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Autore Discussione: FRANCESCA PACI. Lega prende le distanze dagli accordi Italia-Cina “Tutelare...  (Letto 17163 volte)
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« inserito:: Marzo 12, 2019, 04:52:19 pm »

La Lega prende le distanze dagli accordi Italia-Cina: “Tutelare i nostri interessi”
Di Maio: aiutiamo il Made in Italy.
Opposizioni in rivolta: ci colonizzano Freddezza del Colle per le pressioni di Trump: anche loro trattano con Xi

Pubblicato il 11/03/2019 - Ultima modifica il 11/03/2019 alle ore 08:21

FRANCESCA PACI
ROMA
All’indomani del duro monito degli Stati Uniti contro l’annuncio del premier Conte sull’adesione di Roma al progetto cinese «Belt and Road» e a meno di due settimane dall’arrivo di Xi Jinping in Italia, l’esecutivo prende le misure di una partita dai contorni incerti.

L’opposizione, da Forza Italia al centro-sinistra, denuncia il rischio di «una colonizzazione» da parte di Pechino e chiede un intervento del primo ministro in Parlamento per spiegare come, con le parole della deputata del Pd Lia Quartapelle, «si possa dire no all’Europa sulla Tav e, sulla medesima rotta, aprire il porto di Trieste» al controverso gigante asiatico. Ma è soprattutto all’interno della maggioranza giallo-verde che va cercata la chiave della giornata, con le rivendicazioni di una scelta strategica che si alternano alla cautela.

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Il ministro e vice-premier Di Maio getta acqua sul fuoco assicurando che il Memorandum è prettamente economico e che se l’Italia guarda a Est «non è per fare accordi politici con la Cina ma per aiutare le aziende a portare il made in Italy in un mercato che lo chiede». Parole rassicuranti nei confronti di un alleato come Washington, del quale Roma «rispetta le preoccupazioni» che però non placano interamente gli animi. Certamente non nella componente leghista del governo da cui, se Salvini smorza un po’ la tensione precisando però che deve essere «tutelato l’interesse nazionale soprattutto quando si parla di telecomunicazioni e dati sensibili», si leva la voce del sottosegretario agli esteri Picchi, tra i primissimi ieri mattina a reagire con un tweet all’ipotesi di accordo e alle paure americane: «Condivido le preoccupazioni, non per compiacere gli alleati, ma perché è necessario un ulteriore approfondimento. Non sono contrario a priori, ma prima voglio leggerlo».

I malumori dell’amico americano, seppur non veicolati attraverso i canali diplomatici ufficiali, sono stati recepiti e bene anche negli ambienti che frequentano il Quirinale, dove si registra sorpresa e anche una certa freddezza per il fatto che questa stessa amministrazione Trump così pronta a protestare contro la linea italiana tratti nel frattempo a suo modo con la Cina rendendo difficile per Roma districarsi tra le intenzioni annunciate e l’agire reale dell’alleato atlantico.

«La nostra fedeltà non è in dubbio, con la Cina sigleremo un accordo commerciale ma proteggeremo le nostre infrastrutture strategiche» ripete ancora in serata il sottosegretario leghista alle infrastrutture e i trasporti Armando Siri, uomo molto vicino a Salvini.

Il nodo gordiano è rappresentato dalle infrastrutture strategiche, perché al tavolo con la Cina ci sono due partite aperte, il Memorandum sul «Belt and Road» ma anche, delicatissimo, il rapporto con Huawei sulla nuova tecnologia per le reti di comunicazione mobile 5G, che a detta della Casa Bianca sarebbe il cavallo di Troia cinese per tutti i dati sensibili. Non a caso il Copasir sta indagando sui possibili rischi e domani ha convocato il premier Conte.
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Da - https://www.lastampa.it/2019/03/11/esteri/la-lega-prende-le-distanze-dagli-accordi-italiacina-tutelare-i-nostri-interessi-zCHcAhC8Bv0ZirlkMlqGpI/pagina.html



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