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Autore Discussione: Marina SERENI.  (Letto 11361 volte)
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« Risposta #15 inserito:: Dicembre 07, 2012, 11:12:13 pm »

Ritorno al passato? No grazie!

07 Dicembre 2012

L'editoriale di Marina Sereni


Finalmente il re e' nudo. Il Pdl non farà le primarie, Berlusconi riprende lo scettro nel suo partito, si fa strada una riedizione della destra populista che si appresta a condurre una campagna elettorale contro l'Europa, contro le tasse, contro Monti... Non sappiamo se tutto il Pdl si ritroverà su questa linea irresponsabile, demagogica e pericolosa per l'Italia. Certo e' che il Paese rischia di pagare un prezzo molto alto. Abbiamo faticato tanto a recuperare credibilità in Europa e nel mondo, abbiamo chiesto sacrifici duri agli Italiani, davanti a noi c'e' ancora un enorme sforzo da fare per la crescita, l'equità, il lavoro. Questa mattina, dopo un efficacissimo intervento di Bersani, abbiamo ascoltato alla Camera un imbarazzante Alfano. Il succo di ciò che sta accadendo in queste ore e' purtroppo amaro:  non e' ancora venuto il momento per una destra normale in Italia e non c'e' ragione di rallegrarsene. Anzi, questo ci carica ancora di più della responsabilità di indicare la nostra proposta di cambiamento e di candidarci a guidare il Paese dopo il voto. Siamo impegnati a concludere la legislatura nei tempi e nei modi che indicherà il Capo dello Stato. Oggi i sondaggi ci danno per favoriti, il fallimento della destra al Governo e' stato così clamoroso da rendere difficile immaginare che gli elettori possano farsi convincere di nuovo dal Cavaliere. Tuttavia la battaglia non e' scontata e noi, con i piedi per terra, dobbiamo prepararci a combatterla con le armi della partecipazione, dell'unita' e della mobilitazione capillare.

da - http://www.areadem.info/adon.pl?act=doc&doc=15651
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« Risposta #16 inserito:: Dicembre 14, 2012, 10:23:11 pm »


Progressisti e Democratici in Europa e in Italia

14 Dicembre 2012

L'editoriale di Marina Sereni



Non so se Berlusconi volesse davvero aprire questa discussione sul ruolo di Monti e sulla guida del campo conservatore. Sta di fatto che il dibattito si e' aperto e credo interpelli anche il Pd.

Andiamo in ordine. Qualcuno ritiene offensivo che esponenti europei di varia ispirazione politica e culturale abbiano espresso preoccupazione e allarme per l'ipotesi di un ritorno di Berlusconi. E perché mai? Chi crede nell'Europa, nella necessita' di una più forte integrazione politica non può non sapere che siamo già oggi legati ad un destino comune. La crisi ha accentuato gli elementi di interdipendenza tra gli Stati membri dell'Unione e se un grande  Paese come l'Italia tornasse ad essere guidato da un leader populista e irresponsabile come Berlusconi ne pagherebbe le conseguenze tutta l'Europa.

La decisione del Pdl di togliere la fiducia al Governo Monti ha portato in luce una contraddizione tra il richiamo al Ppe e la ricorrente tentazione di Berlusconi a cavalcare argomenti antieuropei, tutt'altro che moderati e responsabili.

Cosa accadrà ora nel campo conservatore? Se si separassero l'anima populista da quella moderata e europeista non sarebbe un male per la qualità dell'offerta politica. Sarebbe un contributo positivo per la conclusione della lunga e deleteria stagione del berlusconismo. Altro e' spingere Monti, come molti fanno, a guidare lo schieramento conservatore chiedendogli di presentarsi come il vero "avversario" del centrosinistra guidato da Bersani.

