SINISTRA DEMOCRATICA 2 (del dopo elezioni).

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Cuba, addio uguaglianza: guadagni quanto produci


«Socialismo significa giustizia sociale ed eguaglianza, ma eguaglianza dei diritti e delle opportunità e non dei salari». Raul Castro, dopo aver dato la possibilità ai cubani di possedere telefonini e computer, rompendo così la lunga lista dei divieti per i cittadini dell’isola, ora rivede uno dei pilastri su cui si è retta l’economia di Cuba: l’uguaglianza dei salari. Ora anche a l’Avana si guadagnerà in base alla produttività.

Castro, che ha preso il posto del fratello malato, Fidel, quando parla di lavoro pensa soprattutto alla terra: l'isola – ha spiegato – deve «invertire definitivamente la tendenza al decrescere dell'area della terra coltivata», che tra il 1998 e il 2007 è diminuita del 33 per cento.

Anche qui, nessun limite alla proprietà: Raul si rivolge a «chiunque produca con efficienza, indipendentemente da fatto che sia una grande impresa, una cooperativa o un campesino individuale: tutte queste – ha sottolineato – sono forme di proprietà e produzione che possono coesistere armonicamente, perché nessuna è antagonista al socialismo».

Pubblicato il: 12.07.08
Modificato il: 12.07.08 alle ore 18.10   
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POLITICA

Dopo la sconfitta elettorale, la "Cosa rossa" cerca una strada

Ferrero frena. Tra gli ambientalisti duello tra Boato e Francescato

Comunisti e Verdi a congresso

Diliberto chiama Rifondazione

 

ROMA - Ripartono, dopo il tracollo elettorale che li ha portati fuori dal Parlamento. Cercando di trovare una strada per ripartire dopo la fallimentare esperienza della Sinistra Arcobaleno. Verdi e Comunisti italiani a congresso. I primi a Chianciano, i secondi a Salsomaggiore. In attesa del prossimo fine settimana quando ci sarà il congresso di Rifondazione Comunista. Ed è proprio a Rifondazione che guarda Oliviero Diliberto quando, dal palco, lancia la proposta di una unificazione di tutti i comunisti. Mentre in casa verde va in scena lo scontro tra Grazia Francescato e Marco Boato.

Comunisti: "Tutti uniti". Oliviero Diliberto apre il congresso del Pdci confermando l'impegno per l'unificazione di tutti i comunisti italiani sotto lo stesso simbolo. Una strada non facile. E lo si capisce dalla replica di Paolo Ferrero, candidato alla segreteria del Prc: "No alle fusioni a freddo". Diliberto attacca il Pd accusando i democratici di aver provocato "la catastrofe del centrosinistra e la vittoria duratura di una destra pericolosa", rimproverando a Veltroni di essere "troppo simile proprio al Pdl e di aver distrutto i valori di riferimento storici della sinistra e di aver imitato il partito di Berlusconi nella politica estera nel modello economico". Molti gli applausi degli oltre 600 delegati. D'altronde Diliberto ha raccolto un consenso dell'82% contro il 12% dell'ex ministro Katia Bellillo, rimasta da sola a difendere le ragioni dell'esperienza dell'Arcobaleno. Diliberto ha letto i messaggi di auguri di alcuni Paesi amici come il Vietnam, Cuba, la Cina, la Siria e il Venezuela. Il congresso del Pdci si concluderà domenica. Scontata la vittoria dell'attuale segretario che, però, potrebbe lasciare in futuro l'incarico.

Verdi: scontro Boato-Francescato. Si profila uno scontro tra Grazia Francescato e Marco Boato per la guida dei Verdi al congresso che si è aperto oggi a Chianciano. Il leader uscente, Alfonso Pecoraro Scanio, per oggi non si fa vedere. Arriverà domani con la Francescato che si conferma in pole position per portare il partito fino a dopo le europee del prossimo anno.

Questa sera, però, in una riunione dei delegati delle mozioni che non fanno capo a quella della Francescato, con molta probabilità verrà sancita la candidatura di Boato in alternativa a quella della maggioranza. Tramontata la candidatura, della quale si era parlato nei giorni scorsi, della europarlamentare Monica Frassoni.

