LA-U dell'OLIVO
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46  Forum Pubblico / ANTICHI GRUPPI DI STUDIO: i Lavori SI SONO FERMATI. / Re: Tavolo n° 1 = Bozza o lettera d'intenti del team inserito:: Giugno 04, 2008, 12:31:38 am
Qualche piccola proposta, nasce anche da alcune mie vecchie considerazioni che Mammamaria mi ha riportato all'attenzione. Non voglio vivere in un mondo in cui per sfuggire alle pressioni (che a volte superano le capacità personali) di chi sta male e cerca di sopravvivere devi evitare di guardarlo negli occhi, altrimenti si fa più pressante.

Siamo i partecipanti del gruppo di studio formatosi in forumista.net, forum politico nell'area del pd.
Alcuni di noi partecipano attivamente al dibattito politico da molti anni, altri vi sono approdati (o riapprodati) sull'intento di apertura alle molte anime del centro sinistra, intento dicharato dal partito democratico.
CI siamo riuniti in modo virtuale per ricercare "insieme tra diversi", il modo di fornire al vertice del PD (ma non solo) elementi di valutazione sul pensiero della Base PD presente nel nostro forum, che quotidianamente si confronta con le realtà del Paese, e continuamente si interroga su soluzioni e posizioni: discussioni e confronti anche serrati che si sono sviluppati tra noi in questi ultimi mesi e l'andamento delle ultime elezioni ci hanno recato queste minime ma solide convinzioni:

C'è l'esigenza di ricercare un percorso e una direzione comuni che, ispirandosi all'esperienza dell'Ulivo, permettano a persone con matrici culturali e politiche diverse, ma tutte ugualmente legittime, di divenire interlocutori della più ampia rete di confronto e condivisione possibili.

Abbiamo compreso che il possibile ostacolo al ritrovarsi insieme per questo percorso comune non sono le diverse identità o matrici politiche, ma il supporle individualmente primarie rispetto le altre, rendendo impossibile il dialogo su quanto invece ci accomuna perchè tale iniziativa possa divenire portatrice di analisi, documenti e iniziative.

Abbiamo compreso che solo mantenendo le diverse identità politiche, e la memoria storica sottesa ad ognuna di esse, ma unendole in una nuova identità politica, figlia di queste, si potrà giungere a uno spazio di sviluppi concreti e autentici, sviluppi che radunino tutte le persone che hanno ancora voglia di lottare per un mondo migliore.

Sì, parliamo di mondo migliore. Sappiamo che il "mondo migliore" non parte sempre e comunque dai massimi sistemi, ma spesso si sviluppa nelle conquiste sul territorio, dai piccoli gruppi o addirittura singole volontà  che riescono a incidere positivamente sulla qualità di vita propria e degli altri, dalla pratica politica delle relazioni di solidarietà e di condivisione delle risorse.

Ma non ripudiamo la capacità e la forza di immaginare che il mondo e le sue regole potrebbero davvero essere diversi in un contesto più generale.

Per questi motivi, nel corso di tale iniziativa, che speriamo abbia vita lunga e proficua, non innalzeremo bandiere personali ma ognuno di noi riverserà in essa quanto ha appreso dal suo vissuto politico personale e collettivo.

Vogliamo divenire un soggetto capace di interloquire con il pd e con i circoli del partito, con le forze presenti sul territorio, associazioni, volontariato, gruppi, persone  ed esperienze che vorranno vedere in noi un piccolo ma deciso contributo a un mondo migliore.
Soprattutto vogliamo realizzare una proposta ed un modo di lavorare nuovo in cui la partecipazione libera sia resa viva, in cui non si debba solo decidere cosa è meglio fra le proposte di altri, ma discutere, dibattere per giungere ad una elaborazione nuova ed un nuovo metodo nella politica
C’è bisogno di aprire le porte perché nuove idee portino ad una elaborazione della politica che parte dalla conoscenza della società dal di dentro.

Non escluderemo quindi nessuna tematica del vivere che possa essere inquadrata politicamente in questo tentativo. Il momento è troppo importante per mettere in soffitta uno qualunque dei temi della nostra vita quotidiana: è in atto una emergenza, che non è racchiudibile banalmente nella percezione della sicurezza o nel problema dei rifiuti. E’ in atto un’emergenza che passando attraverso ogni singolo motivo di paura che si sta volutamente lasciando attraversare il paese, tende a mettere a repentaglio la stessa democrazia. Dal basso, dalla gente, dalla strada, arrivano continue istanze che non vanno lette banalmente con l’occhio delle esigenze della popolazione, ma interpretate alla luce di quanto è alla base di tutto questo: i nostri padri hanno lottato per acquisire dei diritti. Ed i diritti acquisiti sono testimonianza di civiltà. Una volta acquisiti la lotta non dovrebbe fermarsi, ma rivolgersi verso più alti diritti, come è stata importante testimonianza la rogatoria sulla pena di morte, e la messa al bando delle cluster bombs. Così come i temi della libertà delle scelte di vita, della ricerca scientifica e della elaborazione culturale siano al centro di questa società, per renderla moderna, dinamica e centrata sul merito che non deve divenire muro invalicabile verso una vita degna di essere vissuta. Oggi invece ci troviamo nella strana condizione di dover ritornare su quanto credevamo acquisito, e ricominciare a batterci perché tutto questo non ci venga tolto, grazie al facile alibi della paura.
47  Forum Pubblico / ANTICHI GRUPPI DI STUDIO: i Lavori SI SONO FERMATI. / Re: Tavolo n° 1 = Bozza o lettera d'intenti del team inserito:: Giugno 02, 2008, 11:54:14 pm
Beh, è proprio vero. Due donne hanno portato una sintesi davvero difficilmente eguagliabile.
La proposta di Paola potrebbe essere emendabile solo attraverso la possibilità di una sintesi dei valori espressi da Maria, se si vuole scegliere di porre i valori direttamente nella lettera di intenti o se non si vuole demandarli ai tavoli specifici o ad un nuovo tavolo.
Oppure si potrebbe accompagnare la lettera di intenti ad una proposta di linea guida tematica che Maria ha ben descritto.
Ciao e grazie.
48  Forum Pubblico / ANTICHI GRUPPI DI STUDIO: i Lavori SI SONO FERMATI. / Re: Tavolo n° 2 Straordinari... inserito:: Giugno 02, 2008, 01:39:09 pm
Inserirei un motivo di riflessione citando un articolo apparaso su Affari & Finanza di Repubblica.

