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Autore Discussione: TAVOLO delle PROPOSTE e NOTE per il GRUPPO.  (Letto 43393 volte)
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« Risposta #30 inserito:: Luglio 01, 2008, 03:41:05 pm »

Mammamaria,

tessere e iscritti al PD ancora non ci sono.

Abbiamo un cartoncino e un diploma da "fondatori" che è cosa diversa.

O mi sbaglio?

ciao
gianni.
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mammamaria
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« Risposta #31 inserito:: Luglio 01, 2008, 04:16:34 pm »

No ggianni... qui abbiamo le tessere! Abbiamo iniziato la campagna di tesseramento da un paio di mesi: c'è uno storico vecchio comunista del posto che sta facendo porta a porta, andando dai vecchi iscritti ai DS, vecchie Margherite, coloro che hanno partecipato alle primarie ma non hanno mai ritirato il certificato e simpatizzanti!
E la campagna ha lo scopo oltre che di inserirsi maggiormente nel territorio, anche di finanziare il partito. Che ha diverse spese,tra cui quelle di affitto per un capannone che ospita le feste dell'unità e la sede del partito. Locali che sono andati tutti alla fondazione che è nata con lo scopo di gestire i beni mobili ed immobili dei partiti di origine. Locali che potrebbero essere tranquillamente dati in affitto ad altri.
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« Risposta #32 inserito:: Luglio 01, 2008, 06:40:35 pm »

Quindi tessere del circolo non del PD nazionale.

ciao
gianni

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paolav
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« Risposta #33 inserito:: Luglio 02, 2008, 01:34:27 am »

io di tessere non ne voglio sapere.

e le regole e lo statuto il pd e i suoi circoli se li scrivono da soli, per quanto mi riguarda.

questo per me è fondamentale.



ciao
paola
« Ultima modifica: Luglio 02, 2008, 01:37:17 am da paolav » Registrato
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« Risposta #34 inserito:: Luglio 02, 2008, 06:23:17 pm »

Poco welfare: in Italia cresce l'infelicità

Alessia Grossi


Gli italiani sono infinitamente meno felici degli svedesi o dei Finlandesi. Nella classifica stilata dall'Ilo, International Labour Office, infatti, su 95 paesi l'Italia arriva terzultima in quanto a felicità percepita dagli individui, seguita solo dagli Stati Uniti e dalla Grecia. Ai primi posti, invece, i paesi scandinavi.
Questo è solo uno dei dati «allarmanti» indicati dal «Rapporto sullo stato sociale 2008» stilato da un gruppo di studiosi ed esperti di welfare state, stato sociale, appunto, a cura di Felice Roberto Pizzuti presentato mercoledì in un convegno a l'Universtità La Sapienza di Roma.

Il Rapporto, appuntamento stabile dedicato a queste problematiche, per il 2008 porta un sottotitolo eloquente: «Il tendenziale slittamento dei rischi sociali dalla collettività all'individuo» che è anche l'argomento chiave di quest'anno.

Questo slittamento, tiene a precisare Pizzuti nella presentazione del rapporto, non è certo prerogativa del nostro paese. Anche nel resto dell'Europa i rischi econimico sociali sono sempre meno socialmente divisi. Questo perché «la spesa sociale comunitaria» nonostante gli obiettivi di Lisbona, che «rimettevano al centro delle politiche quella sociale», dal 2005 l'Ue «si è concentrata di nuovo sugli obiettivi della crescita e dell'occupazione» a scapito di quelli sociali. Insomma, anche in Europa si spende più per la crescita che per gli aiuti sociali.

Ma a confronto degli altri paesi la situazione italiana è quasi la peggiore. Il nostro paese, infatti, impiega nella spesa pubblica solo il 25,5 per cento del Prodotto interno lordo, sotto la media europea del 26,7 per cento che comprende però la Svezia che spende il 30,9 per cento del suo Pil per la spesa sociale.

Solo per fare un esempio «paradigmatico» la sintesi del curatore del rapporto parte dalle riforme pensionistiche.

