria". "Le finalità politiche e istituzionali della commissione inchiesta non coincidono con quelle dell’Autorità giudiziaria, solo a essa spetta il compito di individuare delle responsabilità penali. Questa non è una sede processuale parallela e una duplicazione del processo". "I rapporti con le istituzioni sono sempre stati improntati alla massima trasparenza e disponibilità perché questa era la filosofia del nostro cda" lo ha detto l'ex presidente di Banca Popolare di Vicenza, Gianni Zonin, in audizione alla commissione banche rispondendo al senatore Augello che gli chiedeva dei rapporti con la Banca d'Italia e Consob. Zonin, nessuna pressione Bankitalia fusione con Veneto Banca. Era nostra idea ma non ci fu volontà dall'altra parte. "Non c'è stata nessuna pressione da nessuno e in nessun modo, era una idea del cda e del sottoscritto di avviare un processo" con Veneto Banca". Zonin ha confermato l'incontro del 27 dicembre 2013 con il presidente di Veneto Banca Trinca in "una mia azienda agricola nel Friuli". Zonin ha ribadito la validità di quella fusione che avrebbe creato "un grande gruppo veneto" ma "non c'era la volontà dall'altra parte". Banca Popolare di Vicenza predispose un'Opa su Etruria ma la banca toscana diede risposta negativa e quindi "abbiamo accantonato". "Su Etruria - ha detto - c'è stato un dossier di Lazard che diceva che sul mercato c'era qualche opportunità e Rothschild ci aveva indicato che era possibile acquisire Etruria". Quest'ultima aveva infatti due vantaggi per la Vicenza, ha spiegato, "noi eravamo già presenti in Toscana attraverso Cariprato e con Etruria saremmo diventati secondo istituto in Toscana dopo Mps. Ci siamo rivolti a Mediobanca come advisor per vedere il range in cui era possibile trattare sul prezzo". Zonin ha quindi spiegato che "siamo arrivati anche a predisporre un'Opa" valutando da 0,90 a 1 euro le azioni, "abbiamo fatto un'Opa da 212 milioni e 500 mila euro. La loro risposta fu negativa e quindi abbiamo accantonato". Zonin ha quindi ribadito che "avevamo fatto un'offerta con Mediobanca e loro non ritenevano di accettare e quindi abbiamo chiuso il capitolo". "In 19 anni non ho mai partecipato ai comitati esecutivi, non c'era l'intromissione della presidenza", ha detto Zonin, ricordando come il "presidente non aveva deleghe né poteri se non quelli riservati al presidente e a salvaguardare l'immagine dell'istituto" e per questo le delibere sui finanziamenti erano di competenza dei rispettivi organi. Il consiglio di amministrazione della Popolare di Vicenza non ebbe mai la conferma da parte degli organi di controllo interno, audit e consiglio sindacale, della presenza di finanziamenti baciati. Zonin ha ricordato che "nel 2014 un dipendente che aveva cambiato banca aveva scritto una lettera dicendo che in qualche filiale venivano fatti finanziamenti baciati. La lettera data al direttore generale e a diversi uffici e alla fine l'organo di controllo ha guardato, ma non ha trovato nulla". Zonin ha quindi aggiunto che poi nella primavera 2014 durante l'assemblea un socio rivolgendosi al presidente del collegio sindacale aveva parlato dell'esistenza di baciate. " Il collegio sindacale ha fatto verifiche e dopo due o tre mesi ha verbalizzato che non aveva trovato nessun finanziamento baciato. Il cda ha sentito queste parole ma anche conferma di uffici preposti che non c'era niente". FOL-DOA Bpvi: Zonin, ambasciatore Washington mi presentò Falchi Ex capo segreteria Bankitalia curava rapporti internazionali (ANSA) - ROMA, 13 DIC - Gian Andrea Falchi "mi fu presentato dall' ambasciatore italiano a Washington che mi disse che questa persona stava per andare in pensione e che poteva darci una mano in un momento di cambiamento anche delle leggi sul mondo bancario" e nei rapporti con la Bce. E' quanto afferma l'ex presidente di Bpvi Gianni Zonin alla domanda del deputato Dal Moro (Pd) sull'assunzione come consulente di Falchi, già a capo della segreteria particolare di Banca d'Italia. "Io mi aspettavo - replica Zonin a Dal Moro - mi dicesse grazie di andare a prendere una persona di elevato standing. Noi eravamo una una banca di provincia" e servivano quindi una persona che "poteva essere di aiuto come consulente" per i "rapporti internazionali". "Io ragiono da imprenditore. Se poi su ogni scelta si vede il lato negativo..." conclude Zonin. (ANSA). DOA-FOL Bpvi: Zonin, porte girevoli? Unicredit ha preso top Bankitalia Ex presidente, istituto ha fatto benissimo (ANSA) - ROMA, 13 DIC - "Anche ora Unicredit ha preso il top della Banca d'Italia (Fabrizio Saccomanni ndr) e dico che ha fatto benissimo": così l'ex presidente della Popolare di Vicenza Gianni Zonin risponde al deputato Dal Moro (Pd) che, in commissione d'inchiesta sulle banche, gli chiede del fenomeno delle 'porte girevoli' di ex funzionari pubblici assunti dalla banca. Zonin dopo che Dal Moro ha elencato una lista di varie persone assunte nel corso degli anni e provenienti da organi di vigilanza e Gdf, ha replicato come "non era compito del presidente assumere personale, veniva assunto dal dg che faceva le sue scelte e, se si trattava di dirigenti, portava il nome in consiglio. Le cose le ho viste dopo quando arrivavano in consiglio. Io comunque guardo se le persone sono brave serie e se sanno portare avanti la banca, il resto non è compito mio".