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Autore Discussione: Stefano Miliani. Corrado: Ferrara, l’aborto e noi  (Letto 3510 volte)
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« inserito:: Dicembre 04, 2007, 07:33:07 pm »

Scusi dottor Hendel, Vespa è grave?

Stefano Miliani


Un «bipede barcollante» si aggira per l’Italia. E chissà se le potenze della vecchia Italia gli daranno la caccia. Trovarlo peraltro non è difficile: ha il volto e lo sguardo perennemente stupito e dolcemente stralunato di Paolo Hendel in tournée con il monologo, da lui scritto insieme a Piero Metelli e con la collaborazione di Sergio Staino, dal titolo Il bipede barcollante. Da stasera al 16 dicembre all’Ambra Jovinelli di Roma, nello spettacolo l’attore gioca con la politica ma lui confessa di divertirsi di più quando veleggia sulle ali della «sfera privata».

Quale sfera privata?
«Quella ad esempio sulla medicina, sulla paura della malattia, sul controllino sulla salute con relativi tubi e sondine e gli imbarazzi: esperienze indimenticabili che è bello condividere col pubblico sera dopo sera».

Chi è il bipede barcollante?
«È l’uomo che ha abbandonato la sua sicura posizione a quattro zampe per avventurarsi in una posizione precaria e instabile. Dirò di più: mi pongo il più che ambizioso obiettivo di ricostruire il difficile e travagliato cammino dalla scimmia a Vespa, restando quindi sempre nel regno animale. Per Vespa si può dire da uomo erectus all’uomo semipiegatus, vista la sua attitudine di giornalista pseudo-indipendente. Ma devo dire che qualcuno, con una punta di malizia, nel Bipede barcollante ha voluto vedere Prodi e il suo più che barcollante governo, ma sono solo basse insinuazioni di gente cattiva e parecchio invidiosa. O no?»

Nel cammino dell’uomo c’è qualcuno di cui dovremmo essere fieri?
«È una domanda difficile. Stanotte ci penso».

Voi comici non temete mai che i politici vi freghino il mestiere?
«Quando passammo dalla magnifica era di Silvio, l’età dell’oro dei comici, alla traballante età di Romano, mi ero abbastanza preoccupato. Poi ho visto che le idee e gli spunti non ci mancano».

Da parte di chi? Facciamo qualche nome.
«Intanto di Silvio colpisce la velocità di movimento. È veramente un ballerino acrobata della politica. Non lo freghi mai. Veltroni parte con le primarie e fonda nuovo partito? Silvio vede che la cosa tira e si inventa un partito, Confalonieri lo ha visto sul predellino di una Mercedes e ha detto commosso che gli sembrava Lenin sul treno piombato. Sono immagini che conquistano. Vi immaginate Lenin sulla Mercedes o Marx su una Maserati? Poi Giuliano Ferrara ha paragonato Berlusconi a Mao, domenica abbiamo visto in tutta Italia manifesti con Silvio che promuoveva le firme con lui col pugno che sembrava Bertinotti quando andava alle assembleee dei metalmeccanici. Lui ritto in piedi col pugno chiuso. Certo non ci si annoia».

La sinistra darà un bel contributo, no?
«Checché se ne dica quale altro governo di quale altra nazione al mondo è capace in un solo anno e mezzo di scontentare proprio tutti? Di far incazzare a destra, a sinistra e al centro? Il governo Prodi parla e riparla della legge sul conflitto di interessi, Berlusconi e i suoi se ne dispiacciono, la legge non viene fatta e i tanti italiani che la vorrebbero se ne dispiacciono. Lo stesso dicasi per i Dico: il governo prepara una buon testo, il Vaticano se ne dispiace e con lui se ne dispiace mezz’Italia e i Dico vengono abbandonati e anche l'altra mezza Italia che li voleva se ne dispiace. Mi sembra un capolavoro di strategia politica».

Qualche spunto lo dà anche il pd?
«Certo. Cito dal monologo: “alla data astrale del 3008, nella splendida corince del teatro Ariston di Sanremo Pippo Baudo IX dichiara aperti i lavori della convention del Nuovo Partito Super-democratico Italiano. Veltroni VIII viene ordinato segretario a vita nonché sindaco di Roma, vicesindaco di Velletri, assessore al traffico di Palombara Sabina, vigile urbano a Viterbo e maestra d'asilo a Frosinone. Nel tempo libero, per non annoiarsi, scrive libri, segue il festival del cinema di Roma, il fine settimana fa il missionario in Africa e, se occorre, è pronto a fare il presidente del consiglio”».

Comici in politica: un giudizio su Grillo?
«Sono in ottimi rapporti con lui, mi aveva assicurato il suo bollino blu per il mio nuovo monologo ma quando ha scoperto che da anni ho la tessa di socio Coop in tasca mi ha tolto bollino e il saluto. Peccato perché ci tenevo».

Parlando seriamente?
«Grillo è un grande comico che si è messo a fare il predicatore, e come spesso succede ai predicatori a volte predica giusto a volte un po' meno. Certo, punta il dito contro problemi reali. Però io seguito a pensare che la satira risponda a un bisogno fisico e fisiologico di reagire alle cose brutte della vita ridendo. Penso che il gioco del comico sia quello di porsi e porre domande, seminare sani dubbi, e che poi le risposte spettino ad altri».

