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 inserito:: Maggio 19, 2025, 12:40:31 pm 
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Paolo Migliaro
Preferiti  · epdoonSstr683m1929l0fhft1tuig2luf17i38u41mtg183 66hh5397htif  ·

Uno è un mistificatore seriale che lavora per mantenere florido il suo orticello, l’altro uno storico legato sentimentalmente alla Russia. Il risultato? Ieri sera a Torino degli appartenenti dell’Anpi hanno caricato con violenza chi manifestava con le bandiere ucraine insieme a quelle europee.

Marco Setaccioli su X:
“Nelle varie gradazioni di indecenza degli articoli di @marcotravaglio, l’editoriale di due giorni fa merita di diritto un posto nella top 10, quanto meno per aver condito le classiche menzogne filorusse con una buona dose di revisionismo storico.
Il pretesto è la sortita, per la verità discutibile, del governatore del Piemonte Cirio, in merito agli alpini morti in Russia in una guerra che allora fu di aggressione. Travaglio ne approfitta ovviamente per riproporre la sua difesa d’ufficio dello storico Barbero, il quale di recente aveva paragonato il riarmo di oggi a quello che ha preceduto la prima guerra mondiale, un’affermazione non condivisa da molti altri storici e soprattutto viziata dall’atteggiamento che con un eufemismo si potrebbe definire “indulgente” del professore nei confronti del regime di Mosca.
Ovviamente da lì è tutto un precipitare verso allusioni e perversioni che mirano ad attribuire alla Russia di oggi meriti dell’Unione Sovietica e a riproporre il mito della denazificazione dell’Ucraina.
Di elementi per farsi delle amare risate ce ne sono a iosa, come il punto in cui il Direttore del Fatto si chiede perché i paesi dell’ex blocco sovietico non dovrebbero celebrare a Mosca la vittoria del ‘45, dimenticando così il loro “principale liberatore”. La risposta è che Stalin fu piuttosto un ri-occupante, cioè cacciò i nazisti non per spirito umanitario, ma per prendere il loro posto. Non a caso i leader dell’est Europa si terranno tutti ben lontani dalla parata del 9 maggio, fatta eccezione ad esempio per lo slovacco Fico, che così intende ricordare la “liberazione” della Cecoslovacchia da Hitler, dimenticando però l’invasione del ‘68, voluta per soffocare le poche libertà che il paese si era ritagliato con la Primavera di Praga.
E poi un classico di Travaglio, ripreso pari pari dalla propaganda del Cremlino: la Russia esclusa dalle celebrazioni per gli 80 anni dallo sbarco in Normandia, dove invece c’era Zelensky “nonostante mezza Ucraina aveva accolto come collaboratori i nazisti e tuttora venera Bandera come eroe nazionale”. Una storiella che piace ai disinformatori seriali, i quali spacciano per “mezzo paese” un numero di collaborazionisti quantificabile in 150mila persone (su quasi 40 milioni), dimenticandosi di dire che solo una parte di loro si macchiò di crimini osceni, mentre molti di loro non aderì tanto per amore dell’ideologia del Reich, quanto piuttosto per odio nei confronti del regime sovietico, che giusto pochi anni prima aveva sterminato almeno 6 milioni di ucraini per fame (holodomor). E omettendo di dire anche che 7 milioni di ucraini si arruolarono nell’Armata Rossa per combattere i nazisti. Altro dato che Travaglio sbadatamente non cita è che la Russia di collaborazionisti di Hitler ne ebbe più del triplo (circa mezzo milione) e che le perdite militari e civili russe nella guerra furono in termini percentuali di gran lunga inferiori (12-13%) a quelle ucraine (18-22%) e bielorusse (25-28%).
Ma da chi si domanda come mai non venga invitato alle commemorazioni per la liberazione di Auschwitz il leader di un paese che invade una nazione sovrana, la dissemina di fosse comuni, rapisce bambini, russifica le popolazioni dei territori occupati, deporta chi si oppone, elimina ogni libertà personale e vive sostanzialmente di economia di guerra non ci si può aspettare certo un guizzo di onestà intellettuale.
Un’ultima chiosa, la merita tuttavia il finale del pezzo, soprattutto in vista del 25 aprile. Perché tutti noi sappiamo bene chi ci liberò (gli Alleati, tutti) e da cosa (il nazismo). Proprio per questo oggi il mondo dovrebbe stare dalla parte di chi difende le libertà e contro chi vuole negarle ed anzi intende imporre il proprio dominio con la forza. Ma mentre io sono felice di vivere in un paese la cui democrazia è costruita su quella straordinaria eredità, prendo atto amaramente del fatto che gente come Travaglio e Barbero fanno di tutto per giustificare chi ha invece scelto di calpestarla.”

da FB del 26 aprile 2025

 12 
 inserito:: Maggio 19, 2025, 12:12:34 pm 
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Gianni Gavioli

Propaganda e ControPropaganda.
"Fa e disfà l'è semper laurà"

Oppure:
"L'è quel de la mascherpa"



ciaooo

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Essere umani non basta.
Occorre Essere Italiani e NON FASCISTI.
Dopo la RESISTENZA, ESSERE stati antifascisti non ci è bastato.
ggg

