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« Risposta #1 inserito:: Settembre 13, 2007, 10:45:54 am » |
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13/9/2007 - RETROSCENA Un nuovo clima
E dai tropici arrivano i virus Quasi duecento contagiati dalla «Chikungunya» ROMA Ondate di calore e umidità, che a tratti ci fanno sentire come ai tropici, aprono la via a «immigrati» davvero pericolosi, a differenza di quelli che muovono da territori dove fame, sete e siccità sono il presente. I cambiamenti climatici portano malattie.
«Per la prima volta, in Italia, abbiamo avuto un focolaio di epidemia del virus Chikungunya», spiega Roberto Bertollini, responsabile di Oms Italia. Sono stati 197 i casi (e un morto). Una patologia con febbri alte e sintomi che la fanno scambiare per una brutta influenza, e per la quale non esiste vaccino. E’ diffusa dalla zanzara Aedes Aegypti, meglio nota come zanzara tigre, che ormai si è stabilita alle nostre latitudini.
Come influisce il clima sul piano globale? Bertollini riferisce gli ultimi dati disponibili, relativi al 2000, che definisce «superati in senso peggiorativo». Per esempio, il clima risultava già responsabile del 2,4% di tutti i casi di diarrea nel mondo e il 2% di tutti gli episodi di malaria, per un totale di 150 mila morti.
Sul piano europeo, l’analisi dell’Organizzazione mondiale della sanità, ricorda i 35 mila morti in eccesso per l’ondata di calore del 2003, ma anche i problemi legati alle alluvioni che, nello stesso anno, provocarono 250 decessi e colpirono circa due milioni di persone. I casi di salmonella, poi, salgono del 5-10% per ogni grado di aumento di temperatura.
Ma quello che preoccupa di più è l’interazione tra ondate di calore e inquinamento da ozono. «Si è calcolato - riferisce Bertollini - che un’ondata di calore fa crescere la mortalità del 10%. Se a questo si aggiunge l’effetto ozono, la mortalità aumenta del 13% e, nella popolazione anziana, può raggiungere percentuali anche più elevate». In forte crescita sono anche le malattie gastroenteriche. Ne parla Luciana Sinisi, responsabile del settore ambiente e salute dell’Apat, l’agenzia per la tutela dell’ambiente. «Per il surriscaldamento cambia la qualità delle acque e negli alimenti si possono sviluppare micotossine - dice -. Nel 2003, tonnellate di cereali andarono perse per questa ragione. Del resto, più aumenta il caldo, più si sviluppano fenomeni di fermentazione».
Il clima causa anche il prolungamento della stagione dei pollini. «E siccome è cambiata la circolazione atmosferica - aggiunge la dottoressa Sinisi -, abbiamo nel nostro territorio molte varietà di piante allergeniche nuove che, trovando una temperatura più calda, attecchiscono».
C’è, poi, un rischio chimico pesante. «L’aumento della temperatura porta a una più veloce degradazione dei pesticidi che, così, perdono di efficacia. Questo fenomeno induce a un maggiore uso di prodotti. Il risultato è la contaminazione del suolo e delle acque. A medio termine, anche delle falde freatiche».
A questo punto, raccomandano gli esperti, il rischio di malattie non è più esclusivo campo d’azione del ministero della Salute. La prevenzione sanitaria e quella ambientale devono andare a braccetto. da lastampa.it
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