Per quale motivo, e con quali argomenti, Monti dovrebbe spiegare agli Italiani di voler sconfiggere  i Democratici? Ancora ieri alla Camera il Pd, insieme all'Udc, ha votato la fiducia al Governo sul Decreto Sviluppo, mentre il Pdl si asteneva. Sarebbe ben strano se, dopo aver compiuto insieme un tratto di strada difficilissimo, ora Monti dovesse "scendere in campo" contro di noi. Vale ovviamente anche il contrario e questo per il Pd, per Areadem e per Bersani, mi sembra sia stato chiaro sin dall'inizio di questa esperienza di governo tecnico. Noi abbiamo riorganizzato il campo dei progressisti, abbiamo presentato una piattaforma programmatica e una proposta politica coerente: crediamo che l'agenda del prossimo Governo non possa prescindere dalle scelte operate da Monti ma che essa debba dare una priorità maggiore all'equità, al lavoro e alla crescita. E proprio perché siamo consapevoli delle sfide che ci attendono dopo il voto abbiamo detto - da molto tempo - che siamo favorevoli e disponibili ad un dialogo e ad un patto per le riforme con  forze moderate, costituzionali ed europeiste.

Ci candidiamo come centrosinistra a guidare il Paese, riteniamo di avere le proposte e le persone per farlo. Siamo parte del campo progressista e democratico europeo e ci battiamo per una Europa più autorevole politicamente e più attenta alle ragioni della solidarietà e dello sviluppo. Non crediamo sia Monti l'avversario da battere ma il populismo  e l'irresponsabilità' di chi ha portato l'Italia sull'orlo del baratro. Chi pensa oggi con una operazione di mascheramento di poter confondere le carte in tavola e rilanciare anatemi e pregiudiziali contro la sinistra vuole solo coprire le colpe e i fallimenti della destra italiana.

P.S. Avendo preso atto della impossibilita' di cambiare la legge elettorale il Pd ha mantenuto l'impegno a promuovere un appuntamento di partecipazione per scegliere i candidati e le candidate al parlamento. Tempi strettissimi, procedure complesse, obiettivo ambizioso: fare liste rappresentative dei territori, con molte competenze, con sensibilità ed esperienze diverse, con molte donne. Servono organizzazione ed equilibrio politico, capacita' di vedere le tante risorse di cui il Pd dispone. Così anche le primarie per i parlamentari saranno un modo per avvicinare il risultato positivo alle elezioni.

da - http://www.areadem.info/adon.pl?act=doc&doc=15724
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« Risposta #17 inserito:: Dicembre 21, 2012, 05:14:12 pm »

Caro Babbo Natale…

21 Dicembre 2012

L'editoriale di Marina Sereni


Se dovessimo scrivere una letterina a Babbo Natale per esprimere i nostri desideri e chiedere qualche regalo, anche quest'anno metteremmo al primo posto il lavoro, la giustizia sociale, la ripresa per le tante aziende in difficoltà, un po' più di solidarietà, qualche sicurezza e opportunità in più per i nostri giovani... 

Il peso della crisi e' gravoso, forse la fase più acuta e' passata ma l'impatto sociale e' ancora durissimo soprattutto sui ceti più deboli e non possiamo certo dire che siamo fuori.

Il secondo regalo che chiederemmo e' che il Pd e il centrosinistra completino con successo il percorso per prepararsi al voto. Ci aspetta ancora un passaggio complesso: il 29 o il 30 dicembre gli elettori del centrosinistra avranno la possibilità di scegliere con le primarie i candidati e le candidate al Parlamento. Il meccanismo e' davvero difficile e i tempi strettissimi. I volontari che stanno organizzando i seggi sono comprensibilmente stanchi per i susseguirsi di scadenze cosi' impegnative e forse persino gli elettori e le elettrici non si aspettavano in tempi cosi' brevi una tale "scorpacciata" di partecipazione democratica. Ecco perché vorrei trovare sotto l'albero un bel risultato delle primarie che terremo tra Natale e Capodanno, una bella partecipazione, un confronto sereno, l'emergere di candidature radicate nel territorio accanto alle competenze e alle esperienze di cui avremo bisogno per vincere e per governare.

