29/07/2008
Renato Schifani, impelagato con la mafia ed ora ripagato per questo suo
"impegno" con la seconda carica dello Stato, ha querelato Marco Travaglio
per quanto detto dal giornalista durante la trasmissione "Che tempo che fa",
come voi gia' sapete.
Lo Schifani pero' passava il suo tempo ad insultare gli altri, prima di
diventare "rispettabile". Ecco alcune chicche ripescate dal grande Marco
Travaglio (su micromega.net potete leggere l'articolo completo)
-- inizio inoltro
...molti l'han già dimenticato, nel Paese dei Senza Memoria. Ma Schifani è
lo stesso che per dodici anni, prima da semplice senatore forzista (dal 1996
al 2001) e poi da capogruppo azzurro al Senato (dal 2001 al 2008), passava
le sue giornate a insultare magistrati onesti e giornalisti liberi; ad
architettare leggi-vergogna (suo il lodo dell'impunità per le cinque alte
cariche dello Stato, varato nel 2003 e cancellato dalla Consulta nel 2004;
sua la proposta di ripristinare l'immunità parlamentare e di estenderla
addirittura ai consiglieri regionali, nonché quella di abrogare il concorso
esterno in associazione mafiosa); ad attaccare il capo dello Stato
Napolitano, il presidente del senato Marini, il presidente della Camera
Bertinotti, l'ex presidente della Repubblica Scalfaro, il Csm e la Corte
costituzionale; a cavalcare le peggiori calunnie su Telekom Serbia e
Mitrokhin contro i leader del centro-sinistra, a negare l'evidenza e a
mentire spudoratamente in difesa di Berlusconi e dei suoi complici, a
coprire i peggiori misfatti come la mattanza del G8 di Genova, e soprattutto
a infangare con epiteti irriferibili tutti i principali esponenti del
centro-sinistra e chiunque osasse formulare anche la più timida critica al
Cavaliere e alla sua banda. Compresi in senatori a vita che osavano votare
per Prodi (Schifani l'anno scorso firmò un disegno di legge per privarli del
diritto di voto), compreso il grande poeta Mario Luzi, comprese Maria
Falcone e Rita Borsellino. E compresi pure i Violante e le Finocchiaro e i
Gentiloni, che oggi, in preda a una galoppante sindrome di Stoccolma,
corrono a dargli la solidarietà contro il diritto-dovere di cronaca. La
parola, dunque, a Renato Schifani, statista per caso.
«La polizia a Genova ha dato prova di grande efficienza, mentre Vittorio
Agnoletto [il mitissimo leader del Genoa Social Forum] ha coperto in modo
diretto o indiretto gli anarchici insurrezionalisti e i violenti. Dietro di
lui c'è un disegno politico. Il centro-sinistra cerca di offuscare i
positivi esiti del G8 con altre vicende» (Ansa, 27-7-2008).
«Fassino bara sapendo di barare» (Ansa, 1-8-2001).
«D'Alema ha una impudenza inaccettabile. I Ds, per coprire la propria
inconsistenza politica e le drammatiche divisioni interne, sono ricorsi agli
appelli di piazza e alle dichiarazioni cilene dal sapore eversivo. L'opposizione
estremista è la malattia senile di un post-comunismo senza identità né
progetto. Sono stati i Ds a contrapporsi frontalmente alle forze dell'ordine
con le loro oscillazioni guidate dalla rincorsa verso gli antiglobal» (Ansa,
2-8-2001).
«La sinistra tenta di destabilizzare le istituzioni e continua ad essere
suddita e cortigiana di certe Procure della Repubblica, che temono di dover
ripetere inchieste perché queste si basano su acquisizioni irregolari di
prove, quindi potenzialmente false, la cui autenticità non è assolutamente
provata. Con le fotocopie false non si può condannare nessuno» (Ansa,
3-10-2001. Offesi dall'accusa di inviare ai colleghi italiani carta straccia
e prove false, i giudici svizzeri protestano e il governo elvetico congela
la ratifica del trattato di collaborazione giudiziaria con l'Italia).
«La macchina della disinformazione italiana contagia anche la Svizzera.