(ANSA). DOA Bpvi: Zonin, seppi di baciate da Bce il 7 maggio 2015 (ANSA) - Roma, 13 dic - Dell'esistenza di finanziamenti baciati "io l'ho saputo il 7 maggio 2015 dal capo ispettore Bce che mi ha convocato d'urgenza a Milano". E' quanto ha detto l'ex presidente della Popolare di Vicenza Gianni Zonin in audizione alla commissione di inchiesta sulle banche, riferendo di averne subito chiesto conto telefonicamente al direttore generale. (ANSA). FOL-DOA Bpvi: segretata audizione Zonin dopo circa un’ora lavori (ANSA) - ROMA, 13 DIC - L'audizione dell'ex presidente della Popolare di Vicenza Gianni Zonin, in Commissione d'inchiesta sulle banche, è stata segretata dopo circa un'ora dall'inizio dei lavori. La decisione, disposta dal presidente Pier Ferdinando Casini, è stata richiesta dal deputato Dal Moro (Pd) che stava formulando a Zonin diverse domande sui rapporti con gli organi di vigilanza interni ed esterni. (ANSA). DOA-FOL © Riproduzione riservata13 Dicembre 2017 DA - http://www.repubblica.it/economia/finanza/2017/12/13/news/zonin_nega_tutto_e_si_lamenta_di_aver_perso_soldi-184032061/?ref=RHPPBT-VE-I0-C6-P12-S1.6-T1
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Forum Pubblico / Gli ITALIANI e la SOCIETA' INFESTATA da SFASCISTI, PREDONI e MAFIE. / Sondaggisti unanimi. La vicenda di Banca Etruria e della ministra Boschi peserà
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inserito:: Dicembre 16, 2017, 11:05:10 am
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Sondaggisti unanimi. “La vicenda di Banca Etruria e della ministra Boschi peserà sul voto Pd” Ma c’è chi frena: “Saranno influenzati soprattutto gli indecisi” Pubblicato il 16/12/2017 - Ultima modifica il 16/12/2017 alle ore 07:11 ANDREA CARUGATI ROMA Quanto peserà il caso Banca Etruria nella campagna elettorale del Pd? Roberto Weber, sondaggista e presidente di Ixè, ricorda quanto accadde nel 2005, quando il Giornale pubblicò la famosa intercettazione di Piero Fassino a proposito di Unipol e Bnl: «Allora abbiamo una banca?». «All’epoca facevo molti sondaggi per i Ds, e registrammo un danno pesantissimo a carico di quel partito, che perse 4 punti. Ci fu una potente erosione di consensi, che poi non furono recuperati nelle elezioni dell’aprile 2016». Weber ricorda che, a differenza dei casi attuali, «allora quelle scalate non provocarono danni alle tasche dei risparmiatori e degli obbligazionisti. E tuttavia la percezione di una commistione tra politica e banche ebbe un effetto pesantissimo in termini di consensi». Per questo, spiega, «mi aspetto che anche questa volta la vicenda Etruria, anche al di là del merito, avrà effetti pesanti. Del resto Fassino non aveva commesso alcun reato, anzi era stato vittima di un reato…». Secondo Weber il caso banche «va ad incidere su una situazione già complicata per il Pd, che si presenta senza un quadro solido di alleanze e punta tutto su una leadership che rischia di arrivare ammaccata alle elezioni». «A questo punto - ragiona - il danno è fatto. Anche se Boschi dovesse non candidarsi cambierebbe poco». A chi andrebbero i voti persi dai dem? «Lo schema è quello già visto alle regionali siciliane. Quando il Pd è in crisi, i voti in uscita vanno per oltre la metà al M5S, circa un quinto alle forze a sinistra e il resto nell’astensione». Weber sottolinea che comunque «è troppo presto per rilevare con precisione quanto danno farà al Pd l’ultima vicenda legata a Banca Etruria. Servono almeno due settimane perché possa avere una traduzione nelle intenzioni di voto». Un parere condiviso dai suoi colleghi. Antonio Noto di Ipr invita alla cautela: «Ci sarà un effetto sugli indecisi, non su chi ha già scelto di votare Pd. E molto dipenderà da quanto questo tema resterà in cima all’agenda da qui alle elezioni. Non è affatto detto che a marzo sia questo l’argomento in cima alle preoccupazioni degli italiani. Il voto dipende da una molteplicità di fattori: ci possono essere elettori delusi da come Boschi e Renzi si sono comportati sulle banche e che tuttavia alla fine voteranno Pd per altre ragioni». Secondo Noto, tuttavia, «se si votasse domani la vicenda Etruria potrebbe spostare consensi dal Pd al M5S. Ma non in misura rilevante. I dem secondo i nostri sondaggi stanno intorno al 24-25%: non crescono ma non si vede neppure un calo in picchiata». Anche Fabrizio Masia di Emg invita alla prudenza: «Quella delle banche è una vicenda controversa, ci sono fazioni che esprimono opinioni opposte. La percezione complessiva nei cittadini è una