Infine, caro Babbo Natale, vorremmo ricevere un ultimo grande regalo: una confronto elettorale normale, sui problemi del Paese e sulle risposte da dare. Una competizione tra progressisti e conservatori, tra chi pensa che si debba chiedere di più a chi ha di più, e chi vorrebbe far pagare il prezzo della crisi globale al 99% dei cittadini, tra chi  pensa che l'Italia possa salvarsi indebolendo l'Europa e chi invece si batte  per un'Europa più forte, tra chi vuole affermare una nuova idea della crescita, fondata su valori di solidarietà, eguaglianza, sobrieta', sostenibilità, e chi continua a difendere un modello basato sul mercato senza regole e senza limiti. In una campagna elettorale cosi' il Pd e il centrosinistra hanno grandi possibilità di vincere e di raccogliere la sfida del cambiamento. L'Italia ha bisogno di tante riforme, di stabilita', di affidabilità. Il governo tecnico ha dimostrato che senza la sensibilità politica, senza il consenso sociale, non si può davvero rendere questo Paese più moderno e più giusto.  E' esattamente questa l'ambizione che il Pd e la coalizione dei progressisti si sono proposti. Le resistenze conservatrici, le rendite di posizione, le ingiustizie hanno il sopravvento se chi governa non ha un ancoraggio forte alla realtà e un ampio consenso tra gli elettori. E, con tutto il rispetto per il processo aperto tra le forze di centro attorno alla figura del Presidente Monti con le quali continueremo a dialogare, sentiamo di essere gli unici ad avere la solidità per affrontare la sfida delle riforme necessarie all'Italia e all'Europa.

da - http://www.areadem.info/adon.pl?act=doc&doc=15788
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« Risposta #18 inserito:: Gennaio 05, 2013, 04:09:37 pm »

04 Gennaio 2013

L'editoriale di Marina Sereni
 

La più frequente presenza televisiva del Presidente del Consiglio Monti, che va in parallelo con l'occupazione delle trasmissioni tv da parte dell'ex Premier Berlusconi, e' il riflesso mediatico di ciò che sta accadendo nel sistema politico italiano.
 
L'offerta politica per le prossime elezioni si va finalmente delineando.
 
Le aree che si contendono il voto degli Italiani saranno con ogni probabilità quattro. A destra il Pdl di Berlusconi con gran parte del gruppo dirigente originario di Forza Italia. Come questo schieramento si configurera' alle elezioni non e' ancora del tutto chiaro. La decisione di dare vita alla lista "Fratelli d'Italia" corrisponde sia all'esigenza di rispondere all'insofferenza di parlamentari e dirigenti come Meloni, Crosetto e molti exAn, per nulla entusiasti del rientro in gioco di Berlusconi, sia all'idea di costruire a tavolino un certo numero di liste che con il "Porcellum" possono essere funzionali alla raccolta di un consenso potenzialmente più ampio. Quanto al tentativo in atto di ricucire un'alleanza tra Pdl e Lega in cambio del sostegno alla candidatura di Maroni per le elezioni lombarde e' evidente che si fonda sull'ipotesi di una probabile sconfitta nazionale.   
 
Al centro, dopo la decisione di Monti di entrare in politica, e' in atto una riorganizzazione che sembra produrrà una lista unica al Senato e liste distinte alla Camera. 
L'esperienza di questo ultimo anno ha dimostrato che il risanamento senza crescita aumenta le diseguaglianze e, alla lunga, rende fragile anche la tenuta dei conti pubblici.
A questo nodo cruciale la cosiddetta Agenda Monti, che indica più i problemi da risolvere che non le soluzioni, non da' a nostro avviso una risposta convincente. Su questo terreno abbiamo il diritto, e direi il dovere, di competere con Monti sulle idee e sulle personalità che mettiamo in campo. Il risultato delle primarie per i parlamentari ha premiato quei dirigenti che hanno saputo interloquire con il disagio sociale. Sarebbe ben strano il contrario, per un partito progressista dentro una crisi sociale senza precedenti! Al tempo stesso la candidatura di personalità come Carlo Dell'Aringa, cui nei prossimi giorni se ne aggiungeranno certamente altre, da' il segno della capacità del Pd di unire sensibilità e competenze diverse in un progetto di cambiamento moderno, innovativo, solidale.
 
