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Admin:
19 febbraio 2009,

Non è solo un momento triste

E ORA, RIVOLUZIONARE IL PD

di Mario Adinolfi per il Tempo
 

Non è solo un momento triste e difficile per il Pd. E' anche il momento della grande opportunità. Siamo messi così male che è difficile pensare che andrà mai peggio: risultati elettorali disastrosi, morale della truppa sotto i tacchi, generali che mollano, colonnelli che si guardano impauriti. L'uno-due del tracollo sardo e delle dimissioni di Walter Veltroni ha dato l'impressione di un esercito ormai in rotta. Eppure è nei frangenti di massima crisi che si possono cogliere le decisive possibilità di riscatto. E noi democratici, adesso, abbiamo il dovere di farlo.

Il paese non può fare a meno del Partito democratico, di un grande rassemblement (perché di questo si tratta) riformista che ambisca al governo dell'Italia da posizioni avanzate, moderne, progressiste. E' per il bene del paese, dunque, non solo per il bene del Pd che ora non dobbiamo farci afferrare dal clima da 8 settembre che ci ha pervaso tutti anche dopo aver ascoltato il discorso di Walter Veltroni a piazza di Pietra. Non un gran discorso, a mio modesto avviso: Troppo indulgente con se stesso, il segretario dimissionario; troppo rivendicativo con gli altri dirigenti, colpevoli di non avergli garantito la necessaria "solidarietà". Ma siamo sicuri che un leader debba invocare sostegno solidale? Un leader deve esercitare la leadership e Veltroni l'ha fatto bene dal discorso del Lingotto fino a tutta la campagna elettorale dello scorso anno, con l'intuizione di portare il Pd da solo alle elezioni che ha avuto il merito di modificare in meglio il sistema politico italiano, conducendolo all'anticamera del confronto bipartitico di stampo anglosassone e riducendo finalmente la frammentazione che stava asfissiando il Parlamento italiano. Da allora in poi, le esitazioni che hanno fatto seguito ai disastrosi risultati elettorali, non solo delle politiche, ma soprattutto delle amministrative a Roma e in Sicilia, hanno condotto il Pd alle condizione pessime in cui si trova ora. Se le dimissioni confermate ieri fossero state date prima dell'estate, il Pd avrebbe avuto il tempo per ricostruire una propria identità e una propria classe dirigente completamente rinnovata. E siamo al punto.

Ora, con una tempistica francamente complicata, stretti tra un'assemblea costituente convocata tra quarantotto ore e una campagna elettorale per le europee che si aprirà tra cento giorni, dobbiamo provare il colpo d'ala. Io sono contrario a soluzioni raffazzonate, la segreteria dimezzata di un reggente non mi convince, preferirei votare sabato per Dario Franceschini assegnandogli un mandato pieno. Ma quel che più conta, vorrei che il nuovo segretario cogliesse l'occasione di questa condizione disperata per rivoluzionare davvero il partito. Non ha bisogno di partire dal nulla, la rivoluzione l'hanno cominciata già in molti. Penso alle esperienze degli under 40 di Generazione U, dei Mille, degli Autoconvocati, della Fondazione Daje, di Matteo Renzi a Firenze, dei firmatari della mozione per le primarie alla direzione del 19 dicembre scorso, di tantissimi che sono stati in posizione critica rispetto a una segreteria che è stata ingessata: sembravano tutti covi di pericolosi rivoluzionari, irrispettosi dei rituali interni. Ora sono le sacche di sangue fresco utili a rimettere in sesto un corpo martoriato come quello del Pd.

Possiamo davvero far ripartire con entusiasmo il Partito democratico, dopo questo frangente di cupa depressione. Dobbiamo però essere disposti a rimetterci davvero tutti in gioco e i soliti noti devono avere la generosità di cedere il passo. Comincia un tempo nuovo, servono idee nuove che camminino su gambe nuove. Come è avvenuto al New Labour di Blair, al Psoe di Zapatero, al Partito democratico di Obama, si può costruire la sconfitta di destre forti e radicate avviando una lunga marcia che reinventi una classe dirigente capace di essere faccia di un partito nuovo. Questa rivoluzione è necessaria ora anche per il Pd.

dal blog di Mario Adinolfi

Admin:
Oggi 24 giugno 2009, 9 ore fa

Noi partiamo dal territorio


No, per noi niente "spirito del Lingotto" (qualcuno mi spiega cosa disse di decisivo Walter Veltroni a Torino due anni fa?), niente riunioni di corrente, persino niente mobilitazione via Facebook e blog.

Noi domani presentiamo la mozione congressuale e la mia candidatura alla segreteria nazionale del Partito democratico in un circolo di periferia della Capitale, dove Roma non è splendore e storia, ma persone che faticano.

