ADINOLFI -

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Admin:
Ieri 11 maggio 2008, 16.31.24

Idee o potere, il Pd con chi sta?

Non credo che il Pd debba accodarsi necessariamente al linciaggio politico di Marco Travaglio e Fabio Fazio, anzi, se devo scegliere tra loro e Renato Schifani io so con chi sto.

Alla senatrice Finocchiaro dico che non è proprio necessario correre in soccorso della maggioranza in ogni occasione, per rendere sempre più evidente che la nostra opposizione è morbida e amichevole. Noi difendiamo il diritto anche di Travaglio, per il quale non provo un'istintiva simpatia, a far ascoltare le proprie riflessioni attorno ad un figura delle istituzioni. Sono certo che nei meccanismi mediatici asserviti che caratterizzano la condizione di giornali e tv in Italia, non mancheranno a Schifani occasioni per la beatificazione. Credo che noi democratici dobbiamo difendere la libera circolazione delle idee, anche quando critica magari duramente gli uomini del potere.


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All'opposizione di questo Veltroni
sabato 10 maggio 2008, 15.23.00
La riunione odierna del coordinamento di Generazione U ha deciso di dare vita a un movimento interno di opposizione all'attuale leadership del Partito democratico, per evitare al progetto per il quale dal 6 maggio 2006 ci siamo collettivamente spesi di naufragare definitivamente dopo le elezioni europee del 2009, che saranno disastrose se permarrà la linea immobilista degli sconfitti-inamovibili del loft.

Giovedì andremo a dire qualcosa al coordinamento nazionale del Pd di cui facciamo parte. Dal giorno successivo lavoreremo a un'iniziativa pubblica per ritrovarci insieme a tutti coloro che pensano che il Partito democratico meriti un domani migliore dell'attuale presente.

Forza, il futuro c'è.


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Un altro capolavoro
venerdì 9 maggio 2008, 18.51.00
Il risultato del 14 aprile del Pd equivale al miglior risultato mai avuto dal Pci. Il governo ombra è una strepitosa e molto efficace idea che ebbe il Pci, di conseguenza è giusto che lo guidi uno che viene del Pci, che ci sia un ministro-ombra degli Esteri che quando trent'anni fa ammazzavano Aldo Moro era già un brillante dirigente del Pci, che il ministro-ombra dell'Economia sia uno che viene dal Pci più figo e vincente, che pure il ministro-ombra degli Interni sia uno tosto che viene dal Pci. La strategia pare sia il recupero dei voti al centro.

E il rinnovamento? Ah, sì, scusate. Loro mettono una trentacinquenne ministro della Pubblica Istruzione, vuoi mettere il fascino dell'usato sicuro di donna Maria Pia Garavaglia. L'over sixty tranquillizza i nostri elettori. Il figlio di papà e la brava ragazza obbediente, comunque, ci sono.

Insomma. Un altro capolavoro. Bravi. Clap clap. Ormai mi viene da ridere. Io non voglio vedere il Partito democratico ucciso tra un anno alle europee dall'insipienza di questi dirigenti incapaci.

Se, dopo tutto quello che è successo, il rilancio che riescono a proporci è l'eterno provvisorio compromesso tra Massimo e Walter costruito sul quadrumvirato ombra Veltroni-Fassino-Bersani-Minniti, allora vuol dire davvero che i democratici che hanno a cuore la sopravvivenza del Pd come esperienza nuova del quadro politico italiano, per far vincere le idee di progresso contro la proposta delle destre conservatrici, devono darsi una mossa.

E in fretta, altrimenti tra un anno alle europee con questo immobilismo andremo al disastro definitivo.


da il blog di Adinolfi

Admin:
Oggi 13 maggio 2008, 3 ore fa

Berlusconi: discutiamone in diretta tv

Il discorso di Berlusconi alla Camera? Generico, ma non brutto.
Il governo Berlusconi su cui ha chiesto la fiducia?
Preoccupante e da battere, ma non composto da personalità indegne.

Comunque la pensiate, oggi qui si parla di Berlusconi, è il suo giorno. Ne discutiamo sul blog e in diretta tv dalle 15 (potete chiamare 800.198667, numero verde gratuito da tutta Italia, il canale 890 di Sky è Nessuno Tv ed è visibile anche in streaming web).

Non mi sembra di vedere luce in fondo al tunnel. How long must we sing this song?


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L'appuntamento di Veltrusconi

Ieri 12 maggio 2008, 17.36.00

Mi sembra assolutamente inopportuno che il leader di quella che dovrebbe essere un'opposizione seria e intransigente prenda appuntamento con il presidente del Consiglio subito dopo la fiducia.

