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Autore Discussione: Marocchinate stuprata e arsa viva dai liberatori: la terribile scoperta E altro.  (Letto 1322 volte)
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« inserito:: Aprile 06, 2024, 07:02:39 pm »



INFORMAZIONI: VERITÀ O COMPLOTTISMO?


Storia militare
Storia dell'Europa

Forse non tutti sanno che...
Post di
Gaetano Antonio Riotto

 
Forse, non tutti sanno che:
Marocchinate, stuprata e arsa viva dai liberatori: la terribile scoperta.

 
La lettera ritrovata in un vecchio fascicolo dall'Associazione Vittime delle Marocchinate riporta a galla la storia di un'altra vittima innocente, stuprata e data alle fiamme nel 1944.
Stipato in uno degli scaffali più remoti dell’arichivo di Stato c’è un fascicolo logoro di anni. Lo strato di polvere che lo avvolge dimostra una triste verità: ciò che contiene non interessa a nessuno. Eppure lì dentro ci sono storie che aspettano solo di essere raccontate. Storie di esistenze interrotte, di crimini orrendi di cui si è persa memoria. Delitti brutali per cui nessuno ha pagato. Sul frontespizio si leggono tre parole che sono uno pugno nello stomaco al politicamente corretto: "Violenza delle truppe alleate".
 
Qualcuno forse ha già sentito parlare dei goumier. Qualcuno probabilmente no. Si tratta delle truppe straniere, marocchine e algerine, inquadrate nell’esercito francese. Risalendo l’Italia per liberarla dal nazifascismo si lasciarono dietro sangue e orrore: 60mila stupri e più di mille omicidi. Ecco, nel fascicolo di cui parlavamo tutto questo è messo nero su bianco. Le centinaia di fogli dattiloscritti ricostruiscono i fatti e attribuiscono le responsabilità come solo i documenti ufficiali sanno fare. I maniera secca, diretta, inconfutabile. Emiliano Ciotti, presidente dell’Associazione Nazionale Vittime delle Marocchinate, ci si è imbattuto nel corso delle sue ricerche. È stato lui a riaprire il vecchio fascicolo dimenticato. Sono mesi ormai che legge e rilegge quei documenti. Studia. Ricostruisce. Archivia. E ogni giorno emerge qualcosa di nuovo e terribile. L’ultima storia riportata alla luce è quella di Carmela.
 
Di lei si sa poco e nulla. Non cosciamo il suo volto nè quanti anni avesse o che lavoro facesse. Ma sappiamo con certezza che era di Cassino, nel Frusinate, e che l’avanzata dei libertori per lei ha significato l’annientamento. Nel 1944 venne stuprata e arsa viva dalle truppe coloniali francesi. Le prove di questa barbarie sono contenute in una lettera scritta da Giulio Pastore, deputato e segretario generale delle Acli, il 6 agosto del 1948. La missiva, indirizzata all’ambasciata francese di Roma e al ministero degli Affari esteri italiano, è un sollecito al pagamento di un indennizzo alla figlia della vittima, Giuseppina. I risarcimenti corrisposti da Parigi alle vittime delle “marocchinate” si aggiravano attorno alle 15mila lire: 5mila di acconto e 10mila di saldo. La figlia di Carmela, come risulta dal documento, non aveva ricevuto nulla, nonostante quest’ultima avesse “a suo tempo prodotto alla Commissione francese a ciò preposta (con sede in Roma Hotel Plaza), documentata domanda intesa a ottenere un indennizzo”.
 
Quel risarcimento, si legge ancora nella missiva, le spettava “per essere stata la di lei madre V. Carmela fu Antonio violentata e arsa viva dalle truppe marocchine di stanza a Monte Caira (Cassino)”. “È un documento sconvolgente – commenta Ciotti – che attesta una violenza terribile ai danni di una donna italiana, prima violentata e poi data alle fiamme. Durante le nostre ricerche abbiamo accertato numerosi casi di stupro, soprattutto in Sicilia, Campania, Lazio e Toscana, ma questo è il caso più aberrante”. “Credo che la magistratura debba avviare un’indagine, gli autori – conclude – potrebbero essere ancora in vita e vanno perseguiti dalla legge italiana. Serve la collaborazione delle autorità francesi, affinché aprano i loro archivi, se non agli studiosi italiani almeno alla magistratura”.
Di: Elena Barlozzari-fonte: ilgiornale.it-immagini da: google.
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Giacomo Bianchi
Esperto/a di Inglese

Quale terribile fatto storico è poco conosciuto?
ATTENZIONE FOTO NON ADATTE A PERSONE SENSIBILI
Stupro di Nanchino
Gli orribili eventi sono noti come il massacro di Nanchino o lo stupro di Nanchino, poiché si stima che 20.000 donne, inclusi alcuni bambini , siano state violentate durante l'occupazione.
 
Un gran numero di stupri sono stati compiuti sistematicamente dai soldati giapponesi mentre andavano di porta in porta alla ricerca di ragazze e molte donne venivano catturate e stuprate di gruppo. Le donne venivano spesso uccise subito dopo essere state violentate.
I giapponesi erano infuriati a causa dalla forza della resistenza cinese e quando la capitale cinese Nanchino cadde nel dicembre 1937, le truppe giapponesi massacrarono immediatamente migliaia di soldati cinesi che si erano arresi a loro. I giapponesi hanno quindi radunato circa ventimila giovani cinesi e li hanno trasportati su camion fuori dalle mura della città dove sono stati uccisi in un massacro. Le truppe giapponesi furono quindi incoraggiate dai loro ufficiali a saccheggiare Nanchino e massacrare e violentare la popolazione cinese della città.
 
Per sei settimane, la vita dei cinesi a Nanchino è diventata un incubo. Bande di soldati giapponesi ubriachi vagavano per la città, uccidendo, violentando, saccheggiando e bruciando a piacimento. I civili cinesi che sono stati fermati per strada e trovati non possedere nulla di valore sono stati immediatamente uccisi. Durante questo periodo, i soldati dell'esercito imperiale giapponese hanno ucciso civili cinesi e combattenti disarmati che sono stati stimati da 40.000 a oltre 300.000.
I corpi di migliaia di vittime del massacro sono stati scaricati nel fiume Yangtze fino a quando il fiume è diventato rosso del loro sangue. Dopo aver saccheggiato Nanchino di qualsiasi cosa di valore, i giapponesi hanno acceso degli incendi che hanno distrutto un terzo della città.

Da https://it.quora.com/
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« Risposta #1 inserito:: Aprile 06, 2024, 07:03:59 pm »


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