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16  Forum Pubblico / LA NOSTRA COLLINA della più BELLA UMANITA', quella CURIOSA. / Re: Ue, Se torna la parola umanità inserito:: Ottobre 10, 2020, 01:02:45 pm
Sono fondamentali gli strumenti di comunicazione.
Le maggiori intelligenze, la Von der Lyen è certamente fra queste, cercano di costruire un futuro migliore per tutti, ma non si può aspettare solo che la scuola e le università rendano cittadini migliori.

E' una cultura che si deve diffondere subito e che non si può veicolare solo con gli slogan.

Servono luoghi di discussione in piazze fisiche ed anche non fisiche.

Serve aiutare la diffusione di cultura e non di battute "efficaci".

Constato come i meme sui social hanno un successo sconosciuto alle riflessioni, questo è un pericolo qualsiasi sia il messaggio.
17  Forum Pubblico / DOMANESIMO E' IL FUTURO, come lo disegniamo per i nostri nipoti? / Guardare negli occhi può significare capire il futuro di un popolo. inserito:: Ottobre 02, 2020, 08:25:58 am
Il mondo dei bambini è spesso rappresentato da fiabe che raffigurano la speranza di un futuro sereno.

Ogni essere vivente spera nella serenità del futuro, non avere angosce nella vita.

Oggi si celebrano tre fatti, fra gli altri: la nascita di Indira Gandhi, la dichiarazione di guerra all'Etiopia, la resa dei polacchi ai nazisti a Varsavia.

Preziosi i documenti filmati trasmessi dalla RAI. Come si vede in quei documenti.

La rassegnazione dei polacchi è vero, che cercavano l'affermazione della loro dignità che sarebbe venuta di lì a poco comunque, ma gli altri documenti filmati mostrano di più sul futuro.

GLI OCCHI DELLE PERSONE CHE INNEGGIANO AL DUCE ALLA DICHIARAZIONE DELLA GUERRA ALL'ETIOPIA SONO PIENI DI VIOLENZA E DI RABBIA, GLI OCCHI DELLE PERSONE CHE SEGUIVANO INDIRA GANDHI ERANO PIENI DI SPERANZA, SERENI.

Le persone che avevano gli occhi sereni e pieni di speranza vinsero il loro futuro, le persone che avevano gli occhi pieni di violenza e di rabbia furono trascinate nella umiliazione più forte che ha conosciuto l'umanità, trascinate nella fame, alla morte, alla perdita della dignità.

Il futuro si conquista con la speranza e la serenità della propria intelligenza.

https://youtu.be/N_ENSdLOblk
18  Forum Pubblico / CENTRO PROGRESSISTA e SINISTRA RIFORMISTA, ESSENZIALI ALL'ITALIA DEL FUTURO. / Il valore della scienza, i cialtroni no-vax ed il nostro futuro. inserito:: Settembre 09, 2020, 12:47:00 pm
"La serenità si raggiunge con molto affanno." Michelangelo Buonarroti.

Le persone che usano il cervello sono in attesa del vaccino per recuperare la piena serenità.

Purtroppo è giunta notizia che una persona su 50.000 ha presentato una reazione anomala, uno dei partecipanti alla sperimentazione ha accusato una seria potenziale reazione avversa. Secondo AstraZeneca di tratta di "un'azione di routine" che si verifica ogni volta che c'è una potenziale reazione inspiegata in uno dei test e che consente "di indagare e assicurare allo stesso tempo il mantenimento dell'integrità del processo dei test". "Si è presentato un quadro clinico avverso in uno solo dei 50 mila soggetti volontari su cui il vaccino è stato testato - ha spiegato Piero di Lorenzo, a.d. dell'istituto di ricerca Irbm di Pomezia - la multinazionale ha deciso di sospendere temporaneamente la sperimentazione in nuovi soggetti mentre continua il monitoraggio degli altri volontari".

Come diceva Robert Feynman "Ho imparato allora di che sostanza era fatta la scienza: era la pazienza."

Gli scienziati non sono folkloristici cialtroni che di tanto in tanto vediamo avventurarsi nelle piazze a diffondere negazione di intelligenza.

Seriamente e con pazienza si pongono all'opera per il bene dell'umanità.

Un proverbio buddista citato sempre da Robert Feynman recita così: "Ad ogni uomo viene data la chiave delle porte del paradiso; la stessa chiave apre le porte dell'inferno".

Chi opera nella scienza lo sa bene e si comporta responsabilmente.

Se si proiettasse in modo semplicistico, con la statistica del pollo, oggi qualche buontempone potrebbe dire in fondo il problema riguarderebbe solo circa 1.200 italiani, che sono un nulla rispetto agli oltre 235.000 contagiati ed i 35.000 morti.

Però gli scienziati sanno, per il loro ferreo metodo, che non possono sapere se la reazione incorrerà "solo" in 1.200 persone senza aver indagato le cause, si rendono conto che possibili 1.200 sofferenti sono una responsabilità immensa. Così continuano il loro duro lavoro con pazienza per mettere al sicuro tutti.

Sono la prova schiacciante, la pistola fumante, che mostra quanto siano falsi i portatori di falsità contro gli scienziati.

Nessuno ha pensato ai miliardi persi in borsa ed in fatturato.

Sì, la gloria e la riconoscenza costano fatica, affanno, pazienza. Il libretto di questa opera-balletto fu scritto da Voltaire, grande uomo alla base della nostra cultura, della scienza, dell'illuminismo.

https://youtu.be/we6vxXQ9hwo
19  Forum Pubblico / CENTRO PROGRESSISTA e SINISTRA RIFORMISTA, ESSENZIALI ALL'ITALIA DEL FUTURO. / Umanità e Ragione non sono mai in conflitto. L'ignoranza è il vero nemico. inserito:: Settembre 07, 2020, 01:02:11 pm
Penso che in questo caso non sia necessario parlare dell composizione, troppo famosa.

Solo vorrei ricordare la genialità profonda di Bach nella composizione di fughe.

