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Autore Discussione: PARTITO DEMOCRATICO - ...  (Letto 39334 volte)
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« Risposta #60 inserito:: Novembre 07, 2007, 07:58:50 am »

Laura Pennacchi: «Noi, radicali e pragmatici»

Andrea Carugati


Guarda al Pd statunitense, Laura Pennacchi, new entry dell’esecutivo del Pd targato Veltroni. Studi a cavallo tra filosofia, economia e sociologia, nata a Latina nel 1948, parlamentare del Pds-Ds fino al 2006, già sottosegretario all’Economia con Ciampi nei governi di centrosinistra dal 1996 al 1999, torna alla ribalta della politica nazionale. «Mi pare che i primi atti del Pd diano il segno di una grande innovazione. Sto ricevendo una grande quantità di messaggi di persone che dicono che questo esecutivo dà una iniezione di fiducia, la garanzia che gli impegni presi sul rinnovamento siano portati fino in fondo. Certo, tra il dire e il fare...ma mi pare che questi segni di novità siano stati colti». «Io credo che ci sarà un grande investimento sui valori. Negli usa i Democratici hanno lanciato da due anni il progetto Hamilton, dopo essere stati scottati dal successo di Bush nel 2004, dovuta in gran parte all’azione sui valori portata avanti da tutto il mondo tradizionalista, a partire dalla chiese evangeliche. Il neoliberismo non è stato solo un insieme di politiche, ma la proposta di un mondo di valori, a mio parere aberranti, a partire dalla mercificazione di tutto. Io penso che anche il Pd italiano debba impegnarsi in questo senso».



Qual è il valore che vorrebbe mettere in cima alla lista?



«La laicità deve essere assolutamente garantita, così come la convivenza di punti di vista diversi: così si dà ricchezza al partito, si contrasta l’indifferenza. Io vorrei un binomio: radicalità nei valori e pragmatismo nelle politiche».



Di cosa di occuperà nel Pd?



«Per il momento non sono stati attribuiti incarichi, ma credo che le competenza di ognuno di noi saranno rispettate. Ma ci saranno delle novità: Veltroni ha detto che si lavorerà per progetti e in modo trasversale e multidisciplinare, perché le grandi questioni richiedono un approccio del genere. Niente vecchi dipartimenti».



Torniamo ai valori. Oltre alla laicità lei cosa metterebbe al centro?



«La democrazia è convivenza, apertura agli altri, tolleranza: oggi,invece, prevale il richiamo all'egoismo, all’avidità. C’è un patrimonio di valori che viene messo in discussione».



Cosa pensa dell’approccio del Pd sulle questione-rumeni?



«Finora si era minimizzato l’impatto delle paure dei cittadini. E tuttavia non si può pensare che l'immigrazione sia una minaccia, perché può essere una risorsa. Serve equilibrio, l’unica via per il Pd è l’apertura ma nel rispetto delle regole».







«Non bisogna contrapporre una gamba all’altra, ci devono essere gli iscritti ma c’è anche la necessità di mobilitare quel patrimonio immenso di persone, di quei i 3,5 milioni sono solo una parte: persone che non vogliono iscriversi ma dare un contributo che va oltre il voto alle primarie una volta ogni tanto. Lavorando su singoli progetti, credo sarà possibile coinvolgere anche tanti non iscritti».

Pubblicato il: 06.11.07
Modificato il: 06.11.07 alle ore 12.58   
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« Risposta #61 inserito:: Novembre 08, 2007, 07:36:27 am »

Riforme, Veltroni apre alla Cdl: «Dopo il sì alla finanziaria, serve intesa»


Ora che «la spallata è stata rinviata», l'opposizione «è in uno stato di surplace», in cui «nessuno è capace di avviare una riflessione che vada oltre la spallata», ma se il governo dovesse passare l'esame della finanziaria al senato, «sarà il momento di chiedere all'opposizione di dar vita a un'intesa sulle riforme istituzionali e sulla riforma elettorale». Il neosegretario del Partito Democratico Walter Veltroni, incontrando gli eletti all'estero del partito, rilancia la proposta di dialogo con la Cdl. «Così da riuscire nel 2008 a risolvere tutto questo groviglio di problemi».

Il sindaco di Roma scandisce un preciso timing: «Se si passa positivamente il voto al Senato e si passa il 14 di novembre credo - dice - che molte cose in questo paese potranno finalmente cambiare».

Il Partito Democratico non sarà un partito "liqido", aggiunge Veltroni, «ma non con adesione totalizzante conosciuta nel ‘900». «Non possiamo fare un partito liquido come è stato detto», perché «partito e liquido non sono due cose che stanno insieme».

Il leader del Pd, Walter Veltroni, si rivolge così alla platea riunita nell'ex Hotel Bologna per partecipare all'incontro della consulta socialista "il socialismo liberale e democratico".

«Dobbiamo sperimentare un'idea nuova» con «un partito che deve stare nel ventre della società con una sua organizzazione - continua - con i suoi momenti associativi che naturalmente non saranno l'adesione totalizzante che abbiamo consociuto nel Novecento. Ma sarà una forma di adesione del cittadino elettore, perché tre milioni e mezzo di persone che hanno votato sono un patrimonio».

Il Pd, quindi, «deve essere più» aperto, più «capace di forme di adesione che potranno essere a rete con le fondazioni, associazioni, movimenti e siti Internet».

Pubblicato il: 07.11.07
Modificato il: 07.11.07 alle ore 16.10   
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