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Autore Discussione: Massimo GRAMELLINI.  (Letto 331684 volte)
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« Risposta #375 inserito:: Novembre 30, 2012, 11:34:51 am »

Buongiorno
30/11/2012

L’ultimo treno

Massimo Gramellini


Come Bertoldo che non riusciva mai a trovare l’albero a cui impiccarsi, il Senato ha rinviato a martedì il voto di fiducia sul decreto che taglia i costi della politica, a causa di uno sciopero dei treni. 

Sono venuto a capo per consentirvi di smaltire l’incredulità. Martedì cosa si inventeranno, un’indigestione di cozze collettiva? Oltretutto pare che la storia dello sciopero sia una scusa raffazzonata lì per lì, pur di nascondere i dissidi interni ai partiti e giustificare la più politica di tutte le arti: il rinvio. Ma come fanno a non capire che qualunque verità risulterebbe meno fastidiosa di quella penosa bugia? Un Paese dove un operaio scompare in mare durante la bufera cadendo da una gru su cui non doveva nemmeno stare, e dove una barista pendolare muore di stanchezza alla fermata della metro dopo essersi alzata per l’ennesima volta di domenica alle quattro del mattino, ecco, un Paese così serio e duramente provato pretende di non essere offeso dagli sfoggi di tracotanza di coloro che dovrebbero fornire il buon esempio. Questa era davvero l’ultima occasione per un colpo d’ala. Immaginate il presidente dell’assemblea Schifani che annuncia alle telecamere: «Abbiamo deciso all’unanimità di restare a Roma nel weekend per votare una legge tanto attesa dall’opinione pubblica. Il Senato rimane aperto sabato e domenica. Invito i cittadini ad assistere dai palchi al nostro lavoro». Non dico che si sarebbero guadagnati la rielezione, ma uno sconto del venti per cento sulle pernacchie sì. Così invece niente, neanche la mancia. 

da - http://lastampa.it/2012/11/30/cultura/opinioni/buongiorno/l-ultimo-treno-UgaHYPTJr73yz4MJ6RDQdO/pagina.html
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« Risposta #376 inserito:: Dicembre 05, 2012, 10:03:04 pm »

Buongiorno
05/12/2012

Pontifex e le cavallette

Massimo Gramellini

In occasione del Santo Natale e del Santissimo Twitter, dove Benedetto XVI sbarcherà a giorni con il profilo Pontifex, da ieri è possibile inviare una domanda al Papa digitando un massimo di 140 caratteri sul telefonino. Gli italiani, popolo profondo e spirituale, ne hanno immediatamente approfittato per rivelare a Ratzinger i loro tormenti interiori. «Benedè, di’ la verità. Ogni tanto ce ’a metti ’a nutella dentro l’ostia?», «Se ti mando un po’ di casse d’acqua, mi rimandi indietro i boccioni di vino?», «Santo Padre, ma è lei a essere responsabile dell’evoluzione di Terence Hill da Trinità a don Matteo?», «Visto che c’hai contatti boni, ti fai dire perché Noè ha caricato quelle minchia di zanzare?», «Se qui sulla terra c’è il digitale terrestre, in paradiso hanno il digitale celeste?», «Ok l’invasione delle cavallette e la tramutazione dell’acqua in sangue, ma la Santanché era indispensabile?», «E’ vero che chi fa la spia è figlio di Maria?», «Si mette mai sui condotti d’aria con la gonna per imitare Marilyn Monroe?», «Se il diavolo veste Prada, lei veste Dolce & Gabbana?», «Che me prendi ’na stecca de sigarette, che ’ndo stai tu costano meno?», «Ti è piaciuto l’ultimo di Lady Gaga?», «Sopra la papamobile come stai messo co’ la sinusite?», «Ma er papa c’ha ’e scarpette rosse perché giocava a basket?», «E’ vero che il terzo segreto di Fatima è la birra non pastorizzata?».

 

Non si offenda, Santità. Siamo italiani. Comici per timidezza. E leoni da tastiera quando nessuno ci vede. Dal vivo, metà di questi le bacerebbe l’anello e l’altra metà, baciandolo, glielo sfilerebbe dal dito.

da - http://lastampa.it/2012/12/05/cultura/opinioni/buongiorno/pontifex-e-le-cavallette-ryqREflRILRPuJsNvHTEPN/pagina.html
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« Risposta #377 inserito:: Dicembre 08, 2012, 05:00:53 pm »

