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Autore Discussione: Nunzia De Girolamo, la voce della padrona: “Stronzi, qui a Benevento comando io…  (Letto 3235 volte)
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« inserito:: Gennaio 05, 2014, 06:07:00 pm »

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Nunzia De Girolamo, la voce della padrona: “Stronzi, qui a Benevento comando io…”
Intercettata segretamente nel 2012 da un funzionario, la futura ministra riuniva i vertici dell’Asl di Benevento a casa di suo padre per discutere dell’appalto del 118 e di nuove sedi ospedaliere, e minacciava ritorsioni sui manager sgraditi del Fatebenefratelli


di Vincenzo Iurillo | 4 gennaio 2014

L’Asl di Benevento era cosa loro. Del ministro delle Politiche Agricole Nunzia De Girolamo e dei suoi fedelissimi. L’allora semplice deputata Pdl, che è bene chiarire subito non è indagata per i fatti che racconteremo, convocava a casa del padre i vertici dell’azienda sanitaria locale e persone di stretta fiducia. Con loro discuteva di come orientare l’affidamento milionario per il servizio 118, di dove ubicare presidi e strutture dell’Asl, ma anche di questioni spicciole come un sequestro di mozzarelle in un negozio di un “amico di Nunzia” o di come mandare “i controlli” negli ospedali guidati da persone non gradite alla parlamentare azzurra per far capire “che un minimo di comando ce l’abbiamo”.

Le riunioni sono state registrate di nascosto dall’ex direttore amministrativo dell’Asl Felice Pisapia (fu licenziato qualche mese dopo), e depositate nell’ambito di un’inchiesta per truffa e peculato per centinaia di migliaia di euro sottratti dalle casse dell’azienda sanitaria a favore di alcuni imprenditori, costata pochi giorni fa a Pisapia l’obbligo di dimora a Salerno. Con quegli audio Pisapia vorrebbe dimostrare di essere solo un ingranaggio del sistema. Leggendone le trascrizioni, non si trovano riferimenti al merito e a come rendere più efficiente il funzionamento della macchina della sanità pubblica nel nome dell’interesse collettivo. La preoccupazione principale pare invece quella di premiare gli amici e punire i nemici. E tramutare le decisioni in clientele e voti. Vicende che assomigliano a quelle costate inchieste e processi a un altro potentato sannita, i Mastella. Con una sostanziale differenza: secondo l’informativa della Guardia di finanza di Benevento al pm Giovanni Tartaglia Polcini, “allo stato non ci sono fattispecie penalmente rilevanti”.

Riavvolgiamo il nastro alle ore 19 e 15 del 30 luglio 2012. La De Girolamo riceve Michele Rossi, manager dell’Asl di Benevento, Gelsomino Ventucci detto “Mino”, direttore sanitario, Pisapia, l’avvocato Giacomo Papa, molto vicino ai De Girolamo, Luigi Barone, storico portavoce di Nunzia, all’epoca vice direttore de Il Sannio Quotidiano e oggi a Roma con l’incarico di direttore del portale web del ministero delle Politiche Agricole. E’ il “direttorio politico-partitico costituito al di fuori di ogni forma di legge” scrive il gip Flavio Cusani nell’ordinanza cautelare di Pisapia “che si occupava, in funzione di interessi privati e di ricerca del consenso elettorale, con modalità a dir poco deprimenti e indecorose, di ogni aspetto della gestione dell’Asl”.

La conversazione si protrae per quasi due ore. Verso la fine cade sul Fatebenefratelli di Benevento, un ospedale religioso convenzionato. La De Girolamo è arrabbiata con loro. Li chiama “stronzi”. Due volte. Poi si rivolge a Rossi: “Michè, scusami, al Fatebenefratelli facciamo capire che un minimo di comando ce l’abbiamo. Altrimenti mi creano coppetielli con questa storia. Mandagli i controlli e vaffanculo!… Io non mi permetto di farlo, però ad essere presa per culo da Carrozza, quando poi gli ho dato tanta disponibilità ogni volta che mi hanno chiesto, Miché”. Giovanni Carrozza, citato nel colloquio, è il direttore amministrativo del Fatebenefratelli. Per capirci, Miché, ovvero Michele Rossi, è molto riconoscente alla De Girolamo.