Non e' negativo che nel campo moderato si organizzi una forza non populista che ambisce a rappresentare in Italia il Ppe ma le contraddizioni di questo processo sono evidenti.
Nonostante l'occhio benevolo di molti commentatori, della Chiesa e di altri mondi influenti e' del tutto ingiustificato il tentativo di dipingere lo schieramento che Monti, Casini, Fini, Montezemolo stanno costruendo come la novità risolutiva per la politica italiana.
 
La terza area che si presenterà alle prossime elezioni e' quella dell'antagonismo. Un campo che vede da un lato il Movimento 5 Stelle di Beppe Grillo e dall'altro la coalizione che si va componendo attorno a Ingroia con l'Idv, i verdi, le varie formazioni comuniste. Partiti o movimenti personali, assai poco in discontinuità con la stagione del populismo e la demagogia da cui il nostro Paese ha assolutamente urgenza di uscire. 
 
Infine ci siamo noi, il centrosinistra che Bersani guiderà al voto sulla base di un patto politico-programmatico molto chiaro, esigibile, rafforzato dalla sua limpida vittoria nelle primarie. La nostra alleanza con Sel, con il Psi e con il Centro Democratico di Tabacci, non nasce dalle macerie della Seconda Repubblica e neppure dall'idea di unire tutti contro Berlusconi. Nasce invece da un percorso serio di anni, in cui abbiamo fatto l'opposizione ad una destra inaffidabile e populista e in cui abbiamo ricostruito pazientemente un radicamento sociale e politico occupandoci di lavoro, di impresa, di ambiente, di diritti civili... Il nostro sostegno al Governo di Monti  e' stato parte di un disegno politico coerente. In un momento di emergenza abbiamo anteposto l'interesse generale del Paese perché noi siamo una grande forza di governo, popolare e tranquilla, riformatrice e progressista. Sbaglia Monti a cercare di cucirci addosso un vestito che non e' il nostro, sbaglierebbe il Pd se accettasse di farsi rinchiudere in un recinto a sinistra più ristretto del nostro spazio politico naturale. Le primarie per scegliere il candidato premier e poi quelle per i parlamentari hanno dato la prova di un partito vero, vitale, plurale e unito. Cosi' come fu con Franceschini dopo il Congresso, ieri Bersani e Renzi hanno mandato un messaggio di unita' importante. E la scelta delle candidature, dei capilista, delle personalità esterne completerà il quadro dimostrando che il Pd e il centrosinistra hanno idee, uomini e donne all'altezza della sfida del governo e del cambiamento necessario.

da - http://www.areadem.info/adon.pl?act=doc&doc=15851
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« Risposta #19 inserito:: Gennaio 12, 2013, 05:10:15 pm »

L'editoriale di Marina Sereni


Aver concluso per primi il lavoro sulle liste ci da' il vantaggio di poter cominciare subito la campagna elettorale. Le primarie per i parlamentari hanno selezionato donne e uomini molto radicati nel territorio, mentre con i candidati scelti a livello nazionale abbiamo rafforzato le nostre liste con dirigenti e personalità esterne, con competenze ed esperienze diverse. Se ne ricava la fotografia di un partito che vuole fortemente rinnovare la politica e la rappresentanza, a cominciare da un massiccio ingresso di tante donne in parlamento, e che si prepara a misurarsi con le sfide del governo.

Le "anticipazioni" giornalistiche sui possibili Ministri di un governo del centrosinistra meritano un gesto scaramantico: le elezioni non sono già vinte! Noi siamo giustamente fiduciosi, abbiamo ragioni per ritenere le nostre proposte migliori e più convincenti di quelle degli altri schieramenti in lizza, sappiamo che tante persone in Italia chiedono un cambiamento rispetto al disastro della destra di Berlusconi e Maroni e pensiamo di essere l'unica forza politica nazionale in grado di incarnare seriamente una svolta e una stagione nuova. Ma in democrazia non si vince con i sondaggi, si vince con il consenso degli elettori e noi sappiamo che molti di essi decideranno durante la campagna elettorale se recarsi alle urne e per chi votare. 