Buongiorno
08/12/2012

L’assurdo reale

Massimo Gramellini

Magari sono troppo cinico, o troppo repubblicano, ma non mi capacito che un’infermiera inglese, madre di due figli, si sia suicidata per la vergogna di avere abboccato a uno scherzo telefonico che ha creato qualche trascurabile grattacapo alla monarchia del suo Paese. Gli amanti del genere (la realtà è che non mi capacito nemmeno che esistano amanti del genere) sapranno già tutto: Jacintha, l’infermiera dell’ospedale che ospita la duchessa incaricata di sfornare l’erede al trono, prende la telefonata di una disc jockey australiana che si spaccia per la Regina. L’incauta abbocca e le passa la caporeparto, che racconta via etere alla finta sovrana il decorso felice della gravidanza ducale.
La goliardata intasa per qualche ora il flusso delle notizie inutili del globo. Pare che Jacintha non abbia retto all’umiliazione. L’ospedale non l’aveva sgridata, ma gli inglesi sono giapponesi biondi: molti di loro coltivano un esasperato e per noi incomprensibile senso dell’onore.

Adesso cominceranno i processi alla invadenza fatua delle radio e i più indignati saranno proprio quelli che le tengono accese tutto il giorno per ascoltare banalità a ruota libera, scappando terrorizzati appena qualcuno si azzarda a spostare la conversazione su temi meno futili.
Io invece continuo a pensare a Jacintha: all’enormità del suo sacrificio e alla modestia, almeno per me, della motivazione.
Forse è vero che gli inglesi sono così restii a manifestare le emozioni perché sanno in cuor loro di non riuscire a controllarle. 

da - http://lastampa.it/2012/12/08/cultura/opinioni/buongiorno/l-assurdo-reale-M3xjhu0UG4HC3Y9NPbTJOJ/pagina.html
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« Risposta #378 inserito:: Dicembre 12, 2012, 05:42:02 pm »

Buongiorno
12/12/2012

Vinca il migliore

Massimo Gramellini

A parte il mondo, cos’altro vorreste che finisse il 21.12.12? Io qualche idea l’avrei: i cacciaballe, i corruttori, i dispregiatori del diritto, i terrorizzati dalla morte che frequentano giovinezze comprabili e mettono fard sulle rughe e capelli arancioni sulla pelata. I populisti che sanno parlare solo alla pancia e hanno l’impudenza di chiamarla cuore. Gli omini di burro che fanno la spola fra il Paese dei gonzi e quello dei balocchi, e se lo spread sale, dicono, chi se ne importa dello spread. I grilli sparlanti che furono comici e adesso affermano senza sorridere: sono così democratico ma così democratico che se qualcuno dei miei ha qualche dubbio in proposito vada pure fuori dalle palle (oh yeah). Vorrei che finissero anche quelli come me, che appena i cacciaballe corruttori dispregiatori terrorizzati populisti ritornano in scena ormai solo come maschere grottesche, gli ringhiano addosso, accampando la scusa che sono ancora pericolosi mentre sono soltanto funzionali al desiderio rassicurante di continuare a parlare e a indignarsi delle stesse cose. Però vorrei che finissero anche quelli tra di voi che hanno ricominciato a parlare indignandosi di Lui, a guardare i programmi dove si parla indignandosi di Lui, a cercare gli articoli dove si parla indignandosi di Lui, salvo indignarsi perché si parla di nuovo troppo di Lui. 

 

Insomma, vorrei che il 21.12.12 Monti entrasse in politica e sfidasse Bersani, centrodestra europeo contro centrosinistra europeo, una campagna elettorale di progetti e non di insulti dove per una volta alla fine si potesse votare il migliore e non come sempre il meno peggio. 

da - http://www.lastampa.it/2012/12/12/cultura/opinioni/buongiorno/vinca-il-migliore-KPEeGnJssy3mWK1NAzszHN/pagina.html
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« Risposta #379 inserito:: Dicembre 14, 2012, 07:26:33 pm »

Buongiorno
14/12/2012

Il segreto di Pretty Woman

Massimo Gramellini


Com’è possibile che alla ventiduesima replica «Pretty Woman» abbia radunato ancora davanti al video quasi cinque milioni di persone? Esiste un filo onirico che unisce Cenerentola a Sissi, Sissi alla prostituta di Julia Roberts e la prostituta alle eroine di «Twilight» e delle «Cinquanta Sfumature»? E’ così originale la vicenda di un miliardario che affitta una escort (una sola, poi) per qualche cena elegante?

