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Autore Discussione: Stefano CAGELLI. Tutti i dubbi (e i rischi) della galassia a sinistra del Pd  (Letto 2367 volte)
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« inserito:: Febbraio 17, 2017, 12:21:23 am »

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Stefano Cagelli - @turbocagio
· 14 febbraio 2017

Tutti i dubbi (e i rischi) della galassia a sinistra del Pd

Una miriade di movimenti e partiti prova ad organizzarsi. La frattura è sempre e solo una: con il Pd o contro il Pd

O con Renzi o contro Renzi. Una sinistra di governo o una Linke solo di lotta. E’ questa la linea di frattura che divide il campo largo di tutte quelle forze che si collocano alla sinistra del Pd (sia interne che esterne). Una galassia che più passa il tempo più appare nebulosa e confusa e che un’eventuale scissione della minoranza dem – paventata con sempre più insistenza in vista della decisiva Assemblea di domenica – non farebbe altro che aggravare.

La dimostrazione plastica sta nella rottura, già avvenuta, all’interno di Sinistra Italiana, ancor prima del suo Congresso fondativo, fissato per il prossimo weekend a Rimini. Da una parte Arturo Scotto, che guarda a “tutti gli interlocutori naturali per costruire il nuovo centrosinistra”, da D’Alema a Pisapia, dall’area vicina alla Cgil fino alla sinistra Pd. Dall’altra parte quello che è rimasto il candidato unico alla guida del partito appena nato (che, come fa notare lo stesso Scotto, ha meno della metà degli iscritti che aveva Sel) Nicola Fratoianni, insieme a Stefano Fassina, contrario a qualsiasi apertura.

Proprio attorno alla nuova proposta politica di Giuliano Pisapia e Laura Boldrini (‘Campo progressista’, oggi a battesimo a Milano) ruotano gran parte delle manovre a sinistra. L’ex sindaco di Milano – sostenitore del Sì al referendum costituzionale – non ha mai nascosto che il suo obiettivo è quello di riunire il centrosinistra attorno ad un’alleanza strutturale con il Partito Democratico, considerata l’unica che possa dare una qualche possibilità di vedere la sinistra al governo del Paese.

Molto di quel che vedremo nelle prossime settimane dipenderà da due variabili fondamentali. In primo luogo occorrerà capire (e succederà presto) se la scissione del Pd avverrà o meno. E poi sarà decisiva la legge elettorale con la quale si andrà a votare. Al momento, il premio di lista – e non di coalizione – alletta quelle forze che vedono nell’impalcatura proporzionale del sistema la possibilità di una reunion tra il Pd e le forze alla sua sinistra. L’obiettivo, in questo caso, sarà quello di creare una lista in grado non solo di superare la soglia di sbarramento del 3% e garantirsi qualche seggio in Parlamento, ma anche di pesare in termini di alleanze post-voto.

Dice ancora Scotto: “Pensiamo a un proporzionale che consenta poi di costruire delle alleanze senza premio di coalizione”. L’idea, caldeggiata dentro il Pd da Gianni Cuperlo e fuori dal Pd da Massimiliano Smeriglio, Ciccio Ferrara e Marco Furfaro, è quella di riunire sotto la stessa bandiera – o, più sobriamente, nella stessa lista – una quantità di forze sufficiente per puntare ad un buon risultato significativo alle urne.

Ma l’impresa non sarà facile. Data per certa la disponibilità di Pisapia (e l’indisponibilità di Vendola e dell’ala indipendentista di quel che resta di Sinistra Italiana), resta ancora da capire cosa faranno gli eventuali “scissionisti” del Pd, a cominciare da Massimo D’Alema e il suo ‘ConSenso’ e Pier Luigi Bersani. Certo, l’idea che i due – con relative truppe – lascino il Pd in polemica con Renzi per poi allearcisi dopo le elezioni non sembra verosimile. Stesso discorso vale per Pippo Civati e ‘Possibile’. “Se Pisapia e chi aderisce al suo movimento – ha detto il deputato brianzolo – vogliono fare la stampella di sinistra del Pd renziano, noi non ci siamo. Se invece intendono proporre una lista senza il Pd, allora possono contare sul nostro appoggio”.

Un ragionamento che non fa una piega ma che non esaurisce il tema di fondo: posto che questa lista difficilmente raggiungerà il 40% dei voti per ottenere il premio di governabilità fissato dall’Italicum modificato, chi potrebbero essere gli interlocutori per non “morire” di irrilevanza e per costruire un’alleanza di governo? Le risposte a questa domanda, quando e se arriveranno, ci diranno molto di quale sia la strada che si profila davanti all’eterogenea sinistra italiana.

(Foto di Andreas Jurgenowski, da Flickr)

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