La mozione si intitola "Tutti dentro" e fa riferimento alla necessità di costruire un nuovo Pd grande e accogliente, con i confini aperti a quel 10% di elettorato che tra astensione, radicali pannelliani, verdi, ex comunisti, socialisti, cattolici impegnati, rappresenta la potenzialità immediata di crescita verso il traguardo di un grande partito di stampo anglosassone, capace di essere il primo partito del paese e, con un sistema di alleanze che dialoghi con Idv e Udc senza preconcetti, punti prima a battere la peggiore destra populista d'Europa e poi a governare l'Italia con un programma riformista solidamente concordato.

Il sottotitolo della mozione è: "Per un Pd aperto e accogliente, radicalmente rinnovato, imperniato sulla democrazia diretta, con gli iscritti protagonisti". Il testo, aggiornabile da chi rappresenterà la mozione sul territorio (per farlo inviare una email a adinolfi2009@gmail.com), lo presenteremo domani quindi non fatemi dire di più.

L'appuntamento è per domani alle 18.30 al circolo Pd della Muratella, via Crocco 9, dove via della Magliana incrocia il raccordo, ai piedi di un hotel di lusso (il Marriot) che pare una cattedrale nel deserto e non lontano dal bar Tornatora. Un signor bar.

dal blog di Mario Adinolfi

Admin:
Ieri 26 giugno 2009, 2.08.32

Non vado in direzione


Splendida serata ieri al circolo Pd della Muratella, grazie a tutti. Quanto alla direzione nazionale di oggi, ho scritto qualche riga su Europa.

Per quanto riguarda la direzione nazionale, oggi doveva servire a ragionare sull'esito delle elezioni. Invece si discuterà di rinvio del congresso, regolamento congressuale e altre amenità. Come dopo la sconfitta del 2008, niente analisi delle ragioni di un tracollo. In più, il regolamento congressuale è stato scritto e recapitato a noi membri di direzione già impacchettato. Su altre questioni ha discusso il cosiddetto "caminetto", organo statutariamente non previsto. Allora: niente analisi del voto, regolamento fasullo, discussione politica precotta. Una direzione inutile, direi. Non vado a ratificare decisioni prese altrove. Anzi, non vado e basta.

dal blog di Mario Adinolfi

Admin:
Oggi 27 giugno 2009, 5 ore fa

Una domanda a quelli del Lingotto


Sì, vabbè, giovani (oddio, mica tutti), carini (idem) e simpatici (non ne parliamo). Tutto bene, anche gli applausi lì a Franceschini e Bersani, che si sa che questi in teoria vogliono uccidere il padre ma è meglio se papà fa finta di essere distratto e lascia le chiavi della macchina nuova attaccate e allora gli si dà pure un bacino, che quelli del Lingotto non sono tipi da farsela a piedi.

In realtà noi direttisti di Generazione U siamo un po' invidiosi, non c'è mai riuscito troppo di star nel cuore dei potenti, di farci venire a trovare ai nostri convegni, di dire rinnovamento sì ma-mica-facendo-la-guerra, noi siamo quelli con la faccia sporca. A noi riescono le cose semplici e pure un po' grevi, poco milanesi, poco piemontesi, robe tipo: così non va, i capi non capiscono un cazzo, ci candidiamo contro di loro (18 luglio 2007, candidatura di Generazione U alle primarie). Oppure: avete perso  consegnato il paese a Berlusconi e Roma a Alemanno? Ve ne dovete andare (3 maggio 2008, direzione nazionale Pd dopo le elezioni politiche e amministrative).

A me, poi, personalmente, i simpatici stanno antipatici. Quelli tipo Pippo Civati. Tre frasi e una battuta, lo stile è: "No, non mi candido, preferisco passare l'estate al mare con una bella donna". Poi cero acceso alla Madonna tutte le mattine sperando che gli amici glielo chiedano, come ai vecchi tempi: "Pippo, solo tu puoi salvarci".

Allora, ci sono vecchie ruggini: due anni fa facemmo una riunione tipo Lingotto, ma più ristretta, e decidemmo di andare alla guerra contro i potenti alle primarie del Pd. Due giorni dopo, quelli che oggi ancora una volta dicono di voler andare alla guerra, optarono per reggere il moccolo a Veltroni (alcuni di loro hanno imparato a chiamarlo "disastro" recentemente) e fare la lista Innovazione (ancora rido) alle primarie insieme a, udite udite, Giovanna Melandri e Antonio Bassolino. Generazione U rimase coerente e disse: volevamo andare contro, andremo contro, solo con il conflitto politico di una generazione si cambia il partito. Candidatura e liste autonome: un eletto in costituente noi, un eletto in costituente loro.

Abbiamo fatto lo stesso anche questa volta, presentando mozione e candidatura alle primarie in un circolo di periferia, non nel luogo ideologico che fa continuità con il veltronismo (a proposito, avete letto l'intervista vittimista e un filino delirante di Walter a Repubblica oggi?).