Le domande sono molte e, poiché esiste la fondata ipotesi che una delle ventidue repliche vi abbia attraversato la retina, non starò a ripercorrere la trama del film per filo e per segno. Basterà ricordare che «Pretty woman» racconta la fiaba d’amore fra una moderna cenerentola e un moderno principe azzurro: un finanziere prima della crisi dei mutui, quindi ancora circonfuso da un alone immacolato di irresistibilità. Ma un sogno esclusivamente materialista sarebbe evaporato in fretta. Se l’immaginario delle donne è rimasto segnato per sempre, ci deve essere qualcosa che agisce a livelli più profondi. Ho il sospetto che sia il rovesciamento dei ruoli nell’interiorità. La prostituta è povera e volgare, ma si vuole bene. Il manager è ricco e raffinato, ma si detesta. Il più disgraziato dei due, alla fine, è lui. Infatti la escort può anche ricominciare a vivere senza il lusso garantitole dal finanziatore. E’ il manager che si sente sperduto senza l’energia vitale della ragazza. Andando a riprenderla, non salva lei, ma se stesso. Meglio, si salvano a vicenda. Perché cos’è in fondo l’amore, se non l’eterna storia di due naufraghi che decidono di salvarsi a vicenda? 

da - http://lastampa.it/2012/12/14/cultura/opinioni/buongiorno/il-segreto-di-pretty-woman-E7YckqNo4PC7ulqQFpd1ZJ/pagina.html
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« Risposta #380 inserito:: Dicembre 15, 2012, 04:42:38 pm »

Buongiorno
15/12/2012

Le note spese e il paradosso del Cavaliere

Massimo Gramellini


In attesa della conferenza stampa del 21 dicembre in cui Monti rivelerà il contenuto della profezia dei Maya sulla sua candidatura a Palazzo Chigi, il centrodestra pop del trio lombardo Berlusconi, Bossi & Formigoni si trastulla con un pacco di note spese. 

Si tratta di una tipica specialità italiana. Da sempre gli spiriti grigi degli altri Paesi si fanno bastare una misera diaria e con essa hanno attraversato le loro spente vite senza mai sperimentare l’ebbrezza, la fantasia, diciamo pure la creatività che soltanto la nota spese garantisce, quando è compilata come si deve. Non sorprende che questo simbolo del Made in Italy vada oggi a incrociare le vivaci esistenze dei consiglieri di maggioranza della Regione Lombardia, il cui presidente ha un severo e dettagliato curriculum di crocierista a sbafo. 

I noti spenditori lombardi sono alcune decine. Li capeggia per fama un’igienista dentale, Nicole Minetti, che con i rimborsi istituzionali avrebbe comprato di tutto, dalla crema per il viso al sushi. Persino una copia del libro Mignottocrazia, che forse potrebbe rientrare alla voce «aggiornamento professionale». Al suo fianco il caro vecchio Trota, che con le note spese finanziate dai contribuenti di Roma Ladrona si sarebbe accaparrato videogiochi, bibite e sigarette. Fin qui il Bossino. Poi c’è il Bossetti - Bossetti Cesare, pure lui leghista - che nel 2011 avrebbe consumato quindicimila euro in pasticceria, nonostante oggi abbia dichiarato di essere diabetico. Pare di vederlo, questo Poldo longobardo, mentre si abboffa di bignole e croissant inneggiando alla Padania Libera e alla superiorità del panettone sulla pastiera. Ma il mio preferito è un altro leghista, Pierluigi Toscani, a cui si imputa l’acquisto compulsivo di lecca lecca e gratta e vinci. Va dunque immaginato nel suo habitat naturale, il bar, mentre alterna slappate a grattate. La sua nota spese traccia il profilo di una personalità variegata, capace di mettere in conto ai contribuenti la torta sbrisolona come le ostriche, senza mai rinunciare a un maschio rapporto con la natura, testimoniato dai 752 euro spesi per le cartucce da caccia. 

Sarebbe però ipocrita scagliarsi sui consiglieri lombardi, la cui percentuale di indagati ha ormai superato quella del colesterolo nel sangue, senza ricordare che negli anni delle vacche grasse la nota spese è stata un bene nazionale a cui hanno attinto con gioia molte categorie di privilegiati. Si narra di un manager pubblico che avrebbe presentato come cena uno scontrino di supermarket così formulato: «Prosc. 140 euro, Form. 130». E alla domanda del revisore dei conti - che riteneva un po’ elevata la spesa di prosciutto e formaggio, tanto da supporre che non di una porzione si trattasse, ma di stinchi e forme intere - avrebbe risposto sconsolato che purtroppo il medico gli aveva proibito di mangiare altro. 

