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Autore Discussione: Anna Zafesova. La verità sulle donne dell’Est  (Letto 1968 volte)
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« inserito:: Marzo 22, 2017, 12:28:10 pm »


La verità sulle donne dell’Est
Dalla bellezza alla disponibilità, gli stereotipi che si ripetono anche sui media
La Rai ha chiuso «Parliamone sabato», programma di Paola Perego, dopo la puntata che parlava dei motivi per scegliere una fidanzata dell’Est

Pubblicato il 21/03/2017 - Ultima modifica il 21/03/2017 alle ore 09:08
Anna Zafesova

Belle contro ogni avversità, immancabilmente sexy, prone ai desideri del marito, cuoche in cucina, molto socievoli a letto, un po’ meno signore in salotto. Suonerebbe quasi un complimento un po’ pesante, che comunque tirerebbe su di morale le badanti ucraine, le studentesse russe, le cameriere bielorusse, le infermiere rumene e tutte le altre mitiche “donne dell’Est”. Se solo esistessero. Perché le cose dell’Est sono sempre imprecisate, e un po’ losche, come i famigerati “cuccioli dell’Est” negli annunci dei cinofili, come i “criminali slavi” che da anni infestano più le pagine dei giornali che le strade. Se sei dell’Est, sei un mafioso, o una prostituta, o nel migliore dei casi un cucciolo taroccato. Se sei russo, sei un mafioso o una spia, da qualche mese gira anche il tormentone più raffinato e malefico degli hacker. 

SFUMATURE ITALIANE 

L’Italia tende a sottilizzare all’infinito le più irrilevanti sfumature che distinguono il Nord dal Sud, i calabresi dai lombardi, i lombardi dai piemontesi, i bergamaschi dai bresciani, fino a trovare incompatibilità clamorose tra gli abitanti di due paesini distanti 10 chilometri l’uno dall’altro. Non vale però per gli altri: ceche, polacche, russe, bulgare, croate, ucraine, albanesi, estoni, popoli diversi, culture diverse, religioni diverse, genetica e lingua diversissime, mischiati in un unico calderone indistinto lungo migliaia di chilometri. Scusi, da che parte è l’Est? Più o meno tutto quello che si trova a destra di Trieste.

Sveliamo l’amara verità. Le “donne dell’Est”, chiunque esse siano, non sono tutte statuarie 90-60-90, molte sono più larghe che alte. Non sono tutte bionde e sexy, la vestaglia e la ciabatta sono l’uniforme d’ordinanza (dove è finito l’altro stereotipo, quello dei rumeni che andavano in giro in tuta e infradito?). Non perdonano il tradimento più di quanto lo facciano le loro consorelle altrove, anche perché nell’Est ex comunista il divorzio è facile, rapido e implacabile. Insomma, sono uguali a tutte le altre donne, qualcuna bella, molte meno belle, qualcuna “dal fisico marmoreo”, quasi tutte le altre in dieta perenne e inutile. Ma soprattutto non sono docili: le donne dei Paesi dove si doveva sopravvivere prima a una dittatura, e poi alle rovine della dittatura, si abituano “fin da piccole” non tanto a fare le faccende di casa, quanto a combattere e resistere, e la quantità di maschi italiani felicemente addomesticati sotto il pugno di ferro (non sempre nel guanto di velluto) delle mogli dell’ex Urss lo dimostra. Basta guardare Melania Trump, che non è nemmeno andata ad abitare con suo marito alla Casa Bianca. La Rai dovrebbe ricordarsi di mettere questa avvertenza nei suoi consigli per gli acquisti.

CONFUSIONE 
Lo stereotipo trasmesso sulla TV di Stato non parla in realtà dell’Est, geografico o immaginario. Ma dice molto su un pregiudizio ormai legittimato. Che danneggia soprattutto chi lo produce e lo consuma. Le “donne dell’Est” sono ormai abituate a venire prese per meretrici, anche quando pesano 90 chili e hanno raggiunto l’età pensionabile. Gli italiani invece si ritrovano a vivere in un mondo pieno di insidie, della “criminalità dell’Est”, per esempio (anche se ultimamente viene sostituita negli incubi dal profugo terrorista islamico). I media per anni hanno confuso rom e romeni, e romeni e slavi (sorpresa! i romeni non sono slavi, e nemmeno gli albanesi, per non parlare dei rom), dimenticandosi però sempre di dire che i romeni sono la comunità di stranieri più numerosa d’Italia (al secondo posto i filippini), e che se fossero tutti criminali a quest’ora ci avrebbero rubato tutte le auto. La gaffe della Rai sulle “donne dell’Est” ha acceso una polemica, ma nessuno si è mai interrogato sul perché l’immigrato che appare sugli schermi televisivi è sempre sdentato, trasandato e semianalfabeta, mai un dottore, un imprenditore, un professore, uno studente, mai una persona normale e uguale. Perché nell’Est, o nel Sud, possono essere solo dei poveretti, in versione cattiva (mafioso, terrorista o al massimo ladro di biciclette) o buona (commuovente profugo al quale regalare una coperta e sentirsi tanto buoni).

 UOMINI ITALIANI 
Chi però dovrebbe infuriarsi più di chiunque altro, e protestare, raccogliere firme e scendere in piazza, non sono le donne dell’Est, ma i maschi italici, ridicolizzati come i peggiori personaggi di Alberto Sordi e Massimo Boldi. A chi potrebbe far piacere venire identificati con bambinoni complessati e bavosi, ansiosi di avere per casa un incrocio tra la bambola di gomma e l’aspirapolvere, una sorta di “moglie di Stepford” perfetta e robotizzata? In attesa della rivolta dei maschi contro la discriminazione di genere, un’altra piccola rivelazione: le donne perfette non esistono, né all’Est, né alle Filippine, né in Africa. Anche perché se ci fossero, esigerebbero degli uomini perfetti.

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Da - http://www.lastampa.it/2017/03/21/societa/e-sempre-l-8-marzo/la-verit-sulle-donne-dellest-30cgLy3RabnQg4epCQjEzK/pagina.html
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