difficoltà a capire, una scarsa chiarezza: e questo certamente può danneggiare il personaggio politico coinvolto». In che misura? «Da qualche decimale fino a un punto percentuale». «Ad oggi si registra un danno contenuto per il Pd, ma tutto dipende da quanto questo tema sarà protagonista dei prossimi mesi». Già, perché «moltissimi tra gli indecisi, che sono circa il 30% dell’elettorato, scelgono negli ultimi giorni prima del voto», ricorda Noto. Dunque i dem hanno tre mesi di tempo per recuperare. Ma, come dimostra il caso dei Ds nel 2006, non sarà facile. Perché come ricorda lo stesso Noto «il tema delle banche è molto sensibile». E Weber ribadisce: «In casi come questi alla fine se il politico ha effettuato pressioni indebite o meno conta poco. A pesare è l’idea di una commistione tra politica e mercato, difficile da cancellare dalla testa dei cittadini». Licenza Creative Commons Alcuni diritti riservati. Da - http://www.lastampa.it/2017/12/16/italia/politica/sondaggisti-unanimi-la-vicenda-peser-sul-voto-pd-7OYmBjBUaMUh9JSnKAj20M/pagina.html
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Forum Pubblico / "ggiannig" la FUTURA EDITORIA, il BLOG. I SEMI, I FIORI e L'ULIVASTRO di Arlecchino. / 23/02/2017 - Non ho smesso di dichiararmi "Non-ancora-Renziano", ma ...
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inserito:: Dicembre 16, 2017, 11:02:04 am
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Arlecchino Batocio
20 febbraio alle ore 23:48 ·
Non ho smesso di dichiararmi "Non-ancora-Renziano", ma sento di dover e poter condividerne ciò che, in potenza, ancora può esprimere. Sono favorevole all'eliminazione, per scissione, di sabotatori dal dissenso immotivato, l'ho già dichiarato e ribadito più volte in FB.
Sono testimone dell'avversione verso il PD oggi e l'Ulivo anni fa, dei "simpatizzanti" della sinistra-Sinistra. L'ho vissuta per mesi (prima della segreteria Renzi) da protagonista di "battaglie" subite nel "forumista.it" (ex ulivo.it), Forum storico nato quasi 20 anni fa, sotto l'Ulivo, e oggi massacrato dalla stupidità di elementi inadeguati nel fare comunicazione nel PD.
Il PD non deve fare passi indietro verso l'ipocrisia, sarebbe un modo indegno di tenere a galla la vecchia politica perdente.
ciaooo
Da – FB del 23/02/2017
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Forum Pubblico / AUTRICI e OPINIONISTE. / Mariolina Sesto. Centrosinistra, decolla la coalizione con quattro simboli
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inserito:: Dicembre 15, 2017, 08:43:53 pm
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Centrosinistra, decolla la coalizione con quattro simboli Di Mariolina Sesto 13 dicembre 2017 L’ultimo tassello è stato messo a posto ieri con l’intesa sancita fra Matteo Renzi e i Verdi. A questo punto il leader Pd potrà contare anche sull’appoggio della quarta “gamba” della coalizione di centrosinistra. Che affiancherà i centristi provenienti da Ap, la lista di Emma Bonino “Più Europa” e quella del Pd. A sinistra del Pd Con l’adesione di Angelo Bonelli, prende corpo quella lista alleata “di sinistra”, assieme ai socialisti di Nencini, alcuni prodiani ed ex campo Progressista. Anche se, all’interno dei “pisapiani” si registra una defezione di peso: il sindaco di Cagliari, Massimo Zedda, ha annunciato che non si candiderà pur impegnandosi a dare una mano. Le elezioni e il dilemma della grande coalizione I centristi Per quanto riguarda il fronte centrista, la direzione di Ap di ieri ha certificato la scissione, confermando che alcuni ex alfaniani saranno al fianco del Pd con una lista dei moderati: in prima linea ci saranno Pierferdinando Casini, Beatrice Lorenzin e Fabrizio Cicchitto. Ma il gruppo di testa comincia ad allargarsi. Oggi la capogruppo in Senato Laura Bianconi ha annunciato che resterà nella parte di partito che si allea con il centrosinistra. Di questa gamba faranno parte anche i ”sopravvissuti” dell’Idv. Il loro segretario Ignazio Messina è venuto allo scoperto proprio oggi: «Al momento stiamo dialogando per una coalizione che abbracci un’area liberal-democratica, insieme a Beatrice Lorenzin e a Pier Ferdinando Casini e poi insieme a tanti sindaci e amministratori, con cui mettere in piedi un progetto politico, per costruire la nuova ipotesi di governo». La gamba “radicale” L’ultima “gamba” - ma non per importanza - è quella radicale, capitanata da Emma Bonino e Benedetto Della Vedova. Si chiamerà “più Europa” e conta sulla norma che prevede una drastica riduzione nella raccolta delle firme per le liste. Un emendamento alla manovra taglia infatti del 75% le firme necessarie per presentarsi alle Politiche. È il suggello all’intesa con Renzi. © Riproduzione riservata Da - http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2017-12-13/centrosinistra-decolla-coalizione-4-simboli-162455.shtml?uuid=AEosKkRD