"Tartaruga: E a lei sembrerà strano, ma è proprio così. In effetti, Bach introdusse ingegnosamente questa melodia in uno dei suoi pezzi musicali più complessi, il Contrappunto finale dell'Arte della Fuga. Quella fu l'ultima riga che scrisse. Quando la sentii per la prima volta, non avevo nessuna idea di come sarebbe stato il finale. Senza nessun preavviso, di colpo, la musica cessò. E poi ... un silenzio di morte. Capii immediatamente che quel silenzio significata la morte di Bach, E' un momento di una indicibile tristezza e l'effetto che ebbe su di me fu dirompente. In ogni caso, B-A-C-H- è l'ultimo tema di quella fuga. Vi si trova nascosto dentro. Bach non lo evidenziò esplicitamente, ma chi lo sa lo riconosce facilmente. Eh, sì .. Vi sono tanti modi ingegnosi per celare le cose nella musica.

.........

...ora mi sovviene che Bach stesso compose acrostici, e questo non deve stupire. In fondo, contrappunto ed acrostico, con il loro celare significati a livelli diversi, hanno molte cose in comune..... ...un acrostico sopra un acrostico.

........

La Tartaruga comincia a suonare B-A-C, ma appena raggiunge l'H, senza preavviso, di colpo, un suono dirompente interrompe bruscamente l'esecuzione. Achille e la Tartaruga si voltano di scatto giusto in tempo per veder cadere dalla mensola dove era stata collocata la Coppa G una pioggia di frammenti di vetro. E poi.... un silenzio di morte." ("Godel, Escher, Bach:un'eterna ghirlanda brillante", Douglas Hofstadter pag. 87-89).

Torniamo al personaggio principale, l'esecutore Albert Schweitzer.

Lungi da esistere una divisione fra la scienza e l'etica, le ragioni dei sentimenti, le due cose sono strettamente collegate. Quello che sembra semplice calcolo del compositore, di sommo ingegno, spinge l'uomo alla bontà, all'amore degli altri. Lo fa con la sua scienza di medico ed i suoi sentimenti pienamente umani.

Egli, che sin da piccolo aveva mostrato una spiccata sensibilità nei confronti di ogni forma vivente, sentì come irresistibile il richiamo-vocazione a spendere la sua vita a servizio dell'umanità più debole. Non fu tuttavia facile, per l'organista e insegnante Schweitzer rinunciare a quella che era stata la sua vita fino a quel momento: la musica e gli studi filosofici e teologici. Schweitzer sapeva però di dover realizzare quanto si era prefissato da vari anni. Scrive nel suo Aus meinem Leben und Denken ("La mia vita e il mio pensiero"):

«Il progetto che stavo per mettere in atto lo portavo in me già da lungo tempo. La sua origine rimontava ai miei anni di studentato. Mi riusciva incomprensibile che io potessi vivere una vita fortunata, mentre vedevo intorno a me così tanti uomini afflitti da ansie e dolori [...] Mi aggrediva il pensiero che questa fortuna non fosse una cosa ovvia, ma che dovessi dare qualcosa in cambio [...] Quando mi annunciai come studente al professor Fehling, allora decano della Facoltà di Medicina, egli avrebbe preferito spedirmi dai suoi colleghi di psichiatria.»
Schweitzer aveva le idee chiare anche sulla sua destinazione una volta ottenuta la laurea in medicina: Lambaréné, una città del Gabon occidentale in quella che era allora una provincia dell'Africa Equatoriale Francese. In una lettera scritta al direttore della Società missionaria di Parigi, Alfred Boegner – di cui l'anno prima aveva letto un articolo sulla drammatica situazione delle popolazioni africane afflitte da lebbra e malattia del sonno, bisognose di un'assistenza medica – Schweitzer spiegò la sua scelta:

«Qui molti mi possono sostituire anche meglio, laggiù gli uomini mancano. Non posso più aprire i giornali missionari senza essere preso da rimorsi. Questa sera ho pensato ancora a lungo, mi sono esaminato sino al profondo del cuore e affermo che la mia decisione è irrevocabile» https://it.wikipedia.org/wiki/Albert_Schweitzer

"Nel 1914 Hélène e Albert Schweitzer furono messi agli arresti domiciliari a causa della loro nazionalità tedesca. Il 5 agosto di quell'anno, giorno in cui ebbe inizio la Prima Guerra Mondiale, i coniugi Schweitzer vennero dichiarati prigionieri di guerra dai francesi, come cittadini tedeschi che lavoravano in territorio francese. Avevano il permesso di restare a casa, ma non potevano comunicare con la gente né accogliere i malati. Più tardi i francesi li espulsero dall'Africa spedendoli in un campo di lavoro nel sud della Francia. Secondo quanto racconta Edouard Nies-Berger, in Albert Schweitzer m'a dit, «la coppia Schweitzer fu fermata dalle autorità militari francesi per ragioni di sicurezza. Erano entrambi cittadini tedeschi, e la signora S., molto vicina alla Germania, aveva criticato il governo francese in alcune lettere trovate poi dalla censura. A credere a certe voci, Schweitzer era considerato una spia tedesca, e il Kaiser avrebbe avuto intenzione di nominarlo governatore dell'Africa equatoriale nell'ipotesi di una vittoria tedesca. I servizi segreti avevano trovato nel suo baule un documento che certificava l'offerta, e questa storia lo avrebbe perseguitato per il tutto il resto della sua vita.»"

"Complessivamente Albert fece diciannove viaggi a Lambaréné. Ovunque andasse era oberato di impegni: in Africa oltre che medico, era anche il costruttore e l'amministratore dell'ospedale. In Europa insegnava, sosteneva concerti e conferenze, scriveva libri per raccogliere fondi per la sua opera. Spesso veniva insignito di lauree honoris causa e di molteplici riconoscimenti, tanto che la rivista Time lo considerò «il più grande uomo del mondo».

