LA-U dell'OLIVO
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Autore Discussione: LA RUMENTA (spazzatura in lingua Ligure)  (Letto 12069 volte)
Arlecchino
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« inserito:: Ottobre 08, 2021, 03:14:52 pm »

Mio commento sull’incidente subito da Facebook a livello mondiale.

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Dopo le sopraffazioni patite da mesi e le mie recenti, giuste, corrette e civili reazioni, per recuperare la mia dignità di Utente attivo e affatto imbecille, pensavo fossi stato "Radiato", espulso e con la porta serrata per sempre.
Già ragionavo su cosa avrei dovuto intraprendere per recuperare il notevole, non banale, contenuto nei nostri 8 Gruppi Tematici e le mie 2 Pagine FB.

Invece NO non si trattava dell’attacco definitivo contro di me.
Meglio così, io VOGLIO continuare ad essere protagonista in Facebook!

Contesto l'arroganza, non voglio subire imposizioni (alcune molto stupide), capisco che tutto costa e che alla vostra avidità non c'è limite, ma essere in Fb con intenti seri e costruttivi e in compagnia di persone pregevoli (anche se mi ignorano) da cui ho imparato molto, … è BELLO!   

Anzi visto ciò che vi è accaduto consiglio di smetterla di accanirvi, con pretese assurde che mi hanno privato di una Pagina per me importante, ridatemi la dignità di utente, riattivate la Pagina IL MONITORE che spero presto sarà una rivista. 

Le Maschere della Commedia dell’Arte hanno un dio che le protegge.

ggiannig ciaooo

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« Risposta #1 inserito:: Ottobre 08, 2021, 03:39:19 pm »

Draghi ribadisce, … questo conta!

Il resto è fuliggine di nessun valore, ne etico, ne morale quindi solo cattiva politica.
Utile per nascondere la batosta nazionale della Lega di Salvini.

ciaooo


« Ultima modifica: Ottobre 08, 2021, 05:04:52 pm da Arlecchino » Registrato
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« Risposta #2 inserito:: Ottobre 08, 2021, 09:38:26 pm »

Matteo Salvini ha deciso di prendersi i pieni poteri, almeno nella Lega, e ha svuotato di ruolo il suo capo delegazione al governo, Giancarlo Giorgetti, andando direttamente da Mario Draghi a negoziare il sostegno della Lega al governo non nelle linee politiche generali ma scendendo fino a specifici particolari.

È chiaramente una scelta dettata da debolezza, una mossa per riprendere la scena e offuscare i guai elettorali, e anche uno stratagemma per uscire dalla posizione rigidamente contraria a qualsiasi forma di intervento sul catasto, anche se limitata a migliorare la conoscenza del patrimonio immobiliare da parte del fisco.

Ma, insomma, il punto è politico.

Perché Salvini vuole banalmente far vedere chi comanda, ma con questa rinnovata protervia si mette anche un po’ in difficoltà.

La figura del capo delegazione è un’invenzione recentissima, non ha nulla di formale, ovviamente, ma aiuta a sistemare i pesi e i contrappesi politici quando si partecipa a un governo con una base parlamentare molto ampia e composita.

È una figura che ha senso in tutti i governi di coalizione, per fare da ingranaggio, o da fusibile, in modo che i capi partito non siano direttamente esposti al logoramento dell’attività di governo. Privarsene significa, certo, avere la scena tutta per sé, ma anche andare in quella scena senza rete e senza protezione.

Se Salvini avesse mostrato, ora o nel passato, attitudine alla dura e paziente attività del governare si potrebbe anche capire la sua mossa. Ma, tra tanti, forse il capo partito che più aveva bisogno del capo delegazione era proprio lui.

Non lo ha, di fatto, più. Ha i pieni poteri, nella Lega, ma, come l’altra volta, ha anche i pieni rischi.

Da  - Il Foglio <newsletter@ilfoglio.it>


« Ultima modifica: Ottobre 09, 2021, 10:33:35 am da Arlecchino » Registrato
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« Risposta #3 inserito:: Ottobre 09, 2021, 09:54:40 pm »


I Populisti e gli Sfascisti sono diffusissimi perché è la strategia più facile per "ingannare" chi si lascia convincere.