Appena una settimana prima, in un’analoga riunione, gli ha giurato fedeltà: “Nunzia, premesso che io non resterò un secondo su quell’Asl se non per te e con te, perché io la nomina l’ho chiesta a te, tu me l’hai data ed è giusto che ci sia un riscontro…”. Ora Miché ne ascolta le riflessioni sull’ubicazione di ufficio territoriale dell’Asl. “Dove dovremmo metterlo? – si chiede la De Girolamo – a Sant’Agata che Valentino (il sindaco, del Pd, ndr) è uno stronzo? Cioè, nemmeno è venuto da me”. Rossi però le spiega che Valentino “ha incassato intelligentemente” i problemi da loro creati. Ad un certo punto Nunzia pone un veto sul collocare una struttura a Forchia: “No, Forchia no! Preferisco poi darlo ad uno del Pd che ci vado a chiedere 100 voti …”. Qualche decina di minuti prima il “direttorio” aveva affrontato il caso del controllo in un negozio di latticini. Parla Luigi Barone: “E’ l’amico di Nunzia e mio amico… vende le mozzarelle accanto al Maxim’s… è un bravo ragazzo, insomma!”. Purtroppo per lui una funzionaria dell’Asl gli ha appena sequestrato “un bel po’ di roba – sottolinea Barone – tre, 4mila euro… più la sanzione”. Si stabilisce, quindi, di parlare con tale Tommaso.

Tutta da decrittare la lunga conversazione del 23 luglio 2012, incentrata quasi esclusivamente sul bando per il 118. “In tutto questo si deve fare la gara?” chiede la De Girolamo. “Non la puoi fare senza?”. Si discute se è possibile fare un affidamento diretto breve o comunque, per usare le parole dell’avvocato Papa “bypassare la gara pubblica” perché si è preoccupati del fatto che “tra poco ci commissariano e la gara pubblica se la fa la Regione”. Abbiamo provato a contattare la De Girolamo per farle qualche domanda. Ci ha risposto con questo sms: “Chi vuole fare pulizia può essere ucciso con la pistola oppure con la parola. Alla fine viene sempre fuori la verità”.

da Il Fatto Quotidiano del 4 gennaio 2014

DA - http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/01/04/nunzia-de-girolamo-la-voce-della-padrona-fagli-capire-chi-comanda-manda-i-controlli-e-vaffa/831898/
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« Risposta #1 inserito:: Gennaio 16, 2014, 04:20:40 pm »

Nunzia De Girolamo, il vertice in masseria per decidere le nomine con i fedelissimi

Corriere della sera  |  Pubblicato: 16/01/2014 09:26 CET  |  Aggiornato: 16/01/2014 09:53 CET

    Per decidere i nomi dei nuovi dirigenti della Asl di Benevento Nunzia De Girolamo convocò i suoi «fedelissimi» in una masseria. E durante il pranzo fornì allo staff le indicazioni su nomine e spostamenti da effettuare.

A rivelarlo è un articolo del Corriere della sera.

    La registrazione di quell’incontro è agli atti dell’inchiesta sulla gestione della sanità. Consegnata il 19 settembre scorso ai magistrati da Felice Pisapia l’allora direttore amministrativo che, evidentemente timoroso di essere incluso tra gli «epurati», decise di incidere su un nastro tutte le conversazioni. E di consumare la sua vendetta dopo essere stato indagato per truffa e malversazione.

    L’allora deputata Pdl, ora ministro delle Politiche agricole, mostrava grande disinvoltura nel governare la Asl e modi sbrigativi nell’assegnare incarichi e appalti, pur non avendo alcun incarico ufficiale. Sempre supportata da quel «direttorio» composto dal direttore generale Michele Rossi, dal direttore sanitario Gelsomino Ventucci e dai suoi stretti collaboratori che ancora adesso sono nel suo gabinetto al dicastero, il vicecapo Giacomo Papa e il responsabile del portale web Luigi Barone. I pubblici ministeri hanno affidato a due consulenti la sbobinatura dei nastri per accertarne l’autenticità e avere una prima valutazione sul contenuto.

