GRECIA
Salvare Atene? Non funzionerà
Ciascuno risponda dei propri errori
Il sole ha brillato per 24 ore dopo l’annuncio del piano definitivo-definitivo per «salvare la Grecia» e prevenire il contagio. Non male. Molti di noi erano scettici già domenica, quando il piano è emerso, e molti si sono preoccupati ancora di più quando la Bce ha comunicato che avrebbe assorbito qualunque quantità di titoli greci le banche volessero presentare in garanzia nelle operazioni di pronto contro termine. Se servono 110 miliardi per tirar fuori la Grecia dai guai, quanto servirà per la Spagna? E per il Portogallo? E per l’Italia?
E per tutti gli altri? Se la Germania inizia a indebitarsi per salvare uno a uno tutti i Paesi della zona-euro, anche lei fallirà.
Così non può funzionare e i mercati lo capiscono, ma i responsabili politici non sembrano affatto capire i mercati. Questi ultimi, simultaneamente, sono preda del panico e speculano per guadagnare. Chiunque abbia bond spagnoli ha buone ragioni per il panico e chi non li ha può realizzare grandi profitti puntando sulla loro caduta.
Coloro che dettero vita al Trattato di Maastricht quasi 20 anni fa lo avevano capito. Videro che uno Stato con le finanze in dissesto avrebbe chiesto aiuto e, con ammirevole lungimiranza, temettero che altri Paesi avrebbero risposto favorevolmente. Il loro timore era che ciò avrebbe incoraggiato ulteriore indisciplina di bilancio e che alla fine la Bce si sarebbe sentita obbligata a assorbire i debiti: è così che sono nate anche le fasi di iperinflazione. Quindi i fondatori di Maastricht hanno inventato la regola contro i salvataggi, che è stata violata dai governi lo scorso week-end e lunedì dalla Bce. Ed eccoci qua, davanti all’abisso.
L’unione monetaria è minacciata. Molti commentatori ritengono che ciò riveli un errore di concezione e i responsabili di politica economica promettono già la linea dura sul Patto di stabilità. Sarebbe stato meglio adottare un vero assetto federale, con veri trasferimenti di sovranità nell’autorità di bilancio, ma politicamente non è stato possibile. Tuttora non lo è, dunque rendere più duro il Patto di stabilità non ci porterà da nessuna parte: nessuno può dire a un governo e al suo parlamento cosa fare.
L’unica possibilità è dire a un governo che la sua sovranità implica che esso è il solo responsabile per le conseguenze delle sue azioni. Questo sarebbe perfettamente coerente e dunque non c’è nessun errore di concezione nel sistema. A meno che non vogliamo accettare il principio che la violazione della regola contro i salvataggi è un’implicita componente dell’accordo.
Charles Wyplosz,
The Graduate Institute, Ginevra
05 maggio 2010© RIPRODUZIONE RISERVATA
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