Senza entrare nei dettagli tecnici basta dare uno sguardo alla spesa sociale italiana per le pensioni per farsi l'idea che - come è scritto nel rapporto - «gli oneri derivanti dall'invecchiamento della popolazione sono accollati esclusivamente ai pensionati, i cui redditi - però - sono destinati a ridursi progressivamente». E se siamo destinati a diventare una popolazione sempre più vecchia, i giovani certamente non stanno meglio. Lavoratori parasubordinati. questo significa che i pensionati non saranno comunque in grado di reggere le coperture necessarie per dare la pensione ai giovani.

Ma prima di arrivare al lavoro, gli italiani devono fare i conti con l'istruzione.

L'Italia per il capitolo istruzione della spesa pubblica spende solo lo 0,8 per cento, un po' di più solo della Romania e al di sotto della media europea che è dell'1,1 per cento. Questo ha come effetto che «mentre nella media dell'Unione il 23 per cento della popolazione tra i 25 e i 64 anni è laureata, in Italia lo è solo il 13 per cento, solo Malta e Romania hanno meno cittadini laureati di noi. E da qui è facile arrivare all'indagine Ocse sui risultati disastrosi ottenuti dagli studenti quindicenni italiani nei test a confronto di quelli degli altri paesi. Ma anche in questo caso, a proposito di squilibri sociali, i ragazzi del Nord Est sono meglio formati di quelli del Sud. Questo - dice il Rapporto - è l'effetto «di forti disomogeneità e di un dualismo territoriale» della spesa pubblica. E per finire l'Italia è anche il paese in cui «un figlio di un laureato ha una probabilità di laurearsi doppia rispetto al figlio di un diplomato e quadrupla rispetto al figlio di chi ha conseguito solo il diploma della scuola media».

La disuguaglianza è un altro dei dati del rapporto che mette in crisi il sistema di Welfare italiano.

Non solo l'Italia è sopra la media europea per le «persone a rischio di povertà» con il 20 per cento della popolazione a rischio contro il 16 per cento dell'Ue. Ma, se «nella media europea il quinto della popolazione più ricca ha un reddito cinque volte maggiore di quello del quinto della popolazione più povera. L'Italia è al di sopra della media con cinque e mezzo». Tra le misure indicate dal rapporto per «intervenire a sostegno del reddito ci sono i "redditi di base", le politiche di reddito minimo garantito». In questo campo «nell'ultimo secolo- indica la relazione - quasi tutti i sistemi di Welfare si sono dotati di misure di sostegno al reddito». Fuori da queste misure solo la Grecia e l'Italia. Di contro in Danimarca e Lussemburgo prevedono una «soglia di reddito minimo che per un single supera i 1000 euro mensili» che in Danimarca arriva a 3333 euro per una coppia di due figli: «pari ad allo stipendio di un professore universitario italiano» conclude Pizzuti.

Ultimi vengono gli immigrati.

Ultimi con una contraddizione. Dice il Rapporto che «pur in presenza di bassi tassi d'occupazione interna, la domanda di lavoratori stranieri - da occupare con retribuzioni e tutele ridotte, per svolgere mansioni comunque scartate dalla popolazione nazionale - è andata crescendo, anche se spesso è accompagnata da atteggiamenti contraddittoriamente ostili verso il loro ingresso e la loro inclusione sociale». Insomma, impieghiamo lavoratori extracomunitari che - spiega il Rapporto, «per il 71 per cento è impiegato in aziende, mentre il 24 per cento svolge lavoro domestico fungendo da «welfare parallelo», ma poi non li vogliamo far entrare in Italia.

Per non parlare dei minori stranieri. Vanno a scuola. Dal 2000 al 2006 gli iscritti al sistema scolastico, infatti, sono saliti da 147.000 a 501.000. Ma contemporaneamente - scrive nero su bianco il rapporto - «la promozione di politiche sociali è stata molto scarsa» di contro ai «maggiori stanziamenti per le politiche di contrasto all'immigrazione».

«Bisogna accontentarsi della card sulla povertà?- domanda provocatoriamente la segretaria confederale della Cgil Morena Piccinini intervenuta alla presentazione del Rapporto. «Non sarebbe il caso invece di parlare dei tagli della manovra finanziaria del Governo che taglia le risorse per la spesa pubblica per pagare l'Ici?».