Citazione di: Affari & FInanza

La competitività non dipende dal costo del lavoro 
I salari italiani sono più bassi che negli altri paesi avanzati, che però guadagnano lo stesso quote di mercato. D'altra parte i livelli di Cina o India sono irraggiungibili. Sarebbe ora di affrontare il problema nei suoi termini reali
Marco Panara


Una multinazionale europea (non italiana) nel settore meccanico, che ha stabilimenti in 23 paesi, ha messo a confronto il salario orario che paga ai suoi dipendenti. Le differenze sono impressionanti: si va da 28,69 euro l' ora in Svezia fino a 0,49
euro l' ora in India. Quella multinazionale ha stabilimenti anche in Italia dove, per un' ora di lavoro, spende 18,03 euro. Per rendere più chiaro il confronto abbiamo preso la remunerazione in Italia (18,03 euro = 100) e misurato su questa base la remunerazione di un' ora di lavoro negli altri paesi.
Anche tenendo conto che non è un dato generale ma una esperienza specifica e concreta, quello che ne emerge dovrebbe farci riflettere molto.  Per un' ora di lavoro in Germania quella multinazionale spende una volta e mezzo rispetto a quanto spende
in Italia, il trenta per cento in più lo spende negli Stati Uniti, il 15 per cento in più in Francia. Solo l' 8 per cento in meno lo spende in Spagna e il 10 per cento in meno in Corea.
 
__________________________________________________________________________
COSTO ORARIO DEL LAVORO
_________________________________________________________________
Paese                                     Euro all'ora                      Indice (Italia = 100)
Svezia                                    28,69                             159,12
Germania                                 27,14                             150,53
Giappone                                 25,42                             140,99
Stati Uniti                                24,29                             134,72
Francia                                    20,88                            115,81
Belgio                                      19,71                            109,32
Italia                                       18,03                            100,00
Spagna                                    16,72                            92,73
Corea                                      16,39                            90,90
Portogallo                                 6,01                             33,33
Turchia                                    5,23                             29,01
Repubblica Ceca                        4,54                             25,18
Ungheria                                  4,33                             24,02
Argentina                                 4,12                             22,85
Brasile                                     3,43                             19,02
Messico                                   2,97                             16,47
Polonia                                    2,55                             14,14
Sud Africa                                2,25                             12,48
Marocco                                  2,10                             11,65
Cina                                        1,98                             10,98
Romania                                   1,74                             9,65
Tunisia                                     1,52                             8,43
India                                        0,49                             2,72

 
___________________________________________________________________________
 
 
Se si passa agli altri il confronto è assolutamente impari: rispetto all' Italia un' ora di lavoro in Portogallo costa un terzo, un po' meno costa in Turchia, un quarto nella Repubblica Ceca e in Ungheria, per scendere fino a un decimo in Cina e Romania e un quarantesimo in India. Non tutti gli stabilimenti producono le stesse cose e richiedono lo stesso livello di formazione, ma non sempre e non necessariamente il livello di sofisticazione delle produzioni corrisponde al livello dei salari.
Non ci interessa qui comprendere cosa aspetta la multinazionale in questione a spostare tutte le sue attività in India, avrà  per fortuna  le sue ragioni. Quello che ci interessa è capire cosa ci dice questo confronto sull' Italia e sui suoi destini. 
La prima cosa che ci dice è che il costo del lavoro in Italia è tra i più bassi nel gruppo dei paesi industrializzati. Tra quelli censiti in questa occasione solo la Spagna e la Corea sono sotto di noi e neppure di molto, mentre la maggioranza ha un costo del lavoro più alto, e questo non sembra essere un vincolo determinante per esempio alla capacità di mantenere o accrescere la propria quota del commercio mondiale.  Il fatto che l' Italia perda posizioni nel commercio mondiale mentre la Germania o il Giappone, che hanno un costo del lavoro sostanzialmente più alto, invece no, ci fa capire con chiarezza che non è il costo del lavoro la chiave della nostra perdita di competitività né per un suo eventuale recupero.

