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Autore Discussione: MARIO MONTI. -  (Letto 42146 volte)
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« Risposta #60 inserito:: Gennaio 21, 2013, 07:54:31 pm »

Monti risponde a Ft e attacca ancora i partiti: "Con i loro apparati riforme impossibili"

Per il Professore, definito "poco adatto a governare l'Italia" in un editoriale di Wolfgang Munchau, l'autore "ha una vecchia polemica con Merkel e vorrebbe che tutti dessero colpi d'ariete per far saltare l'Eurozona".

Poi il Professore rincara sulle riforme: "Società civile si impegni in prima persona. Questo è il mio obiettivo"


ROMA - "Senza il nostro risanamento in tempi così brevi e la nostra azione di spinta per lo scudo anti-spread, anche la Bce non avrebbe potuto fare il molto che poi ha fatto". Così Mario Monti, in un'intervista al Tg 2, replica all'editoriale del Financial Times in cui viene definito come "poco adatto" a governare l'Italia. Per Monti, l'autore dell'editoriale è animato da "una vecchia polemica con Merkel".

"Non me l'aspettavo dal Financial Times, ma da Wolfgang Munchau (il nome dell'autore, ndr) sì, uno specifico editorialista che ha una vecchia polemica con Merkel e vorrebbe che tutti dessero colpi d'ariete per far saltare l'eurozona" ha spiegato il Professore al Tg2. "Domani sul Financial Times - anticipa Monti - ci sarà una lettera che fa capire a Munchau perché le sue frustrazioni verso la Germania non sono necessariamente da scaricare su chi in condizioni difficili ha governato l'Italia".

Monti è poi tornato sulla giornata di ieri, con l'apertura della sua campagna elettorale e la presentazione dei 400 candidati della lista "Scelta Civica" al Kilometro Rosso di Bergamo. "Ieri è stato un passaggio faticoso ma doveroso per l'Italia, perché per dare lavoro ai giovani servono riforme molto incisive. Riforme che nell'ultimo anno ho constatato che possono essere avviate, ma non portate fino in fondo con i partiti e i loro apparati" ha ribadito Monti, richiamando un passaggio del suo discorso a Bergamo.

"Per questo - ha aggiunto il Professore - è necessario che la società civile si impegni di più in prima persona. Questo è il mio obiettivo e la presentazione delle liste ieri mi ha incoraggiato". Il ritorno alla crescita "è possibile, necessaria - ha avvertito Monti - ma non con la continuazione delle politiche degli ultimi 20 anni. Ecco perché mi sono deciso a questo passo".

(21 gennaio 2013) © Riproduzione riservata

da - http://www.repubblica.it/politica/2013/01/21/news/monti_ribatte_a_financial_times-51012923/?ref=HRER2-1
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« Risposta #61 inserito:: Gennaio 25, 2013, 11:15:09 pm »

Mps, Monti: "Il Pd c'entra, ha avuto influenza".

Ira di Bersani. Grilli: "Dirò tutto martedì"

Il presidente del Consiglio uscente attacca il Partito democratico sulla vicenda del Monte Paschi.

Vendola: "Parole sgradevoli". Il segretario: "Il Professore per un anno è stato zitto, adesso ci critica quotidianamente"


ROMA - E' sul caso Montepaschi che si combatte in queste ore la campagna elettorale. E ad aprire le danze è, di prima mattina, il premier dimissionario Mario Monti. "Non voglio attaccare Bersani, ma il Pd c'entra nella questione Mps. Critico piuttosto la commistione fra banche e politica", dice ospite a Radio Anch'io su Radio Uno, in merito alla vicenda della banca di Siena. E Pierluigi Bersani risponde dall'assemblea della Cgil: "Monti adesso trova un difetto al Pd tutti i giorni, mentre per un anno non ne ho mai sentiti". Il premier uscente alla radio sottolinea che "Il Partito democratico è coinvolto in questa vicenda perchè ha sempre avuto grande influenza sulla banca attraverso la sua fondazione e il rapporto storico con il territorio culturale e finanziario senese". Per Monti "il fenomeno antico della commistione tra banche e politica è una brutta bestia che va sradicata", che siano poi i partiti a puntarsi l'indice l'uno contro l'altro: "Lascio ad altri le corride elettorali", sentenzia.

Il governo non ha colpe. "Il governo non ha responsabilità - aggiunge il leader di Scelta Civica-  ma deve evitare che ci siano problemi nel sistema bancario italiano e assicurare il buon funzionamento delle autorità indipendenti".  I risparmiatori italiani,
messi a dura prova nei loro nervi, "devono sapere che le banche italiane sono state tra le più solide durante la crisi finanziarie", sottolinea Monti.

L'Imu non è un regalo a Mps. Quanto alle polemiche sollevate da chi ha accusato il governo di aver introdotto l'Imu per salvare il Monte dei Paschi, Monti replica: "I soldi dell'Imu vanno al settore pubblico, ci vanno e ci restano. C'è una nuvola terroristica circa gli importi relativi alla questione su Mps diventati oggetti di corride politiche". Il governo, precisa il premier, "non ha fatto alcun regalo al Monte dei Paschi di Siena: si tratta di un prestito di 2 miliardi, con un interesse molto oneroso pari al 9 per cento, mentre i restanti 1,9 miliardi sono rimborsi dei precedenti Tremonti bond". E chiarisce che il prestito "è stato previsto non di iniziativa italiana ma dall'autorità bancaria europea che ha modificato i criteri per l'adeguatezza di tutte le banche in Europa e ha richiesto una maggiore capitalizzazione di Mps". L'Ue, infatti, ha delle regole che disciplinano gli aiuti di stato e i prestiti fatti dalle banche a tassi inferiori sarebbero aiuti di stato e incorrerebbero nella disciplina Ue: questo rende più oneroso il prestito e tranquillizza il contribuente, "perché non si tratta di regali - specifica il Professore - o assegnazioni a fondo perduto ma di prestiti a tassi onerosi in fondo convenienti per lo stato". In ogni caso Monti ha "piena e totale fiducia nella Banca d'Italia e nei confronti del governatore Ignazio Visco, così come nel ministro dell'Economia Vittorio Grilli". Grilli che, dopo le tensioni delle ultime ore con Bankitalia, ora prende tempo: "Tutto quello che ho da dire lo dirò nell'audizione che martedì avrò in Parlamento in Commissione finanze". E prova a smorzare le polemiche: "L'unica cosa che mi preme dire è che ho letto interpretazioni in cui alcuni mi attribuiscono critiche sulla autorità di vigilanza. Ribadisco la mia assoluta fiducia e stima sulla Banca d'Italia di ieri e di oggi".

Le reazioni dei leader politici. Il primo a rispondere a Monti sulla questione del presunto coinvolgimento del Pd nella vicenda del Monte Paschi è Nichi Vendola. "E' sgradevole sentire che Monti dà lezioni al Pd di buona finanza", sostiene il leader di Sel all'assemblea della Cgil, e sulla questione Monte dei Paschi, "farebbe bene a tacere". Vendola ha sottolineato che per anni il centrosinistra ha denunciato i rischi "della finanza dei derivati e non ha mai avuto in Monti un interlocutore attento". Il governatore della Puglia racconta di aver scritto al Professoresollecitando una maggiore regolamentazione sui vari strumenti della finanza. "Ma - sottolinea- ogni volta che si tratta di intervenire sulla base della piramide sociale lo si fa con una grande velocità mentre quando si deve intervenire sul vertice ci sono problemi tecnici. Evidentemente la tecnica è competente sui deboli non sui più forti". Pier Ferdinando Casini, invece, chiama in causa il 'rottamatore': "Se c'è una responsabilità politica? Sì, come ha detto Renzi, che è il sindaco di Firenze e conosce bene Siena, ci sono responsabilità evidenti della sua parte politica. Se lo dice Renzi faccio fatica a non dirlo io". Per il capogruppo Pdl al Senato Maurizio Gasparri tra Monti e Bersani si assiste a "uno scaricabarile indecoroseo", mentre Francesco Storace, segretario de La Destra, si chiede su Twitter: "Spariscono 4 miliardi di euro da una banca. Il partito di riferimento farfuglia, la magistratura sta ferma. Ma le manette non scattano?". Il caso Monte Paschi per Giorgia Meloni è "un triste esempio dell'operato di Monti" e per Gianpiero Samorì, imprenditore e candidato alle elezioni con il Mir, lo Stato dovrebbe intervenire per togliere il controllo del Monte dei Paschi dalla Fondazione, e far diventare l'istituto una banca pubblica.