Magistrati e politici di Berna purtroppo si sono lasciati ingannare dai
professionisti italiani della menzogna» (Ansa, 10-10-2001).
«Il sedicente moderato Fassino non ha perso l'occasione per usare le vecchie
tecniche di mistificazione legate ai sistemi totalitari del socialismo
reale» (Ansa, 25-10-2001).
«Massimo Brutti e gli esponenti dell'Ulivo fanno i sovietici. E nella
migliore tradizione dell'Urss pretendono di scrivere la storia a uso e
consumo della loro parte politica. Ma i fatti sono chiari: dal 1992 al 1994
l'intera classe dirigente dei partiti democratici, quella che aveva
garantito libertà e benessere agli italiani lottando proprio contro il Pci
finanziato da Mosca, fu spazzata via dalle inchieste di alcuni pm. E dal
1994 alcune procure hanno prescelto come loro bersagli prediletto il leader
di Forza Italia che aveva la colpa di aver rotto le uova nel paniere della
sinistra» (Ansa, 31-10-2001).
«Nelle parole di Angius c'è odore di disinformacija leninista» (Ansa,
1-11-2001).
«Di Pietro è un patetico buffone. Anziché vergognarsi del suo passato zeppo
di coni d'ombra, cerca disperatamente la prima pagina seminando veleni e
menzogne. Questo comunque non lo salverà dal naufragio che lo ha già
travolto. È stato condannato dalla Storia e bocciato dagli italiani » (Ansa,
2-11-2001).
«Rutelli mente sapendo di mentire: dà i numeri e cerca di intorbidire le
acque e di truccare i conti» (Ansa, 21-11-2001).
«Ci eravamo illusi che Fassino fosse di un'altra pasta. Invece in pochi
giorni ha già vestito il solito abito del terrorista mediatico e del
comunista mistificatore» (Ansa, 23-11-2001).
«Se il Csm dovesse davvero sindacare un atto sovrano del parlamento, ci
troveremmo di fronte a una violazione della Costituzione. Ciò ci conferma
ancora una volta l'estrema urgenza di una riforma elettorale di questo
organo al fine di superare il suo sistema correntizio. Questo Csm, alla
vigilia della scadenza del suo mandato conferma le nostre perplessità sulla
sua esasperata politicizzazione che oggi rischia di portarlo ad assumere
clamorose iniziative contro il parlamento democraticamente eletto dai
cittadini» (Ansa, 6-12-2001).
«L'unica vera vergogna dell'Italia è D'Alema. Il presidente dei
post-comunisti, servendosi di una bassa disinformazione di stampo sovietico,
getta fango sul presidente Berlusconi e sull'Italia, con menzogne di infimo
livello. Le sue affermazioni non sono degne di replica, ma danno la conferma
di un fatto ormai incontestabile: l'esistenza del filo diretto tra
Pci-Pds-Ds e i procuratori militanti, meglio conosciuti come toghe rosse,
dediti all'uso politico della giustizia. C'è una guerra intergalattica della
sinistra post-comunista, fondata anche sull'uso politico della giustizia,
contro Berlusconi e il governo della Cdl fatta solo di mistificazioni,
menzogne e bugie, in cui D'Alema, da buon compagno del Cominform stalinista,
è un vero professionista» (Ansa, 7-12-2001).
«Nel palazzo di Giustizia di Milano, con il processo Sme, si sta
organizzando un tentativo di golpe che Forza Italia denuncerà in tutte le
sedi internazionali. Si calpestano clamorosamente le regole di democrazia e
di giustizia. Si vuole attentare alla volontà degli italiani. Ormai tutto il
paese ha capito come certi giudici, con la spudorata complicità delle
sinistre, vogliono mettere in discussione il risultato del 13 maggio con uno
scandaloso uso politico della giustizia. Siamo in presenza di un processo
politico. Denunceremo presso tutte le comunità internazionali il tentativo
di golpe che si sta organizzando nelle plumbee stanze dell'ormai famoso
palazzo di giustizia di Milano, protagonista indiscusso dei più grandi
errori ed orrori giudiziari nella storia del nostro paese. Quanto basta per
denunciare il pericolo di una diagnosi letale per la nostra democrazia e per
il nostro Stato di diritto» (Ansa, 3-1-2002).