Il successo Benigni con Dante in tv?
«La qualità è seguita da un pubblico che va oltre quello televisivo abituale. Ma in Italia la tv è sempre vista come strumento di rimbecillimento dei telespettatori».

Il suo Pravettoni tornerà?
«Lo hanno arrestato, non so per quale ragione. Mi dispiace perché indossare un’abbondante parrucca stracolma di capelli impomatati era ogni volta una gran bella emozione».


Pubblicato il: 04.12.07
Modificato il: 04.12.07 alle ore 8.56   
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« Risposta #1 inserito:: Marzo 03, 2008, 06:08:32 pm »

Corrado: Ferrara, l’aborto e noi

Stefano Miliani


Pur rivestendo l'abito talare, l'«eminente teologo» padre Pizzarro introdotto ieri sera da Serena Dandini a Parla con me su Raitre appariva piuttosto trucido. Nel linguaggio e nella capigliatura. La conduttrice ricordava vagamente di averlo incontrato molti anni prima, chiedendosi peraltro se per lei sia stato un bene, tuttavia lo aveva invitato al programma per avere risposte illuminanti sul «divario storico» tra laici e cattolici, su temi come donne e aborto e Giuliano Ferrara, e anche se le risposte non sembravano illuminarla molto e hanno lasciato la conduttrice alquanto perplessa non poteva mandarlo via quando ormai aveva l’uomo religioso lì sul teleschermo che le spegneva speranze e bisogno di conforto. Corrado Guzzanti, che ha indossato quell'abito talare e ha espresso concetti di cui leggete un estratto qui a fianco, prova a rimediare.

Padre Pizzarro pare alquanto scafato. È anche un personaggio d'attualità, no?
«È un personaggio abbastanza inedito né ben identificato. Lo feci anni fa, mi pare all'Ottavo nano e, sì, è attualissimo».

Il «teologo» trova Ferrara in una vasca: un riferimento allo sketch nel «Decameron» di Daniele Luttazzi che è stata la causa, almeno ufficiale, del recente licenziamento del comico da La7?
«Sì. È un omaggio a Luttazzi».

Il teologo non pare convinto della battaglia contro la legge sull'aborto di Ferrara, non gli pare fattibile. In piazza ha visto solo «quattro scalmanate», per lui si fa «un porverone», comunque propone di togliere punti della patente alle donne che devono abortire. Tema serio.
«Gioca sul fatto che questa battagla contro l'aborto è abbastanza ambigua. Su un unico punto tutti si dicono d'accordo: la vita va difesa, la donna che abortisce per problemi suoi va aiutata. Tante belle parole ma nella realtà trovo curioso quanto accade. La legge attuale è di compromesso su una tragedia: si intende modificarla nel punto principale, cioè che la è donna padrona del proprio corpo, o si intende negarle questo diritto? Trovo la campagna sulla moratoria - ripeto - ambigua e anche aggressiva: si sono usate parole come "assassinio", come "omicidio"… ».

Padre Pizzarro tocca un'altra polemica: apprende che l'ingerenza non è «roba de magnà», dice che la Chiesa fa il suo lavoro, ma sono i laici, sono i politici italiani, a venirle dietro.
«Infatti è la politica che cerca di guadagnare il consenso della Chiesa e del mondo che rappresenta facendo battaglie ideologiche. Il mio personaggio è imbarazzato: ci troviamo troppo peso addosso, diciamo cose che abbiamo sempre detto - sostiene padre Pizzarro - siete voi che venite disperateamente sotto il balcone di San Pietro e cercate di schierarvi dalla nostra parte. È il capovolgimento dell'ingerenza del politico che cerca elettori di centro seguendo poi un'identificazione perfino obsoleta perché ormai non è vero che i cattolici stanno al centro. Questo avviene perché la politica ha perso gran parte della sua identità: se leggi gli slogan sono così vaghi che non sapresti riconoscere da che parte vengono».

E oggi diritti che parevano acquisiti sono invece in discussione. Così il teologo propone di far controllare il corpo delle donne dalle guardie svizzere…
«Riporto un finto dialogo con Ferrara che, ho letto, ora è anche contrario all'uso del preservativo. Non è più un pensiero solo politico. Non ho niente contro di lui, cercavo di capire i suoi argomenti. Torniamo lì. Il punto centrale è: si vuole limitare o anche togliere il diritto di scelta di una donna? Sì o no? Questo punto non viene affrontato frontalmente. Non c'è stata una proposta precisa, si dice che non si può costringere una donna a partorire e poi si dice che l’aborto è omicidio. Contro la 194, che serve a combattere l'aborto clandestino, è partita una campagna violenta perché giudico violento dire che le donne che abortiscono sono assassine».

Tanto più ora che la tv è sotto la par condicio, vi aspettate polemiche?
«Spero di no. Sono temi che riguardano tutti, si parla di diritti civili che non possono essere sequestrati perché una lista propone la moratoria sull'aborto. Sarebbe paradossale».


Pubblicato il: 03.03.08
Modificato il: 03.03.08 alle ore 9.07   
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