LA-U dell'OLIVO
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 91 
 inserito:: Marzo 09, 2025, 11:07:26 pm 
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Stiamo calmi, aspettiamo che Trump si contraddica.

Nel frattempo:
L’EUROPA decida su DRAGHI!

La nostra Sinistra, quella tarata, faccia docce di decontaminazione e si metta al lavoro seriamente.

Il PD prenda il timone "di chi ci sta" alle condizioni PD e la smetta di farsi prendere in giro da, sapete CHI ne ha 5.

Si devono convincere i NON votanti, come me, a votare, occorre un governo ombra POLICONICO.
ggiannig

 92 
 inserito:: Marzo 09, 2025, 10:50:54 pm 
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Gianni Gavioli
vorrei fare il punto riguardo le mie due Pagine Imposte anni fa.
Arlecchino Euristico mi é stato imposto da anni perché é un nome che "vende"! MA NON sono UNA AZIENDA e il Mio nickname NON È IN VENDITA.
Dato che mi stanno pubblicando editori amici, sto RIPENSANDO e dopo anni che chiedo di chiudermi come PAGINA di rilanciarla e tornare ad attivarla.
Tanto la situazione la sappiamo e illusioni non se ne fanno, aspettiamo insieme il TONFO.
Ma vorrei chiarezza da parte di Fb.
Gianni Gavioli
ciaooo
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Gianni Gavioli
Per la PAGINA ICR-E avrei voluto fondare una S.r.l. ma le condizioni per farla non sono invoglianti in Italia, certamente non la farei da solo.
QUINDI la tengo, la riattivo come Pagina, in attesa di coraggiosi con cui intraprendere. (PROMETTO SAREI Primus Inter Pares).
ggg

 93 
 inserito:: Marzo 09, 2025, 02:44:28 pm 
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Pagina iniziale » Letteratura » “Il cavaliere del secchio” di Kafka: una realtà troppo vicina o lontana
il cavaliere del secchio Kafka
Letteratura

“Il cavaliere del secchio” di Kafka: una realtà troppo vicina o lontana

di Sofia Frati
Lo scrittore di Praga, oltre alle sue opere, ha lasciato un aggettivo: kafkiano. Le atmosfere evocate nei suoi racconti sono caratteristiche al punto da far diventare il suo nome ciò che le identifica; kafkiano è un qualcosa di inquieto, angoscioso, una situazione paradossale che tende all’assurdo. Un autore quindi che si muove tra il grottesco e l’onirico, un esistenzialista.

L’opera dello scrittore boemo è una di quelle più discusse di tutto il Novecento; in Italia, a causa della difficile vicenda editoriale aggiunta al ritardo dei traduttori, se ne è iniziato a parlare soltanto dalla metà dello scorso secolo. Eppure, se non fosse stato per Max Brod, amico intimo dello scrittore, Kafka avrebbe distrutto la maggior parte delle sue opere. Brod, anche lui nato a Praga, fuggì in Palestina nel 1939 portando con sé le opere dell’amico già morto: divenne redattore e curatore della sua intera produzione, dando inoltre origine alla teoria di Kafka come scrittore “religioso”.

Quella di Kafka è una produzione molto ampia, ma i titoli che vengono più spesso ricordati e discussi sono Il processo, Il castello e America, i suoi tre romanzi, e il suo racconto più noto: La metamorfosi. Oltre a questi ci sono diverse raccolte di racconti che andrebbero sicuramente lette, ma uno nello specifico è degno di nota.

Il cavaliere del secchio – in tedesco Der Kübelreiter – è un racconto di Franz Kafka scritto nel 1917, ambientato nell’inverno bellico dello stesso anno. Il racconto avrebbe dovuto far parte della raccolta Un medico di campagna – Ein Landarzt – ma Kafka decise poi di non inserirlo e apparve per la prima volta sulla «Prager Presse», nel supplemento natalizio del 1921, per poi essere pubblicato postumo nella raccolta Durante la costruzione della muraglia cinese – Beim Bau der Chinesischen Mauer.

Il cavaliere del secchio è un breve racconto scritto in prima persona e l’apertura lascia immaginare tutto meno che qualcosa di irreale, l’inverno del ’17 è stato il più duro per l’impero austriaco e uno dei fattori che contribuì alla sua disfatta fu la mancanza del carbone.