Anche noi giornalisti abbiamo saputo mettere in campo dei fuoriclasse, e non solo alla Rai, dove una corrispondente dalla guerra del Golfo si meritò da Beniamino Placido il soprannome di Nostra Signora delle Note Spese. Della leggenda di questa professione fa parte il racconto dell’inviato reduce dal Sudamerica (sulla cui identità esistono varie versioni) che presentò come nota spese un foglietto qualsiasi con la giustificazione vergata a mano: «Passaggio a dorso di mulo: 1000 dollari» e la firma in calce «Pablo». Quando il contabile del suo giornale gli fece rispettosamente notare che si trattava di una indicazione un po’ vaga, egli si offrì di telefonare a Pablo, il proprietario del mulo, davanti a lui. «Quiero hablar con Pablo», urlò nella cornetta. Ma dopo un infinito silenzio abbassò gli occhi e sospirò: «Nooo! Pablo es muerto…».

Ora la festa è finita, ma restano da avvertire alcuni ritardatari. A tutto questo nota-spendere e nota-spandere va poi aggiunta la sensazione di ribollita che i nomi della Minetti e Bossi junior hanno provocato oggi al loro sbarco nelle redazioni e, immagino, nelle orecchie dei lettori. E’ da una settimana che il tempo sembra essersi fermato. Berlusconi, Ruby, Berlusconi, Trota, Bossi, Minetti, Berlusconi, Formigoni, Berlusconi, Berlusconi… Come se la puntina della Storia si fosse incantata su un graffio profondo e il disco non riuscisse ad andare avanti. 

Il nuovo scandalo lombardo accelera la resa dei conti fra i due centrodestra. Quello populista delle note-spese e quello europeista che le spese finora le ha fatte pagare ai soliti noti. Impossibile che si uniscano sotto la stessa bandiera, a meno che siate così creativi da immaginare Monti sul palco mentre canta l’inno di Forza Italia con la Santanché. Sembra un paradosso, ma se vent’anni fa Berlusconi fu l’artefice insostituibile della coalizione contrapposta alla sinistra, oggi ne è il principale e forse unico ostacolo. Se vuole davvero salvare l’Italia dai «cumunisti», il Cavaliere deve compiere il sacrificio supremo: ritirarsi a vita privata, portando con sé un po’ di noti, un po’ di note e possibilmente anche un po’ di spese. 

da - http://www.lastampa.it/2012/12/15/cultura/opinioni/buongiorno/le-note-spese-e-il-paradosso-del-cavaliere-5FDI7QNUqXa6ghaQjOQVkN/pagina.html
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« Risposta #381 inserito:: Dicembre 16, 2012, 11:57:41 pm »

Buongiorno
16/12/2012

In viaggio fino alla fine del mondo

Massimo Gramellini

Mi piace pensare che i Maya non avessero del tutto torto. Che il 21.12.12 non finirà il mondo, ma un altro comincerà a prendere forma.
Anch’io avrò la possibilità di farne parte, se smetterò di fidarmi ciecamente dei sensi, che intercettano solo una piccola fetta di realtà, e imparerò a rinvigorire il muscolo rattrappito dell’intuizione: «La voce degli dei» come la chiamava Jung, l’unica parte immutabile e immortale di me stesso. 

Per chi non ha, o non ha più, un lavoro o un affetto, la fine del mondo è già arrivata e questi sembreranno discorsi astratti, brodini caldi per anime intirizzite. Ma non è così. La crisi psicologica e poi - solo poi - economica in cui versiamo è anzitutto una crisi del modello materialista che ha dominato il Novecento. Se non torniamo a chiederci chi siamo, e non solo cosa abbiamo, finiremo per non avere più nulla. Qualunque profezia non va presa alla lettera: è l’indicatore di un cambiamento spirituale. Da qualche settimana ho coinvolto i lettori domenicali di «Cuori allo Specchio» nei preparativi del viaggio (clicca qui per leggerli). Ho chiesto di regalarmi i ricordi più belli della loro vita e in cambio ho offerto parole da mettere in valigia, tratte dai libri che mi hanno temprato il cuore. Per ultimo ho tenuto il più importante: il Simposio di Platone. Buon viaggio. 

http://www.lastampa.it/2012/12/16/cultura/opinioni/buongiorno/in-viaggio-fino-alla-fine-del-mondo-k92qOrTIKiW87gRGb54z4K/pagina.html
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« Risposta #382 inserito:: Dicembre 18, 2012, 06:02:00 pm »