«Quello di cui l'Italia ha bisogno - conclude la Piccinini - è la garanzia di equità sociale».


Pubblicato il: 02.07.08
Modificato il: 02.07.08 alle ore 15.53   
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« Risposta #35 inserito:: Luglio 03, 2008, 12:20:21 am »

Scusate il tono di questo post, molto diverso dai miei soliti, però a volte anche piccoli fatti di vita scatenano qualche dubbio.
In partenza era quello che avevo letto dell'intervista di Fasoli e del contrasto culturale e sociale fra giovani e meno giovani, anche fra i giovani fra chi tende ad una identificazione di vita più legata ad una cultura "accademica" e chi si rivolge a fatti semplici della vita.
L'aneddoto è molto banale invece, riguarda un semplice attimo di relax su un terrazzino in questa calda serata estiva fumando (stranamente) una sigaretta.
Fra  l'altro sono tornato ad abitare in uno stabile molto vecchio (1886, sì proprio XIX secolo) in cui sono nato e trascorso gli anni della prima giovinezza. Ovviamente la citazione autobiografica non sarebbe pertinente se non fosse per un dubbio.
In quel momento ho apprezzato delle cose molto a buon mercato nella vita, non il superattico iperteconologico, non costosissimi gadget o altri adorati oggetti da moda del lusso irrinunciabile, ma semplicemente un terrazzo su un cortile con del verde, un po' di silenzio (pur essendo in uno dei quartieri più centrali e popolari).
Ho avuto l'idea che la differenza con quei giovani fosse molto lì, in quella aspettativa, che non fosse una fatto legato alla semplice determinazione delle variabili / individui, cioé che fossi io e non altri, perché intorno e nei miei ricordi riscontro sensazioni non molto diverse, per cui mi è sembrato un fatto generazionale o, ahimé, un fatto legato allavanzare dell'età.
Le conseguenze possono essere  notevoli: chi tende a dar importanza a fatti sostanziali e ben chiari; chi è freneticamente coinvolto nell'ottenere cosa non sa di preciso, che cerca di raggiungere freneticamente qualsiasi cosa possa sembrare un surrogato di personalità, di essere.
Se a questo aggiungiamo la sadica privazione di una prospettiva serena d futuro come avviene prospettando carriere da precari, sempre a correre (non ne posso più anche di una famosa citazione di Kipling, forse per me buona solo per le Adidas) per ottenere, con la catena al collo che non te lo fa raggiungere mai, forse capiremo meglio i giovani e i loro problemi reali.
Ora fare il sermone sulle cose utili della vita è davvero uno degli esercizi più inutili che la storia ricordi, ce lo propina come facciata anche la buona mamma TV quando non vuol sembrare troppo matrigna.
Quindi prima di fare la guerra al consumismo andrebbe fatta la guerra a tutte quelle situazioni che fanno sentire i giovani a metà fra leoni pronti a sbranare i propri simili e gazzelle disperate che cercano di sfuggire il leone che gli toglie tutto e quindi la vita.
Serve un minimo di giustizia che faccia intendere questo è tuo diritto perché sei nato, questo è tuo dovere perché ci sono anche gli altri.
Qualcosa che dica non devi venderti l'anima perché è tuo diritto vivere.
Contrastare il pescatore sbruffone che dice di poter pescare pesci da meraviglia e che se gli dai l'anima puoi correre e disperarti per cercare di prenderli non è l'esercizio migliore. Cercare di far intravedere una vita più solida forse può modificare maggiormente l'attenzione di quei giovani.
Scusate ho scritto in maniera confusionaria, lo so.


credo di avere capito cosa intendi, Darwin.
credo che sia lo stesso intento che ora mi ha spinge a prestare più attenzione alla qualità della vita anche delle mie ore lavorative piuttosto che alla mansione o addirittura alla sicurezza del posto di lavoro.
In questo momento è più importante per me chi vedo la mattina in ufficio e come mi sento lì dentro, piuttosto di quello che vado a fare.
ed è più importante se posso cavarci dei momenti di piacevolezza e di comunicazione.

