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Autore Discussione: FRANCESCO LA LICATA. Attenzione non è archeologia  (Letto 2226 volte)
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« inserito:: Maggio 08, 2010, 07:21:10 pm »

8/5/2010

Attenzione non è archeologia
   
FRANCESCO LA LICATA

Non sfugge a nessuno, tantomeno a Vittorio Sgarbi che ci ha pensato a lungo prima di lanciarsi nell’avventura, l’azzardo insito nell’idea di realizzare un «Museo della mafia», il primo in Italia. Il timore principale è che una simile operazione possa finire per «seppellire» nell’immobilità contemplativa ogni spunto di vitalità e di opposizione al sistema mafioso. I musei, è ovvio, espongono il passato, l’archeologia e dunque si potrebbe esser portati a pensare che Sgarbi ritenga finita la mafia e, con essa, la necessità di opporvisi.

Tentazione pericolosa, soprattutto in un territorio - quello di Salemi, città di cui il critico è sindaco effervescente - dove Cosa nostra può vantare tradizioni solide e antiche. Ma non sembra, questo, il pensiero guida di Vittorio Sgarbi che - semmai - attribuisce all’iniziativa quasi un significato augurale, nel senso dell’auspicio di poter relegare la mafia nell’archeologia, travolta da una Sicilia nuova e diversa, attiva e non più autocompassionevole. «Il nostro museo - dice il sindaco - significa prendere le distanze dal male. Del resto si fa un museo dell’Olocausto non perchè ci sono ancora i nazisti e i campi di concentramento».

Ecco, Sgarbi potrà vincere la sua scommessa se riuscirà a restare in equilibrio tra la rilettura del passato - filtrata intelligentemente più con la lente della sensibilità artistica che col microscopio sociologico - e l’analisi attenta del presente (specialmente nella sua attività di primo amministratore) e della capacità di mutazione e rigenerazione di un mostro che più d’una volta è stato dato per spacciato e pronto, appunto, per essere riposto tra gli scaffali di un museo.

http://www.lastampa.it/_web/cmstp/tmplRubriche/editoriali/gEditoriali.asp?ID_blog=25&ID_articolo=7321&ID_sezione=&sezione=
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