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Autore Discussione: Francesco BRUNO. Le mafie danneggiano la produttività delle PMI ...  (Letto 2059 volte)
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« inserito:: Ottobre 21, 2017, 11:49:21 am »

CATEGORIA: VENDERE E COMPRARE

Le mafie danneggiano la produttività delle PMI (uno studio spiega come)

 Scritto da Francesco Bruno il 28 Agosto 2017

Non è di certo una novità leggere nelle relazioni semestrali della Direzione Investigativa Antimafia periodi come questo: «Sono questi gli ambiti in cui si muovono i cosiddetti “colletti bianchi”, soggetti di diverse categorie ed estrazione sociale, non organici all’organizzazione criminale, che comunque contribuiscono a quelle strategie strumentali ad accrescerne le attività. Tali sono, in primo luogo, gli imprenditori “collusi” entrati “in un rapporto sinallagmatico di cointeressenza con la cosca mafiosa” sì “da produrre vantaggi (ingiusti in quanto garantiti dall’apparato strumentale mafioso)” e da assicurare loro una posizione dominante sul mercato “grazie all’ausilio del sodalizio” (…)». Il passaggio in questione riguarda la Sicilia, ma poco importa, perché i fenomeni mafiosi oltrepassano i confini del Mezzogiorno italiano. Invero, come correttamente affermato in una recente ricerca che ha studiato l’espansione della criminalità organizzata nel tessuto imprenditoriale del Nord «La gravità e pericolosità del fenomeno, passato ormai da infiltrazione a radicamento, sono state oggetto per diverso tempo di una consapevolezza limitata ad alcuni operatori del settore, poiché ha resistito a lungo la convinzione diffusa, e spesso sostenuta anche da esponenti delle istituzioni, che la mafia fosse un problema esclusivamente meridionale, da affrontare solo sul terreno dell’ordine pubblico. In ogni caso confinato nelle regioni del Sud. Crediamo che oggi non vi sia nessuno che, in buona fede, possa sostenere una simile opinione».

Seppur il fenomeno abbia rilevanza nazionale, i danni arrecati all’economia dall’esistenza della criminalità organizzata non sono però uniformi su tutto il territorio. Al Sud, ad esempio, gli effetti negativi sono maggiori, sia per presenza capillare nell’area geografica sia perché le mafie sono maggiormente inserite nel funzionamento della macchina amministrativa e nel contesto sociale. Ma oltre alla distinzione geografica, un’altra differenziazione concerne gli effetti negativi causati dalle mafie alle aziende a seconda delle dimensioni di quest’ultime, una differenziazione che è alla base di un recente studio di Roberto Ganau e Andrés Rodriguez-Pose.[1]

Gli autori indagano sugli effetti negativi subiti dalle imprese a causa della presenza di mafie sul territorio, utilizzando i dati (periodo 2009-2013) di quasi ventisettemila Piccole e Medie Imprese (“PMI”) di tutte le province italiane, con al massimo 250 addetti, ed evidenziando in primo luogo le aree della penisola più esposte alla criminalità organizzata (le solite Calabria, Campania, Puglia e Sicilia, ma anche Roma, Milano, Trieste, Rimini, Biella etc.). Al fine di permettere la comparazione, lo studio evidenzia in primis i benefici che gli agglomerati e i cluster industriali apportano alla crescita delle imprese, grazie a) all’ubicazione nello stesso luogo di imprese appartenenti allo stesso settore che favoriscono la trasmissione di conoscenze o la presenza di lavoratori specializzati e b) alla localizzazione nella stessa area geografica di imprese appartenenti a diversi settori che contribuiscono reciprocamente alla circolazione di idee, di nuove tecnologie ed alla diffusione di esternalità positive. Tutto ciò favorisce la crescita della produttività delle imprese presenti nell’area geografica interessata. Di contro, la presenza di mafie sul territorio provoca l’effetto opposto, agendo negativamente sulla produttività totale dei fattori (“TFP”). Lo studio evidenzia gli effetti diretti negativi sulla produttività delle imprese causati dalla presenza della criminalità organizzata, con i maggiori danni subiti proprio dalle PMI.

Ma cosa causa tali effetti negativi? In primis le mafie influenzano i processi produttivi, allontanandoli dall’efficienza. Ciò è probabilmente dovuto al fatto che laddove il controllo della criminalità è alto o dove la criminalità è direttamente imprenditrice, le scelte non sono perfettamente razionali, ma dettate dal mantenimento di altri equilibri (come ad esempio nella scelta di fornitori particolari sebbene più costosi o l’imposizione di assunzioni non necessarie). Tutto questo produce altresì una rottura dei rapporti di fiducia all’interno della comunità, con forti limitazioni delle cooperazioni tra imprese.

Le PMI sembrano essere le principali vittime, ma perché? La riposta è abbastanza intuitiva. Le PMI hanno minori risorse e minor potere di mercato, fanno maggior fatica a competere in un ambiente dominato da poche grandi imprese, colluse e non, da racket e intimidazioni. Anche gli approvvigionamenti imposti comportano ovviamente maggiori oneri per le PMI e la loro produttività. Le stesse restano inoltre escluse dalle gare pubbliche condizionate da fenomeni corruttivi.

Gli autori sottolineano l’importanza del contesto locale sulle performance delle imprese, un contesto che può alterare i comportamenti degli operatori economici. Da qui il suggerimento di policy del paper, che consiglia di non disegnare le politiche economiche e industriali solo a livello di singola impresa astrattamente considerata, ma di tener conto degli ostacoli locali alla crescita delle imprese. L’esempio degli effetti negativi delle mafie sulle PMI è significativo, perché quest’ultime rappresentano la stragrande maggioranza delle imprese italiane. Come già affrontato in altri post su questi pixel, la sussistenza di ostacoli permanenti – come ad esempio la criminalità organizzata – può minare o limitare l’efficacia di misure di politica economica che generano grandi aspettative (si veda il Decreto Mezzogiorno) alle quali spesso non corrispondono altrettanti buoni risultati. Lo studio di Ganau e Rodriguez-Pose conferma, ancora una volta, che fino a quando sussisteranno tali tipi di ostacoli, i rischi di fallimento delle misure messe in atto dal decisore pubblico resteranno alti o presenteranno un diverso grado di efficacia infra-territoriale, con relativa crescita dei divari regionali e delle disuguaglianze di opportunità.

Twitter @frabruno88

Da - http://www.econopoly.ilsole24ore.com/2017/08/28/le-mafie-danneggiano-la-produttivita-delle-pmi-uno-studio-spiega-come/
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