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Autore Discussione: LORENZO MONDO Ai genitori 5 in condotta  (Letto 3429 volte)
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« inserito:: Dicembre 21, 2008, 10:28:19 am »

21/12/2008
 
Immacolata è soltanto la neve
 
LORENZO MONDO
 

Si è risolta nello spazio di una giornata la guerricciola della neve, che ha avuto come sfondo le montagne del Piemonte. E’ stata innescata dal responsabile della Protezione civile Guido Bertolaso, il quale ha preannunciato mercoledì, in una conferenza stampa, l’emanazione di una ordinanza che imponesse la chiusura di scuole, strade e piste da sci nelle vallate alpine per scongiurare la «valanga del secolo». Temuta anche per l’attesa del föhn, il vento caldo che avrebbe inciso sulla stabilità del manto nevoso.

Ma in serata Bertolaso, lasciando intendere di essere stato frainteso, demandava alle istituzioni locali il compito di gestire la situazione assumendosi ogni responsabilità civile e penale, «anche in considerazione che potrebbe non essere garantito il soccorso, in quanto affidato ai soli mezzi aerei». Un sostanziale dietrofront, che indulgeva tuttavia alla velata deprecazione di possibili, irreparabili eventi. Non diremo che la decisione è stata accolta con tripudio, perché sindaci e operatori turistici si erano già adoperati, a dispetto di Bertolaso, per mettere in sicurezza gli impianti e le piste. Qualcuno ha semmai ironizzato sulla pretesa di un esperto in vulcanologia di impartire lezioni ai conoscitori della montagna e della neve.

Non è importante a questo punto sapere chi avesse ragione, e sarebbe iettatorio aspettare che la buona o cattiva sorte intervenga a dirimere il contenzioso. Ma sono inevitabili alcuni interrogativi. Perché mai l’onesto Bertolaso è sembrato cambiar parere? Chi lo ha tirato per la giacca? Perché una così veloce smentita all’abusata politica dell’annuncio? O la sua esternazione, gravida di conseguenze, è stata intempestiva, oppure il governo di cui fa parte avrebbe dovuto mettere in riga i contestatori.

Con tutto il rispetto per gli interessi economici delle zone montane, che trovano nella neve una chance insperata per opporsi alla crisi, la salvaguardia della vita umana dovrebbe venire al primo posto. Resta il fatto che anche questa vicenda offre l’impressione di un paese scollato tra un centro volatile e le innumerevoli periferie: dove l’autorità cozza spesso con l’autorevolezza, dove gli interessi particolari non accettano limitazioni e insorgono con levate di scudi non sempre virtuose. A essere immacolata, ahimè, è soltanto la neve.

da lastampa.it
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« Risposta #1 inserito:: Febbraio 08, 2009, 06:25:29 pm »

8/2/2009
 
L'ospedale non è la questura
 
LORENZO MONDO
 

Condivido la fermezza nei confronti dell’immigrazione clandestina che, oltre ad alimentare il turpe commercio di esseri umani, crea troppo facili illusioni e intasa le nostre prigioni. Detesto il paralizzante buonismo che arriva da sinistra (ma Zapatero ha espulso tranquillamente i clandestini a decine di migliaia dalla Spagna). Non condivido l’astratta solidarietà delle istituzioni ecclesiastiche, insensibili alla forza, anche economica, dei numeri. Contro tanto lassismo e benaltrismo il ministro Maroni finisce col fare una gran figura. E’ sconfortante tuttavia che, ad onta del vantato decisionismo, si richiedano tempi lunghissimi per la concessione dei permessi di soggiorno a persone di cui abbiamo bisogno e che sono costrette a lavorare in clandestinità. E un’altra, più grave menda, riguarda la possibilità per i medici di denunciare gli irregolari bisognosi di cure.

Già il parlare di possibilità e non di obbligo rivela che la norma di legge è frutto di un pasticcioso compromesso e di cattiva coscienza. Era prevedibile e, nel caso, giustificata la sollevazione del mondo cattolico e degli operatori sanitari. Il buon Samaritano soccorre il mercante ferito senza chiedersi chi sia e da dove venga. I medici ribadiscono la loro fedeltà al giuramento di Ippocrate e rifiutano di accollarsi i compiti che spettano ai poliziotti. Sembra inoltre particolarmente odioso colpire gli immigrati nel momento in cui appaiono più vulnerabili e si arrendono davanti alla malattia. E’ in una fase successiva che gli eventuali, auspicabili controlli dovrebbero restituirli all’osservanza della legge. La spinosa questione dell’immigrazione è di capitale importanza, bene che vada ce la trascineremo per decenni. Anziché essere affrontata di concerto tra maggioranza e opposizione come esigerebbe la sua urgenza, è inquinata da stracchi ideologismi e meschini interessi di partito. Resta, al momento, che la Lega, con il coinvolgimento dei medici, ha perso un colpo, rischia di appannare la sua immagine, di indebolire agli occhi dei simpatizzanti le sacrosante ragioni della sicurezza. Affidate maldestramente all’ospedale e al pronto soccorso.
 
da lastampa.it
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« Risposta #2 inserito:: Febbraio 22, 2009, 11:08:16 am »

22/2/2009 - PANE AL PANE
 
Ai genitori 5 in condotta

 
LORENZO MONDO
 
Il caso di Chioggia, dove uno studente ha accoltellato senza apparenti motivi un professore, è abnorme e non può rientrare nella contabilità dei fatti incresciosi che riguardano la scuola e costellano le cronache. Però sempre negli stessi giorni, nel Vicentino, cinque giovanissimi allievi delle medie, poco prima dell’ingresso a scuola, hanno legato una ragazzo indiano a un palo della segnaletica stradale e filmato l’impresa con il cellulare. Non dà sollievo rilevare che non si tratta di un atto di razzismo (due degli aggressori sono di origine straniera). Basta e avanza un onnicomprensivo bullismo, anche se la parola va stretta per definire certi comportamenti disumani.

È tuttavia Torino a registrare un episodio che, in sé meno grave, risulta specialmente istruttivo. Riguarda un istituto che si fregia del nome di Primo Levi, lo scrittore che tanto si è adoperato per instillare nei giovani il piacere dello studio e del lavoro ben fatto. Tre ragazzi sono stati sospesi per 16 giorni dopo una sequela di atti, anche minacciosi, che compromettevano il normale svolgimento delle lezioni. La sospensione, che comporta l’eventualità di un 5 in condotta, è resa possibile dal decreto del ministro Gelmini, nell’occasione salutato con gratitudine da insegnanti e genitori. Non da quelli dei tre interessati, che hanno elevato fiere proteste. Uno di essi è arrivato a sostenere che spetta alla scuola insegnare a comportarsi bene, e se non ci riesce «sono fatti suoi».

È la punta estrema di un atteggiamento diffuso, di una lagna che pretende dalle istituzioni e dalla società la soluzione di ogni problema, anche di quelli che sono a portata di mano e che spettano alla primaria responsabilità dei singoli cittadini e, nel caso, delle famiglie. Tant’è che il voto di condotta, e la bocciatura, dovrebbero esprimersi anche nei confronti dei genitori. Lungo e variegato è il casellario delle inadempienze, delle «materie» di valore morale e civile che vengono bellamente trascurate. Sarebbe ingeneroso non tenere conto delle circostanze, a volte complicate e condizionanti. Ma certo rappresenta un segnale negativo, e fortemente diseducativo, la difesa a oltranza dei figli malcresciuti. Non è tempo di sganassoni, ma neanche di pietose, e distratte, assoluzioni.
 
da lastampa.it
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