(25 gennaio 2013) © Riproduzione riservata

da - http://www.repubblica.it/politica/2013/01/25/news/mps_monti_il_pd_c_entra_ha_avuto_influenza-51240951/
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« Risposta #62 inserito:: Gennaio 25, 2013, 11:16:25 pm »

Il Pd a Monti: "Solo ora ci trovi dei difetti?"

E il Prof apre al Pdl ma senza Berlusconi

Il premier durissimo con Pd e Pdl: "Per venti anni hanno rovinato l'Italia".

Ma manifesta disponibilità ad accordi con la destra senza il Cavaliere.

La replica del segretario dei democratici


ROMA - La misura è colma e il Pd sbotta contro Mario Monti. Il crescendo di attacchi del Professore ai democratici ha assunto oggi toni molto duri. Il leader di Scelta civica, ospite di Radio Anch'io su Radio Uno, ha prima accusato il partito di Pierluigi Bersani di essere coinvolto nella vicenda del Monte dei Paschi di Siena. Poi ha lanciato critiche sia destra che a sinistra, colpevoli di aver messo l'Italia in ginocchio negli ultimi vent'anni, e ha aperto al tempo stesso uno spiraglio su un'ipotetica alleanza con il Pdl ma senza Berlusconi. La reazione del Partito democratico non si è fatta attendere. Il segretario, dal palco dell'assemblea Cgil, ha replicato con sdegno: "Monti per un anno è stato zitto, solo ora ci trova un difetto al giorno". Una risposta poi rafforzata anche dal tweet di Dario Franceschini: "Ascolto Monti attaccare Parlamento e Pd - scrive il capogruppo dei democratici alla Camera - e mi chiedo se è lo stesso premier che abbiamo sostenuto o un suo sosia a caccia cinicamente di voti".

Pd e Pdl hanno messo l'Italia in ginocchio. Il leader di Scelta Civica, alla radio, dopo essersi lasciato alle spalle la questione Mps, parla dapprima di un ipotetico accordo con il Pd. "Dipenderà da quali politiche l'onorevole Bersani riterrà di mettere in campo", risponde Monti. "Se sono quelle che vengono espresse con piena legittimità dalle componenti più massimaliste - aggiunge - non ci sarà proprio la possibilità di un lavoro comune". Poi l'apertura al Pdl:  "Poniamo che il Pdl, magari non sempre guidato dall'onorevole Berlusconi... si potrebbe benissimo immaginare una collaborazione con quella parte, una volta mondata ed emendata dal tappo che impedisce le riforme". Del resto, per il Professore, "chi è contento di quello che è successo negli ultimi vent'anni, ha la scelta facile: basta che voti o il Pd collegato con l'estrema sinistra o il Pdl collegato con la Lega, che hanno tenuto in piedi o in ginocchio per vent'anni l'Italia". Per Monti Scelta Civica è l'unica novità nel panorama politico dell'ultimo ventennio: "'Ho voluto dare agli italiani una possibilitò nuova", osserva.

Costi della politica. "Abbiamo proposto di fare molto di più" sui costi della politica, ma per quanto riguarda le regioni e altro "gran parte del nostro lavoro è stato bloccato in Parlamento", sostiene il premier uscente, che aggiunge: "Occorre ridurre anche di molto i costi della politica" ma sarebbe necessaria "una maggioranza formata" da persone meno legate agli apparati. Il leader di Scelta Civica ribadisce poi che tra i primi atti parlamentari ha intenzione di presentare un disegno di legge per modificare la legge elettorale visto che sul Porcellum le forze parlamentari hanno fatto "solo moine".

Andrò nelle piazze. Monti infine annuncia l'avvio del suo tour elettorale. "Girerò per l'Italia con i limiti che derivano dal fatto che sto gestendo un governo ancora in carica.

Domani sarò a Milano, anche nelle strade e nelle piazze".

(25 gennaio 2013) © Riproduzione riservata

da - http://www.repubblica.it/politica/2013/01/25/news/monti_destra_e_sinistra_hanno_rovinato_l_italia_accordo_con_il_pdl_ma_senza_berlusconi-51247523/
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« Risposta #63 inserito:: Gennaio 28, 2013, 11:33:50 pm »

Il premier ospite di Omnibus

Fisco, Monti promette: «Giù l'Imu dal 2013 e Irpef e Irap dal 2014»

«Più detrazioni su prima casa e figli. Escludo manovra bis ma dipende dal voto».

A Bersani: «Se parlo di Mps mi sbrana»


Mario Monti, ospite di Omnibus, illustra il suo programma in materia fiscale. A cominciare dall'imposta sulla casa: «Imu ridotta dal 2013, e cioè accrescere la detrazione sulla prima casa da 200 a 400 euro e il raddoppio delle detrazione da 100 a 200, per ciascun figlio e anziano a carico fino a un massimo di 800 euro». «Il costo stimato - ha detto il leader di Scelta Civica - è due miliardi e mezzo; la copertura viene dal contenimento della spesa corrente primaria pari a circa 3 miliardi. Sull'Irap, il programma prevede, una "riduzione favorevole al lavoro dal 2014" con "l'eliminazione del monte salari dalla base imponibile dell'Irap"». Il totale, ha spiegato, «sarà pari al dimezzamento dell'attuale carico fiscale sul settore privato, circa 11,5 miliardi di imposta in meno in cinque anni sulle imprese». Infine il capitolo Irpef: «Meno Irpef dal 2014, vogliamo ridurre il peso dell'imposta a partire dai redditi medio bassi attraverso l'aumento delle detrazioni per i carichi familiari e la riduzione delle aliquote a partire da quelle più basse, complessivamente nella legislatura ridurremo il gettito Irpef di 15,5 miliardi».

ESCLUDO MANOVRA BIS - Il presidente del Consiglio ha anche escluso «per ora» la necessità di una manovra bis. Per il momento una manovra correttiva dei conti pubblici per il 2013 «io la escludo, ma naturalmente non escludo niente dopo l'esito del voto». Quindi per Monti questo dipende dall'esito del voto del 24 febbraio. «Anche se nel 2013 il Pil andasse peggio di quanto previsto tempo fa, e se fosse negativo, questo non porterebbe la necessità di una manovra, perché l'obiettivo di bilancio è in termini strutturali, non per ciclo. Quindi io escludo la manovra, ma non escludo niente in certi casi di esiti del voto», spiega Monti.

I FISCHI - «I pochi fischi domenica è normale che fanno notizia, ma sono stati meno di quelli che io mi aspettavo». Il candidato di Scelta Civica, ha sottolineato come «tra i candidati premier solo Oscar Giannino è stato in Emilia nei luoghi colpiti dal sisma, gli altri si sono astenuti, mentre io ho pensato fosse giusto avere il mio primo contatto da lì e sono contento di averlo fatto perchè ho dato alcune spiegazioni ricordando che in quel periodo ci fu anche un terremoto finanziario che ci ha molto legato le mani». Il premier ha detto di aver trovato «sintonia» con le popolazioni locali per «le reazioni di iniziativa che hanno posto in atto dopo il terremoto». Poi ha aggiunto: «Ho notato che viene chiesto l'abbonamento Rai e cose del genere ai cittadini che hanno perso la casa; ovviamente mi occuperò oggi stesso di questi aspetti».