Buongiorno
18/12/2012

Il sorpasso

Massimo Gramellini


La lezione di educazione civica impartita in tv con la consueta leggerezza da Roberto Benigni ha emozionato e istruito un Paese di maleducati civici che confondono la politica con i maneggi dei politici e non hanno il senso dello Stato perché è lo Stato che fa loro senso.
Invece le battute, attese e inevitabili, sul ritorno in campo di Berlusconi avevano un limite: facevano ridere meno di Berlusconi.
Non che fossero brutte. Alcune erano davvero gustose: «Ha diviso l’Italia in due: metà contrari e metà disperati». Ma ormai nemmeno un premio Oscar può rivaleggiare con l’originale mentre, sprofondato nel salotto di una sua dépendance televisiva, giustifica le notti allegre di Arcore sciorinando una litania di disgrazie: mia mamma era morta, mia moglie mi aveva lasciato e io ero stanco, solo e abbandonato da tutti… Sembrava John Belushi in «Blues Brothers», quando per giustificarsi con la fidanzata mollata davanti all’altare tira in ballo qualsiasi cosa, persino
l’invasione delle cavallette. 

Per la prima volta nella storia dai tempi di Nerone il politico ha sorpassato l’artista. Una parte di me, non ho ancora capito quale, prova una sorta di reverenza estatica nei confronti del talento impudente di quell’uomo. Ci prende in giro da vent’anni, però con un’inventiva e una compenetrazione nella parte che avevano soltanto le conferenze stampa giovanili di Maradona e i personaggi tragicomici di Vittorio Gassman.
Solo che, a differenza degli attori, anche dei più grandi, Berlusconi non fa Berlusconi. Lo è. Peggio: crede fermamente di esserlo.

DA - http://www.lastampa.it/2012/12/18/cultura/opinioni/buongiorno/il-sorpasso-DlzCCbClG9sUMQSgKP9OJO/pagina.html
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« Risposta #383 inserito:: Dicembre 21, 2012, 05:05:49 pm »

Buongiorno
21/12/2012

Io sto con Platone

Massimo Gramellini

Secondo il vescovo di Senigallia monsignor Odo Fusi Pecci, il cattolico Vendola non è un vero cattolico ma un pervertito, perché le relazioni omosessuali sono contrarie al piano di Dio, che ci ha creati uomo e donna per mettere al mondo dei figli. Si potrebbe ribattere che con un piano simile avrebbero qualche problema anche i preti. Ma si avvicina il Natale e mi accontento di regalare idealmente al vescovo un testo anteriore e complementare ai Vangeli, il Simposio, scritto dal pensatore più spirituale di ogni epoca, Platone. Fra le tante cose, tutte mirabili, il filosofo greco racconta il mito dell’androgino. Gli esseri umani delle origini appartenevano a tre generi: il maschio, la femmina e l’androgino, provvisto di entrambi gli organi riproduttivi. Ma gli uomini fecero arrabbiare gli dei e Giove decise di punirli affettandoli in due. Da allora l’androgino vaga in cerca della sua metà di sesso opposto. E la stessa cosa fanno - con grande dispetto del monsignore - il maschio e la femmina dimezzati, che trovano pace solo nel riunirsi alla metà mancante e identica a loro. L’energia divina che muove la danza di tutte queste metà si chiama amore ed è uguale per tutti, etero e omosessuali. Le perversioni non sono dunque figlie dell’accetta di Giove, ma dei pensieri ossessivi di certi uomini, per lo più maschi e per lo più bigotti.

P.S. Oltre che con Platone, in questi giorni di festa sto con un altro antico, Pannella, e con la sua battaglia di civiltà per un carcere che non ci faccia vergognare di essere maschi, femmine, androgini, come ci pare, ma umani. 

da - http://lastampa.it/2012/12/21/cultura/opinioni/buongiorno/io-sto-con-platone-Cd51upU128FwZOxtBY527O/pagina.html
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« Risposta #384 inserito:: Dicembre 21, 2012, 05:07:19 pm »

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20/12/2012


Il Silvio show che sequestra la politica

Massimo Gramellini

I Maya avranno anche previsto la fine del mondo, ma nemmeno il messicano più visionario si sarebbe spinto a immaginare un 21.12.12 così svuotato di politica e così straripante di berluscaggini e giochetti di potere. Mentre gli italiani risparmiano sui regali e dirottano la tredicesima per pagare debiti e tasse, lo schermo irradia le immagini del Cavalier Ganassa concionante da tutti gli strapuntini di sua e nostra proprietà, intervallate da quelle di politici di destra e sinistra che escono a testa bassa da riunioni frenetiche, in cui l’unico argomento all’ordine del giorno è la loro sopravvivenza. 