«Ormai Rutelli naviga tra cialtronate e comicità talmente pacchiane da non
meritare quasi risposta» (Ansa, 5-1-2002).
«Fassino e Violante dovrebbero solo vergognarsi. Le loro menzogne di oggi
non fanno altro che coprire le spalle a chi ha commesso un vero e proprio
atto d'insurrezione» (Ansa, 13-1-2002, il riferimento è al discorso del
triplice «resistere» di Borrelli all'inaugurazione dell'anno giudiziario).
«Con le proprie trasmissioni in campagna elettorale la Rai fece calare l'indice
di consenso e di fiducia del paese nei confronti di Berlusconi di ben 17
punti percentuali. Le trasmissioni faziose di quei due mesi sono sotto gli
occhi di tutti. In Rai nessuno deve sentirsi intoccabile: il consenso su
Biagi è calato perché il verdetto inappellabile è dei telespettatori.
Personalmente penso che se questo verdetto c'è stato, è probabilmente dovuto
alla concorrenza di Striscia la notizia. Ma anche perché i cittadini hanno
cominciato a rendersi conto che dietro al tentativo baricentrico di
informazione di Biagi, vi è ormai una silente e sempre più evidente
faziosità dell'informazione» (Ansa, 1-2-2002).
«Rutelli fa terrorismo mediatico e dice bugie. Quando si perde il controllo
delle parole, si diventa un pericolo per la democrazia» (Ansa, 20-2-2002).
«Ieri sera ho visto Sciuscià e devo dire che Michele Santoro ha fatto un uso
criminoso della tv pubblica pagata con i soldi di tutti i contribuenti»
(Ansa, 1-3-2002, anticipando di 40 giorni l'editto bulgaro di Berlusconi
contro Biagi, Santoro e Luttazzi).
«Fassino è il direttore del grande menzognificio della sinistra» (Ansa,
15-7-2002).
«Li abbiamo fregati! Siamo cresciuti e siamo diventati più furbi di loro!»
(Ansa, 1-8-2002, commentando l'approvazione al Senato della legge Cirami).
«Rutelli dimostra il volto antidemocratico di chi, come la sinistra, non
riesce ad accettare le regole della democrazia» (Ansa, 31-8-2002).
«Il regista Moretti straparla. Le sue affermazioni su una presunta e
fantomatica estraneità del presidente del Consiglio alla democrazia sono
pericolose e pesano come macigni. Il regista dimostra una totale ignoranza
delle regole. Per agitare la piazza si atteggia a capopopolo, calunniando
Berlusconi che è la naturale espressione della democrazia» (Ansa, 14-9-2002,
sulla manifestazione dei girotondi contro la legge Cirami).
«Se c'è qualcuno che non conosce la democrazia è proprio Scalfaro, visti i
suoi precedenti. Scalfaro ha avallato il più grande tradimento della volontà
popolare. Ha cambiato la storia d'Italia consentendo che venissero
politicamente ingannati i cittadini. Quindi non accettiamo lezioni da chi è
troppo abituato alle congiure di palazzo, ai "non ci sto" su vicende che
sono ancora avvolte da fitte nebbie. Lui è l'ultimo che può fare la predica.
Non ci sono dubbi il senatore Scalfaro sta invecchiando male» (Ansa,
26-9-2002).
«Rutelli ormai è peggio di una comare. La sua falsa indignazione è tipica di
un trombone che strilla solo per il gusto di strillare» (Ansa, 26-11-2002).
«D'Alema farebbe meglio a pensare alle sue scarpe. Non accettiamo lezioni da
chi, come lui, ha condiviso l'ideologia comunista e le atrocità di questa
dittatura sanguinaria e spietata che ha seminato lutti e provocato centinaia
di milioni di morti nel mondo. Evidentemente non sa che le scarpe le ha chi
lavora. Questo sfugge a D'Alema che quando era presidente del Consiglio
grazie a congiure di Palazzo, invece, si vantava di portare scarpe pagate
fior di milioni» (Ansa, 10-5-2003).