il problema è che se non si passa attraverso certe "trappole" non sempre si riesce a capire a priori, purtroppo.
ma ora mancano quasi del tutto modelli saggi e conosciuti dai più a cui chi ancora ha le idee poco chiare possa appigliarsi, in mancanza di esperienza diretta.
una mappa del vivere, insomma.
che non significa ideologia, solo un po' di saggezza.


ciao
paola


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« Risposta #36 inserito:: Luglio 03, 2008, 12:22:53 am »

Ma io il biglietto per andare sul Titanic non lo volevo comprare.
Questo è il primo pensiero che mi viene leggendo l'articolo di Alessia Grossi sull'Unità.
E' preciso e descrive molto bene la situazione attuale.
I signori che hanno votato nel 2001 e nel 2008 la destra avranno sulla coscienza una delle crisi sociali più profonde che abbia mai attraversato questo giovane Paese, ma l'intensità sarà degna di segnare un'epopea.
Esercito in strada e crisi sociale alle porte ....... c'è legna per dire tanto.
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« Risposta #37 inserito:: Luglio 03, 2008, 09:27:03 am »

Darwin e Amic/i/he/ DICIAMOLO.

Aveva ragione chi diceva, qui, che non dobbiamo affrontare le crisi dei massimi sistemi.

Noi siamo la gente (ecco il perchè del mio Arlecchino) studiamo temi ed portiamo approfondimenti socio/politici che parlino alla "gente".

Cominciando a parlarci tra noi.

ciao
gianni.
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« Risposta #38 inserito:: Luglio 03, 2008, 03:11:20 pm »

Io sono quella gente che stenta ad arrivare all'ultima settimana. E mi rendo conto che il problema va affrontato sotto moltissimi punti di vista: uno lo ha già affrontato darwin con il  documento sugli straordinari, che in qualche modo tocca anche il discorso dei redditi.
Bisogna parlare di precariato, e non lo si può fare nei soli termini "solo lavoro a tempo determinato"... significherebbe chiudere gli occhi di fronte alla realtà. La risposta è rendere il precariato flessibilità ma non instabilità, come mi sembra funzionare in paesi come la spagna, ma dovrei documentarmi bene su questo.
BIsogna parlare di mercato, del costo della vita, e quindi anche d iquei servizi che la comunità nn riesce quasi più a fornire, causa soprattutto dei cntinui taglio a comuni e regioni.
Bisogna anche parlare d iquella criminalità organizzata, di cui tanto difficilmente mi sembra si voglia parlare, in quanto viene ad inquinare il mercato, favorendo sempre di più il lavoro nero, e causando sempre di più povertà. Inutile parlare di mafia e camorra nel senso di sconfiggerla... traffico di droga ed armi sono molto al di la della portata delle nostre argometnazioni... ma il pizzo, il racket sarebbe meglio dire, le infiltrazioni nelle P.A. che determinano anche il lievitare dei costi della sanità e dei servizi, l'uso che ne fanno le imprese del nord sono argomenti trattabili.
Credo che questi siano gli argomenti da affrontare.
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« Risposta #39 inserito:: Luglio 04, 2008, 06:04:16 am »

POLITICA

E nel partito nasce un fronte anti magistrati.

Latorre: "Questi qui vogliono farci ballare". Dubbi sulla presenza di Nanni Moretti

I girotondi assediano il Pd "Veltroni vuole lo scontro"

di GOFFREDO DE MARCHIS


 ROMA - "La posizione di Walter è stupida", dice la scrittrice Lidia Ravera che pure del Pd è una costituente. "Noi faremmo un regalo a Berlusconi? Ma mi faccia il piacere. Le parole di Veltroni sono un oltraggio", rincara Marina Astrologo, fondatrice dei girotondi. Finirà per ritorcersi contro il Partito democratico la manifestazione di martedì organizzata da Di Pietro e Micromega per contestare le norme ad personam del Cavaliere? Il rischio è molto molto concreto. "Se sarà così la colpa ricadrà tutta su chi dichiara che siamo quattro gatti, che con i nostri cortei non si vince. È Veltroni ad averla messa sul piano dello scontro", insiste la Ravera che per essere in piazza straccerà "un biglietto aereo" e abbandonerà la pace di Stromboli.

