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Autore Discussione: Wikileaks, la "Cia del Popolo" che spaventa il Pentagono  (Letto 2181 volte)
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« inserito:: Aprile 08, 2010, 03:27:01 pm »

Ritratto del sito che ha mostrato la strage di reporter e civili in Iraq

Wikileaks, la "Cia del Popolo" che spaventa il Pentagono

Ha un migliaio di collaboratori e denuncia le malefatte di governi e corporation in tutto il mondo


WASHINGTON – La intelligence agency ossia la Cia del popolo. Così si autodefinisce Wikileaks, il sito internet che martedì ha diffuso il video della strage di 12 civili compiuta dalle truppe americane a Bagdad nel 2007. E che minaccia di diffonderne un altro di una strage ancora più grave, quella di 97 civili afgani in un bombardamento dei top guns Usa l’anno scorso. Fondato tre anni fa da Julian Assange, un australiano di simpatie liberal, Wikileaks è diventato una spina nel fianco del Pentagono, che il mese scorso lo ha accusato di ostacolare e danneggiare le sue operazioni militari. Oggi, il New York Times ne traccia un ritratto inedito.

MODELLO DI GIORNALISMO INVESTIGATIVO - In tre anni, riferisce il quotidiano, il sito ha assunto il ruolo di James Bond della gente comune, denunciando le malefatte di governi e corporation in tutto il mondo. Il fondatore Assange lo considera “un modello di giornalismo investigativo” ed esorta i media tradizionali a imitarlo, affermando che l’elettronica consente di rivelare segreti prima impenetrabili e di diffonderli istantaneamente prima che un tribale riesca a bloccarli. Nel caso della strage di Bagdad, precisa, il video era cifrato, e per decifrarlo siamo stati costretti a ricorrere a un super computer di alcuni sostenitori. Assange sta ora cercando di decifrare il video della strage in Afganistan.

UN MIGLIAIO DI COLABORATORI - Tra i passati successi di Wikileaks, che ha un seguito di milioni di persone, vi sono la pubblicazione di dossier sui detenuti di Guantanamo, sull’occultamento di sostanze tossiche in Africa, e sulle e mail di Sarah Palin, la ex candidata repubblicana alla vice presidenza. Il portavoce Daniel Schmitt dichiara che l’obbiettivo del sito, che ha un migliaio di collaboratori in vari paesi, è di tutelare i diritti umani e le libertà civili. Assange e Schmitt non amano il paragone all’agente 007 ma rifiutano di dire come ottengano i loro materiali: «Abbiamo fonti coraggiose che si battono per il bene sociale e non vogliono che ripetano certe aberrazioni».

I TENTATIVI DI CENSURA DEL GOVERNO USA - Il governo americano e il Pentagono hanno ripetutamente tentato di fare chiudere Wikileaks in nome della sicurezza nazionale e del segreto di stato ma non ci sono riusciti. Il sito ha una dozzina di server all’estero, a cominciare da “nazioni amiche europee”, dice, come la Svezia: «Non è possibile zittirci perché siamo ovunque» sostiene Schmitt. Manca però di un adeguato sostegno finanziario, vive solo di offerte. Il quotidiano inglese Guardian ha proposto che i media tradizionali lo aiutino.
Il video sulla strage di Bagdad, in cui l’agenzia di stampa Reuters perdette due giornalisti, ma che era rimasto segreto, ha attirato a Wikileaks le critiche delle destre perché si parla di “assassinio”. Ma il New York Times ha ricordato che due anni fa un giudice elogiò implicitamente il sito, osservando che «nella nostra epoca si possono fare cose terribili senza risponderne in tribunale». Come a dire che Wikileaks vi rimedia.

Ennio Caretto

07 aprile 2010© RIPRODUZIONE RISERVATA
da corriere.it
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