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Forum Pubblico / L'ITALIA DEMOCRATICA e INDIPENDENTE è in PERICOLO. / Consip, Sessa e Scafarto sospesi dal servizio per depistaggio
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inserito:: Dicembre 15, 2017, 08:41:45 pm
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Consip, Sessa e Scafarto sospesi dal servizio per depistaggio Secondo i pm romani i due ufficiali dei carabinieri avrebbero manomesso whatsapp dai cellulari per sviare le indagini 12 dicembre 2017 ROMA - Il maggiore Gianpaolo Scafarto e il colonnello Alessandro Sessa, ex ufficiali del Nucleo operativo ecologico, sono stati sospesi dal servizio per la durata di un anno. La misura interdittiva, firmata dal gip Gaspare Sturzo, è stata richiesta dalla Procura di Roma nell'ambito dell'inchiesta sulla fuga di notizie legate al caso Consip. Per Scafarto, già indagato per falso e rivelazione del segreto d'ufficio, è scattata anche l'ipotesi di depistaggio. Stessa ipotesi per Sessa, già iscritto sempre per depistaggio in relazione alle false dichiarazioni rese al pm. La nuova accusa di depistaggio si riferisce all'eliminazione delle comunicazioni intercorse tra i due al fine di sviare, secondo l'accusa, le indagini della procura sulla fuga di notizie riguardanti l'inchiesta a suo tempo aperta a Napoli su Consip. Secondo le accuse, Sessa avrebbe chiesto aiuto a Scafarto per eliminare il backup automatico dell'applicazione Whatsapp, usata dai due per scambiare informazioni sull'inchiesta. Il tutto avvenne quanto Scafarto era già indagato e il suo smartphone era già stato sequestrato dagli inquirenti. Scafarto reinstallò l'applicazione sullo smartphone del suo superiore dopo aver distrutto messaggi e documenti indispensabili all'indagine sulla fuga di notizie che ha coinvolto esponenti di spicco dell'Arma. Per il gip il comportamento dei due fu deliberatamente volto alla distruzione di prove. Per questo entrambi sono stati sospesi dal servizio per un anno, come chiesto dal procuratore aggiunto Paolo Ielo e dal pm Mario Palazzi, responsabili del fascicolo. La revoca al Noe della delega delle indagini, disposta dalla Procura di Roma nel marzo del 2017 nell'ambito degli accertamenti Consip, considerato "un fatto rarissimo", avrebbe dovuto consigliare il maggiore Gianpaolo Scafarto e il colonnello Alessandro Sessa "di agire in modo retto, probo e osservante dei propri doveri verso la legge e le istituzioni di riferimento e quelle di appartenenza". E invece "sembra essere stata proprio questa appartenenza l'occasione prossima per consumare altri delitti per le finalità di depistaggio". È uno dei passi dell'ordinanza di applicazione della misura interdittiva della sospensione dalle funzioni firmata dal gip Gaspare Sturzo nei confronti dei due ex ufficiali del Noe, reparto che si occupò inizialmente su input della Procura di Napoli delle indagini Consip. E Scafarto e Sessa risultano ancora in servizio. "Sappiamo come l'accusa abbia accertato, addirittura - prosegue il gip - la promozione a maggiore dello Scafarto. Ne deriva che, allo stato, entrambi gli indagati risultino dagli accertamenti riferiti come ancora in servizio e, quindi, in grado di trarre occasione prossima dall'uso attuale dei poteri di polizia giudiziaria connessi al ruolo di ufficiali dei Carabinieri". Dunque, a parere del gip, oltre al pericolo di reiterazione del reato (la distruzione di documenti contenuti nei rispettivi cellulari al fine di sviare le indagini) c'è anche quello di inquinamento probatorio. "L'attuale presenza in servizio di Scafarto e Sessa, in un contesto gravissimo di operazioni di falsi e depistaggio quanto alle numerose indagini connesse in corso, va a incidere concretamente in un contesto in evoluzione su cui tali soggetti sia in rapporto ai subordinati che all'interno della scala gerarchica dei Carabinieri, alcuni dei quali soggetti iscritti per rivelazione del segreto", al punto che le stesse indagini "possono essere danneggiate o forzate per conclusioni non veritiere". Per il giudice, è sufficiente rileggere i whatsapp tra Sessa e Scafarto del 7 e del 23 settembre 2016 per comprendere come certe loro discusse opzioni investigative, poi non adottate, nei confronti dei superiori abbiano la necessità di un reale chiarimento oggettivo". © Riproduzione riservata 12 dicembre 2017 Da - http://www.repubblica.it/politica/2017/12/12/news/consip_sospesi_scafarto_sessa-183878941/?ch_id=sfbk&src_id=8001&g_id=0&atier_id=00&ktgt=sfbk8001000&ref=fbbr
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Forum Pubblico / Gli ITALIANI e la SOCIETA' INFESTATA da SFASCISTI, PREDONI e MAFIE. / CENTROSINISTRA APERTO. Lista Insieme Psi Verdi
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inserito:: Dicembre 15, 2017, 09:43:44 am