    Nella relazione finale, datata 26 novembre 2013, i periti rispondono alla sollecitazione degli inquirenti ed evidenziano «tutti i passaggi nei quali si ravvisa il compimento di atti contrari alla legge». La vera svolta l’ha poi impressa il giudice che, nell’ordinanza emessa il 23 dicembre scorso per disporre l’obbligo di dimora per Pisapia, ha indicato ai pubblici ministeri la strada da seguire con indagini mirate non solo sull’assegnazione di posti e commesse, ma anche sulla dislocazione degli uffici e sui rapporti con le strutture convenzionate decise «in funzione di interessi privati e ricerca del consenso elettorale». Considerazioni sufficienti a ipotizzare imminenti iscrizioni nel registro degli indagati anche se le scelte della politica, con il dibattito parlamentare e la difesa della De Girolamo fissati per domani alla Camera, sembrano aver rallentato i tempi dell’inchiesta, quantomeno nell’emissione di nuovi provvedimenti.

Uno dei passaggi evidenziati dai periti, scrive ancora il Corriere, riguarda "l’ubicazione degli uffici Asl" dei quali si parlò, in una riunione convocata a casa De Girolamo il 30 luglio 2012.

    L’allora deputata riferisce di aver parlato con il sindaco di Airola - «quello è un “intrallazzino”» - e poi dà conto della trattativa in corso per spostare due uffici. Ma soprattutto mostra come sia davvero lei a decidere tutto. E infatti ai dirigenti sanitari ordina: «Che vuole fare? Un paio di cose che stanno a Montesarchio che voi dovreste trasferirgli a Sant’Agata e lui dava la disponibilità dei locali alla Asl ad Airola per mettere queste due strutture. Ovviamente gli ho detto “non si tocca quello di Mimmo Matera” (il sindaco di Bucciano, ndr ) perché per carità, dopo mi devo solo uccidere con quello. E lui dice: “No, io non voglio dare fastidio a nessuno, non voglio togliere niente a nessuno, ciò che c’è di superfluo, ci terrei poi a far sapere alla cittadinanza di inaugurare ciò che voi mi destinate con te e Michele Rossi”. E io gli ho detto: “Guarda questo mi fa piacere se decidiamo di darti una mano in questo senso, ne parlerò con la struttura, con Michele, con tutti.

Da - http://www.huffingtonpost.it/2014/01/16/nunzia-de-girolamo-masseria-vertice-nomine_n_4607513.html?1389860786&utm_hp_ref=italy
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« Risposta #2 inserito:: Gennaio 17, 2014, 12:04:56 pm »

Nunzia De Girolamo, il vertice in masseria per decidere le nomine con i fedelissimi
Corriere della sera  |  Pubblicato: 16/01/2014 09:26 CET  |  Aggiornato: 16/01/2014 09:53 CET

    Per decidere i nomi dei nuovi dirigenti della Asl di Benevento Nunzia De Girolamo convocò i suoi «fedelissimi» in una masseria. E durante il pranzo fornì allo staff le indicazioni su nomine e spostamenti da effettuare.

A rivelarlo è un articolo del Corriere della sera.

    La registrazione di quell’incontro è agli atti dell’inchiesta sulla gestione della sanità. Consegnata il 19 settembre scorso ai magistrati da Felice Pisapia l’allora direttore amministrativo che, evidentemente timoroso di essere incluso tra gli «epurati», decise di incidere su un nastro tutte le conversazioni. E di consumare la sua vendetta dopo essere stato indagato per truffa e malversazione.

    L’allora deputata Pdl, ora ministro delle Politiche agricole, mostrava grande disinvoltura nel governare la Asl e modi sbrigativi nell’assegnare incarichi e appalti, pur non avendo alcun incarico ufficiale. Sempre supportata da quel «direttorio» composto dal direttore generale Michele Rossi, dal direttore sanitario Gelsomino Ventucci e dai suoi stretti collaboratori che ancora adesso sono nel suo gabinetto al dicastero, il vicecapo Giacomo Papa e il responsabile del portale web Luigi Barone. I pubblici ministeri hanno affidato a due consulenti la sbobinatura dei nastri per accertarne l’autenticità e avere una prima valutazione sul contenuto.

