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Autore Discussione: Contratti e salari: patto di ferro tra imprese e governo  (Letto 2968 volte)
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« inserito:: Giugno 25, 2008, 08:56:31 am »

Contratti e salari: patto di ferro tra imprese e governo

Laura Matteucci


«Darsi e mantenere un obiettivo chiaro di riduzione dell’inflazione è un fatto positivo». In altri termini: «Non possiamo rassegnarci a subire la crescita dell’inflazione come fosse un fenomeno ineluttabile». In altre parole ancora, e per essere chiari, all’assemblea annuale di Assolombarda la presidente di Confindustria Emma Marcegaglia difende il tasso di inflazione all’1,7% previsto per quest’anno dal Dpef del governo, quello contestato dai sindacati perchè colpisce lavoratori e pensionati. Che, a conti fatti, si ritroverebbero con mille euro in meno in due anni, come quantificato dal leader della Cgil Guglielmo Epifani. Il ministro Tremonti ha invitato a telefonare alla Bce, scaricandole tutte le responsabilità circa i riferimenti inflazionistici. Marcegaglia non arriva a tanto, però: «L’inflazione deriva in gran parte da fattori internazionali - dice - che non possono venire scaricati sulle imprese». Piuttosto, sui lavoratori. «No a spirali prezzi-salari», chiede più volte Marcegaglia dal palco dell’assemblea che più conta in Confindustria.

Si parla molto di Expo 2015, quest’anno: ovvio, vista la vittoria di Milano. Ne parla la presidente di Assolombarda Diana Bracco, il sindaco Moratti, il governatore Formigoni, il presidente della Provincia Penati, tutti per definirla «un’occasione straordinaria».

Ne parla anche Marcegaglia, ma il discorso scivola, e resta, sull’attualità. È un patto d’acciaio, quello che si va consolidando tra governo e Confindustria. Giudizio «complessivamente positivo» sulla manovra, a parte la debolezza sul tema infrastrutture («c’è poco»), positivo sull’inflazione programmata a meno della metà dell’attuale. «Se poi sarà molto più alta, allora Confindustria farà una riflessione». Comunque, la strada delle «compensazioni» è tracciata: «Alleggerire il contratto nazionale e lasciare più spazio a quello aziendale», dice la leader degli industriali alla vigilia di un «incontro fondamentale», oggi, con Cgil, Cisl e Uil sulla riforma del modello contrattuale. Per ora «il clima è positivo, speriamo non cambi». La ricetta, comunque, è sempre quella: aumentare la produttività per aumentare i salari e la crescita del paese.

E l’impoverimento generale, il costo della vita sempre più elevato? Lo strumento degli assetti contrattuali non è l’unico su cui far leva: colpa delle tariffe, troppo alte, che gravano sul reddito, risponde Marcegaglia. «Bisogna spingere per le liberalizzazioni, soprattutto nei servizi pubblici locali». Dito puntato anche contro le speculazioni che fanno volare il prezzo del petrolio, ormai «devastante».

Il patto è d’acciaio, ma non incondizionato. «Facciamo un appello chiaro alle forze politiche di guardare al bene del Paese, sarebbe un grave errore tornare all’atmosfera dei quindici anni precedenti», dice con riferimento a quei «segnali preoccupanti» di un «deterioramento del clima politico a soli 50 giorni dall’inizio della nuova legislatura». Lo stallo economico, prosegue, e più in generale «il sistema Paese non consente il ritorno ad accuse reciproche». Ci vogliono, invece, «riforme profonde», tra cui anche quelle infrastrutturali, decisive per l’Expo. «Servono investimenti - chiarisce - e nuove regole per far arrivare i fondi privati. E tempi certi. È impensabile che ci vogliano 20 anni per un’opera mentre in Spagna (sempre lei) ne basta uno. Poi, non si può dare spazio ai professionisti del no». Per chiudere: «Hanno deciso per la discarica a Chiaiano? Bene, mandino l’esercito, ma la facciano».

Pubblicato il: 24.06.08
Modificato il: 24.06.08 alle ore 8.26   
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Utente non iscritto
« Risposta #1 inserito:: Giugno 25, 2008, 09:02:44 am »

Governo, Confindustria, Vaticano dagli effetti, nella società, di questo "patto" deve nascere la nuova Sinistra...

... speriamo democratica e di governo.

ciaoooooooooooo 
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