Abbiamo impegnato anni a discutere e scontrarci su questo punto, ma basta guardare i dati della tabella che pubblichiamo per capire che tutto quel tempo e quell' impegno sono stati spesi male: l'abisso che ci separa non solo dall' India e dalla Cina, ma anche dalla Repubblica Ceca e dall' Ungheria è tale che  a meno di un impoverimento generalizzato e rivoluzionario del nostro paese  èimpensabile e non auspicabile colmare.
Il problema però esiste, perché la perdita di competitività dell' Italia non dipende dal fatto che lavoriamo poco, poiché anzi lavoriamo più ore della media dell' Europa a 15, dipende piuttosto dal fatto che ciascuna ora di lavoro non sempre produce tutto il valore che sarebbe necessario per consentirci di essere sicuri del nostro presente e
ottimisti sul nostro futuro.
Ci sono molti modi per capire meglio la natura di questo problema. Andrew Warner, senior economist alla Millennium Challenge Corporation, ha fatto uno studio accurato sulla produttività del lavoro nei vari paesi, e uno dei parametri che adotta è la crescita del pil per ora lavorata. Ebbene, tra il 1995 e il 2000 la crescita del pil per ora lavorata è stata del 9,20 per cento in Irlanda, paese leader di questa classifica, tra il 2,2 e il 2,6 per cento nel Regno Unito, in Germania, in Francia e negli Stati Uniti, solo dell' 1,73 per cento in Italia, fanalino di coda tra i 18 paesi presi in considerazione.
In quello stesso studio Warner individua quattro barriere alla crescita della produttività oraria e mette a confronto su di esse i vari paesi. Le barriere sono: la formazione, l' organizzazione del lavoro, le normative e la qualità delle infrastrutture. In tutti e quattro la posizione dell' Italia è peggiore di quella degli altri grandi paesi industrializzati e, nel caso delle infrastrutture, è tra le peggiori in assoluto. Le conclusioni alle quali questa analisi ci porta è che puntare sulla compressione del costo del lavoro per rilanciare la competitività dell' Italia non solo non è realistico ma rischia di essere un grave errore strategico. Il che non vuol dire che il costo del lavoro è una variabile indipendente, ma che in questo momento della storia e dell' economia mondiale, quello su cui si deve incidere assai più che il costo è invece il contenuto del lavoro.
Bisogna aumentare da una parte la produttività e dall' altra il valore delle cose prodotte, in maniera tale da remunerare adeguatamente il lavoro e il capitale e consentire di porre le premesse per un aumento costante ed economicamente sostenibile dei redditi e del benessere futuro. E' una questione che riguarda tutti, la politica e le istituzioni, la pubblica amministrazione, le imprese e i sindacati. La scelta è tra puntare sulla crescita della produttività e del valore delle produzioni, oppure  come è accaduto negli ultimi anni  limitarsi a mantenere il modello produttivo e competitivo esistente cercando finché possibile di tenerlo in piedi comprimendo i costi.

Ovviamente non ci possiamo permettere di buttare via nulla, né sarebbe giusto farlo, quindi lo sforzo che le imprese stanno facendo per restare a galla è legittimo e anche lodevole. Se però dopo la resistenza non si passa alla crescita, per molti rischia di essere solo un prolungamento dell' agonia.
Ma cosa vuol dire scegliere di puntare sulla crescita della produttività e del valore delle produzioni? Vuol dire cambiare mentalità. Vuol dire concentrarsi sui problemi veri e impegnarsi per rimuovere le barriere all' aumento della produttività, investire in tecnologia, in formazione, in qualità manageriale. Vuol dire aumentare la flessibilità del lavoro, che serve come il pane, ma che è utile al sistema se rende più efficiente l'organizzazione del lavoro, e diventa invece negativa se rende il lavoro precario al solo scopo di abbassarne il costo. Vuol dire esaminare ogni legge, già in vigore o nuova, valutandone la comprensibilità, la semplicità di applicazione, l' effetto sulla modernizzazione del sistema. Vuol dire rischiare uscendo dai settori tradizionali non aspettandosi di raccogliere già domani. Vuol dire capire che i problemi dell'Italia di oggi non sono quelli di vent' anni fa e che gli strumenti di vent'anni fa non sono più quelli giusti per risolverli.
 
