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« Risposta #1 inserito:: Novembre 11, 2008, 11:00:52 am » |
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CAOS SCIOPERI
«Meglio se fallite».
La rivolta dei passeggeri
Bloccati a centinaia a Fiumicino e Linate. Hostess sotto assedio, interviene la polizia
ROMA — «Vergognatevi». «È meglio se fallite». «Siete privilegiati e vi lamentate pure... ». Sono durissimi i commenti di migliaia di passeggeri, rimasti ieri a terra negli aeroporti di Fiumicino, Linate e Malpensa, tra bagagli smarriti e poche informazioni: al termine della giornata saranno un centinaio i voli annullati solo nella capitale, oltre ai cento partiti con ritardi fino alle 6 ore. Analoga scena a Milano: una cinquantina le cancellazioni.
Allo sciopero bianco dei piloti, che hanno imposto il blocco a tutti gli aerei non in linea al cento per cento con le regole Enac, si è sommata la rivolta selvaggia degli assistenti di volo. Nel principale scalo romano, verso le sei del pomeriggio, intervengono addirittura i poliziotti: formano una specie di cordone per difendere il personale di terra e calmare un gruppo di viaggiatori furibondi quando alcune hostess si allontanano da un check-in assediato. C’è chi le rincorre. «Ma che, scioperate pure?», urla un imprenditore veneto. Equivoco subito chiarito: è solo il cambio turno. Tullia, 50 anni, titolare di un albergo a Perugia, è diretta a Londra per la Fiera mondiale del turismo: «Che schifo, hanno lasciato un Paese a piedi. Sono 20 anni che guadagnano tanto, troppo. Basta privilegi».
Anna Lauro, assessore al turismo del comune di Amalfi, diretta anche lei alla fiera londinese, aggiunge: «Non so se partirò. Credo che la protesta sia una cosa seria e lo sciopero improvviso un’altra. Perché nessuno ci ha informati? Che succederebbe se i medici d’improvviso chiudessero una sala operatoria?». A pochi metri da lei c’è Michael Carter, 32 anni, americano, insegnante in vacanza in Europa. È incredulo: «Mai vista una cosa del genere: solo in Italia...». Ai terminal nazionale e internazionale di Fiumicino, davanti ai banchi delle informazioni, si formano lunghe code con punte di mille viaggiatori in attesa di aggiornamenti. C’è persino chi, riuscito a salire a bordo, è stato invitato a sbarcare: è successo in mattinata sull’Az 60 per Madrid. Lo racconta ancora sconcertata Ileana Petri: «A un tratto una hostess ci ha informato che dovevamo scendere. Ci ha detto: tutto nasce dalla guerra tra piloti e Cai...». «Sinora sono stato solidale con loro, hanno molte buone ragioni per arrabbiarsi—commenta Mario Gerbin, imprenditore diretto ad Accra e rimasto pure lui a terra — ma l’agitazione senza preavviso danneggia tante persone che lavorano.
Il diritto di sciopero è sacrosanto, ma la legge deve essere rispettata». Caos anche ai nastri del trasporto bagagli, con le valigie accumulate in sala riconsegna dopo essere state imbarcate e poi sbarcate per via della cancellazione dei voli: molti passeggeri hanno dovuto attendere ore prima di poterle ritirare. Luigi Tomiazzo, imprenditore veneto sulla rotta di Djerba, taglia corto: «Ho il volo cancellato, non so quando partirò. Avevo appena ripreso a viaggiare Alitalia, per darle fiducia. Dopo quanto accaduto oggi, basta: addio, compagnia di bandiera». Tino Peggion, suo collega, pure lui diretto in Tunisia, è ancora più duro: «Meglio che fallisca, se non è competitiva la sua sopravvivenza, è solo un danno e un peso per le tasche degli italiani ». Rabbia e rassegnazione, la stessa, facce cupe, le stesse, anche tra i tanti passeggeri ostaggi di Linate. Come a Roma, già dalla mattinata, ritardi e cancellazioni nei voli Alitalia. «Lo sciocco sono io che ancora una volta mi sono fidato a prenotare con loro — protesta un avvocato che doveva rientrare a Roma — ma è l’ultima volta! ». «Almeno ci dessero informazioni precise — sbotta un collega napoletano — sapremmo cosa fare». Molti riescono a partire con altre compagnie. Altri rinunciano al viaggio e si mettono in fila per il rimborso. Qualcuno si prepara a passare la notte su una sedia. È l’epilogo di una giornata storta.
Francesco Di Frischia 11 novembre 2008
da corriere.it
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