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Marco M. Freddi

Le vergognose offese rivolte alla senatrice Liliana Segre sono l'ennesima, inaccettabile dimostrazione di come la sinistra ideologica, pacifista a senso unico, abbia smarrito ogni riferimento al limite invalicabile della dignità umana e della memoria storica.
Dietro la maschera di un antifascismo tradito, I COMPAGNI CHE CONTINUANO A SBAGLIARE, CHE DELLA VIOLENZA NE FANNO LA CIFRA DELLA LORO AZIONE POLITICA, si abbandonano a un antisemitismo strisciante, vigliacco, codardo. Un antisemitismo che, senza vergogna, colpisce una donna sopravvissuta all'orrore dei campi di sterminio, una testimone vivente della barbarie che a parole fingono di combattere.
Non c'è nulla di antifascista nell'odio contro Liliana Segre. C'è solo l'abisso morale di chi predica pace e uguaglianza scegliendo, con arroganza, chi ha diritto al rispetto e chi può essere insultato. È il tradimento più infame dei valori della Resistenza. È l'oltraggio più vile al senso del 25 aprile, che dovrebbe essere memoria viva, non palcoscenico di nuove discriminazioni e nuovi odi.
Chi oggi aggredisce Liliana Segre non ha nulla a che vedere con la lotta per la libertà. Chi la insulta è fratello, nello spirito e nella sostanza, dei carnefici che nei lager cancellavano la dignità e la vita degli ebrei. E chi tace, chi minimizza, chi finge di non vedere, è complice di questa infamia.
A nome di chi crede davvero nella democrazia, nel socialismo europeo, nella dignità dell'uomo e nella lotta contro ogni forma di oppressione, gridiamo forte e chiaro: mai più antisemitismo, mai più odio mascherato da impegno civile, mai più viltà travestita da ideologia.
Non ci sarà mai una società libera se permetteremo che l'odio, il settarismo e la violenza verbale insozzino il nome di chi ha sofferto per garantirci la libertà. Non ci sarà mai vero antifascismo se non sapremo difendere, senza ambiguità, la memoria e la dignità di Liliana Segre.
Oggi, più che mai, bisogna scegliere da che parte stare. Io ho scelto di stare dalla parte della storia, della libertà, della verità. Con Liliana Segre. Con chi crede che essere antifascisti significa prima di tutto essere umani.

#nómadadigital
#societàaperta
#amoreamoreamore
#socialistas

da FB
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Gianni Gavioli
Autore
Amministratore
Con le offese a queste degne Persone abbiamo la testimonianza che l'antifascismo è rimasto intinto nella melassa dell'indifferenza, mentre il fascismo si trasformava in Sfascismo Regionale Indefinito.
Cioè in un Populismo Sovranista al guinzaglio di famiglie e gruppi di potere locali e nazionali, impegnati unicamente nella ricerca di Potere Predatorio, sia come sciacalli o avvolti, sia nei casi più nobili come ragni nelle ragnatele.
ggiannig

IO su FB del 29 aprile 2025

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 13 
 inserito:: Maggio 19, 2025, 11:32:00 am 
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Putin e le sue Trojke in Federazione non avrebbero nessuna problematica nell'uso delle bombe atomiche contro i paesi vicini e lontani.

Lo stanno dimostrando infischiandosi della trattativa di Trump e seguitando a bombardare l'Ucraina. 
Se USA e Occidente seguiteranno a dimostrarsi divisi e intimiditi per il loro business a rischio, la Federazione Russa le userà contro una Nazione Nato.

Tutto cambia se capiranno, che in caso di attacco alla Nato e non Solo, i bersagli della nostra reazione, più che decisa, sarebbe bombardare tutte le Capitali della Federazione. Mosca in primis.
L'Operazione Ghigliottina li farebbe ragionare e finalmente sarebbe la Pace, . . . ma quella Attiva.

ggg
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Post di Gianni Gavioli

O.P.O.N. Piattaforma Virtuale: FEDE E RAGIONE si INCONTRINO nel TERRITORIO.
Gianni Gavioli  ·
Amministratore
Esperto del gruppo in Realtà virtuale
 
Bastava sottomettersi dice Lula.
Preparatevi, basta non avere spina dorsale.
Per molti di noi sarà facile.
ggg