Questo articolo è stato pubblicato su Affari & Finanza de La Repubblica
 


Quindi evidentemente la strada presa è la peggiore.
49  Forum Pubblico / ANTICHI GRUPPI DI STUDIO: i Lavori SI SONO FERMATI. / Re: Tavolo n° 2 Straordinari... inserito:: Maggio 30, 2008, 11:35:33 pm
Ovviamente sarei disponibile alla partecipazione. Il tema della redistribuzione della ricchezza e del modello di sviluppo, che è sotteso all'idea dell'intervento sugli straordinari, va a nozza con il problema posto da Veltroni sugli ultimi dati ISTAT.
50  Forum Pubblico / ANTICHI GRUPPI DI STUDIO: i Lavori SI SONO FERMATI. / Re: TAVOLO delle PROPOSTE. TEMI: BOZZA e DOCUMENTO SUGLI STRAORDINARI inserito:: Maggio 28, 2008, 11:27:38 pm
Chiedo scusa per il taglio.
Ci sono in ballo tre temi: la bozza di lettera di intenti, il problema della detasazione degli straordinari e la costituzione di un circolo in rete (magari non l'unico).
Il primo ed il terzo tema in fondo si intersecano ma vedrei il tema della rete anche in modo molto pragmatico, oltre che statutario diciamo, perché dovrebbe portare idee anche sui linguaggi di comunicazione e sui rapporti fra il PD e la società.
Non è il solo confronto facilitato delle idee di chi difficilmente si incontrerebbe con questa frequenza ma anche un modo di fare politica, perché la discussione in rete può a contatti anche con comuni elettori e quindi diventa al contempo attività politica di propaganda.
Può essere delicato nel rapporto con il partito, ma se ci accettano come parte costitutiva del partito (un circolo può dare un'idea) non ci dovrebbero essere grandi problemi, con parti destinate a chi sceglie di aderire alla struttura in rete del partito e chi viene nel forum per avere uno scambio in piazza.
Proporrei di passare ad una fase più pragmatica dividendo i tavoli nel forum per i 3 argomenti.
51  Forum Pubblico / ANTICHI GRUPPI di STUDIO: I PARTECIPANTI scrivono... / Re: MAMMAMARIA ci scrive: inserito:: Maggio 28, 2008, 12:14:00 am
Io vedrei l'Ulivo come una più ampia visione del mondo, con dei confini di riflessione e azione più ampi del semplice rapporto delle alleanze elettorali (anche se in questo poi è scaduto).
Mettere insieme, sforzarsi di portare al dialogo le culture diverse, perché solo così si può rifondare la così detta sinistra (o il cosidetto centro sinistra).
Il PD ha scelto un taglio diverso, forse è solo una sensazione data dal riscontro della fusione fredda, ma mi sembra che nasca con due sole gambe e non è ancora homo sapiens sapiens, mentre le gambe da portare al dialogo sono molte di più. E' vero che c'è un detto, penso di origine napoletana, che dove ci sono troppi galli non fa mai giorno, ma il dialogo fra componenti della società spesso diventa meno caotico.
Poi possiamo chiamarlo Ambrogio, ma resta il valore di quell'idea, di portare le culture ad un dialogo ed un confronto per far scaturire qualcosa di nuovo. Non solo una mediazione per un programma elettorale.
52  Forum Pubblico / ANTICHI GRUPPI DI STUDIO: i Lavori SI SONO FERMATI. / Re: PROPOSTE DEI SINGOLI PARTECIPANTI ALLA STESURA DELLA BOZZA... inserito:: Maggio 28, 2008, 12:07:56 am
Aggiungerei alle proposte di Paola anche la spinta verso una società più moderna e dinamica, libera dall'orgia di potere di ristretti gruppi in corporazione, l'attenzione ai principi della libera scienza, della non discriminazione ma dell'integrazione, di una nuova prospettiva del rapporto fra sessi o meglio del recepimento della cultura delle donne come punto fondamentale della società, dell'onestà come caposaldo dei rapporti sociali, etc. etc.
53  Forum Pubblico / ANTICHI GRUPPI DI STUDIO: i Lavori SI SONO FERMATI. / Re: MARIOK ci scrive: una proposta concreta inserito:: Maggio 27, 2008, 11:52:43 pm
Affiancare al lavoro sul territorio il lavoro in rete mi sembra un'ottima idea. E' prevista anche nello statuto. La rete è anche meno controllabile dai signori delle tessere, per cui sarebbe davvero far entrare una ventata di aria fresca piena di idee. Condivido in pieno.
54  Forum Pubblico / ANTICHI GRUPPI di STUDIO: I PARTECIPANTI scrivono... / Proposta su lettera di intenti. (ANTICA: anno 2002 D.C.) inserito:: Maggio 26, 2008, 12:15:31 am
Di seguito una mia prima proposta di variazione della lettera d'intenti.
In rosso le mie proposte.
Temo che subirò un'infinità di boohh.

LA-U
Vogliamo farla nascere come Associazione tra Ulivisti?
Qual è l'obiettivo che ci unisce?