In questi giorni le posizioni dei principali protagonisti politici si sono espresse attraverso le trasmissioni Tv. In particolare Monti e Berlusconi hanno utilizzato quotidianamente il mezzo televisivo per lanciare le loro più o meno credibili proposte programmatiche. Anche Bersani, più sobriamente, ha accettato alcuni inviti per spiegare ai cittadini lo spirito con cui ci accingiamo a fare questa campagna elettorale. Il confronto sull'IMU in particolare ha messo in luce la differenza tra chi fa promesse mirabolanti e chi, come noi, indica correttivi credibili e socialmente equi, tra chi scarica tutte le colpe sul governo Monti e chi invece cerca razionalmente di far capire come sono andate le cose in questo ultimo anno e perché e' stato necessario fare scelte per salvare il Paese dal fallimento finanziario. 

Mentre e' sempre più chiaro che la partita si giocherà tra la coalizione del centrosinistra guidata da Bersani e quella della destra di Berlusconi e Maroni, il presidente Monti va avanti nella riorganizzazione del campo del centro, mostrando non poche contraddizioni nella compilazione delle liste e nella definizione di un profilo politico-culturale univoco. Il fatto che accanto a politici di lungo corso come Casini e Fini si trovino esponenti della cosiddetta società civile e' senza dubbio interessante ma non mi sembra se ne ricavi il senso di una vera novità. L'aprire le liste a ex parlamentari Pdl e Pd, anziché rendere più convincente l'operazione, mi sembra contribuisca a renderla opaca e molto "elettorale". Ecco perché e' giusto incalzare le forze del centro sul merito dei programmi ma anche domandare  loro dove intendano collocarsi, con chi eventualmente ritengano di poter collaborare dopo il voto.

Se e' vero che la crisi finanziaria ha forse superato la sua punta peggiore la crisi economica e sociale durerà ancora piuttosto a lungo. L'Italia ce la farà se chi andrà al governo dopo le elezioni saprà motivare le forze del mondo del lavoro, del sapere, delle imprese, saprà mobilitare le risorse civiche diffuse. Davvero Monti pensa che si possa cambiare questo Paese contro i sindacati maggiori? Davvero crede che il conservatorismo sia li'? Davvero non vede le drammatiche diseguaglianze che bloccano questo Paese rendendolo anche poco competitivo? E davvero non vede differenze tra il Pd e il Pdl?

Chi auspica per l'Italia un governo stabile e una maggioranza ampia, capace di proseguire nella difficile azione di riforme strutturali necessarie per rilanciare la crescita, non può non vedere che il voto alle liste di Monti rischia di produrre l'effetto opposto. Siamo cioè di fronte ad un paradosso: che sia proprio Monti con le sue liste a creare il rischio di ingovernabilita'!

Bersani, il Pd e il centrosinistra sono in campo per dare risposte serie, le nostre idee sono frutto di un lavoro di lungo periodo in Parlamento e nel Paese, abbiamo l'ambizione di dare all'Italia stabilita' e riforme.

Ora la nostra mobilitazione deve ripartire dal territorio, dai luoghi di lavoro, dalle scuole, dalle città, dai servizi sanitari e sociali. Le radio e le tv, i social network, la rete sono indubbiamente strumenti potenti di comunicazione con gli elettori e le elettrici, ma nulla potrà sostituire il contatto diretto, la presenza capillare, il confronto con le ansie e le domande che i cittadini, a partire da quelli più in difficoltà, ci pongono. Se c'e' un insegnamento che ci viene dalle primarie di questi mesi e' che c'e' un modo solo per arginare l'antipolitica e il populismo ed e' quello di disporsi all'ascolto, di promuovere il protagonismo e la partecipazione dei cittadini e delle comunità. Una bella campagna elettorale e' dunque una delle condizioni per vincere e vincere bene.

