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« Risposta #60 inserito:: Aprile 12, 2009, 11:06:28 am » |
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L'INCHIESTA SUL TERREMOTO
«Arresteremo responsabili dei crolli»
Via ai primi rilievi. Nel mirino i materiali degli edifici. Il procuratore: «Si cerchi la verità»
L'AQUILA - Il procuratore della Repubblica dell'Aquila, Adriano Rossini, che ha aperto un'inchiesta sui crolli e le morti del terremoto, assicura: «Molto probabilmente non ci saranno indagati, perché gli indagati saranno anche arrestati». E conferma che s'indaga anche sull'ipotesi che sia stata usata in qualche caso sabbia marina mescolata al cemento: «se dovesse risultare - afferma - avremmo già avuto un risultato quasi definitivo, perché è notorio che la sabbia marina corrode il cemento che non regge per niente». Dopo l'apertura formale dei fascicoli, sabato è stato dato il via alle verifiche condotte dai carabinieri. L'inchiesta del procuratore Rossini e dei suoi sostituti muove i primi passi sulle macerie provocate dal sisma: pezzi di intonaco, sassi, mattoni, che verranno sequestrati perché potrebbero contribuire all'accertamento delle eventuali responsabilità dell'accaduto. Il procuratore dell'Aquila spiega di voler «indagare fino in fondo, procedendo con tutto il rigore che questa insostenibile situazione comporta».
Oggetto dell'inchiesta, spiega Rossini, è «accertare i motivi per cui sono crollati questi palazzi, per cui di conseguenza sono morte tutte queste persone. E vedere naturalmente se questo dipende solamente dal terremoto oppure dipende dalle manine degli uomini che hanno costruito male, hanno usato cattivi materiali, hanno fatto cattive progettazioni e magari hanno anche speculato sul cemento, mettendoci del cemento che non avrebbe mai potuto reggere». Il procuratore ha intanto affidato ai carabinieri la delega per compiere, insieme ad alcuni tecnici, le prime acquisizioni di documenti e le prime verifiche su alcuni edifici. Tra questi vi sarebbero la casa dello studente, l'ospedale e la Prefettura, diventati luoghi simbolo del sisma, ma anche lo stabile dello stesso tribunale.
La priorità dovrebbe essere data agli edifici pubblici, poi si passerà agli stabili privati, a cominciare da quelli completamente crollati e in cui si sono avuti più morti, come alcuni palazzi di via XX Settembre. Gli accertamenti, secondo quanto è stato possibile apprendere, riguarderanno tutto l'iter della costruzione: dall'assegnazione degli appalti alla progettazione, dall'edificazione dell'immobile ai controlli successivi, con particolare riguardo alla verifica della rispondenza alle leggi antisismiche. Particolare attenzione sarà riservata ai materiali utilizzati, come cemento, sabbia, materiale edilizio.
L'indagine si annuncia, dunque, come particolarmente complessa, anche perché in gran parte basata sul materiale documentario - come progetti e autorizzazioni - di immobili che, come nel caso della casa dello studente, sono stati costruiti tra gli anni Sessanta e Settanta. Più recente, anche se è durata molti anni, la realizzazione dell'ospedale San Salvatore che è stato gravemente lesionato ed è inagibile. Oltre all'acquisizione di tutti i verbali dei sopralluoghi, potrebbero anche essere sequestrati campioni delle macerie dei palazzi; e non è escluso che presto si proceda al sequestro di aree o di fabbricati per verificare quali sono stati i materiali usati per la costruzione dei fabbricati crollati. Il fascicolo aperto dalla procura è contro ignoti, cioè senza iscrizioni, finora, nel registro degli indagati. Tra i reati ipotizzati dagli inquirenti quello di disastro colposo.
(Ansa) 11 aprile 2009
da corriere.it
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