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Autore Discussione: IL PERICOLO SEPARATISTA - (I Referendum furbi puntano al separatismo)  (Letto 2930 volte)
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« inserito:: Ottobre 05, 2017, 11:27:08 am »

Viaggio in Neoborbonia tra i nostalgici del Regno del Sud
In Puglia il M5S propone una giornata dedicata alle vittime meridionali dell’Unità.
Se ne discute in Campania, Sicilia, Basilicata, Molise. Ma il padre di questo revisionismo è un movimento nato 25 anni fa

Dal nostro inviato Angelo Carotenuto
27 settembre 2017

NAPOLI. Benso Camillo, conte di Cavour, madrelingua francese, presidente del Consiglio dell’Italia unita; Cialdini Enrico, generale maggiore dell’esercito piemontese che sparò su Pontelandolfo e Casalduni: voi siete i nemici della nazione meridionale, i malevoli avversari del Sud e del suo popolo. Che siano abbattuti i vostri busti e cancellati i nomi dalle strade. Mentre l’America vandalizzava le statue di Colombo e la Catalogna si ribellava a Madrid, nell’estate del passato da riscrivere il Mezzogiorno d’Italia ha scelto per obiettivo il Risorgimento, il «pezzo di storia rimosso», la perduta età dell’oro borbonica. Al Consiglio regionale pugliese il M5S ha promosso una «giornata della memoria per le vittime meridionali dell’Unità d’Italia e i paesi rasi al suolo» per il 13 febbraio, il giorno in cui nel 1861 cadde per ultima Gaeta. Lo stesso documento è apparso in Abruzzo, Molise, Basilicata, Sicilia, Campania; una carezza alla pancia di un orgoglio postumo, quello che Antonio Ghirelli in Storia di Napoli (1973, Einaudi) definiva uno «schermo vittimistico dietro cui si trincera la classe dirigente», eppure in grado di «suscitare una notevole risonanza sentimentale a livello di massa».

È nella capitale dell’antico Regno delle Due Sicilie che bisogna andare per provare a capire cos’è questa febbre così nuova e insieme anacronistica, questo sposalizio tra archivi e populismo, uso della memoria e ricerca del consenso. Il Movimento neoborbonico è nato nel 1993, quando la politica e la classe dirigente del Paese venivano decapitate dalle inchieste su tangenti e corruzione. Salvatore Lanza, il segretario generale, dice che non si tratta di piagnisteo. «L’obiettivo è ricostruire la verità per i figli di tutti i meridionali. Dopo ogni conflitto ci si siede a un tavolo e si discute di risarcimenti, con noi non è successo. Eravamo un regno modello» ...
Continua sul Venerdì del 29 settembre

© Riproduzione riservata

Da - http://www.repubblica.it/venerdi/reportage/2017/09/27/news/neoborbonici_risorgimento_due_sicilie_brigantaggio_vittime_sud-176623307/
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« Risposta #1 inserito:: Ottobre 23, 2017, 10:36:17 pm »

Grado, «Sì all'accoglienza diffusa per l’emergenza migranti»

Il sindaco di Grado Raugna spiega di sentire «una responsabilità istituzionale» getta acqua sul fuoco delle polemiche e annuncia incontri con la «sua gente»

Di Giulio Garau
10 ottobre 2017

GRADO. «Come sindaco sento una forte responsabilità istituzionale di fronte a questa emergenza, umanamente poi vorrei poter contribuire, mettere la mia piccola goccia in quest’Oceano in aiuto alla disperazione dei migranti».

Lungi da lui nuove fiammate o altre polemiche, il sindaco Dario Raugna in questi giorni cerca di gettare più acqua sul fuoco che può, evita anche di fare dichiarazioni e intercettarlo anche solo al telefono è un’impresa. E una volta raggiunto continua a gettare acqua sul fuoco delle polemiche, cerca di far ragionare i suoi concittadini, e li richiama al dovere di accoglienza cristiana verso il prossimo. Senza sconti però a chi monta animi e polemiche. «Mi rendo conto della sensibilità della mia gente, ma non li riconosco se urlano». Una chiara strumentalizzazione del caso migranti che ha ben altri obiettivi, tutti politici, in un paese dove le campagne elettorali non finiscono mai. Per il sindaco Raugna comunque il nodo migranti sul territorio non si chiude qui e Grado non farà la figura di quelle città che fanno parlare tutta l’Italia per le barriere nei confronti di chi ha bisogno.

