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Lega Nord
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 Disambiguazione – Se stai cercando il partito politico fondato da Matteo Salvini, vedi Lega per Salvini Premier.
 Disambiguazione – "Camicie verdi" rimanda qui. Se stai cercando il film, vedi Camicie verdi - Bruciare il tricolore.
Lega Nord

Presidente   Umberto Bossi[1][2]

Segretario   Igor Iezzi (commissario)[3]


Stato     Italia

Sede   via Carlo Bellerio, 41
20161 Milano

Abbreviazione   LN
Fondazione   4 dicembre 1989 (coalizione)
8 gennaio 1991 (partito)

Ideologia   Populismo di destra[4][5]
Regionalismo[6][7]
Conservatorismo[8][9]
Anti-globalizzazione[10]
Sovranismo[11]
Partito pigliatutto[12][13][14]
Nativismo[15][16][17][18][19]
Anti-islamismo[20]
Protezionismo[21]
Identitarismo[22]
Euroscetticismo[23][24]
Federalismo[25][26]
Storicamente:
Indipendentismo padano[27][28][29][30][31]
Anti-meridionalismo[32][33]
Settentrionalismo
Liberismo[34][35]

Collocazione   Attualmente (dal 2013):
Destra[36][37]/Estrema destra[38][39][40][41][42][43][44][45]
In passato:
Trasversale (1989-1999)
Centro-destra (1999-2013)

Coalizione
Polo delle Libertà (1994-1995)
Casa delle Libertà (2000-2008)
Centro-destra 2008 (2008-2011)
Centro-destra 2013 (2013)
con DF (2014)
Centro-destra 2018 (2018)

Partito europeo
Patriots.eu

Affiliazione internazionale   The Movement


Testata   la Padania (1997-2014)[46]
il Populista[47] (2016-2020)[48]

Organizzazione giovanile   Movimento Giovani Padani (1991-2018)
Lega Giovani (dal 2018)

Iscritti   122 000 (2013)
Colori        Verde
Slogan   "Prima gli Italiani!"[49][50]
In precedenza:
"Prima il Nord!"[51]

Sito web   www.leganord.org.