Mi pare che dovremmo avere altre priorità, dopo il voto di fiducia che il governo otterrà. Dovremmo rendere credibile la nostra opposizione, strutturarla per renderla credibile al di là del giochino del governo ombra, che ogni giorno che passa sembra sempre di più l'ombra del governo. Frattini prende una posizione su Unifil e Libano? Fassino approva. Tutto il centrodestra attacca Travaglio? Finocchiaro approva. Berlusconi ottiene la fiducia? Veltroni prende appuntamento. No, non ci siamo. Veltroni sa bene, come so bene io, che il popolo del Partito democratico non vuole l'inciucio. A loro dobbiamo rispondere, dimostrando nettezza di linea, di programma alternativo, di comportamento. Mi sembra questa la priorità.


da blog di Mario adinolfi

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Oggi 14 maggio 2008,

Siamo sotto ipnosi

Floris: "Letta, c'è qualcosa che non le è piaciuto del discorso di Berlusconi?"

Letta (dopo averci pensato): "No".


Ecco, ieri sera mentre sgranavo gli occhi guardando Enrico Letta (sì, è Enrico, quello nostro, il nipote insomma) a Ballarò pensavo alle ragioni di questa arrendevolezza che si tramuta in una totale assenza di indentità del Partito democratico. Poi sono uscito per andare a giocare una partita a poker e nel tragitto che mi portava al tavolo verde (partita, sia detto per inciso, conclusa con esito trionfale per cui ho capito che va riaggiornato il detto e la fortuna al gioco deve essere indirettamente proporzionale alla sfortuna politica e l'amore non c'entra una mazza) ho visto che Roma è tappezzata di manifesti per un'iniziativa che oggi Enrico Letta, ministro ombra del Partito democratico, organizza con Amedeo Piva, già assessore delle giunte di centrosinistra e secondo dei non eletti del Pd alla Camera nella circoscrizione Lazio 1. Ospite d'onore di Letta e Piva? Gianni Alemanno.

Sono andato a dormire tardi e ho puntato la sveglia per ascoltarmi la replica di Berlusconi alla Camera e ho anche riso per la battuta finale, ma era un riso che sapeva di resa. E volemose bene e poi Veltroni che ha detto che è tutto merito suo e in effetti...

Allora ho capito: mi sa che siamo sotto ipnosi. Il Mago di Arcore deve essere riuscito ad agitare il pendolino di Maurizio Mosca conducendoci nella notte dove tutte le vacche sono nere e questa è una citazione di Hegel che contestava l'idea di assoluto che aveva Schelling, un assoluto dove l'identità di cose e persone e idee si perdeva. E aveva ragione Hegel.

Io non sono mai stato definibile come un antiberlusconiano e non arriverò mai a pensare che ci definiamo in opposizione a qualcun altro, anche se dire ciò che non siamo è sempre un passo avanti. E se avessi parlato a Ballarò o in aula avrei detto che il discorso di Berlusconi era generico e per questo non era brutto, ma diventava terribile se si pensava a tutto il non detto, a tutto il taciuto. E noi, poiché siamo sotto ipnosi, non siamo stati capaci di dire che non votiamo la fiducia perché siamo il Partito democratico, che nell'insegna di questa ditta c'è scolpita un'idea di partecipazione dei cittadini alla cosa pubblica che è l'esatto opposto dell'idea di efficienza (in cui la democrazia diventa oggettivamente un optional) propria di queste destre; siamo il Partito democratico che crede nell'uguaglianza delle opportunità come valore fondante e dunque sfida il governo a fare vere liberalizzazioni, abolendo le barriere d'accesso alle professioni e intaccando le vere rendite di posizione dei potenti di questo paese; siamo il Partito democratico che non tollera l'ingiustizia e ancor meno tollera che si sia resa legale, ma non per questo giusta, l'illegalità attraverso norme ad personam come quelle sul falso in bilancio e sull'accelerazione dei tempi della prescrizione dei reati, che sono oltraggi al diritto; siamo il Partito democratico che ha la sua radice in un'idea alta del lavoro e non tollera l'esistenza di un esercito di precari su cui il governo nascituro non ha inteso spendere una parola o una promessa, fermandosi a dire che detasserà gli straordinari e darà più soldi a chi un lavoro stabile ce l'ha già; siamo il Partito democratico che crede all'idea di Europa e la rispetta e ne rispetta le sentenze, come quella su Europa 7 e Retequattro, che ripropone tutta intera la questione del conflitto di interessi; siamo il Partito democratico che nasce e vive nel terzo millennio e trova intollerabile la condizione in cui versano ricerca scientifica e innovazione nel nostro paese, con le risorse inchiodate all'1% del Pil e noi pretendiamo che siano almeno raddoppiate e siamo scandalizzati che anche su questo il presidente del Consiglio abbiamo semplicemente taciuto; siamo il Partito democratico che ha tratto legittimazione dalle primarie, crede nella democrazia diretta e si farà promotore di una legge sulle primarie obbligatorie e normate per legge, sulla democrazia interna ai partiti, visto che il partito del presidente del Consiglio è oggi un partito padronale, privo di democrazia interna.

