Del perché non andrò ad ascoltare Veltroni
19 giugno 2008, 17.30.00
Andate in giro per la blogosfera, troverete molto dissenso che comincia ad affacciarsi, certo con ragioni che ancora mancano di profondità di analisi politica, che si attaccano a qualche dettaglio organizzativo, ma che alla fine arrivano a una conclusione simile a quella da noi elaborata: questi dirigenti, quelli del tracollo alle politiche, quelli del disastro di Roma, quelli del Pd cancellato in Sicilia (regione più popolosa d'Italia dopo la Lombardia), sono arrivati al capolinea e stanno inventando di tutto con il solo obiettivo di permanere.
E allora, se vogliono permanere e fare giochini di potere interno (l'assemblea costituente del Pd sabato sarà chiamata ad acclamare il solito organismo interno spartito nel caminetto), che se li facciano senza di noi, questi dirigenti asserragliati nel bunker.
Io domani ad ascoltare Veltroni che cambia l'ennesima linea politica alla caccia della permanenza in sella, non ci vado. Andrò dopo, ad ascoltare cos'hanno da dire i delegati. E poi, se ci saranno regole democratiche, a contestare e votare contro l'ennesimo gruppetto di oligarchi nominati e non eletti.
Fin dall'inizio, noi ci siamo spesi senza tregua per il Partito democratico. Per quell'aggettivo continua la nostra battaglia, con ogni mezzo a disposizione e far trovare a Veltroni una bella platea vuota mi sembrerebbe un atto intelligente da parte di un popolo del Pd che credo non ne possa più.
Senatus mala bestia
martedì 17 giugno 2008, 15.39.00
Davanti allo spettacolo spudorato della maggioranza berlusconiana che prova a far passare l'ennesima legge vergogna, si fa sempre più strada in me l'idea che la democrazia con le sue forme rappresentative ancorate a schemi di due secoli fa, sia arrivata veramente al capolinea.
Messina 83, Palermo 81, Catania 77
lunedì 16 giugno 2008, 19.27.00
No, non sono numeri al lotto. Sono le percentuali del centrodestra che sta vincendo ovunque le amministrative siciliane.
Io ho dettato una dichiarazione alle agenzie.
"Credo che venerdì in assemblea costituente dovremmo risparmiarci i rituali e discutere seriamente. Il tracollo siciliano boccia la linea post-elettorale di Veltroni. Va bene che ormai siamo abituati a tutto, che questo gruppo dirigente del Pd ha salutato con un'alzata di spalle e una determinazione a permanere degna di miglior causa sia la sconfitta di dieci punti alle politiche che il disastro del Campidoglio, ma ora che vediamo il Pdl veleggiare tra il settanta e l'ottanta per cento in tutta la Sicilia, qualche dubbio comincia a sorgere in Veltroni e Bettini? In assemblea costituente voglio discutere la linea veltroniana, l'idea della permanenza a ogni costo legittimata attraverso il neoconsociativismo con il governo Berlusconi. Abbiamo abbandonato del tutto il territorio dell'opposizione, abbiamo scelto di sostenere l'ovvio e di non caratterizzare il partito su nessun versante identitario. Questo voto siciliano è l'ultimo campanello d'allarme prima delle europee, dove rischiamo la sconfitta fatale. Molliamo Berlusconi, non solo per via del lodo Schifani, ma per costruire un partito identitario di opposizione tra la gente partendo dai contenuti che ci differenziano dalle destre. Altrimenti tra un anno arriverà una sconfitta che cancellerà il Pd. I dati siciliani ne sono l'antipasto".
--------------------------------------
L'ultima sigla
sabato 14 giugno 2008, 11.17.00
Questa è la sigla di Streetcam, ultima mia fatica televisiva che andrà in onda con una seconda puntata sperimentale martedì prossimo. La pubblico perché è il solito lavoro di gruppo, dove per altro sono citate persone belle e di grande qualità che creano un piccolo prodotto che prova di nuovo a calcare strade non battute.
E' l'ultima sigla, l'ultimo segno di un anno vissuto pericolosamente: dal 18 luglio 2007, data di annuncio della candidatura alle primarie, a oggi.