Modifica dati su Wikidata · Manuale

La Lega Nord, il cui nome ufficiale e completo è Lega Nord per l'Indipendenza della Padania,[52] è un partito politico italiano. Nacque tra il 1989 e il 1991 dalla federazione di sei movimenti regionalisti attivi nell'Italia settentrionale,[53][54] fu costituito con il nome di Lega Nord, quindi di Lega Nord Italia Federale nel febbraio 1995,[55] per adottare infine l'odierna denominazione nel febbraio 1997.[56] Sue diramazioni attive nel centro-sud Italia sono state dapprima la Lega Italia Federale, fondata nel maggio 1993, quindi il soggetto politico Noi con Salvini dal 2014 al 2018.
La Lega Nord è stata fondata da Umberto Bossi, il quale ha mantenuto il ruolo di segretario federale per oltre 20 anni; dal 5 aprile 2012 Bossi è stato nominato presidente federale a vita.[2] A Bossi in segreteria subentrò Roberto Maroni, cui è succeduto, dal 15 dicembre 2013, Matteo Salvini. Dal 31 gennaio 2020 il Consiglio federale ha commissariato gli organi federali, il ruolo di segretario (commissario) è andato al deputato Igor Iezzi[57]. La Lega Nord è stata così sostituita dalla Lega per Salvini Premier (LSP), fino ad allora presente solo nell'Italia centro-meridionale e da quel momento attiva su tutto il territorio nazionale; essa è definita dallo statuto come «un movimento politico confederale costituito in forma di associazione non riconosciuta che ha per finalità la pacifica trasformazione dello Stato italiano in un moderno Stato federale attraverso metodi democratici ed elettorali» e che «promuove e sostiene la libertà e la sovranità dei popoli a livello europeo».[58]
Ancora esistente a livello giuridico, dal 2019 viene sostituito politicamente dalla Lega per Salvini Premier. Giornalisticamente e popolarmente la Lega Nord è talvolta chiamata "il Carroccio", un riferimento a una leggenda che coinvolse Alberto da Giussano durante la battaglia di Legnano.[59]
Indice
•   1 Storia
o   1.1 Radici del movimento
o   1.2 La nascita della Lega Nord
o   1.3 Il successo elettorale (1991-1993)
o   1.4 La prima breve stagione al governo (1994)
o   1.5 Il progetto padanista e secessionista (1995-1998)
o   1.6 La coalizione con la Casa delle Libertà (1999-2003)
o   1.7 La malattia di Umberto Bossi (2004-2005)
o   1.8 Le elezioni politiche, l'alleanza con MPA e all'opposizione di Prodi (2006)
o   1.9 Il Referendum costituzionale del 2006
o   1.10 Le elezioni politiche del 2008 e il ritorno al governo
o   1.11 Elezioni europee del 2009
o   1.12 Regionali 2010: la Lega Nord al governo di Piemonte e Veneto
o   1.13 Caduta del Berlusconi IV e passaggio all'opposizione (2011)
o   1.14 Il caso Belsito e le dimissioni di Bossi (2012)
o   1.15 Congressi nazionali e Maroni segretario (2012)
o   1.16 Elezioni politiche del 2013, i primi insuccessi e opposizione al governo Letta
o   1.17 Il Congresso Federale Straordinario (2013)
o   1.18 La segreteria di Matteo Salvini
   1.18.1 Dalle elezioni Europee alle Regionali in Emilia-Romagna
   1.18.2 Noi con Salvini
   1.18.3 L'espulsione di Flavio Tosi
   1.18.4 Le Regionali del 2015
o   1.19 Le primarie per la segreteria del 2017
o   1.20 La fondazione della Lega per Salvini Premier
o   1.21 Dalle politiche 2018 alle europee 2019
   1.21.1 Elezioni politiche 2018
   1.21.2 Elezioni regionali in Molise, Friuli-Venezia Giulia e Valle d'Aosta
   1.21.3 L'ingresso nel governo Conte
   1.21.4 Elezioni regionali in Abruzzo e in Sardegna
   1.21.5 Elezioni europee del 2019
o   1.22 L'uscita dal governo Conte I
o   1.23 Opposizione al governo Conte II
o   1.24 Il congresso federale del 2019
•   2 Ideologia e posizioni
o   2.1 Dall'indipendentismo al nazionalismo
o   2.2 Politiche sociali e diritti civili
o   2.3 Altre opinioni
o   2.4 Relazioni con la Chiesa cattolica
   2.4.1 Vicinanza ai lefebvriani
•   3 Critiche e controversie
o   3.1 Accuse di xenofobia
o   3.2 Accuse di omofobia
o   3.3 Vertenze giudiziarie
   3.3.1 Il processo ENIMONT
   3.3.2 La Guardia Nazionale Padana
   3.3.3 Le presunte tangenti al partito
   3.3.4 Scandalo dei rimborsi regionali in Lombardia
   3.3.5 Scandalo dei rimborsi regionali in Piemonte
   3.3.6 La truffa dei rimborsi elettorali
   3.3.7 Indagine su presunti fondi russi alla Lega
•   4 Correnti e gruppi interni
o   4.1 Primi anni novanta
o   4.2 Gruppi nel Parlamento del Nord
o   4.3 Anni 2000
o   4.4 Primi anni 2010: bossiani e maroniani
o   4.5 Segreteria Salvini (2014 - 2020)
•   5 Struttura
o   5.1 Organi federali
   5.1.1 Segretario federale
   5.1.1.1 Vicesegretario federale
   5.1.2 Presidente federale
   5.1.3 Capo segreteria politica federale
   5.1.4 Coordinatore delle Segreterie nazionali
   5.1.5 Segretario amministrativo federale
o   5.2 Organi nazionali
o   5.3 Presidenti dei gruppi parlamentari
   5.3.1 Camera dei deputati
   5.3.2 Senato della Repubblica
   5.3.3 Parlamento europeo
o   5.4 Organizzazione giovanile
•   6 Nelle istituzioni
o   6.1 Presidente della Camera dei deputati
o   6.2 Vicepresidente del Consiglio dei Ministri
o   6.3 Governi e Ministri della Repubblica Italiana
o   6.4 Sottosegretari di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri
•   7 Associazioni
o   7.1 Volontariato e sociale
o   7.2 Cultura e arte
o   7.3 Ambiente e territorio
o   7.4 Media
o   7.5 Sport
o   7.6 Altro
•   8 Congressi federali
•   9 Raduni
o   9.1 Pontida
o   9.2 Venezia
•   10 Iscritti
o   10.1 Regolamenti
o   10.2 Statistiche
•   11 Risultati elettorali
•   12 Note
•   13 Bibliografia
•   14 Voci correlate
•   15 Altri progetti
•   16 Collegamenti esterni
Storia
Radici del movimento
Il Monumento al Guerriero di Legnano, a cui si ispira il simbolo del partito, spesso erroneamente associato ad Alberto da Giussano
La Lega Nord trae le sue radici da una serie di movimenti autonomisti e indipendentisti sorti in Nord Italia tra le fine degli anni 1970 e l'inizio degli anni 1980. In quel periodo si cominciò a diffondere una generale insoddisfazione nei confronti dell'amministrazione centrale e dei servizi pubblici offerti da quest'ultima e il senso di una crescente frattura tra Nord e Sud Italia. In aggiunta ai tradizionali partiti che rappresentavano le minoranze linguistiche, come la Südtiroler Volkspartei in Alto Adige e l'Union Valdôtaine in Valle d'Aosta, in questo periodo nacquero e crebbero infatti anche altri partiti, come la Lista per Trieste, i quali esaltavano le peculiarità culturali delle proprie regioni.[60] In Piemonte nacque nel 1980 l'Union Piemontèisa, la quale si scisse nel 1983 nella lista Piemonte di Roberto Gremmo e nella lista Piemont Autonomista di Gipo Farassino.[61]
I principali movimenti autonomisti che si distinsero in ambito elettorale nel corso degli anni 1980 furono però la Liga Veneta e la Lega Lombarda; la prima nacque tra il 1979 e il 1980, venne inizialmente guidata da Franco Rocchetta e Achille Tramarin e si batté, oltre che per la difesa del patrimonio culturale veneto, per l'indipendentismo veneto e per il federalismo fiscale.[62] La Lega Lombarda nacque invece in seno alle esperienze di Umberto Bossi, che aveva precedentemente frequentato l'Unione Ossolana per l'Autonomia, fondato l'Unione Nord-Occidentale Lombarda per l'Autonomia e collaborato con Bruno Salvadori dell'Union Valdôtaine. Bossi fondò nel 1984 la Lega Autonomista Lombarda, rinominatasi poi Lega Lombarda, la quale si pose come partito anti-sistema in opposizione allo Stato centrale.[63]
Alle elezioni politiche del 1983 la Liga Veneta elesse un deputato, Achille Tramarin, e un senatore, Graziano Girardi. Alle elezioni politiche del 1987 la Lega Lombarda ottenne anch'essa rilevanza nazionale con l'elezione del segretario Umberto Bossi in Senato. Alle elezioni europee del 1989 i due partiti, assieme ad altri movimenti regionalisti, si presentarono sotto il nome di Lega Lombarda - Alleanza Nord. Il cartello elettorale ottenne l'1,8% dei voti.
La nascita della Lega Nord
Umberto Bossi al primo raduno di Pontida, 1990
Il 4 dicembre 1989, presso un notaio di Bergamo, nacque ufficialmente il partito della Lega Nord, con atto costitutivo e statuto. Il nuovo soggetto politico confederale riunì in modo definitivo la Lega Lombarda, la Liga Veneta, il Piemònt Autonomista, l'Union Ligure, la Lega Emiliano-Romagnola e l'Alleanza Toscana. A seguito, la Lega Nord organizzò delle sezioni territoriali non coperte dai movimenti precedentemente esistenti: le province autonome di Trento e Bolzano, in Friuli-Venezia Giulia, in Valle d'Aosta, in Umbria e nelle Marche.
A breve, gli altri partiti italiani iniziarono a temere la Lega Nord come un autentico avversario politico. Indicativo, in tal senso, fu il raduno del Partito socialista, celebratosi a Pontida il 3 marzo 1990. Qui, dove la Lega Nord aveva raccolto il 16% dei voti, il segretario Bettino Craxi lanciò la proposta di modificare la Costituzione italiana e realizzare una repubblica presidenzialista e federalista. I leghisti passarono alle contestazioni[64] e risponderanno con un proprio raduno a Pontida il 25 marzo dello stesso anno: il primo di una lunga serie di manifestazioni annuali che furono sospese unicamente nel 2004, per la malattia di Bossi, nel 2006 e nel 2012[65][66].
Il 1º maggio il Presidente della Repubblica Francesco Cossiga alluse alle Leghe, avvertendo che «se poi vi fosse qualche farneticamento che, al di là del sentimento confuso, del risentimento oscuro, della forzatura folkloristica, al di qua del calendario della storia e della cultura, e al di là di quello del possibile futuro, pensasse a più avventurosi tentativi di divisione, sarà bene ricordare che dovere fondamentale del presidente della Repubblica, che anche per giuramento si è impegnato davanti al Parlamento e alla sua coscienza, è quello di tutelare l'integrità territoriale, l'indipendenza e la sovranità dello Stato e di difendere, nelle istituzioni e nella società, l'unità nazionale. Un avvertimento preciso: per l'adempimento di questo dovere tutti i legittimi poteri dello Stato sono esercitabili con il suo concorso: e lo sarebbero68].
Le elezioni amministrative del 6 maggio 1990 confermarono la tendenza in crescita della Lega Nord che raccolse circa il 4% dei voti su base nazionale ma, in Lombardia, divenne il secondo partito con il 18,9% dei voti validi, davanti al Partito Comunista Italiano (18,8%) e dietro alla Democrazia Cristiana (28,6%). Vennero eletti oltre 700 consiglieri, un sindaco (a Cene), e rappresentanti nelle Giunte di solo tre comuni. A Pianello del Lario la Giunta fu retta da un'intesa Democrazia Cristiana-Lega[69]. Questo perché, come dirà Bossi, la Lega Nord è «un partito di governo transitoriamente all'opposizione72]. Craxi, replicando alle «smargiassate» di Bossi contro di lui e il Presidente della Repubblica, commentò: «Credono di dover liberare la Lombardia? Io dico che, se non ritorneranno su un programma democraticamente ragionevole, faremo di tutto perché la Lombardia si liberi di loro75]. Una protesta che pare a molti qualunquista, ma Bossi si difende spiegando che invece «non è affatto qualunquista la protesta. Se no, si sarebbe rivolta al MSI che è il cane da guardia del sistema. La gente si è svegliata e ha visto nella Lega Nord uno strumento di liberazione. Questo è avvenuto soprattutto al Nord, nelle aree di civiltà industriale dove è più critico il rapporto cittadini-istituzioni78].
Persino Achille Occhetto, segretario generale del PCI, ammetterà davanti ai bresciani che «le proteste della Lega contro lo Stato corrotto sono accettabili. Occorrono dunque nuovi poteri alle autonomie locali, più forza alle regioni, più controllo sulla spesa pubblica81].
L'ideologo leghista Gianfranco Miglio affermerà quattro anni dopo di aver ricevuto quello stesso giorno una telefonata da Cossiga che intimava al professore amico: «Di' ai tuoi amici leghisti che sono indignato con loro: devono piantarla. Non mi mancano i mezzi per persuaderli. Rovinerò Bossi facendogli trovare la sua automobile imbottita di droga; lo incastrerò. E quanto ai cittadini che votano per la Lega, li farò pentire: nelle loro località che più simpatizzano per il vostro movimento autonomo aumenteranno gli agenti della Guardia di Finanza e della polizia; anzi li aumenteremo in proporzione al voto registrato. I negozianti e i piccoli e grossi imprenditori che vi aiutano saranno passati al setaccio: manderemo a controllare i loro registri fiscali, e le loro partite IVA; non li lasceremo in pace84]. Ai referendum del 3 giugno su caccia e fitofarmaci, la Lega Nord dà agli elettori indicazione di astenersi «per contrastare l'intenzione del governo romano di avallare la propria logica di potere centralista, negatrice della norma costituzionale dell'articolo 17 che stabilisce competenze legislative alle regioni in materia di caccia87]. Per il Forum delle Comunità Straniere in Italia «con questa campagna referendaria la Lega Lombarda tenta di dare legittimazione costituzionale al razzismo più triviale90]. Per il vicesegretario del PSDI Maurizio Pagani la proposta di Bossi può essere il pretesto per aprire un dibattito politico sul federalismo, ma Craxi ironizza: «Perché dividere l'Italia in tre e non in quattro? Se si affermasse un'idea separatista dovrebbero essere almeno cinque, per non fare torto alla Sicilia e alla Sardegna93]. Lo stesso Bossi sminuirà parlando di «battuta infelice96]. Quattro giorni dopo diventerà Radio Varese-Lega Lombarda, primo embrione di quella che dal 17 maggio 1997 sarà Radio Padania Libera[97].
Il 26 ottobre il presidente Cossiga, in visita ufficiale in Gran Bretagna, dichiara che «separare» l'Italia «mi sembra una cosa criminale, una cosa sciocca, vergognosa100].
Nelle elezioni amministrative di quattro piccoli comuni lombardi del 12 novembre, la Lega Nord si conferma in crescita[101]. Il 18 novembre a Varese si tiene l'Assemblea nazionale della Lega Lombarda che dà il via libera alla fusione della Lega Nord[102]. Il 1º dicembre da una nuova scissione nasce l'Unione Federalista che unisce l'Alleanza Lombarda di Pierangelo Brivio, l'Union Piemonteisa di Roberto Gremmo, la Lega Padana di Umberto Mori e altri espulsi vari dal Carroccio[103]. L'8 dicembre, polemizzando coi leghisti, Craxi rilancia il disegno del PSI per una «grande riforma che attui un nuovo disegno di decentramento e consolidamento delle autonomie regionali. […] Cosa ben diversa dalla improvvisazione delle tre repubblichette di cui si è sentito parlare. Se per avventura domani dovesse essere attuato, sarebbe un disegno che aprirebbe la strada al disfacimento dell'unità nazionale e all'indebolimento dell'indipendenza stessa del Paese106]. Davanti a una simile proposta Craxi, Di Donato, Pillitteri e i socialisti milanesi restano vaghi, mentre Claudio Martelli si dice disponibile[107]. Successivamente Bossi entrerà in contraddizione formulando altre ipotesi di alleanze anche con la DC, ma in definitiva chiederà solo che Craxi faccia «quello che deve fare, cioè le elezioni anticipate, spaccare con la DC, e mangiarsi i voti del PCI110] e Bossi replicherà: «Oggi questo cattolico è costretto a chiedersi se polemizzare democraticamente con la DC significhi frantumare l'unità religiosa degli italiani. Più ancora questo cattolico è costretto a ribellarsi quando legge che, poste in pratica sullo stesso piano, sono da condannare la mafia e le leghe113]. L'atto costitutivo e lo statuto vengono approvati all'unanimità; secondo lo statuto approvato, nel partito Lega Nord vengono a confluire i movimenti denominati Liga Veneta, Lega Lombarda, Piemònt Autonomista, Union Ligure, Alleanza Toscana - Lega Toscana - Movimento per la Toscana, Lega Emiliano-Romagnola.
Il partito si conferma negli anni successivi come una delle forze politiche più significative del Nord Italia, portando i suoi candidati alla vittoria in diverse amministrazioni locali.
Nell'ottobre 1991 tuttavia avviene una prima scissione: Franco Castellazzi, che fino ad allora era stato il numero due del partito, esce dalla Lega Nord insieme ad altri cinque consiglieri regionali lombardi, dopo essere stato attaccato duramente da Bossi. I fuoriusciti fonderanno la Lega Nuova, ma con poco successo, tanto che l'esperienza politica del nuovo partito durerà meno di un anno[114].
Alle elezioni politiche del 1992, celebrate nel mezzo dello scandalo di Tangentopoli, la Lega Nord, con l'8,6% alla Camera e l'8,2% al Senato dei voti a livello nazionale, ottiene 80 parlamentari, di cui 25 senatori e 55 deputati. Bossi e i suoi parlamentari festeggeranno un mese dopo per tre giorni il successo elettorale a Pontida[115].
Eletto come indipendente nella lista al Senato della Lega Nord anche Gianfranco Miglio, emerito professore dell'Università Cattolica del Sacro Cuore e insigne studioso dei sistemi politici, convinto federalista e detto il Profesùr, che elaborò un progetto di riforma federale fondato sul ruolo costituzionale assegnato all'autorità federale ed a quella delle macroregioni o cantoni (del Nord o Padania, del Centro o Etruria, del Sud o Mediterranea, oltre alle cinque regioni a statuto speciale); la costituzione migliana prevedeva l'elezione di un governo direttoriale composto dai governatori delle tre macroregioni, da un rappresentante delle cinque regioni a statuto speciale e dal presidente federale, eletto da tutti i cittadini in due tornate elettorali e rappresentante l'unità del paese.
Alle elezioni amministrative del 1993 si vota al Comune di Milano. La Lega Nord candida a sindaco Marco Formentini, da un anno deputato nazionale. Formentini vince le elezioni al secondo turno su Nando dalla Chiesa, candidato del centro-sinistra. Uno dei consiglieri comunali eletti è Matteo Salvini. La conquista della poltrona a sindaco di Milano è per la Lega Nord il fiore all'occhiello di una fortunata tornata di elezioni amministrative. Vengono conquistate diverse province del Settentrione.
Nel settembre di quell'anno la sede del partito si sposta da via Arbe 63 a via Carlo Bellerio 41, rimanendo comunque a Milano.[116]
La prima breve stagione al governo (1994)
Irene Pivetti, presidente della Camera dei deputati dal 1994 al 1996, incontra il presidente del Consiglio Berlusconi
In occasione delle elezioni politiche 1994, le prime celebrate col sistema maggioritario, quando ancora il Paese vive una situazione di transizione dal sistema della Prima Repubblica a quello del bipolarismo, la Lega Nord si allea con Silvio Berlusconi, entrato in politica fondando il partito Forza Italia e organizzando in breve tempo una coalizione di centrodestra. Berlusconi guida due diversi schieramenti, visto il reciproco disconoscimento fra la Lega Nord e il Movimento Sociale Italiano: al nord Forza Italia, CCD e Lega Nord si presentano come Polo delle Libertà, mentre al sud c'è il Polo del Buon Governo con FI, AN e CCD ma senza la Lega Nord.
La Lega Nord, pur con un leggero calo percentuale, con l'8,4% dei voti alla Camera ottiene 180 parlamentari, grazie alla presenza di candidati leghisti nei collegi uninominali come rappresentanti di tutta la coalizione di centrodestra, e il partito di Bossi diviene il secondo raggruppamento parlamentare dopo quello dei Progressisti e il più grande della coalizione di centrodestra. Il Polo vince le elezioni e viene costituito il primo governo Berlusconi. I ministri leghisti che compongono il governo sono cinque: Roberto Maroni all'Interno nonché vicepresidente del Consiglio; Giancarlo Pagliarini (Bilancio e programmazione economica); Vito Gnutti (Industria, commercio e artigianato); Domenico Comino (Coordinamento delle politiche dell'Unione Europea); Francesco Speroni (Riforme istituzionali).
Dopo una serie di colloqui con gli altri partiti della coalizione, la Lega Nord ottiene anche la carica di presidente della Camera dei deputati (inizialmente aveva chiesto la presidenza del Senato, da affidare a Speroni, ma successivamente per quest'ultimo venne trovato un ruolo ministeriale): Bossi sceglie per questo incarico la giovane Irene Pivetti, già deputata dal 1992 al 1994, che, a soli 31 anni, diventa la più giovane presidente della Camera della storia italiana.
Il governo è destinato a durare in carica soltanto pochi mesi, proprio a causa della sottrazione dell'appoggio da parte della Lega Nord: in un primo momento l'Assemblea federale leghista (6 novembre 1994) presenta un progetto di riforma costituzionale che suddivide l'Italia in 9 macroregioni (o macroaree), riferibili agli Stati pre-unitari; lo scontro scoppia alcuni giorni dopo sul tema delle pensioni: Berlusconi afferma che non si può governare con un alleato come Bossi e che non rimane altro da fare che ritornare alle urne. Sul tema i rapporti si alterano, e anche il ministro dell'interno Roberto Maroni, Vicepresidente del Consiglio, accusa la maggioranza per la mancanza di accordi con i sindacati.
Lo scontro diretto arriva in aula fra il 21 e il 22 dicembre: in diretta televisiva Silvio Berlusconi, con un discorso duro nei confronti dell'alleato Bossi, dichiara che il patto sancito con lui il 27 marzo è stato tradito e chiede di ritornare immediatamente alle urne. Bossi, dal canto suo, ricambia le accuse, affermando che l'accordo sul federalismo è stato ampiamente disatteso dal governo. Così si apre la crisi: Berlusconi rassegna le proprie dimissioni e invita i suoi militanti a manifestare in piazza contro il tradimento.
Il 23 dicembre si incontrano, nella casa romana di Bossi, il segretario leghista con Massimo D'Alema e Rocco Buttiglione, rispettivamente segretari del PDS e del PPI. I tre politici decidono di stringere un'alleanza parlamentare che porterà all'appoggio esterno al successivo governo tecnico guidato da Lamberto Dini. È il cosiddetto patto delle sardine, chiamato così perché alla richiesta di Bossi se i due ospiti avessero fame, il Senatùr offrì quello che aveva nel frigorifero in quel momento, ovvero sardine in scatola, lattine di birra, di Coca-Cola e pancarr119]. Qualche giorno più tardi la polizia rese noto il verbale dell'operazione. Nella sede leghista fu sequestrato il seguente materiale: camicie, gadget, manifesti, una carta geografica del Po e copie dell'inno Va, pensiero di Giuseppe Verdi.[120]
Contro la perquisizione la Camera dei deputati avanzò ricorso secondo l'articolo 68 della Costituzione, che vieta la violazione di locali a disposizione dei parlamentari senza consenso del Parlamento. La perquisizione venne condannata nel 2004 dalla Corte costituzionale in quanto lesiva proprio dell'articolo 68[121].
La Cassazione condannò comunque Roberto Maroni e Piergiorgio Martinelli a 4 mesi e 20 giorni per resistenza a pubblico ufficiale (pena poi convertita in una multa di 5.320 euro[122]). Umberto Bossi venne assolto in appello il 22 giugno 2007, dopo avere chiesto precedentemente l'immunità al Parlamento europeo[123]. Prescritta la condanna di 6 mesi e 20 giorni a Davide Carlo Caparini.
Nel gennaio 1996 Dini si dimise. Si arriva allo svolgimento di nuove elezioni, e stavolta la Lega Nord non stringe alleanze. Si presenta da sola e conquista il 10,4% dei voti a livello nazionale e 87 parlamentari. Questa decisione penalizza il Polo di centrodestra e favorisce la nuova coalizione dell'Ulivo, guidata da Romano Prodi, il quale andò a formare il suo primo governo.
Al momento della ricostituzione dei gruppi parlamentari leghisti, nel maggio 1996, viene introdotto il nome Lega Nord per l'Indipendenza della Padania (dopo la bocciatura di "Lega Parlamento della Padania" al Senato e "Lega Padania indipendente" alla Camera[124]) che diventerà il nuovo nome del partito con la modifica dello statuto approvata il 15 febbraio 1997. In quell'occasione entra nel patrimonio simbolico leghista il Sole delle Alpi in verde su bianco[125].
Forte del consenso elettorale (29% in Veneto, 25% in Lombardia), il 15 settembre la Lega Nord, radicalizzando la propria politica, annuncia di voler perseguire il progetto della secessione delle regioni dell'Italia settentrionale (indipendenza della Padania). A tal fine organizza una manifestazione lungo il fiume Po il cui culmine si tiene a Venezia, in Riva degli Schiavoni, dove Umberto Bossi, dopo aver ammainato la bandiera tricolore italiana, fa issare quella col Sole delle Alpi, e proclama unilateralmente l'indipendenza della Padania. A seguito di questa svolta secessionista, alcuni importanti esponenti del Carroccio entreranno in rotta con Bossi: Irene Pivetti è espulsa il 12 settembre 1996 e fonderà Italia Federale, Vito Gnutti lascia la Lega Nord l'11 giugno 1999[126] e fonderà con altri ex leghisti Futuro Nord[127].
Nel frattempo il Parlamento, attraverso i decreti legislativi noti come legge Bassanini, attribuisce numerose funzioni amministrative agli enti locali, e in particolar modo ai comuni. La Lega Nord mostra, fin dalla legge di delegazione (legge 15 marzo 1997 n. 59), di non accontentarsi delle riforme e decide di proseguire nella sua battaglia secessionista, creando un Governo padano.
Mentre il programma secessionista è in atto, il Parlamento (a maggioranza centro-sinistra) approva una riforma del Titolo V della Parte II della Costituzione, che modifica profondamente il regionalismo italiano. La riforma si fonda sui principi di sussidiarietà - art. 118 - e di leale collaborazione - art. 120 -, indicando espressamente le materie di competenza legislativa esclusiva dello Stato e concorrente tra Stato e Regioni, e riservando alla competenza legislativa esclusiva delle Regioni tutte le altre materie.
A partire dall'autunno 1998 si staccano dalla Lega Nord diversi dirigenti e militanti che fondano movimenti regionali autonomi: in Veneto movimenti come la Liga Veneta Repubblica, che nelle tornate elettorali ha raccolto un consenso tra l'1,3% (2005) e il 2,3% (2000) a livello regionale con un piccolo exploit nelle elezioni per il Senato nel 2001 dove ha raggiunto il 5%, sfiorando l'elezione di un senatore, nel 2000 diversi gruppi regionali staccatisi dalla Lega Nord fondano Autonomisti per l'Europa, nel 2001 nasce in Liguria il Movimento Indipendentista Ligure e nel 2006 in Lombardia Max Ferrari, ex direttore di TelePadania, dopo essere stato espulso dalla Lega Nord fonda il partito autonomista Fronte Indipendentista Lombardia raccogliendo però pochi consensi.
La linea apertamente secessionista fatta propria dalla Lega Nord portò, dopo il 1998, a un isolamento del partito nel panorama politico italiano, col risultato che, nelle zone dove il radicamento leghista era minore, i suoi candidati alle elezioni amministrative erano nettamente svantaggiati rispetto a quelli di centrodestra e di centrosinistra, generalmente appoggiati da più liste. Per cercare di rimediare a questa situazione, nel settembre del 1998 Bossi lanciò il cosiddetto Blocco padano, una coalizione formata dalla Lega Nord con diverse liste in rappresentanza di varie categorie sociali e produttive del territorio. Già alle elezioni amministrative dell'aprile 1997 altre liste che si richiamavano apertamente all'indipendentismo avevano affiancato la Lega Nord:
•   Agricoltura padana
•   Lavoratori padani
•   Padania pensione sicura
•   Non chiudiamo per tasse! - Artigianato, commercio, industria
Il risultato di queste liste fu complessivamente molto modesto, e nella maggior parte dei casi esse non riuscirono a portare i candidati leghisti al ballottaggio. Le ultime tre liste ottennero complessivamente l'1,1% al comune di Milano e lo 0,8% al comune di Torino. L'Agricoltura padana ebbe l'1,9% alla provincia di Pavia e i Lavoratori padani lo 0,9% alla provincia di Mantova[128]. Un risultato di un certo rilievo fu però ottenuto dai Lavoratori padani nell'autunno dello stesso anno al comune di Alessandria, dove con il 4,4% contribuirono alla rielezione del sindaco uscente Francesca Calvo ed ebbero diritto a tre consiglieri[129].
Nel 1998 il Blocco padano, di cui il coordinatore doveva essere il parlamentare europeo ed ex sindaco di Milano Marco Formentini, fu annunciato come costituito fondamentalmente da cinque partiti, oltre alla Lega Nord[130]:
•   Terra (evoluzione di Agricoltura padana, con a capo Giovanni Robusti, portavoce dei Cobas del latte)
•   Lavoratori padani
•   Pensionati padani (evoluzione di Padania pensione sicura, con a capo Roberto Bernardelli)
•   Imprenditori padani (evoluzione di Non chiudiamo per tasse!)
•   Cattolici padani (già presentatosi alle elezioni per il Parlamento della Padania del 1997, con a capo Giuseppe Leoni)
A questi si unirono a seconda dei casi anche liste civiche di portata locale, che talvolta ebbero maggior fortuna: a Udine Sergio Cecotti raggiunse il ballottaggio e fu poi eletto sindaco grazie all'apporto di due liste civiche, senza che i partiti "regolari" del Blocco padano fossero presenti[131]. La coalizione nel suo complesso risentì del calo di consensi generalizzato subito dalla Lega Nord, tanto che dopo il 1999 non fu più ripresentata se non in maniera sporadica, anche perché la Lega Nord, entrando a pieno titolo nella Casa delle Libertà, trovò alleati di maggiore consistenza elettorale.
La coalizione con la Casa delle Libertà (1999-2003)
Alle elezioni europee del 1999 il partito raccoglie il 4,5% dei consensi, meno della metà rispetto alle politiche del 1996, ed elegge quattro europarlamentari, di cui uno, Marco Formentini, fautore di un'alleanza con il centro-sinistra, avrebbe presto lasciato il partito per aderire a I Democratici. Quell'anno la Lega Nord organizza una manifestazione a Roma. Il 5 dicembre convergono nella capitale decine di migliaia di militanti, che sfilano nelle strade del centro per gridare la loro opposizione alle politiche dello Stato centrale.
Tra il 1999 e il 2000 la Lega Nord si avvicina nuovamente alla coalizione di centro-destra, rinsaldando i rapporti con Silvio Berlusconi e il suo partito, Forza Italia. La nuova alleanza tra Lega Nord, Forza Italia, AN e centristi, che viene chiamata Casa delle Libertà, muove i primi passi già alle elezioni regionali del 2000, quando la Lega Nord, alleata della CdL, conquista posizioni di rilievo nelle giunte regionali e locali; il successo della CdL provocherà le dimissioni del Governo D'Alema II.
La CdL è riproposta per le elezioni politiche del 2001 come alleanza tra Lega Nord, Forza Italia, Alleanza Nazionale, Centro Cristiano Democratico, Cristiani Democratici Uniti, Nuovo PSI e Partito Repubblicano Italiano, vince: Silvio Berlusconi torna Presidente del Consiglio e la Lega Nord torna al governo. I risultati elettorali vedono la Lega Nord in forte calo rispetto al passato: 3,9% dei consensi nella quota proporzionale (dunque di poco sotto la soglia di sbarramento) e solo 47 parlamentari eletti nel maggioritario. Ma l'alleanza con il centrodestra risulta vincente.
La Lega Nord entra nel Governo Berlusconi II con Umberto Bossi che viene nominato Ministro per le riforme istituzionali e devoluzione, Roberto Castelli Ministro della giustizia e Roberto Maroni Ministro del lavoro e delle politiche sociali; e negli uffici di presidenza delle assemblee legislative con Roberto Calderoli, che viene eletto vicepresidente del Senato.
Manifestazione a Milano per il federalismo fiscale e la libertà della Padania
Nel governo la Lega Nord spinge per la realizzazione delle riforme costituzionali, in particolare di quella federalista chiamata "devolution" che valorizza il ruolo delle autonomie regionali, attraverso l'attribuzione di competenze esclusive attinenti alla sanità, alla scuola e alla sicurezza pubblica.
La malattia di Umberto Bossi (2004-2005)
La mattina dell'11 marzo 2004 Umberto Bossi è ricoverato in ospedale in gravi condizioni, colpito da un ictus cerebrale; la riabilitazione lo costringe a una lunga degenza ospedaliera in Svizzera e a una faticosa convalescenza, poi conseguentemente a una lunga interruzione dell'attività politica. Si dimette così da ministro, venendo sostituito dal vicepresidente del Senato Roberto Calderoli.
Nonostante le condizioni di salute (la malattia gli ha lasciato un braccio indebolito, difficoltà a camminare e parlare da cui non si è mai ripreso completamente) Bossi si candida come capolista al Parlamento europeo alle elezioni di giugno, risultando eletto nelle due circoscrizioni del nord, con circa 285.000 voti. Per il seggio di Strasburgo lascia quindi la carica di deputato italiano. Bossi riapparirà solo il 19 settembre nella sua casa a Gemonio[132] e tornerà in pubblico gradualmente prima partecipando il 28 febbraio 2005 nella sede della Lega Nord in via Bellerio a Milano all'inaugurazione dell'asilo nido interno.[133]
Il 6 marzo Bossi effettua la sua prima uscita pubblica dopo l'ictus nella casa-museo di Carlo Cattaneo a Castagnola[134]. Alla manifestazione di Castagnola prende parte anche il ministro dell'Economia Giulio Tremonti (uomo chiave del cosiddetto «asse del Nord» tra Bossi e Berlusconi),[135][136] il ministro Roberto Calderoli, il Ministro della Giustizia Roberto Castelli, il Ministro del Lavoro e politiche sociali Roberto Maroni e una delegazione della Lega dei Ticinesi, partito politico localista a ispirazione cantonale elvetico guidato dall'imprenditore luganese Giuliano Bignasca[137].
Il 19 giugno 2005 Bossi torna a partecipare ai tradizionali raduni di Pontida[138][139], ma solo dal 15 novembre ritornerà a far politica a Roma ripresentandosi al Senato[140][141]. Nelle elezioni europee del 2004 e nelle elezioni regionali del 2005, la Lega Nord recupera parte dei consensi persi in precedenza, ricevendo rispettivamente il 5,1% e il 5,6% dei suffragi a livello nazionale.
Le elezioni politiche, l'alleanza con MPA e all'opposizione di Prodi (2006)
In vista delle elezioni politiche del 2006, la Lega Nord conferma l'adesione alla Casa delle Libertà, che candida nuovamente Berlusconi a premier, e, per la prima volta, apre anche alle energie provenienti dal Sud Italia, stipulando un accordo con il meridionalista Movimento per l'Autonomia, guidato da Raffaele Lombardo, eurodeputato eletto nelle file dell'UDC e proveniente dalla corrente DC di Calogero Mannino. Esso è composto da esponenti largamente provenienti dalla Democrazia Cristiana, ha il suo radicamento in Sicilia e sostiene politiche in favore del Mezzogiorno, come la costruzione del ponte sullo stretto di Messina. Condivide con la Lega Nord il fattore dell'autonomismo regionale. Si oppone però ad un federalismo fiscale che poggi totalmente sulle spalle delle Regioni.
L'obiettivo dei due partiti alleati, secondo Raffaele Lombardo, è quello di «porre fine alla conflittualità tra autonomia e federalismo» e «trasformare i conflitti in sinergie e collaborazione tra Nord e Sud del Paese144]. La maggioranza dei voti risulta di parere contrario alla riforma costituzionale. In sole due regioni, Lombardia e Veneto, i sì prevalgono sui no[145]. Il progetto federalista della Lega Nord subisce così una battuta d'arresto. Bossi ammetterà di essere «un po' deluso da questa Italia che fa un po' tristezza148] e l'8,06% al Senato[149], in netto rialzo rispetto alle precedenti votazioni.
Nel Governo Berlusconi IV sono ministri: Umberto Bossi alle Riforme per il federalismo, Roberto Calderoli alla Semplificazione normativa, Roberto Maroni all'Interno e Luca Zaia alle Politiche agricole; sono sottosegretari: Maurizio Balocchi alla Semplificazione normativa, Michelino Davico all'Interno, Roberto Castelli alle Infrastrutture e Trasporti e Francesca Martini alla Salute. Rosi Mauro è vicepresidente del Senato.
Elezioni europee del 2009
Risultati elettorali del 2009 in percentuale
Alle elezioni europee del 2009 la Lega Nord ottiene il 10,21%.[150] Elegge per la prima volta un parlamentare europeo nella circoscrizione Centro, l'allora segretario della Lega Nord Toscana Claudio Morganti.[151] In Veneto ottiene il 28,38%[152] e risulta il partito più votato nelle province di Belluno, Treviso, Verona e Vicenza.
Subito dopo le elezioni la Lega Nord, con l'UKIP, è tra i fondatori del gruppo Europa della Libertà e della Democrazia (ELD), creatosi il 1º luglio 2009 dopo lo scioglimento dell'Unione per l'Europa delle Nazioni.[153]
Regionali 2010: la Lega Nord al governo di Piemonte e Veneto
Nelle elezioni regionali 2010 la Lega Nord si è presentata, sempre alleata del PdL, in 8 delle 13 regioni che andavano al voto (Piemonte, Lombardia, Veneto, Liguria, Emilia-Romagna, Toscana, Marche, Umbria). In due di queste, Piemonte e Veneto, ha presentato i propri esponenti Roberto Cota e Luca Zaia quali candidati presidenti dei due partiti e risultano entrambi eletti.
Complessivamente la Lega Nord ha ottenuto il 12,28% del totale dei voti validi delle 13 regioni (19,77% nelle otto in cui era presente), con una punta del 35,15% in Veneto, dove è risultata essere il primo partito a livello regionale. Rispetto alle precedenti elezioni regionali del 2005, il partito ha raddoppiato i propri consensi[154] ottenendo «un avanzamento generalizzato in tutte le regioni del Nord e anche in quelle "rosse"156].
Il 30 e 31 maggio successivi la Lega Nord ha partecipato al rinnovo delle otto provincie sarde, presentando proprie liste a Cagliari, Ogliastra, Olbia-Tempio e Sassari. Qui, dove la Lega Nord non è ancora radicata, il partito ha ottenuto 4.179 voti, pari allo 0,58% su scala regionale (0,93% relativamente alle quattro provincie citate).
L'11 febbraio 2014 il Consiglio di Stato annulla definitivamente le elezioni regionali in Piemonte, svoltesi nel 2010, e che avevano visto vittorioso Roberto Cota.
Caduta del Berlusconi IV e passaggio all'opposizione (2011)
Tra il 2010 e il 2011, periodo politicamente turbolento per la maggioranza di centrodestra a causa della scissione di Futuro e Libertà per l'Italia e dell'insuccesso delle amministrative 2011, la Lega Nord garantisce il proprio appoggio al Governo Berlusconi IV.
Alle elezioni amministrative del 2011 infatti la Lega Nord decide di allearsi con PdL solo nelle grandi città, mentre nelle piccole si presenta da sola[157], ma i risultati sia per la Lega Nord che per l'alleanza di centrodestra sono scarsi e viene persa anche la città di Milano.
Successivamente alle dimissioni di Silvio Berlusconi dell'autunno 2011, la Lega Nord è contraria a qualsiasi governo tecnico, chiedendo il ritorno alle urne.[158][159] Alla nascita del Governo Monti la Lega Nord, contrariamente agli ex alleati del Popolo della Libertà, si colloca fin dal primo istante all'opposizione di tale governo: infatti la Lega Nord è stata l'unico partito del Parlamento a votare contro la fiducia d'insediamento del governo tecnico di Mario Monti.
Intanto nel partito i rapporti tra Bossiani e Maroniani diventano sempre più tesi: dopo gli scontri interni al gruppo della camera sulla richiesta di arresto per Cosentino, ma smentite dal capogruppo bossiano Reguzzoni[160], il partito vieta a Maroni di parlare ai comizi[161]. Maroni però non ha intenzione di rispettare il divieto e la base leghista è in rivolta, tant'è che Maroni viene invitato da molte sezioni, e Bossi è costretto a ritirare il divieto[162].
Il caso Belsito e le dimissioni di Bossi (2012)
 Lo stesso argomento in dettaglio: Francesco Belsito § Appropriazione indebita dei rimborsi elettorali e Rosi Mauro § Scandalo Belsito.
Il 5 aprile 2012 Bossi si è dimesso da Segretario Federale del partito a seguito dell'inchiesta giudiziaria che ha coinvolto il tesoriere del partito Francesco Belsito, anche lui dimissionario, e la famiglia dello stesso Bossi, dal momento che parte del denaro della Lega Nord, ottenuto come finanziamento pubblico, sarebbe stato utilizzato dalla famiglia Bossi per scopi privati[163][164].
Tale vicenda coinvolge altri esponenti di spicco della Lega Nord come Rosi Mauro, Roberto Calderoli e Francesco Speroni[165]. La vicenda ha portato, inoltre, il figlio di Bossi, Renzo Bossi, a dimettersi dal Consiglio regionale della Lombardia[166].
Contestualmente alle dimissioni da Segretario, il Consiglio Federale del partito nomina Bossi Presidente Federale, al vertice del partito nomina un triumvirato composto da Roberto Maroni, Roberto Calderoli e Manuela Dal Lago, che lo guiderà fino al congresso, e Stefano Stefani nuovo tesoriere[167].
Roberto Maroni, segretario federale della Lega Nord dal 1º luglio 2012 al 15 dicembre 2013
Il coinvolgimento di Rosi Mauro induce i vertici a chiederne le dimissioni dalla carica di vicepresidente del Senato. Il suo rifiuto le costa l'espulsione[168].
Nel maggio 2012 Bossi viene iscritto nel registro degli indagati dalla Procura di Milano con l'accusa di truffa ai danni dello Stato, unitamente ai figli Renzo e Riccardo, al senatore Piergiorgio Stiffoni e a Paolo Scala[169][170][171]. Nel novembre 2013 Bossi e i propri figli vengono rinviati a giudizio.[172] Il 10 luglio 2017 il tribunale di Milano condanna Umberto Bossi, il figlio Renzo e l'ex tesoriere Belsito.[173]
Alle elezioni amministrative del 2012 la Lega Nord partecipa alle competizioni elettorali generalmente da sola, rinunciando ad un'alleanza col Popolo della Libertà, e vede il proprio esponente Flavio Tosi riconfermato alla guida di Verona.
A Como e a Monza i candidati leghisti non riescono a raggiungere il secondo turno[174][175][176] e, complessivamente, la Lega Nord assiste ad un calo generalizzato del consenso.
Congressi nazionali e Maroni segretario (2012)
Slogan utilizzato dal partito durante e dopo il V Congresso Federale
Prima del V congresso vengono celebrati i congressi nazionali (regionali): in Veneto il maroniano Flavio Tosi batte il bossiano Massimo Bitonci e diventa segretario della Liga Veneta[177]; in Lombardia il maroniano Matteo Salvini batte il bossiano Cesarino Monti diventando segretario della Lega Lombarda[178]; in Liguria la maroniana Sonia Viale batte il bossiano Giacomo Chiappori[179]; in Friuli-Venezia Giulia il maroniano Matteo Piasente batte il bossiano Marco Ubaldi[180]; in Emilia il maroniano Fabio Rainieri batte il bossiano Riad Ghelfi[181]; in Romagna il maroniano Gianluca Pini viene confermato segretario mentre in Trentino è confermato segretario il maroniano Maurizio Fugatti[182].
Durante il V Congresso Federale della Lega Nord che viene celebrato il 30 giugno e il 1º luglio 2012, il primo dopo le dimissioni di Bossi, Roberto Maroni, unico candidato alla segreteria federale al congresso, viene eletto nuovo Segretario Federale della Lega Nord[183]. Maroni innova l'assetto organizzativo nominando tre vicesegretari: il veneto Federico Caner vicesegretario federale vicario con la delega a costruire la scuola di formazione del partito, il lombardo Giacomo Stucchi vicesegretario responsabile dell'Ufficio politico e degli undici dipartimenti e due consulte e la piemontese Elena Maccanti vicesegretario coordinatrice degli enti locali. Roberto Calderoli è responsabile federale organizzativo del territorio[184]. Viene modificato il simbolo del partito: scompare la parola "Bossi", sostituita con "Padania"[185].
Elezioni politiche del 2013, i primi insuccessi e opposizione al governo Letta
 Lo stesso argomento in dettaglio: Coalizione di centro-destra alle elezioni politiche in Italia del 2013.
Alle elezioni politiche del 2013 la Lega Nord decide di correre in coalizione col Popolo della Libert188] per l'elezione della Camera dei Deputati e il 4,33%[189] per il Senato. Il crollo del supporto popolare al partito è molto evidente ad esempio in Veneto, dove la Lega Nord non raggiunge l'11%[190] (meno della metà rispetto alle elezioni politiche del 2008, e circa due terzi in meno rispetto al massimo dei consensi raggiunto in occasione delle regionali del 2010).
In Lombardia al contrario, dove in contemporanea si vota anche per il rinnovo del Consiglio Regionale (a seguito delle dimissioni anticipate del presidente della giunta regionale uscente, Roberto Formigoni), la Lega Nord limita in parte il calo registrato nelle altre regioni del Nord. Grazie al supporto, ritenuto determinante, del Popolo della Libertà e degli altri partiti e liste civiche che compongono la coalizione di centro-destra, il segretario leghista Maroni riesce ad imporsi sul candidato del centro-sinistra Umberto Ambrosoli ed essere eletto governatore. Dopo il colloquio con il presidente del Consiglio incaricato Enrico Letta, il 25 aprile 2013 il segretario Roberto Maroni ha dichiarato che la Lega Nord sarà all'opposizione del Governo.[191] Il 20 aprile, al sesto scrutinio, la Lega Nord vota per la rielezione a presidente della repubblica di Giorgio Napolitano assieme a Partito Democratico, Popolo della Libertà e Con Monti per l'Italia[192], ma si astiene dal voto di fiducia al Governo Letta in entrambe le camere[193][194] e durante il governo Letta si scaglia duramente contro il ministro di origine congolese Cécile Kyenge, difendendo la legge Bossi-Fini.[195][196] Il 27 novembre la Lega Nord vota al Senato contro la decadenza da senatore di Silvio Berlusconi causata dalla legge Severino[197].
L'11 dicembre 2013 in occasione del voto di fiducia al governo Letta la Lega Nord perde un componente del suo gruppo al Senato, Michelino Davico, il quale decide di votare, contrariamente alla linea del partito, la fiducia al premier.[198]
Il Congresso Federale Straordinario (2013)
 Lo stesso argomento in dettaglio: Elezioni primarie della Lega Nord del 2013.
Matteo Salvini durante il discorso come candidato segretario della Lega Nord
Il 7 dicembre 2013 si tengono primarie per la segreteria del partito, organizzate da Roberto Calderoli: i candidati iniziali erano Umberto Bossi, Matteo Salvini, Giacomo Stucchi, Manes Bernardini, Roberto Stefanazzi, Flavio Tosi, Gianluca Pini e Erminio Boso. Ma in seguito alla rinuncia di Tosi, alla non ammissibilità delle candidature di Pini e Boso, raggiungono le mille firme necessarie solo Bossi e Salvini[199]. I seggi erano 56 in tutto il centro-nord con la possibilità di voto solo per i soci ordinari con almeno un anno di militanza nel partito che sono 17.747[200].
Il vincitore delle primarie è stato Salvini con l'82% di voti mentre Bossi ha ottenuto il 18%, su un totale di 10.206 votanti[200][201]. L'elezione è stata ratificata dai 300 delegati durante il congresso convocato dal partito il 15 dicembre al Lingotto di Torino[202], proclamando ufficialmente Matteo Salvini nuovo segretario federale del partito.[203]
La segreteria di Matteo Salvini
Matteo Salvini nel 2015
A seguito degli aumenti autostradali che hanno colpito il nord Italia, in media del 3,9%, con punte del 18%,[204] il segretario Salvini ha indetto per l'11 gennaio 2014 un presidio leghista in 30 caselli autostradali per protestare contro gli aumenti.[205][206][207] Presentandosi assieme a un centinaio di militanti, tra cui il presidente Bossi, al casello di Gallarate, Salvini dichiara: «A Roma si circola sul Grande raccordo gratis, la Salerno-Reggio Calabria è gratis. Qui si paga un occhio della testa» e successivamente ha attraversato il casello ritirando lo scontrino per poi strapparlo, affermando che non l'avrebbe pagato.
Il governatore del Veneto Luca Zaia ha commentato a proposito: «Penso che si debba protestare non solo per il pedaggio sull'A28 ma per tutte le realtà in cui lo si paga, perché il Veneto versa a Roma 21 miliardi di tasse all'anno e abbiamo diritto alle autostrade gratuite».[208]
Successivamente, lo stesso giorno, si è svolta una manifestazione a sostegno dell'allora governatore del Piemonte Roberto Cota, pochi giorni dopo la sentenza del Tar piemontese che aveva dichiarato nulla l'elezione dei consiglieri eletti alle elezioni regionali del 2010[209], indicendo così nuove elezioni.
Agli inizi della primavera del 2014 venne lanciata dalla Lega Nord la raccolta firme per cinque referendum, che riguardano l'abrogazione delle leggi Merlin e Mancino e della riforma delle pensioni Fornero e l'abolizione dei concorsi pubblici per gli immigrati e delle prefetture[210]. Il 25 giugno vennero depositate in Cassazione 3 milioni di firme raccolte a sostegno dei cinque referendum, di cui 570 000 per il solo quesito sulla legge Fornero. Tale referendum fu l'unico ad ottenere le 500.000 firme necessarie, ma non si andò mai alle urne a causa della bocciatura della Corte costituzionale, avvenuta nel gennaio successivo.[211]
Dalle elezioni Europee alle Regionali in Emilia-Romagna
Alle Elezioni europee del 2014 la Lega Nord ottiene il 6,2% dei voti, eleggendo cinque europarlamentari al Parlamento Europeo e stringendo un'alleanza con il Fronte Nazionale di Marine Le Pen con cui condivide gli ideali di abbandonare la moneta unica Euro per riacquistare la sovranità monetaria andando così a formare il Movimento per un'Europa delle Nazioni e della Libertà, a cui si aggiunge il Partito della Libertà Austriaco.
Alle Elezioni regionali del 23 novembre, la Lega Nord raggiunge in Emilia-Romagna, con il candidato governatore Alan Fabbri, il 19,4% dei consensi, divenendo secondo partito e doppiando Forza Italia.
Noi con Salvini
Simbolo elettorale di Noi con Salvini
Il 19 dicembre 2014 Salvini fonda il partito Noi con Salvini come soggetto politico[212] a sostegno del segretario nel Centro e Sud Italia.[213] In quelle regioni si dà una strutturazione territoriale attrave