    Nella relazione finale, datata 26 novembre 2013, i periti rispondono alla sollecitazione degli inquirenti ed evidenziano «tutti i passaggi nei quali si ravvisa il compimento di atti contrari alla legge». La vera svolta l’ha poi impressa il giudice che, nell’ordinanza emessa il 23 dicembre scorso per disporre l’obbligo di dimora per Pisapia, ha indicato ai pubblici ministeri la strada da seguire con indagini mirate non solo sull’assegnazione di posti e commesse, ma anche sulla dislocazione degli uffici e sui rapporti con le strutture convenzionate decise «in funzione di interessi privati e ricerca del consenso elettorale». Considerazioni sufficienti a ipotizzare imminenti iscrizioni nel registro degli indagati anche se le scelte della politica, con il dibattito parlamentare e la difesa della De Girolamo fissati per domani alla Camera, sembrano aver rallentato i tempi dell’inchiesta, quantomeno nell’emissione di nuovi provvedimenti.

Uno dei passaggi evidenziati dai periti, scrive ancora il Corriere, riguarda "l’ubicazione degli uffici Asl" dei quali si parlò, in una riunione convocata a casa De Girolamo il 30 luglio 2012.

    L’allora deputata riferisce di aver parlato con il sindaco di Airola - «quello è un “intrallazzino”» - e poi dà conto della trattativa in corso per spostare due uffici. Ma soprattutto mostra come sia davvero lei a decidere tutto. E infatti ai dirigenti sanitari ordina: «Che vuole fare? Un paio di cose che stanno a Montesarchio che voi dovreste trasferirgli a Sant’Agata e lui dava la disponibilità dei locali alla Asl ad Airola per mettere queste due strutture. Ovviamente gli ho detto “non si tocca quello di Mimmo Matera” (il sindaco di Bucciano, ndr ) perché per carità, dopo mi devo solo uccidere con quello. E lui dice: “No, io non voglio dare fastidio a nessuno, non voglio togliere niente a nessuno, ciò che c’è di superfluo, ci terrei poi a far sapere alla cittadinanza di inaugurare ciò che voi mi destinate con te e Michele Rossi”. E io gli ho detto: “Guarda questo mi fa piacere se decidiamo di darti una mano in questo senso, ne parlerò con la struttura, con Michele, con tutti.

Da - http://www.huffingtonpost.it/2014/01/16/nunzia-de-girolamo-masseria-vertice-nomine_n_4607513.html?1389860786&utm_hp_ref=italy
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« Risposta #3 inserito:: Gennaio 19, 2014, 12:16:41 am »

De Girolamo e il complotto. Il segno della cattiva politica

Pubblicato: 17/01/2014 21:46

Era prevedibile che alle strette Nunzia De Girolamo attingesse al più stupido repertorio a cui ricorrono i politici per trovare improbabili spiegazioni ai loro comportamenti: "Sono vittima di un complotto e di un linciaggio mediatico".

Il complottismo è divenuto il protagonista principe della cattiva politica per surrogare la mancanza di credibili argomentazioni. Le traversie giudiziarie di Berlusconi non erano dovute ad altro che a un complotto di magistrati; il governo Monti era il risultato di una trama massonico-finanziaria ordita all'ombra di Bildeberg; e i successi della ditta Grillo & Casaleggio sono dovuti alla cospirazione degli Illuminati.

I complottomani, in buona o cattiva fede, fanno sempre uso dei medesimi ingredienti. Prendono qualche elemento veritiero, come la De Girolamo ha fatto con le registrazioni telefoniche, li mescolano in un bel teorema che sembra attendibile come nel caso del clientelismo sannita, e si tirano le inevitabili conclusioni che ruotano intorno al complotto che ha al centro una supposta vittima.

Ormai la parte peggiore della nostra politica è talmente priva di idee e argomenti che deve inventare complotti, evocare misteri, e proporre dietrologie per cui mai nulla è come appare e c'è sempre dietro qualche burattinaio. Tanto che gli americani hanno coniato per l'Italia l'ironico neologismo "il paese della Backlogy".

La verità sulla storiaccia della De Girolamo è che ancora una volta il complottismo serve a mascherare l'incapacità del cattivo politico di assumere la responsabilità delle proprie azioni nel momento in cui viene alla luce il sottobosco del piccolo o grande potere.

Da - http://www.huffingtonpost.it/massimo-teodori/de-girolamo-e-il-complott_b_4619465.html?utm_hp_ref=italy
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