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Autore Discussione: Daniela Amenta Un caimano finto sardo  (Letto 2590 volte)
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« inserito:: Febbraio 14, 2009, 12:10:19 am »

Un caimano finto sardo

di Daniela Amenta


Innamorato della Sardegna. Dati alla mano, una novita assoluta per il premier. Negli ultimi quattro anni Berlusconi non ha speso una parola per l'Isola, né - soprattutto - un centesimo. Neppura una telefonata di cordoglio a Soru per le vittime dell'alluvione dii Capoterra. E' vero però che è cittadino onorario. Di Olbia, per la precisione, per volontà dell'ex sindaco forzista Nizzi, uno che si rivolge al presidente del Consiglio usando l'Egli, la terza persona. Cittadino sardo, dunque. E' il patentino sventolato all'abbisogna, usato per presentarsi per esempio al Pontefice come "uomo dell'Isola".

Ma i fatti dimostrano che Berlusconi ha zero interesse per i destini della Sardegna, dei suoi abitanti, di un'economia fragile come una meringa e mai sostenuta nonostante i proclami. Vedi il Dpef di Tremonti in cui si degrada la Sardegna da Regione Speciale a Ordinaria, intaccandone l'autonomia finanziaria, cancellandone lo Statuto alla faccia di una legge Costituzionale. E poi tagli, naturalmente, tagli pesanti che non riguardano il Friuli o la Sicilia ed investono - guarda caso - solo la Sardegna. Fino allo spot del piano Marshall, tutto da vedere ovviamente.

Ma ora il Cavaliere guascone si presenta come "mezzo sardo".  E rivendica radici che non possiede, amori mai espressi.  Proprio lui che al governo non ha piazzato neppure un isolano, interrompendo una tradizione lunga 60 anni e a dispetto del plaudente seguito di forzisti. Quelli che parlano del "dottore" usando l'Egli e celebrano il culto del Caimano presso l'anfiteatro posticcio de La Certosa, l'unica villa d'Italia coperta dal segreto di Stato . Un paradiso massacrato dal cemento i cui mille abusi sono stati condonati o prescritti ma che tali restano in tutta la loro devastante brutalità.

E infatti il signor Premier non ha mai digerito la "salvacoste" di Soru, quella legge per la tutela del paesaggio. Per cancellarla ha provato anche ad appellarsi alla Corte Costituzionale che lo ha sbertucciato, dandogli torto. Il "mezzo sardo" Berlusconi nutre, però, una vera passione per il territorio vista mare. Vedi lo scempio anni '70 di Olbia 2, un formicaio di mattoni tra San Teodoro e Capo Ceraso. Scempio evitato per caso, quando Egli s'accompagnava a Flavio Carboni dilettandosi a trasformare la Gallura in una sorta di hinterland milanese.

Il cittadino onorario che ha dato incarico a Tremonti di vendere le spiagge dell'isola, che sui destini collassati della chimica sarda non ha mai speso una parola (meglio sostenere il Veneto e l'Emilia), così come sulla continuità territoriale o le servitù militari. "Mezzo sardo" che definisce "magazzini" i nuraghe, che ha tentato di scippare il G8 alla Maddalena, magari consegnando il pacchetto a Milano o a Napoli "perché in un'isola i lavori sono difficili" nonostante le rassicurazioni dello stesso Bertolaso. Il Cavaliere che usa la Sardegna come una discarica per sperimentare le centrali del futuro. Così Berlusconi si scopre "mezzo sardo" quando conviene, in particolare nei weekend con Apicella e varie ospiti, o se fa gioco alle proprie strategie. Come nel caso di queste elezioni.

La maschera dei mamuthones, però, è una roba seria.  Suggeriamo di riprovare con la bandana. O magari con un cappellaccio. Egli, come si sa, ha una passione sfrenata per i copricapo.


12 febbraio 2009
da unita.it
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