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Marco Ferrari

Ecco cosa pensava Luiz Inácio Lula da Silva, il nuovo presidente del Brasile, della guerra in Ucraina a maggio 2022, quando Mariupol era già stata rasa al suolo e i crimini di Bucha, Irpin ecc. erano già stati documentati, giusto per inquadrare il periodo.
Qui un estratto dalla lunga intervista al Time, dove sembra di sentire un mix fra Orsini, Travaglio e il papa:
Lula: "Putin non avrebbe dovuto invadere l'Ucraina. Ma non è solo Putin a essere colpevole. Colpevoli anche gli Usa e l'Ue. Qual è stato il motivo dell'invasione dell'Ucraina? Nato? Poi Usa ed Europa avrebbero dovuto dire: " L'Ucraina non entrerà a far parte della NATO". Ciò avrebbe risolto il problema.
Time: "Pensa che la minaccia dell'adesione dell'Ucraina alla NATO sia stata la vera ragione dell'invasione della Russia?"
Lula: "Questo è l'argomento che hanno avanzato. Se ne hanno uno segreto, non lo sappiamo. L'altro problema era l'adesione dell'Ucraina all'UE. Gli europei avrebbero potuto dire: "No, ora non è il momento per l'adesione dell'Ucraina all'UE, aspetteremo". Non avrebbero dovuto incoraggiare il confronto. E ora, a volte mi siedo e guardo il presidente dell'Ucraina parlare in televisione, ricevere applausi, ricevere una standing ovation da tutti i parlamentari [europei]. Questo tizio è responsabile quanto Putin della guerra. Perché in guerra non c'è un solo colpevole.
[...]
Time: "Quindi Volodomyr Zelensky avrebbe dovuto parlare di più con Putin, anche con 100.000 soldati russi al suo confine?"
Lula: "Non conosco il presidente dell'Ucraina. Ma il suo comportamento è un po' strano. Sembra che faccia parte dello spettacolo. È in televisione mattina, mezzogiorno e sera. È al parlamento del Regno Unito, a quello tedesco, francese, italiano, come se stesse conducendo una campagna politica. Dovrebbe stare al tavolo delle trattative".
Time: "Può davvero rinfacciare questo a Zelensky? Non voleva una guerra, la guerra è venuta da lui".
Lula: "Voleva la guerra. Se non voleva la guerra, avrebbe negoziato un po' di più. Questo è tutto. Ho criticato Putin quando ero a Città del Messico [a marzo], dicendo che è stato un errore invadere. Ma penso che nessuno stia cercando di aiutare a creare la pace. Le persone stanno stimolando l'odio contro Putin. Questo non risolverà le cose! Dobbiamo raggiungere un accordo. Ma le persone stanno incoraggiando [la guerra]. Si sta incoraggiando questo tizio [Zelensky], e poi lui si crede di essere la ciliegina sulla torta. Dovremmo avere una conversazione seria: "OK, sei stato un simpatico comico. Ma non facciamo la guerra per farti apparire in TV". E dovremmo dire a Putin: "Hai molte armi, ma non devi usarle in Ucraina. Parliamo!"

da Fb 10 maggio 2025

 14 
 inserito:: Maggio 17, 2025, 06:51:43 pm 
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 Su un Post di Michele Serra sul trumpismo.

Gianni Gavioli
E' possibile che sotto questa immondizia ci possa essere concime per i fiori del domani?
E' possibile che guardando una trasmissione d'indagine televisiva, ci si ritrovi complici ignari di porcherie simili o peggiori, praticate da anni nel bel mezzo dell'Europa.
Come per esempio:
*Stati che favoriscono ammucchiate di evasori fiscali,
*oppure altri che godendo delle risorse dell'Unione si professino apertamente alleati di Stati nostri NEMICI,
*o peggio deputati e senatori si battano per Sfasciare la Nazione in cui sono nati e cresciuti, per soddisfare la loro smania di potere di gruppo, ottenuto nonostante le loro misere caratteristiche umane e sociali.
E noi, Opinione Pubblica, ci si lasci imbrattare da simili lordure senza reagire in favore dell'Unione tra Democrazie vicine allo Sfascio?
ggg

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Manette per l'Albania

Gianni Gavioli

Segnalazione, avviene da noi.
Ricordiamoci di chi le ha applicate, obbedendo ad un ordine, ma soprattutto di coloro che politicamente le ammette e le giustifica come necessarie.

Questi sono il Male.
E il Male sta infettando una parte di questa Italia, appestandola con il Caos e la Scontentezza voluta e diffusa per interessi di Parte.
ggg

 15 
 inserito:: Maggio 17, 2025, 06:49:17 pm 
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https://www.libera.it/documenti/schede/diario_di_bordo_web.pdf

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https://www.libera.it/it-schede-7-la_storia_dell_associazione