Abbiamo elaborato alcuni spunti di riflessione, e li abbiamo inseriti molto schematicamente in questo documento che non costituisce Atto Costitutivo della Libera Associazione tra Ulivisti. È un manifesto, una sorta di “Dichiarazione d’intenti”, come tale non è intangibile, muterà anzi al mutare delle posizioni politiche che nell’ambito della Coalizione evolveranno, con la finalità di mantenere l’apporto collaborativo di tutti noi all'Ulivo alla proposta politica di centro sinistra, il più aderente e proficuo possibile rispetto alle realtà politiche sociali ed economiche del Paese.
Lo pubblichiamo e vorremmo fosse oggetto di critiche propositive, infatti, con ciò non proponiamo alla comunità Ulivista della rete un semplice invito ad esprimersi in merito, ma chiediamo un contributo alla stesura del vero e proprio progetto di costituzione de LA-U che, nella sua versione definitiva, come già detto in altre occasioni, vorremmo fosse il risultato di un lavoro di analisi e sintesi delle idee, attese e prospettive che, ciascuno di noi singolarmente e tutti insieme, immaginiamo debba essere il percorso della nostra Associazione.
Un lavoro cooperativo e democratico di quanti ritengono di voler collaborare e tra cui intendiamo porci in posizione paritaria nell'avventura che insieme decidiamo di intraprendere e quali strade insieme decidiamo sia più proficuo percorrere per giungere alla meta comune che ambiamo raggiungere, un Ulivo forte ed unito.
Dopo quasi due anni che dialoghiamo nei vari forum di CentroSinistra abbiamo la netta sensazione di avere conosciuto molti amici, discusso anche vivacemente con alcuni di loro, ricevuto informazioni che ci hanno permesso buoni approfondimenti e... molto altro ancora. Un aspetto su tutti è emerso, spesso spiacevolmente, tra noi è la nostra facile litigiosità!
Questa litigiosità che, con tanta buona volontà, potrebbe anche essere valutata come una "caratteristica" ottiene che nascano gruppi più o meno grandi che, coerenti con la nostra genetica, continuano le aspre discussioni al chiuso delle nuove torri d'avorio.
In conseguenza di ciò:
A) Gli aderenti alla Libera Associazione tra Ulivisti intendono mettersi nella condizione di non avere un leader, che pretenda di "orientarli"! Prevediamo invece la formazione di un Gruppo Dirigente dell'Associazione che sia eletto in tempi brevi.
B) Consapevoli che la provocazione e la litigiosità non producono frutti, stabiliamo norme di partecipazione che privilegiando il dialogo, anche acceso al limite, purché costruttivo, lascino libero lo scambio d'opinioni e consentano che le idee autentiche siano sempre ascoltate e discusse. In casi estremi, potrà rendersi necessario espellere chi dell'offesa, del litigio per il litigio, dell'arroganza fa il suo segno distintivo di partecipazione e non porti nessun contributo allo scambio d'opinioni.
Tenendo ben presente, se vogliamo essere Ulivisti, che si dovrà stare insieme pur provenendo da esperienze e convinzioni politiche diverse, che ci dovranno unificare e far riconoscere in una politica progressista, a patto che le diversità siano ben chiare e non incidano negativamente sul progetto generale di un Nuovo Ulivo. In questa nostra Associazione prevalga il senso dell'amicizia, sia protagonista la tolleranza a tutti i livelli sociali e culturali, ma non ci sia estranea l'intransigenza verso tutto ciò che non intende avvantaggiare l'Ulivo. Vorremmo che siano privilegiati gli approfondimenti, che si faccia in modo che i migliori emergano per il valore dei loro contributi e non per atteggiamenti o prese di posizione che tendono a sorpassare o prevaricare gli altri associati.
Quella che segue è una serie di domande/provocazioni, rivolte agli aderenti ed agli aspiranti associati con la speranza che questo contributo possa servire ad attivare e mantenere, nella Libera Associazione tra Ulivisti, la migliore disponibilità nel volersi rivolgere con chiarezza anche alle persone che non praticano la politica attiva, che non hanno profonda conoscenza degli accadimenti storici della politica etc.
In poche parole fare in modo che le persone che hanno interesse a frequentare LA-U riescano a comprendersi senza annoiarsi, senza sentirsi estranei nelle discussioni, senza essere costretti a prendere "lezioni private" per capire le intenzioni e i programmi dell’Associazione stessa.
Vorremmo che le domande che seguono stimolassero aderenti e simpatizzanti a collaborare a stendere il progetto dell'Associazione partendo, senza essere superficiali, dai quesiti e dalle considerazioni che scaturiscono nelle persone laiche, democratiche e progressiste.
1) Allo stato attuale delle politiche di CentroSinistra esiste l'Ulivo? L'Ulivo attualmente è poco più di un cartello elettorale. Abbiamo visto con quanta fatica è nata la Margherita, vediamo come faticano i DS a raggiungere una reale armonizzazione interna, e quanto timore abbiano di perdere il loro ruolo.
Attualmente quindi, l'Ulivo è quasi inesistente. E' su quel "quasi" però che a nostro avviso si deve lavorare, perché, dall'uomo della strada ai militanti dei partiti, molti sono disponibili a investire energie su questo progetto. L'ulivo esiste, seppure non in perfetta salute, grazie ai movimenti spontanei del popolo dell'Ulivo, cui noi della LA-U intendiamo portare il nostro contributo.
1) Allo stato attuale delle politiche di CentroSinistra attualmente l'Ulivo è quasi inesistente.
Però rimane viva e necessaria quell’idea del confronto e della realizzazione di proposte di governo che sappiano essere una risposta che fa della giustizia sociale, dell’innovazione, delle opportunità garantite a tutti, del rispetto del valore delle libertà individuali e sulla necessità di uno Stato laico libero da ogni condizionamento di credo o ideologico. E' su quel "quasi" però che a nostro avviso si deve lavorare, perché, dall'uomo della strada ai militanti dei partiti, molti sono disponibili a investire energie su questo progetto. L'ulivo esiste, seppure non in perfetta salute, grazie ai movimenti spontanei del popolo dell'Ulivo, cui noi della LA-U intendiamo portare il nostro contributo.

2) E' possibile che essere e definirsi Ulivisti possa servire a riconoscersi, non solo come appartenenti a partiti e movimenti progressisti e solidaristici, ma anche come cittadini che agiscono nel quotidiano ed abbiano interessi socio/culturali di un certo tipo? In poche parole essere Ulivisti può costituire una identità politica, sociale e culturale e così significare anche l'avere un certo particolare stile di vita e di comportamento nella società?
Noi riteniamo che essere Ulivisti, indipendentemente dalle idee politiche di origine, indipendentemente dalla religione e da altre filosofie, dovrebbe rappresentare anche "un'etica" nel comportamento pubblico e, perché no, privato.
L'Ulivo deve coltivare un'utopia "laica" aggiungendo il concetto di democrazia tra le prerogative degli uomini e delle donne che vi si riconoscono.
In sintesi pensiamo che questo sia proprio ciò che ci differenzia dalla destra.
3) Quest’Associazione intende agire in modo distinto dai partiti, per realizzare una "libertà" operativa guidata da logiche rigorosamente Uliviste. Noi riteniamo che in ogni caso, i contatti coi parlamentari e coi partiti siano essenziali, per la costruzione di una Federazione che sappia riunire in se varie espressioni sociali, grandi e piccole, privilegiando il rapporto con le singole persone che si riconoscano nei valori di CentroSinistra.
Nel fare questo, deve sviluppare e mantenere contatti, ci auguriamo fecondi, appoggiando e collaborando con parlamentari ed esponenti dei partiti progressisti di Centro e di Sinistra, indipendentemente dalla loro appartenenza.
I Parlamentari, a loro volta, dovranno sapersi attivare per valorizzare la partecipazione della base come elemento fondante del Nuovo Ulivo, riconoscendo in tal modo valore ad una nuova e più profonda partecipazione che il volontariato politico Ulivista esige gli sia riconosciuta. Concordiamo su questi punti?
3) Questo gruppo intende agire senza l’intento di formalizzarsi come corrente, per realizzare una "libertà" operativa guidata da logiche Uliviste. Noi riteniamo che in ogni caso, il contatto con i parlamentari e con il Partito Democratico siano essenziali, per la costruzione di una idea politica che sappia riunire in se varie espressioni sociali, grandi e piccole, privilegiando il rapporto con le singole persone che si riconoscano nei valori di CentroSinistra.
Nel fare questo, deve sviluppare e mantenere contatti, ci auguriamo fecondi, appoggiando e collaborando con parlamentari ed esponenti del Partito Democratico per valorizzare un percorso di unità vera e forza programmatica di governo in tutte le istanze del Centro Sinistra, in particolare con le istanze sociali che non sono presenti nei partiti ma che apportano una grande linfa di idee, soluzioni e programmi.
Il rapporto con i Parlamentari, a sua volta, dovrà essere attivato per valorizzare la partecipazione della base come elemento fondante della Nuova Ulivo, riconoscendo in tal modo valore ad una nuova e più profonda partecipazione che il volontariato politico Ulivista esige gli sia riconosciuta. Concordiamo su questi punti?