Il Pd è stretto tra due fuochi e da giorni il dalemiano Nicola Latorre sente nell'aria il brutto clima della solita sfida a sinistra piazza-partiti. "Ci vorrà la schiena diritta. Perché questi vogliono farci ballare", avverte. La lettera-invito di Antonio Di Pietro, pubblicata ieri sull'Unità, è stata accolta a Largo del Nazareno come una "provocazione". Caro Walter, vieni con noi, la "democrazia è in pericolo", scriveva l'ex pm. Messaggio rinviato al mittente, la nostra opposizione è diversa, ripete Veltroni, che dà appuntamento per la manifestazione d'autunno: "Saremo milioni", prevede.

Ma nel Partito democratico si allarga un altro fronte. Che non è in sintonia con Berlusconi, ma muovendosi in antitesi a Di Pietro e fuori linea rispetto a Veltroni, considera il tema giustizia "una priorità assoluta". Persino l'abolizione dell'obbligatorietà dell'azione penale fa proseliti.

Per Roberto Giachetti, deputato rutelliano, è un'urgenza. E fin qui tutto nella norma: Giachetti nasce con i radicali. Ma l'ex ds Francesco Tempestini condivide: "Cancellare quella norma è diventato un imperativo". La pensa allo stesso modo il quarantenne Alessandro Maran. E "apre" il magistrato prestato alla politica Lanfranco Tenaglia, che del Pd è ministro ombra della Giustizia: "Sì, si può discutere dell'obbligatorietà dell'azione penale. Ma non con un Berlusconi in pieno conflitto d'interessi giudiziario".

Comunque la disponibilità esiste, anche per una riforma del Csm. "Dovrebbe esistere un gruppo di lavoro del Consiglio che si occupa solo della professionalità dei giudici, per esempio. La separazione dei poteri così netta tra politica e magistratura nasce dall'esperienza del fascismo - spiega Tenaglia -. C'erano leggi speciali, tribunali speciali: era necessario spezzare con la Costituzione il legame tra esecutivo e magistratura. Ma quel sistema va attualizzato".

Capito perché Di Pietro e il Pd non possono calcare la stessa piazza?

Sensibilità diverse, ma un bersaglio comune: Berlusconi. Oltre questa soglia, però, poco unisce Partito democratico e girotondini in vista dell'8 luglio. "L'assenza dei politici? Una garanzia di successo", ironizza Marco Travaglio. "Io spero che ci siano tanti cittadini. E se il Pd sta alla finestra mica scarica Di Pietro, scarica i suoi elettori". Daria Colombo, moglie di Roberto Vecchioni e girotondina della prima ora, difende invece il Partito democratico: "Non andrò a Piazza Navona. Credo nel Pd. Nel 2002 la situazione era molto diversa, i partiti del centrosinistra erano logori, avevano bisogno di una scossa. Adesso bisogna avere fiducia in Veltroni". Perciò il suo omonimo Furio Colombo, deputato Democratico, ci ripensi: "Un parlamentare avrebbe il dovere di attenersi alle indicazioni del segretario. Non sa che così indebolisce il partito?".

Al contrario, la Astrologo pensa che "a forza di prendere le distanze, il Pd si smarrisce, non sa chi è e continua a interrogarsi consultando il suo ombelico". In questo ritrovarsi cinque anni dopo il debutto, manca, per il momento, il grande protagonista dei primi girotondi, l'inventore dello slogan "non perdiamoci di vista". La posizione di Nanni Moretti resta interlocutoria. Dicono dalle parti della Sacher Film: "Moretti non sa ancora se va".

(2 luglio 2008)

da repubblica.it
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« Risposta #40 inserito:: Luglio 04, 2008, 11:25:31 am »

Tornando al Welfare e ai problemi reali del paese, come lo vedete?

ECCO LE PROPOSTE DEL PARTITO DEMOCRATICO DAVANTI ALL'EMERGENZA SOCIALE DENUNCIATA DAL GOVERNO OMBRA
Le richieste del PD sono state illustrate dal ministro dell'Economia del Governo ombra, Pierluigi Bersani, e dal consigliere economico, Stefano Fassina.