«Il modello italiano di propaganda ulivista esportato in Europa. Il vero
scandalo di oggi è che, per la sinistra, all'europarlamento c'è libertà di
killeraggio politico, ma non c'è diritto di replica. Il presidente del
Consiglio ha doverosamente risposto agli attacchi inaccettabili e
premeditati inscenati dai compagni ulivisti di Strasburgo» (Ansa, 2-7-2003,
a proposito di Berlusconi che ha dato del «kapò nazista» al
socialdemocratico Martin Schulz che aveva osato evocare il suo conflitto d'interessi).
«D'Alema è un pubblico mentitore di professione» (Ansa, 4-7-2003).
«Se l'onorevole Fassino avesse rispetto per la verità, dovrebbe chiedere
scusa al presidente del Consiglio. Le sue gravissime insinuazioni non
serviranno a nascondere lo scandalo politico dell'operazione Telekom-Serbia
firmata dal governo Prodi, che ha aiutato direttamente o indirettamente l'azione
criminale di Milosevic´ passata alla storia per le sue campagne di pulizia
etnica» (Ansa, 31-8-2003).
«Prodi non poteva non sapere. Comincia a crollare il castello "omertoso" dei
grandi silenzi dei governanti dell'epoca sulla vicenda. Dini scarica Fassino
e si tira fuori sostenendo che Fassino sapeva e lui no. Fassino viene poi
smentito dall'ambasciatore americano dell'epoca. Da questa sinistra non
accettiamo lezioni di moralità: è buona ad infangare ma poi si chiude a
riccio quando viene travolta dagli scandali assumendo atteggiamenti
omertosi. [.] Quelle di Lamberto Dini [sempre su Telekom Serbia] sono tesi
semplicemente incredibili. Lui mi invita poi a tacere, ma forse dovrebbe
rendersi conto che invece del mio silenzio gli italiani si aspettano una sua
ampia ed articolata spiegazione sul reale accadimento dei fatti. Giorno dopo
giorno le difese dei protagonisti dello scandalo Telekom Serbia diventano
sempre più imbarazzate, contraddittorie ed incredibili. Quanto durerà?»
(Ansa, 5-9-2003).
«Sono disgustato e amareggiato. Le signore Maria Falcone e Rita Borsellino,
con le loro dichiarazioni [sull'intervista di Berlusconi allo Spectator, in
cui il premier ha dato dei "mentalmente disturbati e antropologicamente
diversi dal resto della razza umana" a tutti i magistrati], hanno offeso la
memoria dei loro eroici fratelli. Le due signore, entrambi militanti a
sinistra, non solo hanno finto di non avere capito che il presidente
Berlusconi si è chiaramente riferito ad una ristrettissima cerchia di
magistrati ma, con una disinvoltura che preferisco non commentare, hanno
strumentalizzato due eroi civili che, per fortuna di tutti, sono patrimonio
della collettività. La signora Rita Borsellino, infine, nella sua
dichiarazione ospitata senza contraddittore al Tg3 e registrata in via D'Amelio,
ha detto di trovarsi sul luogo in cui era stato ucciso un uomo che il
presidente del Consiglio aveva definito un matto. Lascio a chiunque abbia
libertà di pensiero giudicare l'iniziativa della signora» (Ansa, 5-9-2003.
Le sorelle dei due giudici assassinati querelano Schifani per diffamazione).
«Oggi più che mai è evidente che la Corte costituzionale [che ha appena
cancellato il suo lodo dell'impunità] è un organo politico a maggioranza
ulivista. Molti magistrati della Consulta sono di nomina presidenziale, di
presidenti eletti dal centro-sinistra. È un verdetto politico contro Silvio
Berlusconi. Prendiamo atto che una grossa componente di poteri forti del
nostro paese è contro Berlusconi. Ma per fortuna la gente è con Berlusconi»
(Ansa, 13-1-2004).
«Fassino, anziché attaccare il premier con metodi maniacali, anziché fuggire
nascondendosi dietro scuse e pretesti, vada a deporre in commissione Telekom
Serbia, a dire la verità con un atto di onestà politica. O forse vuole
nascondere il malaffare firmato dal governo Prodi che ha fatto finire 900
miliardi pubblici nei conti del dittatore sanguinario Milosevic´?» (Ansa,
26-2-2004).