BERSANI - Monti ha anche risposto ad una domanda di Antonio Padellaro, che gli aveva chiesto se la vicenda Mps potesse in qualche modo significare che il segretario del Pd abbia più rapporti con i «poteri forti» di quanti non ne abbia eventualmente il premier. Bersani e i poteri forti? «Se rispondessi alla sua domanda rischieremmo di essere sbranati in due. Oggi invece è il suo turno».

BERLUSCONI - Monti torna poi sulle parole di Silvio Berlusconi su Mussolini, pronunciate domenica all'inaugurazione del Memoriale della Shoah a Milano. «Quella di Berlusconi, se è stata una battuta infelice, è stata davvero infelice per il luogo e l'occasione in cui è avvenuta».

QUIRINALE - Poi Mario Monti ammette che la sua elezione al Colle non è irrimediabilmente compromessa dalla sua candidatura alle elezioni politiche. Il premier uscente spiega che la presidenza della Repubblica non era tuttavia un suo obiettivo. «Se fosse stato un mio obiettivo - osserva - mi sarei regolato diversamente». Ma a questo punto lo si può considerare un obiettivo precluso? «Dipende da altri, non da me».

Redazione Online

28 gennaio 2013 | 9:56© RIPRODUZIONE RISERVATA

da - http://www.corriere.it/politica/13_gennaio_28/monti-casa-detrazioni_ac4935a4-6924-11e2-a947-c004c7484908.shtml
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« Risposta #64 inserito:: Gennaio 29, 2013, 10:35:20 pm »

Monti su Berlusconi e le lodi a Mussolini "Davvero infelice, se è stata una battuta"

Il premier uscente commenta le frasi del Cavaliere sul "buon operato" del Duce "eccetto le leggi razziali".

Parole inappropriate "per il luogo e la circostanza" in cui sono state pronunciate.

Berlusconi al tg5: "Speculazione politica". Brunetta difende il Cavaliere: "Da Berlusconi parole di buonsenso nel momento sbagliato".

Ue: "Leader politici prendano posizione contro chi nutre odio razziale"


ROMA - "La battuta di Berlusconi, se è stata una battuta, è stata veramente molto, molto infelice per il luogo e la circostanza in cui è stata effettuata". Così il premier uscente Mario Monti, ospite di Omnibus su la7, commenta le frasi di ieri di Silvio Berlusconi su fascismo e legge razziali che hanno provocato un diluvio di critiche da più parti, anche per la coincidenza con le commemorazioni del giorno della memoria, anniversario della liberazione del campo di sterminio di Auschwitz. "Certi focolai potrebbero ripetersi - ha aggiunto il premier uscente - Per questo bisogna guardarsi soprattutto dall'indifferenza".

Dalla Ue si eleva invece la voce della commissaria Cecilia Malmstrom, che a precisa domanda sulle dichiarazioni di Berlusconi sul fascismo risponde: "Nelle politiche europee, nei parlamenti europei e persino in alcuni governi ci sono partiti e voci che nutrono questo tipo di odio. E' preoccupante. Per questo è necessario che tutti i leader politici prendano posizione contro".

Di fronte alla sollevazione, Silvio Berlusconi si difende al Tg5: "Nè una gaffe nè un ragionamento elettorale.
Ho detto con chiarezza inequivocabile che le leggi razziali sono un marchio infamante di Mussolini. Non si possono avanzare dei dubbi sulla mia posizione se non per imbastire una speculazione politica. Quale leader italiano, se non il sottoscritto, è stato definito dal primo ministro in carica in Israele come l'amico migliore d'Israele? Mi rivolgo a tutti gli italiani di buon senso, è una polemica montata ad arte per la campagna elettorale".

Per l'ex ministro Renato Brunetta, Berlusconi ha espresso parole di "buonsenso" in una circostanza sbagliata, come la giornata della memoria. "Il pensiero comune italiano è quello espresso da Berlusconi, vale a dire che Mussolini è un dittatore che ci ha portato in guerra e ha fatto le leggi razziali, che sono un abominio. Che però il regime fascista negli anni '20 abbia prodotto un welfare per le masse senza democrazia, di cui alcune cose, come l'Inps, durano ancora oggi, simile a quello prodotto in Unione sovietica, gli italiani lo sanno. Questo non può giustificare nulla di quella dittatura, però descrivere senza demonizzazioni e senza strumentalizzazioni è possibile - ha spiegato ancora Brunetta -. Abbiamo un presidente della Repubblica che ha giustificato le invasioni sovietiche, possiamo benissimo avere un ex premier che, in maniera corretta, dica esattamente cos'è stata la dittatura di Mussolini". 

Berlusconi frainteso, secondo Maria Stella Gelmini: "Credo che il presidente Berlusconi sia stato frainteso. Il giudizio che noi diamo sul fascismo è un giudizio negativo. Lo ha detto il presidente Berlusconi stesso. Purtroppo si è alimentata una polemica sul tema più sbagliato nel giorno più sbagliato e di questo siamo evidentemente tutti molto dispiaciuti".

In difesa del Cavaliere anche Renata Polverini, candidata del Pdl alla Camera e presidente dimissionaria della regione Lazio. "Berlusconi ha sempre dato segnali contro ogni forma di dittatura - osserva su Skytg24, è sempre stato ottimo amico dello stato di Israele. Forse ieri gli è venuta male la battuta ed era il giorno meno adatto per parlare in quei termini di Mussolini".

Chi non accetta la ricostruzione della "battuta" è Giulia Bongiorno, candidata Udc-Fli alla presidenza della regione Lazio, che durante il forum online a Repubblica Tv attacca: "Monti ha detto che si è trattato da parte di Berlusconi di 'una battuta infelice', io vorrei andare oltre: è un fatto grave e non è una battuta". "Berlusconi gioca molto sul 'ci fa o ci è' - prosegue Bongiorno -. Io credo che non sia una battuta, ma sia un suo convincimento. Ed è di una gravità inaudita. Se una persona aspira a essere premier deve essere consapevole di quello che dice. Non è la prima volta che fa una battuta del genere".

Duro anche Italo Bocchino, vicepresidente di Futuro e Libertà: "Berlusconi è un uomo di spettacolo, di televisione, suonava sulle navi, cantava, poi si occupava di come doveva stare la gente dietro le telecamere.
L'approfondimento storico non appartiene alla sua cultura e lo si evince anche dalla sua ultima dichiarazione. Quando un sistema politico arriva a un orrore come le leggi razziali, non può più essere giudicato per nessun altro atto".

Guido Crosetto e Umberto Ambrosoli, entrambi ospiti di Agorà su Raitre, leggono nelle parole del Cavaliere una mossa dettata da un tornaconto elettorale. "E' un calcolo fatto dalla persona che meglio di tutti conosce l'incidenza della televisione nelle case e nelle famiglie - spiega il cofondatore di Fratelli d'Italia-Centrodestra nazionale -. Da una parte si tratta di un giudizio popolare, che dato nel giorno della Memoria assume un significato politico diverso, dall'altra è un'operazione di marketing, cioè parlare a tutto quell'elettorato che sta al di là e al di fuori della sinistra".

Per Ambrosoli, candidato alla presidenza della regione Lombardia per il centrosinistra, la frase su Benito Mussolini "è tutta studiata e mira a coinvolgere un determinato elettorato. Il che significa che, secondo Berlusconi, ancora oggi in Italia un'affermazione di quel genere porta consenso".

Il sindaco di Torino, Piero Fassino, evidenzia la gravità delle parole di Berlusconi ricollegandole al il ritrovamento di una svastica su una lapide della città che ricorda i nomi di quattro partigiani uccisi dai nazifascisti: "Gesto squallido che si commenta da sè. A maggior ragione, proprio di fronte ad episodi di questo genere, risulta incomprensibile ed inaccettabile che uno dei principali politici del nostro paese trovi il modo di esaltare Mussolini e il fascismo".

