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Autore Discussione: Lo scrittore V. S. Naipaul "Vi racconto come ho ucciso mia moglie"  (Letto 2472 volte)
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« inserito:: Marzo 23, 2008, 12:09:21 pm »

22/3/2008 (9:20) - RETROSCENA, LA BIOGRAFIA DELLO SCRITTORE

Lo scrittore V. S. Naipaul  "Vi racconto come ho ucciso mia moglie"

Il premio Nobel ammette: si è spenta per la mia crudeltà

VITTORIO SABADIN
CORRISPONDENTE DA LONDRA


Nella motivazione con la quale gli assegnò il premio Nobel per la letteratura nel 2001, l'Accademia Svedese scrisse: «E' l'erede di Joseph Conrad. Il suo scrutinio incorruttibile ci mette di fronte alla realtà delle storie nascoste». Arrivato a 75 anni, lo scrittore Vidia «VS» Naipaul ha ora deciso di raccontare la più imbarazzante delle storie nascoste: la sua.

Che l'autore inglese abbia un pessimo carattere è noto e decine di ex amici parlano apertamente di cinismo, crudeltà e meschinità.
Ma una nuova biografia autorizzata, scritta da Patrick French dal titolo «The World Is What It Is» (Il mondo è quello che è) rivela fino a che punto queste caratteristiche abbiano permeato i comportamenti di tutta una vita e causato sofferenza alle persone che lo hanno amato e aiutato nel corso della sua brillante carriera. Senza alcun imbarazzo, parlando della prima moglie Patricia, conosciuta a Oxford negli Anni 50, e morta di tumore nel 1996, Naipaul ammette: «Penso si possa dire che l'ho uccisa io. L'ho consumata. Ha avuto le ricadute della malattia e ha sofferto a causa mia».

Dopo avere sposato Patricia, che le foto dell'epoca ci mostrano persa in uno sguardo triste, gli occhi già gonfi delle lacrime che avrebbe versato, Naipaul iniziò una relazione con Margaret Gooding, una ragazza più slanciata, smaliziata e carina, che andò avanti per un quarto di secolo. Fu lo stesso scrittore a rivelare alla moglie l'esistenza dell'amante: «Per me fu una liberazione - racconta -. Ma lei ne fu distrutta, era inevitabile». Patricia non lasciò il marito, con il quale passò 41 anni, ma l'umiliazione e la sofferenza non erano finite. Nel 1994, pochi giorni dopo avere subito una mastectomia, lesse su un settimanale una intervista nella quale il marito si vantava di avere frequentato prostitute con regolarità a Londra. Si procurava i numeri di telefono sui giornali e andava a incontrarle nel pomeriggio, quando «Pat» si recava a scuola per insegnare. Per Patricia - scrive Patrick French - questa realtà fu così disgustosa che non si riprese più. Morì due anni dopo. Naipaul avrebbe potuto a questo punto sposare la storica amante, ma la conclusione sarebbe stata probabilmente non degna del suo complesso carattere, né del finale dei suoi libri. Dopo tanti anni insieme, anche nel volto di Margaret erano comparse molte rughe: «La lasciai - racconta lo scrittore -. Aveva raggiunto la mezza età ed era diventata praticamente una vecchia signora». Il giorno dopo la cremazione di Patricia, Naipaul aprì invece la porta della sua casa nel Wiltshire a Nadira Khannum Alvi, una giornalista pakistana divorziata che due mesi dopo divenne, ed è ancora, sua moglie.

V Patrick French ha avuto accesso ai 24 volumi del diario tenuto da Patricia, venduti dallo scrittore con il proprio archivio per 620 mila dollari all'università di Tulsa, in Oklahoma. Una lettura straziante, che a quanto pare Naipaul non ha mai voluto affrontare, così come non leggerà - ha detto - la biografia che ne parla. La moglie, ormai dipendente dalle pillole di Mandrax, un sedativo, racconta come il suo ruolo fosse solo quello di cuoca e cameriera, mentre il marito partiva con Margaret Gooding per frequenti viaggi in India dove trovava ispirazione per romanzi e saggi.

A stupire, nella storia raccontata da French che il Daily Telegraph distribuirà a puntate, non è tanto la vicenda di uno dei più importanti scrittori contemporanei che maltratta la moglie per decenni, frequenta prostitute e ha una amante per 24 anni prima di lasciarla per sposare un'altra. Sono tutto sommato cose che capitano spesso. Incredibile è solo il candore con il quale Naipaul ammette tutto questo, evitando le uniche due parole che potrebbero forse rendercelo un poco più simpatico: mi dispiace.

da lastampa.it
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