Consumato tutto il carbone; vuoto il secchio; inutile la pala; la stufa che respira aria gelida; la stanza gonfia di gelo; davanti alla finestra, gli alberi rigidi nella brina; il cielo, uno scudo d’argento contro chi cerca da lui un aiuto. Devo procurarmi del carbone; non posso certo morire congelato.

Così si apre il racconto: è freddo, è inverno, serve del carbone. L’uomo non ha un soldo e sa bene che dovrà dimostrare al carbonaio di averne veramente bisogno, un suo rifiuto potrebbe ucciderlo. Il cavaliere con la mano sull’impugnatura del secchio scende le scale, ma il secchio, improvvisamente, inizia ad elevarsi.

I cammelli sdraiati bassi per terra, quando il bastone del padrone li incita, non si sollevano con maggiore eleganza.

A bordo del secchio, il cavaliere sorvola le strade di gelo e arriva alla cantina del carbonaio. Lo vede rannicchiato su un tavolino intento a scrivere: lui, per il troppo calore, ha aperto la porta. Il cavaliere grida e chiede un po’ di carbone, appena potrà glielo pagherà, dice.

Il carbonaio a terra sente la voce, ma sua moglie non la percepisce e continua a sostenere che fuori non ci sia nessuno e che tutti i clienti siano già stati forniti. L’uomo, che la voce l’aveva sentita, inizia a salire le scale per esaudire il desiderio del vecchio cliente, ma viene bloccato dalla moglie che decide di salire lei stessa per trattare questo “affare immaginario”. La donna ovviamente vede il cavaliere che le dice che avrebbe pagato il carbone a prezzo intero appena avrebbe potuto, ma non subito.

Che suono di campane, nelle due parole “non subito”, e come disorienta il loro mescolarsi con le campane serali che proprio ora cominciano a suonare dal vicino campanile.

La moglie allora usa il suo grembiule per cacciar via il cavaliere. Il secchio, troppo leggero, si lascia trasportare via. Il cavaliere le urla “cattiva!”

E dicendo così salgo nelle regioni delle montagne di ghiaccio e mi perdo per non tornare mai più.

È, quello del Cavaliere del secchio, uno dei racconti più misteriosi di Kafka: il reale si fonde con il fiabesco. Il secchio vuoto, che è privazione, è anche ciò che grazie al suo essere lieve riesce a elevarsi, e rende magico il cammino verso la meta. Un magico che nasce proprio per merito di un oggetto così semplice come un secchio, che si eleva, e rende eroica la missione del cavaliere: dover attraversare distese di gelo per trovare del carbone.

Ma questa altezza si trasforma presto in distanza da coloro che avrebbero potuto aiutare, anche l’egoismo perde la possibilità di provare quel poco di pietà che la richiesta del cavaliere avrebbe potuto smuovere. Si mescolano la lievitazione inaspettata, ma sorprendente e che facilita il viaggio del cavaliere, alla privazione e alla sofferenza di chi si ritrova in pieno inverno senza la possibilità di riscaldarsi.

Il volo, così come accade in altre fiabe, è una risposta al peso di vivere, ma non per questo diventa un modo di evadere totalmente la realtà, bensì rappresenta il rifiuto di una sua visione diretta. Lo scrittore boemo, narra una storia breve ma pungente, adotta una prospettiva diversa, assume un’altra logica e un livello più alto di sensibilità.

Il cavaliere di Kafka, sopra il suo secchio vuoto, dopo non essere riuscito a farsi sentire, dopo esser stato ignorato e, poi, scacciato, se ne va nelle regioni delle montagne di ghiaccio, senza più tornare.

ggg

 94 
 inserito:: Marzo 09, 2025, 02:33:07 pm 
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"Il cavaliere del secchio" di Kafka: una realtà troppo vicina o lontana

Posta in arrivo

ggiannig <ggianni41@gmail.com>
11:19 (3 ore fa)
a me

https://www.losbuffo.com/2021/06/08/il-cavaliere-del-secchio-di-kafka-una-realta-troppo-vicina-o-lontana/

 95 
 inserito:: Marzo 08, 2025, 10:44:09 am 
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Gli USA non sono Trump.

Noi siamo alleati degli USA, non di Trump.