(28 gennaio 2013) © Riproduzione riservata

da - http://www.repubblica.it/politica/2013/01/28/news/monti_berlusconi-51434728/
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« Risposta #65 inserito:: Gennaio 29, 2013, 10:38:53 pm »

Monti: "Fischi in Emilia? Meno di quanti me ne aspettassi"

La visita del premier nella Bassa


Il premier sull’accoglienza riservatagli dalle popolazioni delle zone colpite dal sisma: “Tra i candidati premier solo Oscar Giannino si e’ presentato in quei luoghi, gli altri che io sappia si sono astenuti. Credo fosse giusto iniziare da lì il primo contatto di massa di questa campagna". Poi ha annunciato che il governo interverrà sul differimento di alcune imposte nelle zone terremotate
Modena, Mario Monti in visita a Concordia

Modena, 28 gennaio 2013 - “I fischi e le contestazioni fanno notizia, ma quelli che ho ricevuto sono stati meno di quelli che mi aspettavo”. Lo ha affermato Mario Monti, ospite di Omnibus su La7, sull’accoglienza riservatagli ieri dalle popolazioni delle zone colpite dal sisma in Emilia. “Tra i candidati premier solo Oscar Giannino si e’ presentato in quei luoghi, gli altri che io sappia si sono astenuti. Credo fosse giusto iniziare da li’ il primo contatto di massa di questa campagna”.

“Ho potuto dare rassicurazioni e ho potuto spiegare - ha aggiunto il premier - che e’ arrivato dopo che tutta Italia era stata colpita da un grave ‘terremoto finanziario’”. Quanto all’operazione condotta in Europa per accedere ai fondi comunitari, e’ stata complicata dopo la “grande perdita di credibilita’ in cui l’Italia era in corsa in Europa dopo la gestione del terremoto de L’Aquila. Mi riferisco alle inchieste e a taluni scandali”.

“Per quanto riguarda certi pagamenti fiscali, dobbiamo rimontare questa grande perdita di credibilita’. Si parte da un muro, a Bruxelles sono molto attenti. Mi riferisco alla gestione e alle diverse inchieste. Mi sembra di ricordare taluni scandali che sono avvenuti. Ma noi italiani saremo molto pronti a protestare se in occasione di un terremoto l’Europa consentisse ad un altro paese aiuti che vanno al di la’ del danno subito”, ha aggiunto Monti.

Poi ha annunciato che il governo interverra’ sul differimento di alcune imposte nelle zone dell’Emilia colpite dal terremoto. “Per quanto riguarda i differimenti delle tasse - ha sottolineato il premier- ho notato che viene chiesto il pagamento dell’abbonamento Rai a chi ha perso la casa. Mi occupero’ oggi stesso di questi aspetti...”. A proposito delle imposte nelle aree terremotate, Monti ricorda che “la settimana scorsa e’ stato adottato il provvedimento che aumenta dall’80 al 100% il rimborso” per le imprese che ne avevano diritto.

da - http://www.ilrestodelcarlino.it/modena/cronaca/2013/01/28/837010-mario-monti-contestazioni-mirandola-concordia-fischi.shtml?utm_source=mrsend&utm_medium=email&utm_campaign=newsletter
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« Risposta #66 inserito:: Gennaio 30, 2013, 07:39:24 pm »

Monti: "Riforma del lavoro, ostacolati da Cgil"

E la Ue mette l'Italia in mora sui diritti sindacali

Da Davos, nuove bordate del Professore alle forze della "vecchia politica" che ne hanno frenato l'azione: il sindacato della Camusso che ha impedito a Fornero di fare di più, l'ostruzione del Pdl nella lotta a corruzione e conflitto d'interesse.

La Commissione Ue dà all'Italia due mesi perché anche i precari siano considerati nel calcolo dei rappresentanti sindacali


ROMA - Mario Monti, candidato premier di "Scelta Civica", rinnova il suo attacco alle forze della "vecchia politica" che hanno, a suo dire, ostacolato la sua azione riformatrice del governo tecnico. Questa volta, l'attacco frontale del Professore è portato contro la Cgil. Intervenendo al World Economic Forum di Davos, in Svizzera, Monti ha affermato che sulla riforma del lavoro c'è ancora molto da fare, perché nonostante l'operato del ministro Elsa Fornero "non siamo andati abbastanzi lontani" a causa della Cgil, che "è considerevolmente resistente al cambiamento". Ma l'Europa non si limita ad ascoltare la campana del premier. Ed ecco la Commissione europea procedere al secondo passo nella procedura di infrazione contro l'Italia per la mancata applicazione della direttiva Ue sulla rappresentanza sindacale per i contratti di lavoro a tempo determinato: dare all'Italia due mesi di tempo per adeguare le norme sulla rappresentanza sindacale.

Monti a Davos: "Tutta colpa di un sindacato". A Davos, durante una tavola rotonda con altri primi ministri, a Monti viene chiesto cosa farebbe contro la disoccupazione in Italia, soprattutto quella giovanile. Il Professore risponde: "Due cose. La prima, misure specifiche per i giovani. E nonostante le difficoltà di bilancio, già abbiamo iniziato ad aiutare fiscalmente le imprese che assumono i giovani, ma molto può essere ancora fatto in una prospettiva di cinque anni, ora che abbiamo una situazione di finanza pubblica molto più solida".

Il secondo ingrediente della ricetta Monti è la riforma del lavoro "che abbiamo varato". "Non è andata avanti abbastanza per colpa di un sindacato che ha resistito decisamente al cambiamento e non ha firmato accordo che gli altri (Cisl e Uil, ndr) avevano firmato" ha spiegato il candidato premier centrista durante il panel del forum economico svizzero, con un implicito riferimento alla Cgil. "Va cambiata questa cultura" ha aggiunto il premier dimissionario.

Secondo Monti, uno dei temi cruciali della campagna elettorale "è quale configurazione politica è più in linea con il bisogno di riforme". "L'idea che promuoverei se fossi nella posizione di farlo - ha quindi spiegato il Professore -, è in sostanza di unire le forze pro-riforme che sono disperse nei vari schieramenti, così da avere più energia dietro le riforme". Quindi, se da un lato Monti ha attaccato la Cgil, dall'altro ricorda come in Italia "il partito di destra (il Pdl, ndr) ha resistito sulle leggi anti corruzione o sul conflitto di interessi: abbiamo fatto qualcosa, ma dobbiamo unire le forze riformiste per fare di più e dare nuova vita all'economia italina. I primi beneficiari sarebbere giovani e disoccupati".

Rappresentanza e contratti a termine, Italia messa in mora. Nella procedura di infrazione aperta a carico dell'Italia per la mancata applicazione della direttiva Ue sulla rappresentanza sindacale per i contratti di lavoro a tempo determinato, l'esecutivo di Bruxelles ha inviato un "avviso motivato" che dà a Roma due mesi per comunicare le misure adottate per la trasposizione integrale della legge europea del 1999. La direttiva prevede che i lavoratori con contratto a termine siano presi in considerazione per il calcolo dei rappresentanti sindacali. Le norme italiane prevedono che si tenga conto solo dei contratti con durata superiore a nove mesi.

Secondo una nota della Commissione "ciò implica che i lavoratori con contratti di durata inferiore non sono presi in considerazione nel calcolo necessario a determinare se un'impresa è sufficientemente grande per dover avere organi di rappresentanza sindacale". "Se l'Italia non rispetterà i due mesi concessi "la Commissione potrebbe decidere di deferire il nostro Paese davanti alla Corte di Giustizia Ue".

(24 gennaio 2013) © Riproduzione riservata

da - http://www.repubblica.it/politica/2013/01/24/news/monti_cgil-51191001/
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« Risposta #67 inserito:: Gennaio 30, 2013, 07:40:18 pm »

Il premier dimissionario: «si allontana un mio coinvolgimento nella vita pubblica»

Monti: «Noi avversari della sinistra di Vendola,ma nessuna alleanza col Pdl»

«Nessuno dei due poli dà garanzie riformiste per scrostare l'Italia dagli interessi corporativi»



Mario Monti ha assicurato che il suo impegno in politica non mira a un coinvolgimento nel futuro governo. «Non siamo entrati per andare al governo», ha detto il premier nel corso di una conferenza stampa a Milano per la presentazione dei candidati di Scelta Civica, anzi «sto facendo la cosa che più di altre allontana un mio futuro coinvolgimento nella vita pubblica, ma coglie l'unica possibilità utile per il Paese».

