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Autore Discussione: Sabino Cassese. - L’attuazione non arriva mai Troppe leggi che restano solo...  (Letto 2280 volte)
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« inserito:: Novembre 22, 2014, 05:29:05 pm »

L’attuazione non arriva mai
Troppe leggi che restano solo annunci
Di Sabino Cassese

I ritardi nell’attuazione delle leggi sono divenuti un male endemico. Solo un terzo di esse è messa in atto in un anno. Le altre aspettano. Un anno e mezzo dopo la fine del governo Monti, solo due terzi delle leggi da esso promosse sono state seguite dai relativi decreti delegati e regolamenti.

Così gli atti del Parlamento diventano promesse. L’attuazione differita produce disillusione e sfiducia. La distanza tra «Paese reale» e «Paese legale» aumenta. Quando i governi hanno durata breve, come quelli Monti e Letta, il divario temporale fa danni ancor maggiori, perché non sempre le priorità del governo successivo, su cui ricadono le maggiori responsabilità attuative, corrispondono a quelle del governo precedente.

Inoltre, l’attuazione per via normativa è solo una parte delle procedure esecutive. Ogni legge è seguita da grappoli di norme (decreti delegati e regolamenti). Ma, poi, servono altre decisioni: destinazione di risorse, organizzazione di uffici e di personale, redazione e approvazione di circolari e di provvedimenti amministrativi, spesso da adottare di concerto e sentite più autorità. La gestione di tutta questa macchina è nelle mani della burocrazia, talora lenta, talaltra mossa da altre motivazioni, diverse da quelle del legislatore e della classe politica. È solo alla fine di questa trafila che una prescrizione legislativa, spesso reinterpretata dalla burocrazia, giunge al cittadino. E questo ha ragione di lamentarsi se deve aspettare anni. L e cause di questo scarto tra ciò che si scrive nella Gazzetta Ufficiale e la realtà sono chiarissime e non si capisce perché non vi si ponga rimedio.

La prima è l’ipertrofia legislativa. Più di un quarto delle norme inserite in leggi potrebbero essere approvate con altri atti, meno solenni e più spediti. Più leggi si fanno, più se ne dovranno fare, con una crescita esponenziale, perché per modificare una legge occorre un altro atto dello stesso legislatore.
Poi, le leggi sono anche un modo per comunicare politiche pubbliche. Anzi, in Italia, per una distorsione legalistica pericolosa, sono diventate il modo prevalente. E i governi danno la precedenza all’annuncio piuttosto che alla realizzazione, all’iniziativa piuttosto che all’attuazione.

Infine, i governi non sanno organizzarsi, non dispongono di una «cabina di regia» e di un «giornale di bordo», necessari per seguire costantemente le complesse procedure che fanno diventare realtà una legge.

Dunque, i rimedi ci sono. Non ci sono, invece, la cultura e l’attenzione per il risultato. L’Italia resta ferma alle cerimonie della «posa della prima pietra», mentre sarebbe utile che le cerimonie si facessero quando l’edificio è terminato e i cittadini possono entrarvi.

21 novembre 2014 | 07:34
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Da - http://www.corriere.it/cultura/14_novembre_21/troppe-leggi-che-restano-solo-annunci-f3a25b44-7145-11e4-b9c7-dbbe3ea603eb.shtml
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