Ci sono regioni nordiche fortissime in Populismo e Sfascismo.

Nel cambiamento in atto il CentroSinistra è facilitato, nel NON dover copiare.

Dato che in concreto nell’Ulivo non ci crede nessuno, se non una minoranza cocciuta, farlo rinascere senza sporcarsi l’anima con la politica Populista sarà la normalità.

ggiannig ciaooo
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« Risposta #4 inserito:: Ottobre 13, 2021, 08:39:03 am »

Affollarci la mente e la visione della realtà con una "caterva" di informazioni, in gran parte fasulle o addirittura FALSE, è una precisa tecnica usata dalla Partitocrazia per confonderci e manipolare i più fragili di noi.

Cominciamo ad aiutarci nel distinguere le diverse azioni o cose!

Qui ci metteremo la spazzatura di ogni tipo e disvalore.

ciaooo
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« Risposta #5 inserito:: Ottobre 13, 2021, 10:55:58 am »

Io Francesco Guccini

I resti di verdura li buttavano "nell'aldamara", che era lì fuori, per fare il compost.
L'unica cosa che potevano buttare via era qualche scatoletta. D'altra parte nei negozi incartavano poco e non c'erano tutte le confezioni che ci sono adesso. La pasta si comperava sciolta ed era incartata con la carta gialla; anche lo zucchero si comperava sciolto incartato con la carta azzurrina.
E la carta era preziosissima: perché serviva per accendere il fuoco.
Invece la carta da cesso era ottenuta da pile di quotidiani lasciati dagli americani. Della carta igienica non si sentiva neanche l'odore. Senza saperlo erano molto ecologici.

Poi il mulino era autosufficiente per l'ottanta per cento. Con la farina di grano facevi il pane, col granoturco la polenta, con la farina di castagne i necci, i castagnacci e la polenta dolce. Dagli orti avevi la verdura per quasi tutto l'anno. Adesso le uova le trovi sempre. Allora, invece, c'era una stagione in cui le galline non facevano le uova. Quindi, per fare la sfoglia, le conservavano sotto calce. C'era una damigiana a bocca larga riempita di acqua con la calce dove mettevano le uova per non farle marcire. In paese si comprava la carne per fare il lesso la domenica, il formaggio sardo perché qui c'era la tradizione importata da quelli che andavano a fare il carbone in Sardegna.
Ogni tanto del tonno e un po' di cioccolata per me, mentre la marmellata la facevano in casa, tonnellate di marmellata di ciliegie. Di frutta ce n'era in abbondanza: mele, uva, ciliegie, anche pesche, che erano piccoline e poi sono scomparse. Quante mele! Tant'è vero che verso settembre, finito di mangiare, andavo sul letto in camera mia con una quantità di mele, leggevo e mangiavo mele. Qualcuno qui attorno aveva messo dei fragoloni ma credo che quello che li aveva piantati non sia mai riuscito a mangiarli...
(Le parole del mugnaio)

da Fb del 13 ottobre 2021
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« Risposta #6 inserito:: Ottobre 13, 2021, 02:41:35 pm »

Citaristi e l'ortolano
Giulio Andreotti trovò la metà dei soldi che servivano per l'acquisto della casa natale di Alcide De Gasperi

C’era un nuovo fruttivendolo ieri al banco del mercato.

La signora? “Mia sorella mi ha chiesto una mano, gliela do volentieri. Così faccio qualcosa anche io, mi fa bene”. Giovanile, fisico asciutto, capelli bianchi, volto coperto dalla mascherina. “Piacere, Giuseppe”.
E’ in pensione, Giuseppe?

“Eh, diciamo così. Ultimamente le cose non sono andate bene. La vita è così. Un giorno sei in Mercedes, il giorno dopo a piedi. Bisogna prenderla com’è. Quanto ne vuole di minestrone?”.
Questo basta.

Lei era in Mercedes? “Altro che. Lavoravo con Citaristi. Ma lei non può sapere di chi parlo, son storie vecchie”. Severino Citaristi, il tesoriere della Dc? “Ah, lo conosce. Strano, è morto da tanto. Come mai lo conosce?”.
Ho letto qualcosa. “Cose brutte, immagino. Eppure le assicuro, eccomi mi vede: soldi in tasca non ce ne siamo mai messi. Mandarini ne vuole?”.
No grazie. Cosa faceva per Citaristi. “Ero il suo assistente, lavoravo nell’organizzazione, al partito. Che anni. Ho comprato la casa di De Gasperi, sa?”.

