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« inserito:: Luglio 15, 2007, 12:48:22 pm » |
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15/7/2007
Maledetti quarant’anni
Donne che non vogliono invecchiare
RAFFAELLA SILIPO
Marina Lante della Rovere, i suoi primi quarant’anni, li ha incoronati in un titolo rimasto famoso. Nanni Moretti, i suoi splendidi quarant’anni, li ha esaltati in una celebre battuta di «Aprile». Ma tutti gli altri, quelli che non sono altrettanto splendidi, quelli il cui passato non è così avventuroso e, anche se lo fosse, non importerebbe a nessuno? I quarant’anni arrivano di soppiatto e improvvisamente non sai più cosa metterti. Tu sei giovane. Dentro ti senti giovanissima. Purtroppo è fuori, il problema, quando tua figlia ti supera in altezza e tiene il poster di Scamarcio in camera. «Ma lo sai che sta con una che ha la mia età?». «Lo so, mamma, ma sembra più giovane, lei». Giusy Franzese sa di cosa parla: è una giornalista nata «circa» quarant’anni fa, ha un figlio adolescente e una sincerità ironica e spietata nell’analizzare, come titola il suo libro, i «Maledetti quarant’anni» (Sperling & Kupfer). Prima avvertenza: nessuno si senta escluso, il tempo che passa non affligge solo le bellissime del cinema e della tv, che vivono della loro faccia e del loro corpo.
E a nulla vale ripetersi «ma no, tu non sei quel tipo lì. Tu sei quella che ha studiato sempre, che si è fatta valere per la sua intelligenza, il suo impegno, la sua dedizione al lavoro. Tu sei quella che “la vita è fatta di soddisfazioni interiori”, sono altri i valori che contano. Col cavolo!». Perché il momento della crisi arriverà, stai certa che arriverà. E’ arrivato anche per signore insospettabili. La crisi dei «fortysomething» accomuna Alba Parietti, mai stanca di accavallare gambe sempre magnifiche, e Hillary Clinton, che corre per la Casa Bianca e ricorre ai ritocchini. Nancy Brilli, che si è sposata previdente un chirurgo plastico, e Ségolène Royal, che durante la campagna elettorale ha trovato il tempo per rifarsi gli zigomi e qualche iniezione di botox.
E migliaia di donne in tutto il mondo occidentale, anno più anno meno, che spendono stipendi in saldi, creme miracolose e corsi di pilates. «E allora, ditemi, perché proprio io dovrei sentirmi superiore?». Seconda avvertenza, difficile da digerire per chi è cresciuta in tempi di pari opportunità: non è lo stesso per uomini e donne. Questo è un campo in cui, mettiamoci il cuore in pace, gli uomini vincono, o per lo meno hanno un vantaggio di una decina d’anni. Hai quarant’anni e vuoi accasarti? Per un uomo sei nell’età migliore, hai solo da pescare tra le donne più giovani. La differenza di generazione? «Credimi - dice un amico alla Franzese - sono tantissime le ragazze di 25 anni mature, con cui puoi parlare di tutto». Hai quarant’anni, sei già accasato e vuoi godertela? Anche qui, un uomo ha innumerevoli chances in più e, soprattutto, rischia meno: «La percentuale di mogli disposte a perdonare una scappatella del marito è altissima. Quanti sono invece i mariti che perdonano? Soprattutto se la cosa si è saputa appena un po’ in giro state certe che la percentuale è bassissima. Praticamente vicina allo zero. E non solo in Sicilia». Infine, hai passato i quarant’anni, te la sei goduta, hai fatto carriera e adesso vorresti un bambino? Se sei una donna puoi farcela, ma non è così automatico: più spesso ti devi sottoporre a bombardamenti ormonali, costose terapie, sempre cogliendo negli altri quello sguardo di riprovazione: «Egoista, poteva pensarci prima». Invece i parchi sono pieni di uomini brizzolati, la domenica mattina, portare fieri il passeggino, circondati dall’approvazione sociale. «E’ la natura, bellezza», dice il solito perfido amico. D’altra parte, i quarant’anni di oggi non sono quelli del passato. Come dice Sabrina Ferilli, «la vita si è talmente allungata che i quarant’anni diventano il centro, non sono più la fine del discorso».
La Ferilli è la Ferilli e anche a vent’anni ci surclassava tutte, ma quel che dice è vero anche se comporta un surplus di fatica. Le nostre madri a un certo punto tiravano i remi in barca, noi non possiamo permettercelo: e non importa se non viviamo in una puntata di «Sex and the City», ma in un ufficio periferico, se come casalinghe siamo sì disperate ma senza i sobborghi lussuosi di Wisteria Lane. Ci tocca lottare contro i capelli bianchi e per la taglia 42 da qui all’eternità.
da lastampa.it
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