Non era stato né il primo né l'unico medico a inoltrarsi nella foresta vergine, ma il suo pensiero, il suo spirito, la sua personalità erano diventati un riferimento per molti che in tutto il mondo condividevano i suoi ideali, tanto che vari professionisti seguendo il suo esempio si misero a servizio di opere umanitarie o missionarie in Africa. La sua tempra fisica, il suo carattere fermo unito a grande sensibilità e intelligenza, il rispetto per ogni forma di vita, la perseveranza, la fede, la musica d'organo e ogni opera che compiva vivendola appassionatamente, erano i motivi del suo successo. Ciononostante il grande uomo, conosciuto e apprezzato in tutto il mondo, rimaneva notevolmente umile e timido. Confessò a un suo corrispondente svizzero: « [...] Soffro di essere famoso e cerco di evitare tutto ciò che attira su di me l'attenzione.»"

"Nel 1952 fu insignito del Premio Nobel per la Pace con il cui ricavato fece costruire il villaggio dei lebbrosi inaugurato l'anno successivo con il nome di Village de la lumière (villaggio della luce). Nei pochi momenti liberi che aveva, lavorando fino a tarda ora, si dedicava alla lettura e allo scrivere, ma anche questi avevano come scopo finale il mantenimento del suo ospedale a Lambaréné."

QUANTI PARALLELI CON LE ONG MODERNE, CHE PRESTANO LA LORO OPERA A DIFESA DEI DEBOLI IN TUTTO IL MONDO, CHE TANTO E' CAMBIATO DA ALLORA.

i DERELITTI SONO IN TUTTO IL MONDO A CAUSA DEL PROGRESSO.

QUESTE ONG HANNO RICONOSCIUTO DEI DERELITTI ANCHE NEI NOSTRI CONCITTADINI IN LOMBARDIA, DOVE IL LORO AIUTO E' STATO FONDAMENTALE.

E COME SEMBRANO RIDICOLI I NEGAZIONISTI DI IERI A ROMA, CHE DISPREZZANO LA SCIENZA E GLI UOMINI COME ALBERT SCHWEITZER, CON ESSA TUTTA LA CULTURA, COME ABBIAMO VISTO NELLA GRANDEZZA DI BACH.

SONO INCAPACI DI OGNI AZIONE CHE SIA "UMANA", PENSANO SOLO AD OFFENDERE CHI AIUTA GLI ALTRI PER PURO EGOISMO DI PICCOLE E MISERABILI CIANFRUSAGLIE.

https://youtu.be/rajlkxVHQDo
20  Forum Pubblico / DOMANESIMO E' IL FUTURO, come lo disegniamo per i nostri nipoti? / E' il momento di scegliere il domani per i giovani. inserito:: Settembre 07, 2020, 12:57:07 pm
A volte ci si ricorda di passioni che ci hanno accomunato con altre persone e che ora non possiamo più condividere.

Fa piacere ripensarci e riflettere sui giorni a venire.

E' un momento importante per il nostro futuro, un momento di scelte importanti, fondamentali per la nostra vita.

Due possibilità abbiamo di fronte: vivere con ciò che ci offre la casuale offerta di lavoro per la sussistenza o cercare di innalzare la qualità delle nostre vite verso livelli sempre maggiori di soddisfacimento personale.

Sono due visioni opposte che delineano una differenza fondamentale e che vediamo in questi giorni.

Da un lato ciò che sembra più facile, con i giovani che cercano un futuro facendo brevi corsi di addestramento (direi quasi di ammaestramento) per far sopravvivere questo vecchio mondo. I giovani sempre più alienati nel futuro, saltare da un modo di essere, perché il lavoro è fondamentale nel modo di essere, all'altro, secondo quanto scelto da altri che vogliono arrogarsi il potere di scegliere per loro. Ovviamente le possibilità tecnologiche scacceranno sempre i giovani da una attività, per cercare di impiegarli in altre attività. In un continuo che non si fermerà mai.

Dall'altro l'ambizione di forzare la mano, spostare le speranze dei giovani verso contenuti intellettivamente più alti, non addestrarli ma formarli verso un personalità più ricca, lasciando alla tecnologia il ruolo avvilente delle attività, subito. I giovani spinti ad attività di ideazione di quelle tecnologie o verso attività ad alto contenuto culturale, allo studio, alla creazione di bellezza, ll racconto della bellezza, ad impedire il degrado della bellezza, alla cura del benessere.

Questa è una scelta fondamentale che abbiamo davanti, con i sostenitori dello status quo già ben schierati a sostenere una via che sembra più facile, sopratutto per i loro interessi.

La realtà è data anche dalla volontà degli uomini, dal creare consapevolezza nelle persone, nei giovani per scegliere bene il proprio futuro. Non esiste potere eterno, altrimenti avremmo sempre lì i re Luigi di Francia, non li avremmo relegati ad essere cimeli.

Quando si ascolta la bellezza viene spontaneo pensare alla costruzione di un mondo migliore. Però alcuni nascondono la bellezza ai giovani, dovrebbe essere un loro diritto conoscere la bellezza per crescere.

Questa bellezza è stata creata da un giovanissimo Chopin, si capisce l'importanza dei giovani per il futuro.

Invece sentiamo di nuovo creare la divisione con una formazione di serie A ed una di serie B (se va bene), i privilegiati che possono giungere per nascita alla più alta conoscenza e gli altri a vivere continuamente addestrati e spersonalizzati.

Eppure nel secolo scorso un forte vento spinse forte ad abbattere questa divisione, manteniamo con i denti quanto conquistato. Anzi pretendiamo che abbia massima realizzazione, vera, che ogni giovane abbia le stesse opportunità di crescere nella persona e scegliere la vita migliore per sé.

