Cina al volante delle auto Ue, Bernstein sceglie Fiat e Bmw
Di Ilaria Ammendola
La Cina è ormai il driver principale degli utili dei produttori di auto tedeschi. Per avere quindi corrette previsioni sulle auto europee Bernstein ha ritenuto opportuno spostarsi in Oriente. Il 2012, infatti, è stato ancora una volta basato davvero tutto sulla Cina.
L'Europa rappresenta ancora una parte enorme dei volumi e, poiché questi sono peggiorati, ovviamente, hanno portato i produttori non-tedeschi ad affondare, ma il vento non è stato certo più favorevole per Volkswagen, Bmw e Mercedes. Tuttavia la Cina è stata così forte, almeno per Volkswagen e Bmw (outperform), che entrambe le società sono sulla buona strada per registrare il record di utili. Va detto però che il percorso di questi record non è stato privo di ostacoli. La Cina non è solo critica, ma anche volatile e difficile da ottenere, è una sorta di montagna russa.
L’inizio dell’anno è stato molto forte, poi si è verificato un disastroso periodo di rallentamento della domanda e una riduzione dei prezzi dopo il capodanno cinese, seguito da condizioni ancora peggiori nel secondo trimestre. In Asia nel mese di luglio i rivenditori di auto cinesi premium erano in condizioni quasi da suicidio.
Il rallentamento della Cina è stato sufficiente per far cadere Mercedes (e lasciare Lexus, Infiniti e Volvo con scorte molto consistenti). Poi, all'improvviso, a settembre le cose sono migliorate. Il quarto trimestre sulla base delle vendite e delle discussioni con gli alti dirigenti tedeschi in Cina sembra incredibilmente di nuovo forte. Rimane tuttavia poco chiaro come lavora la Cina, per citare un detto locale: "il sentiment dei consumatori è come un interruttore della luce ".
Mentre Volksvagen e Bmw vedono alti e bassi in Cina, entro la fine dell'anno, è chiaro che resta ancora un posto favoloso per la vendita di automobili. Questo non si può dire per l'Europa dove anche i marchi premium stanno lottando e probabilmente guadagnando poco in termini monetari. Per i costruttori in Europa è andata di male in peggio. Gli investitori di Renault e Fiat sono sopravvissuti nel 2012 (a partire dal 1 gennaio), ma "non hanno fatto soldi".
Invece gli investitori di Peugeot hanno subito grosse perdite. Volkswagen è stato ovviamente il grande vincitore nel 2012 con una crescita epica delle vendite in tutto il mondo (anche su base relativa in Europa) e un record di profitti in Cina. Bernstein ha sottolineato di aver azzeccato il downgrade del settore auto in Europa nel primo trimestre, la cautela consigliata nel settore Truck in estate e la visione ottimistica sul Brasile.
Il downgrade del settore il 16 marzo è arrivato dopo che il comparto auto aveva registrato un buon primo trimestre, dopo una stagione che sembrava eccessivamente euforica e dopo che fonti industriali cinesi hanno segnalato un taglio dei prezzi. Gli esperti avevano anche declassato Daimler, una decisione che fa ancora tirare loro un sospiro di sollievo.
L'avvertimento è durato per un certo periodo per via del profit warning lanciato da Daimler e poiché altri indicatori hanno mostrato un rallentamento della Cina. Anche le previsioni riguardanti il rallentamento dei camion (in Europa e negli Stati Uniti) sono state buone.
Ora il broker ha downgradato Renault da outperform a marketperform riducendone il target price da 50 a 45 euro pur riconoscendone i lati positivi. L'azione è molto, molto conveniente (ma lo è sempre stata). Le prospettive cinesi di Nissan (e il prezzo delle azioni) sono rimbalzate e la società ha una buona liquidità (in particolare dopo la vendita finale di settimana scorsa della quota di Volvo). Inoltre, Renault è sicuramente meno rischiosa tra i produttori non tedeschi in Europa.