da - http://www.areadem.info/adon.pl?act=doc&doc=15892
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« Risposta #20 inserito:: Gennaio 18, 2013, 11:34:56 pm »

Verita' contro illusione per far ripartire l'Italia

18 Gennaio 2013

L'editoriale di Marina Sereni

 

Ha fatto proprio bene Bersani ieri, davanti alla bella platea di ragazze e ragazzi candidati ed elettori al primo voto, a dire che il Pd farà testardamente una campagna elettorale dicendo parole di verità e mettendo al centro l'Italia e gli Italiani, a cominciare da chi soffre di più i colpi della crisi.

Eh si', perché in questo avvio di campagna elettorale i messaggi politici che arrivano ai cittadini hanno del surreale: da un lato  Berlusconi e la Lega si presentano davanti alle telecamere come fossero stati all'opposizione negli ultimi dieci anni, mentre dall'altro opinionisti e commentatori tutti li' a parlare di numeri, alleanze, patti più o meno espliciti tra gli schieramenti in campo.... E intanto il leader del M5S Beppe Grillo riparte con il suo tour all'insegna del "tutti a casa", lanciando improbabili proposte, raccogliendo (e alimentando) malessere e antipolitica.

A costo di andare ancora un po' controcorrente - come abbiamo fatto prima con le primarie e poi scegliendo di non mettere il nome del nostro leader sul simbolo - dobbiamo fare uno sforzo straordinario per discutere di temi concreti, per ascoltare i problemi dei cittadini, dei lavoratori e delle aziende, per raccogliere le idee e le domande che vengono dai territori, per spiegare le nostre proposte e le linee del nostro progetto, dicendo parole di verità, ricordando ogni volta come siamo arrivati qui.

Non e' possibile che la destra - forte di molti mezzi finanziari e di comunicazione - possa nuovamente distorcere la realtà al punto da produrre l'effetto di una grande amnesia collettiva. Non ce lo possiamo permettere. L'Italia ce la può fare, può ripartire ma non dalle bugie e dalle illusioni! Non e' degno di guidare il Paese chi, a destra come a sinistra, promette soluzioni semplici ad una crisi drammaticamente difficile e dura. Molto dipende da noi, da come sapremo parlare ai cittadini, all'insieme della società italiana.

Nel frullatore mediatico di questi giorni tutti si impegnano a togliere le tasse. Soltanto Bersani ha avuto il coraggio e l'onesta' di dire che si potrà ridurre la pressione fiscale ma solo gradualmente e che - per quanto ci riguarda - la priorità va data ai redditi medio-bassi, ai redditi da lavoro e da impresa. Tutti oggi criticano il "redditometro" ma solo noi abbiamo nel tempo proposto modalità diverse e più efficaci di contrasto all'evasione fiscale, fondate sulla tracciabilita' dei pagamenti e sull'intreccio di tutte le banche dati disponibili. D'altra parte, senza aggredire strutturalmente l'evasione fiscale, anche con un'azione di forte semplificazione del sistema della tassazione verso imprese e cittadini, non ha alcun senso parlare di riduzione delle tasse.

E ancora, mentre sembra che l'unico problema degli Italiani siano le tasse - che hanno indubbiamente raggiunto un limite invalicabile e che, ricordiamolo sempre, sono cresciute di oltre 4 punti durante il Governo Berlusconi - nessuno parla dell'urgenza di tornare ad investire sulla scuola, sui servizi alle persone e alle famiglie, e della necessita' di creare lavoro per dare un futuro ai giovani. Credo che nelle prossime settimane il Pd e il centrosinistra dovranno accendere i riflettori su tutto questo e anche avanzare proposte emblematiche, che diano il senso di ciò che faremo concretamente se gli elettori ci daranno la responsabilità di governare il Paese. Certo questo e' un tema non solo nazionale: sarebbe di grande importanza se in Europa si decidesse di escludere dal Patto di Stabilita' le risorse per finanziare un grande piano di investimenti per l'ambiente e il territorio, per la cultura e per la formazione. E noi, insieme ai Democratici e Progressisti europei, ci stiamo battendo e ci batteremo perché' questa svolta avvenga davvero.