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CENTROSINISTRA APERTO Pubblicato il 14-12-2017 Lista Insieme Psi Verdi “Insieme”: è questo il nome con cui scendono in campo, a fianco del Pd, Psi, Verdi e Area Civica, i prodiani. Sul simbolo, oltre alla scritta “Italia Europa”, compaiono, su uno sfondo bianco, i simboli dei Verdi, del Psi e il bollo arancione di Aera Civica e figura, al centro, un ramoscello d’Ulivo. In alto le parole ‘Italia Europa’. Gli elettori troveranno sulla scheda per le politiche questo simbolo, alleato con il Pd. Oggi a Roma la presentazione ufficiale. Presenti Riccardo Nencini, segretario del Psi, Angelo Bonelli e Luana Zanella (Verdi), Giulio Santagata (prodiano). In sala la ‘benedizione’ del Pd è stata portata dal vicesegretario Maurizio Martina e da Piero Fassino. Presente anche Ernesto Auci del gruppo Misto. Per il Psi presenti anche Pia Locatelli, Enrico Buemi, Oreste Pastorelli, Mariacristina Pisani, Gian Franco Schietroma, Silvano Rometti. “E’ un ricordo che non è nostalgia ma impegno”, spiega il prodiano Giulio Santagata presentando una lista che, rimarca, “non vuole essere testimonianza ma contribuire alla linea programmatica del centrosinistra”. Santagata pone l’accento sulla parole insieme perché ci sono questioni che “Italia e Europa non possono affrontare con una visione localistica”. È il momento di darsi una scossa, non basta l’indignazione suscitata dalla informazione televisiva o dalle notizie lette su internet. “Per questo – continua Santagata – ho tolto dal chiodo le mie scarpe. Per rimettermi in cammino tra la gente. Bisogna darci una mossa. Non si può stare a guardare e rilanciare l’idea che un paese ricco di risorse come il nostro può e deve fare un salto in avanti”. Il ramoscello al centro del simbolo rappresenta il legame con la stagione dell’Ulivo. “Non la nostalgia – aggiunge Santagata – ma l’impegno. Quando abbiamo vinto quelle campagne elettorali – sottolinea riferendosi al 1996 e successivamente al 2006 quando Prodi andò a Palazzo Chigi esattamente a 10 anni di distanza una dall’altra – è perché il nostro impegno è stato premiato. È grazie all’impegno che abbiamo vinto”. “Oggi il centrosinistra va migliorato. Pd e alleati hanno governato con luci e ombre. Bene le luci, ma bisogna illuminare le ombre contribuendo a definire le linee programmatiche dei prossimi anni”. Il bollo arancione di Area Civica richiama, cromaticamente, il movimento che faceva capo al “grande assente” della lista a sinistra del Pd, Giuliano Pisapia. “Dieci anni fa – aggiunge – avremmo assistito ad una grande corsa verso il centro, ora si rischia di assistere ad una corsa verso le estreme. C’è una disgregazione delle aree centrali del Paese che non segue una direttrice chiara”, spiega l’esponente prodiano secondo il quale la parola chiave del contributo di Insieme è “sostenibilità: ambientale, ma anche sociale, in un Paese diviso, dove le diseguaglianze sono diventate intollerabili”. Presenti, alla conferenza stampa, anche il vice segretario Pd Maurizio Martina e Piero Fassino, il tessitore della coalizione di centrosinistra scelto da Matteo Renzi. Il segretario del Psi Riccardo Nencini mette in rilievo la necessità di partire dalla sostanza. Dalle idee. “Chiediamo subito un tavolo del centrosinistra – afferma Nencini – per discutere un progetto da portare a tutti gli italiani. A gennaio ci saranno le primarie delle idee, porteremo le nostre proposte in tutte le piazze d’Italia”. “Noi siamo una sorta di Pordenone Calcio vogliamo creare passione e ripetere una stagione di vittorie”, spiega Nencini con riferimento alla “favola” della squadra friulana fermata solo ai rigori dall’Inter in Coppa Italia. “Abbiamo ultimato un lavoro che durava da mesi. Siamo soddisfatti del lavoro fatto. È un simbolo inclusivo. Inclusivo significa che porta con se i figli di una storia politica importante. Però un simbolo aperto, ove mondi e culture che volessero riconoscersi in questa storia, possano trovare porte aperte e finestre spalancate”. Mentre Angelo Bonelli, presidente dei Verdi, ricorda come la formazione ambientalista sia “tra i fondatori dell’Ulivo” e sottolinea, senza citare Giuliano Pisapia: “La scelta che altri hanno fatto di non contribuire al centrosinistra non la condividiamo per due ordini di motivi. La presenza forte di ecologisti in Parlamento può contribuire a far cambiare una rotta che fino ad oggi non ci ha convinto. Serve un centrosinistra diverso, nuovo con politiche ambientali innovative”. “Le emergenze ambientali che sono una crisi economia e sociale profonda chiedono l’urgenza di processi di governo se vogliamo veramente salvare non solo il nostro paese, ma complessivamente il pianeta. Le politiche sul clima, le politiche energetiche, l’innovazione per esempio nell’industria automobilistica per superare quelle resistente verso l’auto pulita, sono nostri obiettivi molto importanti”. “Non può essere indifferente – conclude Bonelli – il futuro di questo Paese. Un futuro consegnato nelle mani di Berlusconi, Salvini, Meloni è un incubo, sia dal punto di vista delle politiche