«Il contenuto e il tono incendiario di Prodi lo mettono purtroppo alla
sinistra di Bertinotti. La richiesta di ritiro dei nostri militari dall'Iraq
contrasta con il buon senso etico e politico. È un gravissimo regalo al
terrorismo internazionale» (Ansa, 11-10-2004).
«Le parole di Mario Luzi [il poeta e senatore a vita ha criticato
Berlusconi] sono gravi quanto l'aggressione fisica a piazza Navona perché
alimentano un pericoloso clima d'odio che non va affatto incoraggiato.
Parole pronunziate da un parlamentare di sinistra che, non essendo stato
eletto, non rappresenta una parte politica, ma dovrebbe testimoniare solo
valori alti ed esemplari. Di conseguenza questa gravissima intolleranza
verbale ci deve far riflettere sull'opportunità di rivedere l'istituzione
dei senatori a vita. Fa male alla democrazia concedere una totale
irresponsabilità a chi, come oggi Luzi, manifesta tutt'altro che alta
statura morale» (Ansa, 3-1-2005).
«Se c'è qualcosa di diabolico è il non pensiero del professor Prodi» (Ansa,
26-4-2005).
«Un piccolo tribuno senza avvenire. Così è apparso il professor Prodi a
piazza del Popolo. La violenza delle sue parole e la volgarità dei concetti
espressi sono state senza precedenti. Non sappiamo se sia frutto di
irresponsabilità o di disperazione, ma questo sostanziale incitamento allo
scontro civile di cui il paese non ha bisogno è respinto dalla maggioranza
degli italiani. Non crediamo che l'Unione meriti un leader così estremista»
(Ansa, 9-10-2005).
«Prodi è un coniglio, ha paura di andare in tv e confrontarsi con
Berlusconi. È un coniglio e i conigli non possono governare il paese» (Ansa,
28-1-2006).
«Il presidente Berlusconi non ha mai avuto a che fare con la mafia. Se
Violante tira fuori in campagna elettorale la vecchia storia dello stalliere
vuol dire davvero che è a corto di argomenti seri. Sa fare solo chiacchiere.
Un vizio di oggi e di ieri, quando fu costretto a dimettersi da presidente
della commissione Antimafia per aver anticipato alla stampa la notizia di un'indagine
in corso» (Ansa, 22-3-2006).
«Il vero Bertinotti oggi si è presentato con il suo preoccupante pensiero
politico liberticida. Disprezza la volontà popolare espressa con un
referendum e delinea la soppressione di reti Mediaset e la loro libertà di
palinsesto, mettendo a rischio migliaia di posti di lavoro. Le battaglie di
religione di Bertinotti, con il loro oscuro sapore fondamentalista e
veterocomunista dimenticano di non potere contare su una maggioranza al
Senato e ci motivano ancor di più per una opposizione durissima e senza
sconti. Bertinotti inizia male il suo ruolo preteso di presidente della
Camera» (Ansa, 23-4-2006).
«Quel che sta succedendo al Senato [per l'elezione del presidente Franco
Marini] è sconcertante. Il presidente facente funzioni della seduta, il
senatore Scalfaro, con un colpo di mano ha disposto d'autorità il rinvio di
una seduta già precedentemente fissata alle 20.15 per consentire a numerosi
parlamentari del centro-sinistra di tornare in tempo per votare. Un
atteggiamento gravissimo, che prosegue il vulnus di elezioni già inficiate
da irregolarità. Noi lanciamo un allarme, pensiamo alle regole che sono
state violate. Vogliamo che questa fase si svolga in un clima di regolarità,
trasparenza, serenità. Un clima che non c'è» (Ansa, 28-4-2006).
«Un atto di profonda ingiustizia. La sentenza che ha visto la condanna di
Cesare Previti si basa su teoremi che non hanno riscontri e motivazioni
credibili. La sua unica colpa è evidentemente quella di appartenere a Forza
Italia. L'estraneità di Previti alla vicenda è dimostrata anche dalla sua
coraggiosa decisione di dimettersi da parlamentare. A lui va tutta la mia
solidarietà personale e politica» (Ansa, 5-5-2006).
