SOCIALESIMO. Perchè.
Arlecchino:
La dignità professionale della categoria medica e di ogni medico va premiata ma anche castigata se lo merita.
Ogni mollezza verso le loro manchevolezze e ogni oppressione portata a loro dal potere sanitario-politico e da loro subita passivamente, si scarica sulla salute dei malati!!
ciaooo
Arlecchino:
OLTRE IL LEADERISMO, PIU’ PARTECIPAZIONE E PIU’ DEMOCRAZIA- di Oreste De Pietro - Politica Insieme
Posta in arrivo
ggiannig <ggianni41@gmail.com>
sab 20 nov, 14:31 (1 giorno fa)
a me
https://www.politicainsieme.com/oltre-il-leaderismo-piu-partecipazione-e-piu-democrazia-di-oreste-de-pietro/
Admin:
Gli Sfascisti cercano e vogliono lo SFASCIO dell'Italia, i Novax sono solo una parte di loro.
L'iceberg dell’Essere “Contro” e dello Sfascio, ha un sommerso più grande della parte visibile.
Ma il consenso allo Sfasciare non è ampio come appare dai Media Padronali.
I nostri Greggi degli scontenti di sé e i nostri Branchi dei cattivi naturali, non sono tutti completamente inconsapevoli che andare in guerra contro le Istituzioni comporta morti e feriti, tra le loro schiere ma non solo.
I carnefici di tutte quelle vittime, saranno i Virus, ma soprattutto i Predoni nostrani che intendono indebolire la nostra Democrazia.
Democrazia che intendono indebolire soprattutto:
per farne loro preda come stanno facendo,
per infiltrarla con capitali riciclati come stanno facendo,
agendo da sponda ad espansionisti, economici e dei poteri stranieri, come stanno facendo,
non ultimo, preparandosi con la pratica della cattiva politica, a farla conquistare dal miglior offerente tra i due (per ora) competitori stranieri oggi in gara.
Il tutto tra la miopia della fantasiosa Europa quella dei “tanti parenti serpenti” portati dentro casa e la
pluri-deflorata, da Trump e repubblicani, realtà americana che fugge dai problemi che ha provocato, per risanare quelli in casa.
Ma a differenza dell’Europa zoppa, gli Usa i problemi li risolveranno in fretta GUADAGNADOCI!
ggiannig ciaooo
novembre 2021 su Fb
Arlecchino:
Ci sono iniziative che il sindacato si potrebbe apprestare a portare avanti, per una strategia del cambiamento.
Cambiamento del comportamento sociale, nella situazione attuale in cui si è compresa la necessità di rivedere il modo di pensare al benessere dei cittadini (che sono anche disoccupati e non lavoratori).
ggiannig ciaooo
Arlecchino:
Enrico Letta, come sempre tra tatticismo e candore, dice una cosa importante sulla scelta del prossimo Presidente della Repubblica quando osserva che mai al Quirinale è salito un leader proveniente dalla guida di un partito o di una forza politica organizzata. È la storia della Presidenza della Repubblica a indicare questa prassi e la stessa Costituzione, nella definizione un po’ incompleta sia del ruolo sia del modo di elezione del presidente, pende a favore della figura, come si dice, istituzionale, di garanzia, lontana dallo scontro politico quotidiano. Sergio Mattarella è stato il risultato perfetto di questi criteri. Governava Matteo Renzi e già aveva il suo da fare per compensare le anomalie del suo governo e della sua maggioranza, creata con mosse coraggiose ma mettendosi contro anche a parti rilevanti del suo stesso partito. Certo non poteva permettersi strappi anche sul Quirinale e scelse aderendo nel modo più canonico possibile alla prassi della figura che abbiamo descritto prima. E nel genio storico e costituzionale italiano ci deve essere davvero qualcosa di buono perché poi di Mattarella l’opinione pubblica italiana se ne è davvero innamorata, vedendoci esattamente il garante delle istituzioni, delle regole e anche dell’operatività, se così si può dire, delle camere e del governo. Grazie a questo prestigio e al rispetto convinto del paese Mattarella ha potuto sovraintendere, nelle forme costituzionalmente corrette, alla nascita, alla vita, alla sostituzione di governi che avevano a che fare con il Parlamento più pazzoide visto nella storia repubblicana. Insomma, quei criteri funzionano anche oltre quanto ci saremmo aspettati. E c’è una logica nell’invocarli da parte di Letta. Solo che ora si tratta di rinnovare un po’ il campo dei quirinabili, perché si capisce bene che Mattarella è stato, con ogni probabilità, l’ultimo esponente di una classe politica che aveva origini nella cosiddetta Prima Repubblica. L’Italia bipolare, per quanto e per come lo sia stata, cioè l’Italia post 1994, non ha più potuto produrre figure quirinabili secondo il vecchio criterio, perché anche i ruoli istituzionali sono stati consumati dal gioco delle contrapposizioni. Prima o poi questa questione andrà affrontata, ma più probabilmente sarà la logica delle cose a creare un passato bipolare condiviso, qualcosa che tiene insieme le forze che si sono lacerate negli scontri tra berlusconiani e prodiani, per dirla all’ingrosso. Ma ancora non è aria. Ora, insomma, non sarebbe facile cavarsela come se la cavò Renzi, ma il punto di partenza dev’essere simile a quello con cui l’allora segretario del Pd si trovò a dover affrontare l’elezione del presidente. Non ci sono scelte della destra o della sinistra o del centro che tengano, né ci sono pallini o primazie. Bisogna andare dritti dove porta la nota prassi e non ci si sbaglia. Figura di garanzia, non leader di partito, capace di avere rispetto e prestigio tali da imporre ai governi di esistere e di governare (il problema in Italia non è la smania di potere, ma la fuga dalle responsabilità e, di conseguenza, la preferenza per governi deboli o intenti ad altro). Si va dritti e senza altre scorciatoie al nome di Mario Draghi, come il Foglio dice da giorni.
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