I partiti si scompongono e si ricompongono, frantumandosi in decine di sottomarche dai nomi fantasiosi per garantire a decine di sottopancia un posto da condottiero. Il solo assillo è il posto in lista. La sola vergognosa certezza è che, nonostante le promesse di cambiamento e un anno di governo tecnico per mantenerle, si voterà ancora con il Porcellum per eleggere lo sproposito di mille parlamentari che continueranno a godere di privilegi incompatibili con le condizioni di vita delle persone comuni.

Pur con tutti i loro limiti, l’azione di Monti e le primarie del Pd avevano avuto il merito di rimettere al centro del dibattito politico la realtà: il lavoro, la riforma dello Stato Sociale e il ricambio generazionale. Persino i litigi da talk show vertevano su temi terribilmente concreti, ancorché immateriali come lo spread. Ma è bastato che tornasse in scena Tu Sai Chi perché la situazione precipitasse di nuovo nel buco nero in cui da noi periodicamente scompaiono le cose serie. Berlusconi è un maestro di comunicazione primordiale e sa parlare alle budella infiammate come nessun altro. D’incanto il dramma delle famiglie che non arrivano a fine mese è passato in secondo piano e sulla scena c’è stato soltanto lui, con i suoi patemi da miliardario incompreso, i suoi guai giudiziari, le sue fidanzate belle fuori ma anche dentro, il suo prontuario di ricette facili e di capri espiatori fin troppo comodi. 

Lui, e quelli cresciuti con o contro di lui: è tutto un rifiorire di Fioroni e di Sacconi, di La Torre e di La Russa, notabili senza tempo che si interrompono a vicenda in una sinfonia dodecafonica che ha come spartito il vuoto. Non si ode il fremito di un’idea complessa, di un progetto coerente, di un pensiero che non sia la riproposizione stracca di slogan superficiali. Quando non si occupano di Berlusconi, i progressisti parlano di lotta agli evasori, i tecnocrati di tagli agli sprechi e i populisti di tagli ai privilegi. Tutti alimentano l’illusione che per salvare l’Italia bastino le forbici, mentre urge una flebo di ricostituenti. Spendere di meno non serve a nulla, se non si riesce a guadagnare di più. O se si pensa di abbassare il costo del lavoro riducendo gli stipendi, anziché le tasse sugli stipendi. Tanto più che le parole della propaganda nascondono trappole e i tagli agli sprechi si tradurranno come sempre in tagli ai servizi sociali e la lotta agli evasori in aumento delle tasse per chi già le paga.

L’altra sera, a Ballarò, per sentire il respiro della politica ho dovuto attendere notte fonda, quando un giovanotto di ottantacinque anni ha preso la parola per dire che l’Italia potrà fare tutti i sacrifici che vuole, ma si risolleverà soltanto quando sarà capace di attirare gli investimenti esteri con una giustizia civile più affidabile e uno snellimento della burocrazia. Quel giovanotto non era un politico, ma un esperto di dinosauri d’altro genere, Piero Angela. Che alla vigilia del 21.12.12 mi sarei ritrovato a desiderare Piero Angela premier, nessun Maya lo avrebbe potuto prevedere. Nemmeno io.

da - http://lastampa.it/2012/12/20/cultura/opinioni/buongiorno/il-silvio-show-che-sequestra-la-politica-xZymng97dBcosE0npT5x9M/pagina.html
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« Risposta #385 inserito:: Dicembre 24, 2012, 06:49:13 pm »

Cronache
24/12/2012

Sarà l’anno del coraggio

Correremo il rischio di perdere pur di continuare a sognare


Massimo Gramellini

Ivan, lettore disoccupato e pressoché adulto, mi scrive che non ha alcuna intenzione di cambiare la sua vita. 

Come il cane Argo aspettò vent’anni il ritorno di Ulisse - dice - io resterò fermo, aspettando che la mia amata patria ritorni grande e mi dia finalmente sicurezza e lavoro.

Caro Ivan, apprezzo la tua fiducia nel destino di questo nostro mirabile e strampalato Paese. Però, non fosse altro che per ingannare l’attesa, ti suggerisco di sgranchirti le gambe, cioè il cuore e la testa. Vorrei che per te, per me e per tutti il 2013 diventasse l’anno del coraggio. Non hai più niente da difendere e nessuno a cui delegare la soluzione dei problemi. 