(18 luglio 2008)

da repubblica.it

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POLITICA

Grazia Francescato eletta portavoce. Boato voleva il rinnovamento

Al congresso arriva l'ex n.1 Pecoraro Scanio, qualche fischio

Verdi, è l'ora di Francescato

Pdci, Bellillo contro Diliberto

Scontata l'elezione del leader uscente: "Comunisti uniamoci"

Ma l'ex ministro lancia l'associazione "Per la sinistra unita"

di CLAUDIA FUSANI

 

ROMA - Prendere tempo. Con tre scadenze decisive: vedere che fine fa Rifondazione, riformismo o falce e martello (indicazioni importanti arriveranno già dal congresso del prossimo fine settimana); capire con quali regole - quale sbarramento e quante circoscrizioni - si andrà a votare per le Europee nella prossima primavera; l'esito stesso delle Europee che mettono in palio simboli, esistenze e, anche, rimborsi e finanziamenti.

Prendere tempo, dunque. E' questo il senso dei due congressi in corso, i Verdi a Chianciano Terme e i Comunisti italiani a Salsomaggiore. L'esito delle due assemblee dice molto anche se definisce ancora poco.

Grazia Francescato, presidente ponte. Con trecento voti su 507 delegati, Grazia Francescato è stata eletta nuovo presidente dei Verdi. Prende il posto, dopo un regno durato sette anni, di Alfonso Pecoraro Scanio che si era dimesso dopo il disastro del voto di aprile. La votazione a scrutinio segreto ha chiuso nei fatti un congresso pieno di tensioni, attese e che doveva regolare conti in sospeso. La storica leader verde era la candidata del presidente uscente, che si è presentato a Chianciano solo dopo un giorno e mezzo di lavoro tra fischi e applausi. Nella sua mozione raccoglie l'anima più radicale del partito, da Paolo Cento a Loredana de Petris, da Gianfranco Bettin a Angelo Bonelli (molto fischiato). Quello di Francescato è un mandato di continuità con la vecchia presidenza e anche un mandato ponte, fino alle Europee. Per vedere cosa succede a sinistra dopo le macerie del voto di aprile.

"Vi garantisco la massima autonomia e quando si dovrà parlare del tema delle alleanze non coinvolgerò solo il coordinamento ma chiederò a ogni delegato di esprimersi" ha detto la nuova portavoce. Un intervento che vuole unire, non certo dividere. "Decideremo insieme - ha aggiunto - maggioranza e minoranza, perchè non abbiamo bisogno di unanimismo, ma di unità e dobbiamo ritrovare insieme la passione per quella bandiera che ci ha visti uniti".

Boato chiedeva il rinnovamento. Parole destinate soprattutto alle minoranze del congresso, prima quattro poi rimaste in due. L'ex deputato trentino Marco Boato, che alle fine ha avuto un buon successo personale con 111 voti, resta convinto della necessità di un rinnovamento totale e immediato per ricominciare a trovare una nuova identità. E magari cercare nuovamente il dialogo con l'ala riformista degli ambientalisti già approdati nel Pd con Ermete Realacci. Boato ha criticato la gestione del partito di questi ultimi anni e ha elencato gli errori: "Il passaggio dalla trasversalità a uno schiacciamento da sinistra antagonista che ci ha fatti percepire come un partito del 'no'; avere abbandonato la nostra posizione verso un progressivo assorbimento nella Cosa rossa; avere accettato la suicida separazione consensuale con il Pd; aver trasformato i Verdi in un mini-partito federalista, cosa che ha alimentato comportamenti cortigiani". Ma i temi dell'ambiente sono al centro dell'agenda politica mondiale" e da qui è la ripartenza. 63 voti sono andati alla mozione di Fabio Roggiolani, il delegato verde della Toscana.