E' accaduto di tutto e io adesso ho tanta voglia di riposare. Il 25 giugno parto per gli Stati Uniti e vediamo cos'altro ci riserva il destino. Intanto grazie a tutti coloro, e sono veramente tanti, che hanno percorso con me almeno un pezzo di strada in quest'anno comunque meraviglioso.
Ogni incontro è stato prezioso.
Ma come si fa?
venerdì 13 giugno 2008, 14.14.00
Ho già spiegato sull'altro mio blog le ragioni per cui non si può che ricorrere a lui.
Avrei dovuto tratteggiare l'inevitabile tirata sociologica e politicamente corretta sui significati che vanno oltre il calcio, sull'amicizia tra italiani e romeni, ma adesso come adesso non me ne frega niente e vorrei solo vincere quattro a zero.
Con Del Piero in campo, che non è mai stato tipo da partite decisive e sparisce sotto tensione, ci andrà di lusso se dopo una sofferenza infinita porteremo a casa i tre punti.
Con Cassano avremmo riso di gioia tutto il tempo, perché avrebbe provato le giocate impossibili ed è solo con l'impossibile reso realtà che ognuno di noi può appassionarsi. Il grigiore di chi non sa reggere la tensione e si schianta, ci delude.
E non c'è niente di peggio di rimanere delusi, la passione svanisce e si torna all'ordinario.
Per fortuna Donadoni se ne renderà conto e all'inizio del secondo tempo metterà in campo Cassano. Vero? Perché, come si fa a non mettere dentro l'unico in grado di cambiare davvero le cose?
-------------------------------
A note for uncle Walter
giovedì 12 giugno 2008, 18.33.00
ECONOMIST, VELTRONI È TROPPO BUONO CON BERLUSCONI HA IDEA DELL'OPPOSIZIONE PER NIENTE BRITANNICA
(ANSA) - LONDRA, 11 GIU - Per l'Economist Walter Veltroni «rischia di essere troppo buono con Silvio Berlusconi» e il suo governo-ombra potrebbe diventare «un'opposizione fantasma». Nel numero da domani in edicola, il settimanale britannico critica fortemente il leader del partito democratico e gli rinfaccia di essersi lasciato sfuggire «una serie di occasioni per mettere in imbarazzo il governo» e di aver così contribuito al rafforzamento della popolarità di Berlusconi. Tra le occasioni perse, l'Economist cita la mancata richiesta di maggiori dettagli sulle accuse mosse al presidente del Senato Renato Schifani dal giornalista Mario Travaglio per "rapporti di affari con persone poi condannate per mafia" e i mancati affondi contro il governo per il caso Alitalia, per le "aspre misure su immigrazione e sicurezza" e per la "messa al bando di gran parte delle intercettazioni telefoniche compiute dalla polizia". "Veltroni ha un'idea dell'opposizione che non appare assolutamente britannica", sottolinea la rivista, memore del fatto che nel Regno Unito l'opposizione non perde mai un'opportunità per attaccare il governo in carica. A giudizio dell'Economist Berlusconi ha senz'altro da guadagnare dalla politica del dialogo tenacemente portata avanti da Veltroni mentre "i benefici per la sinistra sono meno evidenti". "Ancor prima delle elezioni, Veltroni - spiega il periodico londinese ai suoi lettori - ha detto di volere la cooperazione con Berlusconi sulle riforme elettorali e costituzionali allo scopo di rendere l'Italia più facile da governare. È un obiettivo nobile ma è una strada che è stata tentata prima, con conseguenze disastrose". Secondo l'Economist la strategia elettorale di Veltroni è fallita, così come si è dimostrata "dolorosamente sbagliata" la candidatura di Francesco Rutelli a sindaco di Roma e la politica del dialogo impedisce quella "sofferta autopsia" di cui avrebbe bisogno un partito che ha le sue radici "nello screditato credo dell'eurocomunismo e in un movimento screditato come la Democrazia Cristiana".(ANSA). LQ 12-GIU-08
----------------------
La scommessa
mercoledì 11 giugno 2008, 11.45.00
Il primo turno degli europei ci ha regalato un'Italia umiliata, una Spagna in gran forma, una Svezia che sarà la sorpresa degli europei, una Francia che li vincerà. Scommettiamo?