Tuttavia, l'andamento delle vendite di Renault negli ultimi mesi ha preso una brutta piega in Europa. Più preoccupanti ancora le prestazioni di Renault in Brasile e in Russia, i due mercati più redditizi, che sono iniziate a peggiorare. Guardando al 2013, gli esperti vedono poche ragioni per essere ottimisti. Il nuovo ingresso di Dacia nel segmento delle vetture può favorire un po' di crescita, ma i benefici saranno probabilmente neutralizzati dal calo delle vendite francesi.
La nuova Clio sembra un prodotto decente, ma le vetture del segmento B hanno margini lordi troppo sottili. Gli analisti di Bernstein sono quindi convinti che il consenso su Renault per il prossimo anno sia troppo alto, il 60% di aumento del risultato operativo atteso dal mercato sembra troppo ottimistico.
Si aspettano che l'ebit dell'esercizio 2012 sia inferiore a 550 milioni (consensus 748 milioni) con una riduzione della cassa (contro la guidance che vede un dato invariato). Per il 2013 prevedono ora un ebit di 694 milioni (consenso 1,2 miliardi). L'eps di 5,45 euro è del 35% al di sotto del consenso (le previsioni su Nissan sono invece sostanzialmente in linea con il consenso).
Il caso toro per Renault resta una fusione completa con Nissan, ma la casa d'affari crede che questo sia improbabile. Un caso orso invece è che Renault sia utilizzata per trovare una soluzione per Psa, se il governo francese cercasse una cooperazione industriale o di soccorso.
Tuttavia la probabilità dovrebbe essere bassa. Bernstein ha rivisto le assunzioni su Daimler e ora crede sarà l'unico produttore tedesco che riporterà utili in calo nel 2013. Una modifica di questa previsione è improbabile senza un cambiamento nella traiettoria delle vendite cinesi per Mercedes, che continuano a sottoperformare enormemente i concorrenti.
I nuovi modelli, una nuova struttura riorganizzata di vendita e gestione può aiutare tutti, ma non fino al tardo 2013. Il cambio nei modelli potrebbe tradursi in un primo semestre particolarmente impegnativo. Gli esperti hanno quindi tagliato la loro stima di ebit per Mercedes a 4 miliardi per il 2013 e rivisto al ribasso l’ebit per la divisione camion di Daimler a 1,84 miliardi per il 2013 (1,75 miliardi nell'esercizio 2012).
Spostandosi in Italia, il dibattito intorno a Fiat continua a essere acceso, ma gli analisti di Bernstein mantengono un rating outperform (target price a 5 euro) poiché restano convinti che una fusione completa con Chrysler sia inevitabile. L'azione resta tra le top pick insieme a Bmw. Tuttavia, hanno tagliato le stime 2013 sul Lingotto per via degli effetti contabili relativi alle pensioni.
La casa d’affari, a questo proposito, ha pubblicato una relazione dettagliata nei mesi scorsi concentrandosi però sui tedeschi. In realtà, la questione colpisce di fatto più Fiat. La previsione di eps passa da 0,79 a 0,50 euro per il prossimo anno, mentre per il 2012 la stima scende da 0,41 a 0,31 euro. Gli analisti si aspettano che Fiat rimanga in una "situazione speciale" e continui a guardare alla liquidità e alle prospettive di un accordo Chrysler, più che all’eps.
In conclusione dopo aver mantenuto un atteggiamento positivo per oltre tre anni da quando è iniziata la copertura alla fine del 2008, gli analisti hanno abbassato il rating del settore a neutral a marzo. I rischi stavano volgendo al ribasso (domanda europea di rallentamento, prezzi in Cina in peggioramento).
Tali paure continuano a tenere in sospeso il settore e anche se ci sono segnali che indicano che la pressione sui prezzi cinesi si sta stabilizzando, chiaramente il percorso futuro rimane poco chiaro. La domanda europea resta molto, molto debole. Se l’evidenza di un miglioramento in Cina continuerà e il deterioramento in Europa si fermerà allora sarebbe possibile adottare una posizione più costruttiva.
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