I fischi a Pecoraro e Bonelli, la difesa della Francescato. "Sarà guerra dei Roses" era stato detto alla viglia del congresso. E' andata così. Ed è difficile immaginare che i Verdi possano ritrovare l'unità dopo questo congresso. L'ex capogruppo alla Camera Angelo Bonelli è stato fischiato quando la Francescato lo ha proposto come coordinatore dell'ufficio politico. "Era solo una proposta" ha precisato poi Francescato. Così come l'ex presidente, giunto al Palamontepaschi mentre veniva eletta la sua candidata:"Le minoranze fischiano, sono 40 su 500, non me ne importa nulla" ha detto Pecoraro. Con l'elezione di Francescato, l'ex ministro - indagato alla vigilia per reati contro la pubblica amministrazione - ha ancora il partito in mano. Il nuovo presidente, nell'intervento prima di essere eletta, aveva difeso col cuore l'ex ministro dell'ambiente. "Alfonso Pecoraro Scanio - ha detto a una sala rumoreggiante - sta pagando per gli errori fatti ma chiunque sia amico e non cortigiano, e io sono sempre stata amica mai cortigiana, lo avrebbe criticato quando era al potere e non avrebbe aspettato che fosse a terra per sputargli addosso".
 
Katia Bellillo (Pdci) ha fondato l'associazione "Per la sinistra unita"

Diliberto sbanca, ma Bellillo si dissocia. Il professore-segretario dei Comunisti italiani, dopo un proficuo viaggio in Sudmerica, tra Cuba e Venezuela, ha un sogno che è una scommessa e una sfida: riunire tutti i i comunisti sotto la falce e il martello. Lo sta dicendo in modo chiaro all'assemblea dei circa 600 delegati riuniti al congresso di Salsomaggiore terme. Guarda a Rifondazione ("i compagni di Rc siano coraggiosi" ha rincarato Manuela Palermi) a cui chiede di chiudere con la stagione della scissione. Ma anche a Sinistra critica e Marco Ferrando, la diaspora di Rifondazione partito di lotta e di governo ma ora non più.

Diliberto ha con sè l'88 per cento dei delegati. La sua sembra una rielezione scontata. Ma non pensava di "perdere" per strada la pasionaria ex ministro della Pari Opportunità nel primo governo Prodi Katia Bellillo (12% dei consensi). La quale dice semplicemente che è l'ora di farla finita con la sindrome dei comunisti uniti. "Uscire dalla sindrome dell'identità comunista e accettare invece la sfida di dare al nostro paese una forza di sinistra in grado di incidere" ha detto nel suo intervento. Bellillo ha fondato una associazione. L'ha chiamata "per la sinistra unita". Guarda a Nichi Vendola e a quella parte di Rifondazione aperta alla Costituente per l'unità delle sinistre. Una sinistra di governo che capisce quando è il caso di lasciar perdere la lotta.

(19 luglio 2008)

da repubblica.it

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Verdi e Pdci, la sinistra non smette di litigare


Nonostante l'uscita dal Parlamento, nonostante la richiesta continua di unità, la sinistra continua a litigare e a dividersi. Due tristi esempi vengono dai congressi (termali) in corso: quello dei Verdi e quello del Pdci.

A Chianciano il dopo Pecoraro Scanio si tramuta in baruffa. Momenti di fibrillazione quando, presentando la mozione di maggioranza, Angelo Bonelli ufficializza la candidatura di Grazia Francescato e la platea di oltre 400 delegati esplode in un lungo applauso, qualche fischio e molti "buu". Lei, seduta in prima fila, si commuove, poi Bonelli scende dal palco e va ad abbracciarla, come molti altri delegati. Quindi, Francescato assicura: «Le lacrime? Non sono per i fischi, quando stai in politica sai che può succedere. Comunque finirà - aggiunge - l'importante è restare uniti».

Ma il viso della candidata tradisce un po' di nervosismo e forse delusione, dietro gli occhi azzurri e brillanti di lacrime.

Troppo duri quei fischi arrivati dalla platea a sottolineare il dissenso per le affermazioni di Bonelli, che ha presentato la Francescato come una donna «che in vent'anni avrebbe potuto occupare qualsiasi poltrona, e non l'ha fatto». La XV, infatti, è stata la prima e unica legislatura per Grazia Francescato, ma parte della platea urla: "Cambiamento!, a casa!".