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 inserito:: Ottobre 29, 2024, 07:16:29 pm 
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Lega per Salvini Premier

Segretario   Matteo Salvini

Vicesegretario   Alberto Stefani
Claudio Durigon
Andrea Crippa


Stato     Italia

Sede   via Carlo Bellerio, 41
20161 Milano[1][2]

Abbreviazione   Lega, LSP
Fondazione   14 dicembre 2017
Derivato da   Lega Nord


Ideologia   Populismo di destra[3][4][5]
Regionalismo[3]
Sovranismo[6]
Conservatorismo sociale[5]
Euroscetticismo[4][5] Identitarismo[7]

Collocazione   Destra[8]/
Destra radicale[9]/
Estrema destra[4][10][11]

Coalizione
Centro-destra 2018 (2018-2022)
Centro-destra 2022 (dal 2022)

Partito europeo
MENL (2017-2019)
Patriots.eu (dal 2019)

Gruppo parl. europeo
ENL (2017-2019)
ID (2019-2024)
Patrioti per l'Europa (dal 2024)

Seggi Camera
66 / 400
Seggi Senato
29 / 200
[12]

Seggi Europarlamento
8 / 76
Seggi Consigli regionali
133 / 896

Testata   Il Populista[13] (2016-2020)[14]

Organizzazione giovanile   Lega Giovani (dal 2018)

Iscritti   più di 100.000[15] (2021)

Colori        Blu
Slogan   •   "Prima gli Italiani!"[16][17] (dal 2018)
•   "Credo negli italiani"[18] (2022)