«La cooperativa Hanna House che doveva avviare il progetto di accoglienza a Fossalon mi ha chiesto un incontro – conferma – ho risposto che ci vedremo la prossima settimana. E questo dopo che, lunedì prossimo, avremo affrontato la questione in Consiglio comunale con le mozioni sul caso migranti che verranno rigettate». Non è finita qui per Fossalon o per altri arrivi di profughi in fuga dalla guerra e dalla miseria, non c’è solo la rabbia e la paura dei residenti della, zona montata ad arte dalle forze di opposizione, c’è anche la minaccia del titolare del sito dove dovevano essere accolti im migranti, l’ex agriturismo Al Lido, Michele Baradel che oltre ad aver dichiarato la perdita di un introito prezioso, ha anche annunciato querele contro chi ha detto cose infamanti. Ma c’è anche la cooperativa Hanna House intenzionata ad avviare il progetto di accoglienza, che gestisce altre strutture e ha tutte le carte in regola per lavorare in questo settore. La stessa Cooperativa che doveva partecipare al bando della Prefettura e che si è fermata. Ma ha chiesto un incontro al sindaco, la conferma l’ha data Raugna stesso, a al prefetto per capire quali altri passi compiere.

«Il problema è grandissimo, ce ne rendiamo conto tutti, forse anche ingovernabile – aggiunge il sindaco – ma quello che non dovremmo fare in questo momento è giraci dall’altra parte. Possiamo dare una risposta con l’accoglienza diffusa, senza traumi per il territorio, dove ognuno fa una piccola parte. C’è una rete di sindaci solidali attenti a questo dramma enorme, attraverso la formula Sprar, aderendo a questo progetto che appoggia l’Anci (l’associazione nazionale dei comuni italiani) possiamo dare una risposta a questi profughi con strutture che non siano soltanto meri dormitori. Ma qualcosa in più, una sistemazione degna, umana e magari anche attività lavorative, come i lavori socialmente utili che aiutano nell’integrazione».

Una cosa che si poteva fare senza grandi problemi, secondo il sindaco di Grado, per le persone destinate a Fossalon. «Di fronte alle difficoltà la proprietà del sito individuato è tornata indietro – insiste Raugna – cercherò di organizzare delle conferenze pubbliche sulla questione dell’accoglienza. Molto probabilmente in questo bailamme abbiamo peccato sul fronte della comunicazione. Ma non pensavo che 18 persone e ripeto 18, creassero tali problemi. Mi rendo conto della sensibilità della mia gente. Ma io non li riconosco se questi urlano. Non sono la maggioranza della comunità che invece sottotraccia si ritrova intimorita. Dovrò fare dei percorsi per far capire alla mia gente che bisogna avere un atteggiamento solidale». Non bisogna chiudere la porta al prossimo, potremmo trovarci in futuro nelle stesse situazioni visto nella storia è già capitato. «Sento in maniera forte una responsabilità istituzionale su questo dramma – conclude Raugna – e umanamente vorrei mettere la mia piccola goccia di contributo in questo Oceano».

Da - http://ilpiccolo.gelocal.it/trieste/cronaca/2017/10/10/news/grado-si-all-accoglienza-diffusa-per-l-emergenza-migranti-1.15969871?ref=fbfpi
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« Risposta #2 inserito:: Ottobre 23, 2017, 10:40:00 pm »

A VICENZA OLTRE IL 60% DI AFFLUENZA

Referendum Veneto e Lombardia, Zaia stoppa Martina: l’interlocutore è Gentiloni

23 ottobre 2017

«Io ero rimasto al punto, e lo dico anche da ex ministro, che Martina si occupa dell'agricoltura e penso che il nostro interlocutore sia il presidente del Consiglio». Lo ha detto stamane il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, intervenendo ai microfoni di Rtl 102.5 a commento delle parole del ministro Maurizio Martina. In un’intervista, Martina aveva chiuso a qualsiasi ipotesi di trattative sulle tasse, smentendo il proposito di Zaia di trattenere sul territorio «nove decimi» delle imposte versate dai contribuenti veneti all’erario nazionale. Le imposte, ha detto il ministro, «non possono essere materia di trattativa né con il Veneto, né con la Lombardia» (vedi i dettagli sotto). La consultazione di ieri si è chiusa ieri nella regione con un tasso di affluenza che sfiora il 60%. Il “sì” ha vinto in maniera plebiscitaria, con picchi sopra al 98%. In Lombardia la partecipazione si è attestata intorno al 40%, con una stima di circa 3 milioni di cittadini al voto. Matteo Salvini, segretario della Lega Nord, ne parla come «una lezione di democrazia per tutta Europa, abbiamo scelto la via legale, pacifica e costituzionale. La stessa opportunità la offriremo da nord a sud a chi ce lo chiederà».

