DOMANISMO.

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Il DOMANISMO

IMMAGINARE IL DOMANI,

CONOSCERE L'IERI,

REALIZZARE IL DOMANI!

L'OGGI? E' è un passo brevissimo, importante, nel cammino del Domanismo

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Parliamo troppo e spesso inutilmente dell'oggi,

spesso male per ignoranza del passato (l'ieri),

per nulla del Domani.

Eppure la realtà più importante con cui confrontarsi e per la quale vale la pena fare Progetti, per noi, per i nostri figli e nipoti, per tutti i concittadini del Mondo è … il Domani!

Il fare Progetti è difficile, richiede conoscenze, competenze e voglia di fare, ma racchiude in sé una giusta opportunità e un grande vantaggio: non si può “PROGETTARE” da soli.

Uniamoci nel Domanismo!

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Arlecchino:
Cosa intendeva Boccia con la proposta di "smontare e rimontare Rousseau"
Intervista al deputato Pd e candidato alla segreteria del partito su partecipazione degli iscritti, piattaforme digitali e dialogo con il Movimento 5 stelle

Di ARCANGELO ROCIOLA
28 novembre 2018, 10:32

Francesco Boccia, deputato Pd e candidato alla segreteria del partito, ha detto in un’intervista ad Affari Italiani che il 15 dicembre a Roma con un gruppo di sviluppatori proveranno a “smontare e rimontare Rousseau”. Una frase che ha dato il via ad un botta e risposta tra lui e l'Associazione Rousseau, che sul Blog delle Stelle replica ironicamente: "Anche il Pd ama Rousseau". Al di là dell'ironia però qualcosa di vero c'è. Perché all'Agi Boccia spiega che, nonostante i tanti problemi di Rousseau e la chiusura del suo codice, l'idea di una piattaforma in grado di inaugurare una nuova modalità di partecipazione diversa iscritti alla vita politica di un partito è qualcosa che vorrebbe anche per il 'suo' Pd. E che, al netto dei "numerosi difetti", l'idea di Casaleggio senior è già "una pagina della storia politica italiana".

Francesco Boccia, dall'inizio: cosa intendeva con la frase “smonteremo e rimonteremo Rousseau”?
"Intendevo quello proprio quello che ho detto. Guardi, sul piano politico devo dare a Casaleggio senior e a suo figlio, e in generale al Movimento 5 stelle, il merito di aver innovato le modalità di raccolta del consenso ma anche parzialmente la partecipazione alla vita politica. In questo hanno fatto qualcosa di paragonabile, a livello di innovazione, a quello che ha fatto Berlusconi nel '94. Noi abbiamo come Pd abbiamo la grave responsabilità di aver sottovalutato l’impatto della rete sulle democrazie e sulle relazioni tra esseri umani. Arriviamo in ritardo, un po’ come tutti i partiti, tranne forse quello di Salvini che ha fatto però qualcosa di diverso".

In realtà più che hackerare Rousseau lei ha detto di voler hackerare il Pd proponendo una diversa modalità di partecipazione degli iscritti alla vita del partito, grazie a strumenti digitali.

"Io 4 anni fa ho fondato Digithon, che è un’associazione e che ha raccolto progetti, idee e startup di centinaia di ragazzi. Questa cosa dell'hackaton è venuta fuori da loro. Alla vigilia del congresso ho chiesto ai ragazzi di fare qualcosa, da qui l'idea di un hackaton il 15 dicembre a Roma. Ci saranno militanti del Pd, parti sociali, ma abbiamo capovolto il meccanismo. Le prime ore della giornata saranno dedicate agli sviluppatori che lavoreranno al codice di una piattaforma di partecipazione politica che vorremmo adottasse il Pd. E se questo è l'obiettivo non si potrà non parlare di Rousseau, perché se è vero che Rousseau è un elemento di innovazione in politica, non possiamo far finta che sia un meccanismo perfetto. Loro hanno scritto una pagina della storia politica italiana, ma ha algoritmi segreti, ha manifestato problemi nella tutela dei dati degli iscritti e oggi è poco più di un commentificio. Noi dimostreremo che Rousseau è limitato, in questo senso lo smonteremo. E proporremo una piattaforma diversa: fatta con codici sorgenti visibili a tutti così che tutti gli sviluppatori possano migliorarla".