Sito web   www.legapersalvinipremier.it
www.legaonline.it

Modifica dati su Wikidata · Manuale

La Lega per Salvini Premier (LSP), nota semplicemente come Lega, è un partito politico italiano[19][20] di destra ed estrema destra fondato il 14 dicembre 2017.[21]
Secondo il suo statuto la LSP è un partito federalista che "propone la trasformazione dell'Italia in un moderno Stato federale" e "promuove e sostiene la libertà e la sovranità dei popoli a livello europeo".[21] È diretto discendente politico della Lega Nord, della quale può usare il simbolo,[22] e dalla quale ha ereditato le posizioni populiste ed euroscettiche, rinunciando tuttavia al secessionismo.[23]
Fino al 2019 la LSP raccoglieva soltanto gli iscritti del centro e del sud Italia, mentre la Lega Nord raccoglieva gli iscritti del nord.[24] Il congresso federale della Lega Nord svoltosi il 21 dicembre 2019 sancì, di fatto, il passaggio di consegne tra i due partiti: la LSP concluse la sua campagna di tesseramento nell'agosto del 2020, accettando nuovi militanti anche dalle regioni del nord, mentre i militanti di vecchio corso della Lega Nord avrebbero ottenuto il tesseramento ad entrambi i partiti.[25]
È considerato un partito personale legato principalmente alla figura di Matteo Salvini, che ne è leader e segretario.[26]
Storia
Dalla Lega Nord alla Lega per Salvini Premier
Il Monumento al Guerriero di Legnano, a cui si ispira il simbolo del partito. È spesso erroneamente associato ad Alberto da Giussano
Il 15 dicembre 2013 Matteo Salvini, ex direttore di Radio Padania, europarlamentare e segretario della Lega Lombarda, viene eletto segretario federale della Lega Nord, in seguito a delle elezioni primarie interne al partito, dove il nuovo segretario ha la meglio sullo storico fondatore Umberto Bossi, che, dopo aver guidato il partito per oltre vent'anni, si era dimesso da segretario il 5 aprile 2012.
Chiamato a risollevare un partito travolto dallo scandalo Belsito e che alle politiche di febbraio aveva toccato i minimi storici, sia a livello nazionale sia nei suoi tradizionali baluardi locali e regionali,[27] Salvini imprimerà una svolta storica alla Lega, riorientando il suo indirizzo politico verso le destre nazionaliste europee.
All'inizio del 2014 Salvini stringe un'alleanza in vista delle elezioni europee con il Front National di Marine Le Pen, storico partito nazionalista francese, sui temi dell'euroscetticismo, dell'immigrazione e della sovranità.[28]. Nel corso dell'anno Salvini stringe anche una collaborazione con il movimento di estrema destra Casapound (grazie alla quale riesce a rieleggere lo storico militante e dirigente leghista Mario Borghezio all'Europarlamento)[29] e avvia una serie di colloqui con Fratelli d'Italia di Giorgia Meloni per progettare un nuovo soggetto di destra sui temi sovranisti.[30]
Il 19 dicembre 2014 Salvini fonda il partito Noi con Salvini come soggetto politico[31] a sostegno del segretario nel Centro e nel Sud Italia.[32] In quelle regioni si dà una strutturazione territoriale attraverso coordinatori locali.
Le elezioni regionali del 31 maggio 2015 sono positive per la Lega Nord in Liguria, Toscana, Umbria e Marche, nelle quali risulta il primo partito dell'area di centrodestra. Poco rilevanti invece sono al Sud i risultati della lista Noi Con Salvini. La Lega conferma il trend positivo anche nelle amministrative dell'anno successivo, nelle quali si attesta come primo partito di centrodestra in molte realtà del nord e del centro Italia. In questa tornata Noi Con Salvini raccoglie un risultato incoraggiante soltanto a Latina, dove la lista ottiene il 4,07% di preferenze. Alle amministrative del 2017 la Lega Nord risulta uno degli unici due partiti a guadagnare consensi (insieme a FdI) nel confronto con la tornata elettorale del 2012,[33]. La lista Noi Con Salvini ottiene invece risultati poco rilevanti in quasi tutti i comuni dell'Italia centro-meridionale, con l'eccezione dell'Aquila, dove con il 6,76% risulta il secondo partito della coalizione a sostegno del candidato vincente Pierluigi Biondi.
La svolta nazionale e le politiche del 2018
Matteo Salvini, segretario della Lega, in una manifestazione in Piazza Duomo a Milano.
Il 14 maggio 2017 a Parma Salvini viene riconfermato segretario attraverso le primarie della Lega Nord, battendo il candidato dell'ala indipendentista Gianni Fava.[34] Il 21 maggio il congresso del partito sancisce la svolta nazionale: lo slogan della campagna che ha sancito la vittoria di Salvini è stato "Prima gli Italiani!", senza alcun riferimento al Nord. Il segretario, nel suo intervento congressuale, spiega ai militanti che "Sovranismo e federalismo vanno di pari passo, se non ci riprendiamo moneta e confini è inutile qualsiasi battaglia per l'autonomia".[35] E che "se un abruzzese o un siciliano mi viene a chiedere una mano, io non gli dico che è fuori dallo Statuto della Lega". Il leader storico Umberto Bossi, contrario all'abbandono del nordismo, viene invece fischiato dall'ala maggioritaria del partito.[36]
Simbolo ufficiale della "Lega per Salvini Premier"
Nell'ottobre 2017 Salvini annuncia, a margine di un consiglio federale, che alle elezioni politiche del 2018 la Lega Nord si presenterà con una lista di nome "Lega", unica per tutta l'Italia. Chiede al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella di sciogliere le Camere in anticipo, delega la questione dell'autonomia ai presidenti di regione Zaia e Maroni, dopo i referendum consultivi del 22 ottobre in Veneto e in Lombardia. Riceve le critiche di Gianni Fava, assessore all'agricoltura della Giunta Maroni in Lombardia e già candidato alla segreteria del partito alle primarie del maggio precedente, in qualità di esponente della minoranza indipendentista e bossiana.[37]
Il 14 dicembre 2017 viene fondato, dallo storico dirigente leghista Roberto Calderoli, il partito Lega per Salvini Premier,[38] il cui Statuto viene pubblicato in Gazzetta Ufficiale, con sede a Milano in via Privata delle Stelline, n. 1.[21] Fra gli obiettivi del nuovo movimento politico vengono indicati quello di trasformare l'Italia "in un moderno Stato federale attraverso metodi democratici ed elettorali" e quello di sostenere "la libertà e la sovranità dei popoli a livello europeo". L'organizzazione prevede l'estensione del movimento a tutte le regioni dello Stato italiano.[21] Il simbolo del partito è ispirato alla campagna elettorale di Donald Trump per le primarie del Partito Repubblicano del 2016 negli Stati Uniti d'America. Esso è infatti "costituito da un rettangolo di colore blu in cui campeggia la scritta 'Lega per Salvini Premier' in bianco, circondata da una sottile cornice sempre di colore bianco".[21]
Una settimana dopo, Salvini presenta al congresso federale il nuovo simbolo della Lega Nord da presentare in tutte le circoscrizioni dello Stato italiano: viene rimossa la parola "Nord", restano solo la parola "Lega" e la raffigurazione di Alberto da Giussano, viene aggiunto in basso lo slogan "Salvini Premier". In questa occasione Salvini presenta anche il programma di governo per le politiche del 2018, per le quali punta alla coalizione di centrodestra e al raggiungimento del 20% dei voti a livello nazionale. Viene annunciato che l'abolizione della cosiddetta Legge Fornero è punto non negoziabile per una possibile alleanza con gli altri partiti dell'area.[39]
Alle elezioni politiche del 2018 la Lega, all'interno della coalizione di centro-destra, ottiene il risultato storico del 17,35% dei voti alla Camera e del 17,65% al Senato, confermandosi come primo partito della coalizione e attestandosi come terza forza politica del paese. Il risultato massimo ottenuto dalla Lega Nord era stato sino a quel momento il 10% circa delle politiche del 1996, quando si presentò da sola, senza coalizioni.
Nel medesimo giorno si vota per il rinnovo dei consigli regionali e dei presidenti di Lombardia e Lazio. Nel primo caso il centrodestra si conferma alla guida della regione con il candidato leghista Attilio Fontana, che per poco non ottiene la maggioranza assoluta delle preferenze. Nel secondo caso il centrodestra non riesce ad eleggere il candidato di FI Stefano Parisi, sconfitto dal presidente uscente Nicola Zingaretti, ma la lista della Lega ottiene il 9,96% delle preferenze.
Elezioni regionali del 2018
 Lo stesso argomento in dettaglio: Elezioni regionali in Molise del 2018 ed Elezioni regionali in Friuli-Venezia Giulia del 2018.
Le elezioni in programma nell'aprile 2018 in Molise (22 aprile) e in Friuli-Venezia Giulia (29 aprile) sono molto attese a livello nazionale, visto che si svolgono un mese dopo le politiche e, secondo giornalisti e alcuni politici, potrebbero andare a risolvere la situazione di stallo istituzionale; tra questi, proprio Salvini dichiara che "se vince il centrodestra in Molise e Friuli, faccio un governo entro quindici giorni". Le elezioni regionali in Molise vedono il M5S partire con i gradi di favorito con il candidato Andrea Greco, ma il centrodestra ribalta le attese, vincendo con il candidato forzista Donato Toma, con la Lega seconda forza della coalizione vincente (dietro a FI) con l'8%, record leghista in Molise. Le elezioni del Friuli-Venezia Giulia portano un risultato ancora più eclatante: il candidato del centro-destra, il leghista Massimiliano Fedriga, dato già alla vigilia come gran favorito, vince con il 57% e la Lega prende il 35% battendo di gran lunga gli alleati, ma anche tutti gli altri partiti, risultando prima forza politica in regione[40]. La Lega così ottiene un altro governatore, il terzo, dopo il lombardo Fontana e il veneto Zaia. Il 20 maggio 2018 alle regionali in Valle d'Aosta, la Lega arriva al secondo posto, dietro l'Union Valdôtaine, con più del 17%, che le fa guadagnare 7 consiglieri (dopo le elezioni del 2013 non ne aveva neanche uno). Alle comunali del 2018, la Lega vince con il centrodestra a Vicenza, Treviso, Sondrio, Massa, Siena, Pisa, Terni, Viterbo e Catania, ottenendo percentuali oltre il 20% al centro-nord.
Alleanza giallo-verde
Ingresso nel governo Conte
 Lo stesso argomento in dettaglio: Governo Conte I.
Salvini con i capigruppo di Senato e Camera Centinaio e Giorgetti nel 2018 dopo un colloquio al Quirinale
Dopo una lunga trattativa, il 1º giugno 2018 nasce il governo presieduto dal professor Giuseppe Conte, indipendente vicino e indicato dal Movimento 5 Stelle (M5S). Si tratta di un governo di coalizione, nato da un accordo tra la Lega con il M5S. I due partiti avevano infatti sottoscritto in precedenza un accordo di governo chiamato "Contratto per il Governo del Cambiamento".[41][42] Nel governo entra lo stesso Salvini, come vicepresidente e ministro dell'Interno. La Lega viene rappresentata nell'esecutivo da 6 ministri, 3 viceministri e 15 sottosegretari (tra cui il Segretario del Consiglio dei ministri).
Elezioni regionali del 2019
 Lo stesso argomento in dettaglio: Elezioni regionali in Abruzzo del 2019 ed Elezioni regionali in Sardegna del 2019.
Le elezioni regionali in Abruzzo (10 febbraio 2019) e in Sardegna (24 febbraio) sono anch'esse molto attese a livello nazionale. In Abruzzo il centro-destra candida il senatore di Fratelli d'Italia Marco Marsilio, vincendo le elezioni con il 48,03% dei voti, mentre la Lega diventa il primo partito della Regione con il 27,53% dei consensi e 10 consiglieri regionali (ed ottiene 4 assessori nella nuova giunta regionale).
In Sardegna il candidato Presidente Christian Solinas, segretario del Partito Sardo d'Azione e senatore della Lega, vince le elezioni con un distacco di quasi 20 punti dall'avversario. La Lega, alleata in questa regione con il Partito autonomista di cui Solinas è segretario, ottiene l'11,35% dei voti e 8 consiglieri.
Elezioni europee del 2019
In vista delle elezioni europee del 2019 la Lega promuove, con altri soggetti politici, la costituzione di un vasto schieramento sovranista e di destra, Identità e Democrazia. Con oltre 9 milioni di voti e il 34,26% dei suffragi, la Lega conquista nel voto europeo del 26 maggio il suo miglior risultato elettorale e, per la prima volta nella storia, risulta il partito più votato in un'elezione nazionale. La Lega ha potuto eleggere all'Europarlamento una pattuglia di 28 eurodeputati, seconda solo a quella del partito tedesco della CDU, che ne ha eletti 29.[43] Nel febbraio 2020, dopo la formalizzazione dell'uscita del Regno Unito dall'Ue, a causa del meccanismo di riassegnazione di una parte dei seggi britannici a Strasburgo il ripescaggio del leghista Vincenzo Sofo consente alla Lega di appaiare a quota 29 eurodeputati il partito di Angela Merkel[44].
L'uscita dal governo
Forte del risultato elettorale, l'8 agosto 2019 la Lega esce dalla maggioranza e chiede il ritorno alle urne per incassare il grande risultato elettorale anche a livello nazionale. L'indomani presenta al Senato una mozione di sfiducia nei confronti del governo.
Il 20 agosto, dopo un lungo scontro al Senato tra leghisti da una parte e Conte e M5S dall'altra, Salvini ritira la sua sfiducia al governo, ma allora è Conte che, vedendo nei leghisti mancanza di coraggio nell'esprimere il gesto della sfiducia, rassegna le dimissioni. Nei giorni successivi, Salvini si rende disponibile a formare un nuovo governo con il M5S, proponendo Luigi Di Maio come presidente del Consiglio: quest'ultimo rifiuta ogni ipotesi di accordo con il partito che aveva ormai aperto la crisi.[45]
Opposizione al governo Conte II
L'esperienza di governo termina il 5 settembre 2019, per un totale di 461 giorni, ovvero 1 anno, 3 mesi e 4 giorni, con la fiducia al governo Conte II con il voto contrario della Lega. Dunque, il partito torna all'opposizione rispetto al Governo sostenuto da Partito Democratico, Movimento 5 Stelle e Liberi e Uguali.
Elezioni regionali del 2020
La Lega si presenta con il proprio simbolo in tutte le regioni italiane al voto per il rinnovo delle giunte e dei consigli regionali nel 2020. Nelle elezioni regionali del 26 gennaio è nella coalizione a sostegno di Jole Santelli in Calabria, mentre candida una propria esponente, Lucia Borgonzoni, in Emilia-Romagna. In Calabria, la coalizione di centro-destra vince con il 55,29% dei voti mentre la Lega ha ottenuto il 12,25% dei voti. In Emilia-Romagna invece la Borgonzoni viene sconfitta dal governatore uscente Stefano Bonaccini, ottenendo il 43,63% dei voti, mentre la Lega ha ottenuto il 31,95% dei voti.
Nelle elezioni regionali del 20-21 settembre la Lega si presenta coalizzata con gli altri partiti del centrodestra in tutte le regioni al voto (Campania, Liguria, Marche, Puglia, Toscana e Veneto) tranne che in Valle d'Aosta, presentando propri candidati a presidente nelle regioni Veneto (Luca Zaia) e Toscana (Susanna Ceccardi). Luca Zaia risulta vincitore con ben il 76,79% dei voti, mentre Susanna Ceccardi, con il 40,45% dei voti, viene sconfitta dal candidato del centrosinistra Eugenio Giani. A livello di lista la Lega in questa tornata ha ottenuto il 5,65% dei voti in Campania, il 17,14% in Liguria, il 22,38% nelle Marche, il 9,57% in Puglia, il 21,78% in Toscana, il 16,92% in Veneto (con la lista Zaia che però ha ottenuto il 44,57%) e il 23,90% in Valle d'Aosta.
Appoggio al governo Draghi
 Lo stesso argomento in dettaglio: Governo Draghi.
Matteo Salvini al Palazzo del Quirinale nel 2021
Il 13 gennaio 2021 Matteo Renzi annuncia il ritiro dall'esecutivo dei ministri di Italia Viva Teresa Bellanova (Agricoltura) e Elena Bonetti (Pari Opportunità), aprendo la crisi del governo Conte II. Il 13 febbraio la Lega entra nel governo di unità nazionale presieduto dall'ex presidente della Banca Centrale Europea Mario Draghi, al quale dà la fiducia il 17 e il 18 febbraio rispettivamente al Senato e alla Camera. Gli esponenti di LSP nell'esecutivo sono Giancarlo Giorgetti allo Sviluppo Economico, Massimo Garavaglia al Turismo e Erika Stefani alla Disabilità, un viceministro e 8 sottosegretari.
Elezioni regionali e amministrative del 2021
Alle elezioni regionali calabresi del 2021 la Lega si presenta nella coalizione di centrodestra a sostegno del candidato presidente Roberto Occhiuto[46][47].
Alle elezioni amministrative dello stesso anno la Lega sostiene la candidatura di Enrico Michetti a Roma[48], di Luca Bernardo a Milano[49], di Fabio Battistini a Bologna[50], di Paolo Damilano a Torino[51] e di Roberto Dipiazza a Trieste[52]. A Napoli la Lega avrebbe dovuto sostenere l'ex magistrato Catello Maresca con la lista civica "Prima Napoli", ma questa è stata esclusa dalla commissione elettorale locale per un ritardo nella presentazione.[53]
Elezioni amministrative del 2022
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Elezioni politiche del 2022 e governo Meloni
La coalizione di centro-destra alle consultazioni al Quirinale nel 2022.
Dopo le dimissioni del governo Draghi la Lega e i partiti di centrodestra si ricompattano in coalizione e alle elezioni politiche del 2022 vince con il 44% dei voti, risulta come secondo partito della coalizione dopo Fratelli d'Italia con l'8,79% dei voti alla Camera e l'8,84% al Senato subendo un enorme calo di voti dalle precedenti elezioni.[54] Da subito Salvini disse che il partito appoggerà il futuro governo in quanto esso avrebbe avuto la maggioranza delle camere[55] e conseguentemente entra a far parte del governo Meloni esprimendo 5 ministri, 2 viceministri e 9 sottosegretari. Il segretario Matteo Salvini è nominato Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti e congiuntamente ad Antonio Tajani Vicepresidente del Consiglio dei Ministri.
Elezioni europee del 2024
Alle elezioni europee del 2024 il partito ottenne il risultato del 8,97% dei voti, attestandosi di poco al di sotto di Forza Italia con il 9,59% e diventando così il terzo partito nella coalizione di governo e il quinto nel paese[56][57]. Un mese dopo le elezioni il partito lascia assieme ad altri il gruppo politico Identità e Democrazia per aderire al nuovo gruppo Patrioti per l'Europa, in cui fa eleggere come vice-presidente il generale Vannacci.[58]
Il 25 giugno 2024 l'ex deputato Paolo Grimoldi e il consigliere regionale del Veneto Gabriele Michieletto, assieme ad altri, vengono espulsi dal partito per decisione unanime del Consiglio federale, presieduto dal segretario Matteo Salvini, "per rispetto dei militanti".[59]
Il 12 settembre dello stesso anno Matteo Salvini nomina Alberto Stefani e Claudio Durigon nuovi vicesegretari della Lega al posto di Lorenzo Fontana e Giancarlo Giorgetti.[60]
Ideologia e posizioni
La Lega di Salvini è un partito di ispirazione sovranista[61], critico dell'Unione europea, della moneta unica e dell'immigrazione. In Italia ha affinità e collabora con Fratelli d'Italia, in Europa milita nel Partito Identità e Democrazia e leader come Marine Le Pen[28] e Viktor Orbán[62] sono i suoi principali interlocutori.
Nazionalismo e immigrazione
A partire dal Congresso della Lega Nord del 21 maggio 2017, che sanciva il suo secondo mandato come segretario federale del partito, Salvini ha cominciato a usare lo slogan "Prima gli Italiani!",[35] motto che riprendeva in parte quello di Donald Trump, "America first!", utilizzato dall'ex presidente statunitense durante il suo mandato. Lo slogan è in seguito diventato una delle parole d'ordine sia della campagna elettorale delle politiche del 2018, sia delle tornate successive, che descrive le posizioni della Lega in materia di immigrazione e il suo orientamento ideologico prossimo al populismo di destra.
La posizione del partito in materia di immigrazione è quella della linea dura nei confronti dell'immigrazione clandestina, in particolare dei flussi migratori che si svolgono via mare. È fortemente critico nei confronti delle organizzazioni non governative che trasportano i migranti nei paesi transfrontalieri europei, poiché ritenute complici del "traffico di esseri umani".[63] All'interno dei confini nazionali la Lega è scettica nei confronti delle richieste di asilo e dei relativi centri di accoglienza e auspica il rimpatrio degli immigrati irregolari. Ha cercato di disciplinare alcuni dei temi sull'immigrazione attraverso i cosiddetti Decreti Sicurezza.[64]
Indipendentismo, autonomismo e federalismo
La Lega per Salvini Premier ha accantonato definitivamente le aspirazioni indipendentiste della Lega Nord, già ridimensionate prima della segreteria di Matteo Salvini, trasformandosi in un partito nazionalista[65]. Invece, non è del tutto venuta meno la vicinanza ideologica e politica con l’indipendentismo catalano, non condivisa dagli alleati di Fratelli d’Italia[66]. In seguito al referendum sull’indipendenza della Catalogna del 2017, la Lega, che secondo alcuni analisti spagnoli presentava similitudini con Sinistra Repubblicana di Catalogna[67] almeno nel suo passato indipendentista[68], ha manifestato il proprio sostegno alla causa catalanista esibendo la estelada (bandiera separatista catalana) nei Consigli regionali di Emilia-Romagna[69] e Veneto[70], chiedendone l’esposizione ufficiale sul palazzo dell’amministrazione regionale della Lombardia[71] nel quadro di una mozione che esprimeva solidarietà ai detenuti politici catalani[72]. Salvini ha però definito una «forzatura» il referendum catalano in quanto non previsto dalla costituzione spagnola, pur «rispettando il voto come risposta democratica del popolo all’arroganza e alle manganellate del Governo Rajoy75]. Tuttavia, nel 2019 la Lega ha ospitato ad un convegno una delegazione di Vox[76], partito spagnolo che osteggia l'indipendentismo catalano ma con il quale vi sono sia un’intesa sul tema dell’immigrazione[77], che differenze sull’autonomismo territoriale[78]. Nel 2021, invece, dopo l’arresto di Puigdemont, avvenuto in Sardegna[79], alcuni esponenti leghisti ne hanno salutato favorevolmente la liberazione e si sono espressi contro la sua estradizione avanzata dalla Spagna[80][81]; Salvini ha auspicato che l’Italia non si facesse «protagonista di giustizia o vendette su richiesta di altri Paesi per un reato politico84][85][86] per avviare una trattativa con lo Stato finalizzata ad ottenere la gestione di diverse materie di competenza in un quadro di autonomia differenziata[87], slegata dai precedenti ideali secessionisti della Lega Nord[88] (i referendum consultivi si sono tenuti nel 2017 con vittoria preponderante del sì in entrambe le regioni[89][90]). Il tema dell’autonomia differenziata è stato portato dalla Lega nel programma elettorale delle elezioni politiche del 2022[91], poi presentato dopo la vittoria della coalizione di centrodestra come una delle future azioni del governo Meloni[92] e successivamente inserito nell’agenda dell’esecutivo[93][94][95][96] con l’intento di modificare l’Italia in uno stato federale e presidenziale[97]. La riforma federale è indicata come finalità del partito nel proprio statuto[21].
Europa
Dal 2019 La Lega rientra tra i componenti del gruppo politico sovranista Identità e Democrazia del Parlamento europeo[98][99], del quale fa parte anche Rassemblement National di Marine Le Pen: l’intesa tra il partito francese, al tempo ancora denominato Front National, e l’allora Lega Nord, basata sull’opposizione all’euro e a favore della sovranità monetaria, risale al 2014[100][101]. Presenta una sintonia ideologica con l’ungherese Fidesz, in particolare riguardo l’immigrazione clandestina ed il riassetto dell’Unione Europea in chiave conservatrice-sovranista (definito “Europa delle nazioni”)[102]. In questo senso, insieme alle suddette formazioni politiche e ad altri tredici partiti appartenenti ai gruppi delle destre del Parlamento europeo (Identità e Democrazia e Gruppo dei Conservatori e dei Riformisti Europei), il 2 luglio 2021 la Lega ha sottoscritto l'Appello per il futuro dell'Europa, un manifesto a favore della sovranità nazionale e critico delle istituzioni comunitarie europee, alle quali si riferisce come a un "Superstato" che potrebbe “trasformare l’Ue in una speciale oligarchia”; il documento sostiene una cooperazione che “si basi su tradizioni, cultura e storia degli Stati, sull'eredità giudaico-cristiana d’Europa e sui valori della famiglia e dell'unità delle nazioni"[103][104].
A giugno 2020, nel Parlamento europeo, la Lega ha votato contro una risoluzione che condannava la morte dello statunitense George Floyd oltre a ogni forma di razzismo, odio e violenza non condividendone «le prese di posizione e le strumentalizzazioni per attaccare indiscriminatamente i rappresentanti delle forze dell’ordine, il presidente Usa e forze politiche che esprimono pareri critici rispetto alla gestione dei fenomeni migratori» e ritenendo «inopportuno paragonare la situazione Usa con quella Ue» attraverso un provvedimento «rappresentante una realtà distorta» «e che presenta molti obiettivi utopici107][108].
A marzo 2021, nel Parlamento europeo, il partito ha votato contro[109] la risoluzione che dichiarava l’Unione europea una “zona di libertà per le persone LGBTIQ113]
Per quanto riguarda la fiscalità la Lega sostiene la riduzione della pressione fiscale e ha proposto dal 2018 la misura della flat tax al 15%. Sul tema pensionistico il partito è uno dei maggiori critici della Riforma delle pensioni Fornero ed è stato uno dei fautori, con il Movimento 5 Stelle, del cosiddetto "Quota 100", approvato il 18 gennaio del 2019.[114] In materia finanziaria è favorevole all'abolizione del tetto all'uso del contante.[115]
Sul welfare la Lega è critica nei confronti del reddito di cittadinanza, nonostante abbia contribuito ad approvarlo durante il primo Governo Conte.[116]
Giustizia
Nel 2021 la Lega ha promosso, insieme al Partito Radicale, sei quesiti referendari per riformare la giustizia italiana. Nello specifico, i sei quesiti riguardano: la responsabilità civile dei magistrati, la separazione delle carriere, la limitazione della custodia cautelare ai soli casi di pericolo di compimento di reati gravi, l'abolizione della legge Severino nella parte in cui prevede la sanzione accessoria dell'incandidabilità e del divieto di ricoprire cariche elettive e di governo dopo una condanna definitiva, l'abrogazione della raccolta firme per il magistrato che intende candidarsi al Consiglio superiore della magistratura e la possibilità di dare anche ai membri non togati il diritto di voto sulle valutazioni dei magistrati nei Consigli giudiziari.[117]
Nel febbraio 2022 la Corte costituzionale non ha giudicato ammissibile il quesito riguardante la responsabilità civile dei magistrati, mentre ha dato il via libera per gli altri cinque.[118] Tuttavia l'affluenza a questi referendum, tenutisi il 12 giugno dello stesso anno, è stata del 20,9%, e quindi non ha raggiunto il quorum necessario alla validazione dei quesiti referendari.[119]
Politiche sociali e diritti civili
Sul fronte del sociale, la Lega è contraria alle unioni civili,[120][121] al matrimonio omosessuale, all'adozione da parte di coppie gay e alla proposta di legge ddl zan.[122][123] Inoltre nel 2016, la Lega propose (insieme a Fratelli d'Italia e Forza Italia) un referendum abrogativo per abolire la legge sulle unioni civili tra persone dello stesso sesso.[124][125]
È fortemente contraria anche alla legalizzazione delle droghe leggere, alla cannabis light[126][127] e all’eutanasia[128] inoltre è in forte opposizione allo ius soli e allo ius culturae.[129][130]
Tesseramento
Nel 2018, l'appena fondata Lega per Salvini Premier iniziò a tesserare i soci sostenitori dell'Italia centro-meridionale (sostituendosi così al movimento Noi con Salvini), mentre i militanti leghisti dell'Italia centro-settentrionale continuarono a rimanere iscritti alla Lega Nord[131]; a seguito del congresso della Lega Nord tenutosi il 21 dicembre 2019, in cui venne in parte modificato lo statuto del partito (le cui modifiche più rilevanti furono la riduzione dei poteri del Presidente federale, l'allungamento della scadenza del mandato del segretario da tre a cinque anni, l'introduzione del "doppio tesseramento" e la possibilità per il consiglio federale di concedere l'utilizzo del simbolo ad altri movimenti politici)[132] e della chiusura della campagna di tesseramento del nuovo partito nell'agosto 2020, la LSP, fino ad allora attiva solo nell'Italia centro-meridionale, diventò un partito attivo su tutto il territorio nazionale. La Lega Nord, non potendo essere sciolta poiché gravata da un debito di 49 milioni di euro con lo Stato italiano, è stata invece formalmente tenuta in vita e le sue tessere sono state donate agli ex militanti.[133][134]
Comunicazione politica della Lega
A partire dal 2014[135] la comunicazione politica e la propaganda di Salvini e della Lega sono state affidate ad una società esterna al partito, la "Sistema Intranet snc" di Luca Morisi e Andrea Paganella. Essa, secondo varie ricostruzioni, avrebbe selezionato messaggi politici, slogan, hashtag di successo e scene tratte dalla vita quotidiana di Salvini[136] tramite un software, conosciuto come "la Bestia", in grado di elaborare la analisi del sentiment in rete attraverso una serie di algoritmi allo scopo di creare consenso elettorale[137]. Sebbene alcuni esperti abbiano ipotizzato uno strumento di monitoraggio della rete[138], per ammissione di Morisi si tratterebbe invece di un software collaborativo per la creazione e pubblicazione di contenuti online[135], che non farebbe uso di bot[139]. Si è anche ipotizzato che la Bestia fosse il soprannome dello staff aziendale[140].
La strategia comunicativa della Bestia è stata analizzata in uno studio del Dipartimento di scienze politiche dell'Università di Padova, nel quale si afferma che Salvini «ha aperto la pagina nel 2010 [...] con una strategia considerata efficace ancora oggi...in grado di porsi in sintonia con gli umori prevalenti di una parte sostanziale dell'utenza nella rete». L'abilità di Morisi consiste nel «posizionarsi dalla parte “giusta” e maggioritaria dell’opinione pubblica» e di essere «in grado di analizzare in tempo reale l’orientamento dei commenti e delle reazioni ad un post e che suggerirebbe su quali temi soffermarsi nel post successivo143], caso per il quale la Procura di Verona ha chiesto l'archiviazione il 30 novembre dello stesso anno[144].
Critiche e controversie
 