«AVVERSARI DELLA SINISTRA» - E ha confessato qual è la linea programmatica del suo "centro" (e quali i suoi avversari politici): «Siamo elettoralmente avversari della sinistra e a maggior ragione della sinistra di Vendola, e ci preoccupa la forte influenza della Cgil sullo schieramento di Bersani».

IMPRONTA RIFORMISTA - «Non vorremmo partecipare a nessun governo che non avesse una forte impronta riformista o nel quale fossero presenti o influenti forze con intonazione populista o anti-europea», ha poi rincarato Monti. Né il polo con la destra e la Lega né quello del Pd «con l'estrema sinistra» danno garanzie di andare avanti «con le riforme per scrostare l'Italia dagli interessi corporativi delle categorie», ha accusato il premier dimissionario.

LE (FUTURE) ALLEANZE - «Quando il Parlamento sarà insediato si potrà parlare di alleanze», è possibilista sul futuro Monti, ma non sul presente. Il premier ha sgombrato il campo da ogni insinuazione rispetto a possibili coalizioni con uno o l'altro schieramento. «Non c'è il disegno di
un' alleanza con il Pdl, ma un dialogo sui contenuti che esiste con alcuni schieramenti del Pdl come del Pd» ha detto Monti.

IL CASO MPS - E il Professore si è anche espresso sulla candidatura di Alfredo Monaci, ex membro del cda di Monte dei Paschi durante la gestione Mussari, alla Camera nella Lista Monti: «Il nostro candidato, che non conosco, è stato segnalato dal territorio e non sapevo che fosse stato del Pd nè di quale ala del Pd fosse». «So solo che lui, come tutti i candidati - ha proseguito - ha firmato la dichiarazione di non avere condanne passate in giudicato».

IL RAPPORTO CON BERLUSCONI - Monti ha avuto modo di affrontare anche il rapporto con uno dei suoi competitor per la corsa alla guida del Paese: Silvio Berlusconi. «Lui è una persona i rapporti personali sono molto facili e mi dispiace quando dice, magari essendone convinto lui stesso, che abbiamo rovinato l'economia italiana».

Redazione Online

26 gennaio 2013 | 17:00© RIPRODUZIONE RISERVATA

da - http://www.corriere.it/politica/13_gennaio_26/monti-elezioni-sinistra-vendola_e5b2a458-67c9-11e2-8a76-cd5e3242e53f.shtml
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« Risposta #68 inserito:: Gennaio 31, 2013, 07:16:39 pm »

Monti a Bruxelles: «Mai detto a Italiani che austerità è colpa dell'Europa»


BRUXELLES - L'Unione Europea «è stata concepita per il lungo periodo, deve e può permettersi una visione di lungo termine», ma è vero che «nell'esercizio di alcune delle sue funzioni troppo spesso si è ripiegata sul breve periodo».
A dirlo è stato il premier Mario Monti, che a Bruxelles, nella sede del Palazzo delle belle arti (Bozar), ha presentato il suo libro, «La democrazia in Europa», scritto insieme all'europarlamentare francese Sylvie Goulard. «Bisogna guardare più lontano e questo anzitutto a livello nazionale», ha esortato Monti, sottolineando come «le democrazie nazionali hanno tutta una serie di grandi vantaggi», ma la tendenza al breve periodo «è quella più pericolosa».

«Io non cambierei il sistema democratico che abbiamo in Europa e negli Stati Uniti con un sistema meno democratico come quello che hanno i cinesi - ha continuato Monti, parlando ad una platea di oltre duemila persone, che l'hanno accolto al Bozar a Bruxelles con un'ovazione - ma credo che il loro sistema abbia comunque il grande vantaggio di permettere una pianificazione di più lungo termine».

È proprio guardando al lungo termine che il Consiglio europeo del giugno scorso ha fatto registrare «un grande progresso», ha ricordato il premier, citando l'adozione, tra l'altro, di «un pacchetto di misure per la crescita e la decisione di dotarsi di meccanismi per la stabilizzazione dei titoli sovrani».

«L'Europa è più capace di dare risposte alla crisi degli Stati nazionali», ha detto argomentando che l'Ue «negli ultimi 12 mesi è stata capace di uscire in modo ordinato da una crisi molto dolorosa, cosa che molti non credevano possibile». «Ho fatto il massimo», ha aggiunto «per far capire agli italiani che l'austerità non era colpa dell'Europa». «Non ho mai detto al Parlamento che certe cose ce le chiede l'Europa, ma che erano per l'interesse dei nostri figli». Monti ha poi osservato che la frattura tra cittadini ed Europa «diventa grave quando i responsabili nazionali attribuiscono tutti i mali all'Europa».

«Penso che il Regno Unito abbia perso un'opportunità quando negoziammo il "fiscal compact"», continua il premier Monti ricordando la rottura con Londra nella trattativa al vertice europeo di dicembre 2011. «Cameron ci ha chiesto qualcosa che non potevamo accettare» ha aggiunto spiegando che il premier britannico «aveva la pressione della City» ma che «se avesse fatto una proposta per più integrazione nel mercato unico sarebbe stato difficile per noi dire di no». Monti ha poi rivelato che alla fine del lunghissimo vertice, Sarkozy «esplose dicendo "abbiamo finalmente posto fine a 40 anni di ipocrisia"».

«Non vado dalla Merkel nè per chiedere consigli per la campagna elettorale nè per chiarimenti sull'Europa, ma per parlare di bilancio Ue, su cui prenderemo una decisione al di là di tutti gli appuntamenti elettorali», ha infine precisato Monti rispondendo a una domanda di Cohn-Bendit sul suo viaggio di domani a Berlino. E poi afferma: Angela Merkel «ha avuto un'evoluzione positiva» negli ultimi mesi. La leadership è legata alla capacità di esercitare un'influenza sull'opinione pubblica» e che la cancelliera tedesca «è stata più proattiva nello spiegare i vantaggi dell'Europa» per la Germania.

Mercoledì 30 Gennaio 2013 - 22:01
Ultimo aggiornamento: 22:43

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da - http://www.ilmessaggero.it/primopiano/politica/monti_bruxelles_austerit_europa/notizie/248144.shtml
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« Risposta #69 inserito:: Febbraio 11, 2013, 12:22:12 am »

LA POLITICA VERSO LE ELEZIONI

Gli industriali dal premier Monti: summit e lista delle richieste

Verona, pranzo con Tomat e i leader territoriali veneti Presenti molti big, da Rosso a Bauli. Dolcetta: «Io lo voto»


VERONA—Non sarà un endorsement vero e proprio, ma il gruppo di big dell’industria radunato attorno alla tavola per un incontro riservato e la contingenza elettorale del momento non possono passare inosservati: Mario Monti, ieri a Verona, ha pranzato con il Gotha dell’imprenditoria veneta, dai più alti rappresentanti della Confindustria regionale fino a pezzi da novanta come Rosso e Rana. Un appuntamento per conoscersi e scambiarsi opinioni reciproche sui provvedimenti di cui necessita il sistema imprenditoriale del Nordest. Ben sapendo che Monti, oltre che come presidente del Consiglio in carica, era lì anche in qualità di leader di «Scelta Civica» e della coalizione centrista che si presenta alle prossime elezioni. L’incontro non rientrava nell’agenda pubblica del premier. I cronisti, che lo aspettavano in Fiera a Verona per l’appuntameto elettorale di «Scelta Civica», hanno visto le auto blu del corteo presidenziale, in arrivo dall’autostrada, sfrecciare verso il centro lasciando tutti con un palmo di naso.