ambientali, sia da quello delle politiche sociali che di quello delle politiche internazionale”. L’apprezzamento del Pd arriva dalle parole di Piero Fassino: “La formazione del rassemblement di ispirazione ulivista ‘Insieme’ rappresenta un contributo importante per una nuova stagione di centrosinistra, fondata su una coalizione ampia, plurale e inclusiva”. “Si ritrovano in ‘Insieme’ culture e esperienze – l’ambientalismo, il riformismo socialista, il femminismo, il pensiero progressista, il civismo – che hanno condotto e conducono ogni giorno un comune impegno nel governo dell’Italia e nella guida di tante Regioni e Città. Un patrimonio prezioso di esperienze e idee su cui il centrosinistra può contare per dotarsi di un programma credibile per un’Italia moderna e giusta”. Da - http://www.avantionline.it/2017/12/lista-psi-verdi-prodi-nencini/#.WjKvO9_iaUk
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Forum Pubblico / CENTRO PROGRESSISTA e SINISTRA RIFORMISTA, ESSENZIALI ALL'ITALIA DEL FUTURO. / COMBATTERE LA VERGOGNA CON IL SILENZIO È ANCORA BUONA COSA (BRIZZI E BOSCHI)?
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inserito:: Dicembre 15, 2017, 09:42:04 am
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COMBATTERE LA VERGOGNA CON IL SILENZIO È ANCORA BUONA COSA (BRIZZI E BOSCHI)? MICHELE FUSCO 11 dicembre 2017 Uno dei grandi temi di questa epoca ha una tale profondità da rivestire persino un tratto estetico: come potersi difendere da un’infamia che in un certo momento della vita ci si rovescia addosso. Come viverla nel tempo, soprattutto, in attesa di una risoluzione giudiziaria che magari costerà anni e anni di tribunali. E se invece nessun giudice togato si esprimerà, resterà scolpita solo la ghigliottina di un tribunale del popolo? Non vi paia uno sfregio alla logica, ma qui paradossalmente importa ben poco la «verità» vera di tutta la questione e cioè se il soggetto sia effettivamente colpevole o innocente. Qui il centro è proprio un altro e riguarda semmai il tempo infinito dell’attesa, in cui la sentenza di colpevolezza è già stata emessa da giornali e dalla gente cosiddetta comune. Ecco, come si deve vivere quel tempo, come lo si deve vivere da “innocenti” perché, innocenti o colpevoli che siamo, nessuno di noi ammetterà mai d’aver compiuto qualcosa di riprovevole. Ammesso che qualcosa di riprovevole si sia compiuto. Spesso in questi casi si evoca il garantismo come ombrello protettivo di tutte le coscienze. Io sono garantista, ci si proclama così in genere nei salottini medio-buoni, evocando Enzo Tortora al minuto sette della prima discussione. Ma che cosa vuol dire in concreto? Spesso il garantismo c’entra nulla con quelle storiacce che hanno come interlocutore-avversario solo il sentimento comune. Prendiamo le molestie di casa Italia, che recentemente hanno portato un certo regista sulle prime pagine. Che cosa ha a che fare il garantismo con la storia amara di Fausto Brizzi? Probabilmente non ci sarà un processo, non saranno interessate le istituzioni, magistrati non interverranno, dunque nulla che riconduca a “rigorosa osservanza della garanzie giuridiche a tutela dell’individuo sottoposto ad azione penale”. Il garantismo qui è solo un bellissimo concetto, espresso a sproposito. In questi casi, senza avvocatoni e super magistrati di mezzo, l’uomo comune riprende pienamente la sua personalità, senza mediazioni culturali imposte dall’alto, di chi spesso utilizza la cultura come medium sbilanciato per la formazione del consenso. Siamo finalmente soli a combattere le dicerie o piuttosto a dar seguito alle malevolenze più bieche. È una fatica improba a cui il semplice cittadino è chiamato nella pienezza dei suoi mezzi intellettuali: formarsi un’opinione personale sulla base non di carte giudiziarie e di soloni che le interpretano, ma “semplicemente” di sensazioni, del passaparola di amici e conoscenti, di ciò che raccontano i giornali, insomma quel tanto di strapaesano cha va maneggiato con moltissima cura. È un vero percorso ad ostacoli che merita la fatica del dubbio, anche se il trascinamento verso il basso sarebbe l’operazione più a buon mercato e più comoda. Bene, fatta la fatica, allora sì, la si potrà far valere nei luoghi deputati alle discussioni (famiglia, bar, ufficio, stadio, amici, gite fuori porta, ecc.). Non è un po’ riprendersi la radice della nostra vita sociale, senza indottrinamenti esterni? Parimenti fondamentale è l’estetica dei comportamenti delle persone attraversata da un incubo mediatico e sociale. Non c’è una sola via e nessuno può dire con certezza quale sia quella più giusta. Certo fa impressione quando i soggetti investiti da uno scandalo scelgono (o forse è una vera costrizione) di eliminarsi dalla scena sociale, letteralmente spariscono, si autoeliminano fidando sul tempo che stinge ogni cosa e ogni cosa fa dimenticare. Due casi recenti, quello appunto del regista Brizzi e l’altro