Io non sono andato al Lingotto. Non m'è arrivato l'invito. Le vecchie ruggini potevano essere superate. A questo punto, devono esserlo. E allora fatemi fare una domanda a quelli del Lingotto: dopo due anni di chiacchiere e giri di parole, avete trovato il coraggio di esprimere una candidatura alla segreteria nazionale del Pd?

Se quel pizzico di coraggio lo trovate, superando anche le divisioni e sotterranee gelosie tra voi, fate un fischio e vediamo di non andare separati a questo congresso. Andiamo oltre le vecchie ruggini. Però, parliamo di politica. Che oggi a Torino non avete detto praticamente nulla ed è stato molto più utile sorbirsi il Pannella di Chianciano, dove invece qualche idea nuova è davvero emersa.

Se invece il coraggio non lo trovate, fate una cortesia, smettete la vostra consueta spocchia e le lezioncine lasciatele nel cassetto. Se il candidato lo trovate, invece, la spocchia la smetto io e magari la lezioncina me la sorbisco pure.

Scegliete, insomma, per una volta, senza chiacchierare e basta per trovarsi così tutti d'accordo sull'ovvio. Scegliete e dunque discutete e magari scannatevi un po' tra voi. Può essere liberatorio.

Poi, tutti uniti, andiamo alla battaglia vera.

(a seguito della presentazione della candidatura al circolo Pd della Muratella sono uscite alcune segnalazioni sul Corriere della Sera e sul Messaggero - grazie a Alessandro Trocino e Mario Ajello - oltre a un'intervista su l'Opinione e qualche spazio su Europa e Manifesto, più un articolo sul Clandestino Web relativo a una mia dichiarazione sulla direzione "iraniana" del partito ieri...su Blogosfere trovate poi una mia intervista e un'analisi puntuale di Tiziano Scolari della battaglia interna al Pd...su Facebook c'è la gara tra i tre gruppi dei vari candidati segretario, vince Dario e io sono al 5.5%)


Admin:
Oggi 29 giugno 2009, 50 minuti fa

Civati, commenti e telefonate


Caro Mario,
mi dispiace non ti sia arrivato l'invito.
L'assemblea era aperta a tutti, ma hai ragione: avremmo dovuto coinvolgerti con più attenzione e cortesia. Ti posso dire che anche chi è venuto condivide le critiche che tu esponi nei riguardi di precedenti iniziative che insieme avevamo tentato. Ora spero che possa iniziare un nuovo percorso, anche se sei antipatico pure tu, ma solo a volte...
Le parole che mi vengono, però, sono molto simili alle vostre, e lo sai. E le cose che diciamo fanno parte di una riflessione politica condotta a tutto campo, città per città, circolo per circolo. Crediamo insomma di essere meno stronzi di come ci rappresenti.

A presto,
pippo

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E' arrivato un commento gentile e operativo di Pippo Civati, proprio qui sul blog e voglio segnalarlo come un elemento positivo per andare oltre le "vecchie ruggini" dopo il Lingotto. Lo cito integralmente qui sopra. Un passo avanti, senza dubbio.

Oltre a questo commento sono arrivate anche molte telefonate, alcune particolarmente autorevoli. A tutti ho risposto nella stessa maniera: abbiamo una mozione, una proposta politica, un gruppo, un candidato segretario. Siamo disposti a sacrificare solo l'ultimo di questi elementi, se saranno pienamente valorizzati gli altri tre. Altrimenti andremo fino in fondo e comunque ci andremo se non emergeranno novità rispetto alle candidature attuali. Oggi variamo anche la prima parte della nostra squadra sul territorio.

Stiamo raccogliendo i nomi degli iscritti interessati a rappresentare la nostra battaglia sul territorio. Il coordinamento nazionale è, come sempre, affidato a Marco De Amicis che gestisce il centro raccolta via email tramite adinolfi2009@gmail.com. Oltre al gruppo, da me personalmente guidato, che si occupa dell'organizzazione sul territorio di Roma e del Lazio, abbiamo attivato anche dei coordinamenti regionali, visto che dovremo presentare tessere provenienti da 5 regioni di tre differenti circoscrizione elettorali europee. I responsabili circoscrizionali sono Natalia Ceravolo per il Nord Ovest, Luisa Zaccarelli per il Nord Est, Filippo Giovagnoli per il Centro, Lucio Iacono per il Sud e Laura Collura per le Isole. Prevalenza di donne, in una campagna congressuale in cui se ne sente maledettamente la mancanza. In settimana completeremo la rete delle nostre presenze sul territorio con dei responsabili anche a livello regionale e provinciale.

Grazie a Marco De Amicisi abbiamo provveduto a inviare il testo della nostro mozione a tutti i circoli d'Italia. Ora siamo disponibili ad andare ovunque ad illustrarne i contenuti.

Noi facciamo sul serio e saremo felici di dialogare con tutti. Ma parliamo solo di politica, di modello di partito, di alleanze, di programmi e di rinnovamento radicale. Le trattative di altro genere, non sono roba per noi.

dal blog di Mario Adinolfi

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