La mattinata veronese di Monti, infatti, ha avuto anche un prologo imprevisto: mentre i «suoi» lo attendevano, il Professore correva verso il Vescovado, per un incontro, breve ma significativo, col vescovo Giuseppe Zenti. Incontro blindato, ma pur sempre un segnale importante. La Chiesa quindi. Ma non solo. Perché, poche ore più tardi, il premier uscente si è presentato all’appuntamento - riservato pure questo - per tentare di convincere quegli imprenditori del Nordest che il suo rivale Silvio Berlusconi ha sempre considerato amici (ed elettori). E così, dopo il convegno in Fiera, Monti è stato ospite di Gaetano Marzotto nella splendida abitazione veronese dell’imprenditore della dinastia di Valdagno. E attorno al tavolo, c’era il fior fiore dell’imprenditoria veneta: oltre al padrone di casa, c’erano il presidente regionale uscente di Confindustria Andrea Tomat, Giovanni Rana, Alberto Bauli, Renzo Rosso e quasi tutti i presidenti provinciali dell’organizzazione confindustriale, con le eccezioni del veronese Andrea Bolla, costretto a letto da una fastidiosa influenza, e del padovano Massimo Pavin, impegnato altrove. A nome di tutti i colleghi, Tomat ha illustrato al premier la situazione imprenditoriale dell’intera regione. Monti, da parte sua, ha ribadito i punti essenziali del suo programma, e durante gli interventi dei capitani d’industria si è diligentemente annotato alcune osservazioni. In conclusione, spiega il padrone di casa Gaetano Marzotto, «è stata un’occasione importante di dialogo, soprattutto sui temi economici, ma anche su quelli politici più attuali». L’impressione finale? «Decisamente positiva - assicura Marzotto - perché il Professore ha parlato chiaro, senza nascondere le difficoltà e le sfide che abbiamo davanti. E poi ci ha saputo ascoltare, che è una cosa importante. Perché noi imprenditori sappiamo bene una cosa: chi sa cosa vuole il cliente, ha già un vantaggio importante sulla concorrenza...». Intorno alla tavolata, insomma, si è palesato un’asse tra industriali (o almeno alcuni dei più importanti tra loro) e Mario Monti.

Il patron di Diesel, Renzo Rosso, nel pomeriggio non ha rinunciato a pubblicare sul proprio profilo Facebook una foto che lo ritrae accanto al premier uscente, durante il pranzo veronese. «Non voglio entrare in politica e non appartengo ad alcun partito, volevo solamente dare al nostro attuale presidente del Consiglio i miei punti di vista per migliorare l’Italia», ha spiegato Rosso su Twitter a chi, tra i suoi follower, già si aspettava una scelta di campo dell’imprenditore vicentino. Chi invece darà il proprio appoggio convinto a Monti è certamente Stefano Dolcetta, amministratore delegato del Gruppo Fiamm, la multinazionale di Montecchio Maggiore (Vicenza) leader nel settore degli avvisatori acustici e delle batterie industriali. Ieri mattina il premier ha fatto visita allo stabilimento di Lonigo, in provincia di Vicenza, e l’imprenditore ha ammesso: «Mario Monti mi ha convinto, voterò per lui». Una presa di posizione importante, visto che Dolcetta è vicepresidente nazionale di Confindustria, anche se il diretto interessato si è subito affrettato a precisare: «Dico la mia intenzione di voto in veste di privato imprenditore, non certo di vicepresidente degli industriali. Naturalmente Confindustria si mantiene neutrale».

Andrea Priante
Lillo Aldegheri

07 febbraio 2013© RIPRODUZIONE RISERVATA

da - http://corrieredelveneto.corriere.it/vicenza/notizie/politica/2013/7-febbraio-2013/gli-industriali-monti-summit-lista-richieste-2113887505867.shtml
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« Risposta #70 inserito:: Febbraio 18, 2013, 12:00:13 pm »

Il premier in tv: «Italia caduta nel ridicolo per l'atteggiamento di qualcuno in passato»

Monti: «È tornata Tangentopoli, ho ereditato il governo da cialtroni»

«Le tangenti? Non sono ineluttabili».

E svela: «Mi è stato offerto il Quirinale per non candidarmi»


«Purtroppo sì». Così il presidente del Consiglio, Mario Monti, ha risposto ad Agorà su Rai 3 a chi gli ha chiesto se con gli arresti di questi giorni si può parlare di un ritorno di Tangentopoli. «L'evidenza - ha spiegato Monti - è molto simile ma la speranza è minore. Nel '92-93 c'era quella che veniva percepita come un'azione liberatoria: si pensava che l'azione della magistratura e la coscienza dei cittadini avrebbero portato alla fine del fenomeno. Invece l'azione della magistratura è andata avanti, la coscienza degli italiani e soprattutto politici si è molto seduta e siamo qui di nuovo».

BERLUSCONI - Il candidato premier di Scelta Civica ha proseguito il suo ragionamento: «Dopo tanti anni di governo Berlusconi non c'è una legge anti-corruzione». «L'Italia - ha aggiunto Monti - è un paese importante, è un paese del G8, e certo può anche cadere nel ridicolo come è accaduto per l'atteggiamento ridicolo tenuto da qualcuno in passato». Monti ha ricordato come il suo governo «ha fatto fatica, a causa della resistenza del Pdl, a far approvare un'adeguata legge anti-corruzione». Questa norma è arrivata dopo che, «dopo tanti anni di governo Berlusconi», non ne era stata approvata ancora una. Queste normative sul piano interno, ha spiegato ancora Monti, vanno accompagnate con azioni a livello internazionale: «Uno che ha governato tanti anni come Berlusconi doveva fare qualcosa a livello internazionale. L'Italia è un Paese importante, è nel G8, e certo può anche cadere nel ridicolo come è accaduto per l'atteggiamento ridicolo tenuto da qualcuno in passato». È stato quindi chiesto a Monti a chi si riferisse: «Non ho bisogno di ricordare - ha replicato - le pressioni ricevute in questi giorni».

LE TANGENTI - A Berlusconi che giovedì aveva giustificato l'esistenza di commissioni nell'ambito di trattative con «Paesi del Terzo Mondo», con riferimento alla vicenda giudiziaria che riguarda Finmeccanica, Monti ha replicato: «Che le tangenti esistano frequentemente negli affari, soprattutto in certi Paesi, è realtà, che debba essere visto come necessario e ineluttabile lo rifiuto». Monti ha quindi ricordato che «dopo tanti anni di Governo Berlusconi, non c'era una legge anticorruzione e non stiamo parlando di Terzo Mondo». E ha aggiunto: «I nostri colossi possono comportarsi secondo gli standard in uso nei paesi nei quali anche per l'interesse dell'economia italiana lavorano, ma se è possibile evitando certi fenomeni di ritorno come le tangenti ai partiti italiani o a chi li ha messi in quelle posizioni. Questo flusso non è una prassi e se in Italia ci fosse stata una seria legge contro la corruzione sarebbe stato più difficile». E attacca con decisione: «Se vincesse il centrodestra l'Italia tornerebbe a rischio come nel novembre 2011 e si fermerebbero le riforme in grado di far crescere il Paese. Se vincesse il Pd con Vendola, invece, i conti sarebbero più al sicuro, ma non si proseguirebbe sulla strada delle riforme strutturali».

ALLEANZA - Su una possibile alleanza precisa: «Non abbiamo avuto nessun dialogo né con la destra né con la sinistra al momento, andiamo avanti con le nostre proposte. Poi vedremo. Con Sel e Pd minori rischi di fiamme finanziarie, ma resistenze sulla diminuzione spesa pubblica. Per poter fare compagine comune il centrosinistra» deve lavorare «per un mercato del lavoro più aperto». «Ma non c'è maggiore probabilità di alleanza col centrosinistra che col centrodestra senza Berlusconi - aggiunge Monti - alleati con Bersani? Dipende dai programmi».