Quale casa? “Quella dove era nato, a Pieve Tesino. Un giorno Severino mi chiama e mi dice vai a sentire quanto costa. Io vado su, faccio fare una perizia: 60 milioni di lire. Ma la proprietaria, una vecchietta, mi fa: varrà anche 60 milioni, ma c’è nato De Gasperi e voi siete la Dc. Ne voglio 120. Torno a Roma e riferisco. Andiamo da Andreotti. Lui ci ascolta in silenzio. Il giorno dopo Severino mi dice vai su e comprala. Sessanta li mette il partito, questi altri sessanta – mi dà l’assegno – li mette Giulio”. Ma lui di tasca sua? Era firmato da lui l’assegno? “No, no. Se lo era procurato da un cardinale.

Davvero nemmeno due mandarini?”.
Davvero. “Allora a posto. Un euro e trenta”.

Da - https://invececoncita.blogautore.repubblica.it/articoli/2021/10/13/citaristi-e-lortolano/
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« Risposta #7 inserito:: Ottobre 13, 2021, 04:36:15 pm »

Vicenza, frode fiscale: sequestrati beni per 3,8 milioni: 13 indagati

Posta in arrivo

Arlecchino Euristico
16:26 (8 minuti fa)
a me

https://corrieredelveneto.corriere.it/vicenza/cronaca/21_ottobre_11/vicenza-frode-fiscale-sequestrati-beni-38-milioni-13-indagati-23443520-2a6c-11ec-a8a7-97c00bb2b6f7.shtml

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« Risposta #8 inserito:: Ottobre 13, 2021, 06:21:11 pm »

No vax. Nei cortei di protesta ci sono skinhead, venetisti e ultracattolici

Posta in arrivo

Arlecchino Euristico
15:53 (2 ore fa)
a me

https://corrieredelveneto.corriere.it/verona/cronaca/21_ottobre_12/no-vax-cortei-protesta-ci-cono-skinhead-venetisti-ultracattolici-88752442-2ac9-11ec-a8a7-97c00bb2b6f7.shtml

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« Risposta #9 inserito:: Ottobre 15, 2021, 10:21:19 pm »

No blocchi!
Chiassosi ma non fessi!

Non siamo più negli anni 20 del 1900 gli anni degli agrari, finanziatori del fascismo, adesso comandano gli Industriali, i Sindacati, il Governo di Draghi e del Presidente Mattarella, con alla lunga il Senso Democratico di buona parte degli Italiani.

Tutti abbiamo bisogno di serenità e OGGI solo il governo ce la può dare!!!

Se gli stiamo vicini e controlliamo gli infiltrati.

ciaooo

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« Risposta #10 inserito:: Ottobre 15, 2021, 10:23:20 pm »

Zuckerberg, Nietzsche e io

Grazie a tutte e tutti per gli auguri di ieri. Siete stati e state così tanti e tante che ringraziarvi tutti e tutte è impossibile. Mi avete fatto piacere e perfino cambiato l’umore.

Come sapete il pomeriggio e la sera del 4 ottobre 2021 saranno ricordate per il grande crollo di Facebook, Instagram e WhatsApp. Per cinque ore miliardi di esseri umani si sono sentiti scollegati dal mondo. Capite bene che a me che stavo per compiere gli anni e avevo voglia, anzi bisogno, di affetto e calore, il prolungato blackout ha causato nell’ordine allarme, preoccupazione, ansia, angoscia, disperazione, emozioni che si sono sciolte in sollievo e gioia quando, intorno alla mezzanotte, almeno WhatsApp ha ricominciato timidamente a funzionare. In quelle cinque ore di silenzio mi sono reso conto di essere nella stessa identica condizione degli adolescenti, che non appendono più nulla in camera, perché dentro il telefono custodiscono quasi tutto il mondo, gli affetti, le amicizie, gli amori.