Una nuova classe politica? Mah, speriamo. Intanto è preferibile assumere l’iniziativa, meglio se in compagnia di chi condivide il tuo stesso obiettivo. Osare il cambiamento, che è anzitutto la rottura di uno schema mentale conservatore che prima ti porta a dire: «Non si può fare». E subito dopo: «Ma l’ho sempre fatto», pur di continuare a non farlo. Lo so, Ivan: a frenare la tua voglia di immaginarti diverso è la paura del dolore. Ma nella vita ho fatto una scoperta che ti metto volentieri a disposizione: sofferenza e gioia sono vibrazioni della stessa corda. Se tu la strappi per non soffrire, non riuscirai più nemmeno a godere. È per questo che, in amore come sul lavoro, occorre avere coraggio. Il coraggio di riattaccare la corda. Di essere disposti a correre il rischio di una sconfitta pur di inseguire il proprio sogno di gloria, qualunque esso sia.

da - http://lastampa.it/2012/12/24/italia/cronache/sara-l-anno-del-coraggio-correremo-il-rischio-di-perdere-pur-di-continuare-a-sognare-E1bp1fJBIv7ZckMIFiHXJM/pagina.html
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« Risposta #386 inserito:: Dicembre 28, 2012, 04:12:30 pm »

Buongiorno
27/12/2012

Cinguettio tecnico

Massimo Gramellini

Alla notizia che, dopo il Papa, persino Mario Monti e sua sorella Agenda si erano messi a scrivere su twitter - la sera di Natale, poi, quando le persone serie un tempo giocavano a tombola - mi sono sentito tanto solo. Anche noi pochi, noi felici pochi, che non sappiamo cosa sia twitter e, se anche lo sappiamo, diamo troppa importanza alla parola scritta per farne oggetto di una conversazione. Ecco, anche noi sentiamo il bisogno di comunicare sinteticamente agli altri la nostra visione del mondo. 

 

Così ho pensato di convocare Barbara D’Urso per rilasciarle un’intervista di un’ora e mezza senza contraddittorio. Mi hanno spiegato che si trattava di un’idea superata e che comunque era già venuta in mente a qualcun altro. Allora mi sono chiuso in un silenzio gravido di pensieri cupi. Ci aspettano mesi di forsennati cinguettii. Monti twitterà le tabelle del Fondo Monetario, Bersani ritwitterà le metafore di Crozza, Alfano twitt-negherà che Agenda Monti sia la nipote di Mubarak e Grillo blog-maledirà chiunque non la pensi come il suo auricolare Casaleggio. Intanto un imbonitore giunto alla sesta replica si asserraglierà negli studi tv per scongelare promesse stantie agli anziani come lui che non usano twitter.

 

Ai pensieri sulle elezioni se ne associavano altri più egoistici. Che ne sarà del mio mestiere, se passa l’idea che ci si può rivolgere al mondo saltando il filtro del giornalista? Quale autorità rimane a un sacerdote, quando il fedele non lo considera più un intermediario fra sé e Dio (che in questo caso è l’opinione pubblica)? Vuoi vedere che per raccontare la vita ci toccherà spegnere il telefono e tornare in strada a raccattare storie? 

da - http://lastampa.it/2012/12/27/cultura/opinioni/buongiorno/cinguettio-tecnico-UJLUnQs01qHviZP65b8LdN/pagina.html
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« Risposta #387 inserito:: Dicembre 28, 2012, 11:56:52 pm »

Buongiorno
28/12/2012

Uguale per tutti

Massimo Gramellini

Sono giorni di vacanza e di incubi. Gli spettatori in cura disintossicante accendono il televisore alle ore più strane per scongiurare le visite del noto imbonitore. Invano. Ieri è spuntato a Unomattina nel mezzo della colazione, ma ormai potrebbe irrompere ovunque, persino nei cartoni animati: si teme per la tenuta nervosa di Paperino. Anche lui, comunque, ha i suoi begli incubi. Non passa giorno senza che qualche alpinista della Bocconi salga in politica e senza che i comunisti di ogni risma e colore gli gettino addosso la candidatura di un magistrato. Da Ingroia al procuratore antimafia Piero Grasso. Nei pisolini che schiaccia durante i trasferimenti da uno studio tv all’altro, se li immaginerà già assiepati nell’aula di Montecitorio. Centinaia di indici accusatori puntati contro di lui: dove e con chi si trovava, la notte del…? 

I magistrati in Parlamento non mi scandalizzano. Mi scandalizzano di più i condannati. Solo in Italia c’è bisogno di una legge per vietare ai birboni di candidarsi: altrove non troverebbero elettori disposti a votarli. Semmai il problema del magistrato è quello del buon ginnasta: l’atterraggio al termine dell’esercizio. Finita l’esperienza politica è lecito che riprenda a giudicare? Un avvocato è di parte per antonomasia. Il magistrato no. Dopo avere militato in uno schieramento parlamentare non può tornare al suo mestiere precedente come un professionista o un imprenditore. Bene ha fatto Grasso a non chiedere l’aspettativa, ma il pensionamento anticipato. Un gesto che suona quasi come denuncia silenziosa di coloro che non lo hanno compiuto.