Non si nasce colti e con l'intelligenza oppure stupidi ed ignoranti, differenze fra gli uomini ci sono ma bisogna dare a tutti la possibilità di coltivare l'intelligenza e la cultura.

https://youtu.be/lBeIPp3F5d8
21  Forum Pubblico / ECONOMIA e POLITICA, ma con PROGETTI da Realizzare. / I giovani sanno anche costruire il nuovo ma spesso non sono ascoltati. inserito:: Maggio 31, 2020, 09:28:46 pm
Ho avuto dialoghi con VOLT, incontrati un po' per caso, un po' in incontri nella associazione di cittadinanza attiva.

Esiste un contrasto fra la politica portata avanti per inerzia e confermare il proprio ruolo, se non peggio.

Colpisce invece non solo la freschezza di idee, la tensione verso un qualcosa di nuovo che non viene dominato da ideologismi vecchi, tenendo ben vivi dei valori importanti.

Il disegno di una nuova Europa portato nel loro programma è una bella spinta ad una riflessione ed una discussione vera, approfondita.

Il perché cerchino di tenere un muro di silenzio intorno è facilmente comprensibile.

Dobbiamo comunque dare atto all'Unione Europea, in particolare alla Commissione, di aver aperto un nuovo cammino nel senso indicato da quei giovani.

Riporto il programma nella sua veste grafica che lo rende consultabile solo con l'Acrobat Reader.

https://assets.volteuropa.org/inline-images/syVfjRy23MvGQjWpgV4dYPYm4wpFFH0pnl7vx3sjiXHBMqpa6m.pdf
22  Forum Pubblico / DOMANESIMO: l'IERI, l'OGGI e il DOMANI per i GIOVANI. / La dignità resta l'unica bussola. inserito:: Maggio 20, 2020, 12:45:44 am
Spesso le persone pacate dicono verità che dovrebbero essere semplici alla riflessione.

Dire che oggi occorre accettare il cambiamento che sta portando il progresso tecnologico, dopo che scientifico, e distribuire i benefici a tutti, è una semplice verità.

"Sarà una crisi che accelererà a una velocità vertiginosa le trasformazioni, soprattutto legate ai fenomeni di digitalizzazione, che già erano in corso. E soprattutto sarà una crisi che aumenterà le disuguaglianze. È vero infatti proprio l'esatto opposto del sentimento intuitivo che ha accompagnato l'arrivo del virus, l'idea cioè che si trattasse della famosa livella che mette tutti sullo stesso piano. In verità si è capito presto che non è così. Anzi. Proprio la lotta alle disuguaglianze dovrà essere la stella polare."

"L'imprenditore e il commerciante devono riadattarsi completamente, reinventarsi, per non chiudere. E soprattutto devono farlo in fretta. "

" Nel passato recente tutti questi servizi corrispondevano a un numero considerevole posti di lavoro. Oggi molti di questi sono scomparsi o si sono trasformati in occupazione di bassissima qualità e di ancor più infima retribuzione. E soprattutto in lavori privi di garanzie.

La bussola, oggi come in tutti gli snodi fondamentali della storia, non può che essere il rapporto tra dignità e lavoro. Quello che facciamo contribuisce a definire chi siamo, arricchisce di senso le nostre vite, ci rende donne e uomini liberi. Semplicemente il lavoro è dignità e libertà. Se questa equazione salta, se viene meno la naturale, potente, spinta degli esseri umani a migliorare la propria condizione attraverso la fatica e il lavoro, torneranno a contare fattori quali la condizione alla nascita, la famiglia di provenienza, il censo, l'accesso a relazioni privilegiate. Questo condizionamento è ancora potente, troppo. Ma se si annulla la possibilità di cambiare i destini inscritti nella carta d'identità attraverso il proprio impegno e il lavoro, che senso ha la vita?

Il tema chiama in causa i valori della nostra civiltà, incide sulla dignità della persona. I cambiamenti travolgenti che stiamo vivendo hanno allora bisogno non di tamponi regolamentari o di "pannicelli caldi". Occorre un profondo, serissimo e coraggioso, ripensamento del paradigma di sviluppo e welfare fin qui dominante, fino all'elaborazione di nuovi codici etici e valoriali. Per questo sforzo è necessario partire dai valori universali che hanno animato e poi scandito la scrittura dello Statuto dei Lavoratori, cinquant'anni fa. Un'opera straordinaria. Uno dei passaggi virtuosi che ci rendono fieri della storia repubblicana del nostro Paese."

Queste voci veritiere restano sovrastate da urla scomposte, le persone sono distratte da frasi senza senso ma gridate in modo convincente.
Questa violenza dell'ignoranza spinge gli illusi verso il baratro.

Chi, per ottuso egoismo, sogna di riaffermare un mondo in cui i diritti vengono calpestati perché non sa fare in altro modo, è destinato a soccombere perché non ha cambiato con la necessaria velocità il suo modo di intendere il ruolo di imprenditore. E' destinato al fallimento.

Così come chi accetta supinamente la violazione dei propri diritti e della propria dignità.

Il mondo non è più fatto per persone senza cultura e capacità di comprendere il nuovo, occorre ripensare il futuro dei giovani in questo orizzonte e aiutare chi si trova in situazione di debolezza in questo nuovo mondo.

La legge della storia non la puoi fermare con le chiacchiere fumose del venditore da strapazzo.

https://rep.repubblica.it/pwa/robinson/2020/05/19/news/la_dignita_resta_l_unica_bussola_del_cambiamento-257030488/?ref=RHPPTP-BH-I256762319-C12-P1-S2.4-T1
23  Forum Pubblico / NOTITIARUM: CONOSCERE per CAMBIARE il Nostro AGIRE. / Re: “LA PESTE”, OVVERO DELL’IMPORTANZA DELLE CABINE DI REGIA inserito:: Aprile 24, 2020, 09:08:53 pm
Una considerazione, quanto scritto parte da Camus, francese, con la Francia che è fortemente centralizzata ed unitaria. Una volta ci si spingeva a dire che in tutte le scuole francesi allo stesso momento si svolgesse la stessa lezione, a seconda dell'ordine, grado e annualità.

Allora come fare a superare quella mancanza di unitarietà presente nelle regioni italiane in un sistema così complesso come la salute.