del papà di Maria Elena Boschi, qualcosa pur ci dicono. Il regista, accusato di molestie da un certo numero di soggetti, non è più mediatamente raggiungibile. Persino chi vi scrive lo ritrovava agevolmente la mattina in un certo bar di Roma, tal Settembrini, dove amava ricevere collaboratori o bere un caffè con la compagna. Ora è sparito, c’è chi lo dà chiuso in casa, patito e sofferente. Giusto una foto rubata per strada, mentre cammina con moglie e figlia (si è rasato la barba, come per una modesta trasformazione estetica). Da quando è scoppiato lo scandalo, le uniche parole le ha affidate al suo avvocato per declinare ogni responsabilità in merito ai racconti delle attrici che lo accusano. Ciò su cui ci si interroga è se esista anche un’altra via per mostrare la propria innocenza, per gridarla al mondo, per ristabilire l’ordine naturale della propria vita di persona perbene. E non può essere un tribunale perché probabilmente non ci saranno processi giudiziari. Dunque restano solo le mani nude, resta solo la voce. Rispetto alle accuse, che sono terribili, la risposta di sparire è di per sé, per l’opinione pubblica, una parziale ammissione di colpevolezza. Non sostenere la vergogna, non presentarsi con la propria faccia, non controbattere colpo su colpo, tutti indizi che portano a un convincimento “inevitabile”. Sarebbe ingeneroso – volendo credere alla versione di Fausto Brizzi – immaginarne uno scatto in avanti, un’uscita dal ghetto in cui si è rinchiuso, sarebbe pensabile di chiedere proprio a lui di urlare la proprio innocenza sulla pubblica piazza, incatenandosi fino alla fine delle forze, opponendo semplicemente la forza di sé stesso a tutto ciò che di terribile vogliono attribuirgli? E così per Pier Luigi Boschi, padre di Maria Elena. L’impressione di vedere un signore settantenne che, fuori dalla propria casa, scappa incappucciato da un giornalista è stata davvero molto forte. Il padre di una importante carica dello Stato che nasconde il volto, la nostra parte più giudiziosa da opporre alle maldicenze del mondo. Che cosa si oppone tra il vergognarsi così platealmente e il rivolgere al cronista qualche semplice, gentile, ma altrettanto ferma parola di non disponibilità al dialogo? È così insostenibile assumere su di sé il peso di una disciplina comportamentale ed estetica che consentirebbe agli “esterni” di apprezzare magari il decoro con cui una certa personalità affronta le difficoltà della vita sociale? Si badi bene, qui non si chiede ai vari soggetti interessati di rispondere a domande, di dare qualsivoglia spiegazione al primo giornalista che passa. Per carità. Il diritto a non dir nulla è sacrosanto. Però, un’altro modo di stare al mondo dovrà pur esistere. Marco Pannella ci ha raccontato perfettamente che una certa forma di violenza su di sé, da lui sempre professata e applicata, è stato il modo più efficace per cercare di “imporre” un diritto che in quel momento non era ancora tale. Forse si rendeva lucidamente conto che in questa società battersi per un diritto prelude a un combattimento molto aspro, in cui le regole non sono affatto definite. Si giocherà sporco, sapendolo. Crediamo che oggi, battersi per la propria innocenza richieda uno scatto in avanti (estetico e di contenuti) che possa contemplare dignità e provocazione. Da - http://www.glistatigenerali.com/costumi-sociali_partiti-politici/combattere-la-vergogna-con-il-silenzio-e-ancora-buona-cosa-brizzi-e-boschi/
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Forum Pubblico / ITALIA VALORI e DISVALORI / EUTANASIA - I diversi approcci all'eutanasia nel mondo
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inserito:: Dicembre 15, 2017, 09:37:12 am
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Eutanasia
Di Demetrio Neri - Dizionario di Medicina (2010)
I diversi approcci all'eutanasia nel mondo
Il tema dell’eutanasia è legato alle complesse questioni etico-filosofiche e antropologiche del senso stesso della vita e della morte come segno dell’umana finitezza e fragilità, della disponibilità o indisponibilità della vita sia da parte di altri, sia da parte del soggetto stesso, e quindi, sul piano morale e sul piano giuridico, del divieto di uccidere e della liceità del ‘suicidio razionale’. La letteratura in proposito è immensa e si può ben dire che, sul tema, la filosofia e le religioni hanno già detto tutto quel che si poteva dire, sia a favore sia contro. Le novità del dibattito corrente. Dagli anni Settanta del 20° sec. in poi, con la nascita e lo sviluppo della bioetica, questo antico dibattito ha ripreso forza perché sono emersi nuovi aspetti del tema della fine della vita umana, legati ai mutamenti strutturali delle condizioni del morire nell’epoca della medicina tecnologica: oggi siamo in grado di salvare molte più vite che in passato, ma in alcuni casi questo si traduce nel procrastinare il momento della morte in condizioni che le persone