4) È corretto quindi secondo noi affermare che LA-U vuole essere nell'Ulivo, quell'Ulivo del più ampio consenso sociale che tutti vogliamo. Nello stesso tempo la LA-U opera staccata dai partiti che lo compongono, agendo non "dentro" o "contro" ma "intorno" ad essi e attivandosi nel Paese, tra le persone e le associazioni, per facilitarne la migliore e più rapida realizzazione. Secondo noi l'Associazione deve essere indipendente, anche se deve essere disponibile ad accettare, ad ogni livello, chiunque sia capace di privarsi del tradizionale abito mentale dei partiti, per lavorare alla pari con gli altri alla costruzione del progetto. Siamo d'accordo?
4) È corretto quindi secondo noi affermare che LA-U vuole essere nell'Ulivo, quell'Ulivo del più ampio consenso sociale che tutti vogliamo. Nello stesso tempo la LA-U opera agendo non "dentro" come una corrente o "contro" ma "insieme" al Partito Democratico e attivandosi nel Paese, tra le persone e le associazioni, per facilitarne la migliore e più rapida realizzazione. Secondo noi l'Associazione deve essere indipendente, anche se deve essere disponibile ad accettare, ad ogni livello, chiunque sia capace di privarsi del tradizionale abito mentale dei partiti, per lavorare alla pari con gli altri alla costruzione del progetto. Siamo d'accordo?

5) E' possibile nei prossimi anni, ma iniziando da subito, creare una Federazione di Partiti Ulivisti, da intendersi però non in antitesi bensì come tappa preparatoria del Partito Unico, che operi nel Paese con pensieri, progetti e opere che intendono non solo governare, ma anche modificare il modo di fare politica in Italia e migliorare la nostra qualità della vita?
Noi pensiamo che ciò possa avvenire e, ritenendo doverosa un'accelerazione nei processi costitutivi dell'Ulivo che tutti sogniamo, auspichiamo che per le prossime elezioni il progetto sia già formulato.
Contemporaneamente sentiamo la necessità di creare una struttura tra Ulivisti, stabilizzata e capace di efficace operatività sul territorio.? Siamo d’accordo su questo punto?
5) E' possibile in questi anni, ma iniziando da subito, creare una proposta di azione politica nel rapporto dialettico di alleanze, da intendersi come tappa preparatoria di una nuovaproposta vincente nella società con i Partiti che riconoscono pragmaticamente le proposte di una nuova visione della politica e del governo, che operi nel Paese con pensieri, progetti e opere che intendono non solo governare, ma anche modificare il modo di fare politica in Italia e migliorare la nostra qualità della vita?
Noi pensiamo che ciò possa avvenire e, ritenendo doverosa un'accelerazione nei processi costitutivi dell'Ulivo che tutti sogniamo, auspichiamo che per le prossime elezioni il progetto sia già formulato.
Contemporaneamente sentiamo la necessità di creare una struttura tra Ulivisti, stabilizzata e capace di efficace operatività sul territorio.? Siamo d’accordo su questo punto?

6) Nel periodo successivo è possibile che tale Federazione, dopo un’adeguata fase di assestamento, si trasformi nel Partito Unico basato sulle tesi Uliviste, riviste e aggiornate alla luce delle vicende che contribuiremo a far evolvere, anche a livello internazionale? Pensiamo che sia possibile.
Per non disperdere consensi, però, siamo consapevoli sarà necessaria una costante opera di "ricerca e comunicazione" rivolta ad ogni realtà politica e sociale progressista e solidaristica, non solo inserita nei partiti, ma anche estranea ad essi.
6) Nel periodo successivo è possibile che tale proposta, dopo un’adeguata fase di assestamento, si trasformi in un blocco di alleanze coese ed organiche basato sulle tesi Uliviste, riviste e aggiornate alla luce delle vicende che contribuiremo a far evolvere, anche a livello internazionale? Pensiamo che sia possibile.
Per non disperdere consensi, però, siamo consapevoli sarà necessaria una costante opera di "ricerca e comunicazione" rivolta ad ogni realtà politica e sociale progressista e solidaristica, non solo inserita nei partiti, ma anche estranea ad essi.