Questa sezione contiene controversie da riorganizzare.
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Crisi portuali
Durante il mandato di Salvini come Ministro degli Interni il governo ha vissuto alcune crisi riguardanti i confini marittimi. Due di queste crisi riguardano il conflitto fra il ministro leghista e la Guardia Costiera, che rispondeva al ministero delle infrastrutture. Nell'agosto del 2018 Salvini vieta l'ingresso alla nave Diciotti con 190 migranti a bordo nel Porto di Catania. Nel giugno del 2019 vieta invece lo sbarco della nave Gregoretti nel Porto di Augusta.[145] Un'altra crisi ha riguardato l'attività della Sea Watch 3 (nave della omonima Ong) della comandante Carola Rackete, la quale decise il 29 giugno di attraccare nel porto di Lampedusa con a bordo 43 migranti, nonostante il divieto da parte delle autorità italiane.[146] In seguito fu la nave della Ong Open Arms a restare al largo del porto di Lampedusa con a bordo oltre 160 migranti (molti di essi minori) senza avere il permesso di sbarcare da parte del Viminale per sei giorni dal 14 al 20 agosto, quando il procuratore capo di Agrigento Luigi Patronaggio dopo essere salito a bordo della nave e dopo un'ispezione, dispose lo sbarco e il sequestro preventivo d’urgenza della nave.[147][148]
Moscopoli o Russiagate
 Lo stesso argomento in dettaglio: Gianluca Savoini § Le inchieste del 2019.
A febbraio 2019 un'inchiesta del periodico L'Espresso fa emergere una presunta trattativa fra tre uomini italiani e tre uomini russi per il finanziamento della campagna elettorale della Lega per le europee del 2019 attraverso dei fondi russi, avvenuta il 18 ottobre 2018. A giugno 2019, il sito statunitense BuzzFeed News pubblica delle intercettazioni ambientali di una riunione svoltasi all'hotel Metropol' di Mosca che confermano quanto scoperto dalla rivista italiana.[149] Nel settembre dello stesso anno si scoprirà che due dei tre uomini intercettati all'Hotel Metropol' sono due uomini vicini al filosofo Aleksandr Dugin e all'avvocato Vladimir Pligin.[150]
In seguito alle inchieste giornalistiche nel luglio 2019 la Procura di Milano ha inserito nel registro degli indagati, fra gli altri: Gianluca Savoini (ex portavoce di Salvini), il consulente bancario Francesco Vannucci e l'avvocato internazionalista Gianluca Meranda.[151]
A gennaio 2023 la procura di Milano ha chiesto l'archiviazione per i tre indagati[152], accolta dal GIP milanese tre mesi dopo[153][154].
Struttura
Organi federali
Gli organi federali della Lega per Salvini Premier sono: il Congresso Federale; il Consiglio Federale; il Segretario Federale; il Comitato Amministrativo Federale; l'Organo Federale di Controllo sull'Amministrazione; il Comitato Disciplinare e di Garanzia; il Responsabile Federale Organizzativo e del Territorio; la Commissione Statuto, Regolamenti e Tesseramento; il Responsabile del trattamento dei dati personali; il Coordinamento Federale del Movimento Giovanile.
Segretario federale
Segretario    Periodo
Matteo Salvini
31 gennaio 2020 – In carica
Vicesegretari federali
Vicesegretario    Periodo    Segreteria
Giancarlo Giorgetti
31 gennaio 2020 – 12 settembre 2024    Salvini
Lorenzo Fontana
31 gennaio 2020 – 12 settembre 2024    
Andrea Crippa
31 gennaio 2020 – In carica    
Alberto Stefani
12 settembre 2024 – In carica    
Claudio Durigon
12 settembre 2024 – In carica    
Segretario organizzativo
Segretario    Periodo
Roberto Calderoli
31 gennaio 2020 – In carica
Amministratore federale
Amministratore    Periodo
Giulio Centemero
31 gennaio 2020 – In carica
Presidenti dei gruppi parlamentari
Camera dei deputati
•   31 gennaio 2020: Riccardo Molinari, vice: Fabrizio Cecchetti, poi Igor Iezzi
Senato della Repubblica
•   31 gennaio 2020: Massimiliano Romeo, vice: Paolo Tosato, poi Mara Bizzotto
Parlamento europeo
•   31 gennaio 2020 – 16 luglio 2024: Marco Campomenosi
•   16 luglio 2024 – In carica: Paolo Borchia[155]
Articolazioni regionali e territoriali
La Lega per Salvini Premier è una confederazione composta dalle seguenti articolazioni territoriali regionali costituite a livello regionale, provinciale o sovra-provinciale:
Segreteria    Referente
Abruzzo
Luigi D'Eramo (commissario)

Alto Adige
Maurizio Bosastra (commissario)
Basilicata
Pasquale Pepe (commissario)

Calabria
Giacomo Saccomanno (commissario)
Campania
Claudio Durigon (commissario)

Emilia
Matteo Rancan
Friuli Venezia Giulia
Marco Dreosto

Lazio
Davide Bordoni
Liguria
Edoardo Rixi

Lombardia - Lega Lombarda
Fabrizio Cecchetti (commissario)

Marche
Giorgia Latini

Molise
Michele Marone (commissario)
Piemonte
Riccardo Molinari

Puglia
Roberto Marti (commissario)

Romagna
Jacopo Morrone

Sardegna
Michele Pais (commissario)
Sicilia
Claudio Durigon (commissario)

Toscana
Luca Baroncini

Trentino
Diego Binelli (commissario)

Umbria
Riccardo Augusto Marchetti

Valle d'Aosta
Marialice Boldi
Veneto - Liga Veneta
Alberto Stefani

Movimento giovanile
Il movimento giovanile della Lega per Salvini Premier è la Lega Giovani, organizzazione succeduta nel 2018 al Movimento Giovani Padani[156][157][158], che raccoglie i giovani dai 14 ai 30 anni. Il segretario della Lega Giovani è Luca Toccalini.[159][160] Come il partito, anche la Lega Giovani si compone di un coordinamento federale e di vari coordinamenti regionali. Collegati alla Lega Giovani sono:
•   Studenti di Buonsenso per l'Autonomia e il Merito (S.B.A.M.), presente nelle scuole superiori;
•   Lega Universitaria, presente nelle università.
Segretario federale
Segretario    Periodo
Andrea Crippa
2018 – 14 settembre 2019
Luca Toccalini
14 settembre 2019 – In carica
Nelle istituzioni
Presidente della Camera dei deputati
•   Lorenzo Fontana (XIX legislatura della Repubblica Italiana)
Vicepresidente del Consiglio dei Ministri
•   Matteo Salvini (Governo Conte I e Meloni)
Ministri della Repubblica Italiana
•   Governo Conte I (2018-2019)
o   Giulia Bongiorno (Ministro per la pubblica amministrazione)
o   Erika Stefani (Ministro per gli affari regionali e le autonomie)
o   Lorenzo Fontana (Ministro per la famiglia e le disabilità e ministro per gli affari europei)
o   Matteo Salvini (Vicepresidente del Consiglio dei ministri e ministro dell'interno)
o   Gian Marco Centinaio (Ministro delle politiche agricole, alimentari, forestali e del turismo)
•   Governo Draghi (2021-2022)
o   Erika Stefani (Ministro per le disabilità)
o   Giancarlo Giorgetti (Ministro dello sviluppo economico)
o   Massimo Garavaglia (Ministro del turismo)
•   Governo Meloni (dal 2022)
o   Roberto Calderoli (Ministro per gli affari regionali e le autonomie)
o   Alessandra Locatelli (Ministro per le disabilità)
o   Giancarlo Giorgetti (Ministro dell'economia e delle finanze)
o   Matteo Salvini (Vicepresidente del Consiglio dei ministri e ministro delle infrastrutture e della mobilità sostenibili)
o   Giuseppe Valditara (Ministro dell'istruzione e del merito)
Senato della Repubblica
XVIII Legislatura (2018-2022)
•   Roberto Calderoli (Vicepresidente vicario)
XIX Legislatura (2022-)
•   Gian Marco Centinaio (Vicepresidente vicario)
Risultati elettorali
    Lo stesso argomento in dettaglio:
    Risultati elettorali della Lega per Salvini Premier per regione italiana.

