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Autore Discussione: Epifani: "Cisl e Uil con Berlusconi e il Pd torni in mezzo ai lavoratori"  (Letto 2396 volte)
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« inserito:: Febbraio 15, 2009, 02:53:10 pm »

ECONOMIA      Intervista.

Il leader della Cgil contro Bonanni e Angeletti sono un'anomalia in Europa, gli unici a non essersi mobilitati

Epifani: "Cisl e Uil con Berlusconi e il Pd torni in mezzo ai lavoratori"

Bene il piano di Veltroni, un mix per rilanciare i consumi ridurre la pressione fiscale, sostenere il made in Italy

di ROBERTO MANIA
 

ROMA - "L'anomalia non è la Cgil che sciopera da sola per ottenere di più dal governo contro la crisi. La vera anomalia sono Cisl e Uil: gli unici sindacati in Europa a non essersi mobilitati. Nemmeno una passeggiata, un sit-in. Mentre con il governo Prodi i pensionati della Cisl erano pronti a incatenarsi al ministero. In Francia c'è stato lo sciopero generale, in Germania quello dei servizi, in Grecia hanno scioperato, e così via. È davvero difficile rintracciare in Europa un profilo come quello della Cisl e della Uil, in particolare a livello nazionale".

Sta dicendo che Bonanni e Angeletti sono "filo-governativi"?
"Lo vogliano o meno, così appare".

Guglielmo Epifani, segretario generale della Cgil, ha appena partecipato all'incontro con tutte le parti sociali promosso dal Pd di Walter Veltroni. La sua Cgil è tornata al centro della scena politica, soprattutto di quella della sinistra. Il Pd si è diviso sull'adesione alla manifestazione di metalmeccanici e statali di sabato scorso e Pierluigi Bersani ha scelto un'impostazione decisamente "pro-labour" per contendere la leadership a Veltroni. Epifani apprezza: "Ho sempre detto in tempi non sospetti che il Pd dovesse avere, nella sua autonomia, una maggiore presenza nel mondo del lavoro e provare a rappresentarlo".

Come giudica l'iniziativa di Veltroni di una "concertazione ombra"?
"Che è stata un'iniziativa utile con proposte che si muovono nella direzione giusta. Diversamente dal governo non c'è una sottovalutazione della crisi. Anzi. Le proposte sono positive: un mix per rilanciare la domanda di consumi, ridurre la pressione fiscale su salari e pensioni, sostenere in maniera selettiva il made in Italy. La Cgil ha detto per prima che la crisi c'è, che è eccezionale e che servono provvedimenti non ordinari".

Lei ha anche detto di condividere le conclusioni del G7. Perché, allora, critica il ministro Tremonti che si muove lungo la stessa direzione?
"Perché la ricetta di Tremonti ha un difetto di fondo. E' giusto il suo ragionamento quando sostiene che la crisi nasce da problemi finanziari, ma sbaglia quando si limita a curare solo quelli, mentre è anche l'economia reale a soffrire".

Il governo, però, ha approvato un pacchetto per sostenere l'auto e gli elettrodomestici e poi ha destinato agli ammortizzatori sociali otto miliardi di euro.
"Il governo italiano è arrivato per ultimo in Europa. Se fosse intervenuto prima ci saremmo risparmiati due mesi catastrofici per l'industria dell'auto. E poi l'entità dei provvedimenti non è paragonabile a quello degli altri Paesi. Anche gli otto miliardi per gli ammortizzatori sociali arrivano troppo tardi. Per il 2008 non c'è niente e prima che siano realmente disponibili possono passare ancora due mesi. Non risolvono i problemi per una parte grande dei precari e si tratta di risorse, per la quota nazionale, che vengono tolte dai finanziamenti per le aree svantaggiate. In sostanza si aiutano i lavoratori in cassa integrazione e si creano meno posti di lavoro. È una partita di giro. Per questo ho detto a San Giovanni che continueremo con la nostra mobilitazione".

Tuttavia l'adesione allo sciopero è stata bassa: il 14 per cento tra i metalmeccanici, secondo la Federmeccanica; il 7,41 per cento tra gli statali, secondo il ministro Brunetta. Non si può dire che sia stato un successo.
"Non è così. Sappiamo benissimo quanto sia difficile scioperare con la crisi, con i redditi che non ce la fanno. Ma in molte grandi imprese, e non solo, lo sciopero è andato bene".

Il governo, con Brunetta, dice che siete una minoranza che sciopera "per tigna ideologica" e ha chiesto agli iscritti Cgil di restituire gli aumenti del contratto che contestano.
"Chi sciopera perde i soldi. Ci vorrebbe più rispetto per queste persone. Il problema non è essere una minoranza bensì verificare se le cose che dici sono giuste. Noi abbiamo detto che c'era la crisi, che era grave, che sarebbe arrivata una valanga di cassa integrazione, che servivano più soldi per gli ammortizzatori sociali, che bisognava sostenere l'industria dell'auto. Gli altri, come la Confindustria, dicevano che le cose andavano bene".

Una Confindustria "acquiescente" verso il governo, come ha detto D'Alema?
"Da quando la crisi si è aggravata, la Marcegaglia ha cominciato a chiedere di più al governo. Ma proprio per questo non capisco perché abbia scelto la strada dell'accordo separato sui contratti, mentre si sta ballando davvero sul Titanic".

Riuscirete a ricucire con Cisl e Uil?
"E' chiaro che nella crisi l'unità sarebbe fondamentale ma vedo anche che le divisioni restano profonde".

(15 febbraio 2009)
da repubblica.it
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