Avremmo dovuto utilizzare l'occasione di questo dibattito alla Camera per cominciare a definire davvero l'identità del Pd, ma siamo sotto ipnosi e non l'abbiamo fatto. E allora volemose bene e se po' fa' e regaleremo valanghe di consensi a Di Pietro da una parte e alla sinistra radicale dall'altra e altri ancora a chi penserà che a questo punto è meglio votare direttamente Pdl e tra un anno, dopo il disastro delle europee, forse dall'ipnosi ci sveglieremo e voglia iddio che non sia troppo tardi.

dal blog di Mario Adinolfi

Admin:
16 maggio 2008, 2.31.30

E' andata così



E' andata così, come scritto nella cronaca di Libero, grazie alla penna intelligente e attenta della giovane Elisa Calessi.

La sostanza politica della riunione del coordinamento del Pd di ieri è stata nella tregua concessa da Massimo D'Alema a Walter Veltroni, che nei novanta minuti di relazione ha citato un paio di volte la fondazione Italianieuropei e un altro paio di volte la necessità di radicamento sul territorio del partito. Segnali di fumo che vogliono dire che l'accordo c'è e fino alle europee andremo con il tandem Veltroni-Franceschini, intanto scalda i muscoli il tandem di scorta Bersani-Letta (quello per il dopo-disatro del 2009) che prima dell'inizio del coordinamento si sono appartati a parlottare.

L'analisi della sconfitta? Per Veltroni è chiara la motivazione, abbiamo perso per colpa di Prodi e perché le sinistre riformiste perdono in tutta Europa. Ora bisogna lavorare "con pazienza", il che vuol dire tradotto che l'anno di tregua va bene, nel frattempo c'è da "dialogare" con Berlusconi e lì c'è la fonte della legittimazione del permanere di tutti costoro che non hanno capito che tra un anno avremo un tracollo per via dell'emorragia di consensi verso Di Pietro, verso la sinistra radicale, verso lo stesso Berlusconi che sarà il re dell'abolizione dell'Ici.

Elisa Calessi racconta bene tutto quello che è accaduto, compreso il mio intervento, "unica eccezione" di esplicito dissenso in un clima di pace armata.

Questa la cronaca di Libero.

Chi non accetta la tregua, invece, è Mario Adinolfi, già candidato alle primarie. Quando ormai la riunione sta per chiudersi, finalmente ottiene la parola: "Walter, devi dimetterti. Come avviene in tutta Europa quando un leader perde". Il dialogo con Berlusconi? "Vai pure a pranzo con Silvio, ma questo partito cosa ci guadagna? Forse qualche posto in Rai per qualcuno". Altro che ottimismo: "La nostra gente è nel panico". E se si va avanti così "regaliamo le praterie a Di Pietro". Ma la sala, ormai, è vuota.

La cronaca è asciutta e sostanziale. Non può raccontarvi: l'attacco diretto in faccia a Goffredo Bettini per la sconfitta del "modello Roma" e lui che si alza e viene verso il podio dove sto parlando e tutti si aspettano che accada il peggio, lui poi mi aggira e si siede vicino a Walter; il battibecco con Veltroni che dice stizzito che "Gordon Brown non si è dimesso" (e grazie, erano amministrative, vedi se perde le politiche dove lo mandano); gli sms scambiati con Franceschini; il passaggio in cui ho spiegato che una classe dirigente che non sa cosa voglia dire accountability, non paga mai, non rende conto mai, non si dimette mai, neanche davanti alla peggiore delle sconfitte (e ho fatto l'esempio di Bassolino coperto di monnezza in Campania) perde credibilità e senza credibilità perderemo sempre e sempre peggio e se si vuole parlare a quella metà del paese che ha meno di 40 anni ed è agile e politicamente dinamica non si può presentare il Pd come l'ennesima riverniciatura buona a traghettare qualche centinaio di notabili alla tappa successiva dell'eterna transizione italiana.