Molto presto se lo ricorderanno, negli Stati Uniti, facendo l'elenco dei loro problemi interni, i vecchi non risolti durante la prima presidenza ma soprattutto quelli nuovi creati dal duo satanico.
ggg

 96 
 inserito:: Marzo 08, 2025, 02:11:04 am 
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Gianni Gavioli

Ci sono due certezze create dal trumpismo: Salvini e Conte torneranno insieme, con un nuovo Contratto anti anti anti.

Saranno costretti o lusingati a farlo, dipende dalla Signora Meloni e quello che preoccupa noi maggiormente, dal PD.

ciaooo

 97 
 inserito:: Marzo 07, 2025, 12:43:02 am 
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5 Mar 2025
Trump al Congresso: siamo solo all’inizio
“L’America è tornata”: nel primo discorso-show al Congresso, Trump rivendica l’operato del primo mese di governo, attacca sui dazi e sfuma i toni su Zelensky.
Daily Focus Relazioni Transatlantiche

“Siamo solo all’inizio”: è una verità che suona come una minaccia quella pronunciata da Donald Trump nel suo primo discorso alle camere riunite del Congresso dall’insediamento alla Casa Bianca. Il presidente ha passato in rassegna tutti “successi” della sua squadra di governo che, ha detto “ha realizzato più cose in 43 giorni di quanto la maggior parte delle amministrazioni realizzi in quattro o otto anni”. Una lunga autocelebrazione – la stampa americana ha sottolineato che con i suoi cento minuti rappresenta il discorso più lungo nella storia presidenziale moderna –  in cui Trump ha annunciato che “l’America è tornata”: uno slogan utilizzato a suo tempo da Joe Biden e che oggi, pronunciato dal tycoon, assume un tono provocatorio e beffardo. Poi, passando in rassegna i drastici tagli ai dipendenti e alle agenzie federali, la cancellazione dei progetti sulla diversità, ha elogiato Elon Musk e il suo DOGE per aver “ripreso il potere da questa burocrazia irresponsabile”. Fatta eccezione per le politiche di contrasto all’immigrazione irregolare, a cui ha dedicato ampia parte del suo intervento ma senza mai scendere in dettaglio, il tycoon non ha fatto riferimento alle prossime iniziative legislative né tracciato la rotta che l’esecutivo intende percorrere nei prossimi quattro anni. In quello che molti osservatori hanno definito più “un comizio” o “uno show” alla Trump, anziché un discorso programmatico, si è scagliato più volte contro il suo predecessore, attribuendogli la responsabilità di una serie di problemi, tra cui l’aumento del costo delle uova – in realtà determinato dall’influenza aviaria e allo smantellamento del sistema vaccinale in campo veterinario – la criminalità e la diffusione della droga, definendolo “il peggior presidente della storia americana”. Il presidente ha anche annunciato nuovi “dazi reciproci” su una vasta gamma di paesi che esportano negli USA, nell’ennesimo capitolo di quella che ormai sembra una guerra commerciale in piena regola.

Proteggere “l’anima” del paese?
Nel corso dell’intervento – interrotto a più riprese dalle proteste dei democratici – Trump ha rilanciato piani per espulsioni di massa di migranti, definiti una “liberazione dell’America” da criminali e stupratori. E sul fronte sociale ha rivendicato le iniziative di contrasto ai diritti transgender, e la messa al bando di programmi di diversità, equità e inclusione (cosiddetti programmi DEI). “Il buonsenso è diventato un tema comune, e non torneremo mai indietro” ha detto Trump, aggiungendo “il nostro paese non sarà più woke… il wokeismo è un problema. È un male. E ora è sparito”. Il tycoon ha quindi difeso la sua decisione di imporre tariffe del 25% su Canada e Messico e un’ulteriore imposta del 10% sulla Cina, definendoli un’arma per salvaguardare “l’anima degli americani” e volti a raddrizzare presunti torti subiti per mano di alleati e rivali. Parole che non sembrano rassicurare i mercati e le borse, crollate nei giorni scorsi mentre cresce il nervosismo, tra le aziende e i consumatori, circa gli effetti che le misure protezionistiche rischiano di avere sulle catene di approvvigionamento e i prezzi. “Ci saranno dei piccoli disordini, ma per noi va bene” ha detto, annunciando che il 2 aprile saranno imposti “dazi reciproci” su merci provenienti da un’ampia gamma di paesi: “Tasseremo chi ci tassa. Se ci tengono fuori dai loro mercati, terremo loro fuori dai nostri”.