Non sono mancati altri momenti di tensione durante l'intervento dal palco, peraltro molto applaudito, dell'ex capogruppo alla Camera. Tra i passaggi più contestati, quello in cui Bonelli ha denunciato come le pale eoliche danneggino il paesaggio della Sila calabrese. Molte le proteste, urla e anche insulti. Tra le altre, quella di Gianfranco Sciarra, tra i fondatori del partito, che lascia la sala spiegando furioso: «Qui si riparla del ritorno al nucleare e mi si dice che il vero verde è chi si batte contro l'eolico in Calabria? Ma siamo fuori dal mondo?».

Non va molto meglio a Salsomaggiore (Parma). Dopo che Diliberto venerdì ha chiesto a Rifondazione di tornare assieme e di scordarsi la scissione, critiche al segretario sono arrivate da Marco Rizzo. Il Pdci è fuori dal Parlamento ma è presente ancora in molte giunte locali. Il segretario Oliviero Diliberto ha detto che le alleanze locali si valuteranno «caso per caso», gli risponde l'europarlamentare, che interviene al congresso per lanciare la proposta di rompere con il Pd in alcuni «luoghi simbolo» come Napoli e Bologna. «Non so - dice Rizzo - se a Pistoia o a Castellammare bisogna uscire o entrare nelle giunte, ma a Napoli e a Bologna, dopo quello che hanno fatto Bassolino e Cofferati, bisogna dire parole chiare».


Pubblicato il: 19.07.08
Modificato il: 19.07.08 alle ore 18.17   
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Pdci: conferma per Diliberto e centralismo


Il Comitato centrale, riunitosi a seguito della conclusione del congresso nazionale del Pdci, ha rieletto segretario del partito Oliviero Diliberto.
Confermate anche le cariche del presidente, Antonino Cuffaro, e del tesoriere Roberto Soffritti. I componenti della minoranza guidata da Katia Bellillo hanno deciso di non entrare nel Comitato centrale, per protestare, spiega Luca Robotti, uno dei promotori della seconda mozione congressuale, contro il «mancato rispetto del pluralismo».

Nel Pdci sarà severamente vietato formare correnti e fare propaganda o assumere atteggiamenti contrari alle decisioni degli organismi ufficiali del partito. È questa la novità del quinto congresso del Pdci. Ieri sera i delegati, in seduta segreta, hanno confermato la validità della norma statutaria sul centralismo democratico.

Nel suo intervento conclusivo, Oliviero Diliberto ha sottolineato che questa regola dovrà essere «assolutamente rispettata da tutti», pena sanzioni severe. Lo stesso segretario del Pdci ha ammesso che negli ultimi anni questo principio del comunismo non era di fatto più rispettato. «Fino a quando sarò segretario del partito intendo - ha sottolineato - far rispettare questa regola, anche perchè non potremo andare all'incontro con il Prc in ordine sparso. In questo dobbiamo essere tetragoni e ricordare che la nostra cultura è quella marxista e leninista».

Un altro giro di vite è stato annunciato da Diliberto sul tesseramento: «I militanti che non verseranno la quota annuale verranno "damble" espulsi dal partito. Nel Pci questo era un dato acquisito, ma evidentemente anche nel nostro partito - ha concluso Diliberto - è entrata la degenerazione».

Belillo: no al centralismo democratico «Il centralismo democratico riesumato da Diliberto tradisce solo la sua vocazione autoritaria e non ha nulla a che vedere con le grandi discussioni che si tenevano all'interno del Pci». Così Katia Bellillo, leader della minoranza interna del Pdci, commenta con i giornalisti il discorso conclusivo del segretario del partito. «Il centralismo democratico - ha sottolineato Bellillo che è stata per lungo tempo militante nel Pci - deve essere attuato correttamente. Questo non è stato fatto da Diliberto che non garantisce il diritto di tutti a esprimersi liberamente nel partito». L'ex ministro ha criticato la decisione del congresso di eleggere un comitato centrale di 520 componenti: «Questo conferma la linea autoritaria di Diliberto perchè in un organismo così pletorico per la minoranza esprimersi diventa una farsa, anzi una tragedia».