possono considerare non rispettose della loro dignità. Non sempre è facile stabilire se stiamo aggiungendo vita ai giorni o solo giorni alla vita. Sono state introdotte nuove nozioni, come la distinzione tra la vita intesa in senso meramente biologico e la vita intesa in senso biografico, e ci si è chiesti se, a salvaguardia della dignità della persona nelle fasi finali della vita, debba contare di più la sua durata o la sua qualità. Il dibattito si è quindi spostato dal terreno etico-filosofico a quello giuridico: non si discute più soltanto delle ragioni per le quali singoli atti di eutanasia possono essere giustificati o meno sul piano morale, quanto dell’opportunità di modificare il modo in cui tali atti sono qualificati sul piano giuridico, e cioè in termini di divieto sanzionato da pene severe, ma quasi mai applicate nella pratica giudiziaria. Da un lato, ci si chiede perché continuare a qualificare come criminale un atto che, una volta portato all’attenzione del giudice, non viene considerato meritevole di punizione: non sarebbe opportuno modificare le norme giuridiche per renderle più adeguate a un diffuso mutamento (stando a numerose inchieste) della sensibilità sociale in tema di fine della vita umana? Dall’altro lato, vi è chi avanza il timore che un’eventuale attenuazione del rigore delle norme poste a protezione della vita umana potrebbe avere effetti indesiderabili in termini di erosione del rispetto dovuto alla vita, giungendo infine a giustificare la soppressione di tutti coloro che non sono utili alla società (argomento del «pendio scivoloso»). Il dibattito è tuttora in corso e, pur con differenze connesse alla peculiarità dei vari ordinamenti giuridici, si possono individuare almeno tre orientamenti. Eutanasia attiva. L’approccio largamente dominante resta fermo al carattere antigiuridico dell’eutanasia, talvolta prevista come specifica ipotesi di reato (in genere con pene leggere, fino ad arrivare alla non punibilità), ma più spesso ricondotta, come nel nostro codice penale, al reato di omicidio (art. 475), di omicidio del consenziente (art. 579) e di aiuto al suicidio (art. 580). Il primo Paese a legalizzare l’eutanasia è stato il Northern Territory of Australia, con una legge del 16 giugno 1995, poi abrogata dal Parlamento federale australiano il 25 marzo 1997. Dal 1º apr. 2002 l’eutanasia attiva è legale in Olanda, in base a una legge approvata a seguito di un vasto dibattito iniziato già negli anni Settanta, e dopo circa un decennio di sperimentazione di una forma di ‘non punibilità’ di atti di eutanasia su richiesta del paziente, eseguiti in accordo a un protocollo redatto dall’Associazione medica olandese. L’esempio olandese è stato seguito dal Belgio (con una legge del 16 maggio 2002) e dal Lussemburgo (con una legge del 19 febbr. 2008). In altri Paesi se ne discute: per es. in Colombia, a seguito di una nota sentenza della Corte costituzionale del 20 maggio 1997 che ha reso di fatto legittimo ‘l’omicidio pietoso’ su richiesta del paziente. Assistenza medica al suicidio. È una modalità legalmente possibile in tutti gli Stati il cui ordinamento non preveda il reato di aiuto al suicidio (come Germania, Francia, Finlandia, Svezia, Canada). Gli esempi più noti sono la Svizzera, dove esistono centri privati nei quali i pazienti vengono aiutati a morire, e l’Oregon (USA) che, con una legge dell’8 nov. 1994, poi confermata da un referendum del 27 ott. 1997, consente ai medici di prescrivere ai pazienti che lo richiedano la dose appropriata di farmaco, purché i pazienti compiano da sé l’ultimo gesto. Sulla stessa linea, più recentemente, si è collocato lo Stato di Washington (2008). Forme passive. Si identificano come forme passive di eutanasia quelle condotte che ‘lasciano accadere’ l’evento morte attraverso la non attivazione o l’interruzione dei trattamenti che tengono in vita il paziente, accompagnate dall’apprestamento di cure palliative idonee a controllare la sofferenza terminale. È l’approccio più diffuso nel mondo, in conseguenza della sempre maggiore affermazione e accettazione del principio di autodeterminazione nei confronti dei trattamenti sanitari, e per effetto di note sentenze giudiziarie (come negli Stati Uniti) o dell’interpretazione evolutiva di norme già esistenti (come in Italia, a partire dagli artt. 13 e 32 della Cost.), o di specifiche leggi organiche concernenti il consenso informato ai trattamenti sanitari e i diritti del paziente (di solito con l’estensione anche agli stati di incapacità decisionale per mezzo del cosiddetto testamento biologico). Quest’ultima strada è stata seguita dalla Danimarca con la legge sullo «statuto giuridico del paziente» (1998), dalla Spagna con una legge del 2002 «sui diritti dei pazienti», dalla Francia con una legge del 2005 relativa ai «diritti del malato e alla fine della vita».
Demetrio Neri
Da treccani.it
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