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CommentoEuropa

L’autunno oscuro dal Covid a Nizza
29 OTTOBRE 2020

L'incrocio tra le misure eccezionali di confinamento e il ritorno del terrorismo è una miscela senza precedenti destinata a suscitare ulteriore smarrimento. Ma offre anche un'opportunità alla classe dirigente europea per legittimarsi e consolidarsi

DI STEFANO FOLLI

Può essere casuale o forse no; sta di fatto che una delle maggiori nazioni d'Europa, la Francia, subisce ripetuti attacchi del fondamentalismo islamico proprio nei giorni in cui la pandemia la obbliga a chiudersi in se stessa, come del resto buona parte del continente. In altre parole, nel momento in cui la nazione è più debole, si ripropone lo scontro tra laicità e fondamentalismo islamico, tra la civiltà della tolleranza e una minaccia fatale che la insidia. Per qualche ora almeno non è il Covid il padrone dei notiziari, bensì la tragedia francese che in realtà - è il meno che si possa dire - riguarda tutti gli europei. A maggior ragione dopo che è stato confermato l'approdo a Lampedusa, in settembre, dell'attentatore di Nizza.

Questo incrocio tra le misure eccezionali di confinamento (lockdown) e il ritorno del terrorismo è una sorta di miscela senza precedenti destinata a suscitare ulteriore, diffuso smarrimento. È ciò che rende l'autunno che stiamo vivendo un percorso inesplorato. Ma offre anche un'opportunità storica alla classe dirigente europea per legittimarsi e consolidarsi. L'idea di una risposta comune di fronte al virus è logica, ancor più se diventa una linea condivisa ed efficace contro il fondamentalismo assassino. Il che implica un livello superiore d'intesa tra i Paesi dell'Unione circa gli strumenti di polizia e di intelligence, ma prima di tutto nelle scelte di politica estera, finora del tutto divergenti. Per adesso sembra un'utopia.

La priorità del presidente del Consiglio per ora rimane la solidarietà europea contro il Covid. In pratica, Conte vuole che il mal comune dei confinamenti si traduca in un più rapido accesso ai fondi del Recovery. Non si può dargli torto, visto che queste risorse, più volte annunciate come in arrivo, sono invece lontane e anzi non ancora ratificate dalle varie capitali. È un tema cruciale perché il malessere sociale, legato al collasso delle attività economiche, è il terzo protagonista del nostro autunno. Qui si dovrà misurare, è ovvio, la maturità di una classe di governo. Carlo Galli ha scritto su questo giornale che la politica deve saper esercitare in questi frangenti "una leadership democratica". Il che significa dimostrare credibilità e capacità di guida. La popolarità del leader del momento non è l'indice più adatto per valutare entrambe: quindi per Conte non sarebbe negativa la caduta del suo vasto ma effimero gradimento di primavera, se ciò lo aiutasse a guadagnare in autorevolezza.

Tuttavia probabilmente per lui è tardi, a giudicare dal nervosismo crescente del Pd. Che peraltro non sembra avere le idee chiare: qualcuno (il capogruppo al Senato, Marcucci, ex renziano) ha chiesto di cambiare qualche ministro, come se il dramma che stiamo vivendo fosse risolvibile con gli strumenti antichi della "verifica" e del "rimpasto". Il suo partito lo ha smentito, ma s'intuisce che quel pensiero ha attraversato la mente di molti. E in ogni caso resta aperto il tema di come rafforzare un governo per vari aspetti inadeguato. Si chiede inoltre all'opposizione di esibire un profilo istituzionale. Legittimo se si tratta di non giustificare o strumentalizzare le violenze di piazza. Altrettanto se si vuole ottenere chiarezza su punti essenziali. Per esempio, non si capisce ancora quale sia la linea di Salvini sul lockdown prossimo venturo. L'impressione è che si resti nell'ambiguità per non perdere voti. Comunque sia, è poi arrivata la notizia di Lampedusa con la sua carica lacerante che investe il Viminale in un dibattito pubblico estenuato.

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