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Autore Discussione: Vedo nero Il valzer sovranista di Salvini e la preoccupante risacca reazionaria  (Letto 528 volte)
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« inserito:: Ottobre 01, 2024, 11:40:40 pm »

Vedo nero Il valzer sovranista di Salvini e la preoccupante risacca reazionaria
Mario Lavia
L’incrocio tra la crescita dei partiti di estrema destra in Europa e il dilagare di orientamenti antisemiti, nel loro vicendevole alimentarsi, identifica il più grave problema di questo tempo: la tenuta democratica

In Italia c’è dunque un partito amico dei para-nazisti austriaci, la Lega, un partito che fa parte dell’esecutivo e ha persino la vicepresidenza del Consiglio con il suo leader Matteo Salvini. Va bene tutto ma un partito di governo così sensibile alle parole d’ordine dei para-nazisti dovrebbe costituire un motivo di inquietudine per tutta la democrazia italiana, a partire da una presidente del Consiglio che ha già di suo problemi di credibilità sul piano internazionale; e per gli aderenti italiani al Partito popolare europeo, cioè Forza Italia, i cui amici austriaci giustamente combattono i “neri” austriaci. Ieri Antonio Tajani ha fatto un accenno a questa posizione dei popolari di Vienna senza minimamente porsi il problema della  contraddizione tra questo e il governare insieme agli amici dei para-nazisti austriaci.
La questione degli orientamenti di Salvini forse  suscita qualche apprensione anche al Quirinale. Sergio Mattarella, parlando a Marzabotto, ha sottolineato che «quanto accade ai confini della nostra Unione europea suona monito severo. I fantasmi dell’orrore non hanno lasciato la storia»: il riferimento era all’Ucraina ma il pensiero si attaglia anche all’avanzata dei reazionari nel cuore dell’Europa.


Questi fantasmi dell’orrore sono tra noi.
È un problema democratico il fatto che Salvini abbia salutato l’affermazione della Fpö, il «partito fratello» che si richiama al sangue viennese e simili amenità che, come tutti sanno, erano parte integrante dei discorsi dell’imbianchino di Vienna: ecco cosa dovrebbe denunciare l’opposizione invece di perdere tempo con le piccole risse interne.

La Lega si appresta all’annuale appuntamento di Pontida del 6 ottobre dove, oltre ai nazi austriaci, ci saranno altri bei reazionari come il premier ungherese Viktor Orbàn, il leader dei sovranisti olandesi Geert Wilders, probabilmente in collegamento Marine Le Pen, il leader dei sovranisti portoghesi di Chega, André Ventura, una significativa rappresentanza dell’Internazionale nera che ha tra i suoi tratti distintivi quello nauseabondo dell’antisemitismo in piena continuità con le follie disumane del già citato imbianchino viennese.
Certo, non c’è il nazismo alle porte poiché, a differenza degli anni Trenta, le democrazie per quanto malridotte appaiono in grado di contenere questa onda reazionaria che si sta alzando sulla vecchia Europa: se le forze democratiche si uniscono possono ben isolare i partiti reazionari, e non ci sarebbe alcun tradimento del voto popolare, perché governa chi è capace di formare una maggioranza parlamentare, non semplicemente chi arriva primo: vale per Jean-Luc Mélenchon (che poi non era nemmeno primo), vale per l’austriaco  Herbert Kickl, uno che ha fatto campagna elettorale utilizzando il soprannome di cancelliere del popolo, un tempo usato per descrivere Hitler.

Ma il problema è più serio. È che l’incrocio tra la crescita dei partiti reazionari e il dilagare di orientamenti antisemiti, nel loro vicendevole alimentarsi, identifica il più grave problema di questo tempo. La caccia all’ebreo in quanto ebreo, l’altra faccia dell’odio contro gli immigrati (vero, Salvini?).
Ora, se il 6 ottobre ci sarà la sfilata reazionaria e paranazista ospitata dal vicepresidente del Consiglio, il giorno prima, il 5, a un anno dal giorno in cui i lupi di Hamas stuprarono Israele, è prevista una  manifestazione a Roma pro-Palestina che è stata vietata dalla Questura ma che si terrà ugualmente con l’evidente obiettivo di creare incidenti.
Le forze di polizia in questi giorni stanno elevando i livelli di sicurezza per prevenire o reprimere le manifestazioni di antisemitismo e di odio verso il popolo di Israele, un odio sfrontatamente espresso al riparo della condanna del governo Netanyahu, come si è visto l’altro giorno a Milano con l’esibizione dei cartelli contro Liliana Segre. È risuonata la lugubre frase : «ll 7 ottobre è la data di una rivoluzione», ed è incredibile che questa vergogna sia stata consentita e non punita. Antisemitismo, sovranismo, xenofobia, nostalgia per i discorsi più infami del Novecento: una miscela che si allunga anche da noi e che lambisce, anzi penetra, fin nel governo italiano. Questo, qui e ora, è il problema numero uno.

da https://www.linkiesta.it/2024/10/il-valzer-sovranista-di-salvini-e-la-preoccupante-risacca-reazionaria/
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