Sono convinto, e l’ho scritto molte volte, che una delle ragioni del successo del digitale e dei social network, e del loro potere additivo, risieda nella loro forza teologica: nel promettere, cioè, che la felicità possa irrompere da un momento all’altro nelle nostre vite da qualcosa o qualcuno che sta altrove. È una felicità che può manifestarsi sotto forma di incontro, risata, colpo di fortuna, e che però trae la sua forza, come tipico della felicità, dalla sua natura di promessa. Da una decina di anni a questa parte, i telefonini hanno assorbito ogni cosa, perfino la possibilità di essere felici. In un certo senso ci ritroviamo nella condizione in cui, secondo Nietzsche, ci ha fatto precipitare il cristianesimo che, promettendo una felicità ultraterrena ed eterna, ha immiserito e spogliato di senso la felicità terrena, impedendoci di fatto di vivere davvero la vita.

La promessa continua di trascendenza che il digitale implica, e di cui i telefonini sono lo strumento principale, ha l’effetto di impoverire il qui e ora perché una parte di noi, della nostra attenzione, è sempre rivolta all’altrove, alla possibilità che quella promessa si avveri. Assomigliamo, cioè, a quegli ebrei che mangiano tenendo la porta socchiusa nell’eventualità che il Messia si decida a tornare. Durante il down del 4 ottobre ho capito che oggi quella porta è in buona parte controllata dai social di Mark Zuckerberg. Ma ho anche capito, con buona pace di Nietzsche, che l’esistenza di questa porta allarga la felicità, non la restringe, perché allarga il numero delle persone – amici, parenti o anche solo sconosciuti – che hanno la possibilità di pensarti e di essere gentili con te.

Per concludere, ricordo a chi mi ha fatto gli auguri (non solo digitali) di farli anche a Friedrich Nietzsche, che il 15 ottobre compirà 187 anni.

Da - https://www.ilpost.it/giacomopapi/2021/10/06/zuckenberg-nietzsche-e-io/
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« Risposta #11 inserito:: Ottobre 15, 2021, 10:24:53 pm »

L'orgoglio ritrovato di guardare all'Italia pensando al futuro

CLAUDIO CERASA  04 OTT 2021

Non solo i successi sportivi: l’energia post pandemia, il governo Draghi  e pure  l’ultima campagna elettorale sono i segnali di una nuova, positiva coscienza di sé del paese. Quella che già invocava, due secoli fa, Leopardi

C’è un effetto interessante (e poco indagato) prodotto dalla stagione delle larghe intese maturata sotto l’ombrello del governo Draghi. Un effetto che non ha a che fare con le politiche dei partiti, con le loro agende, con le loro traiettorie, ma ha a che fare con una novità assoluta che riguarda un tratto speciale della nuova Italia. Un tratto che è insieme politico, sì, ma che è anche culturale, intellettuale e verrebbe da dire sistemico e che sarebbe un sogno se potesse essere anche al centro dell’agenda dei sindaci del futuro. Riavvolgete il nastro di questi mesi e rifletteteci un attimo. Riflettete su cosa ciascuno di noi ha pensato, in questi mesi, di fronte alla vittoria della Nazionale agli Europei di calcio, di fronte alla vittoria della Nazionale maschile agli Europei di volley, di fronte alla vittoria della Nazionale femminile agli Europei di volley, di fronte alla vittoria dei nostri connazionali alle Olimpiadi, di fronte ai successi olimpici e paralimpici nei cento metri, di fronte ai traguardi raggiunti nel tennis, di fronte alla vittoria di un italiano agli Europei di ciclismo, di fronte alla vittoria di un’italiana ai Mondiali di ciclismo, di fronte alla vittoria della Nazionale femminile agli Europei di softball, di fronte alla vittoria della Nazionale maschile ai Mondiali di bocce (pure quelli!).
 
La reazione, il pensiero di tutti noi, di fronte a questi piccoli e grandi successi (abbiamo vinto anche il Mondiale dei pasticcieri!), sono sintetizzabili con una parola semplice: orgoglio. Orgoglio per i nostri successi, per le nostre eccellenze, per le nostre performance. Si dirà: e grazie al cavolo, dov’è la novità? Come si fa a non esultare per una vittoria sportiva? Eccola la novità. La novità degli ultimi mesi, per l’Italia, per la sua opinione pubblica, per la stragrande maggioranza dei suoi cittadini, è che quel sentimento di orgoglio, quella volontà di ricercare eccellenze e quella voglia di trovare una scusa qualsiasi per non parlare male del nostro paese, ha avuto un suo riflesso anche nella vita quotidiana.
 