«Con l'elezione di Napolitano, l'Unione, anziché dare un segnale di
unificazione del paese, ha ritenuto di dover eleggere al Quirinale,
solamente con i propri voti, un personaggio la cui storia e la cui militanza
politica parlano chiaro» (Ansa, 10-5-2006).
«Il governo Prodi è il figlio più becero della più violenta partitocrazia»
(Ansa, 19-5-2006).
«La presidente Finocchiaro cambia la realtà delle cose. Inaccettabili sono i
toni dei signori della sinistra. Berlusconi, vorrei ricordare alla collega
Finocchiaro, ha il consenso della maggioranza degli elettori italiani, è il
vero vincitore delle ultime politiche» (Ansa, 25-5-2006).
«Come parlamentare non mi sento più garantito al Senato. L'Unione ha mandato
un commissario [Marini] per soffocare la democrazia parlamentare. Siamo di
fronte a un colpo di Stato. In aula mi è stato impedito di parlare sull'ordine
dei lavori, cosa inaudita. Un fatto gravissimo. È a rischio la nostra
democrazia parlamentare. Reiteriamo la nostra richiesta di essere ricevuti
dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano» (Ansa, 28-6-2006).
«Ove il disegno di legge Gentiloni non dovesse essere sostanzialmente
modificato alla Camera, Forza Italia in Senato si difenderà in tutti i modi
ricorrendo anche ad atteggiamenti che vorrebbe evitare, come quello di
rallentare l'iter legislativo di qualunque provvedimento. Il ddl Gentiloni è
un vero e proprio esproprio da parte del governo contro Mediaset, azienda
che dà lavoro ad oltre trentamila dipendenti. Dobbiamo difenderci da un'aggressione
che non ha precedenti» (Ansa, 13-10-2006).
«Rispettiamo il presidente Napolitano, ma ciò non ci esime dal confermare
che la sua è stata una dichiarazione politica [un blando auspicio al
pluralismo nell'informazione]. Dispiace doverlo ribadire, ma le parole del
presidente Ciampi sui principi di libertà e pluralismo furono precedenti
alla legge Gasparri e quindi in assenza di una aggiornata disciplina della
materia televisiva. Oggi invece quella legge esiste ed il nuovo richiamo a
quei princìpi da parte del presidente Napolitano è una evidente affermazione
critica nei confronti della legge vigente. E che i problemi di libertà e
pluralismo sussistano è quindi una dichiarazione politica» (Ansa,
14-10-2006).
«Che le più alte cariche dello Stato [Napolitano] oggi entrino all'unisono
nel dibattito politico per dare un sostegno al disegno di legge Gentiloni è
un fatto grave. Questo atteggiamento «conferma come l'occupazione delle più
alte cariche dello Stato l'indomani delle elezioni costituisca un preciso
disegno strategico della sinistra. Espropriare una rete televisiva al leader
dell'opposizione è un gesto che verrà contrastato in parlamento in maniera
decisa e determinata» (Ansa, 14-10-2006).
«Il voto dei senatori a vita è un diritto costituzionalmente garantito, ma
ci sono delle perplessità sull'opportunità politica dell'esercizio di questo
voto nel momento in cui c'è un'aula divisa in due, così come lo è stato il
paese alle elezioni politiche» (Ansa, 22-11-2006, presentando la proposta di
legge per togliere il diritto di voto ai senatori a vita).
«La sinistra non può dare alcuna lezione di moralità. Il senatore De
Gregorio [eletto con la maggioranza, ma votando contro la finanziaria con l'opposizione]
si è comportato con una coerenza che nella maggioranza è mancata a tanti.
Non si può criticare la Finanziaria come hanno fatto molti senatori dell'Unione
e poi votarla come se niente fosse» (Ansa, 18-12-2006).
«Follini, votando per il governo Prodi, tradisce il patto con gli elettori»
(Ansa, 1-3-2007).
«La decisione del governo di sfiduciare il consigliere della Rai Angelo
Maria Petroni sarebbe un golpe senza precedenti, in palese contrasto con la
legge. Di fronte ad una simile gravissima iniziativa saremmo costretti a
rispondere paralizzando i lavori del Senato» (Ansa, 11-5-2007).
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