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Autore Discussione: Ahmadinejad: «L'impero americano è arrivato al capolinea».  (Letto 2630 volte)
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« inserito:: Settembre 24, 2008, 12:02:49 pm »

Alle Nazioni Unite

L'affondo di Sarkozy all'Onu «Il capitalismo va regolato»

Ahmadinejad: «L'impero americano è arrivato al capolinea».

Lula: rifondare le istituzioni finanziarie internazionali


DA UNO DEI NOSTRI INVIATI


NEW YORK — La rivincita dello spirito gollista su scala internazionale. Il rilancio dell'idea che il capitalismo globalizzato vada regolato dall'alto, guidato con mano ferma da una leadership mondiale, impedendo che i mercati finanziari vengano lasciati alla mercé degli speculatori. Quando i libri di Storia verranno scritti, la sessione inaugurale delle Nazioni Unite del 2008 verrà probabilmente indicata come il momento della svolta, l'ora in cui il mondo scelse di ripensare i termini e le condizioni del suo sviluppo, minacciato dalla più drammatica e profonda crisi sistemica degli ultimi cento anni. Forse è improprio parlare di duello, di fronte alla scelta interventista con cui il governo degli Stati Uniti ha già stravolto la natura stessa del modello americano. Ma non v'è dubbio che ieri mattina, nell'aula Generale del palazzo di Vetro, a vincere la contesa intellettuale sia stato Nicolas Sarkozy, moderno erede della tradizione colbertista. Il presidente francese ha proposto che i capi di Stato e di governo dei Paesi più direttamente interessati si riuniscano entro la fine dell'anno, «per riflettere e tirare le lezioni » della più grave crisi finanziaria da quella degli Anni Trenta. «Ricostruiamo insieme — ha detto Sarkozy, nel passaggio cruciale del suo discorso — un capitalismo regolato, dove pezzi interi dell'attività finanziaria non siano abbandonati alla sola valutazione degli operatori del mercato, dove le banche facciano il loro mestiere, che è quello di finanziare lo sviluppo piuttosto che la speculazione». Il capo dell'Eliseo, attualmente presidente di turno dell'Unione europea, ha dato anche una prima indicazione concreta, proponendo sanzioni penali «per chi mette in pericolo il denaro dei risparmiatori ». A preparare il terreno a Sarkozy erano stati il segretario generale dell'Onu, Ban Ki-moon e il presidente brasiliano, Luiz Inacio Lula da Silva. Esiste «il pericolo che le nazioni si rinchiudano su se stesse, invece di immaginare un avvenire condiviso e di costruire una nuova leadership mondiale», ha detto Ban Ki-moon, secondo cui «c'è bisogno di una nuova visione della governance e dell'etica degli affari, con più compassione e meno fede cieca nella magia del mercato ». Lula ha proposto di rifondare le «istituzioni finanziarie internazionali, che oggi non hanno né autorità, né strumenti per impedire l'anarchia della speculazione ». E ha ammonito i grandi Paesi di non cercare di «imporre» decisioni sugli altri: «Il carattere globale di questa crisi chiede soluzioni multilaterali legittime e riconosciute». La riflessione sui torbidi economici e finanziari, che ha dominato la giornata, ha finito per spiazzare l'intervento di George Bush, il suo ottavo e ultimo davanti all'Assemblea generale. Non che il presidente ne abbia taciuto, ricordando di «aver compiuto passi decisivi per prevenire una severa distruzione dell'economia americana». Ma il suo riferimento al massiccio piano di salvataggio da 700 miliardi di dollari, che Henry Paulson ha concepito e sta discutendo con i leader del Congresso, è stato solo per rassicurare la comunità internazionale che l'Amministrazione stia facendo la sua parte. Così, è passato in secondo piano il testamento politico di Bush all'Onu, l'organizzazione che una volta aveva messo in guardia dal rischio dell'irrilevanza e che oggi invece rivaluta come «più necessaria che mai». Indispensabile nella lotta al terrorismo, nel contenimento delle ambizioni nucleari di Iran e Corea del Nord, nella difesa della sovranità e della libertà delle piccole nazioni, com'è il caso della Georgia violata dall'invasione russa. Sotto lo sguardo del presidente iraniano, Mahmoud Ahmadinejad, intervenuto nel pomeriggio, Bush ha accusato Teheran e la Siria di «continuare a sponsorizzare il terrorismo», ma ha rivendicato i progressi compiuti, ricordando che i regimi legati alla galassia del terrore sono diminuiti. «Sarebbe comodo, ma sbagliato — ha detto il presidente americano — pensare che con l'avanzare del secolo, il pericolo terrorista sia meno grave. Per avere successo dobbiamo essere concentrati, risoluti ed efficaci: invece di approvare risoluzioni di condanna dopo gli attacchi, bisogna cooperare di più per prevenirli ». Duro intervento di Ahmadinejad: «Il popolo iraniano resisterà alle intimidazioni dell'Occidente. L'impero americano si avvicina al capolinea». Paolo Valentino


24 settembre 2008

da corriere.it
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« Risposta #1 inserito:: Settembre 24, 2008, 12:06:43 pm »

Intervento del presidente iraniano all'Assemblea Generale a New York

"Paesi prepotenti tentano di porre un freno alle legittime ambizioni di Teheran"

"Nucleare, difenderemo i nostri diritti"

Ahmadinejad all'Onu attacca Usa e Israele

Le Nazioni Unite pronte a nuove sanzioni. In forse l'incontro dei 5+1

 

NEW YORK - Teheran resisterà alle pressioni internazionali perché rinunci al nucleare ad esclusivo uso pacifico. Lo ha ribadito il presidente iraniano Mahmud Ahmadinejad prendendo la parola all'Assemblea Generale dell'Onu, oggi a New York.

"L'Iran resisterà alle intimidazioni - ha detto Ahmadinejad - e continuerà a difendere i propri diritti" per accedere al nucleare civile. Il presidente iraniano ha quindi parlato di alcuni Paesi "prepotenti" che stanno tentando di porre un freno alle legittime ambizioni del suo Paese, "che ha difeso e continuerà a difendere i propri diritti", pur rimanendo favorevole al dialogo.

Dopo avere accusato alcune potenze di "esercitare pressioni politiche ed economiche contro l'Iran", il leader di Teheran ha ricordato che a suo avviso "queste stesse nazioni producono armi di nuova generazione e possiedono stock di armi che nessuna organizzazione internazionale sorveglia".

Ahmadinejad ha detto che "l'impero americano sta giungendo alla fine del suo cammino". E parlando di Israele, da lui definita come di consueto "entità sionista", ha affermato che "è sulla via del collasso".

Il Consiglio di Sicurezza dell'Onu ha già approvato tre diverse serie di sanzioni contro l'Iran, che non vuole rinunciare all'arricchimento dell'uranio, e ci sono pressioni per una quarta serie. I ministri degli Esteri del cosiddetto 5+1 (i membri permanenti dell'organismo più la Germania) ne parleranno nelle prossime ore, ma vista la riluttanza della Russia a partecipare alla riunione, sarà difficile giungere a un accordo su eventuali nuove sanzioni in questi giorni. "Non vediamo l'urgenza di discutere la questione a margine dell'Assemblea Generale dell'Onu", hanno fatto sapere le autorità russe da Mosca lasciando intendere che non intendono partecipare alla riunione.

(24 settembre 2008)


da repubblica.it
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