"Di fronte ai dati sulle condizioni economiche delle famiglie - dice il PD - sull'andamento della finanza pubblica e sulle previsioni macroeconomiche chiediamo al Governo (anche formalmente, attraverso la risoluzione per l'approvazione del DPEF) di: portare l’inflazione programmata ad un livello sostanzialmente coerente con il mandato della BCE; ridurre la pressione fiscale nei confronti dei percettori di redditi di lavoro e di pensione attraverso l’innalzamento delle detrazioni dall’imposta sul reddito delle persone fisiche o un assegno o maggiorazione della pensione per i contribuenti incapienti (in alternativa all'elemosina attraverso la carta per la spesa, che dato le risorse per essa previste -200 milioni di euro solo per il 2008 equivarrebbe a poco più di due euro al mese per i pensionati al di sotto di mille euro di pensione). Innalzare le detrazioni fiscali sui redditi da lavoro e da pensione per un importo medio di 250 euro, vorrebbe dire compensare un punto di inflazione per un reddito di 25.000 euro all’anno; introdurre una detrazione fiscale ad hoc per le mamme lavoratrici al fine di contribuire alla copertura dei costi connessi alla cura dei figli; introdurre, a valere sulla quota a carico dei lavoratori e senza riflessi sui diritti pensionistici, un incentivo contributivo automatico sulla parte di retribuzione legata alla produttività; abolire la commissione di massimo scoperto e applicare la disciplina sulla portabilità dei mutui, unica condizione per ridurre davvero le rate mensili. Gli oneri degli interventi proposti sono valutati in circa 5 miliardi di euro all'anno. Per finanziare gli interventi proposti chiediamo al Governo di: rivedere il quadro tendenziale di finanza pubblica al fine di stimare in termini realistici l'indebitamento delle pubbliche amministrazioni per il 2008 e gli anni successivi; introdurre immediatamente misure di correzione delle uscite per consumi intermedi dello Stato, attraverso un pieno mandato alla Consip per la centralizzazione degli acquisti, e tagliare immediatamente metà della spesa in consulenze; reintrodurre le principali misure di contrasto all'evasione, al lavoro nero e al riciclaggio di denaro ed eliminare la norma (art. 83, c. 18, DL 112) che prevede la sostanziale eliminazione delle sanzioni per le violazioni fiscali constatate dalla Guardia di Finanza".
(dal sito del PD)
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« Risposta #41 inserito:: Luglio 11, 2008, 08:02:18 am »



Se i componenti il Gruppo ritengono che l'esperienza sia conclusa, anche solo per buona creanza, sarebbe utile segnalarlo e mettere tutto in archivio.

L'indifferenza è un male.

ggiannig
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« Risposta #42 inserito:: Luglio 11, 2008, 09:27:46 am »

IO non ritengo conclusa l'esperienza, ma non parlo per altri...
si può considerare "gruppo" una "coppia"? Felice
Mi piacerebbe andare avanti e come vedi ho provato a lanciare qualche segnale per partire con altro, essendo concluso il lavoro di darwin sugli straordinari... ovviamente ci sono cose che si possono buttare giù di getto su un forum, e ci sono cose che vanno studiate ed analizzate, per cu ila partecipazione qui è più lenta.
MI piacerebbe continuare a lavorare sull'Antimafia... ma a questo punto aspetto di capire se considerate chiusa l'esperienza o meno.
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« Risposta #43 inserito:: Luglio 11, 2008, 04:10:10 pm »

Io non vorrei chiudere.

Tu non vorresti chiudere.

I pochi altri?

Nei prossimi giorni o si rilancia aumentando il numero dei partecipanti o si archivia.

E' stato bello ma...

ciao
gianni.
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« Risposta #44 inserito:: Luglio 11, 2008, 05:56:05 pm »

Invece perchè non proviamo a tenere duro?
Qui da me, nel mio circolo, siamo solo in quattro a buttarci nelle cose, e stiamo cominciando a muovere un pò la situazione. PRoviamoci.
Io, con un briciolo di calma, mi rimetto al lavoro sul discorso dell'antimafia, che può sembrare un lavoro lontano e non alla portata: non credo di poter capovolgere il mondo, ma bisogna partire dalle basi culturali di questo paese, che è compito delle istituzioni promuvere. E allora qualche proposta può nascere.
Ti va di darmi una mano?
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