Elezione    
Voti    
%    
Seggi
Politiche 2018


Camera    

5 691 921    

17,37    

123 / 630
   Senato    5 317 019    17,63    58 / 315
            
Europee 2019
9 175 208    34,26    29 / 76
         
         
Politiche 2022


Camera    

2 464 005    

8,77    

66 / 400
   Senato    2 439 409    8,85    30 / 200

Europee 2024
2 100 658    8,97    8 / 76
Note
1.   ^ Contatti, su legaonline.it. URL consultato il 9 settembre 2021.
2.   ^ Statuto del movimento politico "Lega per Salvini premier", iscritto nel registro dei partiti politici, ai sensi dell’articolo 4, comma 5, del decreto-legge 28 dicembre 2013, n. 149, convertito con modificazioni, dalla legge 21 febbraio 2014, n. 13. (PDF), su parlamento.it. URL consultato il 9 settembre 2021.
3.   
•  (EN) Wolfram Nordsieck, Italy - Lega Nord, su Parties and Elections in Europe, 2018.
•  •  Italy, su csis.org, Center for Strategic and International Studies.
•  •  Italy 2018, su csis.org, Center for Strategic and International Studies.
•  ^ Davide Maria De Luca, “Sovranismo”, la parola, su il Post, 4 gennaio 2019. URL consultato il 30 agosto 2019.
•  ^ Davide Maria De Luca, L’estremista, su Il Post, 10 dicembre 2018. URL consultato il 30 agosto 2019.
•  ^ Martina Gianola e Greta Klotz, Le elezioni regionali in Trentino Alto Adige/Südtirol, in Regional Studies and Local Development, vol. 4/2, 2023, DOI:10.14658/pupj-RSLD-2023-2-4.
•  ^ (EN) James Dennison e Andrew Geddes, The centre no longer holds: the Lega, Matteo Salvini and theremaking of Italian immigration politics, in Journal of ethnic and migration studies, vol. 48, n. 2, Routledge, p. 441, DOI:10.1080/1369183X.2020.1853907.
•  ^ Gianluca Passarelli e Dario Tuorto, La Lega di Salvini. Estrema destra di governo, Bologna, Il Mulino, 2018.
•  ^ Elisabetta De Giorgi, Il centro-destra in cerca di unità e il riemergere della destra neo-fascista, in Carolyn Forestiere e Filippo Tronconi (a cura di), Politica in Italia. I fatti dell'anno e le interpretazioni. Edizione 2018, Bologna, Il Mulino, 2018.
•  ^ Include Elena Testor, esponente della Associazione Fassa, eletta al Senato grazie ad un accordo con la Lega.
•  ^ Matteo Pucciarelli, Anche Salvini avrà il suo blog: si chiamerà il "Populista", in la Repubblica, 3 maggio 2016.
•  ^ Così è fallita la propaganda “populista” di Salvini, su editorialedomani.it. URL consultato il 29 settembre 2021.
•  ^ Giuseppe Vatinno, Sondaggi a picco? Adesso per la Lega anche i tesserati sono al palo. Invece Fratelli d’Italia cresce e rischia di mangiarsi Salvini a breve, su lanotiziagiornale.it, 6 aprile 2021. URL consultato il 24 maggio 2021.
•  ^ Aldo Premoli, Prima gli italiani: slogan e realtà, in Huffington Post, 27 marzo 2018. URL consultato il 9 settembre 2021 (archiviato dall'url originale il 9 settembre 2018).
•  ^ Alessandro D'Amato, Prima gli italiani: il nuovo partito di Salvini, in Next, 3 settembre 2018.
•  ^ Credo, pronti, scegli: i tre slogan della campagna elettorale, su repubblica.it. URL consultato il 1º ottobre 2022.
•  ^ Lega, ecco il nuovo statuto. Cosa cambia per partito e simbolo, su quotidiano.net. URL consultato il 1º settembre 2021.
•  ^ Tutte le vere differenze tra “Lega Nord” e “Lega per Salvini premier”. L’opinione di Cazzola, su startmag.it. URL consultato il 1º settembre 2021.
•  •  Statuto del movimento politico «Lega per Salvini Premier» iscritto nel registro dei partiti politici, su gazzettaufficiale.it. URL consultato il 1º settembre 2021.
•  ^ Lega, ecco il nuovo statuto di Salvini, in Adnkronos, 18 dicembre 2019. URL consultato il 1º settembre 2021.
•  ^ La Lega di Salvini fa il pieno di parlamentari ed è in continua mutazione: da antieuro a partito di lotta e di Governo, in Today, 18 luglio 2021. URL consultato il 1º settembre 2021.
•  ^ Nuova bufera in casa Lega: tessera con simbolo e statuto diversi se vivi al Sud, su tgcom24.mediaset.it. URL consultato il 2 ottobre 2021.
•  ^ Salvini "chiude" la vecchia Lega: ecco il nuovo partito nazionale, su today.it. URL consultato il 2 ottobre 2021.
•  ^ Ilvo Diamanti, Padania addio, la Lega adesso è il partito personale di Salvini, 21 maggio 2017. URL consultato il 9 settembre 2021.
•  ^ Ilvo Diamanti, Paradosso Lega: mai così debole.Eppure adesso comanda al Nord, in la Repubblica, 27 febbraio 2013. URL consultato il 1º settembre 2021.
•  •  Matteo Salvini e Marine Le Pen, storia di un’alleanza contro l’Europa, in Corriere della Sera, 10 marzo 2018. URL consultato il 1º settembre 2021.
•  ^ Chiara Piselli, Matteo Salvini e CasaPound, un rapporto lungo cinque anni, in Open, 2 maggio 2019. URL consultato il 1º settembre 2021.
•  ^ Mattia Feltri, Meloni: “Alleati con la Lega? Se abbandona il secessionismo”, in La Stampa, 6 novembre 2014. URL consultato il 1º settembre 2021.
•  ^ Lega per Salvini Premier, su Lega per Salvini Premier.
•  ^ Salvini lancia la sfida al Sud «Ma il nostro Dna non cambia», Corriere della Sera, 19 dicembre 2014. URL consultato il 15 marzo 2015.
•  ^ Elezioni amministrative: chi ha vinto e chi ha perso, in Vita, 13 giugno 2017. URL consultato il 5 settembre 2021.
•  ^ Carmelo Lopapa, Lega, spunta l'anti-Salvini. Gianni Fava (giunta Maroni) sfida il segretario al congresso, in la Repubblica, 11 aprile 2017. URL consultato il 2 settembre 2021.
•  •  Ginevra Spina, Svolta nazionale della Lega, Salvini: "Basta Nord, da ora prima gli italiani", in Il Giornale, 21 maggio 2017. URL consultato il 12 settembre 2021.
•  ^ Marco Cremonesi, La svolta di Matteo Salvini dalla Padania a «prima l’Italia», in Corriere della Sera, 22 maggio 2017. URL consultato il 13 settembre 2021.
•  ^ Lega, nuovo simbolo senza "nord". Salvini: "Sarà valido per tutta Italia", in Repubblica, 27 ottobre 2017. URL consultato il 5 settembre 2021.
•  ^ Dalla Lega Lombarda a Salvini Premier: i 35 anni del partito. FOTO, su tg24.sky.it. URL consultato il 5 settembre 2021.
•  ^ Lega, il nuovo simbolo è senza “Nord”. Ma ha 2 parole in più: “Salvini premier”, in il Fatto Quotidiano, 21 dicembre 2017. URL consultato il 5 settembre 2021.
•  ^ Voto in Friuli Venezia Giulia, vince Fedriga: "Spero che serva a Roma". Crolla il M5s: dimezzati i voti delle politiche, in Repubblica.it, 30 aprile 2018. URL consultato il 4 maggio 2018.
•  ^ Ecco il contratto definitivo del “Governo di cambiamento” tra M5S e Lega. Oggi il voto sulla piattaforma Rousseau. Pronti per il weekend 1.000 gazebo della Lega, su quotidianosanita.it.
•  ^ Cosa prevede il "Contratto del cambiamento" definitivo tra Lega e M5S, su it.euronews.com.
•  ^ Centro contro periferie, l'Europa è sempre più divisa, Inside Over, 30 maggio 2019
•  ^ Lega primo gruppo, con Sofo sono 29 come la Cdu, Affari Italiani, 10 febbraio 2020
•  ^ Crisi, la mossa leghista per restare al governo: "Di Maio premier". Salvini conferma, ma i capigruppo vanno in tilt: "L'offerta? Sì, no", su ilfattoquotidiano.it. URL consultato il 9 agosto 2020.
•  ^ Calabria, simboli e curiosità sulla scheda, su isimbolidelladiscordia.it.
•  ^ Regionali, presentati i candidati della Lega. «Obiettivo è essere primo partito del centrodestra», su corrieredellacalabria.it.
•  ^ La lista della Lega per le elezioni comunali a Roma, i candidati a sostegno di Enrico Michetti, su fanpage.it.
•  ^ Elezioni Milano 2021, la lista della Lega, su milanotoday.it.
•  ^ Elezioni Bologna 2021, Fabio Battistini candidato del centrodestra, su ilrestodelcarlino.it.
•  ^ Salvini vuole Torino: "Damilano vincerà al primo turno, Lega primo partito in città", su torino.repubblica.it.
•  ^ Amministrative: Salvini arriva a Trieste per sostenere Dipiazza e Polidori, su triesteprima.it.
•  ^ Comunali, Consiglio di Stato conferma esclusione lista Prima Napoli, su gazzettadinapoli.it.
•  ^ Condé Nast, I risultati delle elezioni: vince la destra, Fratelli d'Italia primo partito, su Wired Italia, 26 settembre 2022. URL consultato il 18 settembre 2023.
•  ^ Sky TG24, Salvini: 'Questo dato non mi soddisfa, premiata opposizione a governo', su tg24.sky.it, 26 settembre 2022. URL consultato il 18 settembre 2023.
•  ^ Risultati in Italia (Elezioni europee 2024): dati definitivi | Corriere.it, su Corriere della Sera, 6 giugno 2024. URL consultato il 16 luglio 2024.
•  ^ Europee, Fdi cresce nelle percentuali ma perde 600mila voti rispetto alle Politiche. Il Pd ne guadagna 250mila. M5s, emorragia da 2 milioni, su Il Fatto Quotidiano, 10 giugno 2024. URL consultato il 4 settembre 2024.
•  ^ Redazione di Rainews, Ue, nascono i 'Patrioti per l'Europa', Bardella presidente, tra i vice Vannacci, su RaiNews, 8 luglio 2024. URL consultato il 16 luglio 2024.
•  ^ Lega, nessun provvedimento per Bossi. Espulsi Grimoldi e Michieletto - Notizie - Ansa.it, su Agenzia ANSA, 25 giugno 2024. URL consultato il 4 settembre 2024.
•  ^ Cambio nella Lega. Salvini nomina Durigon e Stefani nuovi vice segretari al posto di Giorgetti e Fontana, su www.ilfoglio.it. URL consultato il 12 settembre 2024.
•  ^ Davide Maria De Luca, “Sovranismo”, la parola, in Il Post, 4 gennaio 2019. URL consultato il 9 settembre 2021.
•  ^ Concetto Vecchio, Lega, Salvini con Orbán sogna l’ultradestra Ue: "Noi il Rinascimento", in la Repubblica, 2 aprile 2021. URL consultato il 9 settembre 2021.
•  ^ Alberto Sofia, Migranti, Salvini: “Ong complici e protagoniste del traffico di essere umani. In Libia accoglienza d’avanguardia”, in Il Fatto Quotidiano, 25 giugno 2018. URL consultato il 13 settembre 2021.
•  ^ Alessandro Parodi, Decreto Sicurezza bis, cosa prevede e come è cambiato, in Open, 5 agosto 2019. URL consultato il 13 settembre 2021.
•  ^ La nuova Lega e la vecchia Lega, in IlPost, Milano, 4 agosto 2020. URL consultato il 7 giugno 2023.
•  ^ Alessandro Madron, FdI, Meloni alla convention di Vox attacca su separatisti e Puigdemont. Ma in Italia l’alleato Lega e Solinas stanno con i catalani, in Il Fatto Quotidiano, Roma, Seif Spa, 10 ottobre 2021. URL consultato il 7 giugno 2023.
•  ^ Rossana Miranda, La Lega delle Leghe, le sintonie con Esquerra Republicana de Catalunya, in Formiche.net, 2 luglio 2018. URL consultato il 7 giugno 2023.
•  ^ (ES) Enric Juliana, La Lega Nord y Esquerra Republicana [La Lega Nord e Esquerra Republicana], in La Vanguardia, Barcellona, Grupo Godó, 23 maggio 2008. URL consultato il 7 giugno 2023.
•  ^ Beppe Persichella, Autonomia, sì dell’aula alla via emiliana, in Corriere della Sera, Milano, RCS MediaGroup, 4 ottobre 2017. URL consultato il 7 giugno 2023.
•  ^ Indipendentisti condannati, il Veneto sta con la Catalogna e censura Madrid, in Il Gazzettino, Venezia, Caltagirone Editore, 15 ottobre 2019. URL consultato il 6 giugno 2023.
•  ^ Arresti a Barcellona: la Lega vuole esporre la bandiera della Catalogna, in Milano Today, Milano, Citynews, 21 settembre 2017.
•  ^ Andrea Montanari, La Lega vota per gli indipendentisti catalani, ma Salvini sta con chi li condanna, in la Repubblica, Roma, Gedi Gruppo Editoriale, 15 ottobre 2019. URL consultato il 7 giugno 2023.
•  ^ ”Nessuno ha nostalgia della Padania”. Salvini commenta il voto catalano: “Una forzatura”, in HuffPost Italia, Gedi Gruppo Editoriale, 3 ottobre 2017. URL consultato il 7 giugno 2023 (archiviato dall'url originale l'8 ottobre 2019).
•  ^ Manuela Gatti, Referendum Catalogna è “una forzatura”: Salvini rinnega il passato della Lega Nord “Non ci sono nostalgie per la Padania”, in Il Fatto Quotidiano, Roma, Seif Spa, 4 ottobre 2017. URL consultato il 7 giugno 2023.
•  ^ Carles Puigdemont fermato in Germania. Cortei e scontri a Barcellona, in Quotidiano Nazionale, Bologna, Monrif Group Spa, 25 marzo 2018. URL consultato il 25 maggio 2024.
•  ^ Carlo Lottieri, Dalla Catalogna libera ai neo-franchisti, metamorfosi della Lega, in Il Foglio, Milano, Foglio Quotidiano Società Cooperativa - Sorgente Group, 5 aprile 2019. URL consultato il 7 giugno 2023.
•  ^ Catalogna, Santiago Abascal interviene sulle posizioni di Salvini: “si sbaglia”, in el Itagnol, 6 novembre 2019. URL consultato il 7 giugno 2023.
•  ^ Parlamento UE, l’ultradestra spagnola dice no a Salvini, in Open, 2 giugno 2019. URL consultato il 7 giugno 2023.
•  ^ Arrestato in Sardegna l’ex presidente catalano Carles Puigdemont, in AGI.it, Roma, ENI Spa, 23 settembre 2021. URL consultato il 25 maggio 2024.
•  ^ Puigdemont, Christian Solinas: festeggiamo la sua liberazione, in ANSA.it, Roma, 24 settembre 2021. URL consultato il 25 maggio 2024.
•  ^ Gabriele Ceresa, «No all’estradizione di Puigdemont». Da Busto l’appello dell’eurodeputata Tovaglieri (Lega), in Malpensa24.it, Lonate Pozzolo (VA), Gruppo Iseni Editori, 24 settembre 2021. URL consultato il 25 maggio 2025.
•  ^ Asia Buconi, Puigdemont, ex presidente catalano, torna libero dopo l’arresto. Salvini: “Italia non si presti a vendette”, in IlDigitale.it, 24 settembre 2021. URL consultato il 25 maggio 2025.
•  ^ Lombardia, via libera alla proposta di referendum per maggiore autonomia, in Corriere della Sera, Milano, RCS MediaGroup. URL consultato il 7 giugno 2023.
•  ^ Lombardia approva referendum autonomia, in Ansa.it, Roma, 18 febbraio 2015. URL consultato il 7 giugno 2023.
•  ^ Legge regionale n. 15 del 19 giugno 2014. Referendum consultivo sull'autonomia del Veneto, su bur.regione.veneto.it, Regione del Veneto, 24 giugno 2014. URL consultato il 7 giugno 2014.
•  ^ Pietro Pruneddu, Referendum autonomia, quando e per cosa si vota in Lombardia e Veneto, in Sky TG24, Milano, Sky Italia srl, 20 ottobre 2017. URL consultato il 7 giugno 2013.
•  ^ Andrea Senesi, Verso i referendum per l’autonomia: Lombardia e Veneto: cosa si vota, in Corriere della Sera, Milano, RCS Media Group. URL consultato il 7 giugno 2023.
•  ^ Andrea Carli, E i referendum in Italia? Ecco cosa chiedono Lombardia e Veneto, in Il Sole 24 Ore, Milano, Gruppo 24 Ore, 2 ottobre 2017. URL consultato il 7 giugno 2023.
•  ^ Sara Monaci, Il Veneto supera il quorum (57,2%), Sì al 98,1%. Lombardia, affluenza del 38,5%, in Il Sole 24 Ore, Milano, Gruppo 24 Ore, 22 ottobre 2017. URL consultato il 7 giugno 2023.
•  ^ Sara Monaci, Referendum autonomia Lombardia e Veneto, vince il Sì: cosa succede ora, in Sky TG24, Milano, Sky Italia srl, 23 ottobre 2017. URL consultato il 7 giugno 2023.
•  ^ Programma di governo della Lega (PDF), su carteinregola.it. URL consultato il 7 giugno 2023.
•  ^ Arriva lo "strappo" di Bossi: nasce il Comitato Nord, Lega: "Questa sarà la legislatura che attuerà l'autonomia", in TGcom24, Mediaset, 2 ottobre 2022. URL consultato il 7 giugno 2023.
•  ^ Giovanni Lamberti, La Lega preme per l'autonomia, ma il governo 'rinvia' le riforme a gennaio, in Agi.it, Roma, 17 novembre 2022. URL consultato il 7 giugno 2023.
•  ^ Autonomia e presidenzialismo, il Governo accelera, in La Stampa, Torino, Gedi Gruppo Editoriale, 19 gennaio 2023. URL consultato il 7 giugno 2023.
•  ^ Autonomia, il governo approva il ddl all'unanimità. Meloni: "Coerenti con mandato dei cittadini", in Rai News, Roma, Gruppo Rai, 2 febbraio 2023. URL consultato il 7 giugno 2023.
•  ^ La Conferenza delle Regioni dà il via libera al testo sull'Autonomia, in Ansa.it, Roma, 2 marzo 2023. URL consultato il 7 giugno 2023.
•  ^ Annalisa Cangemi, Matteo Salvini promette l’Italia federale in 5 anni, in FanPage.it, Napoli, Ciaopeople srl, 14 dicembre 2022. URL consultato il 15 giugno 2023.
•  ^ Nasce 'Identità e democrazia', neo gruppo sovranista al Pe, in Ansa.it, Roma, 13 giugno 2019. URL consultato il 13 luglio 2023.
•  ^ Europarlamento, il gruppo dei sovranisti si chiamerà Identità e democrazia. A presiederlo il leghista Zanni, in la Repubblica, Roma, GEDI Gruppo Editoriale, 12 giugno 2019. URL consultato il 13 luglio 2023.
•  ^ Patto con Le Pen e nuova sede a Roma, la strategia della Lega per le europee, in Il sole 24 Ore, Milano, Gruppo 24 Ore, 19 marzo 2014. URL consultato il 13 luglio 2023.
•  ^ Alleanza Lega-Le Pen, Salvini: "Insieme contro il super stato europeo", in RaiNews.it, Roma, Rai, 29 novembre 2014. URL consultato il 13 luglio 2023.
•  ^ Un Orbán per amico, in Limesonline.com, Roma, GEDI Gruppo Editoriale, 6 giugno 2018. URL consultato il 13 luglio 2023.
•  ^ Salvini e Meloni firmano l'appello delle destre contro "un'Europa senza nazioni", in Agi.it, Roma, 2 luglio 2021. URL consultato il 13 luglio 2023.
•  ^ Ue, Lega e FdI firmano la carta dei valori dei sovranisti europei: "No a super Stato, rispettare la libertà delle nazioni", in la Repubblica, 2 luglio 2021. URL consultato il 12 settembre 2021.
•  ^ George Floyd, eurodeputati di Lega e FdI votano contro la risoluzione del Parlamento Ue sul razzismo, su tpi.it. URL consultato il 25 settembre 2021.
•  ^ George Floyd, il Parlamento Ue condanna il razzismo e sostiene Black Lives Matter: Lega e FdI votano contro la risoluzione, in Fatto Quotidiano, 19 giugno 2020. URL consultato il 25 settembre 2021.
•  ^ Marco Assab, Lega e FdI votano contro la risoluzione Ue sul razzismo, ma le loro motivazioni sono discutibili. Ecco perché, in Open, 20 giugno 2020. URL consultato il 30 marzo 2022.
•  ^ Caso Floyd, in Ue Lega e FdI votano contro la risoluzione che condanna razzismo e violenza, in la Repubblica, Roma, 10 giugno 2020. URL consultato il 30 marzo 2022.
•  ^ “L’Unione europea è zona di libertà per le persone Lgbtqi”. Il Parlamento Ue approva, Lega e Fdi votano contro, in Fatto Quotidiano, 11 marzo 2021. URL consultato il 25 settembre 2021.
•  ^ Proposta di risoluzione, su europarl.europa.eu. URL consultato il 25 settembre 2021.
•  ^ Lega: "L'Ue vuole le corsie preferenziali per i migranti gay". Pd e M5s: "Vergogna", in EuropaToday.it, Napoli, Citynews, 11 marzo 2021. URL consultato l'11 marzo 2023.
•  ^ Alberto Custodero, Scontro istituzionale sul nuovo governo. Conte rinuncia, Mattarella convoca Cottarelli. "No a un ministro dell'Economia antieuro". E Di Maio e Meloni invocano impeachment, in la Repubblica, 27 maggio 2018. URL consultato il 10 settembre 2021.
•  ^ Oriana Liso, Milano, cancellata la scritta "Basta euro" dal muro della Lega di via Bellerio, in la Repubblica, 31 maggio 2018. URL consultato il 10 settembre 2021.
•  ^ Governo approva Reddito di cittadinanza e Quota 100. Ecco come funzioneranno, su quotidianosanita.it. URL consultato il 10 settembre 2021.
•  ^ Giuseppe Timpone, Tetto al contante, Salvini vuole abolirlo e l’economia italiana lo ringrazierebbe, in Investire Oggi, 14 giugno 2018. URL consultato il 12 settembre 2021.
•  ^ Il botta e risposta tra Salvini e Conte sul reddito di cittadinanza, in Today, 24 agosto 2021. URL consultato il 10 settembre 2021.
•  ^ I referendum sulla giustizia di Lega e Radicali, su ilpost.it. URL consultato il 16 giugno 2022.
•  ^ Referendum, la Consulta boccia la responsabilità diretta dei magistrati: ammessi gli altri cinque quesiti sulla giustizia promossi dalla Lega, su ilfattoquotidiano.it. URL consultato il 16 giugno 2022.
•  ^ Flop referendum sulla giustizia, affluenza al 20,9%. Lega: "Faremo le riforme dopo aver vinto le elezioni", su dire.it, 12 giugno 2022. URL consultato il 16 giugno 2022.
•  ^ https://www.gay.it/salvini-5-stelle-unioni-civili/amp
•  ^ di F. Q, Unioni civili, Salvini: "Sindaci della Lega Nord, disobbedite". Bitonci (Padova): "Io non celebrerò i matrimoni gay" - Il Fatto Quotidiano, su ilfattoquotidiano.it, 11 maggio 2016.
•  ^ di Agenzia Vista Alexander Jakhnagiev, "Gli omosessuali in Italia? Non sono discriminati": Meloni e Salvini in piazza contro la legge sull'omofobia minimizzano le aggressioni - Il Fatto Quotidiano, su ilfattoquotidiano.it, 16 luglio 2020.
•  ^ Francesco Lepore, Omotransfobia, Salvini: «Per il Pd è una legge fondamentale: stanno fuori di testa», su gaynews.it, 1º settembre 2020.
•  ^ di Mauro Episcopo, Unioni Civili, Meloni smentisce Salvini: "Se diventerò sindaco farò rispettare la legge" - Il Fatto Quotidiano, su ilfattoquotidiano.it, 12 maggio 2016.
•  ^ Passano le unioni civili. La Lega: disobbedienza.
•  ^ Copia archiviata, su corrieredellumbria.corr.it. URL consultato il 3 aprile 2021 (archiviato dall'url originale il 17 settembre 2020).
•  ^ Copia archiviata, su adn

