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Mario Adinolfi

Oggi 15 febbraio 2008, 3 ore fa

L'assemblea costituente, partendo dai blog


La riunione dell'assemblea costituente sancisce l'inizio ufficiale della campagna elettorale del Partito democratico. Sarà un evento denso di emozioni, razionalità, passione politica. Si voteranno dei documenti, generati dal lavoro di tre commissioni dove non sono mancate contraddizioni e lacune, che comunque rappresentano la nascita di qualcosa di davvero nuovo. Si voterà lo statuto, anch'esso ricco di quell'incrocio strano tra innovazione e incrostazione che è la cifra del Pd, ma alla fine conterà se saranno di più gli innovatori o gli incrostati a dare gambe e braccia alle idee nuove.

Sarà difficile per molti arrivare alla nuova Fiera di Roma per questa grande giornata di politica. E allora svolgiamo insieme i temi dell'assemblea, seguiamola insieme qui sul blog e sul forum New Media del Pd (qui il link per iscriversi). La straordinaria novità del Partito democratico può essere, insieme al rinnovamento delle facce, il rinnovamento dei luoghi e dei linguaggi della politica. Noi di Generazione U fin dalle primarie andiamo dicendo che la rete è il luogo naturale della politica del terzo millennio. Il nuovo luogo della costruzione del consenso attraverso il coinvolgimento nella generazione di contenuti collettivi, contrapposto al meccanismo top-down dei territori classici della propaganda elettorale.

C'è anche la questione dei nuovi linguaggi: poche parole, stringhe secche che si svuotino della dimensione retorica vuota, toccando piuttosto i nodi essenziali dei problemi. E' la comunicazione degli sms e di twitter, contratta in centocinquanta caratteri, ma non per questo meno ricca di potenzialità. Sono semplicemente potenzialità nuove interamente da scoprire. Territori insondati in cui edificare una dinamica principalmente emotiva: è l'area della nuova possibile passione politica.

Per tutti, per gli iscritti al forum New Media, per i blogger di Generazione, per il popolo della rete che vuole farsi protagonista di una battaglia di libertà, l'appuntamento è all'assemblea costituente. Non necessariamente nei padiglioni della Fiera, basta un computer o anche solo uno smartphone per esserci, perché il luogo della partecipazione ormai è ampio come la nostra potenziale libertà. Siamo insieme in modi totalmente innovativi, inventiamoli senza paura e senza cedere mai alla tentazione di restare soli.

Perché la novità dell'andare liberi è che comunque si è liberi solo stando insieme. E il dove è un concetto che cambia, come molti altri di questi tempi.

(poiché si annuncia un'assemblea costituente che durerà fino alle 23, la riunione di Generazione U è annullata, cerchiamo di vederci alla fiera di Roma e discutiamo qui)

da marioadinolfi.ilcannocchiale.it

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Ieri 25 febbraio 2008, 15.40.48

L'antipolitica è morta?

Mario Adinolfi


Sul mio blog su la7 ho scritto qualche riga sull'ansiosa intervista di Daria Bignardi a Giuliano Ferrara e anche sul seguente dialogo fico-cool-urban-chic della stessa signora con Dolce e Gabbana. Alle Invasioni Barbariche, programma che sembra abbia dato quel che aveva da dare e non è stato poco, è andata in scena a mio avviso la vera antipolitica. Questione che, dopo il Munnezza Day di Beppe Grillo a Napoli, mi ha fatto venire la curiosità sull'antipolitica di fine 2007. E se fosse morta, travolta e sostituita dal dibattito rumoroso e non-politico tra Ferrara e gli anti-antiabortisti?

Il cosiddetto confronto politico, le cosiddette battaglie culturali, quella roba che anima i giornali letti da sempre meno gente e i telegiornali visti solo dai rincoglioniti, ha bisogno sempre di una scappatoia, di una via d'uscita emotiva. L'antipolitica è da sempre quella via d'uscita, non l'ha inventata Beppe Grillo, in Italia trova spazio fin dai tempi di Bava Beccaris, ha avuto il suo trionfo con il fascismo, l'abbiamo vista reinterpretata in chiave fin-de-siécle con Tangentopoli, girotondi, beppegrillismi vari. Ora le viscere si attorcigliano attorno alla questione dell'aborto (e io sono più attorcigliato nel vedere Dolce e Gabbana gridare il loro sostanziale "brutto ciccione" a Ferrara tramite la finalmente a suo agio Daria, che nell'ascoltare il direttore del Foglio svolgere un suo ragionamento calmo e tutto sommato logico). E cos'è l'antipolitica se non un attorcigliamento di viscere?

Sì, storicamente in questo paese ci si incazza perché il governo è ladro. Poi ci si riaccasa docilmente nella maniera più conformista possibile, questa è la storia di tutti gli antipolitici nostrani. In questo senso, l'antipolitica è morta? Sì, assume il contorno non-politico del dibattito sull'aborto ed è messa all'angolo dalla novità veltroniana. Resta l'eccezione di Beppe Grillo, che va valutato su un piano a mio avviso diverso.