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Izabella Tabarovsky
 
Mi sto facendo strada nel rapporto della task force di Harvard sull'antisemitismo. È assolutamente scioccante.
È incredibile per me che così tanti liberali e ben intenzionati difendano ancora Harvard di fronte a prove così schiaccianti. L'implicazione sembra essere che gli ebrei abbiano esagerato le loro lamentele o abbiano frainteso le critiche nei confronti di Israele come antisemita. Il rapporto dimostra che, semmai, è vero il contrario: gli istruttori di Harvard hanno impiegato pedagogia antisemita e l'hanno imbiancata come critica a Israele.
Pubblicherò alcuni estratti qui sotto sul programma Religione e Vita Pubblica (RPL) della Divinity School, che ho trovato particolarmente inquietante.
Parliamoci chiaro: un programma accademico presso una scuola importante di una grande università laica che (1) presenta una sola prospettiva, radicalmente anti-Israele; (2) si propone di "de-sionizzare la coscienza ebraica"; (3) ritrae gli ebrei e la civiltà ebraica come "profondamente difetti" e privi di virtù; e (4) cerca di trasformare gli studenti in gli attivisti per una specifica e radicale agenda politica è (1) antisemita per qualsiasi definizione, e (2) non ha alcuna legittima pretesa di esistere sotto qualsiasi interpretazione della libertà accademica.
Ecco gli estratti:
Il programma RPL "diventato un punto focale per le preoccupazioni sulla unilateralità e la promozione di una specifica ideologia politica sotto le vesti di un'indagine accademica. Mentre il programma è stato lanciato pubblicamente con quello che sembrava un ampio mandato per esplorare l'incrocio tra religione e vari aspetti della vita pubblica, in pratica, si è concentrato pesantemente sul conflitto israelo-palestinese, presentando una prospettiva ampiamente percepita come costantemente anti-israeliana e allineata molto strettamente con un filo di Politica pro Palestina. ”
"Si potrebbe facilmente dedurre da gran parte dell'insegnamento e della programmazione di RPL che gli ebrei sono profondamente difetti, e che lo studio della civiltà ebraica dovrebbe essere un'esposizione di errori, in particolare con riferimento al sionismo e a Israele. La Task Force è stata particolarmente colpita da come questo riecheggia l'antigiudaismo studioso identificato dalla critica del professor George Foot Moore di un secolo fa, quando l'ebraismo era spesso studiato per evidenziarne i fallimenti, i limiti e la supersessione. ”
“Non crediamo che lo staff della RPL volesse costruire una visione dell'ebraismo e dell'ebraismo che riecheggi intenzionalmente il modo in cui sarebbe stato insegnato alle scuole divinità americane 100 anni fa, ma i parallelismi sono innegabili. Questa somiglianza non è andata persa su alcuni studenti, che hanno percepito questi echi problematici nella programmazione RPL. Anche se involontarie, le conseguenze di un simile approccio potrebbero essere considerevoli, ostacolando potenzialmente la comprensione di tutti gli studenti dell'ebraismo e di Israele, e in particolare per molti studenti ebrei e israeliani, minando il loro accesso a un ambiente di apprendimento solidale. ”
"Nella misura in cui la programmazione di RPL funge da introduzione all'ebraismo per alcuni studenti HDS, si potrebbe lasciare con l'opinione che gli ebrei sono un popolo senza virtù, oltre alla capacità di confessare e tentare di rimediare alle loro malefatte storiche. Una programmazione che attinga costantemente agli stereotipi storici in questo modo è intellettualmente problematica e negativa per l'apprendimento e lo sviluppo di HDS e di altri studenti di Harvard che si avvalgono delle offerte di RPL. ”
“I problemi che abbiamo notato con RPL sono particolarmente acuti nel viaggio studentesco annuale organizzato in Israele e in Cisgiordania. In un articolo pubblicato dallo staff della RPL, l'obiettivo del viaggio è quello di insegnare agli studenti l'"approccio decoloniale" al "progetto coloniale dei coloni ebraici in Palestina" - un obiettivo che, nella descrizione, "non è 'metaforico. ’”
"Lo staff della RPL ha scritto che l'obiettivo del viaggio è:
"Smantellate l'oppressione dei palestinesi, istituite meccanismi per la giustizia riparativa e tracciate mappe politiche etiche. È anche ermeneutica, che denota l'urgente necessità di dezionizzare la coscienza ebraica. ”
"Il personale della RPL ha pubblicato questo programma, e il suo effetto sugli studenti ebrei, nei suoi materiali di marketing, che includeva la seguente citazione di uno studente ebreo HDS su ciò che ha imparato dal loro viaggio sponsorizzato da HDS in Israele e nei territori palestinesi:
“Il nostro [viaggio in Israele e Palestina] è stato un’esperienza formativa, dolorosa e potente che ha plasmato la mia comprensione sul campo delle realtà politiche in Israele/Palestina. Le nostre conversazioni con i leader delle organizzazioni artistiche e cultura palestinesi mi hanno aiutato a capire il modo in cui l'apartheid israeliano intende distruggere tutto, dai programmi artistici doposcuola ai festival cinematografici indipendenti, nonostante le affermazioni dei sionisti liberali al contrario.
"I passaggi sopra indicano probabilmente che l'approccio pedagogico decoloniale sostenuto in questo articolo dai leader della RPL è un progetto politico palese e allineato con un filo della politica pro-palestinese. La presunta natura coloniale di Israele viene presa per chiedere un'offuscata, se non un crollo, della distinzione tra borsa di studio e avvocatura o attivismo.
“In altre parole, la natura apparentemente unilaterale, ideologicamente partigiana e di parte dell’istruzione e della programmazione RPL di cui abbiamo sentito molte lamentele non è percepita come una svista o un incidente nei rapporti che abbiamo ascoltato, ma come un obiettivo programmatico deliberato con un’esplicita articolazione metodologica e giustificazione da parte di RPL personale. ”
"Gli studenti stanno imparando queste lezioni, con gli organizzatori che approvano gli studenti del programma di studio RPL all'estero che promettono di diventare attivisti pro-palestinesi al loro ritorno negli Stati Uniti. ”
"Iniziare in un programma didattico per "dezionizzare" la "coscienza" degli studenti ebrei significa creare istruzione per colpire gli studenti in base alla loro identità religiosa. Suggerire che la tradizione ebraica sia correttamente intesa come riduttiva a "progetto di stato-nazione coloniale coloniero" significa anche denigrare sia una religione che un'identità. ”
“Questo non vuol dire che essere ebrei significa essere sionisti. Al contrario, alcuni studenti che si identificano come ebrei nel campus si identificano anche come antisionisti. Tuttavia, per molti studenti ebrei e israeliani, il sionismo è una parte fondamentale della loro identità. E mentre i dibattiti sullo status del sionismo in relazione all'identità ebraica sono importanti nel contesto dell'ebraismo, cambiare identità etnica e religiosa in questo modo non dovrebbe essere l'obiettivo di un corso in istituzione laica. E l'istruzione unilaterale non è coerente con le aspettative di Harvard per un programma di Harvard. ”
"Mentre le prospettive negative sul sionismo e Israele esistono a livello globale ed esplorarle criticamente è del tutto appropriato in un contesto educativo, farlo isolatamente - inquadrandole come norme piuttosto che credenze contestabili - rappresenta un fallimento pedagogico. ”
Uno studente israeliano che si è iscritto a uno di quei corsi RPL osservati ad Haaretz:
"Il giorno dopo il 7 ottobre, più di 30 organizzazioni studentesche hanno pubblicato una lettera in cui dichiara Israele l'unico e interamente responsabile della violenza di Hamas contro di esso. [... ] Molti membri di quelle organizzazioni si sono seduti con me in quel corso di teologia. ”

da FB
Link al report completo nel primo
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Stefania Ory