 83 
 inserito:: Ottobre 29, 2024, 06:44:09 pm 
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Gianni Gavioli

FONDATORE TITOLARE UNICO di L A U PERSONALE BLOG E RASSEGNA STAMPA.
PROTAGONISTA ATTIVO IN FACEBOOK con l'apertura di 10 GRUPPI TEMATICI.
OPERATORE sul WEB ANCHE CON IL Nickname ARLECCHINO EURISTICO.
AUTORE dell'IDEA-PROGETTO OLIVO POLICONICO

ggiannig
ciaooo

 84 
 inserito:: Ottobre 29, 2024, 06:37:51 pm 
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Un lavoro di costruzione dal basso, di rafforzamento territoriale e del profilo culturale e sociale del Pd veneto. In questa direzione si inquadrano gli incarichi tematici assegnati per rendere il Pd più aperto e un concreto interlocutore della comunità veneta.
I nuovi incarichi tematici rispondono all’esigenza di coinvolgere quante più energie e competenze per costruire un progetto nuovo e offrire ai veneti una idea di società e di sviluppo alternativa al modello attuale.
Un progetto politico rinnovato nel quale riconoscersi con la forza e la identità dei nostri valori

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 inserito:: Ottobre 29, 2024, 06:23:46 pm 
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Rumore#17: nessuno fa niente per i palestinesi
Posta in arrivo
Fanpage.it <rumore@fanpage.it>
14:33 (5 ore fa)
a me
da rumore@fanpage.it

Ciao Gaetano

“I leader israeliani chiedono di avere uno stato israeliano a una condizione: che non ci siano palestinesi. C'è un'espressione per questa cosa: pulizia etnica”.
Che tu ci creda o no, questa frase è stata pronunciata poco meno di dieci anni fa dal premier israeliano Benjamin Netanyahu. Io mi sono semplicemente limitato a sostituire israeliani con palestinesi, e viceversa.


E no, non l’ho fatto per prenderti in giro. Ma per provare a ragionare insieme su quel che ci sta passando di fronte agli occhi, giorno dopo giorno, da un anno a questa parte. Con la complicità di molti e l’acquiescenza di moltissimi, a partire da tutti quei Paesi - occidentali o arabi, poco importa -, che dicono di avere a cuore il destino di chi abita a Gaza o in Cisgiordania.
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SCRIVICI
Vorrei capire meglio le guerre in corso. Vorrei sapere perché, a cominciare dagli USA, nessuno si pone il problema di dove ricollocare i palestinesi. Israele andrà fino in fondo.
Norma
In attesa che la Corte Internazionale di Giustizia si pronunci sull'accusa di genocidio, non vi sono ormai dubbi che il piano di Israele sia la pulizia etnica di Gaza, ovvero l'espulsione dei palestinesi da quel fazzoletto di terra. Lo ha denunciato pochi giorni fa anche il gruppo israeliano per i diritti umani B’Tselem, chiedendosi - come te e come noi - perché la comunità internazionale resti impassibile di fronte ai bombardamenti sui civili e al blocco delle forniture di aiuti umanitari. Non è facile dare una risposta sintetica, ma potremmo dire che gli interessi geopolitici ed economici hanno ancora una volta preso il sopravvento. Gli Stati Uniti, che tu menzioni, non solo non hanno fermato Netanyahu, ma - come spiega la CNN - hanno recentemente approvato la vendita di altri 20 miliardi di dollari di sistemi d'arma, tra i quali caccia F-15, missili e munizioni. Siamo così al paradosso: mentre nei consessi internazionali gli USA chiedono a Tel Aviv di salvaguardare la vita dei civili, vendono armi che vengono impiegate proprio contro i civili. Lo stesso hanno fatto anche altri Paesi occidentali. Il cancelliere tedesco Olaf Scholz, ad esempio, ha annunciato ulteriori consegne di armi a Israele e persino l'Italia, tra dicembre 2023 e gennaio 2024, ha esportato a Tel Aviv armi e munizioni da guerra.

Ma anche la postura dei diversi Paesi del Medio Oriente, a dispetto della pomposa retorica pro-Palestina esibita dai loro leader, induce a pensare l’esatto opposto. Oltre il valico di Rafah c'è la penisola del Sinai, ma gli egiziani non sembrano inclini ad accogliere centinaia di migliaia di palestinesi, per non rischiare di alterare gli equilibri politici che permettono ad Al Sisi di restare saldamente alla guida del regime. Come ha spiegato di recente l'Ispi, anche l’Arabia Saudita non vuole schierarsi esplicitamente contro Tel Aviv, così come non intendono farlo gli Emirati Arabi. Non conviene alla loro strategia politica di medio-lungo termine. Potremmo andare avanti a lungo, citando anche la Giordania, la Turchia e altri stati, ma il succo della questione non cambia. Sulla pelle dei palestinesi, soprattutto di quelli di Gaza, si muovono interessi economici e politici soverchianti rispetto alle loro legittime rivendicazioni di pace, terra e sicurezza.
Davide Falcioni
Redattore area Cronaca Fanpage.it
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Sono molto preoccupata per le dichiarazioni di Meloni e dei suoi ministri su molti temi. In questi giorni ha accusato ingiustamente Open Arms, urlando in Parlamento. Ieri ha dichiarato che il compito della magistratura è coadiuvare il governo. Cosa possiamo fare noi cittadini quando apprendiamo queste continue falsità? C'è un modo per rivolgerci alla Corte Costituzionale, per esempio?

Giorgio
Questi due episodi che hai scelto, cara Dora, sono entrambi ottimi esempi per spiegare cosa pensi Giorgia Meloni della magistratura. Una magistratura che nel caso Open Arms non può permettersi di condannare un ministro per aver compiuto atti “come richiesto dal mandato ricevuto dai cittadini” - sarebbe un “precedente gravissimo”, chiosa Meloni. Allo stesso modo, nel caso Albania, se la prende coi giudici che se ne fregano della volontà popolare nell’applicare le leggi. In entrambi i casi, Meloni tradisce l’idea che la magistratura debba essere un potere subalterno alla volontà dell’esecutivo, perché quest’ultimo è depositario del mandato ricevuto dai cittadini.

Intendiamoci: che lo pensi non è reato, sebbene la Costituzione reciti, all’articolo 101, che “i giudici sono soggetti soltanto alla legge”, non certo al governo. Il problema semmai è che, dalla posizione in cui è, Meloni possa provare a cambiare, in tutto o in parte, lo stato delle cose. Non mi addentro in materia da giuristi, ma nell’attuale proposta di riforma della giustizia promossa dal governo, il cosiddetto DL Nordio, si ritrovano alcune proposte, dalla separazione delle carriere di pubblici ministeri e giudici, all’abolizione dell’obbligatorietà dell’azione penale, che secondo numerosi magistrati e giuristi mirano a riequilibrare i rapporti di forza tra poteri dello Stato, in favore dell'esecutivo e a discapito della magistratura.

Ecco, Dora, perché quelle parole sono pericolose: perché preparano il terreno.
Francesco Cancellato
Direttore Fanpage.it
 
Perché non si cambia la legge Bossi-Fini assurda e obsoleta?
Edgardo
Si scrive “Bossi-Fini”, si legge “irregolarità”. Quando il ministro Piantedosi dice che chiedere di “cambiare la Bossi-Fini” senza una controproposta chiara e dettagliata che spieghi dove si vuole andare a parare rischia di essere uno slogan, non ha tutti i torti. Bisogna mettersi d’accordo su cosa voglia dire rinnovare questa legge, per adattarla alla situazione attuale. Intendiamoci, il ministro dell’interno vuole delegittimare un’istanza giusta e banalizzare una richiesta serissima. Il punto è che maggioranza e opposizione hanno due idee diametralmente opposte di come si debba intervenire oggi. Dall’approvazione della “Bossi-Fini” nel 2002, gli ingressi per lavoro in Italia sono regolati dai “decreti flussi“: in pratica ogni anno si stabilisce il numero di persone che possono entrare in Italia per lavorare.

Meloni ha annunciato di voler riformare la legge, ma in senso restrittivo. E infatti il decreto approvato a inizio ottobre va in questa direzione: sono stati rafforzati i controlli sui datori di lavoro che assumono dall’estero; e i click day non sono stati affatto eliminati, anzi, ci si avvia verso una fase in cui ce ne saranno di più, divisi per categoria di lavoratori, perché secondo il governo abolirli per ora non è possibile. Non si tratta di certo del superamento ​​del legame tra permesso di soggiorno e durata del contratto di lavoro, che da tempo chiedono opposizioni e associazioni.

Purtroppo, la posizione di Meloni sull’immigrazione non è così lontana da quella dell’UE, che infatti guarda con interesse al modello Albania, basato sul meccanismo di esternalizzazione del processo migratorio. Del resto, la gestione della migrazione fuori dai confini UE è uno dei punti del nuovo Patto sulla migrazione e l’asilo, che a giugno 2026 diventerà legge su tutto il territorio dell’Unione. I voti dei cittadini si stanno sempre più spostando a destra, e inevitabilmente i governi europei cercano di assecondarli mettendo in campo misure di controllo del fenomeno migratorio. Lo dimostra anche il fatto che il governo laburista del Regno Unito, guidato da Starmer, che pure ha archiviato il piano del precedente governo conservatore di spedire i richiedenti asilo in Ruanda, ha lodato l’approccio italiano.

In un momento in cui lo stesso ministro dell’Economia Giorgetti dichiara che andiamo “diritti verso il disastro”, perché con i dati attuali sulle nascite “non c'è futuro per il sistema previdenziale, ma neanche per quello produttivo”, qualcuno dovrebbe ricordare al governo che ai migranti dovremmo stendere i tappeti rossi.
Annalisa Cangemi
Vice capa area Politica Fanpage.it
 
Vorrei trattare l'argomento affitto con animali: è diventata una piaga sociale, nessuno li vuole.
Grazia

Grazia, quello che metti in luce è un dato di fatto, purtroppo. In un mercato immobiliare già di per sé complesso, fatto di fitti a costi elevatissimi nelle principali metropoli del Paese, chi vive con un animale domestico è ancora più penalizzato. Abbiamo diverse volte denunciato casi del genere e raccolto testimonianze di persone in difficoltà perché non riescono, appunto, a trovare un luogo che sia una "tana" condivisa con il proprio cane, soprattutto. Il problema è da vedere sotto diverse prospettive ma una che mi sembra fondamentale dover affrontare verte sull'educazione di chi è la persona di riferimento dell'animale, più che di quest'ultimo in realtà. È altrettanto vero, infatti, che tantissimi proprietari si sono ritrovati con abitazioni usurate per la presenza di un cane, soprattutto, o che abbiano avuto problemi con il condominio perché "il cane era maleducato". Eh no, il punto è proprio questo: la responsabilità sta in capo al lato umano della relazione. Al di là, dunque, dell'odioso "no" basato su un preconcetto e che invece dovrebbe arrivare come risposta solo a seguito della vera conoscenza del nucleo familiare di cui il cane fa parte, ci sono ancora troppi animali che vengono trattati come oggetti e i cui bisogni non sono compresi. Ed ecco che si creano situazioni per noi umani incresciose, come gli abbai molesti o la distruttività in casa, ma che in realtà rappresentano segnali di estremo disagio da parte dell'animale. Il risultato qual è? Le persone perbene, ovvero che badano davvero al benessere psicofisico del proprio compagno a quattro zampe, vengono associate ancora a tante altre, purtroppo, che invece non hanno a cuore il rispetto nei confronti di nessuno. Animale domestico o persona che sia.

Diana Letizia
Capa area Kodami Fanpage.it
Fai RUMORE con Fanpage.it

Direi che è tutto, anche per oggi.
Grazie per averci accompagnato fino a qua!

A presto,
Francesco

 86 
 inserito:: Ottobre 29, 2024, 06:19:38 pm 
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Nicola Zingaretti
 
28 ottobre 2024

NEI TERRITORI
Nelle ultime settimane ho intensificato gli impegni territoriali che ogni settimana si affiancano all’attività da Europarlamentare e Capodelegazione. E’ infatti fondamentale, nella costruzione di un’Europa sempre più unita, umana e attenta alle persone, ricordarci che le istituzioni comunitarie non sono un’astrazione, ma, al contrario, un attore fondamentale per lo sviluppo dei nostri territori, delle aree interne e delle città.
Venerdì 4 Ottobre ho partecipato con piacere all’interessantissima assemblea annuale del CPL Concordia tenutasi a Roma, una realtà cooperativa attiva su tutto il territorio Nazionale e leader nella promozione della transizione ecologica tramite la progettazione, realizzazione e gestione di tecnologie fotovoltaiche all’avanguardia.
Sabato 5 ho partecipato all’assemblea del Partito Democratico di Trastevere per raccontare, confrontarsi e discutere del presente e del futuro dell’Europa e degli spunti offerti dal Rapporto Draghi. Nel pomeriggio sono invece andato a Formello per la bellissima festa dell’Unità organizzata dal Partito Locale con Marta Bonafoni e Natale Di Cola, segretario CGIL Regionale. Un’ottima occasione per discutere dell’alternativa che abbiamo il dovere di costruire al Governo Meloni su contenuti chiari e vocazione unitaria che ci permetta di vincere.
Domenica 6 ho proseguito invece il finesettimana di iniziative sul territorio con la festa dell’Unità di Genazzano insieme al segretario regionale del Partito Democratico Daniele Leodori.
Il successivo fine settimana ho avuto il piacere di partecipare, Venerdì 11 e domenica 13, alle feste dell’Unità organizzate a Monterotondo e a Roma nel quartiere Montesacro. Due assemblee Partecipatissime nelle quali abbiamo discusso insieme agli amministratori locali come il sindaco Riccardo Varone, l’Assessore Mauro Alessandri e il Presidente di municipio Paolo Marchionne delle grandi sfide che tengono unito il piano europeo, quello nazionale e quello locale.
Giovedì 17 ho invece partecipato all’iniziativa organizzata dal Partito Democratico di Velletri per ribadire, insieme alle altre forze politiche promotrici del referendum, il nostro no all’autonomia differenziata. Una legge che spacca l’Italia e aumenta le diseguaglianze. Domenica 20  ottobre ho preso parte alla partecipatissima assemblea sul tema dell’Europa organizzata dalla sezione del PD di Italia-Lanciani e dai Giovani Democratici del Secondo Municipio, gruppo con cui ho anche avuto modo di discutere, insieme al Senatore Sensi, e altri ospiti, del tema della salute mentale dei Giovani.

Da - https://www.nicolazingaretti.it/2024/10/28/nei-territori-6/#

 87 
 inserito:: Ottobre 29, 2024, 03:37:31 pm 
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Frammenti di Ferruccio de Bortoli |

Assemblea degli industriali di Torino. Stellantis non c’è, nessuno la nomina

| Corriere.it
Posta in arrivo

ggiannig <ggianni41@gmail.com>
15:24 (10 minuti fa)
a me

https://www.corriere.it/frammenti-ferruccio-de-bortoli/24_ottobre_29/assemblea-degli-industriali-di-torino-stellantis-non-c-e-nessuno-la-nomina-7c6d8152-357c-44ae-a4f2-4833aba63xlk.shtml
 

 88 
 inserito:: Ottobre 28, 2024, 11:28:58 pm 
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Ratzinger l’ultimo Papa.
C'è qui un odio di sé, dell'Occidente, che è strano e che si può considerare solo come qualcosa di patologico; l'Occidente tenta sì in maniera lodevole di aprirsi pieno di comprensione a valori esterni, ma non ama più se stesso; della sua propria storia vede oramai soltanto ciò che è deprecabile e distruttivo, mentre non è più in grado di percepire ciò che è grande e puro. L'Europa, per sopravvivere, ha bisogno di una nuova - certamente critica e umile - accettazione di se stessa, se essa vuole davvero sopravvivere. La multiculturalità, che viene continuamente e con passione incoraggiata e favorita, è talvolta soprattutto abbandono e rinnegamento di ciò che è proprio, fuga dalle cose proprie. Ma la multiculturalità non può sussistere senza costanti in comune, senza punti di orientamento a partire dai valori propri.

• Joseph Ratzinger
Per non dimenticare...

 89 
 inserito:: Ottobre 28, 2024, 11:00:31 pm 
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Ratzinger l’ultimo Papa.
C'è qui un odio di sé, dell'Occidente, che è strano e che si può considerare solo come qualcosa di patologico; l'Occidente tenta sì in maniera lodevole di aprirsi pieno di comprensione a valori esterni, ma non ama più se stesso; della sua propria storia vede oramai soltanto ciò che è deprecabile e distruttivo, mentre non è più in grado di percepire ciò che è grande e puro. L'Europa, per sopravvivere, ha bisogno di una nuova - certamente critica e umile - accettazione di se stessa, se essa vuole davvero sopravvivere. La multiculturalità, che viene continuamente e con passione incoraggiata e favorita, è talvolta soprattutto abbandono e rinnegamento di ciò che è proprio, fuga dalle cose proprie. Ma la multiculturalità non può sussistere senza costanti in comune, senza punti di orientamento a partire dai valori propri.
• Joseph Ratzinger
Per non dimenticare...