C’è stato un tempo, prima della pandemia, in cui l’Italia desiderosa di parlare male di sé stessa, desiderosa di infangare il proprio paese solo per fare un dispetto politico all’avversario di turno al governo, era un’Italia che almeno dal punto di vista mediatico era certamente maggioritaria. Un’Italia della lagna, dell’autodistruzione, dell’autocommiserazione, incapace di valorizzare sé stessa, di fare sistema, di considerare l’interesse nazionale un muro da abbattere e non un fortino da proteggere. C’è stato un tempo, prima della pandemia, in cui l’idea di fare sistema, per l’appunto, coincideva con l’idea orrenda di proteggere un insostenibile status quo. E c’è stato un tempo, prima della pandemia, in cui l’Italia, trasformando con la complicità della borghesia oltre che della politica l’agenda antisistema nell’agenda cardine del nostro paese, ha fatto di tutto per far diventare ciò che era percepito più importante di ciò che era reale.
 
La novità vera dell’Italia post emergenza pandemica, una novità che la presenza di Draghi ha permesso di far venire allo scoperto, è che l’Italia che considera la valorizzazione delle sue eccellenze un modo come un altro per nascondere i problemi del nostro paese è un’Italia che ha lasciato il posto a un’altra Italia completamente diversa (più Roberto Mancini, meno Marco Travaglio). Un’Italia in cui il sentimento autodistruttivo è stato sostituito da un sentimento costruttivo. Un’Italia in cui le forze politiche si confrontano l’una con l’altra senza demolire il paese in cui si trovano (meno onestà-tà-tà e più capacità-tà-tà). Un’Italia in cui la tutela dell’interesse nazionale non è in contraddizione con la competizione tra i partiti (in politica si può essere nemici su molti fronti e avere comunque a cuore alcuni interessi comuni). Molti anni fa, nel 1824, Giacomo Leopardi scrisse uno splendido saggio intitolato “Discorso sopra lo stato presente dei costumi degl’italiani” (saggio che tre anni fa avete trovato pubblicato integralmente sul nostro giornale).
 
In quel saggio Leopardi spiegò quanto fosse importante avere, come in Francia, una “società stretta”. “La stretta società – scriveva Leopardi – fa sì che ciascuno fa conto degli uomini e desidera di farsene stimare (questa è propriamente la stima che si concepisce di loro) e li considera per necessari alla propria felicità, sì quanto ad altri rispetti, sì quanto a questa soddisfazione del suo amor proprio che ciascuno in particolare attende desidera e cerca da essi, da’ quali dipende, e non si può ricever d’altronde”. In una società stretta, era la tesi di Leopardi, il bene dell’élite coincide con il bene di un paese e laddove non esiste una società stretta “gli uomini sono avvezzi a disonorare gli altri poiché ciò non comporta alcuna conseguenza per loro e tendono a trasformare l’onore nel principio regolatore delle proprie relazioni. In una società che sceglie di non essere stretta, invece, la mancanza d’amor proprio provoca lo scarso o nullo rispetto di sé, dunque degli altri”. L’incapacità dell’Italia di alimentare una società stretta ha impedito al nostro paese per molto tempo di fare sistema, di fare squadra, e ha spinto le forze politiche a gettare fango sul nostro paese nella speranza di poter distruggere i propri rivali attraverso la demolizione del paese governato dagli altri. Sarà l’energia del post pandemia, sarà la presenza di una grande coalizione, sarà il tocco di Mario Draghi, sarà tutto questo ma il dato interessante che in fondo ci consegna anche questa campagna elettorale amministrativa è che combattere gli avversari pensando più al futuro che al passato senza demonizzare il paese o la città amministrata da chi ha una casacca di colore diverso e provando a concentrarsi più sui sogni da realizzare che sugli incubi da rimuovere è possibile e non è infattibile. Più futuro, meno passato. Più sistema, meno anti sistema. Più costruzione, meno distruzione. La capacità dell’Italia di saper parlare di sé senza dover per forza parlare male di sé è forse l’elemento più interessante prodotto dalla stagione delle larghe intese maturata sotto l’ombrello del governo Draghi. Speriamo che duri. Intanto cin cin.
•   
•   Claudio Cerasa DIRETTORE
•   Nasce a Palermo nel 1982, vive a Roma da parecchio tempo, lavora al Foglio dal 2005 e da gennaio 2015 è direttore. Ha scritto qualche libro (“Le catene della sinistra”, con Rizzoli, “Io non posso tacere”, con Einaudi, “Tra l’asino e il cane. Conversazione sull’Italia”, con Rizzoli, “La Presa di Roma”, con Rizzoli, e "Ho visto l'uomo nero", con Castelvecchi), è su Twitter. E’ interista, ma soprattutto palermitano. Va pazzo per i Green Day, gli Strokes, i Killers, i tortini al cioccolato e le ostriche ghiacciate. Due figli.