A proposito di scommesse, mi state facendo una testa tanta chiedendo via email e via cell i pronostici da giocare su Betfair. Lo dico a tutti, il primo turno di un campionato non si gioca mai, troppe sono le potenziali sorprese, quindi fino a domani tutti fermi. Dal prossimo turno qualche scommessina prudente bancando le squadre evidentemente più deboli, per fare il grosso all'ultimo turno di qualificazione, sempre bancando (cioè giocando due risultati su tre, opzione che solo su Betfair è di default con quote accettabili).
Ovviamente, come al solito, chi volesse avere la password per ottenere i 30 euro di bonus da Betfair non ha che da scrivermi una email (
adinolfi@gmail.com) o da chiedere consiglio ai soci della Scommessa Collettiva, che in due anni e mezzo grazie a questo sito di betting così particolare nel funzionamento, hanno avuto modo di farsi come minimo le vacanze gratis.
In tempo di guerra ogni buca è trincea e noi ci siamo parati il culo giocando, il che è una discreta soddisfazione.
-----------------------------------------------------
Streetcam e l'Italia che affonda
martedì 10 giugno 2008, 14.40.00
Oggi parte un nuovo capitolo del mio lavoro televisivo, con un numero zero in onda, in diretta su Nessuno Tv (canale 890 di Sky, visibile anche in streaming web) dalle 18.30.
Il programma si intitola Streetcam, nasce dalla collaborazione con un bel gruppo di autori della Link University coordinati dall'autore di Unomattina Maurizio Gianotti. Per me è un un altro tassello del mosaico del giornalismo partecipativo a cui ho dedicato la mia vita professionale: studio con pubblico e ospiti, interventi di giovanissimi inviati armati di telefonino, servizi realizzati con i telefonini stessi. Talk show e interazione visiva all'avanguardia, comunicazione da Web 2.0 non in una logica di puro flusso (tipo Current Tv), ma di racconto corale.
E' un esperimento e oggi parliamo dell'Italia sconfitta, di calcio parrebbe, ma non solo. Ovviamente questo blog e i vostri commenti saranno parte integrante della trasmissione.
Facebook e il Giornale
-----------------------------------------------
lunedì 9 giugno 2008, 16.20.00
Due notiziole su quello che combino.
La prima è che ho aperto il mio profilo su Facebook, senza capire bene perché, ma lo fanno tutti (un po' come stare davanti alla partita dell'Italia stasera) e ho voglia di comportarmi secondo sano e italico conformismo. Su, diventiamo amici virtuali.
La seconda è che ho rilasciato un'intervista a Luca Telese del Giornale, dopo che ieri in prima pagina lo stesso direttore del quotidiano, Mario Giordano, aveva invocato la necessità di un'opposizione vera del Pd, segnalando alcune cose che andiamo dicendo da tempo. Questo il testo dell'intervista.
Scusi Adinolfi, ma lei ce l'ha con Veltroni?
Assolutamente no.
Da due mesi chiede la sua testa.
Guardi, conosco Veltroni da anni. Ho simpatia umana per lui. Non è una questione personale, ma un problema politico.
Se le fosse antipatico cosa farebbe?
Sono convinto che anche lui sia consapevole che se si continua così, fra un anno arriveremo alla disfatta. Le spiego perché.
Mario Adinolfi è l'unico membro del comitato nazionale del Partito democratico che dopo le elezioni abbia chiesto ufficialmente le dimissioni del segretario del partito. Ha poco più di 35 anni, è un blogger molto noto per la sua verve polemica, ha una corporatura possente, vagamento ferrariana. Alle primarie corse contro Veltroni, alle politiche è arrivato primo dei non eletti del Lazio e l'ex sindaco di Roma lo ha lasciato a terra optando per lo stesso collegio (lasciando posto, altrove, all'onorevole Mantini, un molto più anonimo e più docile margheritino). Nell'ultima riunione del massimo organismo direttivo del Pd, Adinolfi è arrivato a chiedere che Veltroni se ne andasse. La maggior parte dei giornali non l'hanno nemmeno scritto, la riunione è finita dopo il suo intervento. Così Adinolfi ha riunito la sua corrente all'hotel Nazionale, ha ribadito la linea e spiega: "Adesso diamo fastidio, tra pochi mesi ci daranno ragione".
Adinolfi, torno a chiederlo: cosa avrebbe dovuto fare Veltroni?