 90 
 inserito:: Ottobre 28, 2024, 11:55:54 am 
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Esclusiva Wall Street Journal: le conversazioni segrete fra Elon Musk e Vladimir Putin

di Giusy Iorlano

 
Secondo il quotidiano Usa il miliardario proprietario di Tesla e il presidente russo sono stati «regolarmente in contatto» dalla fine del 2022. Il Cremlino smentisce
Il miliardario Elon Musk, proprietario di Tesla, SpaceX e X, si è mantenuto «costantemente in contatto» con il presidente russo Vladimir Putin dalla fine del 2022. È quanto afferma il quotidiano statunitense Wall Street Journal, che cita «diversi funzionari ed ex funzionari statunitensi, europei e russi», secondo cui le conversazioni tra l’imprenditore e il presidente russo hanno riguardato «questioni personali, affari e le tensioni geopolitiche».
Inoltre, in un’occasione - affermano le fonti menzionate dal quotidiano - Putin avrebbe addirittura chiesto al miliardario di non attivare il servizio Internet satellitare Starlink a Taiwan, «per fare un favore» al leader cinese Xi Jinping.
Una notizia, questa, che se confermata, a dieci giorni dalle elezioni americane, sarebbe inquietante sotto diversi punti di vista. Intanto il miliardario ha una serie di contratti in corso con il Pentagono e le agenzie di intelligence Usa, alcuni dei quali su operazioni classificate. In secondo luogo, attraverso la piattaforma X, ha un potere di influenza straordinario nella società americana; e, ultimo ma non meno importante, Musk è diventato uno dei più grandi sostenitori del candidato repubblicano alla Casa Bianca.
•   Leggi anche: Musk offre un milione di dollari a chi sostiene Trump
•   Leggi anche: Donald Trump ha avuto una bella idea: scatenare Elon Musk contro il governo
Il Cremlino smentisce contatti
In passato il magnate ha negato di simpatizzare per Mosca, sostenendo di aver parlato con Putin solo una volta, nell’aprile 2021, di argomenti legati allo spazio. Circostanza, quest’ultima, confermata dal portavoce del Cremlino Dmitry Peskov, che invece ha definito la notizia del Wsj «totalmente falsa», citando solo una telefonata tra i due «prima del 2022» per parlare di «tecnologie visionarie e soluzioni per il futuro». All’inizio dell’invasione dell’Ucraina da parte della Russia si è schierato al fianco di Volodymyr Zelensky e ha donato i terminali Starlink che hanno aiutato notevolmente le truppe ucraine.
Ma il suo punto di vista si è progressivamente spostato su posizioni filorusse nel corso della guerra, come quando a settembre del 2022 ha negato agli ucraini l’uso dei suoi terminali per guidare i droni nell’attacco ad una base navale russa in Crimea. Musk ha poi spiegato di aver imposto le restrizioni perché Starlink è destinato ad usi civili e temeva che qualsiasi attacco alla Crimea avrebbe potuto innescare una guerra nucleare. Nell’ottobre dello stesso anno ha preso la bizzarra iniziativa di lanciare su X il voto su un piano di pace per l’Ucraina, che rifletteva alcuni punti della proposta russa, inclusa l’occupazione della Crimea e la neutralità di Kiev fuori dalla Nato. Fu proprio allora, rivela una delle fonti, che tra il miliardario e il leader del Cremlino cominciarono i contatti, che sono andati avanti fino ad oggi. (riproduzione riservata)

(Translated from the original version by Milano Finanza Editorial Staff)


More news from The Wall Street Journal
Orario di pubblicazione: 25/10/2024 18:26
Ultimo aggiornamento: 25/10/2024 19:22
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L’Europa costruisce un mondo in cui un carro armato costerà meno di un’auto. Esce «Al verde», il nuovo libro di Roberto Sommella
di Roberto Sommella
Nel suo nuovo libro «Al verde. Manifesto dei tempi moderni» (Rubbettino), in libreria dal 29 ottobre, il direttore di MF-Milano Finanza, Roberto Sommella, racconta di un nuovo mondo in costruzione in cui le auto saranno un bene di lusso, dove sarà più remunerativo fabbricarearmi che veicoli e dove la AI si sta espandendo a dismisura senza vincoli sulle emissioni. Una tendenza autolesionistica che rischia di aprire le porte alla destra più estrema e antieuropea
Pubblichiamo un estratto di «Al verde. Manifesto dei tempi moderni», il nuovo libro di Roberto Sommella in uscita il 29 ottobre per Rubbettino

L’umanità è schiacciata tra due titani: la forza digitale e la forza della guerra. Dopo anni in cui sembrava che la forza della ragione potesse prevalere sulle difficoltà, una volta sconfitto il virus globale, si è ritornati al Novecento. Ma con molte differenze dal Novecento.
In primo luogo, gran parte della nostra vita è stata messa in comune con sistemi nuovi che ne influenzano lo scorrere e la stessa capacità di discernimento. Tecnicamente si chiamano Big Tech, in sostanza si tratta di galassie di origine terrestre le quali sono nate come monopoli che restringevano l’operare di altri soggetti e sono col tempo diventati Leviatani che sovrintendono all’economia, alla politica, alla società. In una parola, queste realtà sono diventate più importanti della democrazia.
Alla ricerca di una via per recuperare la sovranità ceduta a Big Tech
Per recuperare una parte di questa enorme cessione di sovranità, che ha come metro di paragone quanto avvenuto in Europa con l’avvento dell’euro e della Banca centrale europea, i sistemi democratici occidentali hanno usato l’arma della legge, imponendo norme restrittive e stabilendo sanzioni.
La loro azione è stata però solo economica, mai storica, mai sociologica. Questi sistemi hanno agito nel buio della ragione. Senza vedere i rischi e gli spettri che hanno davanti, perché il loro metro di giudizio è unicamente quello legislativo.
Questo sistema di analisi non basta. In alcuni casi, come negli Stati Uniti, i principali azionisti di queste piattaforme sono stati chiamati a rispondere del loro operato davanti al Congresso. La paura della democrazia americana è di essere sostituita da una macchina e da un algoritmo che possano stabilire chi votare, chi candidare, cosa decidere.
I colossi tech di fronte alla vecchia Europa
In Europa è avvenuto qualcosa di analogo con misure antitrust, la legge che regola la concorrenza, che hanno tracciato dei limiti ai colossi digitali, costruendo però una rete che ha molti buchi. Questi buchi sono di origine tecnologica sicuramente, perché l’innovazione nel terzo millennio risulta molto più veloce di qualsiasi sistema che voglia regolarla; di origine fiscale, perché questi soggetti vogliono e pagano le tasse solamente dove risiedono i loro capi. Ma hanno anche un’origine più profonda, sociale e immateriale.
La risposta delle big tech alla generale messa in stato d’accusa da parte delle democrazie europee e statunitensi è stata di due generi. In primo luogo, esse hanno costruito un universo parallelo, il Metaverso dell’Intelligenza Artificiale, dove non vigono né tetti né leggi; in secondo luogo, stanno spingendo a fondo sulla sperimentazione e commercializzazione dei sistemi di AI, che da sola mansione compilativa sta diventando un nuovo fattore della produzione, senza però che vengano riconosciute la sua parte distruttiva nella mancata creazione di nuovi posti di lavoro e la minaccia turbativa che può recare ai mercati finanziari e al piccolo risparmio.
In questa situazione di forte contrapposizione tra dominio delle macchine e realtà dell’uomo, tra Homo Digital e Homo Faber, in Europa si sta sviluppando, come in gran parte del pianeta, una coscienza ecologica molto forte, che parte dal basso, soprattutto dai giovani, e ha come obiettivo quello di salvare il pianeta dall’inquinamento e dalla sua autodistruzione.
Le capacità cognitive crescenti e la forza dei sistemi normativi illudono chi le usa di poter dare risposte così grandi in un piccolo tempo, che è racchiuso nella vita di un parlamento o di un governo. La scelta di andare avanti sull’analisi e sulla progettazione di un mondo diverso da quello di oggi, afflitto dal male del secolo che sono le crescenti disuguaglianze e l’alienazione dei giovani, pone i sistemi democratici di fronte ad una grandissima sfida: quella di sopravvivere alle macchine in un mondo più giusto e più pulito.
Il new green deal in senso della transizione ecologica
Nello scorrere i criteri e gli obiettivi del piano europeo per le nuove generazioni, il New Green Deal, attuale trasposizione ecologica del New Deal americano dei primi del Novecento, emerge il tentativo di costruire una nuova società: più verde, più giusta, più inclusiva. Costruendo auto, case e fabbriche che inquinino di meno, liberando nell’aria meno anidride carbonica possibile.
Un’auto elettrica venti stipendi di un operaio
Questa idea di società, che qualcuno potrebbe definire utopistica, ha come limite quello di ipotizzare un nuovo modello di sviluppo, dove un’auto elettrica costerà venti stipendi di un operaio alla catena di montaggio e non più cinque, semplicemente fissando su carta delle regole, degli obiettivi, che, pur condivisibili, dimenticano di fare i conti con il fattore umano.
Un fattore umano e un lavoro umano che non hanno gli stessi diritti e gli stessi costi nel mondo. Lo stesso fattore umano si cerca di preservare dalla forza dell’Intelligenza Artificiale, ultima emanazione della innovazione digitale, che non ha ancora compiutamente dispiegato i suoi possibili effetti sul benessere diffuso, a parte i certi benefici che alcuni settori, come quelli bancari, assicurativi e sanitari, possono avere dal calcolo computazionale delle percentuali di rischio.
Poco si sa del futuro delle fabbriche, delle industrie, degli operai. Il mondo di una volta. Si sta provando dunque a combattere la tecnologia dominante e l’inquinamento con una serie di provvedimenti legislativi e non con l’utilizzo della stessa Intelligenza Artificiale al servizio della persona e non sostitutiva del capitale umano.
In questa situazione di aspro confronto tra sistemi democratici e sistemi digitali o autocratici, tra merito e demerito, tra popolo ed élite, è tornata a bussare alla porta della nostra storia la guerra.
Gli effetti economici della guerra
La guerra è il mezzo attraverso il quale spesso gli uomini hanno fatto prevalere le loro ragioni e la loro forza sugli altri. L’Homo Faber è nato proprio dall’invenzione dell’arma, può trasformare un drone da cinepresa a dinamite, da oggetto di pace a mezzo di morte. E perciò è tentato di rispondere con la guerra al dominio dell’Homo Legislativus.
Le persone che si trovano a vivere il tempo presente hanno due soli modi per far parte del loro futuro: ribellarsi oppure rispondere con il loro voto alla chiamata delle democrazie in pericolo perché esse cercano di tenere tutto insieme: i destini dell’Homo Legislativus, i bisogni dell’Homo Faber, gli obiettivi dell’Homo Oeconomicus e la visione dell’Homo Digital. Pensando che possano tutti convivere e dominare il progresso con le sole capacità umane, con il solo sapere.
Il confronto con chi pensa che si debba però delegare gran parte della propria vita ad un’unica persona è già iniziato da tempo e ha esiti incerti. Negli Stati Uniti si confrontano coloro che credono che l’America venga prima di tutto e prima di tutti sappia amministrare sé stessa e i grandi monopoli digitali.
In Europa si trovano invece di fronte coloro che sono convinti che proprio a causa delle guerre ci siano solo risposte nazionali a problemi globali e quelli che vogliono ideare un nuovo modello di sviluppo con la forza della ragione ma soprattutto con l’emanazione delle leggi comuni.
La risposta alle richieste sempre più pressanti di una società più giusta e inclusiva sarà quella delle macchine o c’è ancora un piccolo spazio per l’uomo e tutto ciò che ha costruito in questi millenni della sua storia? (riproduzione riservata)
Orario di pubblicazione: 25/10/2024 18:13
Ultimo aggiornamento: 25/10/2024 18:13
 
Jbl Tour Pro 3, auricolari al top per qualità audio e versatilità
di Davide Fumagalli
Dotati di un sistema di cancellazione elettronica del rumore al vertice del settore anche per le telefonate e di doppi driver per qualità audio da audiofili, gli auricolari Bluetooth Tour Pro 3 di Jbl dispongono di una custodia intelligente con display che permette di gestire tutte le opzioni e si trasforma in un trasmettitore audio wireless

Con gli auricolari Tour Pro 3, Jbl si pone al vertice del settore non solo per l’eccellente qualità audio e le chiamate cristalline e prive di rumori di sottofondo, ma anche per una custodia dotata di display che permette di sfruttare al meglio le molte funzioni disponibili. L’architettura acustica studiata da Jbl vede infatti un doppio driver per ogni auricolare, con un tweeter avvolto da un’armatura schermata acusticamente per produrre le alte frequenze in modo cristallino e senza interferenze abbinato a un midwoofer con membrana dinamica da 10,2 millimetri di diametro dedicato alle frequenze basse e medie, comprese quelle tipiche della voce umana.
Equalizzazione personalizzata e isolamento acustico a prova di metropolitana
Nel corso della prova, l’architettura acustica ha mostrato di essere decisamente efficace, con un suono potente e bilanciato su tutte le gamme di frequenza, rendendo così i Tour Pro 3 adatti all’ascolto di ogni genere musicale, dal rock al jazz sino alle opere. La notevole potenza consente inoltre di tenere il volume intorno al 30% anche ascoltando la musica in ambienti molto rumorosi grazie anche all’ottimo isolamento acustico meccanico e al sistema di cancellazione elettronica del rumore. Certificati Hi-Res Audio wireless, i Tour Pro 3 sono certificati anche per le conversazioni sulla piattaforma Zoom e compatibili con il codec Ldac per smartphone Android, che garantisce l’alta fedeltà anche con trasmissioni Bluetooth grazie a uno streaming a 24-bit. Jbl ha inoltre curato molto l’ergonomia a livello progettuale, con un design avvolgente che si adatta perfettamente al padiglione auricolare anche grazie agli adattatori in silicone di ben 5 misure, dall’extra small all’extra large, e in alternativa adattatori in schiuma, abbinati alla comoda funzione sull’app Jbl Headphone per smartphone che permette di trovare facilmente e in modo oggettivo la misura dell’adattatore perfetta a ogni orecchio, e spesso diversa tra le due orecchie. L’app consente anche di personalizzare l’equalizzazione del suono andando a misurare la percezione delle singole bande di frequenza per ogni orecchio, e creando quindi un profilo personalizzato di equalizzazione che enfatizza in modo naturale le frequenze adeguate, oltre a consentire di limitare il volume eccessivo, oltre gli 85 db, a tutela della salute dell’udito anche nel lungo periodo.
Telefonate senza rumori anche in mezzo alla folla

Grazie ai tre microfoni integrati in ogni auricolare, di cui uno rivolto verso il padiglione auricolare, i Tour Pro 3 si sono dimostrati al vertice del settore per la gestione delle telefonate, eliminando non solo i rumori circostanti a beneficio di chi li indossa, ma anche garantendo una qualità ottimale agli interlocutori, pressoché priva di ogni rumore ambientale e con un volume soddisfacente. Un risultato di eccellenza merito anche del sistema di cancellazione elettronica del rumore con tecnologia True Adaptive Noise Cancelling 2.0 di Jbl, capace di calibrare istantaneamente l’intervento degli algoritmo software a seconda dell’ambiente in cui ci trova, campionato migliaia di volte al secondo per valutare tipo e volume dei rumori. L’app consente inoltre di di personalizzare il livello di cancellazione del rumore in modo manuale o automatico, tenendo conto non solo del volume dei disturbi nell’ambiente in cui ci si trova, ma anche del livello percepito all’interno di ogni singolo padiglione auricolare. Sempre nelle impostazioni è possibile anche attivare la funzione di audio spaziale, che simula tramite algoritmi una sensazione immersiva tenendo conto anche dei movimenti della testa, rilevati tramite appositi sensori integrati.
Custodia intelligente con display per controllare ogni funzione

Altro punto di forza dei Tor Pro 3 è la custodia di ricarica intelligente, che oltre a provvedere a rigenerare la batteria interna degli auricolari, capace di garantire un’autonomia reale superiore alle 10 ore con sistema di cancellazione elettronica del rumore attivato, è dotata di un utile display touch a colori da 1,57 pollici che consente di gestire tutte le principali funzioni degli auricolari, oltre a fornire indicazioni sulla riproduzione o la chiamata in corso con i relativi comandi per gestire il passaggio tra i brani o il volume. Possibile anche variare l’equalizzazione, o gestire la cancellazione elettronica del rumore e persino la foto dello sfondo del display, direttamente dalla custodia, che si trasforma inoltre in un trasmettitore Bluetooth da collegare con un cavetto audio standard da 3,5 millimetri compreso nella confezione a televisori, sistemi audio degli aeroplani o lettori multimediali privi di una scheda Bluetooth (riproduzione riservata)
Orario di pubblicazione: 25/10/2024 18:00
Ultimo aggiornamento: 25/10/2024 18:00
 
Manovra, Ali: enti locali affossati con stangata da 4 miliardi
di Giusy Iorlano

Il presidente nazionale della Lega delle Autonomie Locali Italiane (Ali) Roberto Gualtieri: è una scelta profondamente sbagliata, saranno i cittadini a pagarne i costi
La legge di bilancio «affossa gli enti locali». È il giudizio della Lega delle Autonomie Locali Italiane (Ali) che elenca i tagli: «4 miliardi di euro nel triennio, con 570 milioni per il 2025, di cui 140 milioni saranno a carico di comuni province e città metropolitane, che aumenteranno a 290 milioni dal 2026 al 2028 e a 490 milioni nel 2029».
Per i soli comuni sono 1 miliardo e trecento milioni di tagli, «che si sommano a già quelli pesantissimi dello scorso anno, e che non possono essere considerati compensati dai 100 milioni per l’accoglienza minori e dal contributo parziale per la compensazione verticale della perequazione, che andranno a beneficio solo di una parte dei comuni e non compenseranno comunque i costi della perequazione – sottolinea Ali - Considerando poi anche il taglio alle spese per investimenti, il costo complessivo per il 2025 raggiunge 1,6 miliardi. In tutto questo non è ancora chiaro quale saranno gli effetti del taglio ai ministeri, costi che potranno ricadere nuovamente sugli enti locali».
•   Leggi anche: Manovra, battaglia sui tetti agli stipendi dei dirigenti pubblici
A tutto questo , fa notare l’associazione guidata da Roberto Gualtieri, «si aggiunge il blocco sul turnover al 75% delle assunzioni che si trasformerà in un pesante indebolimento delle pubbliche amministrazioni sul fronte dell’efficienza e dell’innovazione. L’impianto della manovra certifica la volontà di cristallizzare gli squilibri distributivi tra amministrazioni già presenti a livello geografico. Ne faranno le spese i territori più in difficoltà e i cittadini più deboli».
«Il governo - continua Gualtieri - colpisce con una stangata da più di 4 miliardi centinaia di amministrazioni tra regioni, comuni e città metropolitane, scaricando i costi sui cittadini. É una scelta profondamente sbagliata che rischia di mettere in ginocchio gli enti locali e di colpire i servizi e la qualità della vita di tutti gli italiani. Non staremo certo a guardare e faremo sentire la nostra voce». ( riproduzione riservata)

Orario di pubblicazione: 25/10/2024 17:38
Ultimo aggiornamento: 25/10/2024 18:12

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