DA - http://lastampa.it/2012/12/28/cultura/opinioni/buongiorno/uguale-per-tutti-8eOxRd4Hv7rYFksOtB1ngN/pagina.html
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« Risposta #388 inserito:: Gennaio 09, 2013, 05:19:30 pm »

Buongiorno
09/01/2013

La vita è altrove

Massimo Gramellini


Riporto volentieri il pensiero del lettore Marco Pz. La campagna elettorale appena incominciata è già inguardabile, illeggibile, inascoltabile. Tonnellate di discussioni su poltrone, alleanze e schieramenti. E poi twitter, il nuovo giocattolo, il salotto vip in versione tascabile dove i potenti spettegolano tra loro di poltrone, alleanze e schieramenti. Non uno, dicasi uno, che indichi una visione del mondo, una direzione di marcia. Non una parola, dicasi una, su agricoltura, urbanistica, filiere a chilometro zero, turismo, cultura, protezione del territorio, trasporti, scuola, ospedali. Non un progetto, dicasi uno, che tenga insieme le voci di quell’elenco e magari vi aggiunga gli asili nido e l’assistenza a malati e anziani. La vita vera. Quella di cui parlano a cena, e non su twitter, le persone vere. Cosa hanno realizzato i candidati nel corso della carriera sui temi che riguardano «noi» e non «loro»? Cosa pensano della Cina, della Russia, delle guerre in corso nel mondo, di tutto ciò che succede in un raggio maggiore di dieci centimetri dal loro ombelico? Nel silenzio degli interessati, l’unico programma elettorale lo stanno scrivendo, giorno per giorno, le famiglie, le associazioni di volontariato e le aziende che mandano avanti la baracca e, non ricevendo nulla dalla politica, si accontenterebbero che la politica smettesse di intralciarle con la burocrazia.

Difficile dare torto a Marco Pz: da decenni (penso all’economia sommersa) l’Italia va avanti, o almeno non troppo indietro, nonostante la politica. E’ la sua salvezza. Purtroppo è anche la sua dannazione.

da - http://www.lastampa.it/2013/01/09/cultura/opinioni/buongiorno/la-vita-e-altrove-nSGA1HlCzYQg9PIVkdJNsK/pagina.html
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« Risposta #389 inserito:: Gennaio 13, 2013, 04:33:37 pm »

buongiorno
12/01/2013

Senza memoria

Massimo Gramellini

Non mi stupisce che a un anno dall’affondamento la Concordia sia ancora lì, coricata su un fianco, immagine-simbolo di un Paese alla deriva. Mi stupisce che Schettino non sia ancora ministro dei Trasporti. Succederà. Non si è appena candidato Moggi? Gli italiani non hanno memoria. 

Tranne uno che ricorda sempre tutto. Per esempio che coi comunisti, da Occhetto a Santoro, si rimediano figuroni. I comunisti, suo elisir di lunga vita. Il veleno sono i democristiani. Come Prodi, che lo ha sempre battuto. O come Renzi, contro il quale non si sarebbe mai presentato, ma che la sinistra gli ha tolto di mezzo in un ennesimo slancio di generosità.

L’uomo dalla memoria lunga sa che i suoi elettori ce l’hanno corta, cortissima. Se oggi stanno peggio di ieri, danno la colpa a chi li governa oggi. Non a chi, sgovernandoli fino a ieri, ha costruito l’oggi. Se ne infischiano del rapporto causa-effetto. Per loro la vita è un eterno presente di cattivi umori. Le emozioni sono la stella cometa. E risuonano nei chakra più bassi, quelli dell’ego, irrobustiti da decenni di pubblicità. Nessuno sa raggiungerli meglio del grande illusionista che con coraggio, faccia tosta e indubbio talento di venditore si presenta ogni volta sulla scena del disastro da lui prodotto come se ne fosse la vittima nonché l’unico in grado di porvi rimedio. Il tribuno del Movimento Canale 5 (Stelle) ha abbastanza memoria da ricordarsi che i pinocchi senza memoria si stufano in fretta del Grillo Parlante in loden, come di quello barbuto e sbraitante. Preferiscono prestare orecchio a un omino di burro che da vent’anni promette il Paese dei Balocchi. 

da - http://www.lastampa.it/2013/01/12/cultura/opinioni/buongiorno/senza-memoria-ME5Fuda5ic0LfGXXcpXRhP/pagina.html
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