Il mondo visto da Trump?
In un’aula divisa, tra i democratici che accompagnavano le sue parole con cori di ‘buuuuuh’ e cartelli di protesta e gli applausi fragorosi dei repubblicani, Trump ha ribadito le mire imperiali del suo ‘America First’: dal desiderio di “riprenderci il Canale di Panama” a quello di annettere  la Groenlandia “in un modo o nell’altro”. Sebbene i sondaggi suggeriscano che i groenlandesi abbiano poco interesse ad unirsi agli Stati Uniti, infatti, il presidente ha insistito sul fatto che il controllo sul territorio danese è fondamentale per la sicurezza nazionale degli Stati Uniti. “Vi terremo al sicuro, vi renderemo ricchi e, insieme, porteremo la Groenlandia a vette che non avreste mai pensato possibili prima”. Era stato lo stesso tycoon ad alimentare le aspettative per il discorso, annunciando sui social che avrebbe detto “qualcosa di grosso”. Il pensiero di molti si era concentrato sull’Ucraina, dopo il disastroso incontro alla Casa Bianca di venerdì scorso con il presidente ucraino Volodymyr Zelensky. Sul tema, però, Trump ha mostrato toni più moderati di quelli dei giorni scorsi, dichiarando di aver ricevuto una lettera in cui il leader ucraino si dice “pronto per la pace” e a lavorare “sotto la leadership” di Trump. Non è mancata neanche una frecciatina agli alleati europei che “purtroppo – ha detto, senza fornire prove – hanno speso di gran lunga più soldi per acquistare petrolio e gas russi che per difendere l’Ucraina”.

Un’America amareggiata e rancorosa?
I democratici, da parte loro, hanno preso parte allo ‘show’ politico di Trump al Congresso brandendo cartelli con la scritta ‘falso’ e ‘bugia’ mentre molte deputate indossavano il rosa per protestare contro l’impatto delle politiche del presidente sulle donne. Pochi minuti dopo l’inizio del discorso, il deputato democratico Al Green ha interrotto il presidente, gridando che non aveva “alcun mandato per tagliare il Medicaid”, il programma di assicurazione sanitaria su cui fanno affidamento milioni di americani a basso reddito. Il rappresentante texano è stato espulso mentre diversi colleghi di partito lasciavano l’aula in cui il presidente parlava. Trump, a sua volta, li ha criticati in un discorso estremamente fazioso, che ha sottolineato le profonde fratture che dividono gli Stati Uniti. “Queste persone sedute qui non applaudiranno, non staranno in piedi e certamente non esulteranno per questi risultati astronomici”, ha detto Trump. Più che una ‘luminosa città sulla collina’, l’America incarnata ieri da Trump appariva come una potenza amareggiata e rancorosa. Il cui leader, un 78enne con precedenti penali, si è anche permesso di sbeffeggiare alcuni tra i paesi più poveri al mondo. Liberia, Mali, Mozambico e Uganda “beneficiano tutti, ingiustamente dei nostri aiuti” ha detto, riservando la stoccata più acuta al Lesotho. Un paese “di cui nessuno ha mai sentito parlare” e in cui gli americani “hanno sprecato” 8 milioni di dollari per promuovere i diritti Lgbt.

Il commento

Di Mario del Pero, ISPI e Sciences Po

“Un comizio elettorale più che un discorso presidenziale davanti alle Camere congiunte, come sempre con Donald Trump. In un contesto rumoroso e sovraccarico, che ha perso da tempo la sobrietà e la necessaria gravitas istituzionale e con il Presidente che insulta e irride gli avversari politici. Fatta la tara ai toni apocalittici e autocelebrativi, tre aspetti politici del discorso vanno sottolineati. Il primo è il pieno appoggio all’azione di Musk e del suo DOGE. Il secondo è la mano tesa a Zelensky, che sotto le pressioni statunitensi ed europee ha evidentemente capitolato ed è pronto a firmare l’accordo dai contenuti neocoloniali sulla gestione delle potenziali risorse minerarie ucraine. Il terzo è la riaffermazione della volontà di annettere la Groenlandia (“in un modo o nell’altro”) e di riacquisire il controllo del Canale di Panama, costruito – ha affermato (incorrettamente) il Presidente – “dagli americani e per gli americani, non per altri”.


