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Autore Discussione: Addio a Elvira Sellerio l'editore di Sciascia e Camilleri  (Letto 2945 volte)
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« inserito:: Agosto 03, 2010, 06:47:13 pm »

CULTURA

Addio a Elvira Sellerio l'editore di Sciascia e Camilleri

E' morta a 74 anni a Palermo la fondatrice, insieme al marito Enzo, dell'omonima casa editrice.

Il grande successo con "L'affaire Moro" di Sciascia. La scoperta di Camilleri


ROMA - E' morta oggi a Palermo Elvira Giorgianni Sellerio, 74 anni, fondatrice con il marito Enzo dell'omonima casa editrice. In passato membro del cda della Rai, scoprì e pubblicò numerosi autori di successo.

Elvira Giorgianni Sellerio era nata a Palermo il 18 maggio del 1936. Figlia di un prefetto, una laurea in Giurisprudenza, nel 1989 era stata nominata Cavaliere del lavoro dal presidente della Repubblica Francesco Cossiga e nel 1991 era stata insignita di una Laurea honoris causa in Lettere dalla facoltà di magistero di Palermo. Aveva cominciato a lavorare nell'editoria alla fine degli anni Sessanta e al 1969 risale la nascita della casa editrice Sellerio, dal cognome dell'allora marito, il fotografo Enzo, da un'idea nata parlando con Leonardo Sciascia e con l'antropologo Antonino Buttitta, amici della coppia. Il programma all'origine della casa editrice è il ritorno a una cultura che Sciascia definisce "amena", in cui cioè il cosiddetto impegno è implicito e non esplicito, quindi una cultura "della leggerezza" che non rinuncia all'eleganza, una cultura delle idee ma in forma di cose belle.

Dopo qualche titolo nella collania d'esordio, arriva la visibilità nazionale con la pubblicazione, nel 1978, di L'affaire Moro di Leonardo Sciascia nella collana "La civiltà perfezionata". Vende più di centomila copie. Proprio al forte rapporto con lo scrittore di Racalmuto si deve il successo di una "scommessa": così Elvira Sellerio aveva più volte definito la sua "pretesa" di lanciare da Palermo una casa editrice, che si proponesse come "nazionale", scontando tutte le conseguenze di una localizzazione periferica. Dopo la separazione dal marito, nel 1983, la gestione si era separata: a Elvira narrativa e saggistica, a Enzo Sellerio i libri d'arte e fotografia.

La casa editrice è stata premiata con il Supercampiello nel 1981 per Diceria dell'untore, il romanzo che ha fatto conoscere al grande pubblico Gesualdo Bufalino. Nel 1991 le è stato attribuito il premio "Marisa Belisario". La casa editrice si è segnalata per la sua collana "La memoria", piccoli libri dalla copertina blu che ripropongono testi apparentemente "minori", che spaziano tra classico e moderno, ma di grande spessore culturale. Ha pubblicato tutti i libri di Andrea Camilleri. Fra gli altri scrittori che hanno pubblicato con la casa editrice, anche Gianrico Carofiglio, Antonio Tabucchi, Manuel Vazquez Montalban, Alicia Gimenez-Bartlett. Il catalogo conta a oggi oltre tremila titoli.

(03 agosto 2010) © Riproduzione riservata
http://www.repubblica.it/spettacoli-e-cultura/2010/08/03/news/elvira_sellerio-6044093/?ref=HREC1-3
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« Risposta #1 inserito:: Agosto 04, 2010, 07:42:48 pm »

4/8/2010

Sellerio, volumi come dolci proibiti
   
SILVIA RONCHEY


Nella vita bisogna essere autentici perché chi non è autentico non si diverte», amava dire Elvira Sellerio. Si divertiva a fare cultura a tutti i livelli, collegando l’alto e il basso, la narrativa più popolare e l’erudizione più sofisticata. Aveva una capacità rabdomantica di individuare in entrambe quello che c’era di autentico e di tenersi alla larga dal pretenzioso e dal fasullo.

In lei si realizzava una gioiosa coincidenza degli opposti che ne faceva contemporaneamente una colta conversatrice settecentesca, autentico spirito laico e volterriano, e, nella sua altra più segreta faccia, una divinità femminile mediterranea piena di bellezza e bontà, onnisciente, intuitiva, protettiva soprattutto delle cause perse.

Si proclamava, con autentico understatement, una lettrice comune. Ma in realtà sapeva ben distinguere la dialettalità di Camilleri dalla profondità di Canfora. Le piacevano le sfide e non le importava di vincerle o perderle.

Era lei stessa a proporre agli studiosi libri elitari che non avevano neanche osato pensare di scrivere. E se loro obiettavano che non li avrebbe mai venduti, lei sorrideva («A che serve fabbricare best seller se non a concedersi questi lussi?») con la golosità maliziosa di chi sta concedendo a se stessa, e ai suoi ospiti, un dolce proibito.

http://lastampa.it/_web/cmstp/tmplRubriche/editoriali/gEditoriali.asp?ID_blog=25&ID_articolo=7677&ID_sezione=&sezione=
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