Ho parlato dell'identità del Pd e di tutte le cose che in questi giorni avete letto qui. Dopo, un supernotabile mi è venuto vicino e mi ha detto: "Il tuo amico Di Giovan Paolo un giorno attaccò Forlani come hai fatto tu con Veltroni e dopo ci ha messo vent'anni a diventare parlamentare". E un altro: "Poveri i diciassette che ti precedono in lista a Lazio 1, ora saranno costretti a rimanere parlamentari per cinque anni e non potranno ambire a Csm, Strasburgo e authority varie, altrimenti scatta il tuo seggio e Veltroni questo ora non lo permetterà mai".

Un paio di donne importanti del partito hanno fatto un occhietto impaurito e complice (entrambe, chissà perché, stesso gesto) e uno di quelli che vorrebbe saper essere così netto ha detto ad alta voce: "Hai le palle quadre, sono orgoglioso di esserti amico". E va bene così.

Il 20 e 21 giugno è convocata l'assemblea costituente del Pd.

La battaglia continua.


dal blog di Mario Adinolfi

Admin:
Oggi 19 maggio 2008,

Eccovi il dialogo


Forse ricorderete, qualche giorno fa vi raccontavo dell'iniziativa di Enrico Letta e Amedeo Piva con Gianni Alemanno, figlia dell'idea che il Pd debba dialogare con le destre. Quello che segue è la cronaca di un pranzo raccontato da Edoardo Sassi del Corriere della Sera. No, non è il pranzo Veltroni-Berlusconi, ma serve a spiegare bene come lo stato maggiore del Pd immagini il dialogo con chi rischia di rovinare la democrazia italiana (sul mio blog su la7 ho scritto qualche riga in merito). Ottenendo cosa per il Pd? Poco o niente o quel che troverete descritto nell'articolo di Sassi. In compenso rovinando se stesso e perdendo l'anima.


IL PRANZO DI PIVA: "CHIEDI LA SEDE E LA MACCHINA"
di Edoardo Sassi per il Corriere della Sera

Trattoria in centro, ma di quelle di una volta, semplici semplici, disertate da vip e volti noti. L'ex assessore al sociale con la prima giunta Rutelli, il Pd Amedeo Piva, in procinto di prendere un incarico da Gianni Alemanno, parla liberamente con due esperti del settore che lo riempioni di consigli. Si parlarebbe di poveri, ma il punto è un altro. "Devono darci una macchina, eh! Certo, c'hai sessant'anni, mica puoi andare a piedi, e poi una sede, non una qualsiasi, una bettola, una sede vera. E poi anche tre consulenze eun dirigente, esterno però, uno dei nostri, esperto...".

La preoccupazione di cosa penseranno gli alleati di centrosinistra di una sua eventuale trasmigrazione sui lidi capitolini ormai a destra è tornata, ma risolta così: "Milana non è un problema, non conta un cazzo. I ds magari...basta non farla passare troppo come una cosa poltiica". La politica, in effetti, pare entrarci poco. Tante idee fra i commensali: "Gli possiamo organizzare una cosa tipo il Mundialito, con squadre di romeni e lo facciamo finanziare". E se il ruolo di Amedeo chez Alemanno fosse solo una superconsulenza priva di effettivo potere? "Bisogna evitare di non contare nulla, le cose non devono passare per il Consiglio comunale, sennò capirai, bloccano tutto. Costi, strutture, funzioni tutto deve gravare sul gabinetto del sindaco, lo schema prevede questo, che si approva tutto come ordinanza del sindaco. E bisogna ottenere un budget per gestione e funzionamento. E mettiamoci pure le utenze". E mettiamocele.



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Edoardo Sassi ha scattato anche una foto con il telefonino, così riconosco tra i due commensali di Amedeo Piva il giovane Federico Colosi, organizzatore del convegno con Alemanno sulla povertà. Attenzione, Piva e Colosi non sono i peggiori, anzi. Semplicemente, sono figli del clima che s'è creato. Si sono adeguati.


Il 7 giugno quelli di noi che pensano che con l'attuale classe dirigente e l'attuale linea consociativa si porterà il Pd al disastro, si incontreranno a Roma.

Noi, contro tutto questo, vogliamo fare qualcosa. Per non perdere l'anima. E non adeguarci mai.


dal blog di Mario Adinolfi

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