Abbiamo mobilitato milioni di persone per le primarie e abbiamo dimostrato che, nonostante i nostri limiti e le imperfezioni, siamo un partito vero, un'organizzazione di uomini e donne che si uniscono intorno ad un progetto di cambiamento, ad un'idea dell'Italia, dell'Europa e del mondo. Abbiamo leader non padroni, abbiamo fatto della democrazia, della partecipazione e della trasparenza non delle parole ma una pratica concreta. Questa e' la nostra forza in questa campagna elettorale. La battaglia vera viene ora e a chi si propone con slogan e parole d'ordine magari accattivanti noi dobbiamo opporre un ragionamento e una proposta concreta. E' più difficile fare campagna così ma e' anche l'unico modo per poter poi dopo davvero governare e fare le riforme. 

da - http://www.areadem.info/adon.pl?act=doc&doc=15941
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« Risposta #21 inserito:: Gennaio 25, 2013, 11:08:29 pm »

L'editoriale di Marina Sereni



Si apre oggi a Roma la Conferenza di Programma della CGIL sui temi del lavoro. E’ un appuntamento importante che obbligherà tutti a misurarsi con le proposte che scaturiranno da questa assemblea. A chi ci critica, dipingendo di noi la caricatura di un partito troppo condizionato dal sindacato, basterebbe rispondere facendo notare che molte delle proposte avanzate dalla Confindustria, da Rete Impresa Italia, da molti economisti si muovono nella direzione da noi indicata: di sola austerità si muore, senza crescita non c'e' neppure tenuta dei conti pubblici, il lavoro e' - accanto alla scuola - la priorità assoluta se si vuol guardare al futuro.

Per il PD il lavoro è stato sempre al centro della propria iniziativa politica e programmatica e lo è anche in questa campagna elettorale. Il tasso di disoccupazione reale in Italia è ormai prossimo al 12%  e per quanto riguarda i giovani  il 30% non trova lavoro. Queste cifre rappresentano da sole l’ingiustizia e la disperazione in cui vive una parte consistente del nostro Paese, abbandonata al proprio destino dalla Destra che ha governato l’Italia. Non è solo una questione di salario ma anche di dignità: il segretario nazionale del PD, Pier Luigi  Bersani, ha detto recentemente: “Con il lavoro ognuno di noi si conquista il diritto a contribuire al cambiamento del mondo…”. Ed è proprio così, il lavoro consente agli uomini e alle donne di condividere speranza e dignità.

Nel nostro programma è scritto con chiarezza quali debbono essere i quattro passi per il lavoro che dovrà fare un governo di centrosinistra:

1) Alleggerire il carico fiscale sulle imprese e sul lavoro, aumentando la lotta all'evasione e attingendo ai grandi patrimoni immobiliari.

2) Contrastare la precarietà, rovesciando le scelte della destra nell’ultimo decennio, che ha praticato la sciagurata idea di una competitività al ribasso del sistema produttivo.

3) Spezzare la spirale perversa tra bassa produttività e compressione dei salari e dei diritti, investendo invece su qualità e innovazione.

4) Inaugurare una serie di politiche fiscali a sostegno dell’occupazione femminile, soprattutto al sud, per aumentare e migliorare la presenza delle donne nel mondo del lavoro, contrastare la disparità di reddito e carriere, sradicare i pregiudizi sulle donne nel mondo delle professioni.

Non sarà un lavoro semplice, né lineare. Ma è la ricetta per cambiare l’Italia e renderla più giusta, sia nei diritti che nelle opportunità. Questo è l’impegno che il PD conferma in questa breve ma decisiva campagna elettorale che ci porterà al voto del 24 e 25 febbraio. Un voto per ripartire, per ridare fiducia, per l’Italia.

Marina Sereni

da - http://www.areadem.info/adon.pl?act=doc&doc=16005
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