7) È’ per noi fondamentale l'esigenza di mantenere rapporti visibili e concreti, di vicinanza operativa e politica, con il sito www.ulivo.it, per evitare dispersioni ed al contempo, aprirci a cooperazioni anche molto strette con altri siti Ulivisti già avviati. Intendiamo mantenere, inoltre, analogamente i rapporti più stretti possibili con tutti i gruppi che si richiamano all'idea di Ulivo: non volendo costituire solo un gruppo in più, ma anche un collegamento tra gruppi e realtà Uliviste. Concordiamo su questa necessità?
Fico È’ nostra intenzione formare un gruppo di studio e di approfondimento sui temi ambientalisti in grado di descrivere seriamente i pericoli e i vantaggi che le diverse tecnologie offrono all'umanità, che abbia tra i compiti accettati, il promuovere e mantenere rapporti con le realtà vicine al Nuovo Ulivo che si occupano dei problemi dell'ambiente e della relativa qualità della vita compresi i movimenti globali. Siamo d’accordo su questa impostazione?
9) Con lo stesso criterio siamo del parere che sia istituito un gruppo di studio sui temi di "Consumo Consapevole", non allo scopo di seguire il velleitarismo di chi pretende di praticare il boicottaggio come metodo di protesta generica, quanto, invece per approfondire, in modo costruttivo e culturalmente elevato, la conoscenza dei fenomeni che stimolano i consumi e riflettere sulle azioni concrete, di informazione e formazione, da intraprendere per permettere ai Consumatori di valorizzare il proprio potere d'acquisto salvaguardando i loro veri interessi, non soltanto economici?
10) In tal modo riteniamo possibile che l'Associazione tenda a far conoscere la realtà produttiva delle aziende italiane, di piccole e medie dimensioni, che producono buona qualità e sono conosciute solo localmente, per la loro incapacità economica di pubblicizzarsi. La valorizzazione della produzione italiana di qualità e la genuinità dei prodotti di tali aziende, rispetto al potere della persuasione, che diffonde spesso prodotti di scarsa qualità, è un valore da salvaguardare? Riteniamo interessante e opportuno inserire nella nostra Associazione questo tipo di ricerca?
11) Prendendo spunto da recenti prese di posizione riteniamo che uno degli aspetti fondamentali che le forze interessate all'Ulivo debbano chiarire sia la "difficoltà a rispondere alla richiesta di individualismo", che molti considerano e la sinistra europea ha dimostrato essere, causa delle recenti sconfitte elettorali. La difficoltà è anzitutto culturale, almeno in Italia, nel contesto di una parte di elettorato che ancora oggi, si ritiene consideri "l'individualismo come una brutta parola." Quale deve essere la posizione de LA-U rispetto a questo tema (individualismo, personalismo, solidarismo, senso della Collettività e dello Stato), tenendo conto che è “personalistico”, nell’accezione negativa che a tale parola si attribuisce, ogni atto che privilegi l’individuo singolo, ma anche il gruppo, a discapito della collettività e che però contestualmente tale concetto nulla ha a che vedere con l’esigenza sociale e politica di mantenere la “persona” al centro delle proprie azioni. In particolare siamo d'accordo che la capacità della coalizione di Ulivisti di tornare al Governo si misurerà anche in base alla sua capacità di saper proporre e difendere una moderna visione degli obiettivi politici in cui individualismo e solidarismo, siano motivo di riflessioni unificanti nel Paese?
12) Tra i forum tematici de LA-U proponiamo che ce ne siano di riservati al mondo gay, agli anziani, all'handicap come luoghi di discussione sulle loro problematiche, salvaguardando la spontaneità della partecipazione dei singoli partecipanti. Siamo d'accordo?
13) Analogamente negli stessi forum tematici, possono ritenersi opportuni spazi dedicati alla pubblica amministrazione ed al suo rapporto con i cittadini e le imprese?
14) Vogliamo verificare se i nostri giovani sono interessati a gestirsi uno spazio, come per esempio quello di recente costituzione dei "Studenti per l’Ulivo", con ampia libertà di ammobiliarlo nel modo che ritengono più opportuno, liberi di interagire il più possibile tra loro e con i loro ospiti?
14) Vogliamo verificare se i nostri giovani sono interessati a gestirsi uno spazio con ampia libertà di ammobiliarlo nel modo che ritengono più opportuno, liberi di interagire il più possibile tra loro e con i loro ospiti?
15) LA-U deve ignorare i conflitti di vertice, puntando a raccogliere al suo interno la "vera base Ulivista" e con quella riuscire ad essere visibile nel paese allo scopo di consolidare dal basso le motivazioni reali e profonde dello stare insieme nell'Ulivo da parte dei singoli partiti della coalizione?
15) LA-U deve ignorare e essere punto di visibile disaccordo con i conflitti di vertice e le logiche spartitorie da padroni delle tessere, puntando a raccogliere al suo interno la "vera base Ulivista" e con quella riuscire ad essere visibile nel paese allo scopo di consolidare dal basso le motivazioni reali e profonde dello stare insieme nell'Ulivo da parte dei singoli partiti della coalizione? Per una nuova politica realmente partecipativa di tutte le componente sociali, ad iniziare dalle libere associazioni presenti nella società, in cui le scelte e le proposte politiche nascano dal vero confronto, in cui la partecipazione non sia solo del dire sì o no a proposte autoreferenziali.Noi per ora ci fermiamo qui.