Diliberto rinnova inviti a Prc «Caro Vendola, a che cosa ci serve farci la guerra tra noi quando il nemico di classe sta governando il Paese?». Nel discorso conclusivo del quinto congresso del Pdci, Oliviero Diliberto, si è rivolto al possibile futuro leader del Prc per chiedergli di perorare la causa dell'unità dei comunisti. A corredo delle sue ragioni Diliberto ha ricordato che nel 2009 si terranno le elezioni Europee. Ha ribadito l'invito a presentare liste comuni con il Prc ed ha aggiunto: «Si tratta di un test fondamentale dopo le elezioni politiche. Sarebbe sciagurato se ci presentassimo alle Europee con due liste contrapposte, anche perchè sarebbe inevitabile scivolare nelle polemiche e nella competizione politica».

Diliberto ha ribadito l'intenzione di dar vita in autunno «ad una grande manifestazione per difendere i salari contro un Berlusconi che farà pagare la crisi mostruosa in arrivo alle classi più deboli». Secondo il leader del Pdci queste ultime sono state completamente abbandonate dagli altri partiti politici: «Finora abbiamo visto dal Pd e dall'Idv un'opposizione sacrosanta solo sui temi della giustizia».

Verdi a Francescato, polemiche su Pecoraro Non tira aria migliore a Chianciano al congresso dei Verdi. Dopo l'elezione di sabato di Grazia Francescato a segretario, polemiche sulla ricomparsa di Pecoraro Scanio. La sua comparsa sul palco del congresso dopo l'elezione della Francescato è stata «una indegna sceneggiata che mi ha impedito di salire sul palco a farle i miei auguri», dice Marco Boato, concorrente della Francescato. «Faccio i miei auguri a Grazia Francescato - dice Boato - di cui sono amico da trent'anni e con la quale collaborerò lealmente come ho sempre fatto anche in passato. Resta profondo e ancor più accentuato il mio dissenso politico sull'operazione che ha portato alla sua vittoria congressuale purtroppo all'insegna del continuismo con il gruppo dirigente che ha portato i Verdi alla catastrofe elettorale dell'aprile scorso».

«Se qualcuno avesse avuto qualche dubbio - attacca - su questa matrice continuista credo che lo abbia brutalmente fugato la sceneggiata disgustosa che si è verificata all'atto della proclamazione del voto con la comparsa improvvisa in sala e sul palco di Alfonso Pecoraro che in un colpo solo è riuscito a delegittimare l'autonomia politica di Grazia Francescato e imporre mediaticamente la sua paternità sulla operazione elettorale che ha portato all'elezione di Grazia». «Anche quest'ultimo atto - conclude - è il segno di un modo "padronale" di concepire i Verdi e di un protagonismo narcisista che purtroppo aveva già portato i Verdi alla disfatta».

Nel suo discorso da neo segretario Grazia Francescato ha attaccato: «Sono a vostra disposizione e in questo anno darò tutta me stessa, ci metterò tutta la mia passione, la mia forza ma anche la mia durezza». «Perchè - aggiunge - con alcune persone bisogna essere duri e se qualcuno ha approfittato dell'aria allegra per farsi i fatti suoi, sappia che ora l'aria è seria». «Servono - aggiunge - rigore e schiena dritta. Qua i furbetti del partitino hanno chiuso».

La Francescato ha detto di voler tenere un filo diretto con tutti e a questo dedicherà un giorno alla settimana. Ha invitato tutti a esprimere le diverse opinioni e a confrontarsi «perchè il confronto non può esserci solo qui e ritornare fuori tra un anno». E si è detta pronta anche a contrasti. «Perchè - ha avvertito - il conflitto quando è espresso va bene, sennò ci si divide in clan».


Pubblicato il: 20.07.08
Modificato il: 20.07.08 alle ore 17.02   
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