Le regioni dovevano avere pronto un proprio piano di emergenza stabilito dal DPR del 27 Marzo 1992 e le linee guida per l'emergenza sanitaria 1/1996 che indicano:

 "Le regioni e le province autonome, tenendo conto delle indicazioni
fornite  con il presente documento promuovono, nell'ambito dei propri
programmi di riorganizzazione della rete ospedaliera e dei servizi di
emergenza-urgenza, tutte le azioni necessarie al raggiungimento degli
obiettivi concordati, finalizzati al miglioramento qualitativo  e  ad
una maggiore omogeneita' funzionale dei servizi, su base nazionale.
Organizzazione del sistema di emergenza.
   Il sistema sanitario per l'emergenza-urgenza e' costituito da:
    1.  un  sistema di allarme sanitario, dotato di numero telefonico
di accesso  breve  e  universale  in  collegamento  con  le  centrali
operative;
    2. un sistema territoriale di soccorso;
    3.  una  rete  di  servizi  e presidi ospedalieri, funzionalmente
differenziati e gerarchicamente organizzati.
   Le modalita' di risposta all'emergenza-urgenza  si  articolano  su
quattro livelli di operativita':
    1. punti di primo intervento;
    2. pronto soccorso ospedaliero;
    3.  dipartimenti  di  emergenza, urgenza ed accettazione di primo
livello;
    4. dipartimenti di emergenza, urgenza ed accettazione di  secondo
livello."

E ancora nel dettaglio.

"Le   regioni,  nel  procedere  alla  riorganizzazione  della  rete
ospedaliera:
    predispongono il Piano regionale per  l'emergenza,  identificando
le   differenti   esigenze  delle  aree  territoriali  regionali  con
particolare riguardo agli insediamenti  abitativi,  produttivi,  alle
infrastrutture,  alle  attivita'  lavorative, ai flussi di traffico e
turistici ed alle attivita' sportive;
    individuano  le  sedi  idonee  di  Pronto  soccorso  ospedaliero,
organizzando  i  dipartimenti  di  emergenza  urgenza ed accettazione
negli ospedali idonei a svolgerne le funzioni, secondo le indicazioni
del presente documento;
   procedono alla riorganizzazione e al potenziamento dei posti letto
delle unita' operative di rianimazione e terapia  intensiva  e  delle
altre   terapie  intensive  specializzate  (UTIC,  terapia  intensiva
neonatale, centri ustione, etc.). I posti letto di terapia intensiva,
attualmente stimabili complessivamente attorno allo 1,5%  del  totale
dei  posti  letto disponibili, dovrebbero raggiungere gradualmente il
parametro tendenziale del 3% dei posti letto totali,  garantendo  una
articolazione  in  due  livelli,  come  previsto  dal Piano sanitario
nazionale, cosi' da assicurare la presenza di posti letto di  terapia
subintensiva  in  numero  almeno  pari a quelli di terapia intensiva.
Questo  incremento  e  la  relativa  organizzazione   permettono   di
affrontare  in modo adeguato non solo i problemi legati all'emergenza
ed urgenza, ma anche quelli derivanti dalle attivita'  chirurgiche  e
di prelievo e trapianto di organi.
   Questi  interventi  di riorganizzazione sono effettuati nelle sedi
ritenute idonee e, nei  diversi  ambiti  territoriali,  privilegiando
quelle  che  garantiscono il minor tempo medio di accesso ai pazienti
del bacino di utenza interessato.
   A questo scopo, le regioni possono prevedere la istituzione di  un
Comitato   regionale   sanitario  per  l'emergenza,  con  compiti  di
programmazione ed indirizzo delle attivita'  svolte  nel  sistema  di
emergenza. In particolare:
    collabora alla definizione del piano regionale per le emergenze;
    predispone  il  piano  per  le  maxiemergenze,  coordinandosi  in
particolare con il Dipartimento della protezione civile;
    definisce tipologia e dislocazione sul territorio  dei  mezzi  di
soccorso;
    elabora   protocolli   operativi   per   il  coordinamento  degli
interventi tra le strutture centrali e periferiche;
    formula  proposte  per  la  formazione  e  l'aggiornamento  degli
operatori utilizzati nel sistema dell'emergenza-urgenza;
    promuove   attivita'   di  verifica  e  valutazione  del  sistema
regionale dell'emergenza-urgenza.
   Il  Comitato  regionale  sanitario  per  l'emergenza,   presieduto
dall'assessore  regionale  alla  sanita', ovvero da persona da questi
delegata, potrebbe essere preferibilmente composto da:
    1. il/i responsabili dei DEA di secondo livello;
    2.  i  direttori  sanitari  delle  aziende  ospedaliere  e  degli
ospedali di rilievo nazionale;
    3. una rappresentanza dei responsabili delle centrali operative;
    4. un rappresentante della Croce rossa italiana;
    5.  un rappresentante delle associazioni di volontariato operanti
nel sistema di emergenza in regime convenzionale;
    6. altre figure responsabili di servizi di particolare  rilevanza
nell'area territoriale di pertinenza;
    7. un rappresentante del Comitato regionale di Protezione civile.
Centrale operativa."

Notare come in tale provvedimento fosse a carico delle regioni aver pronto un piano per raddoppiare i posti letto di rianimazione. " procedono alla riorganizzazione e al potenziamento dei posti letto
delle unita' operative di rianimazione e terapia  intensiva  e  delle
altre   terapie  intensive  specializzate  (UTIC,  terapia  intensiva
neonatale, centri ustione, etc.). I posti letto di terapia intensiva,
attualmente stimabili complessivamente attorno allo 1,5%  del  totale
dei  posti  letto disponibili, dovrebbero raggiungere gradualmente il
parametro tendenziale del 3% dei posti letto totali,  garantendo  una
articolazione  in  due  livelli,  come  previsto  dal Piano sanitario
nazionale, cosi' da assicurare la presenza di posti letto di  terapia
subintensiva  in  numero  almeno  pari a quelli di terapia intensiva."