I CIALTRONI - Infine un'apertura e una bacchettata al Pdl: «Se Silvio Berlusconi è pronto a cedere il passo ad Angelino Alfano «la redenzione è possibile per tutti. Se ci fosse anche soltanto una parvenza di tentativo di rispetto una delle promesse fatte - aggiunge poi riferendosi ad un'eventuale vittoria del centrodestra - prevedo seri problemi per i tassi di interesse e scarsa ulteriore strada per le riforme per la crescita». Ma si lascia andare a una dura reazione: «Sono molto più ferito quando dei cialtroni dicono di aver lasciato l'Italia in buone condizioni nel 2011 e che io l'avrei portata sul baratro, che non inorgoglito quando ricevo i complimenti di Obama».

OFFERTA QUIRINALE - «Se ci sarà un governo Bersani lei entrerà nella compagine?», gli chiedono: «Dipende se nel programma ci sono le riforme che noi vogliamo e per le quali io ho compiuto l'insensatezza di rinunciare a posizioni che mi venivano prospettate». Il Quirinale? «E non solo, perché ci tengo a fare queste riforme». Alle insistenze del conduttore su cosa gli è stato offerto oltre al Quirinale, Monti spiega che «non si trattava di un pacchetto cumulativo», ma di «posizioni di quasi vertice o di vertice nel governo», ma erano conversazioni». Questo se avesse scelto in anticipo una coalizione diversa dalla sua? «Non con certezza ma era una possibilità» aggiunge Monti che alla domanda questo glielo ha chiesto Bersani, replica: «Esiste anche uno spazio privato nelle conversazioni...».

Redazione Online

15 febbraio 2013 (modifica il 16 febbraio 2013)© RIPRODUZIONE RISERVATA

da - http://www.corriere.it/politica/13_febbraio_15/monti-tangentopoli_1aaac7a2-7743-11e2-a4c3-479aedd6327d.shtml
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« Risposta #71 inserito:: Febbraio 22, 2013, 07:13:56 pm »

SALIRÀ DI UN ALTRO PUNTO PERCENTUALE NEL CORSO DEL 2013

Monti: «L'Ue certifica la fine della recessione Adesso meno precarietà per i giovani»

Peggiora la disoccupazione anche nell'Eurozona, che a causa della «debolezza dell'attività economica» nel 2013 raggiungerà il 12,2%


Il premier uscente Mario Monti assicura che entro giugno l'italia uscirà dal tunnel della recessione. «Il tunnel c'era, era lungo e lo sapevamo, anche se ci si sforzava per dare una speranza - ha spiegato durante un comizio a Firenze - La Commissione Europea venerdì mattina ha annunciato due cose: una che per l'Italia è prevista l'uscita dalla recessione a partire dalla metà del 2013; l'altra che l'Italia ha corretto il deficit di bilancio nei tempi stabiliti e che anche nei prossimi anni rispetterà gli obiettivi». Monti ha poi aggiunto: «Abbiamo eseguito ciò che Berlusconi ha promesso e penso che lui sia il più lieto di come la sua volontà è stata tradotta in atto».
IL PACCHETTO D'URTO - Nel suo intervento al Teatro della Pergola il premier uscente ha guardato anche alle misure «per rimettere in moto il Paese», partendo da alcune leve fiscali, tra le quali l'eliminazione dell'Irap dal costo del lavoro: «Serve un impegno straordinario contro la precarietà e per una occupazione stabile. Per questo lancio la proposta di un pacchetto d'urto con alcuni punti precisi, a partire dal taglio del costo del lavoro per le nuove assunzioni a tempo indeterminato». Inoltre, Monti ha indicato come misure necessarie la riduzione dell'Irap sul costo del lavoro, nuove forme di contratti di apprendistato e nuovi contratti a tempo indeterminato più flessibili per i nuovi assunti.

CONTRASTO ALLA PRECARIETÀ - Monti infatti sottolinea che l'Italia ora ha «le carte in regola» rispetto agli impegni presi con l'Unione europea, e come questo consenta oggi di ritenere possibile presto «una limitata, graduale riduzione delle imposte». Questo potrà avvenire attraverso una serie «di azioni concrete che possono rimettere in moto il Paese», scegliendo «bene le priorità». E una di queste è, appunto, «l'impegno straordinario per lottare contro la precarietà», non una promessa elettorale ma «un impegno concreto che io posso prendere».

CHIEDERE IL PERMESSO - «Oggi che abbiamo le carte in regola in Europa io posso andare a Bruxelles e chiedere che ci permettano di fare queste cose anche con un po' più di disavanzo pubblico - ha osservato Monti - perché producono crescita e al tempo stesso sono da considerarsi riforme strutturali. Siccome abbiamo raggiunto un equilibrio non precario dei conti pubblici è il momento di trasformare questo in una minore precarietà».

STIME UE NERE PER LA DISOCCUPAZIONE - Venerdì mattina, però, l'Unione europea aveva diffuso le stime sull'occupazione, rivedendo al rialzo i dati dello scorso novembre: «Nel 2013, sulla base della nuova contrazione dell'economia, la disoccupazione in Italia aumenta di un altro punto»: dal 10,6% del 2012 sale a 11,6% e nel 2014 toccherà il 12%. Previsioni negative anche per la Francia (da 10,7% di disoccupati nel 2013 a 11% l'anno successivo), Cipro (da 13,7 a 14,2%), Lussemburgo (da 5,4 a 5,7%), Olanda (da 6,3 a 6,5%) e Slovenia (da 9,8 a 10,0%), con gli altri paesi invece in miglioramento e con una media dell'Eurozona che prevede una flessione fino al 12,1% (a fronte delle precedenti stime di 11,8% e 11,7%).

PIL, ANCORA FLESSIONE - La Commissione Ue prevede ancora una netta flessione per il Pil italiano: per il 2013, calerà dell'1%, (precedentemente la stima era -0,5%), mentre il recupero è confermato allo 0,8% nel 2014. Il Pil stimato per il 2012 è in calo del 2,2%, in seguito a una significativa flessione della domanda interna e al conseguente «collasso» delle importazioni mentre le esportazioni sono aumentate grazie alla domanda sostenuta da parte dei paesi non Ue. I conti pubblici invece migliorano con l'arrivo del pareggio di bilancio strutturale. Secondo il vicepresidente della Commissione Ue Olli Rehn «la piena e coerente attuazione delle misure già adottate dovrebbe permettere all'Italia di raggiungere quest'anno un pareggio di bilancio strutturale: per ora non sembrano necessarie misure aggiuntive». L'Italia «sembra sulla giusta strada per il rientro dalla posizione di deficit eccessivo,» ha aggiunto Rehn.

Redazione Online
22 febbraio 2013 | 17:12
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da - http://www.corriere.it/economia/13_febbraio_22/disoccupazione-ue-italia-crescita_61985600-7cdb-11e2-a4ef-4daf51aa103c.shtml
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« Risposta #72 inserito:: Febbraio 26, 2013, 05:23:08 pm »

Elezioni, Monti irrilevante ma contento: "Sono soddisfatto, ora serve un governo"

Le parole del premier stridono però con la delusione di Casini, che prende atto del cattivo risultato e sembra spiegare la disfatta con la rimonta del Cavaliere: "Come animale elettorale si conferma il numero uno".


ROMA - Da ago della bilancia a irrilevante. Se tutto lascia intendere che alla fine a vincere sarà stata l'ingovernabilità, nessun dubbio invece che tra i perdenti va messo innanzitutto il centro guidato da Mario Monti. Le tre formazioni che si sono coalizzate attorno alla figura del presidente del Consiglio escono fortemente ridimensionate.

In termini percentuali l'obiettivo era quello di raccogliere un consenso pari a circa il 15%. In termini politici l'ambizione era invece quello di condizionare i giochi, soprattutto al Senato, obbligando il centrosinistra dato per vincente a trattare la formazione di una coalizione ed erigersi a custodi della governabilità. Traguardi entrambi falliti, con i dati che su scala nazionale inchiodano i centristi a quota 10,5% alla Camera e 9,1% al Senato.