Firmato
LA-U Il Gruppo di Lavoro
55  Forum Pubblico / ANTICHI GRUPPI di STUDIO: I PARTECIPANTI scrivono... / DARWIN ci scrive: inserito:: Maggio 25, 2008, 05:36:49 pm
Inizierei a discutere su un tema preciso, oltre a quelli generali e di visione della missione del PD.
Il tema è quello della detassazione degli straordinari.
Viene propagandato come un tema di redistribuzione di ricchezza, per aiutare dalla terza settimana in poi ed invece è un colpo serio ad ogni idea di giustizia sociale.
L'assunto della destra è che siamo un Paese con scarsa produttività per addetto e per questo la professionalità significa lavorare delle ore in più e riequilibrare la produzione per addetto a per unità di costo del lavoro.
In tutto l'occidente la produttività è garantita migliorando con investimenti tecnologici e di prodotto la produttività oraria per euro fatturato.
Cosa c'è di mezzo?
Ovviamente gli investimenti.
Cosa c'è che non va?
Che dovremmo raggiungere il costo del lavoro per euro fatturato dei paesi come India e Cina, cioé la paga per euro in cassa dell'azienda deve avvicinanrsi a quello di India e Cina. Non potendo incidere oltre sugli stipendi si opera con l'allungamento di fatto dell'orario di lavoro.
La situazione è questa: prima arrivavi a fine mese lavorando 40 ore la settimana, ora ci arrivi lavorando 45 ore. Qual è la ragione di ciò? La colpa è di quei cattivoni dei paesi emergenti che si accontentano di lavorare per niente. Gli operai di Shangai fanno dumping nei confronti nostri. Però loro alla fine del mese arrivano.
Questa bufala produce danni immensi, una Confindustria dalla vista corta l'ha acclamata, tanto che mi importa che fra 2 anni saremo al disastro economico e non basterà lavorare 60 ore a settimana, per ora mi tengo stretti gli investimenti solo finanziari e non scucio una lira (pardon un euro) in investimenti per ricerca ed innovazione. Mentre ne servirebbero tanti per colmare il gap.
Risultato vedere la nostra economia allontanarsi sempre più da quelle in più rapido sviluppo, contrazione dei consumi interni. Cosa ci si attende alla fine gli assalti ai forni?
Poi qual è il vantaggio per i lavoratori dipendenti?
Se non erro la cifra proposta come limite alla facilitazione (30.000 euro annui) si traduce in un prelievo medio del 23%, quindi il risparmio sarebbe del 13% circa per i lavoratori. Se qualcuno riesce a dare circa 20 ore mensili di straordinario (calcolando a circa 13 euro la paga oraria) e quindi un introito mensile da straordinario di 260 euro si ha circa 32 euro in più al mese rispetto ad ora. Ci si provi a mangiare per una settimana con 32 euro e di contro aver sgobbato per 9 ore al giorno.
Ovviamente c'è poi da considerare che una richiesta di maggiore produzione per 1 ora quotidiana generalizzata è pressocché impensabile, quindi per giungere a questa integrazione di retribuzione si dovrebbe giungere ad una diminuzione per un 12mo circa della forza lavoro.
A prescindere che molti dipendenti non vedono proprio la voce straordinario nella loro retribuzione anche se la loro prestazione d'opera supera di molto le 40 ore settimanali.
Andrebbero ricercati dati precisi per inquadrare al meglio il problema e proporre uno specchietto alternativo con la riduzione Irpef che stava per scattare con il pacchetto del governo Prodi e redistribuzione del tesoretto.
56  Forum Pubblico / ANTICHI GRUPPI di STUDIO: I PARTECIPANTI scrivono... / DARWIN ci scrive: inserito:: Maggio 24, 2008, 12:09:35 am
Arturo - Sud.
Si il funzionamento dei circoli è importante (a parte che essendo in cambio di residenza e quartiere non so a quale circolo aderire), ma sopratutto andrebbe stabilito il come si forma la proposta.
Finora si è parlato tanto di come sono state effettuate le scelte delle cariche elettive e se sono state scelte democratiche.
Direi che più importante è stabilire come si formano le proposte sulla politica nazionale, su quelle locali e sui problemi specifici a cui bisogna rispondere (che sia il muro di Padova o casi ambientali qui a Bari). Come si accolgono le proposte, se vogliamo partecipazione allora le persone che si avvicinano e che si avvicinerebbero devono capire che le loro idee sono utili, che sono ascoltate e che sono portate al confronto in discussione.
Sentire sermoni più o meno validi e partecipare a votazioni per acclamazione non penso sia di interesse.
Questo è il tratto più difficile.
Comunque non mi soffermerei nelle critiche a cosa sta avvenendo in questo momento nel PD ma proverei a disegnare tutti insieme quali siano i ruoli ed i meccanismi di proposizione delle proposte più rispondendi alla domanda di partecipazione ed alla necessità di avere una nuova analisi della società  partendo nella lettera di intenti perché nel PD o in qualsiasi istanza di centro sinistra è necessario questo approccio.
Ricordo come un colpo la scelta della SA di operare per federazione di partiti, senza alcun progetto di reale fusione, una cosa vecchissima e contro cui ho tanto combattuto da giovane (chi faceva politica negli anni '70 ricorderà gli intergruppi).
Sono abituato come cultura ad inchinarmi di fronte alle scelte di confronto plurimo, in cui le idee si dibattono realmente e poi (se c'è maturità) si arriva ad una libera sintesi.
Quindi direi di partire nello stabilire che bisogna porre nuove fondamenta (anche se nelle tesi del '96 c'è tanto, che bella intuizione) e che per costruirle bisogna aprirsi al confronto con tutti quanti in questa società si riconoscono in un progetto di inclusione, di libertà, di rispetto democratico e di socializzazione della vita insieme.
57  Forum Pubblico / ANTICHI GRUPPI di STUDIO: I PARTECIPANTI scrivono... / DARWIN ci scrive: inserito:: Maggio 22, 2008, 11:36:51 pm
Posto unicamente come una specie di mozione d'ordine per scambiare gli indirizzi di posta elettronica.
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