Quanti sviluppatori ci saranno?
"In tutto prevediamo un migliaio di persone tra iscritti al Pd e sviluppatori, che non per forza sono del Pd, anzi, molti di loro non lo sono. Al momento non abbiamo un numero preciso, credo un centinaio, comunque saranno quelli che gravitano attorno all'associazione Digithon".

Ha già un'idea di piattaforma?
"Si ma non mi sembra il momento di rivelarla. Lo scoprirete il 15".

La sponda M5s del governo ha annunciato diverse azioni a sostegno dell'innovazione in questi mesi. Un fondo di venture capital, investimenti in blockchain e intelligenza artificiale. È quello che serve a far crescere gli investimenti in innovazione?
"Ho visto, ho letto, ma per ora siamo al livello di annunci. Sono molto cauto e voglio vedere le carte, le proposte concrete. Non è un segreto che con loro ho contatti continui e che con Di Maio ho un confronto aperto, nonostante al governo facciano un pasticcio a settimana. Però ho un dubbio su questa spinta all'innovazione se a promuoverla è una società privata, la Casaleggio, che ha dei suoi interessi specifici nel settore e riesce a trasformarla in azioni di governo, investimenti pubblici".

Si riferisce, immagino, al tema della blockchain e dell'intelligenza artificiale?
"Esatto. Mi sembra uno schema già visto. Siamo a livello di Publitalia e Forza Italia nel 94".

Twitter: @arcangelor

Se avete correzioni, suggerimenti o commenti scrivete a dir@agi.it

Da - https://www.agi.it/politica/francesco_boccia_rousseau-4675787/news/2018-11-28/

Arlecchino:
Marta Perrotta

Mah, l'unico azzardo commesso da Zagrebelsky è quello di aver voluto sintetizzare nello spazio e con il linguaggio dei giornali quotidiani una materia per la quale non basterebbero intere biblioteche di testi specialistici.

Lo sforzo, comunque, ha prodotto un lavoro ben approssimato alla realtà delle dinamiche evolutive di un ordinamento giuridico.

Ed è proprio in ottica evolutiva che viene inquadrata la questione fascista, vale a dire dal punto di vista delle ricadute che i movimenti carsici del substrato socio-culturale possono nel tempo produrre sul sistema normativo e costituzionale: avverte, infatti, che oggi si può anche ritenere esagerato parlare di fascismo (come stanno facendo tanti giornalisti e intellettuali) ma, se si dovesse proseguire su questa strada, ci ritroveremmo proprio in un sistema completamente fascista. Dopo avere elencato le caratteristiche di quello che definisce "tribalismo", avverte: "è facile illudersi che ci si fermi lì. Invece, uno dopo l'altro [gli ingredienti del tribalismo] possono diventare una valanga. A forza di subire adeguandosi, si finisce per diventare qualcosa che non si sarebbe voluto e che, all'inizio, nemmeno si sarebbe immaginato".

Questo significa che, se le anime belle continuano a lasciare correre, le pulsioni tribaliste ben presto diverranno ordinamento giuridico fascista. Occorre che l'antifascismo torni ad essere politico perché questo rischio venga almeno attenuato.

Lo so, i giuristi hanno un linguaggio oscuro. Impieghiamo anni solo per imparare a padroneggiarlo e poi, quando lo possediamo, ci rendiamo conto che usarlo ci allontana dalla gran parte di quelli che potrebbero ascoltarci.

Da Fb del 27 novembre 2018

Arlecchino:
La Globalizzazione, come il Capitalismo sono il "nemico" soltanto per chi non è capace di vendere qualità Italiana all’estero, oppure per chi trova facile manifestare "contro", ma non tenta neppure di cambiare in meglio le azioni che trascurano le categorie più deboli.

Chiacchierare di fare la rivoluzione e poi vederla fare, senza violenza, da chiacchieroni di destra è una delle sconfitte del socialismo ideologico.

Nel nostro “Domani” tutto ciò deve cambiare … “è meglio”.

ggiannig

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