Per il suo Munnezza Day (oscurato dai media tradizionali), Grillo ha scelto i toni apocalittici e io vorrei vederlo scendere nel terreno più accidentato, ma più vero, del confronto democratico. Insomma, io sono interessato a quanto scrive il comico genovese sul suo blog quando parla di democrazia diretta, crisi dell'informazione italiana, ricostruzione di liste civiche dal basso, proposte di legge di iniziativa popolare. Quando la tecnica del mestiere di teatrante prende il sopravvento, mi pare che la forza del messaggio si affievolisca. Ma quel messaggio c'è, tutto intero, interessante e sarebbe bene non sottovalutarlo. Non è un dibattito consueto, sui consueti mezzi di comunicazione italici, che invece dimostrano un astio nei confronti di Grillo meritevole di migliori cause. Questa volta c'è di mezzo un mezzo nuovo: c'è la rete che alimenta la forza di quel messaggio. Che non potrà mai essere ingabbiato in un'intervista dalla Bignardi, dove l'antipolitica un po' cicisbea inevitabilmente dibatte e muore e dove la forza di una proposta politica interessante semplicemente non può trovare posto, per propria scelta.

Il Pd dovrebbe capire che il popolo che ancora gli manca per vincere le elezioni è qui, sulla rete, annidato nei meet up grilliani. E' un popolo ancora tutto da recuperare, non basta una soffocata alleanza con Di Pietro. Occorre un'alleanza con la rete e con i suoi cittadini, occorre portare dentro il confronto un po' meno buonismo e un po' più rabbia.

Perché è una rabbia non insensata.

...


da marioadinolfi.ilcannocchiale.it

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Ieri 26 febbraio 2008, 17.36.29

Nascono ufficialmente le liste Grillo

Vado piuttosto orgoglioso di aver scoperto per primo la natura politica dell'attivismo di Beppe Grillo, con un articolo scritto proprio su queste pagine nell'agosto di tre anni fa. Oggi arriva la notizia della candidatura a sindaco di Roma di Serenetta Monti, organizzatrice di un Meetup grilliano capitolino: io la saluto con un qualche entusiasmo.

Così come ieri sera ho provato a dire a un Filippo Facci inutilmente ripetitivo che, se il Pd ha avviato il cambiamento e il Pdl lo ha rincorso, molto lo dobbiamo a quel che è accaduto al V-Day.

La politica è cambiata perché centinaia di migliaia di persone si sono fatte vive dai loro blog e sono scese in piazza. Ora vengono a prendersi quello che è loro, con il metodo della democrazia diretta che noi abbiamo teorizzato alle elezioni amministrative fin dal 2001 (quando schierammo proprio a Roma la chiocciola e la sigla Democrazia Diretta, al comune e nei diciannove municipi, sfidando Veltroni).

Il tutto avviene nel silenzio mediatico e io sono atterrito dalla pianificazione con cui si è escluso il Munnezza Day dall'informazione tradizionale. L'ho detto ieri in televisione e lo ripeto qui.



Le liste Grillo non saranno presenti sul piano politico nazionale e la sfida a intercettare quel consenso è la sfida che noi nel Partito democratico dobbiamo raccogliere, per provare a vincere davvero le prossime elezioni.


dal blog di Mario Adinolfi

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28/2/2008
 
"Internet per tutti": la promessa della politica contro il digital divide
 
 
 
«Abbiamo proposto che ci sia Internet in ogni casa degli italiani, come la luce e l’acqua», ha proposto stasera il candidato premier Walter Veltroni, leader del Pd, parlando a Fano, seconda tappa del suo tour nelle Marche. «Non creiamo una nuova discriminazione», ha aggiunto riferendosi al divario digitale che separa chi accede e chi no al Web.

La possibilità di navigare su Internet in maniera comoda, facile e veloce in qualsiasi abitazione italiana, con la garanzia di un servizio come quello della fornitura di luce elettrica e gas, è una promessa che aspettavamo da tempo. In attesa di una promessa simile, o una controproposta al rialzo, anche da parte di Silvio Berlusconi - che non ha motivi per tirarsi indietro visto che dal punto di vista imprenditoriale la sua azienda (Mediaset) sui nuovi media sta investendo molto - ci sentiamo di commentare che sarebbe auspicabile che questa sensibilità dei politici verso la comunicazione digitale non si limitasse alle promesse in campagna elettorale.

E mentre in Italia si è appena chiusa la gara per il Wi-Max, l'Internet a banda larga senza fili necessaria per portare la Rete in tutte le case degli italiani, ricordiamoci che non si tratta solo di avere l'accesso, ma anche di alfabetizzazione, di cultura, di abitudine, che ancora da noi non c'è: perchè se è vero che oltre il 90 per cento delle aziende italiane ha Internet, solo il 28 per cento dei dipendenti la usa, denuncia l'ultimo rapporto Unctad (United Nations Conference on Trade and Development) sulla diffusione dell'Ict nel mondo.