BERGAMO FA IL PIENO DI VOTI  22 ottobre 2017
Il Veneto supera il quorum (57,2%), Sì al 98,1%. Lombardia, affluenza del 38,5%
Record affluenza Vicenza e Bergamo, minimi a Milano
Nel suo complesso, in Veneto si è raggiunta una affluenza media del 57,2%. Il “record” va a Vicenza con il 62,7%, seguita da Padova (59,7%), Treviso (58,1%), Verona (55,5%), Venezia (53,7%), Belluno (51,5%) e Rovigo (49,9%). La provincia a mostrare il “maggior” numero di no al quesito referendario sull'autonomia in Veneto è stata Belluno, ferma comunque a una quota di appena il 2,6% di voti sfavorevoli. Una nicchia, rispetto al boom di «sì» registrati nella regione. I più convinti sono stati gli abitanti delle province di Vicenza e Verona, dove il consenso ha toccato il 98,3%. In Lombardia, secondo i dati comunicati dalla Regione, l’affluenza si è attestata a una media del 38,2% con picchi del 47,3% a Bergamo e un minimo del 31,2% nella città metropolitana di Milano. Anche qui il “sì” sfiora il 100%: i voti favorevoli sono il 95,2%, contro un 3,9% di “no” e uno 0,77% di schede bianche.

RISULTATI DEFINITIVI AFFLUENZA IN VENETO
Dati in percentuale
Pd diviso sul voto
La polemica tra Zaia e Martina arriva dopo che lo stesso ministro si era espresso a favore di una «astensione consapevole» in vista della consultazione. Ma nel Pd sono emerse posizioni contrastanti. Tra gli inviti al “sì” più noti c’è stato quello di Giorgio Gori, sindaco di Bergamo. E al di fuori delle due regioni interessate dal voto, il presidente del Friuli Venezia Giulia Debora Serracchiani ha aperto di fatto all’autonomia per le regioni «con i conti in ordine».


LE REAZIONI  23 ottobre 2017
Zaia: «Al Veneto i nove decimi delle tasse»
«Come Pd abbiamo detto che non siamo contrari alle specialità e che le Regioni possano avere forme di autonomia - ha detto - Bisogna però mantenere un vincolo nazionale, poi si possono utilizzare questi strumenti flessibilmente». In Lombardia, dove non era previsto il raggiungimento di un quorum, i votanti hanno raggiunto circa il 40% degli aventi diritto di voto. Una percentuale ridotta rispetto ai numeri del Veneto, arrivato a sfiorare il 60%, ma giudicata comunque «un successo» dal presidente della regione Lombardia Roberto Maroni.

Salvini: meglio di così non poteva andare
Il segretario della Lega, Matteo Salvini, ha salutato i risultati della doppia consultazione come una «lezione di democrazia» e ribadito la centralità del tema per future alleanze. «Meglio di così non poteva andare - ha detto Salvini -Abbiamo vinto sui poteri forti cinque a zero. Ora mi aspetto che il Governo dica quando intende accogliere questa richiesta che sale dal popolo». I numeri del voto, secondo il leader del Carroccio, confermerebbero che la Lega «non ha nessun problema al nord». «Quelli che dicevano che la linea nazionale della Lega avrebbe trovato problemi al Nord non hanno capito un accidente - dice - Richieste di autonomia hanno convinto 5,5 milioni persone a votare, e Maroni e Zaia avranno mandato pieno mandato a trattare». Infine, un monito ai possibili partner politici: «Gli alleati del centrodestra sappiano che il tema posto dai referendum diventa centrale».

Anche in Puglia si prepara il referendum
Dopo il risultato referendario di Lombardia e Veneto, ora anche in Puglia la comunità politica che fa riferimento a Matteo Salvini si organizza per poter indire un referendum per chiedere maggiori competenze e risorse per i propri territori nell'ambito dell'unità nazionale. Lo rende noto il coordinatore regionale di «Noi con Salvini per la Puglia», Rossano Sasso, annunciando che con questo obiettivo a breve scadenza Matteo Salvini sarà nuovamente in Puglia.
In un comunicato Sasso afferma che «è ora che anche i pugliesi chiedano più poteri per superare le inefficienze dello Stato. Da cittadini pugliesi - prosegue - chiediamo anche noi maggiore autonomia, vogliamo che la nostra terra sia messa in grado di spiccare il volo, senza il cappio di una gestione centrale e burocratica, che non tiene conto dei territori».

© Riproduzione riservata

Da - http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2017-10-23/il-gelo-martina-si-trattativa-le-regioni-ma-non-tasse-081149.shtml?uuid=AEIsJstC&utm_source=dlvr.it&utm_medium=facebook
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