Radiestesia e Radionica Quantica
Walter Cas  ·

Il guaritore cinese che ha vissuto 256 anni: LA FORMULA MAGICA DELLA VITA e le 13 CAUSE DELLA MALATTIA
Li Ching-Yuen era un guaritore cinese che si dice abbia vissuto per oltre 256 anni. Yuen nacque in Cina nel 1677. Durante la sua lunga vita ha praticato la medicina naturale. Ci sono anche documenti ufficiali che testimoniano che Li Ching-Yuen è stato congratulato per aver raggiunto 150 anni di vita e poi documenti ufficiali che testimoniano di aver raggiunto i 200 anni nel 1877.
Li Ching-Yuen si occupava di medicina erboristica, era un maestro di arti marziali e la gente lo consultava per un saggio consiglio.

LA FORMULA MAGICA DELLA VITA di LI CHING-YUEN
Li Ching-Yuen ha espresso il segreto della longevità in un'unica formula: "Mantieni un cuore calmo, stai in piedi come un rospo, cammina agile come una colomba e dormi come un cane. “ ”
Giorni prima di morire, un generale cinese chiese a Li Ching-Yuen di insegnare ai suoi soldati le arti marziali. Il generale non riusciva a credere a quanto velocemente Yuen si muovesse ancora, anche se aveva un'età incredibile. Pochi giorni dopo aver completato questo addestramento con i soldati, Li-Ching Yuen morì il 6 maggio 1933. Li-Ching Yuen avrebbe detto: "Ho fatto tutto quello che doveva essere fatto in questa vita. È ora di andare a casa. ”
La medicina praticata da Li Ching-Yuens e il suo stile di vita dovrebbero essere di ispirazione per ognuno di noi. Un solo giorno di forte stress può destabilizzarti, causando una malattia inaspettata. Inoltre, i pensieri e le emozioni che portiamo con noi ogni giorno influenzano lo stato di salute del nostro corpo.
Le cause di malattie incurabili nella visione di Li-Ching Yuen:
La scienza contemporanea conferma che le malattie hanno una componente psicosomatica importante.
In che modo i tuoi pensieri influenzano il tuo corpo?
1. Gelosia - causa il cancro e l'abbassamento del sistema immunitario;
2. Sentimenti vendicativi - causa disturbi del sonno e malattie alla gola;
3. Negare l'espressione delle emozioni - causa malattie polmonari
4. Essere troppo fermi e indifferenti nelle proprie convinzioni - causa diabete, emicranie e infiammazioni.
5. La bugia - causa dipendenze da alcol, infezioni parassitarie e abbassamento del sistema immunitario
6. Ostilità - causa ulcere, ustioni da acido
7. Emozione e mancanza di comunicazione - causa schizofrenia e malattie renali
8. Comportamento crudele - causa epilessia, asma e mancanza di circolazione sanguigna
9. Ricerca di conflitti - causa tiroidite
10. Apatia - causa del diabete
11. L'incoerenza e la testardaggine provocano infertilità
12. Ansia - Disturbi dell'apparato digerente, patologie cardiache e malattie della pelle
13. Avidità - causa tumori, obesità e malattie cardiache.

Cosa fare per vivere meglio?
Non dimenticare la formula magica di Li Ching-Yuen, anche: monitora i tuoi pensieri, cerca di sostituire quelli negativi con quelli positivi, pensa di più a ciò che ti rende felice. Meditate! - Come una tartaruga, non dimenticarlo!
La malattia non è altro che un segnale per uno stile di vita scorretto e inutile che devi correggere. Ansia, paura e pensieri negativi causano grandi squilibri sia nel nostro corpo che nella realtà esteriore: relazioni con gli altri, professione, ecc.

da FB del 3 maggio 2025

 16 
 inserito:: Maggio 17, 2025, 04:50:38 pm 
Aperta da Admin - Ultimo messaggio da Admin
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il modo di censurare del potere.
ciaooo
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Post di Gianni Gavioli

da - N.O.M.E. Nuova Organizzazione Militare Europea. La PACE VERA quella ATTIVA.
Gianni Gavioli  ·
Amministratore
Persona sempre più attiva
  · ptoredonsS1m0tuim8f51122g71ml3ama0h14t1 8ufuh5gtm50ali7tu7g8  ·
È mia opinione convinta che sia l'Essenziale il fine ultimo e giusto in ogni disputa tra il Potere, da chiunque detenuto ed espresso e le Persone Sociali Attive in una comunità territoriale.
È mia convinzione che il Concetto di Pace Attiva, in cui si debba e possa utilizzare anche la Guerra, sia Essenziale alla ricerca della soluzione del problema di pacificazione tra i vertici di realtà sociali, siano essi Stati o Nazioni.
La guerra la provocano i Vertici al Potere e la subiscono le Popolazioni, compresi gli Amorfi e le Persone Sociali Attive.
ggiannig

mio commento a:

Nino Cortorillo
ptoredonsS1m0tuim8f51122g71ml1ama0h1421 8ufuh5gtm50ali7tu7g8  ·
La pace ingiusta di Zagrebelski
In più occasioni il presidente emerito della Corte Costituzionale ha affermato che
" una pace ingiusta è meglio di una guerra giusta".
Ponendo così una divisione più tra chi vorrebbe la pace e chi vorrebbe la guerra che tra il concetto di ingiusto e di giusto.
Chi vuole la pace, bene assoluto e non scalfibile, dovrebbe essere disposto anche a subire una sua natura ingiusta.
Che richiamerebbe però la modalità ed il contenuto con cui si raggiunge ma di cui nulla di dice.
La pace ingiusta si può raggiungere con una resa, un armistizio, un accordo il cui contenuto è, lo riconosce Zagrebelski stesso, ingiusto.
Mentre proseguire una guerra ancorché per ragioni legittime e giuste sarebbe un principio da giudicare negativamente.
Il discrimine diventa tra chi vuole la guerra e chi non la vuole anche quando è già iniziata e senza valutare le responsabilità.
Nella sua asserzione non si fa cenno a nessun principio di legittima difesa, né a ragioni diverse quali la difesa del proprio paese o da una possibile dittatura o dalla perdita della libertà o della democrazia.
In una sua intervista in cui riaffermava il principio sosteneva che la frase gli era stata detta da una donna ucraina.
È curioso come queste donne ucraine diano spunto una volta a Orsini con le mamme di Mariupol che gli scrivevano o adesso a Zagrebelski.
Non quindi i suoi studi giuridici o filosofici ma una donna ucraina sarebbe la scintilla che muove il suo pensiero.
O forse sono solo alibi?
Quindi lui pensa al principio assoluto ma la donna che gli parla ha una nazionalità e quindi quel principio riguarda oggi l'Ucraina.
Non si sa se altre donne da altri luoghi di guerra gli abbiano parlato dello stesso argomento.
Quindi pace ingiusta per l'Ucraina.
Esistono precedenti cui rifarsi?
Un passo indietro alla seconda guerra mondiale e al nazismo inizialmente vittorioso.
Vi furono alcuni paesi che si allearono con la Germania per mantenere una parvenza di indipendenza.
Ad esempio l'Ungheria o la Romania.
Vi fu però un solo paese che sottoscrisse una "pace ingiusta".
Con l'invasione prima tedesca e poi, indegnamente a sconfitta certa quella italiana, il parlamento francese elesse, a larghissima maggioranza, a capo del governo il Maresciallo Petain comandante dell'esercito nella prima guerra mondiale.
Il suo incarico e mandato si tradusse nella firma di un armistizio con la Germania.
La Francia fu divisa in due parti. Una a nord comprensiva di tutta la costa atlantica sotto il controllo tedesco, una a sud, tolta Mentone data agli italiani, dove si insediò a Vichy il governo di Petain.
Negli stessi giorni De Gaulle era rifugiato a Londra e una parte dell'antifascismo francese ed esiliato in Francia fu costretta a fuggire o entrare in clandestinità.
Il governo di Vichy fu il male minore sull'altare di una pace pur ingiusta?
Fu minore quel male con un governo che divenne alleato della Germania?
Fu minore quel male di una pace ingiusta quando iniziò la caccia agli ebrei e agli antifascisti che erano fuggiti dalle aree occupate dai tedeschi e che furono mandati nei campi di sterminio?
Chi volesse capire meglio quei giorni consiglio il libro imperdibile di Arthur Koestler "Schiuma della terra".
In quel periodo tra il settembre del 1939 e il 1940 la Germania sembrava ormai padrona dell'Europa e il suo patto con l'Unione Sovietica le crea un fronte a est senza pericoli. Conquistano la Norvegia e la Danimarca mentre l'Unione Sovietica invade la Finlandia.
Un periodo in cui gli antifascisti, comunisti compresi, nell'Europa occupata dai nazisti cercano di salvarsi e opporsi, mentre devono difendere il patto Molotov-Ribbentrop e negli Stati Uniti il Partito Comunista inizia una campagna pacifista di propaganda contro il blocco economico verso la Germania e invece contro gli aiuti economici e militari agli alleati.
Una schizofrenia politica che resse solo perché coperta da una ideologia vissuta come un dogma assoluto.
In Francia la resistenza morale ed intellettuale crollò coinvolgendo anche settori politicamente lontani dal fascismo.
La destra nazionalista che vedeva una rivoluzione socialista inesistente preferisce soccombere ai nazisti.
Petain dichiara " mentre la vittoria (delle sinistre) avrebbe significato rivoluzione, la disfatta (l'armistizio con la Germania) avrebbe salvato la Francia....al prezzo della perdita di alcuni territori e di un po' di prestigio....".
Si dovette attendere il giugno del 1941 e l'invasione dell'Unione Sovietica per uscire da quella ipocrisia ed ambiguità.
La pace ingiusta francese consegnò il paese al nazismo e quel che non fecero i tedeschi lo fecero i collaborazionisti francesi loro alleati.
Se il confronto con l'Ucraina di oggi sembra improprio bisognerebbe dire in cosa si differenzia.
Un paese invaso, una guerra di dominio, territori sottratti, una democrazia in pericolo, una propaganda continua che vorrebbe eliminare le sanzioni alla Russia, una propaganda pacifista che chiede di non sostenere né economicamente nè militarmente un paese alleato, un invito costante e pressante all'Ucraina a preferire una pace ingiusta.
Trump e Putin potrebbero essere entusiasti ad applicare il modello Vichy di Petain e stanno discutendo esattamente di come sancire " una pace ingiusta" convinti che sia però giusta. Almeno per loro.
Solo a differenza della Francia non esiste un Petain ucraino e oggi l'Europa è un continente che vuole la pace ma non quella ingiusta.
Come non la può volere l'Ucraina a meno di eliminare l'ipocrisia e chiamarla resa.
Il pensiero profondo di intellettuali come Zagrebelski non ci dicono cosa sia quella pace ingiusta, cosa contenga, cosa accadrà dopo.
Manca totalmente in cosa si dovrebbe concretizzare, con quali concessioni.
Non si domandano cosa pensano le altre milioni di donne ucraine oltre la sua ispiratrice.
Pace a tutti i costi allora dovrebbe valere sempre in ogni guerra e ogni conflitto.
Perché però non si rivolge l'appello a chi ha aggredito l'Ucraina?
Perché ogni spinta umanitaria, ogni volontà di pace non si rivolge a Putin chiedendo una pace che fosse ingiusta per lui?
Putin vorrebbe avere un Petain ucraino che subito firmerebbe una pace ingiusta.
Stupisce che il custode della Costituzione nata dalla resistenza non abbia capito che se i partigiani avessero preferito la pace ingiusta anziché nascondersi nelle città o salire in montagna per combattere il fascismo si sarebbero arruolati a Salò che in fondo era una sorta di Vichy italiana.
Il dramma, davvero è un dramma, è vedere tanti intellettuali utilizzare principi nobili e artifici dialettici per poi sostenere le stesse cose che stanno nella testa di Putin ieri e anche di Trump oggi.