Da - https://www.ilfoglio.it/politica/2021/10/04/news/l-orgoglio-ritrovato-di-guardare-all-italia-pensando-al-futuro-3076149/

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« Risposta #12 inserito:: Ottobre 15, 2021, 10:30:25 pm »

Queste le mie posizioni in Facebook - (al 14 ottobre 2021).

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PAGINE

ARLECCHINO Euristico.


Il MONITORE. (Pagina serrata da Fb, senza altro motivo che le loro pretese assurde).

Sono in attesa di parere tecnico legale, per ottenerne la riapertura.

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GRUPPI

Il MONITORE DISSIDENTE. Progetti, Moniti e Utopie.


DOMANISMO, è il Progetto per IL CAMBIAMENTO FUTURO.


La COLLINA dei CURIOSI "Differenti". - Civismo e Impegno Sociale.


CONSESSO di DIFFERENTI Impegno Sociale e Indipendenza Personale.


FATTI e RIFLESSIONI per Capire Chi Siamo Noi ITALIANI.


SOCIALESIMO - DEMOCRAZIA SOCIALISTA, Centro e Sinistra Uniti.


A NOI VECCHI. Dignità e Indipendenza Personale, possono non bastarci.


QUALE CULTURA ci LIBERA dal RECINTO per INCONTRARE le ALTRE


La DEMOCRAZIA dobbiamo DIFENDERLA sempre! ANCHE DA NOI STESSI.

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ggiannig ciaooo

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« Risposta #13 inserito:: Ottobre 15, 2021, 10:33:28 pm »

ARLECCHINO Euristico.

Bello e positivo che si propongano termini nuovi oppure meglio sottolineati, per uscire dallo storico immobilismo banale e obsoleto, da intellettuali assopiti.

Mesi fa aprii un gruppo sulla "Sinistra Essenziale" (oggi l'ho chiamato "Socialesimo").

Il "Monitore Domanista" è il gruppo sopravvissuto all'assalto portato contro la mia Pagina Fb "Il Monitore" (che spero presto sarà una rivista dal “Sociale alla Politica”).

Il mio "Domanismo", da un paio d'anni ha una sua piccola notorietà, con il significato profondo sulla necessità di proiettare utopie, progetti e volontà, concentrandosi verso il Futuro.

Il "Consesso dei Differenti" è un piccolo gruppo che afferma da tempo che non siamo TUTTI UGUALI (invenzione di gruppi di potere con Fede o Ideologie usati come recinti o caverne).

Altri termini che uso spesso: PREDONI, SFASCISMI e SFASCISTA, MORTI SOCIALI.

Ora dopo le parole nuove o ritrovate, occorre si realizzino i FATTI, nel cambiamento o nell'evoluzione da valori antichi, oggi sopiti.

ggiannig ciaooo

io su Fb ottobre 2021

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« Risposta #14 inserito:: Ottobre 16, 2021, 11:27:18 am »

Guazzabùglio

 
guazzabùglio s. m. [prob. comp. fonosimbolico di guazza e bollire (cfr. garbuglio)]. –

Mescolanza confusa di cose varie, materiali o astratte:
intingolo preparato con un g. d’ingredienti;

guazzabuglio di parole, d’idee;

un sistema filosofico che è un gran guazzabuglio;

uno stato formato con un guazzabuglio di gruppi etnici diversi;

così fatto è questo guazzabuglio del cuore umano (Manzoni).

da treccani. it
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