Percentuali sufficienti ad entrare in Parlamento, ma insufficiente, una volta ripartita su base regionale, a ottenere al Senato più di una manciata di seggi, 18 per l'esattezza, comunque troppo pochi per garantire il contributo necessario a far nascere un governo guidato da Bersani così come uno guidato da Alfano o Berlusconi. 

Il premier si sforza però di mostrare buon viso a cattivo gioco. "E' stato un risultato soddisfacente, da alcuni ipotizzato superiore, ma io sono molto soddisfatto alla luce di alcuni elementi, a cominciare dai tempi, appena 50 giorni da quando abbiamo deciso di presentarci, partendo da zero", afferma Monti incontrando in serata la stampa. "I nostri elettori - aggiunge - hanno fatto una scelta coraggiosa, votando in più di tre milioni per qualcosa che prima non esisteva, e lo hanno fatto nell'interesse generale, e non proprio: era questo l'appello che avevamo rivolto loro".

Sugli scenari futuri, visti i risultati, il centro avrà una capacità di influenza molto minore di quanto si ipotizzava, ma il Professore esprime comunque un auspicio forte. "Un governo al Paese va garantito - dice - è prematuro immaginare qualsiasi scenario e non tocca comunque a me farlo, ma è necessario usare massima trasparenza da parte delle forze politiche, va assicurato un governo al Paese, con trasparenza, alla luce del sole".

La delusione è invece tutta nel volto e nel tono mesto di Pierferdinando Casini quando rilascia la sua prima dichiarazione. "Nella vita si vince e si perde. Abbiamo dato tutto noi stessi per un progetto di governabilità del Paese", ammette il leader dell'Udc. "Abbiamo pensato che la soluzione di parlare all'Italia venisse premiata. Mi sembra lo sia stato molto parzialmente ma siamo molto sereni. Si è sereni quando si fanno le cose giuste", aggiunge.

Casini spiega di non voler fare recriminazioni e più che in casa propria guarda altrove per cercare il motivo della disfatta. "Bisogna riconoscere che Berlusconi ha fatto una grande campagna elettorale. Lo abbiamo criticato e lo criticheremo ma come animale elettorale si conferma il numero uno", dice il leader centrista quasi a voler segnalare che se le cose non sono andate come sperava il motivo va cercato nell'incredibile rimonta del Pdl.

Altro grande sconfitto è il presidente della Camera uscente Gianfranco Fini. Il suo (presente solo alla Camera) ha ottenuto solo lo 0,5% dei voti, non avvicinandosi nemmeno alla soglia di sbarramento del 2%. Così per la prima volta dopo molte legislature, Fini non siederà in parlamento.

(25 febbraio 2013) © Riproduzione riservata

da - http://www.repubblica.it/speciali/politica/elezioni2013/2013/02/25/news/risultati_monti-53406997/?ref=HREC1-1
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« Risposta #73 inserito:: Marzo 05, 2013, 05:17:29 pm »

 Governo: Matteo Renzi incontra Mario Monti: "Scambio di opinioni sulla situazione politica"


L'Huffington Post  |  Pubblicato: 05/03/2013 13:11 CET  |  Aggiornato: 05/03/2013 15:42 CET


Uno "scambio di opinioni sulla situazione politica", oltre a una questione strettamente legata all'attività di sindaco di Firenze come il maggio fiorentino. Questi i temi del colloquio tra Mario Monti e Matteo Renzi, secondo quanto riferiscono fonti di palazzo Chigi.

Un incontro, affermano le stesse fonti, concordato ben prima del voto, e precisamente al concerto in Vaticano del 4 febbraio: "In quella occasione si erano incontrati e avevano deciso di rivedersi dopo le elezioni".

All'uscita dall'incontro il sindaco di Firenze ha poi confermato che domani parteciperà alla direzione del Pd. "Sì, sarò alla riunione", ha risposto il sindaco di Firenze ai cronisti al termine dell'incontro a Palazzo Chigi con il premier Mario Monti.

da - http://www.huffingtonpost.it/2013/03/05/governo-matteo-renzi-incontra-mario-monti_n_2810247.html?1362485679&utm_hp_ref=italy
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« Risposta #74 inserito:: Marzo 15, 2013, 11:31:07 pm »

Monti ai partner europei: "Flessibilità contro i populismi"

Strategia in tre punti additata dal premier uscente: affrontare i nodi della disoccupazione, sfruttare al massimo i fondi europei e ricompensare I Paesi che si impegnano in riforme strutturali. Merkel: "Giusto dare all'Italia più spazio per gli investimenti".

In linea di massima c'è l'accordo per contemperare rigore e crescita, ma i punti concreti latitano.

 
MILANO - La flessibilità "controllata" sfruttando appieno i margini di manovra esistenti nel patto di stabilità e nel patto fiscale sulle politiche di bilancio, l'adozione di misure efficaci per la crescita e contrastare la disoccupazione di lunga durata e giovanile "sarebbe il miglior messaggio per contrastare la marea montante del populismo e la disaffezione nei confronti dell'Enione europea". E' questa l'indicazione centrale contenuta nella lettera che il premier uscente, Mario Monti, ha consegnato ieri sera ai 26 "colleghi" del Consiglio europeo nella sua ultima uscita da capo del governo. In cinque pagine, Monti rievoca il percorso dell'italia sotto il governo tecnico, i risultati raggiunti e i rischi che corre l'Europa se non dimostra capacità di innovazione politica. Da parte del Professore è arrivato una sorta di avvertimento ai suoi connazionali, quando ha ricordato che il caso italiano "impressiona" e "preoccupa" ed è anche ora - in questa fase di incertezza politica - molto seguito.

Monti sottolinea che "l'esperienza italiana dimostra che la pressione dei mercati e gli imperativi di finanza pubblica rappresentano una spinta necessaria per avviare riforme a lungo rinviate, ma che è necessaria una strategia più articolata per garantire il successo di un processo di aggiustamento economico che si dipana lungo un arco temporale prolungato". Il confronto tra i capi di Stato e governo va focalizzato "su una nuova nozione di 'consolidamento orientato alla crescita' esplorando modalità atte ad ampliare i margini di manovra nelle politiche di bilancio, preservando nel contempo la credibilità del percorso di risanamento delle finanze pubbliche". Tre i terreni di azione immediata: strumenti più efficaci per affrontare i costi sociali della crisi soprattutto l'alto tasso di disoccupazione e in particolare quella giovanile; mobilitare tutte le leve finanziarie Ue, in particolare i fondi strutturali; procedere nel confronto sugli 'accordi contrattuali' tra gli Stati e la Ue per "ricompensare" chi si impegna ad attuare riforme difficili.

La ricetta di Monti è stata condivisa da Angela Merkel, che nella conferenza stampa di conclusione ha detto di trovare "pienamente giusto che l'Italia con un deficit pubblico sotto il 3% possa avere maggiore spazio sugli investimenti come stabilito dalla parte preventiva delle regole del patto di stabilità". La cancelliera ha poi detto di non essersi mai espressa sul tipo di coalizioni di governo italiane e che si augura, in ogni caso, che il paese abbia un governo "il più rapidamente possibile".

Sul terreno della crescita - però - la prima giornata di vertice si era conclusa senza grandi passi avanti. Come atteso, infatti, i capi di Stato e governo hanno raggiunto un accordo per un equilibrio tra il rigore di bilancio e azioni pro crescita, pur senza specificare in che cosa questo si tradurrà. Viene riconosciuta la possibilità di sfruttare i margini di manovra per non tenere conto della spesa per certi investimenti pubblici quando si valuta la posizione di bilancio dei paesi con un deficit sotto il 3% del Pil e vicino al pareggio. Su questo Monti ha dato battaglia in questi mesi. Il vero negoziato sui termini di questa apertura è però tutto da fare. In ogni caso, si tratta dello stesso principio già affermato al vertice di tre mesi fa.

(15 marzo 2013) © Riproduzione riservata

da - http://www.repubblica.it/economia/2013/03/15/news/monti_ai_partner_europei_flessibilit_contro_i_populismi-54601262/?ref=HREC1-8
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