da FB del 17 aprile 2025

 17 
 inserito:: Maggio 17, 2025, 04:48:08 pm 
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Ipocrisia
Zaia e il Vietnam
Gianni Gavioli
Coloro che vogliono dividere l'Italia, non ancora completata come Libera Nazione, non ancora capace di darsi uno Stato democratico, non meritano l'indispensabile credibilità dell'altra parte degli Italiani. Non hanno nulla da insegnare.
ggg

IO su FB del 30 aprile 2025

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Post della sezione Notizie

Sergio Tomat
Preferiti  ·

Non ho intenzione di creare una rubrica intitolata "Le sciocchezze diffuse dal professor Barbero", ma non posso ignorare la sospetta insistenza con cui Il Fatto Quotidiano– giornale notoriamente populista e filo-putiniano – propone quotidianamente i video del docente torinese. Se già quello di due giorni fa raggiungeva vette inedite di superficialità, quello di ieri, pur non introducendo concetti nuovi, rappresenta forse un ulteriore passo indietro.  
Garibaldi, Cavour e il nazionalismo strumentale  
Nel video in questione, dedicato a Garibaldi e Cavour (argomento che Barbero affronta spesso), il professore parte da un presupposto discutibile: che entrambi fossero "italiani" e che studiarli ci aiuterebbe a capire "come siamo noi italiani". Peccato che questa visione presupponga un'identità nazionale preesistente all’unificazione, cosa storicamente infondata.  
Non credo sia un caso che un giornale filo-putiniano come Il Fatto insista tanto sui piccoli nazionalismi anti-europeisti. L’assunto implicito di Barbero (e del suo editore, Marco Travaglio) è che gli italiani siano sempre stati italiani, i francesi francesi, e i tedeschi eterni guerrafondai (con l’immancabile accostamento al nazismo). Una narrazione che, oltre a essere semplicistica, serve a smontare qualsiasi spinta verso un’Europa unita e solidale.  
Dante e il mito dell’italianità medievale
Barbero arriva spesso a sostenere che la coscienza nazionale italiana risalirebbe addirittura a Dante, un’affermazione che fa sorridere chiunque conosca il pensiero politico del poeta. Dante auspicava sì un’Europa unita, ma sotto l’egida di un imperatore universale, non certo di un’Italia omogenea. L’idea che un palermitano e un veneziano del Trecento si sentissero parte dello stesso popolo è anacronistica: erano sudditi di realtà politiche, linguistiche e culturali profondamente diverse.  
"Fatta l’Italia, bisogna fare gli italiani"  
La celebre frase di Massimo d’Azeglio resta la migliore smentita alla tesi di un’identità italiana preesistente. Prima del 1861, la penisola era un mosaico di Stati con lingue, tradizioni e leggi differenti. I siciliani odiavano i napoletani perché li vedevano come occupanti; i veneti diffidavano dei romani; gli ebrei espulsi dalla Sicilia nel ‘500 venivano discriminati persino nelle altre regioni italiane. L’unità fu un processo politico, non il compimento di un destino secolare.  
Perché Il Fatto insiste su questa narrazione?  
La risposta è semplice: il nazionalismo è uno strumento utile a chi vuole indebolire l’Unione Europea. Se gli italiani si convincono che la loro identità è antica e immutabile, saranno meno inclini a vedere sé stessi come europei. E un’Europa divisa è il sogno di Putin, che da anni finanzia e sostiene movimenti sovranisti in tutto il continente.  
Travaglio e Barbero, forse inconsapevolmente, stanno riproponendo miti risorgimentali in funzione anti-europea. Peccato che la storia, quella vera, dica tutt’altro.

da Fb del 30 aprile 2025.