Per questo emergono come casi ancora piuttosto isolati i contributi di alcuni noti blogger italiani come Beppe Grillo (il comico genovese), Mario Adinolfi (fondatore di Democrazia Diretta), e Fiorello Cortiana (ex senatore verde). In Italia è soprattutto grazie alle loro attività online che l'e-democrazia ha fatto il suo ingresso nei programmi della politica italiana.

Ed è in questo contesto che - in piena campagna elettorale - si affaccia su Internet il progetto "wiki-democracy", un progetto collaborativo per far sapere ai partiti che cosa pensano i loro elettori che abitano la Rete, che si pone l'obiettivo di aumentare la partecipazione dal basso. E' un buon inizio.   
 
 
da lastampa.it

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Oggi 29 febbraio 2008, 4 ore fa

E-democracy

Oggi 29 febbraio 2008, 4 ore fa

Quando scrivemmo il primo programma politico di e-democracy sembravamo marziani: 20 marzo 2001, nascita di Democrazia Diretta, sotto l'insegna della chiocciola.

Sette anni dopo, il sito del quotidiano La Stampa ci inserisce nella triade (con Beppe Grillo e Fiorello Cortiana) che prova a fare della rete un messaggio e non solo un mezzo.

"In Italia è soprattutto grazie alle loro attività online che l'e-democrazia ha fatto il suo ingresso nei programmi della politica italiana", scrive Anna Masera.
 
Abbiamo inventato qualcosa di nuovo, indicato una terra promessa o un continente sconosciuto, questo nessuno ce lo potrà mai togliere. Su quel terreno continuerà per sempre la nostra battaglia.

da marioadinolfi.ilcannocchiale.it

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Mario Adinolfi

Ieri 14 marzo 2008, 9.48.10

Diario di un blogger candidato alla Camera - Day 10


Silvio Berlusconi ha detto quella cosa imbecille sulla precaria che deve sposare un milionario e ovviamente s'è beccato la sua raffica di reazioni indignate. Ora, io all'indignazione preferirei impegni assai concreti e per non mettermi a fare sterili lezioncine, comincio da me. Semmai fossi eletto parlamentare, impegnerò il mio tempo per dieci obiettivi specifici (oltre che per sostenere con tutte le mie forze l'attività di governo di Veltroni, che nel suo programma ha chiaro l'elemento del reddito minimo per i precari e dell'accesso alla banda larga come diritto del cittadino, tra le cose che mi stanno più a cuore e che dunque non ripeterò).

1. Impegnerò il mio ruolo di parlamentare per portare l'investimento italiano in ricerca alla quota minima del 2% sul Pil (attualmente siamo sotto l'1%).

2. Impegnerò il mio ruolo di parlamentare per impedire qualsiasi aumento dei contributi previdenziali a carico dei precari (attualmente portato a uno scandaloso 26%, peraltro per la stragrande maggioranza casi inutile a costruire alcuna significativa pensione).

3. Impegnerò il mio ruolo di parlamentare per far approvare una legge sulle politiche abitative per le coppie under 40, con accesso a un mutuo a tasso agevolato che favorisca la formazione di nuove famiglie.

4. Impegnerò il mio ruolo di parlamentare per abbattere le barriere d'accesso alle libere professioni.

5. Impegnerò il mio ruolo di parlamentare per abolire il valore legale del titolo di studio.

6. Impegnerò il mio ruolo di parlamentare per rivalutare in modo significativo le borse dei ricercatori, svincolandoli dai rapporti con il baronato universitario e costruendo un rapporto più integrato con il mondo delle imprese.

7. Impegnerò il mio ruolo di parlamentare per abolire la legge Urbani e liberalizzare il peer to peer con finalità non lucrative.

8. Impegnerò il mio ruolo di parlamentare, sulla scia del recente decreto Bersani in materia, per liberalizzare gli skill games (tra cui il texas hold'em) non solo nella versione on line, ma anche nella versione live.

9. Impegnerò il mio ruolo di parlamentare per far cadere le barriere che, vietando l'accesso ai siti di betting con un metodo già condannato dall'Unione europea, consegnano al monopolio statale la gestione di giochi come Lotto, Gratta e Vinci, Superenalotto, videopoker e videoslot che sono veri e propri salassi che prelevano dalla tasche della povera gente 28 miliardi di euro l'anno.

10. Impegnerò il mio ruolo di parlamentare per una riforma istituzionale complessiva che ricalchi l'idea di Roberto Ruffilli del "cittadino arbitro", introducendo gli elementi di democrazia diretta necessari a togliere alle oligarchie il dominio sulla politica, a partire da una legge sulle elezioni primarie che le renda obbligatorie per i partiti e le regoli nei dettagli, sul modello americano.

Questo farò, nei limiti inevitabili del ruolo di semplice parlamentare, questi sono gli impegni che assumo e li assumo in forma aperta, "wiki" come si ama dire: pronto dunque a discuterli insieme a voi.

Un direttista fa così.

da marioadinolfi.ilcannocchiale.it

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