Ci sono regioni che avevano pronto quel piano e regioni che non avevano pronto quel piano.
La protezione civile doveva intervenire ad eccezione e non nella totalità dell'attività.

Purtroppo se alla complessità di una situazione si sommano le complessità di diversi indirizzi ed obiettivi, si rischia in questi casi un danno notevole.
Però come fa il governo nazionale, ad esempio, ad individuare i posti letto di rianimazione se le regioni gestiscono i piani ospedalieri?
24  Forum Pubblico / ANTICHI GRUPPI DI STUDIO: i Lavori SI SONO FERMATI. / Re: TAVOLO delle PROPOSTE e NOTE per il GRUPPO. inserito:: Luglio 03, 2008, 12:22:53 am
Ma io il biglietto per andare sul Titanic non lo volevo comprare.
Questo è il primo pensiero che mi viene leggendo l'articolo di Alessia Grossi sull'Unità.
E' preciso e descrive molto bene la situazione attuale.
I signori che hanno votato nel 2001 e nel 2008 la destra avranno sulla coscienza una delle crisi sociali più profonde che abbia mai attraversato questo giovane Paese, ma l'intensità sarà degna di segnare un'epopea.
Esercito in strada e crisi sociale alle porte ....... c'è legna per dire tanto.
25  Forum Pubblico / ANTICHI GRUPPI DI STUDIO: i Lavori SI SONO FERMATI. / Re: Tavolo n° 2 Straordinari... inserito:: Luglio 02, 2008, 05:39:18 pm
Ovvio che la firma mi onora. Per me nulla osta.
26  Forum Pubblico / ANTICHI GRUPPI DI STUDIO: i Lavori SI SONO FERMATI. / Re: Tavolo n° 2 Straordinari... inserito:: Luglio 02, 2008, 01:03:21 pm
Confermei la necessità di avere firme più collettive possibile per un'infinità di ragioni.
27  Forum Pubblico / ANTICHI GRUPPI DI STUDIO: i Lavori SI SONO FERMATI. / Re: ANTIMAFIA - Ipotesi per un tavolo di lavoro inserito:: Luglio 02, 2008, 12:20:12 am
Vivo a Bari e qui si sente chiaro nell'aria che la vita è bloccata, non si capisce bene il potere quale sia se i potentati legati alla gestione della cosa pubblica o se la malavita organizzata o tutte e due insieme.
Intanto ho ritrovato questo spunto che mi sembra interessante nel mentre cerco di ritrovare il dossier originale.
Citazione di: INFORM su Dossier Eurispes su N'drangheta calabrese
INFORM - N. 103 - 21 maggio 2008

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CRIMINALITA’ ORGANIZZATA

L’Eurispes presenta il Dossier 2008 sulla ‘Ndrangheta calabrese

Un giro d’affari di 44 miliardi di euro per l’anno 2007, 131 cosche attive sul territorio regionale ma con una forte proiezione a livello mondiale.

Fara (presidente Eurispes): “Un vero e proprio Stato nello Stato, che deve preoccuparci in vista del funzionamento del nostro sistema economico e democratico”

Macrì (Direzione nazionale antimafia): “Un problema che riguarda il destino del Paese e dell’Unione Europea”

 

ROMA – Un giro d’affari che ammonta a 44 miliardi di euro per l’anno 2007 – tanto quanto il Prodotto interno lordo di Estonia e Slovenia messe insieme – quello all’attivo della ‘Nrangheta calabrese stimato nel Dossier “’Ndragheta Holding” curato dall’Eurispes e presentato stamani a Roma presso la sede della Federazione nazionale della stampa italiana.

“Un valore che, pur approssimando per difetto, è pari al 3% del Pil italiano – ha detto Gian Maria Fara, presidente dell’Istituto di ricerca – e che contribuisce a far giungere il fatturato complessivo delle organizzazioni criminali in Italia a 175 miliari di euro, configurando un vero e proprio Stato nello Stato, che deve preoccuparci in vista del funzionamento del nostro sistema economico e democratico”.

Sono dati fortemente allarmanti quelli che emergono da quest’analisi focalizzata sullo sviluppo della criminalità organizzata in Calabria nel corso degli ultimi anni e che pur tuttavia non occupano lo spazio che sarebbe necessario negli spazi di informazione, per cercare di capire maggiormente da un lato quale evoluzione le varie organizzazioni di stampo mafioso stanno con il tempo subendo e dall’altro, per intavolare una serio confronto sui mezzi più efficaci a contrastare il fenomeno.

Proprio per stimolare questa attenzione la presentazione del Dossier si svolge a Roma, nella sede della Fnsi, come ha ricordato lo stesso presidente Roberto Natale. “Noi giornalisti abbiamo un interesse diretto a che l’argomento venga trattato in questa sede – egli ha detto, aprendo l’incontro – proprio perché il farsi carico di questo tipo di informazioni si intreccia con la nostra responsabilità professionale. Sempre più spesso invece i fenomeni che vengono trattati sui media sono condizionati dalla loro sensibilità alla spettacolarizzazione e sempre meno invece selezionati in base alla loro rilevanza sociale”. Natale ha ricordato inoltre che, proprio mentre il tema della sicurezza sembra invadere tutti i canali informativi, non bisogna perdere di vista la relazione che l’aumento della criminalità organizzata intrattiene con la problematica.

Fara ha aggiunto quanto “la trascuratezza sia un atteggiamento che riscontriamo anche a livello istituzionale per un fenomeno come quello della’Ndrangheta che sta diventando sempre più forte e potente, per la sua capacità di riproduzione, la sua proiezione a livello internazionale e la sua impermeabilità. Pochi sono i pentiti della mafia calabrese perché è un’organizzazione a carattere fortemente familiare, in cui qualsiasi movimento innesca reazioni a catena difficilmente controllabili”. “Forte è poi la sua presenza, dovuta proprio a questa matrice familiare – ha aggiunto Fara – anche nei luoghi di insediamento dell’emigrazione calabrese all’estero, in Canada, in Australia o in Nord Europa”.