 18 
 inserito:: Maggio 16, 2025, 12:58:03 pm 
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Paolo Brianzi Paolo, io penso il viceversa.
Gli italiani, cioè noi, per ragioni multiple e diverse siamo responsabili di ciò che abbiamo intorno (parere personale).
Una delle ragioni sta nel fatto che non ci sono più i Partiti a darci un "solco" da seguire più o meno pedissequamente.
Io il mio "solco" l'ho abbandonato a 15 nel 1956 (fatti d'Ungheria). 
ciaooo

 19 
 inserito:: Maggio 16, 2025, 12:55:42 pm 
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ggiannig <ggianni41@gmail.com>
sab 10 mag, 17:40 (2 giorni fa)
a me

https://www.neuroscienze.net/il-bene-e-il-male-le-due-forze-che-muovono-lumanita/#:~:text=Platone%2C%20Aristotele%20e%20sant'Agostino,una%20colpa%2C%20di%20una%20trasgressione.
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Paolo Brianzi Paolo, io penso il viceversa.

Gli italiani, cioè noi, per ragioni multiple e diverse siamo responsabili di ciò che abbiamo intorno (parere personale).

Una delle ragioni sta nel fatto che non ci sono più i Partiti a darci un "solco" da seguire più o meno pedissequamente.

Io il mio "solco" l'ho abbandonato a 15 nel 1956 (fatti d'Ungheria). 
ciaooo

 20 
 inserito:: Maggio 15, 2025, 11:23:44 pm 
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Roberto Damico

Overtourism: quando il turismo diventa una forma di colonialismo moderno

Yoshino Belli ha recentemente affrontato nel suo video una questione cruciale ma spesso trascurata: l'overtourism. Questo fenomeno rappresenta l'altra faccia, oscura e devastante, di un'industria che globalmente vale 9.000 miliardi di dollari ma che sta trasformando molte città in parchi a tema per ricchi turisti.
La doppia natura del turismo di massa
Il turismo viene comunemente visto attraverso la lente dell'esperienza individuale:
Il viaggiatore che sogna i torii giapponesi
Le cartoline delle Fiji incontaminate
L'Etna che erutta "al momento giusto" per i selfie
Mondello come set fotografico perfetto
Ma raramente si considera che:
1. L'industria turistica è tra le più inquinanti al mondo, responsabile dell'8% delle emissioni globali di CO₂
2. Il 70-80% dei profitti finisce nelle tasche di grandi catene alberghiere e piattaforme digitali, non nelle comunità locali
3. Ogni 10 posti di lavoro creati nel settore, 7-8 vengono persi in altri ambiti a causa della gentrificazione
Gli effetti collaterali devastanti
L'impatto reale sulle città d'arte e sulle destinazioni esotiche è drammatico:
1. Gentrificazione estrema
A Barcellona, gli affitti sono aumentati del 58% in 10 anni
A Venezia, la popolazione residente è crollata da 175.000 nel 1951 a meno di 50.000 oggi
Lisbona ha perso il 20% dei residenti nel centro storico in un decennio
2. Perdita di identità culturale
I negozi di quartiere diventano souvenir shop
I ristoranti autentici vengono sostituiti da catene per turisti
Le tradizioni locali si trasformano in spettacoli folkloristici
3. Danni ambientali irreparabili
Le navi da crociera a Venezia erodono le fondamenta della città
Le spiagge thailandesi devono chiudere periodicamente per riprendersi dal sovraffollamento
Il Machu Picchu rischia di collassare sotto il peso dei visitatori
Il caso Firenze: promesse mancate
Durante la pandemia, il sindaco Dario Nardella aveva finalmente riconosciuto il problema, parlando della necessità di "riequilibrare" il turismo. Ma a distanza di anni:
Nessuna seria limitazione agli affitti turistici
Nessuna tassa significativa sui grandi flussi
Nessuna protezione reale per i residenti
Il risultato? Firenze è diventata un museo a cielo aperto dove:
I fiorentini non trovano più case a prezzi accessibili
Le botteghe storiche chiudono per far spazio a negozi di pelletteria low-cost
La vita culturale autentica si è praticamente estinta
Verso un turismo sostenibile: è possibile?
Alcune città stanno reagendo:
1. Amsterdam ha vietato i nuovi hotel e limitato i tour dei coffee shop
2. Barcellona ha bloccato le licenze per nuovi alloggi turistici
3. Il Bhutan applica da anni una "tassa di sviluppo sostenibile" di 200$ al giorno
Ma serve una rivoluzione più profonda:
Tassare pesantemente i grandi operatori turistici
Limitare drasticamente gli affitti brevi
Creare zone residenziali protette
Educare i turisti a un approccio più rispettoso
Il turismo come malattia e cura
L'overtourism non è un effetto collaterale inevitabile, ma il risultato di precise scelte politiche ed economiche. Continuare su questa strada significa condannare le nostre città a diventare:
Disneyland per adulti benestanti
Musei senza vita
Cartoline animate senza anima
Come scriveva Marco d'Eramo: "Il turista distrugge ciò che cerca trovandolo". Forse è giunto il momento di ripensare radicalmente il nostro modo di viaggiare, prima che non ci sia più nulla da vedere se non il riflesso della nostra avidità.

da FB del 10 maggio 2025

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