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 inserito:: Marzo 07, 2025, 12:39:15 am 
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ICR-E Informazione, Comunicazione e Operatività nel Sociale. - Editoria.

Sto pensando alla gazzarra puerile, di Destra, portata avanti da soggetti inadeguati al ruolo che dovrebbero svolgere.
Lo sto facendo anche verso l'inettitudine della Sinistra e del Centro Democratici.
il vecchio Ulivo potrebbe rinascere non come coalizione ma soltanto come adesione comune ad un Programma di Governo condiviso.
ggg

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ARLECCHINO EURISTICO.

Ridatemi il mio Post a commento che mi avete censurato.
ciaooo
Rieccolo ha passato la dogana?
Grazie.… Altro...
Camera dei deputati

"Questo sassolino viene dalla spiaggia di Mariupol. Oggi lo dono a voi. Il mio cuore è rimasto là. Non posso dimenticare quello che ho visto e sentito: nelle mi… Altro...
Non ci sono insight disponibili

ARLECCHINO EURISTICO.

STO PENSANDO alla maledizione di tutte le censure e di tutte le servitù verso il Male.
ciaooo
Camera dei deputati
 
"Questo sassolino viene dalla spiaggia di Mariupol. Oggi lo dono a voi. Il mio cuore è rimasto là. Non posso dimenticare quello che ho visto e sentito: nelle mi… Altro...
Non ci sono insight disponibili

ARLECCHINO EURISTICO.

Io avevo scritto nel Gruppo Tematico della Cultura:
Nella situazione in cui siamo, oggi, con movimenti e partiti condizionati e manovrati dal Potere di Personaggi alla ricerca di Cattivo Consenso, non più occultando le loro intenzioni ma dandone evidenze chiassose, mostrando etichette chiare, usando gesti e riferimenti precisi antidemocratici, non é più possibile mantenere Titoli e Tematiche ingenui come questo nostro Gruppo, qui in Facebook, che non mi fanno modificare aggiornandolo alla Cattiva Politica che é in corso d'opera.
Sto pensando cosa proporvi di fare.
Qui la partecipazione é da sempre congelata e tenuta nel frigorifero del "contate nulla", forse con un ritorno al rapporto epistolare si potrà tornare ad un certo calore.
ggiannig
ciaooo
ggianni41@gmail.com
Italia – 7 febbraio 2025

 99 
 inserito:: Marzo 07, 2025, 12:35:12 am 
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Difesa, il ministro Giorgetti frena il piano di riarmo Ue: non si facciano gli stessi errori di vaccini e gas

Posta in arrivo
ggiannig <ggianni41@gmail.com>
   
      
a me
 
   
Leggilo in esclusiva su https://www.milanofinanza.it/news/difesa-il-ministro-giorgetti-invita-alla-cautela-non-si-ripetano-gli-errori-fatti-su-vaccini-e-gas-202503051736064829
   


 100 
 inserito:: Marzo 06, 2025, 12:28:47 am 
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Gianni Gavioli

DOMANESIMO: N.O.M. di PACE ATTIVA? O DOMINATO DA 3/4 IMPERI STILE 1800.
Amministratore
Esperto del gruppo

Ci sono momenti, situazioni, realtà che esistevano e non ce ne siamo accorti o abbiamo trascurato, che la trappola Trump/Putin ci obbliga ad affrontare!
Sono i Punti Essenziali per mantenerci vitali e pensanti.
Uno dei principali e più urgenti è il poterci DIFENDERE!


DIFENDERE sia da Putin, sia da Trump, intendiamoci non dagli USA ma dal loro Presidente.
Il nostro alleato, furbo ma alleato, sono gli USA, NON Trump, speriamo che presto gli Usa ci faranno capire la differenza.

In ogni caso al tavolo dei 27 o cosa resta dei 27 L'ESSENZIALE sarà discutere del come difenderci.
Altro punto Essenziale, cominciare a ragionare su cosa occorre organizzare per essere un Polo forte nel Nuovo Ordine Mondiale. Siamo già in ritardo e su questo conta il duo malanova.
ggg

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