Avrebbe dovuto assumersi la responsabilità di una sconfitta che c'è stata ed è stata molto più dura di quello che si dovrebbe far credere.
E questo avrebbe cambiato le cose?
Avrebbe permesso un'analisi delle cause profonde che l'hanno prodotta, un'analisi che adesso purtroppo è del tutto assente. Il Pd non discute.
Veltroni si è trovato sulle spalle la pesantissima eredità di Prodi. Lo nega?
Non lo nego affatto. I due anni di governo sono stati devastanti. Peccato che nessuno, lui compreso, in questo partito lo abbia detto.
Era impossibile, ovviamente: voleva il suicidio?
Però è quello che dopo il voto hanno detto: è colpa di Prodi. Allora anche quello è un suicidio, non trova? Ripeto, io non voglio processi. Bisogna pensare alle cause, sennò la rivincita è impossibile.
E' così pessimista?
Chiunque abbia girato le sezioni del Pd sa che questa è l'impressione prevalente dei militanti. Quella di una sconfitta ir-re-di-mi-bi-le! Ma non basta.
C'è altro?
La sconfitta di Roma dove la mette? Veltroni aveva vinto contro Alemanno con il 70%. Poco più di due anni dopo, quello vince con il 9% di stacco. Questa impresa di ribaltamento dvela la sconfitta di un modello, più che di un candidato.
E qual era il limite del modello Roma?
Se devo sintetizzare, direi il rapporto legittimante con i poteri forti della città. Che poi è lo stesso difetto di oggi.
Ovvero?
Invece di costruire una nuova classe dirigente cogliendo l'opportunità dell'opposizione per reiventarsi una politica, si cerca dal governo una legittimazione a permanere.
Quindi non è questione di una legislatura?
In Inghilterra il blocco sociale della Thatcher ha governato 15 anni.
Non crede che il Pd si riprenderà prima?
Se non cambia rotta, non credo. Anzi, il problema sono le europee.
Non crede che il partito recupererà?
Sta scherzando? Molti voti andranno a Di Pietro, che fa la voce grossa. Un'altra fetta torna alla Sinistra Arcobaleno, per convinzione o perché il voto utile non c'è più. Un'altra fetta di centristi credo che dirà: il governo sta lavorando, facciamolo governare.
Morale della favola?
Se a Roma c'è stata una Caporetto, a Bruxelles potrebbe esserci una disfatta. E le polemiche sul gruppo europeo ci dicono che il partito, in questo scenario, potrebbe persino dissolversi.
E per questo, aggiungo oggi, noi ci battiamo con tanta veemenza: per salvare l'esitenza stessa del Pd.
-----------------------
Rieccola
domenica 8 giugno 2008, 18.32.00
Sabato, come promesso, abbiamo riavviato il dibattito nel Partito democratico e abbiamo riesposto il nostro simbolo: la tessera numero uno del Pd che firmammo tutti insieme come dichiarazione comune d'impegno il 6 maggio 2006, data di nascita di Generazione U.
Eravamo di nuovo all'hotel Nazionale, di nuovo in una sala piena di gente libera. Ora porteremo quell'impegno e l'idea di Pd direttista che abbiamo coltivato fin dall'inizio, all'assemblea costituente del 20 e 21 giugno. Chiediamo la fine dell'idea neoconsociativa, di un Partito democratico veltroniano che si legittima solo nel sostegno sostanziale al governo Berlusconi, per salvare un Pd che altrimenti tra un anno alle europee andrà al disastro.
Chiediamo l'avvio di una fase di opposizione vera, incredibilmente oggi la chiede persino Il Giornale di Berlusconi in prima pagina, indicando in quanto abbiamo affermato noi all'hotel Nazionale l'unico reale contraltare al neoconsociativismo.
La battaglia politica continua, siamo sempre di più e non molliamo mai. Perché noi vogliamo far vivere e vincere il nostro Pd, nostro fin da quando firmammo tutti insieme la tessera numero uno prima che il Pd esistesse.
(un ringraziamento particolare a Valerio Lo Monaco e a Radio Alzo Zero che hanno realizzato il video integrale scaricabile della manifestazione, un altro a Erasmo Catavolo che ha aperto un link YouTube con la sintesi degli interventi)
dal blog di Mario Adinolfi