Su una quantità di Pil calcolato per l’Italia nell’ordine di 1.535 miliardi di euro, sommando il fatturato riconducibile all’economia sommersa nel nostro Paese – circa il 35% del Pil per un totale di 540 miliardi di euro – con il Pil afferente alle organizzazioni criminali, si giunge al totale di 700 miliardi di euro di questa economia nascosta. “L’economia criminale finisce per inquinare anche i percorsi dell’economia sana – ha concluso il presidente dell’Eurispes – e la nostra intenzione, attraverso questo Dossier, è di lanciare un segnale di allarme alle istituzioni perché, a seguito di questi numeri, sappiano far fronte alle difficoltà, mettendo a disposizione delle forze dell’ordine più mezzi per il contrasto delle mafie”.

Raffaele Rio, presidente dell’Eurispes Calabria, ha riassunto i dati più scottanti della documentazione, a cominciare dall’analisi dei proventi del fatturato della ’Nrangheta, derivanti da impresa e appalti pubblici, prostituzione, estorsione e usura, armi, ma anche traffico di medicinali e tabacco, manodopera preveniente dall’immigrazione clandestina, contraffazione, ecomafie e sofisticazioni alimentari. “E’ però il traffico di sostanze stupefacenti – ha detto Rio – la maggior fonte di profitto per le cosche calabresi: 27.240 miliardi di fatturato proviene da esso, il 62% circa del totale”. Gli omicidi riconducibili a motivi di associazione di stampo mafioso, che più incidono sul versante della sicurezza, sono stati in Calabria, negli anni dal 1999 al 2008, 202, registrando un aumento del 667%. In particolare la provincia di Crotone detiene il triste primato degli omicidi di stampo mafioso, seguita da Catanzaro e Reggio Calabria.

“Sul totale di tutte le intercettazioni svolte in Italia – ha aggiunto Rio, passando all’analisi dei dati sull’attività di contrasto alla ‘Nrangheta, – il 13,3% avviene nella Regione, mentre il valore del patrimonio sequestrato e confiscato alle cosche ‘ndrine ammonta a 231 milioni di euro sugli oltre 5,2 miliardi di euro confiscati dalla Direzione investigativa antimafia su tutto il territorio nazionale. 131 sono le cosche attive in Calabria e 38 sono i comuni sciolti in questi anni a causa di infiltrazioni mafiose su 409”. Infine, una sezione dell’analisi è stata riservata alla percezione della presenza e delle attività delle organizzazioni criminali da parte della popolazione locale “che ha partecipato attivamente alle nostre sollecitazioni – afferma Rio – indicando nelle pene poco severe, nell’insufficiente presenza delle istituzioni e nelle scarse risorse le cause scatenanti della diffusione della ’Nrangheta”.

Vincenzo Macrì, sostituto procuratore della Direzione nazionale antimafia, ha segnalato alcuni spunti di riflessione su cui lavorare per un più efficace contrasto di questo tipo di criminalità. “Dopo 20 anni di politica improntata al proibizionismo, l’introito maggiore dei ricavati di attività illecite è legato indiscutibilmente al consumo della droga – ha detto – e mi chiedo se non sia il caso di riparlare del problema con un approccio diverso. Anche il valore dei beni confiscati è molto esiguo rispetto ai beni derivanti da traffici mafiosi: non bisognerebbe piuttosto perseguire una politica che riduca alla radice la possibilità di acquisire invece nuovi beni? Infine, vi è il grande problema delle imprese che operano in queste aree. Impregilo e Condotte d’Acqua, due delle più importanti aziende italiane, si sono rivelate, secondo indagini investigative, fortemente permeabili alle infiltrazioni malavitose in Sicilia e Calabria, tanto che alla prima, in un caso, è stata richiesta la revoca della certificazione antimafia, ora in ricorso al Tar per tale provvedimento”. Macrì si chiede dunque “come sia ancora possibile pensare che, con così grandi introiti immessi nell’economia annualmente, le organizzazioni criminali non producano alcun effetto sull’economia sana e sulla nostra democrazia, compresa la formazione della rappresentanza politica. Si tratta quindi, non di un fenomeno relegato ad un ambito locale, ma del destino stesso del nostro Paese e dell’Unione Europea”.

Mario Spagnuolo, procuratore aggiunto della Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro, ha ricordato come, sulla base dei dati processuali acquisiti, la ‘Nrangheta stia subendo un processo di trasformazione camaleontico “da organizzazione che sfrutta in modo parassitario il contesto economico a soggetto che si pone invece come erogatore di servizi. Un processo pericoloso – ha detto – perché legittima una sorta di ruolo sociale della mafia all’interno del gruppo sociale”. Tra le nuove attività, lo sfruttamento dell’immigrazione clandestina che viene gestita per fornire manodopera in nero alle aziende calabresi – al costo di 10 o 20 euro al giorno per persona – o avviata alla prostituzione. “Una fenomenologia – ha concluso Spagnuolo – che convive con la ‘Ndragheta più tradizionale, ma che necessità di nuove strategie e nuove risorse per un contrasto efficace a livello giudiziario e investigativo”. (Viviana Pansa - Inform)

Mi sembra che la parte evidenziata coincida anche su quanto scritto da mammamaria sul ruolo dei casalesi nel commercio.
Evidentemente è una evoluzione generalizzata.
Terrei però forte attenzione sul perché la criminalità organizzata detiene il controllo di tanta parte della ricchezza, capire perché riesce a produrre tanto e quali sono i canali di produzione di tale ricchezza e degli investimenti necessari. E' un'attività redditizia.
Però, non dovendo scrivere un trattato sulla malavita organizzata, la prima necessità mi sembra quella di individuare le proposte politiche perfronteggiare il problema.
28  Forum Pubblico / ANTICHI GRUPPI DI STUDIO: i Lavori SI SONO FERMATI. / Re: Tavolo n° 2 Straordinari... inserito:: Luglio 01, 2008, 11:53:35 pm
Veramente bisognerebbe ringraziare anche mammamaria, paolav, matleo e gianni per i suggerimenti che hanno consentito un documento che oltre a considerazioni un po' algide (che rischiavano di essere sterili) contenesse un sano slancio di valori sociali e politici e la voglia di mettere a fuoco anche molte situazioni critiche diffuse nella società.
Ho sentito non solo suggerimenti ma anche attenzione e conforto all'essere gruppo (da parte di tutti), se continuiamo e ci diamo da fare i risultati potranno venire davvero incisivi.
Molti sapranno discettare in modo certamente più elegante e forbito, ma è importante portare con sobrietà e la massima precisione possibile analisi e soluzioni per i problemi reali, che non mancano.
Ancora grazie a tutti voi.
29  Forum Pubblico / ANTICHI GRUPPI DI STUDIO: i Lavori SI SONO FERMATI. / Re: TAVOLO delle PROPOSTE e NOTE per il TEAM. inserito:: Luglio 01, 2008, 12:45:02 am
Scusate il tono di questo post, molto diverso dai miei soliti, però a volte anche piccoli fatti di vita scatenano qualche dubbio.
In partenza era quello che avevo letto dell'intervista di Fasoli e del contrasto culturale e sociale fra giovani e meno giovani, anche fra i giovani fra chi tende ad una identificazione di vita più legata ad una cultura "accademica" e chi si rivolge a fatti semplici della vita.
L'aneddoto è molto banale invece, riguarda un semplice attimo di relax su un terrazzino in questa calda serata estiva fumando (stranamente) una sigaretta.
Fra  l'altro sono tornato ad abitare in uno stabile molto vecchio (1886, sì proprio XIX secolo) in cui sono nato e trascorso gli anni della prima giovinezza. Ovviamente la citazione autobiografica non sarebbe pertinente se non fosse per un dubbio.
In quel momento ho apprezzato delle cose molto a buon mercato nella vita, non il superattico iperteconologico, non costosissimi gadget o altri adorati oggetti da moda del lusso irrinunciabile, ma semplicemente un terrazzo su un cortile con del verde, un po' di silenzio (pur essendo in uno dei quartieri più centrali e popolari).
Ho avuto l'idea che la differenza con quei giovani fosse molto lì, in quella aspettativa, che non fosse una fatto legato alla semplice determinazione delle variabili / individui, cioé che fossi io e non altri, perché intorno e nei miei ricordi riscontro sensazioni non molto diverse, per cui mi è sembrato un fatto generazionale o, ahimé, un fatto legato allavanzare dell'età.
Le conseguenze possono essere  notevoli: chi tende a dar importanza a fatti sostanziali e ben chiari; chi è freneticamente coinvolto nell'ottenere cosa non sa di preciso, che cerca di raggiungere freneticamente qualsiasi cosa possa sembrare un surrogato di personalità, di essere.
Se a questo aggiungiamo la sadica privazione di una prospettiva serena d futuro come avviene prospettando carriere da precari, sempre a correre (non ne posso più anche di una famosa citazione di Kipling, forse per me buona solo per le Adidas) per ottenere, con la catena al collo che non te lo fa raggiungere mai, forse capiremo meglio i giovani e i loro problemi reali.
Ora fare il sermone sulle cose utili della vita è davvero uno degli esercizi più inutili che la storia ricordi, ce lo propina come facciata anche la buona mamma TV quando non vuol sembrare troppo matrigna.
Quindi prima di fare la guerra al consumismo andrebbe fatta la guerra a tutte quelle situazioni che fanno sentire i giovani a metà fra leoni pronti a sbranare i propri simili e gazzelle disperate che cercano di sfuggire il leone che gli toglie tutto e quindi la vita.
Serve un minimo di giustizia che faccia intendere questo è tuo diritto perché sei nato, questo è tuo dovere perché ci sono anche gli altri.
Qualcosa che dica non devi venderti l'anima perché è tuo diritto vivere.
Contrastare il pescatore sbruffone che dice di poter pescare pesci da meraviglia e che se gli dai l'anima puoi correre e disperarti per cercare di prenderli non è l'esercizio migliore. Cercare di far intravedere una vita più solida forse può modificare maggiormente l'attenzione di quei giovani.
Scusate ho scritto in maniera confusionaria, lo so.
30  Forum Pubblico / ANTICHI GRUPPI DI STUDIO: i Lavori SI SONO FERMATI. / Re: Tavolo n° 1 = riservato alle eventuali integrazioni alla lettera d'intenti ... inserito:: Luglio 01, 2008, 12:01:07 am
Ciao a tutti,
la strada descritta da mariok è piena di speranze ma può arenarsi di fronte alla realtà.
Sì, sarebbe bello essere una onda portante nel PD che porti tante energie ed idee ma si rischia di andare verso il deserto, la rete è bella, rende possibile contatti ed idee come è avvenuto per noi però presenta il rischio di entropia dell'informazione descritto qualche anno fa da Umberto Eco. Così le voci diventano solo un brusio di sottofondo a fronte del clamore delle "grandi scelte" dettate dai soliti noti, a prescindere dal valore di ciò che si afferma.
La posizione di Gianni è molto pragmatica e può portare risultati, potrebbe anche non cancellare l'altra, ma rifletterei che anche fra noi la partecipazione non è pari alle premesse / promesse.
Quindi costruire una grande corrente di pensiero ed un modello vissuto di partito ha molte difficoltà, abbiamo come forum dell'Ulivo una storia alle spalle che potrebbe darci credito. Potrebbe essere utile proporre con quel credito, l'obiettivo di coinvolgere maggiormente i partecipanti al forum in una visione pragmatica di costruzione di proposte e critiche (e non solo di recriminazioni depressive) può essere importante.
All'ordine del giorno metterei anche come coinvolgere maggiormente altri, magari anche con la produzione di qualcosa che possa essere di interesse.

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